FUNGHI, licheni e muschi

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  1. gheagabry
     
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    Tanti anni fa, la gente, prima di entrare nel bosco a cercare i funghi,
    si toglieva il cappello, si inginocchiava e recitava una preghiera....
    (Romano Battaglia)


    I FUNGHI


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    Quelli che comunemente chiamiamo funghi non sono che una parte del vero fungo. La parte più importante vive sotto terra. Quello che noi raccogliamo come cibo non è che la parte fruttifera. Botanicamente comprendono una quantità grandissima di specie, la maggior parte delle quali è costituita da individui microscopici o submicroscopici. Attualmente se ne conoscono centomila ma certamente sono molti di più. I funghi appartengono alle tallofite, vegetali il cui corpo non si differenzia in vere radici, foglie, fusto, fiori e frutti, sono sprovvisti di clorofilla e quindi non possono fare la fotosintesi. Quindi per vivere devono farlo a spese di altri organismi dai quali ricavano la sostanza organica. Vivono quindi a spese di organismi morti o sostanze già decomposte o in via di decomposizione, o parassiti di piante o animali vivi.
    Se non fanno la fotosintesi non necessitano di luce. Ecco perché crescono molto bene in ambienti bui.
    È credenza popolare ma errata che i funghi crescano all’improvviso raggiungendo velocissimamente le dimensioni che hanno al momento della raccolta. È probabile che con temperature elevate e un buon grado di umidità alcune specie possano in una notte aumentare anche considerevolmente.

    Alcuni funghi prediligono i boschi, altri i prati, i pascoli,le paludi ecc.....I funghi di bosco crescono di preferenza sulle radici delle latifoglie (castagni, querce, faggi, betulle e nocciole) o delle conifere (pini, abeti, larici ecc.)..... il porcino preferisce il castagno o la quercia, o le conifere, l’ovolo preferisce il castagno.


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    .....nella storia....


    Nella Bibbia è ricordata la ruggine dei cereali.
    Nella civiltà greca sono menzionati come alimento e per la loro velenosità. Omero li considerava “risultato della congiuntura del cielo e della terra”. ...Ateneo credeva che l’abbondanza e grandezza dei tartufi dipendessero dal numero e potenza dei tuoni. Credenza sopravissuta fino ai nostri tempi; in diversi paesi si crede che siano i tuoni del mese
    di aprile a far nascere le Spugnole.
    I Romani erano grandi consumatori di funghi, molto ghiotti di Ovuli che chiamavano Boleti.
    Sapevano che molti funghi erano causa di avvelenamento e di morte ma non distinguevano i
    mangerecci dai velenosi.


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    Edited by gheagabry1 - 13/9/2020, 19:10
     
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  2. gheagabry
     
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    I FUNGHI


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    Il fungo non è altro che il frutto (detto anche carpoforo) di una pianta (spesso invisibile) formata da un insieme di esili elementi filiformi (il micelio) che vive nascosta nel terreno, nel legno oppure in altri substrati. Il micelio può avere piccolissime dimensioni oppure formare una rete lunga chilometri.
    Quando il micelio è in condizioni ottimali fruttifica dando vita ai funghi, i quali, maturando, liberano le spore, microscopiche particelle che viaggiano nell’aria, nell’acqua e si diffondo per trovare altre spore con cui unirsi e dar vita ad un nuovo micelio. I funghi hanno dimensioni , forme e strutture molto varie: possono sembrare delle croste ancorate a ceppi e tronchi di alberi, tuberi sotterranei, ammassi di forma corallina, trombette, clave oppure le classiche figure con gambo e cappello.
    Non contenendo clorofilla (sostanza della quale si cibano le piante), i funghi devono trarre nutrimento da altri esseri viventi e per questo operano in tre modi diversi :
    Funghi parassiti: si attaccano a piante ancora in vita (spesso malate) portandole rapidamente alla morte (chiodini);
    Funghi saprofiti: si nutrono di animali o vegetali ormai morti e in decomposizione (champignon e prataioli);
    Funghi simbionti: che vivono in simbiosi con piante (arbusti, alberi, erbe) dotate di clorofilla in un rapporto di reciproca utilità, risultando a volte indispensabili l’una all’altra (porcini, ovoli, russole, tartufi)

    I funghi sono divisi in:
    Micromiceti, funghi microscopici; piccolissimi esseri viventi che quotidianamente concorrono alla lievitazione del pane, fermentazione del vino, formazione dell’aceto, ecc…
    Macromiceti: funghi più grandi che hanno un ruolo importante nell’equilibrio dell’ambiente naturale.
    Ad esempio, i funghi parassiti eliminano le piante malate, lasciando campo libero a quelle giovani e sane.
    I funghi saprofiti invece trasformano legno, sterco e foglie in hummus, pulendo e fertilizzando i terreni. I funghi simbionti invece danno un apporto di crescita e rigogliosità straordinario agli alberi.

    I funghi da evitare si definiscono tali poichè immangiabili per le scarse qualità organolettiche, oppure in quanto nocivi alla salute perché contengono principi tossici oppure velenosi e mortali. Alcuni funghi contengono principi tossici che vengono eliminati mediante la cottura, che deve protrarsi almeno 15-20 minuti in modo che la temperatura interna del fungo raggiunga i 70°. In ogni caso, quasi tutti i funghi sono più o meno tossici se consumati crudi, tranne l’Amanita caesarea (ovolo), il Boletus edulis (porcino) e i tartufi.


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    L'AMANITE PHALLOIDES


    L'Amanita phalloides nota anche come Tignosa verdognola ed Agaricus phalloides è un fungo mortale assai diffuso ed è probabilmente il più pericoloso esistente in natura a causa del suo elevato polimorfismo che lo rende somigliante a molte specie, congeneri e non........è una specie comunissima, dall'aspetto attraente per le proporzioni, la carne bianca e la mancanza di odore sgradevole.
    L'Amanita Phalloides sono funghi alti 18 cm e di 15 cm di diametro del cappello. Cappello prima vagamente a campana, poi emisferico, poi pianeggiante, viscido quando il tempo à umido; il colore del cappello negli esemplari tipici è verde olivastro più scuro al centro per la presenza di fibrille radiali innate; orlo liscio. Il gambo di questi funghi che si restringe verso l'alto, prima pieno, poi cavo, spesso bianco, decorato di bruno con motivi che ricordano la spina di pesce. l'Amanita Phalloides sono funghi alti 18 cm e di 15 cm di diametro del cappello.


