CITTA' FANTASMA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted



    “La città ti fa sentire vuoto.
    E’ vuota fisicamente, vuota di persone, vuota di ambizione, di energia e di progetti”.
    (Samantha Howell)


    Le rovine di DETROIT


    Da capitale dell’industria automobilistica statunitense a città fantasma, nei sobborghi di Detroit stanno cadendo a pezzi oltre un migliaio di edifici. Vittime della crisi economica e dei proprietari che li hanno abbandonati aspettano da decine di anni l’arrivo delle ruspe, ma di questi tempi anche la demolizione è un lusso e finché restano in piedi, vengono depredati dai ladri o diventano il riparo di qualche senza tetto.
    Non solo abitazioni private e fabbriche, ma anche teatri, biblioteche, hotel, scuole, banche e stazioni ferroviarie. Servizi e strutture pubbliche per la Detroit che fu, troppo impegnativa ed onerosa la loro riconversione è molto più facile pensare a radere tutto al suolo, piuttosto che provare a recuperare.
    E nel mentre tutto rimane com’è, ma accade anche alle rovine delle antiche civiltà che vogliamo conservare, il tempo e la natura svolgono il loro compito nel tentativo di riportare tutto all’origine, a prima dell’arrivo dell’uomo.
    Nonostante l’abbandono e l’incombere degli anni questi edifici mantengono intatto il proprio fascino e guardando queste immagini viene spontaneo immaginarli nel pieno del loro splendore, vivere il sogno di quando erano brulicanti di persone e delle loro storie.
    (SARA ALLEVI)


    Alla fine del XIX secolo Detroit cominciò ad affermarsi come centro industriale, fino alla consacrazione nel 1913 con l’invenzione della catena di montaggio da parte di Henry Ford e il suo utilizzo nella fabbricazione delle automobili. La città conobbe un periodo di grande splendore edilizio: furono costruiti grattacieli e quartieri di lusso per dare dimostrazione del benessere dei cittadini, migliaia di persone arrivarono in cerca di un lavoro. Negli anni Cinquanta la popolazione raggiunse i due milioni di abitanti, rendendo Detroit la quarta città più grande degli Stati Uniti.
    Ma la stessa logica che ha generato i fasti della città li ha anche distrutti: quando, negli anni Cinquanta, gli stabilimenti furono trasferiti nella periferia della città, il centro cominciò a svuotarsi. L’esodo fu accelerato dalle proteste del 1967, che a Detroit diventarono particolarmente violente.

    Il sogno americano ridotto a brandelli, è ciò che prende forma nelle foto di Yves Marchand e Romain Meffre. Ci sono teatri gotici, chiese metodiste, stazioni centrali, banche, grandi biblioteche pubbliche, sale da ballo e dipartimenti di polizia. Ci viene messo davanti l’apocalittico e l’effimero, il passato e la rapidità del tempo. Tutti quelli che un tempo erano arene di un vigoroso orgoglio civico o centri nevralgici della vita statunitense, si mostrano ora in veste di rovine, in tutto il loro abbandono e degrado..... la città statunitense che più ha sofferto economicamente, dalla generazione passata fino alla recessione tuttora in atto e la “carcassa” di una metropoli diventata emblema della decadenza urbana a stelle e strisce. Se non sapessimo che Detroit vive ancora, guardando queste immagini penseremmo che una catastrofe improvvisa si sia abbattuta nel centro storico della città, costringendo tutti i suoi abitanti a scappare, lasciando casa e lavoro.... suggeriscono, anzi denunciano, che qualcosa è andato perso. Non solo i “contenitori della società civile”, i grandiosi palazzi e le sale art deco.
    (valentina veneroso)

    La situazione è nota ma i dati dell’ultimo censimento cittadino svelano una realtà al di là dell’immaginabile. Per il New York Times è “il più stupefacente esempio contemporaneo di collasso urbano”. Il “calo percentuale maggiore della storia americana nelle grandi città”. Detroit oggi ha soltanto 713.7776 abitanti, un calo del 25% in pochi anni. Nel 2000 sfiorava il milione. E nel 1950 era sopra i 2 milioni. Quei tempi sono definitivamente alle spalle.
    La disoccupazione è peggio di Katrina. Basti pensare che New Orleans, dopo l’uragano e la catastrofe del 2005, si è svuotata “solo” del 29%. Ma il numero di persone che sono scomparse dalla città del Michigan – 237.500 – è quasi il doppio delle 140.000 che hanno lasciato New Orleans. Senza abitanti, le casse della città sono vuote: niente tasse, niente scuole, niente servizi. Ad aggravare le cose anche il calo dei contributi federali, che sono destinati solo alle città sopra i 750.ooo abitanti.



    fotografie di Yves Marchand e Romain Meffre


    .





    .
     
    Top
    .
22 replies since 23/10/2011, 09:52   3078 views
  Share  
.