VIETNAM

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    Vietnam

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    La Repubblica Socialista del Vietnam è uno stato del sud-est asiatico. Confina a nord con la Cina, a ovest con il Laos e la Cambogia, a est e a sud si affaccia sul Mar Cinese meridionale che tra l'isola cinese di Hainan e il nord del Vietnam forma il Golfo del Tonchino. A sud per un breve tratto il Vietnam si affaccia sul golfo del Siam. Il Vietnam è una Repubblica Costituzionale, l'attuale Capo di Stato è Nguyễn Minh Triết e il Capo del Governo è Nguyễn Tấn Dũng. La lingua ufficiale è quella vietnamita.



    Storia

    Le origini e i periodi di autonomia e di dominazione cinese


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    Antica pietra incisa campo immagini e forma testuale che hanno significato sconosciuto in Sapa.


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    Piastrella del tetto di Lưu Ly, Huế

    Il primo stato vietnamita nacque tra il IV e il II secolo a.C. attorno al Golfo del Tonchino (o Basso Tonchino): è il leggendario regno di Au Lac, che nel 221 a.C. venne conquistato dai cinesi. Le lotte per l'indipendenza si susseguirono, la prima dal 200 a.C. al 111 a.C. e la seconda dal 39 d.C. al 43 d.C. Per due volte i cinesi riconquistarono la regione.
    Il paese riprese l'autonomia all'inizio del X secolo sotto la guida di Khúc Hạo, seguito da Khúc Thừa Dụ. Nel 938 l'imperatore Ngô Quyền, grande condottiero e stratega militare, sconfisse i cinesi nella foce del fiume Bạch Đằng fondando il Dai-Co-Viet («Grande Stato Viet», nome che il Paese mantenne fino al XVIII secolo).
    Nel 1225 la dinastia Li iniziò l'espansione a sud del Golfo di Tonchino. Nel XIII secolo, mentre la Cina e la maggior parte degli stati dell'Eurasia del tempo caddero sotto il dominio dell'Impero Mongolo, il Vietnam, sotto la guida della dinastia Trần, specialmente del condottiero Tran Quoc Tuan, ne fermò per tre volte gli attacchi (1258, 1285 e 1288). Queste vittorie annunciarono l'inizio della decadenza dell'Impero Mongolo e contemporaneamente l'inizio del ruolo di potenza regionale del Vietnam.
    Lo stato vietnamita fece da barriera alla spinta dei cinesi da nord e si espanse verso sud a danno del Champa, o regni dei Chăm, e del Siam (all'epoca il regno del Siam comprendeva la Thailandia, la Cambogia e la parte dell'odierno Vietnam dal delta del Mekong verso sud). Nel 1471 il Vietnam sconfigge definitivamente i regni dei Chăm, conquista il loro territorio (l'odierno Annam) e ne massacra la popolazione.

    L'Indocina

    Tra il 1700 ed il 1760 la regione della Cocincina, sottratta alla Cambogia, entra a far parte del Vietnam. Una rivolta contadina porta però nel 1770 a una tripartizione del Paese. A riunificarlo è nel 1789 Nguyen Anh, appoggiato da ufficiali e missionari francesi esuli dalla Rivoluzione. A metà del XIX secolo la penetrazione coloniale della Francia diede praticamente fine a qualsiasi tipo di autonomia. La Francia impose, tra il 1858 ed il 1883 un dominio diretto, pur lasciando formalmente sul trono le dinastie locali (regime di protettorato). La popolazione inizia a diminuire sempre più fortemente e la richiesta di lavoro e occupazione sale a dismisura fino a far cadere in crisi il paese.
    Durante la seconda guerra mondiale il Vietnam fu invaso dall'Impero giapponese, che costituì l'Impero del Vietnam. L'unica forza politica interna al paese in grado di contrastare l'occupazione fu quella guidata dal leader comunista-nazionalista Ho Chi Minh, il quale, alla fine della guerra, proclamò l'indipendenza del paese e dichiarò nullo il trattato di protettorato siglato nel 1883 con la Francia. La Francia intervenne militarmente nel tentativo di ristabilire il suo controllo sul paese (guerra d'Indocina), ma nel 1954 fu sconfitta, prima potenza coloniale della storia, da un esercito asiatico nella battaglia di Dien Bien Phu.



    La divisione e la guerra del Vietnam


    L'esito della Guerra d'Indocina fu la Conferenza di Ginevra (1954), in cui il territorio vietnamita fu temporaneamente diviso in due sfere di influenza: il Vietnam del Nord (Tonchino e Annam settentrionale) ai comunisti di Ho Chi Minh; il Vietnam del Sud (Cocincina e Annam meridionale) al leader cattolico anticomunista Ngo Dinh Diem. In base all'accordo di Ginevra il Vietnam doveva rimanere uno ed indivisibile con governo eletto tramite elezioni democratiche nel 1956. Tra le potenze mondiali, la Cina e l'Unione Sovietica si schierarono con il Nord mentre gli Stati Uniti appoggiarono il Sud. Le elezioni del 1956 non ci furono a causa del timore statunitense di una vittoria elettorale di Ho Chi Minh che avrebbe esteso l'influenza comunista in Estremo Oriente nell'ottica della Teoria del Domino; spronati dalle proprie paure gli USA convinsero il leader sudvietnamita Diem a rifiutare elezioni nazionali[3], a dichiarare il Vietnam del Sud stato sovrano, e ad avviare una campagna di sterminio di tutti i comunisti e simpatizzanti del Viet Minh tra la popolazione. In risposta ai massacri perpetrati dal governo Diem nel 1957 scatta la guerriglia comunista nel Sud che, iniziata dai cosiddetti "vietminh", poi "viet cong" (vietnamiti comunisti), portò negli anni sessanta ad un massiccio intervento militare da parte degli USA, con l'intento di ripristinare l'egemonia sul territorio. L'esercito americano non riuscì a prevalere sull'ostinata resistenza della guerriglia locale a difesa della propria nazione e, dopo dieci anni di guerra (1964-74), dovette ritirare le proprie truppe dal Paese, lasciando dietro di sè una nazione distrutta e diversi milioni di morti. Gli accordi di pace di Parigi del 27 gennaio 1973 riconobbero la sovranità di entrambi gli stati. Le truppe americane lasciarono il Vietnam il 29 marzo 1973. In assenza degli americani ebbero buon gioco russi e cinesi che incrementarono il loro sostegno al Vietnam del Nord il quale, nel 1975, invase il Vietnam del Sud, in flagrante violazione degli Accordi di pace di Parigi del 1973. Saigon cadde nell'aprile 1975.


    La riunificazione e la Repubblica Socialista del Vietnam

    Nel 1976 il Vietnam fu ufficialmente riunificato sotto il controllo del governo del nord con il nome di "Repubblica Socialista del Vietnam". Saigon fu ribattezzata Ho Chi Minh. Date le condizioni disastrate di un paese devastato da decenni di conflitti e occupazione coloniale, con terreni agricoli bombardati o inquinati dal conflitto (vedi Agente Arancio), con buona parte della popolazione morta, ferita o altrimenti traumatizzata dalla guerra, dall'economia dei due paesi piegata a fini militari, e frustrati dall'incapacità del nuovo governo comunista di affrontare in tempi e modi accettabili questi gravissimi problemi, centinaia di migliaia di vietnamiti del Sud decisero di abbandonare il paese; l'esodo durò per tutto il decennio successivo. Nel 1978 il Vietnam invase la Cambogia (guerra Cambogiana-Vietnamita) e depose il suo dittatore Pol Pot, ponendo fine alla guerra civile che aveva devastato il Paese confinante.
    Nel 1979 la Cina lanciò un'invasione del Vietnam (Guerra sino-vietnamita), la quale durò solo 17 giorni e si concluse con il rientro nei confini da parte dei cinesi. Si ignorano le intenzioni e gli scopi della azione cinese, su cui si possono fare diverse illazioni, non ultima quella di essere una azione dimostrativa per contenere la politica interventista del Vietnam in Cambogia ed in Laos.
    Nel 1990 il Vietnam diventò membro dell'ASEAN, l'Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale. Nel 1995 gli USA ristabilirono le relazioni diplomatiche con il Paese, che già nel 2000 ricevette la visita del Presidente Bill Clinton. Nel 2006 il Vietnam divenne membro della Organizzazione Mondiale del Commercio.


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    La Baia di Ha Long, panoramica a 180° gradi.


    Geografia



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    Cascata di Argento, Sapa, Lào Cai


    Nel nord del paese si trovano tavolati e il delta del Fiume Rosso; il sud è diviso fra le depressioni prossime alla costa, il gruppo montuoso Dãy Trường Sơn (con alti pianori), e il delta del fiume Mekong.
    Il territorio vietnamita è caratterizzato per l'80% da colline e montagne con una folta vegetazione, mentre solo il restante 20% è costituito da zone pianeggianti. Il Vietnam si estende per 331.689 km², nella parte sud-est della penisola indocinese. Confina a nord con la Cina, a ovest con il Laos e la Cambogia, mentre a sud e a est si affaccia rispettivamente sul Golfo del Siam e sul Mar Cinese meridionale. Al nord del paese si trovano i rilievi dello Yunnan, che si innalzano oltre i 3000 m, la parte che raggiunge il golfo del Tonchino raramente raggiunge i 1000 m; queste formazioni montuose proseguono anche nel mare formando circa 1200 isolotti. Verso ovest i rilievi dello Yunnan tendono ad abbassarsi, fino alla cosiddetta Porta dell'Annam oltre la quale inizia la catena annamita e la parte centrale del Vietnam. Nella parte a nord della regione dell'Annam la montagna segue la linea della costa e fa da spartiacque tra i fiumi affluenti del Mekong e i fiumi che sfociano nel Mar Cinese meridionale. Nella parte a sud la linea della cresta montuosa si separa creando varie creste tra le quali si formano valli fluviali o isolando bacini intermontani. Nel sud del Vietnam la catena annamita si abbassa fino agli altipiani Moi e alla grande pianura della Cocincina bassa e uniforme.


    I fiumi principali che attraversano il Vietnam sono il Mekong e il Fiume Rosso, che sfociano rispettivamente nel Mar Cinese meridionale e nel Golfo del Tonchino. Il Mê Kông nasce nei monti Tsinghai in Cina, attraversa Cambogia e Laos e sfocia nel Mar Cinese meridionale; attraversa per circa 320 km la Cocincina, giunge al mare suddividendosi in molte diramazioni. La piena annuale del Mekong raggiunge il massimo fra ottobre e novembre, in modo graduale le acque ricoprono la pianura senza rovinare le colture. L'altro fiume importante è il fiume Rosso che nasce nell'altopiano cinese dello Yunnan, attraversa la regione del Tonchino e scorre in territorio vietnamita solo per 500 km dei suoi 1200 complessivi. I suoi principali affluenti sono il Fiume Chiaro e il Fiume Nero. Entrambi i fiumi hanno una portata molto irregolare, a causa dei Monsoni. In Vietnam scorrono molti altri fiumi ma più piccoli.