    ....storia, miti e leggende....


    Molti personaggi famosi hanno trovato la morte per colpa dei funghi ed è quasi certo che nella maggioranza dei casi si sia trattato di funghi dell'Amanita Phalloides (funghi mortali). Esempi: tutta la famiglia di Euripide, gli imperatori romani Claudio e Britannico, Papa Clemente VII, la vedova dello Zar Alessio. Studi effettuati dagli specialisti V. Pavlovna e R. Gordon Wasson affermano addirittura che la morte dell'imperatore Claudio sia stata provocata dall'inserimento nel suo piatto di ovuli di un esemplare di Amanita Phalloides (funghi mortali) da parte di Agrippina, che voleva in questo modo favorire la ascesa al trono di Nerone. Fece scalpore, nel primo Novecento, il 'caso Girard', un assicuratore che intestava a suo favore delle polizze sulla vita di vari conoscenti e poi li avvelenava con la Amanita Phalloides (funghi mortali); per fortuna non sempre gli andò bene poichè allora non si conosceva l'Amanita Citrina (funghi pessimi) e, in molti casi, somministrò alle sue vittime questa specie innocua. I suoi delitti vennero smascherati grazie alla autopsia di una vittima.


    Nelle credenze popolari........... molti sono i metodi empirici e le credenze per determinare se ci si trova di fronte ad un (funghi velenosi). Sono tutti assolutamente privi di fondamento: l'Amanita Phalloides (funghi mortali), infatti, è mangiata senza danno da alcuni animali domestici e dalle lumache, ha la carne che non muta colore subito dopo il taglio, è reperibile ànche nei prati a distanza di molti metri dagli alberi di cui è simbionte, non ha odore né sapore sgradevoli, non fa cambiare colore al prezzemolo durante la cottura, non fa annerire i cucchiai d'argento. Quindi mai affidarsi a simili prove empiriche.




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    Edited by gheagabry1 - 13/9/2020, 19:16
     
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  3. gheagabry
     
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    Il lichene

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    A volte è possibile osservare delle curiose macchie di vari colori sulle rocce, sulle cortecce degli alberi e su molti altri substrati, come le tegole, i muri, il suolo, ecc. I licheni, spesso erroneamente associati ai muschi, sono organismi alquanto singolari. In effetti, si tratta di due organismi diversi (un fungo e un'alga) che vivono in simbiosi; i licheni hanno origini molto antiche, infatti, si sono evoluti in maniena indipendente dagli altri organismi del pianeta, compresi i funghi e le alghe presi singolarmente. I vantaggi derivanti dalla convivenza di un organismo eterotrofo (il fungo, come nella muffa) con un organismo autotrofo (l'alga o i cianobatteri) sono molteplici: il fungo riesce ad estrarre acqua e sali minerali dal suolo (rizosfera) e dall'atmosfera in maniera molto più efficiente di quanto farebbe l'alga; quest'ultima, invece, può produrre molti più zuccheri e molecole complesse poichè è in grado di attuare la fotosintesi. Tutto ciò si traduce in un'arma aggiuntiva nella lotta per la sopravvivenza, tale che il 25% di tutti i funghi conosciuti sono lichenizzati. Questi organismi sono estremamente resistenti a condizioni ambientali estreme (i licheni si possono trovare sia in Antartide che in assolati deserti) ma sono estrememente sensibili all'inquinamento atmosferico; in quanto, a differenza delle piante superiori ed altri vegetali, non dispongono di alcun meccanismo di espulsione delle tossine. Per questa ragione, i licheni vengono spesso usati come indicatori della qualità dell'aria. La presenza di licheni in un determinato luogo è indice di un tasso di inquinamento estremamente basso.
    Un'altra peculiare caratteristica dei Licheni è la loro lentissima crescita, che in media si calcola in millimetri all'anno; il lichene conosciuto che presenta la crescita più lenta è il Rhizocarpon Geographicum, un lichene abbastanza comune che cresce sulle rocce, che impiega un secolo per crescere di soli 4 mm.
    (dal web)


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    Edited by gheagabry1 - 13/9/2020, 19:24
     
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  4. gheagabry
     
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    I MYXOMICETI

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    Myxomiceti, dal greco “myxa”= muco, mucillagine e “myketes”= funghi, esemplare di Fuligo septicada cui il nome popolare di funghi mucillaginosi (in inglese “slime molds”) sono degli organismi che hanno sempre creato problemi ai naturalisti.
    Se ne ritrovano descrizioni scientifiche fin dal 1600, dove vengono classificati come “funghi”; nel 1800 vengono posti in un gruppo a sé stante, i “Myxomycetes”, anche se sempre all'interno del regno dei funghi (Fungi). Per alcuni studiosi, trattandosi di esseri che in alcuni stadi della vita assumono caratteristiche animali mentre in altri quelle di funghi, meriterebbero di essere collocati in un regno a sé stante, i Mycetozoa. Attualmente sono collocati, sempre con il nome di Mycetozoa, come sottogruppo all'interno del phylum degli Amoebozoa. Ma non è ancora detta l'ultima parola...

    Gli “slime molds” nascono infatti da una spora, come i funghi; da questa spora si sviluppa una cellula ameboide, dotata di flagelli per la deambulazione; quando due di queste amebe si fondono si forma una cellula che può arrivare ad avere anche migliaia di nuclei, detta plasmodio, che forma una massa gelatinosa in grado di muoversi in cerca di cibo. Se le condizioni ambientali sono adatte tale massa produce dei corpi fruttiferi nei quali maturano le spore. Il plasmodio può formare un'unica massa anche di 50 metri quadrati, e il suo movimento può raggiungere diversi centimetri all'ora, a seconda della disponibilità di cibo. Si cibano di vegetazione marcescente, batteri, funghi e altri slime. Vivono in luoghi umidi, nei boschi e nelle foreste, su letti di foglie, nel sottobosco, su tronchi caduti.


