LA DERIVA DEI CONTINENTI

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  1. gheagabry
     
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    L'AMASIA, terra futura

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    L'amasia inizierà a formarsi tra circa 100 milioni di anni



    L'idea che gli attuali continenti siano il frutto della frantumazione di un antico supercontinente, Pangea, è entrata nel bagaglio culturale corrente, da quando nel 1912, Alfred Wegener enunciò per la prima volta la teoria della deriva dei continenti.

    Da questa teoria si è poi sviluppata quella della tettonica a placche, che fornisce un'elegante spiegazione integrata sia di fenomeni geofisici come l'attività sismica, l'orogenesi e il vulcanismo, sia biogeografici ed ecologici.

    Ma oltre a ricostruire il passato, gli scienziati si sono interrogati su quale potrà essere l'assetto delle terre emerse nei prossimi milioni di anni. Sono state sviluppate diverse ipotesi che prevedono la formazione di un nuovo supercontinente, a cui è già stato anche dato un nome: Amasia. In tutti i modelli previsionali sviluppati, infatti, esso sarebbe la conseguenza della fusione dell'America con l'Asia, includendo anche Africa, Australia e forse Antartide, in seguito al loro movimento verso nord rispetto al sistema di riferimento nelle profondità del mantello che identifica l'antica posizione della Pangea.

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    Due erano finora le ipotesi maggiormente accreditate. Secondo la prima, quella del cosiddetto modello di introversione, l'Amasia si formerebbe là dove c'era la Pangea: l'Atlantico (l'oceano "interno" se si pensa ai continenti come frammenti dell'espansione dell'antico supercontinente) vedrà bloccata la propria espansione per tornare lentamente a chiudersi. Nel secondo modello, detto di estroversione, a chiudersi sarebbe il Pacifico (esito dell'espansione dell'oceano "esterno" alla Pangea), in modo da andare a formare un supercontinente nella direzione opposta a quello precedente.

    Ora però una ricerca condotta da ricercatori della Yale University sembra suffragare una terza ipotesi alternativa, descritta in un articolo pubblicato su "Nature". Secondo questo nuovo modello, detto di ortoversione, l'America rimarrà allineata alla posizione della zona di subduzione a forma di ferro di cavallo che definisce la cosiddetta Cintura del fuoco, confine tra il nord del Pacifico e i continenti. Prevarranno invece i moti delle placche verso settentrione, portando alla chiusura del Mar dei Caraibi e successivamente anche dell'oceano Artico.

    Per testare i tre modelli, i ricercatori hanno ricostruito della paleogeografia dello sviluppo dei continenti a partire da Pangea, determinando quantitativamente i centri di di massa dei supercontinenti e delle grandi province magmatiche in momenti successivi della loro evoluzione e misurandone la distanza angolare sulla base di dati paleomagnetici.


    lescienze.it

    Edited by gheagabry1 - 2/10/2019, 22:53
     
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10 replies since 1/9/2011, 13:45   4771 views
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