    Aree protette

    In Vietnam sono presenti numerosi parchi nazionali, tra cui il Parco nazionale di Con Dao.

    Il Parco nazionale di Phong Nha-Ke Bang è stato designato come patrimoni dell'Umanità dall'UNESCO, insieme alla Baia di Ha Long, il Santuario di Mỹ Sơn, al Complesso dei monumenti di Hué e all'Antica città di Hoi An.
    Sono anche presenti sei riserve della biosfera: la Foresta di Mangrovie di Can Gio, il Parco nazionale di Cat Tien, il Parco nazionale di Cat Ba, il Parco nazionale di U Minh Thuong, il Delta del Fiume Rosso, il Nghe An Occidentale.



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    Statua del Buddha in pagoda Bút Tháp


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    Stele di pietra







    Città principali


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    Bánh khọt, crêpe di riso, popolari nel Vietnam meridionale


    La maggior parte dei centri urbani è localizzata nel Vietnam meridionale. Tra le città più importanti soltanto la capitale Hà Nội (3.057.000 ab.) non sorge sulla costa ma sorge al centro del delta del Fiume Rosso, ed è un importante centro commerciale ed industriale. Altre grandi città sono Hồ Chí Minh (5.925.000 ab.) nota in passato come Sài Gòn; è un importante centro commerciale e durante il periodo coloniale fu il centro politico più importante per l'Indocina francese. Le altre città sono Da Nang (750.000 ab.) situata nelle vicinanze della città di Huè (212.000 ab.) e infine Haiphong (1.448.000 ab.).






    Ho Chi Minh


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    Hồ Chí Minh (in vietnamita: Thành phố Hồ Chí Minh), già Saigon (in vietnamita: Sài Gòn), è la più grande città del Vietnam. Si trova sulla sponda occidentale del fiume Saigon.


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    Hồ Chí Minh è una municipalità che esiste allo stesso livello delle Province del Vietnam. Come tale, ha una struttura politica simile alle province, con un Consiglio del Popolo e un Comitato del Popolo, che ne costituiscono le principali entità amministrative.
    La municipalità è divisa in ventidue distretti, cinque dei quali sono designati come distretti rurali, che coprono i terreni agricoli attorno alla città, e che sono compresi all'interno dei confini ufficiali della municipalità. Questi distretti sono chiamati Nhà Bè, Cần Giờ, Hóc Môn, Củ Chi e Bình Chánh. I restanti diciassette distretti si trovano all'interno della città. Solo cinque dei distretti urbani hanno un nome (Tân Bình, Bình Thạnh, Phú Nhuận, Thủ Đức e Gò Vấp) - gli altri sono semplicemente numerati da uno a dodici.


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    Hồ Chí Minh (al 2003) è accreditata di circa 6 milioni di abitanti, rendendola la più popolosa della nazione. È anche la più popolosa tra le unità amministrative di livello provinciale. Dal punto di vista etnico, la maggioranza della popolazione è Vietnamita (Kinh) o Hoa (cinesi d'oltremare), anche se persone di altre minoranze vietnamite si sono spostate nella città.


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    Storia


    Hồ Chí Minh nasce come piccolo villaggio di pescatori. Era originariamente conosciuta come Sài Gòn, e molte persone ancora usano quel nome per indicarla. L'area che è oggi occupata dalla città era in origine paludosa, e venne probabilmente abitata dal popolo Khmer prima dell'arrivo dei vietnamiti.
    Nguyen Phuc Chu, un nobile vietnamita, venne inviato a stabilire le strutture amministrative dell'area nel 1698. Egli è spesso accreditato per l'espansione di Sài Gòn in un insediamento significativo. La città venne anche influenzata dai francesi durante la loro occupazione coloniale del Vietnam, e diversi edifici importanti della città riflettono questa influenza.
    Nel 1954, i francesi vennero sconfitti dai Viet Minh comunisti, nella Battaglia di Dien Bien Phu, e si ritirarono dal Vietnam. Piuttosto che riconoscere il nuovo governo dei comunisti, comunque, diedero il loro appoggio a un governo istituito dall'imperatore Bao Dai. Bao Dai aveva reso Saigon la sua capitale nel 1950. Quando il Vietnam venne ufficialmente diviso in Vietnam del Nord (la Repubblica Democratica del Vietnam) e Vietnam del Sud (la Repubblica del Vietnam), il governo del sud, guidato dal Presidente Ngo Dinh Diem, mantenne Sài Gòn come capitale.
    Alla conclusione della Guerra del Vietnam, nel 1975, le forze del Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam travolsero la città. Alcuni nell'occidente parlano di questo evento come della "Caduta di Sài Gòn", mentre alcuni vietnamiti lo indicano come la "Liberazione di Sài Gòn", espressione "positiva" usata nei paesi comunisti.
    I comunisti vittoriosi rinominarono quindi la città, dedicandola al padre fondatore del Vietnam socialista, Ho Chi Minh. Il precedente nome di Saigon viene ancora usato da molti degli abitanti. Ufficialmente, il termine Sài Gòn indica solo il Distretto Uno di Hồ Chí Minh.


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    Mekong river



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    la cattedrale

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    Dai Nam Van Hien

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    Hanoi


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    Hanoi (in scrittura Chữ Quốc Ngữ: Hà Nội; in scrittura Chữ Hán: 河内, 3.398.889 abitanti nel 2007) è la città capitale dello stato del Vietnam. Il sito di Hanoi è stato abitato da almeno il 3.000 a.C. Hanoi ha cambiato molti nomi nel corso della sua storia, tra gli altri Tống Bình (宋平), Long Đỗ (龍肚; letteralmente "pancia del dragone") e Đại La. Nel 1010 l'imperatore Lý Thái Tổ, della dinastia Lý, fece costruire su questo sito la sua nuova capitale, chiamandola Thăng Long (昇龍, "dragone che si alza in volo”). In seguito a varie vicissitudini storiche, Hanoi venne chiamata anche Đông Đô, Đông Quan, Đông Kinh (東京, “Capitale dell’Est” – il nome che gli europei conosceranno come Tonchino) e Bắc Thành (北城, “Cittadella del Nord”). Nel 1802, la ristabilita Dinastia Nguyễn mosse la capitale a Hué. Nel 1831 l'imperatore Minh Mang ridenominò la città Hà Nội (河内, traducibile come “tra i fiumi”). Occupata dai francesi nel 1873, divenne la capitale dell'Indocina francese nel 1902. Nel 1940 venne occupata dall'esercito del Giappone per essere liberata nel 1945, quando Ho Chi Minh, leader del movimento indipendentista Việt Minh proclamò ufficialmente l'indipendenza della Repubblica Democratica del Vietnam, il 2 settembre del 1945. Rioccupata dai colonialisti francesi nel 1946, viene liberata definitivamente nel 1954, divenendo la capitale della Repubblica Democratica Popolare del Vietnam (Vietnam del Nord) fino alla riunificazione del 1976.
    La città sorge sulla riva destra del Fiume Rosso, e dista 130 km dalla sua foce nel Golfo del Tonchino.



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    Vista notturna





    I monumenti importanti sono:


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    Il lago della Spada Restituita (Hoàn Kiếm)


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    La pagoda a un pilastro unico (Chùa Một Cột)


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    Il mausoleo di Ho Chi Minh che custodisce il corpo imbalsamato del presidente.



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    La Pagoda Ba Da



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    Il tempio della letteratura (Văn Miếu) costruito nel 1070 (prima università vietnamita)




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    da wikipedia
    foto web





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    Vietnam, le leggende del Fiume Rosso




    di Fausta Filbier

    Dalla capitale Hanoi a Ho Chi Minh City (un tempo Saigon), dalla città d'acqua Hue alla Baia di Halong. Un viaggio tra storia e paesaggi naturali, fino al leggendario fiume Mekong
    Destinazione Vietnam
    Il suo nome in vietnamita significa "al di qua del fiume". Perchè Hanoi, capitale del Vietnam, è adagiata lungo la sponda del Fiume Rosso. E, come una signora di una certa età, si riposa elegantemente sulle rive, raccontando la sua ricca vita con i palazzi di inizio secolo, i larghi viali, i parchi, i monumenti, e un centro affollato di negozietti e colori. Abitata da circa un milione di abitanti, Hanoi è la prima tappa di questo viaggio che porta alla scoperta delle più belle località del Vietnam.

    Capitale imperiale fin dal 1010 e durante la dinastia Le, dal 1428 al 1788, riprese il suo ruolo nell'Indocina Francese, durante il periodo coloniale, dal 1902 al 1953, e dopo la riunificazione nel 1976. In città meritano una visita la particolarissima pagoda in legno che poggia su un unico pilastro, costruita nel 1049, che rappresenta la purezza del fior di loto, la spianata del Mausoleo di Ho Chi Minh, il Tempio della letteratura, antica università costruita nel 1070 in onore di Confucio, il tempio Quan Than, e il lago della Spada Restituita, circondato da alberi secolari. Dopo tanti palazzi e monumenti, il viaggio continua nel silenzio della Baia di Halong, che si esplora a bordo di una tradizionale giunca vietnamita (dove si dorme una notte). Definita l'ottava meraviglia del mondo, la baia è costellata di rocce che, nel corso dei millenni, hanno subito l'opera di erosione del vento e dell'acqua, creando un ambiente fantasmagorico di isole e faraglioni, alcuni alti centinaia di metri. Il tutto punteggiato da laghetti interni e lagune, grotte e formazioni antropomorfiche. Secondo una leggenda, le centinaia di isolotti sarebbero i resti della coda di un drago inabissatosi nelle acque. E, spesso, la foschia del mattino crea effetti ancor più suggestivi, facendo apparire e scomparire isole e rocce in lontananza.

    La tappa successiva è un'altra storica città d'acqua: Hue. Fondata nel 1687 lungo le rive del Fiume dei Profumi, è stata capitale della parte meridionale del Vietnam dal 1744, e dell'intero Paese dal 1802 al 1945, sotto il regno dei 13 imperatori della dinastia Nguyen. Da vedere, la Città Vecchia, con la cittadella e la residenza imperiale, restaurata dall'Unesco, e la Città Nuova, con i palazzi coloniali (dove un tempo abitavano gli europei) e le tombe imperiali.
    Hoi An racconta invece un'altra storia. Quella dell'influenza della cultura cinese in questa parte di mondo. In passato importante porto e centro commerciale, è una città ricca di edifici dallo stile architettonico cinese, e vanta un'interessante Città Vecchia, con un ponte giapponese del 1592, un tempio dedicato alla dea Fukie e antiche case comunali.