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    Edited by gheagabry1 - 13/9/2020, 19:27
     
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    Porcino, il re dei funghi

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    Il Porcino o Boletus edulis è considerato a ragione il fungo per eccellenza, il “pezzo” più pregiato nella collezione dei micologi. E’ caratterizzato da un cappello per lo più tondeggiante, con diametro di misura variabile (da uno a trenta centimetri), che assume colorazioni diverse a seconda dell’habitat e dell’età. Il gambo è carnoso e robusto, solitamente bianco, ma con venature di colore diverso.


    La carne del Porcino è compatta, non cambia colore nel momento del taglio e presenta un odore gradevole. Il fungo Porcino cresce solitamente nei boschi di castagno, quercia e faggio, in diverse stagioni dell’anno, a seconda delle precipitazioni, della temperatura e dell’irradiazione solare.Tra le specie più diffuse di Porcino troviamo il Boletus Aereus o Porcino nero, con cappello di colore scuro e gambo brunastro; il Boletus granulatus o Porcino granuloso, caratterizzato da un cappello di colore marrone chiaro e gambo biancastro; il Boletus badius o Porcino bruno, con cappello di colore marrone più o meno scuro, largo fino a 15 centimetri, e gambo brunastro; il Boletus scaber o Porcinello, caratterizzato da un cappello di colore grigiastro o marrone, la cui carne diventa scura nel corso della cottura.

    I funghi porcini sopraelencati sono commestibili e molto ricercati nel mercato ortofrutticolo, come dimostra l’elevato costo per chilogrammo. Del resto, la ricerca del Porcino presenta spesso notevoli difficoltà e non sempre è semplice trovare fungaie particolarmente nutrite.

    COME SI CUCINA IL PORCINO. Il Porcino si presta a diversi utilizzi nel campo culinario. Può essere cucinato come piatto singolo, con olio, sale, aglio e mentuccia, ma anche utilizzato nel condimento di primi piatti come risotti o pasta (ottime le fettuccine al porcino). Inoltre può essere essiccato o congelato sia crudo che cotto.

    Per concludere, ricordiamo che il mondo dei funghi è appassionante, ma può nascondere numerose trappole. La ricerca deve essere effettuata da micologi esperti, poiché un solo fungo tossico o velenoso può causare gravi danni per l’organismo o portare addirittura alla morte per avvelenamento.


    fonte:pollicegreen.com



    Edited by gheagabry1 - 18/6/2022, 11:51
     
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    Funghi Chiodini, ovvero la Famigliola buona

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    Quando il freddo autunnale comincia a farsi sentire, è il momento migliore per recarsi nei boschi alla ricerca dei cosiddetti Chiodini o Famigliola buona, scientificamente conosciuti come Armillaria mellea. Si tratta di un fungo che cresce in comunità di numerosi esemplari (da qui il nome di Famigliola) e si distingue da specie simili per caratteristiche ben precise.


    Il Chiodino presenta un cappello di colore diverso a seconda dell’habitat e dell’albero su cui cresce. Il gambo può raggiungere i 20 centimetri di altezza, è fibroso, di colore bruno e ricoperto di piccolo squame di colore bianco o giallastro. Nella parte superiore del gambo è presente un anello di colore bianco, particolarità che distingue il Chiodino dalle specie tossiche. Un altro segno che contraddistingue il Chiodino da altre specie è la presenza di lamelle biancastre nella parte inferiore del cappello. La carne del Chiodino è di colore bianco, ma tende a scurirsi notevolmente durante la cottura.

    DOVE TROVARE I CHIODINI. La Famigliola buona si trova facilmente sul territorio italiano, sia nei boschi (in prossimità di alberi di quercia, larice, gelso, abete…) sia nelle vicinanze di specchi d’acqua o comunque in zone particolarmente umide.

    COME RACCOGLIERE I CHIODINI. Essendo il gambo particolarmente fibroso e dal sapore acido, è consigliabile la raccolta del solo cappello, tagliando la parte interessata con un coltellino e lasciando il gambo in terra.

    COME PULIRE I CHIODINI. L’operazione di pulizia dei chiodini è abbastanza semplice, proprio perché la parte più difficile da pulire viene scartata. Se il cappello è particolarmente sporco, basterà sciacquarlo sotto l’acqua corrente e poi asciugarlo con un panno morbido.

    COME CUCINARE I CHIODINI. Il modo migliore per gustare la Famigliola buona è quello che prevede una lunga cottura in olio e sale. Per aumentare la digeribilità del fungo, sarebbe opportuno farlo bollire in acqua per una quqindicina di minuti, per poi cucinarlo in padella secondo i propri gusti.Il Chiodino può anche essere congelato, ma sempre dopo averlo cotto in padella o in acqua.

    Come sempre ricordiamo che la ricerca dei funghi non può essere considerato un semplice hobby per il turista della domenica. Per essere certi della bontà del fungo occorre affidarsi al parere di un esperto, preferibilmente di un micologo della Asl.

    Photo Credits: ipet.gr



    Edited by gheagabry1 - 18/6/2022, 11:53
     
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  7. ZIALAILA
     
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    ...LICHENI ...... Geometrie perfette




    I licheni, organismi originati da una insolita quanto ben riuscita simbiosi tra un fungo e un'alga


    Grazie a questa simbiosi il fungo ricava carboidrati dal suo partner algale (che, dotato di clorofilla, è capace di svolgere la fotosintesi) proteggendolo in cambio dal disseccamento e dalle eccessive irradiazioni luminose e rifornendolo di acqua e sali minerali.


