FLAUTO

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  1. tomiva57
     
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    Flauto
    Da Wikipedia


    flauto


    Il flauto è uno strumento musicale appartenente al gruppo dei legni. A differenza di strumenti aerofoni simili come l'oboe o il clarinetto, il flauto non utilizza un'ancia, ma un labium, ovvero un "fischietto", oppure un semplice foro su cui si soffia trasversalmente.

    Il flauto, come gli altri strumenti aerofoni risonanti, produce il suono grazie all'oscillazione dell'aria contenuta nella cavità dello strumento. La vibrazione sonora, generata dalla pressione del soffio, viene modulata grazie all'apertura e alla chiusura dei fori o delle chiavi.

    Si possono distinguere varie categorie di flauti: la più comune è quella dei "flauti dolci" (a volte detti anche "flauti dritti", oppure "flauti a becco" dato che alcuni hanno un'imboccatura a forma di becco di uccello), che sono flauti diritti e a cavità aperta in cui si varia la lunghezza della colonna d'aria risuonante mediante l'apertura e la chiusura dei fori. Tuttavia, poiché in questa categoria possono essere inseriti anche tipi di flauto che non hanno necessariamente un'imboccatura "a becco" né un suono delicato e "dolce", una definizione alternativa potrebbe essere "flauto a blocco" (dal tedesco Blockflöte), o eventualmente "flauto ad anima" (in tedesco Kern(spalt)flöte), ma entrambe le espressioni non sono utilizzate normalmente in italiano.

    I "flauti traversi" sono invece caratterizzati dalla mancanza di un labium e dal fatto di essere tenuti "di traverso" rispetto all'esecutore, in genere alla sua destra (flauto traverso, flauto d'amore, ottavino).

    Vi sono poi i cosiddetti "flauti globulari", caratterizzati da una camera di risonanza tondeggiante e chiusa, non cilindrica e aperta come nella maggior parte dei flauti: dato che la cavità in cui vibra l'aria è chiusa e ha un volume costante (come nelle ocarine o nel gemshorn), si tratta, di fatto, di risuonatori di Helmholtz.



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    Il flauto di Divje Babe.

    Il flauto è probabilmente lo strumento musicale più antico. Se ne conoscono esemplari costruiti con ossa di animali, corna o avorio, risalenti al Paleolitico medio (come quello, discusso, di Divje Babe I in Slovenia) e al Paleolitico superiore: erano utilizzati circa 50.000 anni fa dall'uomo di Neanderthal per produrre melodie musicali.




    Tipi di flauto


    Flauti diritti


    flauto
    flauto dolce

    l flauto dolce (o flauto a becco) è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni, di legno. In inglese è chiamato recorder, in francese flûte à bec, in tedesco Blockflöte. Come l'ocarina e il tin whistle è uno strumento "a fischietto", in cui l'emissione del suono è provocata dall'incanalamento dell'aria in un condotto, ricavato nell'imboccatura dello strumento, che la dirige contro un bordo affilato (detto labium): l'oscillazione della colonna d'aria fra l'esterno e l'interno del labium mette in vibrazione l'aria contenuta nello strumento.






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    Flagioletto

    Il flagioletto (o fischiotto), dal francese flageolet, è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni. Il termine (a volte anche fagioletto), è utiizzato anche per indicare alcuni registri d'organo con canne labiali.

    Il flagioletto è un piccolo flauto a becco, di legno o di avorio, in uso specialmente nel XVI e XVII secolo. Il suo suono non è molto differente da quello di un flauto dolce. Il tipo più comune ha cinque fori per le dita, di cui uno posteriore per il pollice e gli altri quattro anteriori. Questa caratteristica permette di suonare anche due fischiotti contemporaneamente con entrambe le mani.

    Una variante prevede un foro ulteriore per il pollice. Il foro superiore ha la funzione di portavoce e può essere chiuso a metà per produrre note di ottava superiore.

    La sua origine si fa risalire al XII secolo, nelle descrizioni di un flauto di origine asiatica utilizzato in Francia e chiamato flageol e successivamente (dall'inizio del XVI secolo) flageolet. il flageolet divenne popolare in Francia e Inghilterra solo un secolo più tardi. Era ancora prodotto nel XIX secolo, in diverse varianti tra le quali una francese con le chiavi.