    Ho Chi Minh City oggi è una città vitale, divertente, ricca di locali, negozi e ristorantini dove si gustano le piccantissime specialità della cucina locale. E se i più romantici cercano le tracce di quella Saigon sensuale e decadente raccontata dalla scrittrice francese Marguerite Duras nel suo libro "L'Amante", le trovano nella cattedrale di Notre Dame risalente al 1877, nell'antico ufficio postale, nel mercato Binh Tay,tra le viuzze del quartiere Cho Lon. Infine, Cai Be, cittadina sulle rive di uno dei bracci principali del Mekong, da cui ci si imbarca per una crociera. Sulle rive e lungo gli infiniti canali del delta sfilano piccoli villaggi, mercati galleggianti, giardini di bonsai, piantagioni di frutta tropicale e fattorie. Un mondo di acqua che ha conservato una sua antica magia. Tutto da vivere e da scoprire.



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    Grotta di Hang En, Vietnam
    Fotografia di Carsten Peter, National Geographic

    Inoltrandosi sottoterra, i membri della spedizione arrivano alla Hang En, una grotta scavata dal Fiume Rao Thuong. Snodandosi verso una serie di pozze durante la stegione arida, il fiume può sollevarsi di quasi un centinaio di metri durante la stagione delle piogge, coprendo le rocce attraversate dagli speleologi.

     
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  5. ZIALAILA
     
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    Il cappello a cono -chiamato nón lá- e' il copricapo nazionale della terra vietnamita .
    E' composto da poche foglie secche di palma Latania , protegge dal sole e dalla pioggia , indossato sia per andare a lavorare nei campi, che al mercato o per partecipare alle feste.
     
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  6. tomiva57
     
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    Hoi An


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    Hội An è una città del Vietnam centrale situata a 30 km a sud di Da Nang. È conosciuta dai mercanti europei come Faifo.


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    Storia

    La città ebbe il più grande porto del sud-est asiatico durante il I secolo, e fu nota con il nome di Lâm Ấp Phố (Città dei Champa).
    La precedente città portuale dei Champa, situata presso l'estuario del Thu Bon, fu un importante centro di commercio vietnamita durante il XVI ed il XVII secolo, quando giapponesi e cinesi provenienti da varie provincie, olandesi ed Indiani vi si insediarono. In questo periodo di commercio con la Cina la città venne chiamata Hai Pho (Città sul mare) in vietnamita. In origine Hai Pho era una città divisa, trovandosi lungo il "ponte giapponese", e venne usato come insediamento dai giapponesi (XVI e XVII secolo). Il ponte (Chùa cầu) è un'unica struttura coperta costruita dai giapponesi, l'unico ponte coperto con una pagoda buddhista su ogni lato.
    La città era nota a francesi e spagnoli come Faifo, e con un nome simile a portoghesi ed olandesi. Sono state proposte numerose teorie sull'origine del nome. Alcuni studiosi sostengono che derivi dal termine "hải-phố" (海浦) che significa "città del mare", mentre secondo altri è un semplice diminutivo di Hội An-phố (會安浦), "la città di Hoi An", che divenne "Hoi-pho", e poi "Faifo".

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    Spiaggia di Hoi An


    Nel 1999 la città vecchia venne dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, come esemplare ben conservato di porto commerciale sud-orientale tra il XV ed il XIX secolo, ed i cui edifici mostrano una fusione unica di tradizione locale ed influenza straniera.
    Hội An è tuttora una città piccola, ma attrae numerosi turisti, anche per essere ben attrezzata per i viaggiatori con zaino e sacco a pelo. I vari turisti approfittano anche dell'arte locale e dei vestiti su misura, venduti a prezzo ridotto rispetto agli standard occidentali. Molti cybercafe, bar e ristoranti sono stati aperti lungo il fiume.
    Hoi An è famosa anche per il suo Cao lầu secolare a base di noodles.
    È stata anche la prima città a cristianizzarsi e tra i vari missionari, nel XVI secolo, giunse Alexandre de Rhodes un francese che ideò l’alfabeto quoc ngu derivato dal latino e utilizzato tuttora nelle lingua scritta vietnamita.


    Musei

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    Edificio nel quartiere antico di Hoi An


    La città ospita numerosi piccoli musei che mettono in mostra la storia della regione, soprattutto fatta di ceramica:
    Museo della cultura Sa Huynh
    Museo del commercio della ceramica



    Da Wikipedia
    foto web


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    Uno dei numerosi negozi di Lanterna di carta colorata in Hoi An



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    Hoi An (Vietnam), la città delle lanterne di seta


    Un luogo esotico e lontano ci rende smarriti, e allora lo paragoniamo a qualcosa di noto, cerchiamo similitudini con quello che sappiamo. Potremmo dire che Hoi An, nel Vietnam centrale, ricorda la nostra Venezia. Il fiume Thu Bon serpeggia tra le case: le fa specchiare a testa in giù, le lambisce dolcemente o le inghiotte nei periodi di inondazione; ricama qualche alga alla base dei muri, schizzandoli d’acqua e rendendo più vivi i colori dell’intonaco. Ma l’atmosfera di Hoi An è solo sua, imparagonabile a qualsiasi nostra città.

    Sulla costa del Mar Cinese Meridionale, 30 km a sud di Da Nang, il tempo scorre lento. Il turismo, seppur in crescita, non riesce a metter fretta ai 120 mila abitanti della città vietnamita. Probabilmente è merito delle vie di comunicazione, non proprio comodissime, che fanno selezione nel flusso dei visitatori e proteggono l’autenticità del luogo.

    Ma la vera magia la creano le lanterne: a Hoi An, conosciuta proprio come “città delle lanterne”, le notti di luna piena sono celebrate con migliaia di lampioni artigianali. Ogni mese, il 14° giorno del ciclo lunare, il centro viene chiuso al traffico, la corrente elettrica è interrotta dalle 18.30 alle 23, e si fanno brillare queste lucciole colorate. Fatte di strisce di seta e asticelle di bambù, le lanterne sono appese per le strade, fuori dai negozi, lungo i balconi: sono leggere come bolle o palloncini, e illuminano la notte con gentilezza, mosse appena dal vento. Senza il rumore dei motori si apprezzano i suoni della comunità: qualcuno suona in una piazza, e altri giocano a scacchi o a bocce lungo la strada.

    Se ci si guarda intorno ci si accorge che qui, il passato, è ancora presente. I mercati tradizionali e i palazzi antichi raccontano una storia ricca e avvincente.
    Nata come sonnolento villaggio di pescatori sulla foce del Thu Bon, Hoi An diventò un grande porto commerciale tra il Cinque e il Seicento, quando venne a contatto con giapponesi, cinesi, indiani e olandesi. Nel 1999 l’UNESCO l’ha dichiarata Patrimonio dell’Umanità: il centro storico, ben conservato, è un esempio eccezionale di porto mercantile, e il connubio fra tradizione locale e influenza straniera ha dato vita a un’architettura unica.

    Tra gli edifici più importanti c’è il Tempio di Quan Cong, fondato nel 1653 in onore dell’omonimo generale cinese, considerato un esempio ammirevole di lealtà, sincerità, integrità e giustizia. La sua statua, posizionata sull’altare centrale, è affiancata da quella della sua guardia, il generale Chua Xuong.

    La Pagoda Phuoc Lam è dello stesso periodo. Vi risiedeva An Thiem, un vietnamita diventato monaco alla tenera età di otto anni. Dieci anni dopo suo fratello fu incaricato dal re di sedare una ribellione, ma il monaco, deciso a proteggerlo, si offrì volontario al suo posto e ottenne la nomina a generale. Dopo l’impresa militare tornò alla vita monastica, ma i sensi di colpa per gli omicidi commessi non gli davano pace. Per espiare i suoi peccati si impegnò nella pulizia del mercato cittadino: tenne il mercato pulito per 20 anni, finché non si sentì libero di tornare alla sua pagoda.

    Un’altra pagoda incantevole è quella di Cao Dai, accanto alla stazione degli autobus, incorniciata da bellissimi giardini.

    Per conoscere meglio la cultura del luogo visitate qualche museo. Il Museo del Commercio della Ceramica ha sede in un’antica casa in legno e contiene manufatti provenienti da ogni parte dell’Asia, più qualche oggetti di origine egiziana. Sembra una semplice casa anche il Museo del Folklore, che in realtà ospita una bella raccolta di oggetti e documenti locali e regala una splendida vista sul fiume dal piano superiore.

    Il modo migliore per assaporare Hoi An è muoversi a piedi o in bicicletta. Le attrattive principali, oltre ai monumenti antichi, sono i negozi di stoffe dove richiedere abiti su misura, la spiaggia di Cua Dai, le bancarelle coloratissime del mercato e i ristoranti sul fiume. Molti offrono corsi di cucina di mezza giornata, perché possiate riproporre qualche delizia vietnamita agli amici una volta tornati a casa.

    Raggiungere Hoi An non è esattamente agevole, perché l’aeroporto e la stazione dei treni più vicini si trovano a Da Nang, a 45 minuti di macchina. Questa città, in compenso, è ben collegata con ogni parte del Vietnam, e da qui partono gli autobus diretti a Hoi An. La stazione degli autobus principale di Hoi An è un chilometro ad ovest del centro storico, ma la maggior parte dei collegamenti con Da Nang parte dalla stazione secondaria a nord della città, con corse frequenti dalle 5 del mattino al tardo pomeriggio.

