LYRA

antichi strumenti

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  1. gheagabry
     
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    "Musica, il più grande bene che i mortali conoscano.
    E tutto ciò che del paradiso noi abbiamo quaggiù."
    (J. Addison)


    la LYRA



    Chiara risuona la voce della lyra, regina fra gli strumenti musicali medioevali, spesso rappresentata nei manoscritti in mano al Re Davide in persona. La lyra è però uno strumento dalle caratteristiche sfuggenti, raffigurato in molte miniature ma forse poco utilizzato nella pratica, quasi esprimesse più un simbolo ideale, che un oggetto reale.
    Se del legno di cui era fatta qualcosa rimane in alcuni siti archeologici, poco o nulla si sa di quali sentimenti evocasse
    quando risuonava nelle mani dei cantori.

    Le parti fondamentali della lyra sono... la cassa di risonanza, echeion, fatta con un carapace di tartaruga, poeticamente chiamata chelys (da chelone = tartaruga)...... due braccia fatte di corno o legno..... le corde, fatte di budello o tela e chiamate chordai o neurai, attaccate al chordotonion o chordotonos, fatto in legno e collocato nella parte più bassa della cassa di risonanza. Erano passate sopra un ponte chiamato magas e tirate per raggiungere lo zygon, a cui erano fissate con anelli mobili di cuoio o cotone chiamati kollaboi e kollopes.
    La lyra primitiva aveva tre corde, mentre la variante più frequentemente raffigurata nelle decorazioni vascolari ha sette corde. Un’ottava corda, che si suppone aggiunta da Pitagora, comparve nel VI secolo a.C.. Ne furono poi aggiunte altre, fino ad arrivare a dodici.




    La lyra è indubbiamente uno degli strumenti a corda più antichi d’Europa e la ritroviamo ancora tutt’oggi in numerose tradizioni musicali nord-europee
    In Galles porta il nome di crwth (mentre in Irlanda è detta cruith) ed è suonata con l’arco.
    Questo strumento, che gli studiosi sono incerti se ritenere totalmente autoctono ed attribuito all'area scandinava, compare verso il II° sec. d.C., si presenta in una forma analoga a quella attuale intorno al VII° sec., e si diffonde col nome di crotta o rotta germanica - probabilmente a causa delle invasioni vichinghe - prima nei paesi dell'Europa settentrionale, e poi nel resto d'Europa fra il 1000 ed il 1200.

    Per la mitologia greca l'inventore della lira fu Ermes, alias Mercurio. Un giorno il dio trovò all'interno della grotta una tartaruga. Dopo averla uccisa, prese il carapace, e tese al suo interno sette corde di budello di pecora, costruendo così la prima lira. Ermes la regalò poi ad Apollo, e questi al figlio Orfeo. In epoca classica, la lira era in effetti associata alle virtù apollinee di moderazione ed equilibrio, in contrapposizione al flauto, legato a Dioniso e che rappresentava estasi e celebrazione.



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  2. gheagabry
     
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    Cetra preziosa, perché cinquanta corde?
    Ogni corda, ogni ponticello, un anno di gioventù rammenta.
    Zhuang al suo risveglio confuse sé in farfalla, enigma dell’esistenza,
    Wangdi in primavera mutò in cuculo e gli affidò il suo pianto.
    Perla come una lacrima nel mar profondo di luna splende,
    terra di giada calor del sole un fumo esala.
    Quanto ancora questo sentimento per diventar ricordo?
    Soltanto quel momento ormai perso.

    Li Shangyin,
    dinastia Tang

     
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  3. gheagabry
     
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    Lira cretese




    vowhsi


    La lira cretese (in greco moderno Κρητική λύρα) è uno strumento musicale greco a corda, centrale nella musica tradizionale di Creta e di altre isole egee della Grecia. La lira cretese è considerata la più popolare forma di sopravvivenza della medievale lira bizantina.


    La lira bizantina è uno strumento musicale medievale della famiglia degli archi, a tre corde accordate ad intervalli di quinta. È sicuramente a Bisanzio, nel IX o X secolo, che si deve cercare l'origine di questo strumento. È il geografo persiano Ibn Khordadbeh che lo menziona per la prima volta, in una classificazione organologica. Secondo lo storico arabo El Messaoudi, la lira bizantina è l'equivalente del rebab arabo, con ciò confermando il Glossarium Latino-Arabicum dell'XI secolo. Secondo il compositore ottomano del XIV secolo Abdülkadir Merâgî, questo strumento era diffuso anche fra i turchi e i persiani con il nome di kemânçe-i rumî ("lira dei rumi", letteralmente "dei romani", cioè dei bizantini); tuttavia non esiste nessuna miniatura o fonte che documenti in questi Paesi uno strumento analogo prima del XVIII secolo. La più antica rappresentazione iconografica dello strumento si trova su uno scrigno bizantino d'avorio datato tra il 900 e il 1100 e conservato a Firenze. Sono stati inoltre rinvenuti due esemplari di lire bizantine risalenti all'anno 1190 durante degli scavi a Novgorod.

    Caratteristiche
    Questo strumento, dal caratteristico corpo piriforme lungo 40 cm, si presenta in due forme distinte, ossia con un fine manico senza tastiera, oppure senza manico, ma con una tastiera inclusa nella cassa di risonanza in legno; sulla tavola armonica si aprono due fori semi-circolari; la cavigliera è piatta, con i piroli retroposti; le corde sono due oppure tre, e vengono premute lateralmente con le unghie e fatte vibrare con l'archetto.

    Modo di suonare
    L'accordatura è variabile: LA-La-Re, Mi-La-Re, o altre a intervalli di quarta. Le corde si suonano premendole lateralmente con le unghie, e non al di sopra delle stesse con il polpastrello (come nel violino): di qui l'assenza della tastiera. Si ritiene che si suonasse su due corde alla volta, con la terza a fare da bordone.



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