MAROCCO

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted



    MARRAKECH



    Marrakech, o Marrakesh è una città del Marocco situata al centro-sud del Paese, a circa 150 km dalla costa dell'oceano atlantico.

    A Marrakech si individua la città vecchia, la medina, racchiusa entro le mura, ad ovest della quale è sorta la città nuova.....Jāmiʿ el-Fnā..È la piazza attorno alla quale si sviluppa la città vecchia e potrebbe essere considerata il centro vitale (e assolutamente caratteristico) di Marrakech. Al centro della medina, confina a nord con il quartiere dei suq e ad est con la Qasba, mentre da sud-ovest è dominata dalla moschea della Kutubiya. L'aspetto della piazza cambia durante la giornata: di mattina e pomeriggio è sede di un vasto mercato all'aperto, con bancarelle che vendono le merci più svariate (dalle stoffe ai datteri, alle spremute d'arancia, alle uova di struzzo etc.) e da "professionisti" dediti alle attività più svariate: le decorazioni con l'henné, i cavadenti, suonatori, incantatori di serpenti etc. Verso sera le bancarelle si ritirano e subentrano banchetti con tavole e panche per mangiare cibi preparati al momento e, più tardi, arrivano musicanti e cantastorie...La moschea Kutubiya è sovrastata dal ben più appariscente omonimo minareto: alto quasi settanta metri, è il minareto più antico (e completo) delle tre torri almohadi che ci sono giunte, insieme alla Giralda di Siviglia e la torre Hassan a Rabat. Il suo nome deriva dalla parola "kutub" e sembra indicasse il fatto o che nei dintorni fossero presenti venditori di libri sacri o scrivani che prestavano servizio agli analfabeti. Probabilmente i lavori iniziarono attorno al 1150, poco dopo che fu subentrata la dinastia almohade, e vennero completati dal sultano Yaʿqūb al-Mansūr (1184-1199).
    L'architettura è tipica marocchina, del periodo almohade: con decorazioni e fregi di maiolica bianca, turchese e blu ed arabeschi scolpiti, differenti sui quattro lati. Un tempo l'intonaco dipinto e le decorazioni a zellij coprivano tutta la superficie del minareto mentre oggi le piastrelle sono quasi scomparse....I suq e la medina alta
    La zona a nord della piazza Jema‘a al-Fnaa è occupata dai suq: mercati coperti che si articolano su numerose viuzze e piazzette, ciascuna delle quali è dedicata ad attività specifiche: venditori di pelli, lana, calderai, gioiellieri, tintori etc. I souk si stendono fino alla Moschea di Ben Youssef ed alla vicina medersa omonima.....Le Tombe Sa‘didi formano un complesso funerario le cui strutture furono fatte costruire dal Sultano Ahmad al-Mansūr. Eccettuati alcuni sepolcri antecedenti il periodo sa‘dide, la maggior parte di essi risale al 1557 e, pertanto, le tombe sono pressoché contemporanee alla Medersa Ben Youssef. Questo complesso venne "riscoperto" solo nel 1917, in condizioni di totale abbandono. Restaurate, sono divenute uno dei (pochi) monumenti veramente notevoli di Marrakech, sovraccariche di decorazioni in stucco e piastrelle zellij. Probabilmente le tombe si salvarono dalle distruzioni e dai saccheggi di Mulay Ismā‘īl poiché erano accessibili unicamente dalla moschea della Kasbah attraverso un passaggio nascosto.

    Marrakech è pervasa da un aroma d’infinite spezie diverse. Nell’aria si miscelano odori che vanno dalla fragranza del muschio all’harissa, ingrediente imprescindibile di ogni cous-cous che si rispetti. Ogni angolo ne è pervaso. Percorrendo pochi metri, il nostro olfatto passa dall’insopportabile fetore delle pelli poco conciate a una vera e propria distesa di fragranze naturali......I marocchini passano ore intere per strada, e fanno delle relazioni sociali il fulcro della loro cultura. Agli occhi del turista sembra strano notare quanto gli abitanti di Marrakech siano tutt’altro che prigionieri del tempo. La gente del posto non è schiava dell’orologio: tutti svolgono la propria attività senza però lasciare che lo stress rovini loro la salute.



    .....i giardini Majorelle....