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    Edited by gheagabry1 - 13/9/2020, 19:34
     
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    Manina, il fungo a forma di corallo

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    Tra in funghi dalla forma più curiosa offerti da Madre Natura troviamo la Ramaria flava, meglio conosciuta con il nome di Manina o Ditola gialla. Si tratta di un fungo caratterizzato da un fusto tozzo, sodo, solitamente di colore bianco, dal quale partono diverse ramificazioni, che fanno somigliare il fungo ad un corallo. Le stesse ramificazione sono di colore giallo e di consistenza fragile,

    La carne della Manina è tenera, specie in giovane età, bianca e tendente all’acquoso. La Ramaria flava viene considerata un fungo ottimo in diverse regioni d’Italia, mentre in altre se ne evita la raccolta per via della larga reperibilità di altri funghi più conosciuti. In realtà il sapore della Manina è oltremodo gradevole specie se si raccolgono esemplari giovani. La consumazione dell’esemplare vecchio, oltre al sapore acidulo, potrebbe provocare disturbi intestinali come diarrea e mal di stomaco. E’ bene ricordare che la parte commestibile del fungo è quella a ridosso del gambo, mentre le estremità delle ramificazioni possono risultare amarognole.

    DOVE TROVARE LA MANINA. La Manina si trova facilmente nei boschi di latifoglie e conifere soprattutto nel corso della stagione autunnale. La Manina si trova come esemplare solitario, ma anche in folte e caratteristiche colonie.

    COME CUCINARE LA MANINA. La Ramaria flava può essere cucinata come un comune fungo, ovvero con olio, sale, prezzemolo ed aglio, ma solo dopo essere stata bollita in acqua. Per diminuire il rischio di tossicità, infatti, è consigliabile cuocere la Manina ed eliminare l’acqua della prima bollitura, per poi trattare il fungo come una Russula o come un Galletto, ad esempio. Ricordiamo inoltre che la Manina si presta perfettamente alla preparazione di sughi e ragù.

    COME CONSERVARE LA MANINA. Come ogni altro fungo commestibile, la Ramaria fulva può essere conservata in freezer, previa cottura e seguendo il procedimento sopraindicato.

    Per concludere ricordiamo che la certezza della bontà di un fungo può essere assicurata solo dal parere di un esperto. Se non siete cercatori esperti, rivolgetevi ad un micologo della Asl per avere la certezza che il fungo raccolto sia davvero commestibile.

    Photo Credits: mycoweb.narod.ru


    A San Valentino regala un fungo…rosa!

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    Oggi è la festa degli innamorati e le coppie, con molta probabilità provvederanno a regalare fiori di ogni genere alla propria metà. Sebbene siamo convinti che l’amore debba essere festeggiato ogni giorno e non solamente in occasione di una festività pagana come San Valentino, vogliamo darvi una piccola chicca davvero graziosa per questa giornata: perchè non regalate il fungo dell’amore? Non è una boutade: parliamo di un vero e proprio fungo… rosa!

    Sebbene non sia possibile considerare un fungo come un normale fiore, parliamo di una forma considerabile vegetale che, tra le altre cose, una volta sviluppata non solo è bella da vedere ma come qualsiasi altro frutto dell’orto è anche buona da mangiare. Il nome con il quale è comunemente conosciuto questo gioiello è quello del fungo ostrica (il plerotus, n.d.r). La sua famiglia di appartenenza è quella dei “ventagli”. La sua caratteristica più interessante però, è quella di sembrare un enorme fiore rosa salmone al momento della sua maturazione naturale in una sua particolare variante. Le increspature, la tonalità, fanno sembrare un mazzo di questi funghi un grazioso bouquet di fiori rosa.

    In commercio, per chi volesse fare un regalo davvero particolare, si trovano anche dei kit già pronti con le spore. E’ vero, per oggi può essere un po’ tardiva come segnalazione, a meno che non si accompagni il kit sopracitato con un romantico biglietto che indica come l’amore che vi unisce alla persona amata… cresce ogni giorno come crescerà questo stupendo fungo ostrica.

    Se invece volete essere più tradizionali e pensare ad un omaggio floreale classico, ma rivisitato con gusto, potete attingere a piene mani dalla nostra rubrica sul significato dei fiori, spulciando con attenzione le fioriture che più si adattano alle vostre esigenze. Abbiamo fiori simbolo di amore passionale, ed ancora fiori che ricalcano l’amore puro e fedele. Non rischierete di certo di sbagliare affidandovi ad un fiore per esprimere tutto ciò che avete nel cuore.

    fonte:.pollicegreen.com



    Edited by gheagabry1 - 18/6/2022, 11:58
     
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    Trombetta dei morti, fungo eccellente

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    Il Craterellus cornucopioides, meglio conosciuto come Trombetta dei morti, è un fungo dall’aspetto particolare, molto diffuso nei nostri boschi ed apprezzato dai cercatori. Deve il suo nome volgare al colore nero, ma ancor più al periodo in cui fa la propria comparsa, all’inizio di novembre, in prossimità della Commemorazione dei Defunti.

    Si tratta di un fungo molto simile al Galletto, a forma di trombetta, con un cappello cavo che non supera gli otto centimetri di diametro. Il gambo è a forma di imbuto, anch’esso cavo e di consistenza floscia. Il colore della Trobetta dei morti dipende molto dal grado di umidità, quindi grigio con clima secco e nero con clima umido. La carne di questo fungo presenta un odore particolarmente intenso, sia prima che dopo la cottura, ed un sapore aromatico molto caratteristico.

    DOVE TROVARE LE TROMBETTE DEI MORTI. La trombetta dei morti si trova per lo più nei boschi di latifoglie, ai piedi di castagni e querce. Solitamente si trova in folte colonie, mentre è molto più raro reperire degli esemplari singoli. E’ un fungo difficile da trovare per via del colore facilmente confondibile con il fogliame.

    COME CUCINARE LE TROMBETTE DEI MORTI. La Trombetta dei morti può essere trattata alla stregua di altri funghi, come il Porcino o la Russula, e quindi lessato o cotto in padella con olio ed aglio.

    COME CONSERVARE LE TROMBETTE DEI MORTI. Questo fungo può essere conservato in freezer previa cottura o può essere essiccato, per essere poi utilizzato a mo’ di tartufo, come condimento per paste e risotti.