    Il clima è di tipo tropicale, con temperature tiepide tutto l’anno, generalmente comprese tra i 25°C e i 30°C. Il periodo più caldo va da giugno a luglio, ma anche tra febbraio e maggio, durante la stagione secca, le temperature sono miti e il sole è sempre alto nel cielo. Non a caso è il momento preferito dai turisti, diversamente dalla stagione delle piogge che va da settembre a gennaio. Se il maltempo non vi spaventa e volete assaporare una Hoi An più genuina potete optare per dicembre o gennaio, ma evitate ottobre e novembre: è il periodo delle piogge e non sono rare le inondazioni.

    da: il turista.info
    Fonte foto, cortesia: vietnamonline.com


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    Il mio Vietnam: Hoi An, Venezia del Vietnam, romantica, decadente e meravigliosa

    Scritto da Sara

    Il viaggio in autobus è durato circa undici ore, siamo infatti arrivati ad Hoi An verso le 7:30 di questa mattina.
    E’ andato tutto bene, a parte il fatto che in un pullman di circa quaranta persone io ero l’unica senza coperta. La solita sfigata.
    Io e Marco siamo stati gli ultimi a salire e ci sono due persone che non potendosi permettere il biglietto intero lo hanno comprato “di contrabbando”.
    La ragazzina giovanissima che indossa un abito orientale giallo dorme sotto il “letto” di Marco, un altro ragazzo sulla trentina invece è proprio sotto la mia cuccetta. Sia io che Marco siamo al piano superiore.
    E’ proprio il ragazzo qui sotto di me che si è preso il mio cuscino e la mia coperta, e non mi sento proprio di chiederglieli, visto che deve farsi undici ore di viaggio sdraiato in terra come una mummia abbandonata dalla dea Iside nel corridoio di uno sleepping bus.
    L’aria condizionata è accesa e il mio finestrino è rotto in migliaia di minuscoli pezzettini di vetro. Inizialmente penso che sia fatto proprio così, ma poi capisco che è stato riparato con del nastro adesivo. Ovviamente il mio è l’unico vetro rotto di tutto il pullman, io sono l’unica senza coperta e l’aria fredda entra da fessure che non riesco ad individuare.
    Il sedile però è comodo, e pulito. Non è il tipo di cuscino su cui mi piacerebbe abbandonarmi alle cure di Morfeo con la bocca aperta, ma è passabile. Decisamente meglio del materasso a conca del Jungle Beach.
    Il desiderio che Marco esprime prima di salire è quello di addormentarsi immediatamente e svegliarsi una volta arrivati. Devo dire che si avvererà senza problemi, visto che dopo un cenno di “ok” per tranquillizzarci a vicenda lo vedo ronfare per tutto il tragitto.
    Non siamo vicini, io sono nella fila di sinistra e lui è in quella di destra, due posti più avanti.
    Tra di noi, sarcofagi pieni di mummie ronfanti avvolti nelle loro coperte.
    Io mi addormento e mi sveglio. Ho un sonno irregolare, salto al sobbalzare dell’autobus sulle buche della strada sconnessa. Faccio tanti sogni e un sacco di pensieri, mentre sotto di noi scorre una bella fetta di Vietnam.
    Dopo diverse soste per andare in bagno – e per darsi il cambio tra i due autisti – arriviamo ad Hoi An.
    Pianificando il viaggio prima di partire, di tutte le tappe Hoi An è quella che ci affascina di più, ancor prima di arrivarci. Le aspettative sono altissime. E di certo non ci deluderà.

    In ogni parte del mondo è bello vedere una città che si sveglia, e questo luogo meraviglioso non è certo da meno.
    Hoi An è una delle città più antiche e meglio conservate del Vietnam. A tratti può sembrare una sorta di Venezia, ovviamente dai tratti vietnamiti. Ma sorge sulla rive di un fiume e le case che vi si affacciano portano i segni delle inondazioni e del tempo, dell’acqua e del sole.
    I muschi secchi sui muri che riprendono vita solo quando l’acqua li raggiunge, ridonando loro colore e freschezza.


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    Le case sono colorate di colori pastello, annerite dai segni dell’umidità che dona loro un fascino romantico e decadente.
    Il mercato pullula di gente, animali ed odori. Galli e galline nelle loro gabbie, pesci freschissimi che si dimenano nelle loro tinozze, tranci di carne, interiora di animali, frutti e verdure di ogni forma. Noodles e cao lau di ogni colore.
    Di fianco alla bancarella del pesce una ragazza vende piattini, tovagliette e souvenirs per turisti. Di fianco, un’altra che brucia chili di incenso, e ti riempie le narici di odori così forti da farti scappare.
    Ci chiediamo se per questa gente questo aroma sia familiare – magari piacevole – come per noi l’odore della carne alla griglia o di un soffritto, come quello di un banco di fiori.
    Passiamo all’hotel che abbiamo prenotato l’altra sera dal Jungle Beach, la stanza sarà pronta solo alle 13 ma ci permettono di lasciare qui i bagagli.
    Il personale è gentilissimo, cordiale come gran parte delle persone che abbiamo incontrato finora. E sorridente, con un sorriso che vale più di mille “welcome“.
    Mentre passeggiamo per il mercato veniamo letteralmente sequestrati da una pazza vietnamita che ci chiede di vedere il suo laboratorio di sartoria.
    Se ci avesse legati per le spalle con un lazo e ci avesse trascinati fino al suo negozio come due lepri appena cacciate, legate per le zampe, forse ci saremmo sentiti meno tramortiti, dal suo parlare a macchinetta e il continuo toccarci le braccia e spingerci avanti.
    Così, nel giro di tre minuti e senza accorgercene, ci ritroviamo seduti al suo bancone a sfogliare quintali di riviste di moda mentre lei – vedendo i miei occhi illuminarsi di una luce folle – continua a ripetere che possono riprodurre esattamente qualsiasi modello sceglieremo su queste riviste.
    Immaginate a questo punto di prendere un bambino, di portarlo al centro della corsia principale del Toys Center più grande d’Italia e di dirgli: “scegli”.
    Di nuovo la mia risata si fa isterica e il battito accelera, la situazione è stupenda, idilliaca. Metto un segnalibro ogni due pagine, e mentre Vién ride istericamente bramando denaro, e io rido istericamente bramando vestiti, Marco abbandona ogni speranza di uscire vivo – e prima di un paio d’ore – da questo posto.
    Di tutte le cose che avrei desiderato, commissiono “solo” una camicia, una giacca taglio lungo, una gonna pantalone deliziosa ed un abito da sfilata, senza spalline e con lunghe frange di velo blu – nel caso in cui a qualche amico o parente, la prossima estate, venga in mente di sposarsi o battezzare un figlio, che non si sa mai.
    Marco, appartenente da sempre al partito della moderazione e della parsimonia - beato lui, il suo conto in banca e il suo deposito titoli – commissiona invece soltanto due camice, per la gioia di Vién che nel prendergli le misure facendo strani versi, continuerà a dire come un disco rotto, tenendolo per le spalle, “mmm…very large!“.
    Vién ci offrirà un mango, una mela e due bottigliette d’acqua, oltre a rimbambirci come un pugile rimbambisce il suo avversario con una raffica di pugni sulle tempie.
    La più brava venditrice che io abbia mai incontrato. La regina delle venditrici, una commerciante nata. Così brava che dopo avergli lasciato tre milioni di acconto ed essere venuti via mezzi tramortiti, ci chiediamo se non sia già scappata con i nostri soldi a cercare altri turisti come noi da fregare senza troppo sforzo.
    Continuiamo a passeggiare e alle 13 torniamo in hotel, per prendere la nostra stanza, amata, bellissima, pulitissima stanza. Ci accolgono vasi d’acqua pieni di fiori galleggianti, una luce attenuata dalle tende spesse ed un forte odore di cannella. Dopo una notte in autobus e due notti al Jungle Beach è proprio quello di cui abbiamo bisogno.
    Ci fermiamo a pranzo in un ristorante vicino all’hotel, in quello che diventerà il nostro ristorante preferito ad Hoi An e forse del Vietnam.
    Le ragazze che ci servono sono gentili e il cibo è delizioso. Io ordino dei noodle e Marco del riso, entrambi ai frutti di mare. Poi incuriosita provo anche dell’anatra e ananas che mi lascerà a dir poco estasiata.
    Quando torneremo, la sera, ordineremo degli involtini primavera freschi con verdure e gamberetti – proprio come quelli del cinese ma non fritti -, un'insalatina di calamari piena di sapori contrastanti e deliziosi come germogli di soia, carotine, peanuts, menta ed ananas, ed infine dei Cao Lau con funghi: tagliatelline di riso da un gusto spaziale – per non ripetere il termine delizioso.
    Salutiamo le nostre amiche ristoratrici, pieni, sazi e soddisfatti.
    Passeggiamo un po’ per le strade di questo posto straordinario e mentre il sole tramonta lasciando spazio alla luce delle lanterne, constatiamo di esserci innamorati del Vietnam, della sua cucina e di questa città, mentre i venditori di strada continuano ad offrirci motorbike for rent.


    da: travelgum.it



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  7. ZIALAILA
     
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    teatro delle marionette sull'acqua



    ad Hanoi


    Le marionette sull'acqua (lingua vietnamita: Múa rối nước, letteralmente le marionette che danzano sull'acqua) sono l'elemento fondamentale di uno spettacolo tradizionale vietnamita.
    L’impossibilità di lavorare nei campi allagati dai monsoni ha comportato, e comporta ancora oggi, una completa sospensione del normale svolgersi della vita quotidiana. Durante questa pausa obbligata, i contadini del delta del Fiume Rosso assistevano agli spettacoli delle marionette sull’acqua per allietare (e per consumare) la propria giornata.
    Originario dei villaggi della regione settentrionale del Delta del Fiume Rosso, il teatro delle marionette sull'acqua attuale è l'adattamento al gusto moderno degli spettacoli tradizionali risalenti all'XI secolo. Tra le più note, le marionette sull'acqua di Thang Long e il teatro delle marionette sull'acqua di Hanoi, vicino al lago di Hoan Kiem.
    Come in altri spettacoli tradizionali vietnamiti, lo spettacolo inizia con un attacco musicale, a creare un'atmosfera gioiosa. L'orchestra, a differenza dello spettacolo delle origini, è oggi composta da musicisti professionisti.



    la scena e' una piccola piscina .
    i burattinai sono nascosti dietro il sipario di bambu'



    una scena che racconta la vita quotidiana



    i burattinai a fine spettacolo che ringraziano il pubblico
     
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  8. gheagabry
     
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    “Il Vietnam ci ha dato la coscienza d’essere uomini”
    (Oriana Fallaci)


    VIETNAM


    Il Vietnam confina con la Cambogia, il Laos e la Cina e si estende per 1600 km lungo la costa orientale della penisola indocinese. Le aree maggiormente coltivate del paese sono il delta del Fiume Rosso (15.000 kmq) a nord e il delta del Mekong (60.000 kmq) a sud. Tre quarti del territorio vietnamita sono costituiti da zone montane e da rilievi collinari; la cima più alta è il Fansipan (3143 m) nella regione nord-occidentale. Nel paese sono inoltre presenti pianure dal clima equatoriale, altipiani elevati dal clima temperato e cime alpine. Nonostante la grande varietà, la fauna vietnamita è in rapido declino a causa della distruzione dell'habitat e della caccia di frodo. Le foreste coprono ormai meno del 30% del territorio e tale percentuale è destinata a scendere a causa delle pratiche agricole che privilegiano il disboscamento e l'incendio del terreno e dell'eccessivo sfruttamento del suolo. Tra le specie animali ricordiamo l'elefante, il rinoceronte, la tigre, il leopardo, l'orso tibetano e malese, il gibbone, il coccodrillo e la tartaruga. In Vietnam ci sono cinque parchi nazionali: il Cat Ba, il Lago di Ba Be e il Cuc Phuong nel nord, il Bach Ma nel centro e il Nam Cat Tien nel sud. Nel tentativo di evitare una catastrofe ecologica e idrogeologica, il governo ha deciso di proteggere decine di migliaia di chilometri quadrati di foresta e di creare 87 aree protette, tra parchi nazionali e riserve naturali.
    Nonostante il Vietnam sia situato all'interno della zona tropicale, il clima è assai vario, con inverni gelidi sulle colline settentrionali ed estate perenne nel delta del Mekong. A livello del mare, la temperatura media annua è pari a circa 27° nella parte meridionale del paese e a 21° nella parte settentrionale.

