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carpeoro.
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Sul numero di Hera (giornale di cui sono stato direttore da marzo 2008 a maggio 2010) di giugno 2009 mi sono occupato di danze sacre. ma anche della danza in generale e dei suoi aspetti squisitamente simbolici.
La copertina era una delle più belle che avessimo pubblicato ed era opera del grande grafico Sandro Mainardi.[IMG][/IMG]
In quel numero, il mio commento, tramite un'immagine simbolica creata dal gruppo Diramazioni che pubblico sotto, aveva come titolo "La danza è la vita e la vita è una danza" e vorrei che fosse oggetto di una discussione sull'oggetto della danza, unitamente alla canzone di Battiato citata che pubblico in fondo.
Hasta la vista
Carpeoro[IMG][/IMG]
LA DANZA È LA VITA E LA VITA È UNA DANZA
La danza, il movimento del nostro corpo che insegue l'armonia, quella del mondo, quella interiore, quella degli altri. Se la prima musica creata dall'Uomo è stata quella modulata dalla propria voce, forse la danza potrebbe anche essere nata prima, atteso che la musica della Natura è stata sicuramente preesistente a noi e qualche nostro antenato l'avrà sicuramente inseguita, ben prima di farsi trascinare estasiato dal suo compagno che percuoteva per la prima volta la pelle di qualsiasi animale.
Ecco perché la danza prima di essere un contatto soltanto con il nostro sé, tramite la musica creata da noi, è il naturale collegamento dell'uno, che ognuno di noi è, con il tutto, di cui ognuno di noi è parte.
Ed ecco altresì perché la danza si è manifestata dappertutto e in ogni epoca, in ogni popolo e in ogni forma, con o senza abiti, con qualsiasi tipo di linguaggio, nei fonemi e nei silenzi, nelle azioni e nelle pause.
Nell'immagine sopra ne vedete qualcuna di queste forme, nelle piccole figure che accompagnano e sono trasportate dalla figura centrale.
Quelle sono le nostre danze, quelle di ieri, di oggi, forse ancora di domani.
Ma la figura centrale, divina nel simbolo di Shiva, non è una danza qualsiasi, è la Danza, l'eterna, ma apparente, distruzione che invece in realtà è mutamento, quindi rigenerazione.
È proprio in questo concetto la sacralità della Danza, quella divina di Shiva, che, quod superius est inferius, è anche la sacralità delle nostre danza: il mutamento, la trasformazione, quindi la Vita.
Questa è forse la chiave vera di conoscenza che la decodificazione del simbolo-danza manifesta: la vita è movimento che diventa trasformazione.
Un concetto rivoluzionario rispetto alla stravecchia distinzione della scienza ufficiale tra Mondo Organico e Mondo Inorganico.
Unicità quindi del mondo con un’unica modalità: il movimento e quindi la trasformazione.
Nello spazio tra l’immobilità ed il movimento siamo spinti a cercare uno scarto meraviglioso: la vita, ed il suo senso.
Tutto come nelle parole di una bellissima canzone di Franco Battiato dal titolo "Voglio vederti danzare":Voglio vederti danzare
come le zingare del deserto
con candelabri in testa
o come le balinesi nei giorni di festa.
Voglio vederti danzare
come i Dervisches Tourners
che girano sulle spine dorsali
o al suono di cavigliere del Katakali.
E gira tutt'intorno la stanza
mentre si danza, danza
e gira tutt'intorno la stanza
mentre si danza.
E Radio Tirana trasmette
musiche balcaniche, mentre
danzatori bulgari
a piedi nudi sui bracieri ardenti.
Nell'Islanda del nord
nelle balere estive
coppie di anziani che ballano
al ritmo di sette ottavi.
Gira tutt'intorno la stanza
mentre si danza, danza.
E gira tutt'intorno la stanza
mentre si danza.
Nei ritmi ossessivi la chiave dei riti tribali
regni di sciamani
e suonatori zingari ribelli.
Nella Bassa Padana
nelle balere estive
coppie di anziani che ballano
vecchi Valzer Viennesi.
La stanza che gira è il mondo, i danzatori siamo noi: perché una canzone sulla danza è anche una canzone sulla vita. Purché le ottave siano sempre sette.
Edited by carpeoro - 27/8/2011, 09:55.