    La Trombetta dei morti, nonostante l’aspetto ed il nome non proprio rassicuranti, viene considerato un fungo eccellente ed è particolarmente ricercato dagli appassionati in tempi in cui gli altri funghi sono ormai scomparsi dai boschi. Ricordiamo infine che la commestibilità di un fungo può essere accertata solo da un esperto, preferibilmente un micologo della Asl.



    Edited by gheagabry1 - 13/9/2020, 19:38
     
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    Vescia maggiore, fungo gigante

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    La Calvatia maxima, detta anche Vescia maggiore o Vescia gigante, è un fungo facilmente reperibile nei nostri boschi, sia in autunno che nel corso della stagione primaverile. Solitamente non supera i 4-5 centimetri di diametro, ma in alcuni casi può raggiungere dimensioni ragguardevoli, con esemplari che toccano i 50 centimetri di diametro ed un peso di 8-10 chili.


    Si tratta di un fungo dalla forma tondeggiante, privo di gambo e fornito di radici che ancorano la “palla” al terreno. La carne della Vescia è bianca, soda e compatta in giovane età. Con il passare del tempo, invece, la carne (detta gleba) tende a trasformarsi in polvere scura, tanto che – toccando il fungo – non rimane che la pellicola esterna.

    DOVE TROVARE LA VESCIA MAGGIORE. La Vescia gigante cresce solitamente nei prati, nei pascoli e nei boschi di latifoglie, sia in esemplari singoli che in folte colonie. In primavera e durante il periodo invernale è abbastanza semplice reperire questo fungo particolare, difficilmente confondibile con altri tipi di fungo.

    COME CUCINARE LA VESCIA MAGGIORE. Come detto in precedenza, la Vescia gigante va raccolta solo in giovane età, quando la carne è soda e compatta. Una volta raccolta, pulita e lavata, la Vescia maggiore va tagliata in fette, che andranno poi passate nell’uovo e nella farina ed infine fritte. La Calvatia maxima può essere anche bollita, cotta ai ferri, cucinata con olio e sale o addirittura condita in insalata.

    COME CONSERVARE LA VESCIA MAGGIORE. La Vescia gigante si può congelare previa cottura, conservare sott’olio o essiccare, come un qualunque altro fungo.

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    La Vescia maggiore è abbastanza facile da riconoscere, avendo un aspetto particolare. Ricordiamo in ogni caso che la commestibilità di un fungo può essere accertata solo da esperti del settore, preferibilmente micologi della Asl. Se non siete cercatori esperti, dovere necessariamente affidarvi al parere di un micologo prima di consumare qualsiasi tipo di fungo.



    Edited by gheagabry1 - 13/9/2020, 19:53
     
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    Il fungo Champignon

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    Non siete cercatori esperti, ma amate ugualmente allietare il palato con il sapore del fungo? E allora puntate diritto sul banco degli Champignon, funghi reperibili in natura, ma presenti in commercio per lo più come “coltivati”, ovvero nati in cattività. Inutile dire che il sapore dello Champignon non ha nulla a che vedere con quello dei Porcini o degli Ovuli, ma è anche vero che facile reperibilità e la possibilità di trovarlo tutto l’anno ne fanno un fungo molto apprezzato.


    Lo Champignon è caratterizzato da un gambo corto di colore bianco e da un cappello emisferico, largo fino a 12 centimetri. Al di sotto del gambo sono presenti delle lamelle di colore rosa o bruno, a seconda dell’età del fungo, ed un anello di colore bianco, simile ad una membrana. La carne dello Champignon è soda, di colore bianco, e presenta un sapore ed un odore gradevole.

    DOVE TROVARE LO CHAMPIGNON. Come detto, lo Champignon è un fungo per lo più coltivato, anche se è facile reperirlo nei terreni coltivati, nei prati o nei pressi dei boschi.

    COME CUCINARE LO CHAMPIGNON. Lo Champignon può essere utilizzato in numerose ricette, sia come contorno che nel condimento di sughi e zuppe. Lo si può consumare crudo, in insalata, condito con olio e limone; lo si può cucinare con olio, aglio e prezzemolo, per utilizzarlo poi come delizioso contorno di altre pietanze. Volendo, si può eliminare il gambo e guarnire i cappelli con diversi aromi, mentre il gambo può essere trifolato e condito a parte con la besciamella, ad esempio.

    COME CONSERVARE I FUNGHI CHAMPIGNON. Il fungo Champiognon, alla stregua di Porcini, Ovuli o Russule, può essere conservato in freezer previa cottura, sia bollito che cucinato con olio e sale.

    I funghi Champignon acquistato al banco del mercato sono generalmente controllati, mentre – se amate la ricerca fai da te – assicuratevi che il fungo sia commestibile, rivolgendovi preferibilmente ad un micologo esperto della Asl.



    Edited by gheagabry1 - 18/6/2022, 12:09
     
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    Funghi primaverili, le specie più diffuse

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    La stagione migliore per la raccolta dei funghi è decisamente l’autunno, ma in tutte le stagioni dell’anno è possibile dedicarsi alla ricerca, sebbene nei boschi siano assenti le specie più pregiate. In primavera, ad esempio, è molto facile imbattersi in varietà molto conosciute ed apprezzate, tanto che in diversi paesi si organizzano sagre a tema e mostre micologiche. Andiamo allora a scoprire le specie più diffuse di funghi primaverili.


    Il fungo primaverile per eccellenza è il Prugnolo, reperibile nei boschi, soprattutto a ridosso di arbusti spinosi come il Biancospino o il Ginepro. Il Prugnolo è detto anche Fungo di San Giorgio, poiché fa la propria comparsa intorno al 23 aprile, giorno dedicato alla festa di tale santo. E’ caratterizzato da un cappello emisferico o allargato, di colore bianco o grigiastro, e presenta un odore caratteristico di farina. Il Fungo di San Giorgio è commestibile (alcuni lo ritengono ottimo) e particolarmente ricercato in questo periodo dell’anno.
    Aggirandoci per i boschi in aprile-maggio, potremmo imbatterci nelle Spugnole, funghi facilmente riconoscibili per via del cappello piramidale o conico a forma di spugna. Si tratta di un fungo molto apprezzato, anche se commestibile solo previa cottura, per via delle sostanze tossiche contenute nella sua carne. La Spugnola si può trovare nei prati o a ridosso dei boschi, specie sotto Olmi e Frassini.

