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... LE PAROLE ...
...Davanti ad uno sportello dell’ufficio postale, in attesa del proprio turno, una giovane tiene arrotolato il suo bollettino e, incurante ascolta il vociare intorno. Sente parole, parole, parole … sequenze interminabili di vocali che unite formano carezze, schiaffi, speranze, disperazione … o anche solo il bisogno di attenzione. Parole che come note su di uno spartito vanno a collocarsi sopra righi musicali disegnati nello spazio tutt’intorno. Suoni melodiosi o a volte sgraziati fanno da contorno a quella scena. Una melodia che trasversale passa sulle generazioni; anziani e giovani partecipano a quella celebrazione rumorosa fatta di tante voci, come fossero infiniti strumenti musicali. La ragazza, dapprima distrattamente, poi sempre più attenta, segue con attenzione crescente quelle parole, ne afferra qualcuna, altre le lascia scivolare via; altre ancora lascia che passino inascoltate. “Le parole, possono essere fiori profumati, oppure armi micidiali”, dipende da chi e come ne fa uso, pensava quella ragazza nel mentre la fila si assottigliava davanti ai suoi occhi. “Quanti giudizi si danno, quante iperbole si realizzano con quelle parole”, continuava questo dialogo immaginario tra se e se, mentre oramai era quasi giunta allo sportello. “Già, giudicare è la cosa che spesso viene più facile fare; ma quanti errori si commettono pensando di poter essere talmente al di sopra di persone o situazioni da poter sentirsi autorizzati a formulare giudizi”; in quello sciame di parole quei pensieri sembravano acqua sopra un’incendio. Giunse finalmente davanti allo sportello, davanti a se due occhi grandi ed un sorriso appena accennato dell’impiegata dell’ufficio postale. Le due donne si guardarono per un attimo mentre una dava all’altra il bollettino postale. “Non mi dica nulla”, disse sorridendo l’impiegata, lo leggo dai suoi occhi; ogni mattina assisto a questo concerto, ogni mattina ascolto giudici giudicare e sparare sentenze su tutto e tutti; ogni giorno vedo e ascolto tuttologi che danno lezioni di vita e di tutto a tutti”. “Sa quale è il momento più bello per me?; è qundo incrocio sguardi come il suo che mi fanno capire che non sono sola su questa terra”. La ragazza, ascoltò arrossendo quelle parole, erano carezze, non erano macigni; erano fiori, non giudizi … era musica dolce … delicata. Prima di voltarsi per andar via la ragazza, accennò un sorriso e disse: “ Ha ragione, ha letto correttamente nel mio sguardo; sa quando sono felice? Quando le parole lasciano scie profumate, e somigliano molto al silenzio” ….
(Claudio)... Le parole ...
Le parole
se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l’inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto;
le parole
non chiedono di meglio
che l’imbroglio dei tasti
nell’Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole;
le parole
non sono affatto felici
di essere buttate fuori
come zambrocche e accolte
con furore di plausi e
disonore;
le parole
preferiscono il sonno
nella bottiglia al ludibrio
di essere lette, vendute,
imbalsamate, ibernate;
le parole
sono di tutti e invano
si celano nei dizionari
perché c’è sempre il marrano
che dissotterra i tartufi
più puzzolenti e più rari;
le parole
dopo un’eterna attesa
rinunziano alla speranza
di essere pronunziate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute
(Eugenio Montale)
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gheagabry.
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Ci sono occasioni in cui restiamo senza parole, non ci sembra di avere nulla da dire, stiamo lì basiti, attoniti........
Di solito accade quando ci troviamo di fronte a qualcosa di immensamente grande : qualcosa di così bello, o di così doloroso, che le parole perdono di significato, e non riuscirebbero ad espriemere quello che veramente stiamo provando in quel momento!
Le parole sono un`invenzione meravigliosa, ci permettono di comunicare, di condividere i nostri pensieri, ma ci sono anche cose a cui le parole non arrivano... Ci sono messaggi talmente intensi, talmente intimi, che si possono trasmettere solo sul filo di uno sguardo, o attraverso la scarica di un contatto.
Legarli a delle parole, vorrebbe dire snaturarli e appesantirli, e perderebbero così la maggior parte della loro intensità e del loro significato.....(dal web). -
gheagabry.
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Una parola è morta appena è pronunciata:
così qualcuno dice. Io invece dico che comincia
a vivere solo in quel momento.
la parola può vivere solo se pronunciata.........
.......perchè qualcuno l'ascolterà.
....se la si tiene dentro....nascosta...
