CINECITTA'

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  1. gheagabry
     
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    " La prima volta che andai a Cinecitttà presi il tranvetto azzurro che percorreva tutta la Toscolana e quando arrivai mi trovai al costetto di un enorme usciere gallonato con una palandrana gialla".... "e tu, 'ando vai?" mi apostrofò"
    (Fefederico Fellini)


    CINECITTA'



    "La leggenda vuole che il primo lungometraggio girato nei teatri sia stato “L’Allegro Cantante” di Gennaro Righelli, e che nello stesso 1937 già 18 film vennero alla luce in quegli stabilimenti. Tra questi anche “Il Signor Max” di Mario Camerini, commedia che lanciava nel panorama del cinema italiano la stella di Vittorio de Sica. Nei primi anni di vita, Cinecittà si specializzò dunque nella produzione di spensierate commedie e opere musicali, oltre che in melodrammi che esaltavano il patriottismo ed il valore italico, dazio da pagare al regime fascista. La Seconda Guerra Mondiale e i tumulti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fecero cadere il complesso in rovina: il saccheggio di tutto il materiale ad opera delle truppe tedesche lasciò i teatri del tutto sguarniti del materiale necessario; soltanto nel 1945 Luigi Freddi, allora presidente di Cinecittà, impose che tutto il materiale fosse restituito al centro romano.
    La fine della guerra non vide Cinecittà ripopolarsi; con il Neorealismo i cineasti si spostarono dai teatri alla strada cercando riprese all’aperto, attori non professionisti e un contatto sempre diretto con la realtà oggettiva dei fatti. Autori come Zavattini, Rossellini, De Sica, con la loro arte ed i loro capolavori fecero la fortuna del cinema italiano, ma lontano dai teatri di posa di Cinecittà. La crisi durò per tutti gli anni ’40: per superare la difficoltà ci volle infatti il contributo americano, in particolare della MGM, che decise di girare a Roma il colossal storico “Quo Vadis? ” (id.,1950). Grazie a questo intervento gli stabilimenti iniziarono nuovamente ad essere popolati da produzioni italiane e statunitensi, ed il lavoro a Cinecittà riprese florido, fino ad arrivare a momenti di splendore a cavallo tra gli anni ’50 e ’60.



    "Varcando quei cancelli ci si imbatte in una moltitudine
    di matti che costituiscono la colonna vertebrale di ogni film
    e rimangono quasi sempre nell'ombra"


    Entrando a Cinecittà si ha l’impressione di toccare con mano un sogno. Un sogno che ha percorso più di settanti anni di storia, di sogni e di grandi successi.
    La storia di Cinecittà ha inizio nel 1937 : in seguito ad un misterioso incendio dei vecchi studi Cines nasce l’idea di edificare la più grande città del cinema in Europa. Il progetto viene affidato all’ingegnere Carlo Roncoroni e all’architetto Gino Peressutti.
    Fin da subito Cinecittà diventa l’utopia, il luogo dove poter rincorrere il successo e la popolarità. Sono molte le star nazionali a nascere e a coltivare il proprio talento all’interno degli studi.
    Finita la guerra, per Cinecittà inizia un periodo stabile e fiorente, ricco delle produzioni più celebri al mondo. Le porte degli studi vengono aperte al cinema americano e con la realizzazione di set imponenti come quelli di Quo vadis? o di Ben Hur Cinecittà ottiene la qualifica di “Hollywood sul Tevere”. Impazza la “DolceVita” e Roma si popola di star sia italiane che americane. Con gli anni ’70 per Cinecittà inizia una stagione cinematografica
    che ha lasciato segni indelebili non solo all’interno degli studi, ma anche nell’immaginario collettivo.

    Il cinema italiano, infatti, grazie ai capolavori di Fellini, alla grandi realizzazioni di Luchino Visconti, all’eclettismo di Pasolini, alla genialità di Ettore Scola, Comencini, Zurlini e tanti altri, avrà un’eco e un clamore a livello mondiale.
    Oggi la vera sfida che Cinecittà si pone è quella di rievocare i vecchi miti e al tempo stesso di crearne dei nuovi secondo prospettive moderne e al passo con un mercato cinematografico in continua evoluzione.


    Se hai la fortuna di varcare i cancelli e mettere piede tra le mura di Cinecittà, ti ritrovi in un mondo fatto di immagini, suoni e visioni. Puoi percorrere il sentiero della fantasia tra strutture storiche miste a moderni edifici, tra set cinematografici o produzioni televisive, tra realizzazioni di spot pubblicitari o videoclip …Ti capiterà di riconoscere gli esterni della casa di Un medico in famiglia o di incontrare quell’attore famoso che tante volte hai avuto il piacere di vedere in tv.
    …Potrai “percepire” la presenza di Fellini entrando nel mitico Teatro 5.…Potrai passeggiare lungo la Broadway del 1830 di Gangs of New York o perderti nella fantastica atmosfera della Roma antica del 51 a.C. realizzata per la produzione HBO Rome.…Potrai ritrovarti per magia in Toscana durante il 1400, per poi girare l’angolo e, come immersa in un’altra dimensione temporale, ammirare la famosa Casa del Grande Fratello, dove oggi tanti ragazzi cercano fama e popolarità.…Non c’è niente che a Cinecittà tu non possa trovare: una combinazione di cinema, televisione e pubblicità che giorno dopo giorno rende viva la Fabbrica dei Sogni.