    I Giardini Majorelle sono stati fondati da Jacques Majorelle artista francese che si trasferisce a Marrakech, dove acquista il terreno dove sorgeranno i giardini, per proseguire la sua carriera.
    Amante erudito dell'estetica dei souk di Marrakech, cattura nei suoi quadri la luce, i colori, le sfumature della vita quotidiana e il sud del Marocco avrà un ruolo importante nella sua esistenza.
    Nel 1947 decide di aprire al pubblico i giardini Majorelle, negli itinerari di Marrakech, che nel frattempo aveva riempito di elementi blu, di una particolare tonalità detta, appunto, bleu majorelle.
    In seguito a un incidente Jacques Majorelle dovette rientrare a Parigi dove morì nel 1962: alla sua morte i giardini vengono più o meno abbandonati fino a che, nel 1980, Yves Saint Laurent e Pierre Bergé non decidono di acquistarli e riportarli all'antico splendore.
    Si tratta di un vero e proprio giardino botanico, con specie provenienti dai 5 continenti, tartarughe e ben 15 specie diverse di uccelli. È un giardino islamico, secondo quanto prescrive il Corano: cinto da mura, come nei riad di Marrakech, con l'acqua al centro, è concepito come un paradiso terrestre.



    ....un pò storia....


    L'origine di questa regione è legata al popolo dei Berberi sin dai tempi antichi.
    Questo popolo, presente sul territorio africano da migliaia di anni, ha un'origine sconosciuta, anche se si afferma provenga dal Caucaso.
    Le origini della città di Marrakech risalgono ad un’epoca molto antica, secondo le ricostruzioni infatti l’abitato nacque tra il 1060 ed il 1070, sotto la dinastia Almoravide. La costruzione della città avvenne per volere di Yūsuf ibn Tāshfīn, capo militare che fu protagonista della conquista dei territori settentrionali del paese, nel corso della storia, la città fu sottoposta al dominio di altre dinastie, quella degli Almohade, che salì al trono nel 1184, gli esponenti della famiglia furono gli artefici della costruzione delle più importanti opere della città, quali ad esempio la Kasbah e la Moschea Kutubiyya.
    Verso la fine del 1300 la città di Marrakech subì importanti saccheggi e distruzioni e tornò al suo splendore solamente nel 1500, quando, grazie all’intervento della famiglia dei Sa’didi la città venne ricostruita, successivamente la città vide la dominazione della dinastia degli Alawita, in seguito ad alcuni conflitti con le città vicine, la città perse parte della sua importanza politica e sociale e la capitale del paese divenne la città di Meknes, Marrakech rimase comunque una città imperiale.
    L’importanza politica e commerciale della città si risollevò solamente nella seconda metà del XIX secolo, con l’arrivo dei Francesi.

    Millenaria, la città ha visto una successione di 5 dinastie che hanno fortemente influenzato il suo destino. Nel 602 gli Almoravidi fondano la città di Marrakech. Il loro dono più grande è d’aver portato l’acqua alla città, grazie ad un ingegnoso sistema di pozzi di captazione delle sorgenti e delle reti di canalizzazione. E’ a loro che si deve il palmeto, i giardini, gli orti e lo sviluppo e lo splendore di Marrakech, che diventò la capitale del Marocco.
    Nel XII secolo, gli Almohadi prendono il sopravento. Essi contribuiscono a migliorare i sistemi di irrigazione, allargano le mura, creano il primo ospedale della città che ospita lo studioso Averroè. Ci lasciano tra i monumenti la bella Koutoubia. Dopo questa grande epoca, i Merinidi conquistano il Sud del Marocco e si impossessano di Marrakech (1269) che perde il suo ruolo di capitale a favore di Fez.
    Nel 1554 con l’avvento dei Saadiani dal Souss, la città ritrova il suo status di capitale del Marocco. Inizia una nuova era, che culmina col regno di El Mansour detto El Dehbi “il Dorato” grazie alla sue favolose ricchezze provenienti dall’oro del Sudan. Fa erigere il grande e lussuoso Palazzo El Badi, una replica dell’Alhambra, abbellisce la città, dotandola di moschee, fontane, madrassa (università mussulmane) e prepara una magnifica necropoli, dove sono sepolti i personaggi principali della sua dinastia: le Tombe Saadiane.
    Nel XIX secolo sotto la dinastia Alaouita, Moulay Slimane ricostruisce la Moschea Ben Youssef e crea i giardini della Menara. Moulay Hassan e suo figlio Moulay Abdelaziz edificano magnifici palazzi: Daar Si Saâd e il Palazzo Bahia. Dopo la costruzione della città nuova, del Gueliz nel 1913 e del Mamounia nel 1923, Marrakech affascina artisti, scrittori e membri dell’aristocrazia mondiale. Nel 1931 il pittore Jacques Majorelle crea il suo famoso giardino. Nel 1935 Winston Churchill vi soggiorna regolarmente per dipingere e parla nelle sue memorie della sua “amata Marrakech”. Molte celebrità stregate da Marrakech hanno contribuito alla fama internazionale della città.
    (dal web)



    .....la magia...