    Se invece non amate il sapore di funghi meno conosciuti, come quelli appena elencati, non vi resta che attendere il mese di maggio per assistere alla nascita dei primi Porcini, i cosiddetti Maggiolini, reperibili all’ombra degli alberi di castagno. Si tratta di funghi difficili da trovare, ma vale comunque la pena addentrarsi nel bosco nella speranza di una ricerca proficua.

    In ogni caso (e qualunque sia il fungo trovato) ricordate di non affidarvi ai metodi empirici per testare la sua commestibilità. Per essere certi che un fungo sia davvero commestibile occorre affidarsi ad un esperto, preferibilmente ad un micologo della Asl.

    Photo Credits: jaederfeldt.com



    Edited by gheagabry1 - 18/6/2022, 12:43
     
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    Boletus aestivalis, il Porcino estivo

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    L’autunno è il periodo migliore dell’anno per la raccolta dei funghi, ma i veri cercatori sanno benissimo che ogni stagione è buona per riempire il cestino e tornare a casa con un bel tesoro da mostrare. L’estate non fa certo differenza, purché si presentino le giuste condizioni meteorologiche, con acqua e sole dosati nel modo corretto. Uno dei funghi estivi per eccellenza è il Boletus aestivalis, il cosiddetto Estatino, che allieta la vista e delizia il palato come ogni altro tipo di Porcino.


    Il Porcino estivo è caratterizzato da un cappello convesso, il cui diametro va dai 4 ai 20 centimetri. Il colore del cappello è grigiastro o nocciola, con evidenti screpolature dovute al caldo tipico della stagione ed all’esposizione al sole. Il gambo può raggiungere i 15 centimetri di altezza e presenta una colorazione biancastra, attraversata da una sorta di reticolo bruno. La carne è bianca o giallastra e presenta un sapore piuttosto dolce.

    DOVE TROVARE IL PORCINO ESTIVO. Il Boletus aestivalis si trova soprattutto nei boschi di latifoglie, specie in prossimità di querce e castagni. Solitamente cresce come esemplare unico, ma non è poi così difficile reperire delle colonie formate da diversi funghi.

    COME CUCINARE IL PORCINO ESTIVO. Come altri tipi di Porcino, l’Estatino può essere cucinato in padella con olio, aglio, sale, peperoncino e mentuccia. Volendo, lo si pu utilizzare come condimento per paste e risotti, ma anche come ottimo contorno da accompagnare a piatti di carne.

    COME CONSERVARE IL PORCINO ESTIVO. Il Boletus aestivalis può essere congelato sia crudo che cotto, pu essere essiccato o conservato sottolio e sottaceto.

    Ricordiamo infine che i funghi sono una vera delizia per il palato, ma possono anche provocare gravi danni per la salute e portare addirittura alla morte. E’ oltremodo pericoloso (e stupido) improvvisarsi cercatori e mangiare tutto ciò che regala la terra. Per essere certi che un fungo sia commestibile è necessario rivolgersi ad un esperto, preferibilmente ad un micologo della Asl.

    www.pollicegreen.com/



    Edited by gheagabry1 - 18/6/2022, 12:44
     
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    I FUNGHI

    “Lascia che il cibo sia la tua medicina”
    (Ippocrate)


    MAITAKE

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    La Grifola frondosa (Grifos frondosus) è un fungo non molto diffuso che cresce sotto gli alberi di castagno ed appartiene alla famiglia delle Meripilaceae. In Giappone e nel mondo è anche conosciuto col nome di "Maitake".
    Maitake è il suo nome giapponese e significa “fungo che danza”, probabilmente in riferimento al corpo fruttifero, costituito da cappelli bruno-grigiastri, a forma di ventaglio e sovrapposti, che, come una nuvola di farfalle, sembra danzare quando è mosso dal vento. In Giappone è da sempre considerato il re dei funghi, tanto che in epoca feudale, i ricchi signori erano disposti a pagarlo a peso d’argento a chi lo trovava in foresta, pur di possedere un fungo tanto benefico e prezioso.
    I corpi fruttiferi crescono sovrapponendosi e formando un gruppo. I gambi di Maitake si fondono tra loro alla base di alberi di faggio, quercia o altri ceppi: la leggenda racconta che il fungo predilige quei tronchi di alberi ove un fulmine ha creato una fenditura. Questo fungo è molto apprezzato per il suo ottimo gusto.

    REISHI

    ganoderma


    Il Ganoderma lucidum, conosciuto come Reishi, è un fungo dall’aspetto luce e laccato, è un fungo che cresce in zone umide che nasce nel legno in decomposizione di alberi di quercia e castagno in Cina e Giappone. Contrariamente ad altri funghi medicinali, non è considerato commestibile per il sapore amaro e la consistenza legnosa ed è quindi solitamente utilizzato nella medicina popolare sotto forma di tisana.
    Il primo utilizzo documentato del Reishi risale a oltre 4.000 anni fa e nella cultura cinese e giapponese è associato con la regalità, la salute e la longevità. Nel più antico erbario della Cina, il Shen Nung Pen T’sao Ching, questo fungo è considerato un’erba di categoria superiore: “Se vuoi stare bene o rinforzare il tuo organismo, se vuoi vivere a lungo senza invecchiare mai, usa questo medicamento!”. In questo antico trattato si afferma anche che le erbe di categoria superiore possono essere assunte nella quantità desiderata e senza limiti. E nessun effetto collaterale è infatti
    mai stato osservato o documentato in seguito. Il Reishi ha un’aura di fungo miracoloso anche tra i Giapponesi, dove viene chiamato sedile delle scimmie, a causa della sua struttura rigida e legnosa.
    La leggenda racconta che fosse parte della povera dieta del mitico Sennin, il Saggio delle Foreste, che viveva da eremita nei boschi ed era noto per la lunghissima vita e la straordinaria resistenza.
    Per millenni è stato considerato come “erba divina”, “erba della potenza spirituale”, “fungo miracoloso”, “fungo dell’immortalità” o “elisir di lunga vita” ed è stato venerato come erba celestiale dalle proprietà eccezionali.
    Per questo gli imperatori cinesi lo assumevano sotto forma di decotto ed è stato preferito al popolare Gingseng da numerosi erboristi orientali.