    ..hanno detto...


    Con Cinecittà, come con il circo, mi si attribuisce una specie di identificazione, anche in genere una diretta responsabilità: come se li avessi inventati io, se fossi stato io a tirar su i tendoni, a costruire i teatri di posa... [...] Il Teatro 5 di Cinecittà è il posto ideale. L'emozione assoluta, da brivido, da estasi, è
    quella che provo di fronte al teatro vuoto, uno spazio da riempire, un mondo da creare"

    Ho vissuto a Cinecittà e continuo a viverci perché è la casa del mio lavoro, è il posto dove faccio i miei film che fra preparazione, riprese, montaggio, doppiaggio e mixaggio, durano l’un per l’altro circa un anno, che io passo tutto a Cinecittà uscendo solo la notte per andare a letto. La prima volta che ho udito questo nome “Cinecittà”, in modo oscuro ho percepito che quella era la città dove avrei voluto abitare e che avrebbe fatto parte della mia vita. La città delle attrici, delle dive! Una dimensione fatta, un sogno da batticuore!..
    (Federico Fellini)


    Sono da sempre un grande appassionato del cinema italiano: per questa ragione, quando mi è capitata l’occasione di realizzare il film Gangs of New York a Cinecittà, mi sono sentito emozionato anche soltanto all’idea. Prima di tutto perché Cinecittà è il simbolo del cinema italiano e qui ha lavorato, per fare un solo immenso nome, Federico Fellini. E poi perché qui ci sono degli artigiani assolutamente straordinari.

    ..la scelta di girare Gangs of New York a Cinecittà per me aveva anche una componente mitica: il fascino di lavorare negli stessi teatri di posa di Fellini, di Visconti, di Rossellini, quelli che io considero i Grandi del Cinema. Sentire la loro presenza e trarne ispirazione.
    (Martin Scorzese)


    schegge di memoria


    Fine anni 50, tra rock e roll in vecchi mangiadischi e bottiglie di CocaCola si prendeva il tram e si arrivava alla fine della corsa davanti ai mitici stabilimenti di Cinecitta'. si era sparsa la voce che gli americani erano arrivati a Roma per girare un film in costume senza precedenti....Ben Hur.
    Gli stabilimenti si erano vestiti a nuovo, da tutte le parti di Roma e oltre venivano a frotte per cercare di lavorare qualche giornata, ci furono tra noi anche un giovanissimo Giuliano Gemma e Lando Buzzanca e Marina Berti non ancora signora Giordana. Si parlava di 100.000 comparse da cercare, quindi tutti noi eravamo li fuori
    ad aspettare che venissimo scelti dai capi strutture per accaparrarci un posto da generico. e fu così che io ebbi questa fortuna ero giovanissimo e curiosissimo (anche se le 1500 lire al giorno erano un bel gruzzoletto per me), pertanto indossare armature e elmi era emozionante.
    Ricordo con affetto che dopo una battaglia eravamo stesi a terra finti morti e poi dovevamo di corsa rialzarci e correre alla battaglia navale e morire di nuovo tra battute e risate di amici occasionali
    e le sgridate dei capi-comparse.
    La corsa delle bighe nel circo di Massenzio fu una cosa senza precedenti, 22 minuti di sequenza senza interruzione al cinema e' costato 3 mesi di lavoro estenuate,sia per gli attori che per le comparse, fu lì che successe una disgrazia in cui una comparsa morì durante la corsa, c'erano stati feriti e altro ma quella fu una brutta cosa non voluta. Se potete rivederla cercatela nella corsa intorno al bastione centrale quando una biga colpisce rasente il muro una sentinella. Da quello che si seppe la produzione si fermò almeno una settimana, poi con interventi della politica di allora tutto si sbloccò e tornò alla normalità.
    Negli anni a venire ci furono altri tentativi, con il farsesco e gigantesco "Cleopatra" ma questa e' un altra storia.
    (UBALDO detto DUCCIO)




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  2. gheagabry
     
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    Cinecittà, gli studi cinematografici e i teatri di posa alla periferia di Roma, fu aperto con una inaugurazione il 28 aprile del 1937.

    La costruzione di Cinecittà fu una scelta del regime fascista di Benito Mussolini, che investiva molto nel cinema come strumento di propaganda dell’identità italiana da una parte e delle opere del regime stesso, dall’altra: ma queste motivazioni non escludevano la crescita di notevoli qualità tecniche e narrative nel cinema italiano di quell’epoca. Ma l’idea di Cinecittà nacque anche in conseguenza di un evento puntuale, la distruzione per un incendio degli studi Cines nel quartiere San Giovanni di Roma, nel 1935. Nel 1934 Luigi Freddi, già futurista e fascista della prima ora, amico di Galeazzo Ciano e perciò ben introdotto presso Mussolini, venne incaricato di costituire una “Direzione generale della Cinematografia” che avviò quindi il progetto di Cinecittà, individuando l’area e affidando i primi progetti all’architetto Gino Peressutti. La posa della prima pietra avvenne nel gennaio 1936, e l’inaugurazione del 28 aprile 1937 fu compiuta da Benito Mussolini.





    Cinecittà vanta un patrimonio artistico stupefacente: qui sono stati girati più di 3.000 film, 90 dei quali hanno ricevuto una nomination all’Oscar e 47 hanno vinto la prestigiosa statuetta.

     
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1 replies since 13/10/2011, 11:39   647 views
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