...è solo un tuo pensiero affossato nella mente...
...è li in un limbo...............
......solo se detta prende vita ......e vola.
mi piace paragonare la parola ad un soffione........
..piccoli semi.....
..che un colpo di vento fa volare...
.per poi posarsi...ed dare inizio a nuove vite...................
e la vita è come l'acqua....................
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gheagabry.
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Lei è innamorata delle parole, del loro infiltrarsi sotto la pelle fino ad arrivare al cuore, alla pancia, alla testa, al fegato, le ama in tutte le loro forme, ama le parole scritte, le parole sussurrate, le parole gridate e persino quelle taciute. Probabilmente più di tutte ama proprio le parole taciute, quelle che lei riesce di leggere tra le righe delle parole scritte, ad ogni parola scritta lei trova un significato diverso e sottinteso, ogni parola scritta una metafora di una parola non detta….. si inebria di parole e non riesce a vivere senza, ha il continuo bisogno di vederle, sentirle, scriverle, dirle, recepirle, sviscerarle…. Lei regala parole a chi ha voglia di riceverne e dà un volto ed un corpo alle parole, le parole hanno il corpo forte e muscoloso di un uomo, le parole hanno il sorriso di uno sguardo sornione, le parole hanno gli occhi scuri di un uomo arrogante ed altero, le parole hanno lunghe dita affusolate di un uomo che suona i tasti neri del cuore di una donna…..Lei sa che le parole non sono solo parole, sa che le parole hanno un valore in base alle persone che le scrivono, le pronunciano, le sussurrano, le gridano, le sentono, le vivono… Lei ha un rispetto profondo per le parole, ce ne sono alcune che per quanto sente vive e potenti nemmeno riesce più a pronunciare, le rispetta a tal punto che pagherebbe per poterle dire ancora una sola volta…le parole…..
(dal web). -
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Le parole…
Avete mai pensato al significato che alcune parole col tempo assumono significati speciali… avete mai pensato a quanto importanti divengono alcune espressioni verbali per la nostra vita … Quante volte è accaduto che non dire “Buon giorno” oppure “Buona note” alle persone a noi care le ha ferite; quante volte l’errato assemblaggio di parole ha causato incomprensioni o malintesi nella nostra vita? Tante volte, direi, tante tante volte. Le parole sono come note su un pentagramma, sono come pennellate di colore su una tela, sono come tessere di un mosaico che messe al posto giusto donano armonia alle forme, e compongono immagini delicate e definite. A volte ho provato a pensare alle parole spogliandole del loro significato ... sapete cosa ne è rimasto? Un suono, solo un suono ... nulla di più ... poi ne ho messe insieme un’altra, poi un’altra ancora e così via ... provando come per la prima a spogliarle del significato ... i suoni si sono uniti, hanno formato una melodia. Ecco credo che quando riusciamo a mettere insieme le giuste parole, quello che ne fuoriesce è una melodia che la nostra anima percepisce prima della nostra ragione e, ci predispone positivamente verso la persona che le ha prodotte ancor prima di razionalizzarne il significato. Le parole, quante ne usiamo verso noi stessi e verso gli altri durante la giornata ... parole come fili invisibili che ci uniscono oppure come muri invalicabili che dividono ... Adoro parlare, e mi piace ascoltare ... e spero sempre che ognuno prima di parlare usi le parole come filo che unisce e non come muro che divide ... le parole, musica per il cuore e per l’anima ... le parole ...
(Claudio)Sulla punta della nostra lingua risiede un enorme potere. Possiamo uare parole che danno forza, incoraggiamento e sostegno, oppure demoralizzare il nostro prossimo con critiche, giudizi e parole umilianti.Le critiche feriscono, le lodi rafforzano. Occorre avere molto coraggio e autocontrollo per sorvegliare quello che pensiamo e diciamo a noi stessi e agli altri, ma vale la pena di fare uno sforzo. In un clima dolce di compresione e approvazione reciproche, possiamo aiutare noi stessi e il nostro prossimo a esprimere le nostre potenzialità e persino ad aumentarle.In un ambiente rigido e critico, al contrario, la maggior parte di noi inaridisce senza alcuna possibilità di migliorare. Ricordate la storia della principessa coraggiosa e compassionevole che ebbe l'ardire di baciare un rospo ? Grazie alla sua disponibilità ad accerttarlo così come le appariva, il rospo potè tornare a essere quello che era in realtà : un bellissimo principe.Tutti i giornici troviamo a scegliere : baciare con le lodi i rospi che sono dentro di noi e nel nostro prossimo, oppure schiacciarli con le critiche.Naturalmente le nostre lodi devono essere sincere.Ma c'è quasi sempre qualcosa che possiamo davvero apprezzare in noi o in un'altra persona.Si tratta semplicemente di sapere su cosa concentrare la nostra attenzione.Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere la vulnerabilità di chi ci sta attorno e di cercarne i lati positivi.Se mettiamo l'accento su quello che ci piace invece di concentrarci sulle cose che non ci piaccioni in noi stessi e negli altri, creiamo un clima di cambiamento positivo che ci permette di uscire dal nostro costume da rospo..