    SHIITAKE

    Fungo-Shiitake-Lentinus-edodes-3


    Lentinula edodesLentinula edodes (Berk.) Pegler 1976 è un fungo basidiomicete di origine asiatica. È più comunemente conosciuto con il nome di shiitake. Lo Shiitake (Lentinula edodes) è un fungo profumato molto apprezzato e consumato anche come alimento. In Oriente, secondo le credenze più antiche, è un prezioso rimedio in grado di “corroborare l’energia vitale”.

    In Giappone e in Cina le popolazioni si sono fin dall’antichità avvalse delle doti di questo un fungo. Il suo nome deriva dall’unione di due parole giapponesi; shii, che indica un albero simile alla quercia, e take, fungo; il fungo spontaneamente su queste piante. Viene chiamato “fungo della foresta” ed è il secondo fungo più famoso e utilizzato al mondo: in Cina la sua coltivazione è addirittura antecedente a quella del riso.
    Una leggenda cinese narra che fu un tagliatore di legna a coltivarlo per primo volendo verificare se la sua ascia funzionasse correttamente, il boscaiolo la lanciò contro un ceppo d’albero, su cui già cresceva lo Shiitake. Proprio su quel taglio inferto nella pianta, pochi giorni dopo, il fungo cominciò a svilupparsi: in concreto aveva scoperto il metodo di coltivazione, che anche oggi si mette in pratica, colpendo ripetutamente tronchi di legno, per creare aperture in cui le spore del fungo possono germinare

    CATERPILLAR

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    Il Cordyceps sinensis è un piccolo ascomicete, che parassita l’intera larva di un lepidottero, l’Hepialus armoricanus
    Il corpo fruttifero arancio-rosso, a forma di dava o bastone, si erige al di fuori della carcassa mummificata della pupa, che a volte può essere interrata anche in profondità. Il gambo è liscio e di un arancione più pallido.
    Il Cordyceps è un fungo molto raro, è originario delle montagne himalayane, cresce sopra i 3000 m e lo si può trovare fino a 5000 in di altezza.

    Furono, più di mille anni fa, dei pastori tibetani a scoprire per primi questo fungo sugli altopiani del Tibet. Pensavano che fosse un’erba e notarono che quando i loro animali se ne nutrivano diventavano più vitali, vivaci e attivi. Provandolo poi sull’uomo il fungo mostrava i medesimi effetti. I ricercatori tibetani tre il XV e il XVIII secolo si sono occupati di un particolare fungo, il Cordyceps sinensis, oggi noto anche come “Caterpillar”. E’ citato per la prima volta nella letteratura cinese nel 620 d.C., durante la dinastia Tang. I documenti descrivono un organismo strano, che vive in Tibet ed è in grado di trasformarsi da animale a pianta "insetto d’inverno e pianta in estate." In natura infatti, il Cordyceps parassita nella stagione invernale alcune specie di lave di insetti da cui trae nutrimento per il suo sviluppo estivo.
    Il Cordyceps veniva un tempo anche utilizzato negli avvelenamenti da oppio e per curare chi dipendeva da questa droga.
    In Europa e in Giappone il Cordyceps è conosciuto già dalla prima metà del 1700; fu menzionato
    per la prima volta a un incontro scientifico, tenutosi a Parigi nel 1726.
    Nella forma selvatica è così raro da avere un costo elevatissimo; un tempo infatti era accessibile solo alla nobiltà e alla famiglia dell’imperatore cinese. Ai tempi della dinastia Ch’in, verso il 200 a.C., l’imperatore pare che pagasse un’oncia d’oro ogni tre giorni per avere il prezioso fungo, che si sapeva donasse calma all’animo e vigore al corpo. Nelle cucine reali 5 g di Cordyceps venivano inseriti nello stomaco di un’anatra che poi, una volta ben cotta, era servita nel corso dei giorni successivi. Si racconta anche la leggendaria bellezza cinese Yang Kuefei, che pare assumesse regolarmente il Cordyceps, perché considerato «fonte di giovinezza».


    Edited by gheagabry1 - 18/6/2022, 12:56
     
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    Funghi, belli (e buoni) da morire
    Le stranezze di un mondo naturale “a parte”.

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    Hydnellum peckii. Non sono piante, perché non fanno la fotosintesi. Eppure spuntano dal terreno, nascono da “semi” (le spore)... ed è ovvio che non siano animali. Sono i funghi. Questo può assomigliare (con un po' di fantasia!) a una torta di panna ricoperta di cigliegine. Ma è indigesto e molto amaro (soprattutto il liquido rosso). Non vi avvelenerà, molto probabilmente, ma chi si mangia una tal schifezza? È comune anche nei boschi italiani.

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    Lactarius indigo.

    I Per studiarli, si classificano in un regno a parte, il cosiddetto Quinto regno. Questo è diffuso in America e in Estremo Oriente. Rilascia un lattice di colore blu che, a contatto con l'aria, diventa verde. Commestibile.

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    Laccaria amethystina. Piccolo, appariscente e pericoloso. E molto comune.

    Il paradosso è che l’unico modo per sapere se un fungo è commestibile o no è... mangiarlo. Ed è inutile usare qualche animale come cavia. Infatti non si trovano mai lumache morte intorno a una Amanita phalloides (velenosissima per noi), anche se la mangiano regolarmente.