    Il Vietnam ha vissuto una sorta di boom economico dopo la guerra, ma negli anni recenti l'economia ha rallentato e il paese si trova di fronte a un bivio, anche se alcuni commentatori prevedono che il Vietnam sarà la prossima 'tigre asiatica'.
    Nel 2001 l'Assemblea nazionale ha approvato un accordo commerciale che apre il mercato statunitense ai beni e ai servizi vietnamiti. Le esportazioni vietnamite del settore tessile-abbigliamento nel primo semestre del 2002 hanno registrato un incremento del 3% (990 milioni di dollari USA) rispetto al 2001. Verso gli USA le esportazioni hanno raggiunto i 100 milioni di dollari e si prevede un ulteriore aumento fino a raggiungere i 300 milioni nel corso dell'anno.


    La vita del popolo vietnamita è stata influenzata da quattro grandi religioni e filosofie: il confucianesimo, il taoismo, il buddhismo e il cristianesimo. Nel corso dei secoli, le prime tre si sono unite con le credenze popolari cinesi e con l'antica tradizione animista del paese per formare il Tam Giao, o 'triplice religione'.
    La lingua vietnamita (kinh) è una lingua monosillabica e tonale, un ibrido di idiomi mon-khmer, tai e cinesi. I vietnamiti hanno però cambiato una buona percentuale di quelli che sono i termini principali della loro lingua. Tutte le minoranze etniche hanno poi un loro particolare dialetto. Alcune etnie vietnamite avevano sviluppato un proprio sistema di scrittura, che poi si è perso con il passare del tempo. Quello più usato nell’antichità, soprattutto nel commercio, nell’istruzione e nella burocrazia, era l’han (cinese), che fu utilizzato fino agli inizi del XX° secolo. Dall’VIII° secolo, parallelamente all’uso dell’han, i Vietnamiti svilupparono un proprio sistema di scrittura, il nom, che usava gli ideogrammi cinesi per indicare suoni del linguaggio vietnamita. La diffusione di questa scrittura segnò la maturazione di una coscienza nazionale ed il successivo sviluppo di una vera e propria letteratura vietnamita, di cui sono importanti esempi il poema epico chiamato “de dat, de nuoc” dell’etnia Moung o il poema “xong chu xon xao” dell’etnia Thai. Le lingue straniere più conosciute sono il cinese (cantonese e mandarino), il francese (eredità del passato dominio coloniale), l'inglese ed il russo.

    La cucina vietnamita è particolarmente varia: si dice che vi siano almeno 500 piatti tradizionali, da quelli a base di carni esotiche come quelle di pipistrello, cobra e pangolino fino a fantasiose ricette vegetariane (spesso cucinate per contenere la stessa carne e il pesce). Il piatto classico vietnamita è però costituito da riso in bianco accompagnato da verdure, carne, pesce, spezie e intingoli vari. Tra gli spuntini più comuni vi sono gli involtini primavera e le frittelle di riso, oltre alle onnipresenti zuppe con anguille e vermicelli, pollo spezzettato e speziato. Tra i frutti più singolari ricordiamo il frutto del drago verde, il jojoba, i cachi, il longan, il mangostano, il pompelmo, la ciliegia a tre semi e la mela d'acqua.

    La sera, passeggiando,
    contemplo il mondo, l’attimo di un volo d’uccello.
    Mille autunni sono passati,
    il volto dell’acqua è sempre uguale.
    Mille generazioni hanno contemplato la luna,
    sempre uguale a se stessa.
    Soltanto il cuore dell’uomo
    rimane insondabile.
    (Nguyen Trai, XV secolo)


    Le vicende del Viet Nam escono dal mito e dalla leggenda nel 258 a.C.quando il re An Duong fonda il regno di Au Lac e pone la sua capitale a Co-loa. Oggi, a pochi chilometri da Hanoi, sono ancora visibili i resti di questa cittadella circondata da una muraglia avvolta a spirale che gli conferisce la forma di una conchiglia. Dal fondo di questa conchiglia sgorga il flusso di eventi storici che hanno visto nel Paese dei Viet un continuo succedersi di invasioni e dominazioni straniere, di lunghe guerre di liberazione e di sofferte vittorie finali. Ancora in molte persone il Viet Nam evoca la guerra contro gli Americani e la memoria è sollecitata dalle immagini di film ormai entrati nella storia del cinema come “Apocalipse Now” o “Il cacciatore”. Nel Viet Nam di oggi resta la memoria di quegli eventi, ma le immagini sono ormai confinate nelle sale del Museo Militare di Hanoi o in quello delle Armi di Saigon oppure nel reticolo di gallerie della cittadella sotterranea dei Vietcong a Cu Chi. Per Ho Chi Minh è stato eretto un Mausoleo, ma centinaia sono le pagode dedicate al culto del Buddha ed i templi in cui si onora l’Imperatore della Montagna di Giada: stupende costruzioni lignee le più antiche delle quali risalgono all’anno mille e dietro i cui portali si scopre una fantastica statuaria policroma raffigurante Bodhisattva, genii protettori, spiriti delle forze cosmiche, Immortali e antichi guerrieri. Nel centro del paese, poi, accanto alla perfezione geomantica della Cittadella di Hué sopravvivono i resti delle opere dell’antico popolo dei Cham che non solo seppero sfidare e tenere testa al potente Impero khmer ma rivaleggiarono anche con gli artefici di Angkor creando un’arte, una architettura e una scultura che non può non far parte del patrimonio dell’ umanità.
    La suggestione degli ancestrali costumi ed usi delle minoranze etniche, il grandioso delta del Mekong, la magia dei mille faraglioni e scogli della baia di Halong, le lunghe e incontaminate spiagge del Mare dell’Est, i sampan del Fiume dei Profumi, lo smeraldo delle risaie e le mille immagini di una antica civiltà contadina, tutto questo, ed altro ancora, riempie lo scenario che attraversa il viaggiatore che giunge nel “Paese del Sud dei Viet”.
    (Claudio Bussolino - VIETNAM: dal delta del Mekong ai mille faraglioni di Halong)

    ...la storia...


    Se le leggende vietnamite fanno risalire la storia del Vietnam a oltre 4.000 anni fa, le uniche fonti certe datano le sue origini a 2.700 anni fa. Dal I al VI secolo d.C., la fascia meridionale dell'attuale Vietnam faceva parte del regno di Funan, influenzato dalla cultura indiana. Il regno hindu di Champa si sviluppò nelle vicinanze di quella che è oggi la città di Danang alla fine del II secolo e, prima dell'VIII secolo, si era ingrandito verso sud fino a includere l'attuale zona di Nha Trang. La zona del delta del Fiume Rosso fu invece conquistata dai cinesi nel II secolo: essi vi restarono per quasi 1000 anni. Per gran parte della sua storia il Vietnam rimase comunque uno stato vassallo della Cina, riuscendo però, sotto la guida della dinastia Tr’n e del condottiero Tran Quoc Tuan, a respingere per tre volte l'invasione dei Mongoli nel 1258, 1285 e 1288, durante la Dinastia Yuan, nella stessa epoca in cui anche la Cina si trovava sotto la dominazione mongola. Queste vittorie lasciarono presagire non solo l'inizio del declino dell'Impero Mongolo, ma soprattutto l’ascesa di una potenza regionale del Vietnam (Dai -“grande”- Viet era il nome del paese dal XI° al XVIII° sec.). Questa non solo contrastò diplomaticamente e, quando fu necessario, anche militarmente le mire espansionistiche della Cina, ma continuerà la sua espansione verso sud, fino ai regni di Cham Pa e del Siam, che all'epoca comprendevano la Thailandia, la Cambogia e la parte meridionale del Vietnam attuale).
    Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il Giappone occupò il Vietnam e l’unica formazione politica che riuscirà ad opporre un’energica resistenza agli occupanti sarà quella comunista guidata da Ho Chi Min. A fine guerra, nel 1945, il leader del partito comunista vietnamita, dichiarando nullo il trattato di protettorato siglato nel 1883 con la Francia, proclamò l’indipendenza del Paese. L'intervento militare francese per ripristinare il controllo sul Paese, aprì poi un lungo conflitto (Guerra d’Indocina) che si concluse con la sconfitta militare francese a Dien Bien Phu nel maggio del 1954.
    Gli Accordi di Ginevra stabilirono una momentanea divisione del Paese in due, segnata dal fiume Ban Hai. Questa linea di demarcazione non separava però semplicemente due circoscrizioni amministrative, ma due realtà antagoniste per ideologia politica e programmi sociali: a Nord il comunismo di Ho Chi Min, appoggiato dalla Repubblica Popolare Cinese e dall'Unione Sovietica, a Sud il regime conservatore dell'imperatore Bao Dai e del suo primo ministro Ngo Dinh Diem, sostenuto dagli Stati Uniti USA (che si attenevano alla strategia del "contenimento del comunismo"), Australia e altri Paesi Occidentali. Due anni più tardi, nel 1956, una consultazione elettorale congiunta avrebbe dovuto riunificare il Paese, ma Ngo Dihn Diem, rifiutandosi di tenere libere elezioni, fece della linea di Ben Hai il confine definitivo tra il Vietnam del Sud e quello del Nord. Le divisioni politiche e ideologiche portarono però rapidamente il Vietnam a una nuova guerra. Nel 1960 il Fronte per la Liberazione Nazionale e i guerriglieri facenti riferimento al Partito Comunista, si unirono in un’unica formazione politica, i Viet Cong, con lo scopo di combattere Diem. Nel 1963 Diem venne assassinato e le truppe di Hanoi iniziarono ad infiltrarsi nel Sud del Paese. Nel 1965 il regime di Saigon versava in una situazione disperata ed è in questo contesto che gli stessi americani, in quel momento di stanza in Sud Corea, Nuova Zelanda, Thailandia e Australia, decisero di intervenire con contingenti propri e alleati. La pace di Parigi del 27 gennaio 1973 sancì un immediato cessate il fuoco, il rilascio dei prigionieri di guerra e la sovranità di entrambi gli Stati. Tuttavia, nel gennaio 1974, le ostilità ripresero e, in questa occasione, gli Stati Uniti non intervennero in base a quanto stabilito dalla War Powers Resolution. Saigon capitolò di fronte alle forze filocomuniste solo il 30 aprile 1975. Un anno dopo, il Vietnam fu ufficialmente riunificato sotto il controllo del governo del Nord con il nome di "Repubblica Socialista del Vietnam".
    Ebbe così inizio un periodo molto duro per il Paese. Ai vietnamiti del Sud, ritenuti collaborazionisti degli americani, i viet cong non risparmiarono nulla, dando così origine ad un’ondata migratoria senza equiparazioni nel sud-est asiatico. Nel 1979, il Vietnam invase la Cambogia e depose il dittatore Pol Pot, ridando stabilità al vicino paese. Tuttavia, un solo mese dopo, fu il Vietnam stesso a subire il tentativo di invasione da parte della Cina. La guerra sino-vietnamita durò solo 17 giorni, ma questi furono sufficienti a creare una pesante atmosfera di diffidenza tra i due Paesi. La fine della guerra fredda e la disgregazione dell'Unione Sovietica nel 1991 portarono a un riavvicinamento tra il Vietnam e l'Occidente, con l’apertura agli investimenti stranieri e la partecipazione all’ASEAN.. Nel 1995 anche gli USA rinunciarono alla loro politica di intransigenza e riallacciarono le relazioni diplomatiche con Hanoi, anche se la collaborazione ha mostrato la sua debolezza quando Hanoi ha rifiutato di firmare accordi commerciali con gli USA nel 1999.