    Il primo nome della città è stato Marroukech (“vai di fretta”) e la sua storia è iniziata alla fine del secolo X, intorno al piccolo nucleo della medina. Il fondatore di quella che nei secoli diventerà la più importante città del sud, è stato Yūsuf ibn Tāshfīn, il conquistatore almoravide del Marocco e della Spagna cristiana.
    Marrakech, durante la dinastia almohade, è stata la città più importante dell’occidente musulmano, capitale dell’impero del Magreb e Al-Andalus, la “Perla del Sud”. La città Rossa. Perché tutto a Marrakech è rosso. Le sue strade sono rosse. La sua polvere è rossa. Rossa è l’alba. Rosso il tardo pomeriggio. Metropoli regionale popolata da berberi Chleu, sahariani negri, tribù Rehamma, popolazioni del Dra e discendenti dei Mori andalusi. In Rue El Ksour c’è un internet cafè: computer vecchi e impolverati appoggiati su tavoli traballanti. L’obeso proprietario vende acqua, carta igienica, cartoline ingiallite. Dirimpetto all’esotico internet cafè c’è la macelleria, patria delle mosche di tutto l’Alto Atlante. La carne dissanguata strabocca dalle ceste di plastica. La moschea Kutubiya è sovrastata dall’imponente minareto.
    Piazza Jemaa el Fna. L’enorme carosello della vita. Del caos. Seduti su una terrazza, mentre le luci intorno agli ambulanti si illuminano. Salgono gli aromi, le grida, gli inviti a mangiare del pesce o a bersi un’aranciata. Dall’alto la piazza si presenta come un’infernale girone dei golosi. Il luogo più vivo della rossa Marakech significa “assemblea dei morti” perchè un tempo vi esponevano le teste dei condannati.
    Acrobati, cantastorie, comici, perdigiorno, incantatori di serpenti, maghi, musicisti, cavadenti, ristoratori ambulanti, danzatori Gnoaua originari delle oasi del sud animano questo largo spiazzo, creano un festival permanente di tradizione orale, un gigantesco bazar di berberi, sahariani e popoli dell’Africa nera. Marrakech, città intrisa di magia. Magici i suoi muri di terra riflessi di ruggine, di arancione, di rosa antico. Magiche le sue imponenti mura di argilla battuta, le sue duecento torri quadrate. Magica e palpabile la sua vasta medina.

    I souk. Marrakech, borgata dedita agli scambi. Crocevia fra il nord e il sud. Vassoi di rame, coperte, articoli di cuoio, armi arrugginite, monili, tappeti berberi chichaoua dal fondo rosso o ouaouzguit con ricchi ornamenti di motivi geometrici multicolori. L’ambra grezza con il suo prezioso profumo, l’erba per curare il raffreddore, ali di corvo, pasta lunare, gomma arabica, scorpioni, scorza di noce per massaggiare e fortificare le gengive, sapone nero, erbe d’amore. Recipienti per le tajines in terracotta, i panieri per la separazione del cuscus, alambicchi per distillare l’acqua di rose e i fiori d’arancio, ceste appuntite per conservare il pane, spiedini d’argento.
    Il Ras el hanout, la testa della bottega. Potente stimolante legato al numero magico tredici. Tredici sono le spezie che lo compongono. Pepe lungo, pepe nero, pepe di Guinea, cardamomo, macis, cantartide, noce moscata, curcuma, zenzero grigio, zenzero bianco, frutto di frassino, bacche di belladonna e cumino. Nei souk di Marrakech si sussurra che l’hascisc potrebbe sostituire la curcuma.
    Marrakech, città dove tutto sembra immutabile. Il tempo corre sotto le nostre parole. Camaleonti, henné, Ibn Battuta, spezie, sceriffi e venditori d’acqua. Parliamo veramente di tutto nei giorni che sembrano non finire mai e che si concludono in un soffio.
    Marrakech. Siamo ancora qui. Un sorso lento di tè alla mente. Il giorno sta per morire. Si accendono i fuochi. Piazza Jemma el Fna si riempie.
    ( Lorenzo Mazzoni, il reporter.it)


     
    Top
    .
9 replies since 10/10/2011, 18:14   4190 views
  Share  
.