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    Gyromitra esculenta. Da crudo è mortale; cotto, velenoso. Anche se sembra un cervello, meglio stargli alla larga. «Non esistono test scientifici sulla commestibilità dei funghi» spiega Giorgio Bardelli, ricercatore del Museo di Storia Naturale di Milano e studioso di funghi. «Possono contenere moltissime sostanze, che si rivelano tossiche per il nostro organismo perché colpiscono organi diversi: intestino, reni, sistema nervoso... A volte la singola sostanza non fa nulla. Ma associata ad altre, presenti nello stesso fungo o in altri esemplari consumati insieme, diventa tossica».

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    Mutinus caninus. Odore sgradevole, forma che assomiglia a una sigaretta.

    Nel 1938 Albert Hofmann sintetizzò l'Lsd (acido lisergico) dall’ergot, un fungo parassita della segale. Nel 1954 lo scrittore Aldous Huxley, dopo aver ingerito il peyote (in realtà non un fungo, ma un cactus allucinogeno del Centro America), raccontò l’esperienza visionaria nel libro Le porte della percezione: ad esso si ispirò il gruppo musicale dei Doors (porte) nella scelta del proprio nome.

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    Genere Cookeina. Le "orecchie" pelose di un fungo originario del Borneo.

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    Rhodotus palmatus. Specie non comune e non commestibile, è inconfondibile per il suo colore albicocca.

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    Phallus impudicus. Il nome la dice tutta di questo comune fungo europeo dalle forme evocative.

    I funghi allucinogeni (e quello nella foto non è un fungo allucinogeno) non sono una moda di oggi. Le più antiche testimonianze di uso divinatorio dei funghi allucinogeni sono alcune pitture rupestri del Tassili (Algeria). Risalgono a 9 mila anni fa e ritraggono sciamani che assumono funghi e altri che ne hanno il corpo cosparso, scene di raccolta e di adorazione di funghi magici.

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    Hericium erinaceus. Sembra un cane bagnato. Lo si trova nel Nord America.

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    Phallus indusiatus. In Asia ha fama di afrodisiaco. Abbastanza raro, è considerato una prelibatezza. In Messico veniva usato dagli stregoni per i loro vaticini, mentre in Nuova Guinea è considerato un fungo sacro.

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    Eccolo mentre si sviluppa.


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    Amanita caesarea. Volgarmente conosciuto come ovolo buono. È considerato il “più buono di tutti”: caesarea, significa dei cesari, cioè dei re. Pregiatissimo e raro, è facile da identificare quando aperto. La sua raccolta da chiuso, allo stato di “ovulo”, è però vietata perché confondibile con l'Amanita phalloides che è velenoso.

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    Amanita caesaria. In alcune fasi del suo sviluppo - allo stadio di ovulo - assomiglia a un uovo sodo.

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    Clathrus ruber. Lo sentite prima di vederlo. Questo particolare fungo, infatti, emana un odore cadaverico abbastanza fastidioso, avvertibile anche a distanza.

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    Amanita muscaria. Il livello di tossicità di un fungo è estremamente variabile. E non solo da specie a specie, ma da individuo a individuo, dal luogo di raccolta e perfino da certe modalità di conservazione. In Siberia l'Amanita muscaria (il fungo “delle favole” in questa foto) è un fungo allucinogeno. Lo stesso fungo, alle nostre latitudini, provoca solo mal di pancia. Al punto che, in alcune zone del Trentino, si usa consumarlo, dopo aver tolto la cuticola del cappello (dove sembra si concentri la tossina) e averlo conservato per mesi sotto sale. I Chuckhi della Siberia, i Lapponi, gli Eschimesi, usano tutti lo stesso “farma


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    Amanita muscaria. Chuckhi della Siberia, i Lapponi, gli Eschimesi, usano tutti lo stesso “farmaco” magico: l’Amanita muscaria. Il tossico fungo dal cappello rosso a pallini bianchi è consumato per le sue proprietà alluci- nogene, nella convinzione che dia poteri di chiaroveggenza e avvicini a percepire la realtà divina. Non a caso, in Alice nel paese delle meraviglie, Lewis Carroll diede a quel fungo il potere di cambiare dimensioni – e percezioni – alla protagonista.

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    Mycena chlorophos. I funghi sono divisi in 5 grandi gruppi (o classi).
    I primi 3 gruppi hanno struttura più primitiva: sono unicellulari oppure hanno le ife costituite da cellule che sono solo parzialmente divise una dall’altra.
    CITRIDI. Vivono soprattutto in ambienti acquatici. La gran parte sono microscopici.
    ZIGOMICETI. Sono in gran parte muffe che vivono su materiali in decomposizione.
    GLOMEROMICETI. Sono invece per la maggior parte funghi capaci di entrare in simbiosi con le piante per favorire l’assorbimento di nutrienti dal terreno.
    ASCOMICETI. Comprendono i saccaromiceti e altri lieviti, ma anche le cosiddette muffe verdi.
    BASIDIOMICETI (circa 30 mila specie). Sono quelli che noi intendiamo normalmente per funghi.

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    Entoloma hochstetteri. Il vero fungo (l’organismo che produce i “cappelli con gambo” che si mangiano) è sottoterra e può estendersi per molti ettari.

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    Tremella mesenterica. Ci sono specie di funghi capaci di vivere a 60° e altri fino a -60°: ecco perché sono “operai perfetti” per molte produzioni industriali.

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    Mycena interrupta. Impropriamente, chiamiamo fungo il corpo fruttifero, cioè il portatore di spore (che poi sono i semi del fungo). Qualche centimetro sotto terra, e per una estensione che può raggiungere migliaia di metri quadrati, si trova il micelio, il fungo vero e proprio. Ecco perché cercatori esperti conoscono l’ubicazione delle fungaie, terreni che, periodicamente, producono funghi: in realtà, conoscono la posizione del micelio, che può sopravvivere per molti anni. Si calcola che il fungo più grande del mondo, un esemplare di Armillaria ostoyae il cui micelio occupa 900 ettari nei boschi dell’Oregon, abbia oltre 2.000 anni di età.

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    FamigliaPhallaceae. Si tratta di un fungo originario dell'Equador.

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    Un fungo “a mensola” su un tronco. I funghi di questo tipo sono parassiti di piante.

    fonte:http://www.focus.it/

     
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