    Ogni anno, in primavera,
    piantano alberi, come raccomandava lo “zio Ho”
    (il presidente Ho Chi Minh).
    Dice un proverbio vietnamita:
    “Per un profitto di 10 anni, pianta un albero.
    Per un profitto di 100 anni, coltiva un uomo”.
    Lo “zio Ho” voleva educare i bambini
    non solo a piantare alberi
    ma anche a coltivare se stessi,
    e diventare i cittadini della società futura.


    ....miti e leggende....


    Le leggendarie origini del Vietnam. In un chiaro mattino , Lac Long Quan, il potente Drago, Signore delle Acque, sposò Au Co, l'Immortale Uccello Terrestre. Au Co, diede al suo sposo cento uova da cui nacquero cento giganti. Un giorno il Signore delle Acque disse alla sua consorte: "Io sono della razza dei Draghi, tu sei della razza degli Immortali. L'acqua ed il fuoco si distruggono; poiché è difficile vivere in buona armonia, dobbiamo separarci". Metà dei figli ritornò con la madre sulle montagne e l'altra metà seguì il padre per stabilirsi in riva al Mare Orientale. Fu così che, secondo la narrazione leggendaria descritta ne "I racconti straordinari del Linh Nam", - il libro della tradizione folcloristica, risalente al XVI° secolo - ebbero origine il Vietnam ed il suo popolo, suddiviso dunque nella gente delle pianure e delle montagne.

    Le Thai To (Le Loi) era un antico re guerriero Vietnamita vissuto nel 1400. Abile combattente si narra avesse una spada molto speciale, che le era stata donata dal Dio Tartaruga Dorato (Kim Qui). Con questa, Le Loi combatté molte battaglie vittoriose contro la Dinastia dei Ming ed ottenne infine l’indipendenza del Vietnam dall’Impero Cinese. Vinta la guerra, Le Thai To si recava spesso sul lago Luc Thuy (Lago Verde situato a Sud di Hanoi) per esercitarsi con la sua spada e praticare esercizi marziali. Un giorno una tartaruga gigantesca emerse dall'acqua gli implorò di restituire la spada al Re Dragone legittimo proprietario. Il saggio Le Thai To non dovendo più difendersi dai cinesi decise di accettare. La spada iniziò a fluttuare nell'aria e a dirigersi verso la tartaruga. Con la spada in bocca la tartaruga si rituffò nel lago ringraziando . Da allora il lago è stato chiamato Ho Hoan Kiem ("lago della spada restituita") e in cambio seguirono innumerevoli anni di benessere e fertilità delle terre.
    Secondo il folklore locale la comparsa della tartaruga gigante del lago di Hanoi avviene solo in occasioni speciali o per un evento straordinario. Ancora oggi si dice che qualcuno, ogni tanto, veda la tartaruga emergere dal lago: ciò porta molta fortuna. Avendo il guscio curvo sopra, come il cielo, e quadrato sotto, come la terra (secondo la tradizione vietnamita cielo e terra hanno questa forma) e ospitando la creatura vivente al centro, la tartaruga raffigura il cosmo intero. È anche protettrice dei letterati: nella prima Università vietnamita, nata intorno al 1070, è possibile vedere le steli di pietra dedicate ai laureati poste sopra delle statue raffiguranti una tartaruga. In Vietnam, la tartaruga non è solo il simbolo di longevità e immortalità, ma anche quello della trasmissione dei valori spirituali nella tradizione vietnamita. Si può trovare la sua raffigurazione dappertutto, in particolare nelle case comunali, pagode e templi. Viene utilizzata al tempio della letteratura (Van Mieu) per innalzare incensi che lodando i meriti dei vincitori di concorsi nazionali. Nei templi e nelle case, si vede spesso la statua di una tartaruga portare una gru sulla sua schiena. Vi è un innegabile somiglianza tra questa e l’uccello trampoliere con un lungo becco trovato su di bronzeo tamburo di Ðong Son. L'immagine della gru sul retro della tartaruga probabilmente riflette il carattere permanente di tutte le credenze religiose derivanti dalla civiltà Van Lang attraverso il tempo. L'onnipresenza della tartaruga nella storia e nella cultura vietnamita non deriva dalla lunga dominazione dei cinesi, né da altre cause ma potrebbe risultare dal fatto che il regno di Van Lang dovrebbero essere situato in una zona popolata da grandi tartarughe.


    Sotto la dinastia di Re Hung Vuong VI, il Van Lang era un regno prospero e pacifico. Il Monte Tan Viên innalzava fino alle nuvole la sua maestosa vetta. Il Fiume Hong Hà (il Fiume Rosso) spingeva impetuoso i suoi flutti verso il mare, e incessantemente le navi mercantili si muovevano lungo il suo corso. Le verdi risaie si estendevano a perdita d'occhio fino all'orizzonte. Ma improvvisamente gli "Ân" dalla Cina invasero il regno di Van lang. I villaggi furono incendiati, e la popolazione massacrata. La barbarie s'installò in tutto il paese oramai devastato e saccheggiato. L'esercito reale era impotente, sopraffatto dalla situazione. Il re inviò i suoi emissari in tutto il regno per cercare il "Cavaliere Bianco" che avrebbe potuto salvare il Paese. Ma gli inviati ritornarono a mani vuote. In quell'epoca, nel villaggio di Phù Ðong, una coppia sterile, dopo molte preghiere in vari templi e pagode, riuscì a dare alla luce un bambino a cui venne dato il nome Giong. A 3 anni Giong non poteva né ridere, né parlare e non riusciva nemmeno a camminare. Un giorno, un emissario del re arrivò al villaggio per lanciare il messaggio. Nell'udire la proclamazione, Giong si alzò solidamente in pedi e disse ai genitori: "..Papà, mamma, voglio parlare con l'iviato del re, invitatelo nella nostra casa". I genitori, felici e sorpresi nello stesso tempo chiesero all'emissario del re di andare a parlare con Giong. Quando l'emissario arrivò, Giong gli disse: "Che il re mi prepari un cavallo, un'armatura ed una frusta, il tutto in ferro. Con queste cose, io caccerò gli "Ân" fuori dal regno". L'emissario sorpreso da tanta fermezza, salutò il bambino e fece ritorno nella capitale. Dopo aver ascoltato l'emissario, il re decise di utilizzare tutte le riserve di ferro e mobilitò tutti i fabbri del regno i quali dovettero lavorare giorno e notte per soddisfare le richieste di Giong. Nel frattempo, al villaggio Phù Ðong, Giong mangiava sempre di più. Gli abitanti si facevano in quattro per nutrirlo. Giong, continuando a mangiare cresceva a vista d'occhio, diventando rapidamente un gigante. Infine, un giorno, Giong ricevette tutto ciò che aveva richiesto. Allora egli si alzò, indossò l'armatura, prese la frusta e salì sul suo cavallo di ferro. Tutti, soldati e contadini lo acclamavano. Molti erano i volontari disposti a partire al suo seguito per combattere gli invasori. Al primo colpo di redini, il colossale cavallo si impennò, nitrì e sputò fuoco. La folla, soldati e uomini del villaggio, seguirono dietro il cavaliere. Essi portavano stendardi e lance, e, brandendo le loro armi, erano pronti a scacciare il nemico. Quando vide gli invasori An, Giong piombò su di loro. Il suo cavallo sputando fuoco bruciò i nemici. Con la sua frusta, Giong li abbattè spargendo i loro cadaveri tutto intorno al suolo. Il rinforzo degli invasori arrivò assieme ai loro più valorosi generali. Sul suo cavallo, Giong si battè così energicamente che la sua frusta di ferro si fracassò. Dirigendosi verso la foresta nei pressi del campo di battaglia, Giong prese dei bambù per continuare a combattere gli invasori sterminandoli fino all'ultimo soldato. Secondo la leggenda, in questa foresta cresce, da allora, una varietà di bambù di color avorio, rara e preziosa, chiamata "Bambù Ðang ngà". Dopo il suo trionfo, Giong ordinò alle sue truppe di ritornare nella capitale e annunciare la buona notizia al re. Quindi si diresse verso la cima della montagna Sóc Son, da dove dopo aver lasciato la sua armatura, s'involò verso il Cielo sul suo cavallo di ferro. Il re Hùng Vuong considerando Giong come un inviato mandato dal Cielo per vincere gli An e salvare il regno, decise di conferirgli il titolo di "Genio di Phù Ðong" e fece costruire un tempio in suo onore. Questo tempio esiste tuttora, ed una festa in suo onore è celebrata tutti gli anni il giorno nove del quarto mese lunare, è la "Festa di Giong". (hoalu.it)