AFORISMA
È il tempo che hai speso per la tua rosa che rende la tua rosa così importante.
Antoine de Saint-Exupéry. -
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La parola è un bel dono; ma non rende la ricchezza del nostro interno; è un riflesso smorto e tiepidissimo del sentimento, e sta alla sensazione come un sole dipinto al sole della natura.
(Carlo Bini)
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“Quante parole esistono? circa 140.000. Nonostante questo immenso cesto da cui attingere, non esiste una parola che sia in grado di descrivere ogni stato d'animo, ogni sensazione, ogni mutamento che avviene dentro di noi…. E forse, un giorno, come uno chef che dopo anni di tentativi elabora la ricetta perfetta per una crema chantilly paradisiaca, come una sarta i cui vestiti saranno sempre più perfetti col passare degli anni… forse un giorno si riuscirà esattamente a mettere nero su bianco ciò che si sente…E allora perchè rimane addosso l'idea che, per quanti sforzi si possa fare, non si troverà mai le parole esatte che definiscano quella stretta allo stomaco che si avverte quando si conosce una persona che non convince? Come mai l'amore è qualcosa per cui le parole sembrano sempre insignificanti? Forse il segreto sta nell'armonia, nell'equilibrio, forse indipendentemente dal fatto che si scelgano dieci o cento parole per descrivere l'amore, l'importante è che siano quelle giuste. O forse il punto è che non si tratta mai di descrivere. Forse è proprio il verbo descrivere che porta sulla strada sbagliata...La verità è forse che siamo tutti troppo diversi l'uno dall'altro, perchè le parole abbiano per tutti il medesimo significato, la verità è che ciò che si sente, forse non lo sente nessun altro al mondo, perchè non c'è niente che provi il contrario, nessuno a quanto si sa è mai stato nei panni di qualcun altro, perciò è solo una supposizione il fatto che tutti provino le stesse sensazioni ed emozioni, ma se così non fosse? Ci avete mai pensato? Magari nessuno di noi, nessuno dei quasi 7 miliardi di individui che popolano la terra, sente qualcosa nello stesso modo in cui lo sente qualcun altro.. abbiamo semplicemente creato delle etichette, delle famiglie di sentimenti con cui identificare ciò che sentiamo. E invece no. E se da una parte spaventa il pensiero che nessuno può capirci e darci tutto ciò di cui abbiamo bisogno tranne noi stessi, d'altro canto fa pensare a quanto sia stata generosa la natura con noi, a quanto sia straordinario il fatto che ognuno di noi sia un universo a sè stante, diverso da ogni altro.”. -
gheagabry.
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Steve De La Mare
Io non sono una storia che puoi raccontare,
non sono una canzone che puoi cantare,
non sono un suono che puoi udire,
non sono neppure questo che puoi vedere
né quello che puoi conoscere.
Io sono una sofferenza che anche tu puoi provare,
chiamami con un grido.
Gli alberi parlano con il bosco, l’erba con la terra,
le stelle con le galassie. E io parlo con te.
......
Io parlo con te come le nuvole parlano con la tempesta,
come l’erba parla con la terra,
come la pioggia parla al mare,
come gli uccelli parlano alla primavera,
come gli alberi parlano al bosco.
Perché ho scoperto le tue radici,
perché la mia voce è sorella della tua.