    NÓN LÁ
    I cappelli a cono


    Il Vietnam senza il suo cappello a cono (chiamato nón lá) è come la City londinese senza bombetta, il messico senza sombrero, i paesi baschi senza… basco! È un simbolo quasi patriottico: il copricapo nazionale di una terra di riso e acqua. Un capolavoro semplice, efficiente, leggero ed elegante. Semplice perché composto da poche foglie secche di palma latania (Latania lontaroides) unite tra loro su un cerchio di base. Efficiente perché protegge dal sole e dalla pioggia (è impermeabile). Ciò spiega il suo successo in tutte le risaie del paese! Leggero perché naturale. Elegante, e aggiungiamo poetico, perché talvolta porta alcuni versi disegnati in filigrana. Attraverso i secoli, il "nón lá", è rimasto un oggetto della quotidianità delle donne vietnamite. Il nón lá è rappresentato spesso su oggetti molto antichi come i tamburi di bronzo Ngoc Lu e i vasi di bronzo di Dao Thinh, datati da 2.500 a 3.000 anni fa. Con il passare del tempo, non vi sono stati molti cambiamenti nello stile e nei materiali. Originariamente, il nón lá era tessuto e intrecciato. Solo nel III secolo a.C. quando si cominciò ad utilizzare il ferro, che si iniziò ad utilizzare gli aghi per cucire le foglie del nón lá. I materiali per la produzione sono tra i più semplici, il principale dei quali è dato dalle foglie e dalle fibre della palma Moc (quest’ultimo è ora sostituito dal filo di nylon). Il telaio è di bambù. Inizialmente, gli artigiani devono trattare le foglie mettendole di piatto su una piastra di ferro caldo pressandole ad una temperatura specifica, facendo in modo da non bruciarle. Un riscaldamento insufficiente, non permetterà però di raggiungere l’adeguata forma piatta alle foglie. Le foglie sono poi affumicate con lo zolfo sfumando così al bianco e diventando resistenti alla muffa.
    I bambù sono tagliati in senso longitudinale e vengono utilizzati per costruire i telai. Vengono poi affumicati per resistere alle termiti e ad altri insetti nocivi per il legno. Vi sono molti villaggi specializzati nella produzione dei cappelli a cono, tra cui Chuông, nel distretto di Thanh Oai 30 km dal centro di Hanoi famosa per i suoi prodotti di qualità. La struttura del nón lá, è composta da 16 cerchi di bambù. Il loro numero è rimasto invariato per molto tempo. La loro bellezza dipende molto dalla bravura degli artigiani.
    Esistono molti tipi di nón lá, come il nón thung rông vành (canestro a forma di cappello a cono), il nón ba tâm (cappello a forma piatta con frange). Alle volte uno specchio è situato all’interno del nón lá. Sotto le foglie bianche quasi trasparenti, come in filigrana, si può intravedere una poesia popolare, o l’immagine di un tempio. Questo tipo di nón lá è conosciuto come Bài tho. Il nón lá si abbina perfettamente con la tunica tradizionale chiamata Áo dài. Le vietnamite indossando questo copricapo diventano più morbide, eleganti e sensibili. Viene indossato sia per andare a lavorare nei campi, che al mercato o per partecipare alle feste. (hoalu.it)

    IL DONG HANG
    Il bilanciere


    Tanta gente, ma specialmente donne contadine, girano con il dong hang sulla spalla portando carichi diversissimi. E questo, il contenuto del dong hang, spesso è il negozio ambulante. I proprietari girano sempre, perché se si fermano può accadere che i poliziotti, su istigazione dei commercianti in sede fissa, li considerino "commercianti in sede fissa" che non hanno pagato la tassa per l'esercizio e, oltre a multarli, gli confiscano dong hang e merce.
    Fondato sul principio della vecchia bilancia, il dong hang, questo sistema tradizionale per trasportare merci, è vecchio quanto il paese stesso, è composto da due panieri di bambù o giunco appesi con la corda o il filo di ferro all'estremità di una canna lunga circa 1,50 m. che il portatore si poggia su una spalla. La resistenza e la flessibilità del bambù permettono di portare carichi molto pesanti. I cesti appesi alle due estremità sono rotondi, con diametro di circa 60 centimetri. Sono costruiti intrecciando cortecce di bambù con un rametto, pure di bambù, che funge da "anima" per la bocca del cesto; i bordi sono abbastanza alti per contenere comodamente qualsiasi merce. Ogni cesto è appeso al bilanciere con quattro stringhe vegetali, rigide, montate simmetricamente. La rigidità delle stringhe consente che, quando il portatore si ferma, i cesti possano essere posati per terra facendo rimanere alto il bilanciere: il portatore con un lieve piegamento si "sfila" da sotto al bilanciere e, quando riparte, con analogo piccolo movimento pone di nuovo la spalla sotto il bilanciere. Due piccoli risalti alle estremità del bilanciere impediscono ai cesti di scivolare. É uno strumento di trasporto antichissimo e le sue caratteristiche sono frutto di una esperienza millenaria. Nei cesti mettono non solo riso (alimento consacrato dal proverbio: "Per fare la guerra, ci vuole il riso; per fare la pace, ci vuole ancora il riso"), ma patate, mais, manioca, banane, arance, litchi, frutti della passione o sale raccolto nelle saline di Ha Tien, sul delta del Mekong, e di Thai Binh a nord. Una persona trasporta con il dong hang fino ad una ottantina di chili, quaranta per ogni cesto ma, per portarlo, deve camminare "per saltelli": infatti, facendo oscillare lievemente il bilanciere di bambù quando alza il piede attiva l'elasticità del bambù facendolo funzionare come una sorta di "balestra" che "ritorna verso l'alto" così producendo una piccola diminuzione del peso dei cesti.
    I portatori di dong hang circolano sugli affollati marciapiedi con grande abilità, senza urtare nessuno, continuando a camminare anche mentre cambiano spalla ogni tanto e "dirigendo" i bilancieri con gesti eleganti con la mano sul cesto posteriore. Il bilanciere serve decisamente a tutto, anche a metterci dentro i bambini! Per i locali il bilanciere messo in verticale somiglia alla forma del Vietnam: i due canestri evocano i due delta a forma di zampa d’oca, a nord quello del Fiume Rosso, a sud quello del Mekong. Costituiscono le due riserve di riso della nazione e sono uniti da una sottile striscia di terra a S, che simboleggia la torsione del sostegno. (hoalu.it)


    Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da tè ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l'amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove.
    La miniera è esattamente la dove si è: basta scavare.(Terzari)

     
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  9. gheagabry
     
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    LA BAIA DI HA LONG



    A 164 km dalla capitale Ha Noi e non lontano dal confine con la Cina, sorge un luogo di bellezza incantata e sublime, di tale bellezza da essere non solo patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1994, ma anche, dall’11 Novembre 2011 “seconda meraviglia della natura del mondo” (si intende propriamente “meraviglia della natura”, dunque differente dalle sette meraviglie tradizionali); composto da una moltitudine di isole calcaree e isolotti che sorgono dal mare, in una varietà di forme e dimensioni e la presentazione pittoresco, natura incontaminata, Ha Long Bay è un paesaggio marino spettacolare scolpito dalla natura. La struttura mantiene un elevato livello di naturalità, e nonostante la sua lunga storia di uso umano, non è seriamente degradato. Eccezionali caratteristiche di questa struttura includono le magnifiche colonne torreggianti calcaree e tacche associati, archi e grotte, che sono eccezionalmente ben sviluppato e tra i migliori presentati nel loro genere nel mondo.
    In lingua vietnamita il termine “Hạ Long” significa inoltre “dove il drago scende in mare”. E' un’insenatura del golfo di Tonchino, nel Vietnam nord-orientale, fa parte della provincia di Quang Ninh. La baia occupa 120 km di costa e copre un’area di circa 1553 km², con circa 1969 isolotti. Questi isolotti sono di calcare monolitico, ed ognuno di essi è ricoperto da fitta vegetazione, che è come se si ergesse dall’oceano stesso; molte delle isole sono poi vuote, e contengono enormi grotte; Hang Đầu Gỗ contiene ad esempio la più grande grotta della baia che, dagli esploratori francesi che la visitarono nel XIX secolo, fu denominata “Grotte des Merveilles”: le sue tre grandi camere contengono inoltre numerose grosse stalattiti e stalagmiti. Oltre ad Hang Đầu Gỗ ci sono due grandi isole, Tuan Chau e Cat Ba, con insediamenti permanenti. Alcune isole ospitano villaggi galleggianti di pescatori che setacciano le acque poco profonde alla ricerca delle 200 specie di pesci e 450 di molluschi che nuotano nella baia. La maggior parte delle isolette hanno preso il nome dalla propria forma: tra queste ci sono Voi (elefante), Ga Choi (artiglio da combattimento) e Mai Nha (tetto). Tra gli animali che le abitano ci sono poi antilopi, scimmie ed iguane. L’area protetta dall’UNESCO è delimitato da 69 punti: l’isola di Đầu Gỗ ad ovest, il lago Ba Hầm a sud e l’isola Cống Tây ad est; l’area protetta va poi dal deposito di carburante di Cái Dăm al comune di Quang Hanh. La baia è, sul piano climatico, un’isola marina con clima tropicale umido e due stagioni: un’estate calda e piovosa, ed un inverno asciutto e freddo: la temperatura media è infatti di 15 °C- 25 °C; le precipitazioni annuali variano infine tra i 2000 ed i 2200 mm.
    La baia di Ha Long ospita due ecosistemi: uno tropicale-umido con foreste pluviali di sempreverdi, l’altro marino e costiero; nella baia vivono infatti numerose specie endemiche, quali la Livistona halongensis, l’Impatiens halongensis, la Chirieta halongensis, la Chirieta hiepii, la Chirieta modesta, la Paraboea halongensis e la Alpinia calcicola. La maggior parte delle isole che punteggiano la baia ospitano poi anche numerose specie, tra cui 477 magnoliales, 12 pteris, 20 piante da paludi slate, 4 amphibia, 10 reptilia, 40 aves e 4 mammalia.
    A livello geologico, durante l’Ordoviciano ed il Siluriano (500-410 milioni di anni fa) Ha Long si trovava in mare aperto; nel Carbonifero e nel Permiano (340-250 milioni di anni fa) raggiunse poi il livello del mare. A causa dello spesso livello di calcare, di un clima caldo-umido e del lento processo tettonico, Ha Long ebbe infatti un’evoluzione carsica che durò 20 milioni di anni: questo procedimento ha dunque inevitabilmente generato le molteplici rocce carsiche All’interno delle baie di Hạ Long e Bái Tử Long ci sono poi siti archeologici quali Mê Cung e Thiên Long, resti di Pteridofite, alcuni molluschi di acqua dolce ed utensili rudimentali.
    Intorno alla baia aleggia anche una leggenda locale: molti anni fa infatti i vietnamiti stavano combattendo gli invasori cinesi: gli dei mandarono allora loro una famiglia di dragoni per aiutarli. Questi dragoni iniziarono a sputare gioielli che si trasformarono nelle isole ed isolotti che punteggiano tuttora la baia, unendoli poi per formare una muraglia contro gli invasori; i vietnamiti salvarono dunque la propria terra e la trasformarono in quello che poi sarebbe diventato l’attuale Vietnam. Il luogo in cui atterrò il dragone madre venne chiamato Hạ Long, il luogo in cui arrivarono i figli prese invece il nome di Bái Tử Long (Bái: essere al seguito di, Tử: figli, Long: dragone), ed il posto in cui i figli agitarono violentemente le proprie code venne chiamato Bạch Long Vỹ (Bạch: colore bianco della schiuma, Long: dragone, Vỹ: coda).
    Nel periodo feudale, Ha Long è stata teatro di battaglie navali tra il Vietnam e le potenze vicine. In tre occasioni nel labirinto dei canali del fiume Bach Dang, vicino alle isole, l'esercito vietnamita fermò lo sbarco di quello cinese. Nel 1288 il generale Tran Hung Dao fermò le navi mongole nei pressi del fiume Bach Dang River. Vennero piazzati dei pali in legno con punte d'acciaio durante l'alta marea, affondando la flotta di Dubhai Khan.
    Durante la Guerra del Vietnam molti dei canali tra le isole vennero minati dalla marina degli Stati Uniti, ed alcuni sono tuttora un rischio per la navigazione.
    (meteoweb.eu, web)
     