(Ahmad Shamlu). -
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ill Jangjun de Uzun Hikaye
Sono le parole le vere colpevoli. Sono fra le cose più indisciplinate, più libere, più irresponsabili e più riluttanti a lasciarsi insegnare. Certo, possiamo sempre prenderle, suddividerle e metterle in ordine alfabetico nei dizionari. Ma le parole non vivono nei dizionari, vivono nella mente. Se ne volete una prova, pensate a quante volte, nei momenti di maggiore emozione, vi capita di non trovarne nessuna quando più ne avreste bisogno. Eppure il dizionario esiste; e lì, a vostra disposizione, ci sono mezzo milione di parole tutte in ordine alfabetico. Ma potete davvero usarle? No, perché le parole non vivono nei dizionari, vivono nella mente. (...) La questione è solo quella di trovare le parole giuste e di metterle nell'ordine giusto. Ma non possiamo farlo perché esse non vi sono nei dizionari, vivono nella mente. E come vivono nella mente? Nei modi più strani, non molto diversamente dagli esseri umani; vagando qua e là, innamorandosi e accoppiandosi… sembrano preferire la gente che sente e che pensa prima di usarle, ma non deve essere gente che sente e pensa a loro, ma a qualcosa di diverso. Perché sono molto sensibili, e si sentono facilmente a disagio. Non amano che si discuta della loro purezza o della loro impurità. (...) E non amano essere sollevate in punta di penna ed esaminate una per una. Restano sempre unite in frasi, in paragrafi, e a volte per intere pagine di fila. Odiano essere utili; odiano dover far soldi; odiano andare in giro a tenere conferenze. In breve, odiano qualsiasi cosa imponga loro un unico significato, o che le immobilizzi in un'unica posa, perché cambiare fa parte della loro natura.
E forse è proprio questa la loro caratteristica più sorprendente: il bisogno di cambiare. Perché la verità che cercano di affermare ha tante facce. (...) E quando le parole vengono inchiodate a un unico significato, ripiegano le loro ali e muoiono. Senza dubbio a loro fa piacere che noi sentiamo e pensiamo prima di usarle; ma vogliono anche che noi ci concediamo una pausa, vogliono che diventiamo incoscienti, Il nostro inconscio è la loro privacy; la nostra ombra è la loro luce.
(Virginia Woolf, Il mestiere delle parole). -
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ill wl-op-journey-by-wlop-d7kkzw7
Parole.
Viviamo in un mondo che di parole è in overdose. Che riempiono la solitudine che affligge ogni cuore. Parole che compongono il “mi piace” su facebook che fa sentire vivo. Parole urlate nelle piazze. Parole sussurrate tra gli amanti. Parole false. Parole vere. Parole in tutte le lingue. Eppure, non bastano mai. Non sono mai abbastanza, sembrano non colmare i vuoti dell’anima. C’è chi di parole si ciba e chi le usa per creare castelli. C’è chi ne fa il suo punto di forza per ottenere sempre e comunque la ragione e chi, semplicemente, le sceglie e crea un’emozione. Sì, sono parole quelle che possono muovere qualcosa dentro la persona, tra i ventricoli del cuore, oltre agli ormoni ed al sangue, naturalmente.
Mamihlapinatapai è una di queste. È una di quelle parole magiche che la mente non sa comprendere, ma l’anima fa sua. In ogni lingua ci sono parole uniche, intraducibili. Parole che vanno dritte al cuore. D’Annunzio, in Sanscrito, scrisse: tat tvam asi. Questo essere vivente, sei tu. Persino Schopenhauer le usa nella lingua originale per esprime al meglio il concetto. Ecco, questo è il vero potere delle parole: essere uniche.
Ma non c’è bisogno di addentrarsi in paesi lontani, tra culture passate. Alzando la testa verso il cielo, in una notte estiva, si vedranno le stelle; inquinamento da luce permettendo, certo. Stelle in latino è sidera. Desiderio è de-sidera: senza stelle. Il desiderio è, infatti, quel qualcosa che manca all’uomo e che lo spinge in un’infinita ricerca di se stesso. Ricerca che si conclude, se si conclude, in pensieri, formati, a loro volta, da parole. Parole che basta sceglierle bene e mostreranno la via.
(Valeria Franchetto). -
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Greg Call
La parola più utile di tutte le lingue,
a mio parere, è “perché?”
(Alfred de Vigny)
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igor levashov
A volte le parole non bastano. E allora servono i colori.
E le forme. E le note. E le emozioni.
(Alessandro Baricco). -
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Muore la parola
appena è pronunciata:
così qualcuno dice.
Io invece dico
che comincia a vivere
proprio in quel momento
(Emily Dickinson). -
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Dove finiscono le parole non dette?
Ho sempre creduto che potessero evaporare
e diventare tutt'uno con le nuvole.
Per pioverti addosso in un giorno qualunque,
uno di quelli in cui era previsto sole.
(Michelangelo Da Pisa). -
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Una sola parola,
logora, ma che brilla come una vecchia moneta:
“Grazie!”
(Pablo Neruda)
...una parola "dimenticata".