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  10. tomiva57
     
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    Il tempio di montagna di giada ( Den Ngoc Son)


    Un punto molto centrale e attira tanti visitatori e’ il tempio di montagna di giada. Facilmente riconoscibile da il ponte rosso collega la riva con l’isola sopra cui erige il tempio.

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    Il tempio e’ stato costruito nel 14 secolo durante la dinastia dei Tran per la venerazione dei caduti durante la guerra contro i Mongoli.
    Il tempio Ngoc son ha un ruolo sacro nella mentalità del popolo Viet. Il luogo ha un legame stretto con la leggenda della restituzione della spada magica alla dea Kim Quy, la tartaruga d’oro. Il re Le Loi aveva prestito la spada magica durante la rivolta contro i Ming cinesi. Dopo la vittoria, La restituì nel lago e dall'ora in poi, il nome e’ cambiato a lago della spada restituita.
    E’ un tempio taoista, o il culto dei personaggi della storia Vietnam e Cina. Durante la dinastia Nguyen, il confucianesimo aveva un ruolo fondamentale della società e perciò, il tempio e’ diventato la venerazione dei santi confuciani. Qui possiamo vedere una sincretica religione tra confucianesimo e taoismo.
    All'ingresso del tempio ce’ una torre di 5 piani e una penna verticale puntando sul cielo. Sopra la torre il mandarino Nguyen Sieu ha scritto la frase “scrivere sul cielo azzurro”. Volevano esprimere il significato di educazione che rende molto importante anche a cielo.
    Un piccolo tempietto animista e’ un simbolo dell’animismo locale. Tante figure popolari come la tigre bianca, il drago, la fenice, sono travate in questo tempio come una collezione ricca della storia.
    Passa il ponte rosso con il nome “ il luogo di attesa dell’aurora” all’ingresso ai lati ci sono bassorilievi di tartaruga portando timbro e spada che rappresentando il potere governativo, il cavallo drago porta un simbolo dei mutamenti.

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    Nel cortile del tempio si trova il padiglione di raccolto della luna, il luogo molto frequentato da anziani che giocano agli scacchi cinesi per ore. Dal il padiglione si vede la torre di tartaruga a mezzo di lago e diventa misterioso e magico durante la notte di luna piena. A volte, emerge la gigantesca tartaruga di specie Rafetus Leloi.

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    Dentro il tempio il panteon di altare ha una varietà di santi. All'infondo c’e’ la statua di santo Van Xuong, il santo di letteratura o la stella di letteratura della costellazione. Gli antichi astrologi cinesi credevano sulle stelle che influenzano tutte attività terresti.
    La seconda statua e’ La To, un fondatore del taoismo religioso, l’arte di elisir d’immortalità, e la scuola di meditazione taoista. Secondo la leggenda, lui divento’ immortale.
    Terza statua e’ Quan Vu, un personaggio storico cinese del periodo di tre regni in Cina, un carismatico personaggio di simbolo di virtù confuciano.
    Nella stanza dietro il panteon, venera il generale Tran Hung Dao, un genio di guerra contro i Mongoli del 1285-1288, lui divento’ anche un santo protettore popolare.
    Uscendo e si vede una tartaruga gigante inbasalmata in vetro, una specie della tartaruga Rafetus Leloi del lago.
    Il lago della spada e il tempio di Montagna giada diventano una parte immancabile della cultura vietnamita e nella mentalità popolare. Un luogo simboleggia la religione e la tradizione.


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    fonte:vietnamviaggiarte.com
    foto:grandviettour.com
    - sotaydulich.com
    - vietnammoment.com
    - vietbao.vn
    - vietnamtoursholiday.com
    - minube.it
     
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  11. tomiva57
     
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    Moc Chau Plateau


    Situato all'altezza di 1050 m sul livello del mare, Moc Chau è una steppa con le colline di tè verde, la più bei campi di erba nelle zone di montagna del Nord e più ampia.


    Moc Chau ha un clima temperato. E 'fresco in estate con una temperatura media di 20 ° C, un po' freddo in autunno, il congelamento in inverno e caldo in primavera. Venendo qui in primavera, la stagione più bella in Moc Chau, i turisti avranno possibilità di contemplare il paesaggio mozzafiato di fiori che sbocciano.


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    In inverno, vi è piena di nebbia che copre oltre il colorato arancione girasoli selvatici conciliano con i fiori rossi poinsettia fiorisce lungo i bordi delle strade. Quando arriva la primavera, tutto il Moc Chau è luminoso con Colorful fioritura bianchi zucca e fiori di albicocca .


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    Calda luce del sole si sta diffondendo attraverso la steppa, e poi dà a volte modo per drizzles luce fredda. Lontano, campi di fiori di senape bianchi stanno diffondendo per quanto riguarda gli occhi potevano vedere, strisciando in colline pendenza. Arrivando a Moc Chau, i turisti possono visitare i paesaggi e conoscere meglio le culture tradizionali di Thai, Mong persone ... che vivono in questa zona.....


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    fonte:triphanoi.com
    foto:fareastour.com
    - govietnamtour.net
    - mocchautourism.com



     
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  12. tomiva57
     
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    Tour a Muong Lo .... tra le zone meno turistiche del Vietnam

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    Viaggio alla scoperta di Muong Lo e di Tu Le, villaggi sperduti tra i monti del Vietnam settentrionale dove le popolazioni locali, appartenenti prevalentemente ad etnia Thai, Muong e H'Mong vivono prevalentemente di agricoltura in quello che è considerato uno dei principali granai di tutto il Vietnam. La regione poco conosciuta dal turismo di massa e quindi le persone sono molto spontanee.


    Muong Lo (Nghia Lo) nella provincia di Yen Bai nel Vietnam settentrionale è interessante per le etnie locali, in particolare per l'etnia Thai che in tutto il Vietnam conta circa un milione di persone. Il villaggio tipico è costituito da case in legno e bambù su palafitta (la palafitta non serve per poter edificare sull'acqua, ma per sfruttare il piano sottostante come ricovero per gli animali).

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    Tingere i denti di nero in segno di bellezza, è una usanza piuttosto diffusa, anche se in realtà si riscontra sempre meno tra le nuove generazioni. Il colore nero lucido viene ottenuto con particolari tinture di origine vegetale miste a calce polverizzata.


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    Muong Lo è duo dei principali granai del Vietnam, dove si coltiva prevalentemente mais e riso in più cicli colturali l'anno.

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    Le tranquille campagne di Muong Lo in Vietnam.

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    I mercati ortofrutticoli in Vietnam rappresentano sempre un'ottima opportunità per incontrare le popolazioni locali e per imparare qualcosa di più su usi e costumi.

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    Il verme di manioca viene venduto vivo e consumato cotto in vari modi (mi riferiscono che comunque non tutti i vietnamiti li mangiano, soprattutto tra le nuove generazioni).


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    Stessa sorte tocca al baco da seta, che pare essere più prelibato rispetto al verme di manioca.

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    Alcune bancarelle invece propongono prodotti ittici di origine fluviale, che includono piccoli pesci, molluschi e crostacei di acqua dolce.


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    Al mercato non mancano le bancarelle della carne, inclusa la carne di cane (foto in basso a sinistra).

    In Vietnam è permesso il consumo di carne di cane, ma solo di alcune specie locali non considerate animali da compagnia. Le specie importate o comunque non "selvatiche", sono considerate amiche dell'uomo esattamente come nei paesi occidentali.

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    Una donna vende frutti del drago: questi sono molto dolci, saporiti e sono prodotti da una pianta stretta parente dei cactus.

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    Il viaggio nel Vietnam settentrionale prosegue tra i monti dove trovano posto pittoreschi campi di riso ospitati lungo elaborati terrazzamenti. I primi giorni di ottobre, il riso è maturo: alcune terrazze sono già state raccolte e presentano il colore marrone della terra asciutta (foto a sinistra) mentre altre sono ancora da raccogliere e sono di un bel giallo vivo (foto a destra). In questa regione del Vietnam, la maturazione del riso avviene 2-3 settimane dopo Sapa, il luogo più turistico e famoso per le risaie a terrazza (ma non per questo il più spettacolare).

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    Persone dedite alla raccolta del riso durante una splendida giornata di fine estate tra i monti del Vietnam settentrionale, importante "granaio" per tutto il Paese.

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    Il tour in Vietnam continua visitando il villaggio tradizionale di Tu Le immerso tra le campagne.

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    Il villaggio di Tu Le sorge in mezzo alla natura, tra vasti campi di riso quasi maturo. Nella foto a destra, il riso raccolto viene steso su un telo per farlo asciugare prima di eseguire la spulatura e di immagazzinarlo.


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    Le popolazioni locali sono molto spontanee e poco abiutate a vedere gli stranieri, in quanto questo luogo è (al 2014) ben fuori dai normali circuiti turistici in Vietnam. In strada tutti salutano e chiedono di essere fotografati, un vero paradiso per fotografi ed appassionati di tour etnici.

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    Una donna di etnia H'mong.




    ringrazio per la cortesia il sig. Lorenzo
    foto&fonte:http://www.viaggio-in-vietnam.it/
     
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11 replies since 28/8/2011, 13:37   1974 views
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