    Nel 1636 Marin Mersenne descrive un fischiotto definendolo «uno dei più gentili e agevoli [strumenti] tra tutti quelli che sono in uso», ritenendo che per il suo suono vellutato questo strumento possa essere suonato in un consort di quattro o cinque flauti .

    Il flagioletto è anche un registro dell'organo ottocentesco italiano: esso è un registro ad anima di 2' ed è generalmente nella parte bassa della tastiera. Si può abbinare all'Ottavino soprani da 2'.







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    Tin whistle (Pennywhistle)

    Il Tin whistle o pennywhistle è un flauto a fischietto, a sei fori, usato nella musica popolare delle isole Britanniche e dell'Irlanda, appartenente alla stessa famiglia del flauto dolce.
    Esemplari di tin whistle

    Il suo nome (fischietto di latta o fischietto da un soldo) deriva dal materiale più spesso usato per la sua fabbricazione (la latta: sono comunque abbastanza comuni anche esemplari fabbricati in una varietà di legni duri) e dalla economicità che ne consegue. Il fischio è nato a Manchester in Inghilterra.

    Gli esemplari più comuni sono intonati in Re (avendo come nota più grave il Re5) hanno corpo metallico cilindirico o leggermente conico: il fischietto di plastica è incollato ad una delle estremità. L'estensione del tin whistle è due ottave e, come molti strumenti usati nella musica popolare, è uno strumento diatonico: il tin whistle in Re può produrre le scale di Re maggiore e Sol maggiore. Per questo, il tin whistle è prodotto in una varietà d'intonazioni: dopo lo strumento in Re, i più comuni sono quelli intonati in Do. La diteggiatura è quasi identica a quella del flauto irlandese.

    Le dimensioni ridotte, la facilità d'emissione (la seconda ottava si ottiene con la stessa diteggiatura della prima, ma soffiando più forte nello strumento) e il prezzo contenuto fanno del tin whistle lo strumento più adottato tra i giovani che si avvicinano per la prima volta alla musica tradizionale, nonché un souvenir classico per i turisti di ritorno dall'Irlanda: il tin whistle è oggi lo strumento irlandese più diffuso nel mondo.

    Spesso considerato uno strumento minore, il tin whistle è tuttavia utilizzato, spesso con grande virtuosismo, da diversi gruppi di musica tradizionale: inoltre, la maggior parte dei flautisti lo usano come secondo strumento.

    Il Tin whistle è stato utilizzato da Howard Shore per la creazione della colonna sonora del Signore degli Anelli ed emerge particolarmente in alcuni brani come The Shire.





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    Fischietto

    Il fischietto è un semplice strumento a fiato che produce un fischio acuto (o un sibilo) attraverso la compressione di un flusso d'aria. Poiché può produrre un'unica nota, non viene in genere considerato uno strumento musicale, bensì uno strumento di segnalazione acustica. Il suono di un fischietto, acuto e potente, può infatti essere udito a notevoli distanze e anche in condizioni di forte rumore di sottofondo. Fischietti progettati in modi specifici possono assolvere ad altre funzioni; per esempio, i cacciatori usano talvolta fischietti in grado di riprodurre il richiamo di determinate specie di uccelli, e fischi con note particolarmente acute (nello spettro degli ultrasuoni) sono impiegati nell'addestramento canino.






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    Friscaletto

    Il friscaletto (o friscalettu in siciliano) è uno zufolo di canna tipico della tradizione folkloristica della Sicilia. È considerato, insieme al marranzano, al tamburello e alla quartara, uno degli strumenti simbolo della musica popolare dell'isola.

    È chiamato in maniera simile in tutta la Sicilia, eccezion fatta per il paese di San Fratello, in provincia di Messina. Qui la parlata locale risente ancora delle radici gallo-sicule e il friscaletto prende il nome di vescot.

    Un elemento fondamentale della sua struttura è il tappo (realizzato in legno di oleandro, ulivo o fico). Ha sette buchi nella parte anteriore e, pur essendo un flauto artigianale molto semplice, presenta due buchi posteriori (a differenza, ad esempio, dei flauti irlandesi).

    Il friscaletto è uno strumento che non permette variazioni volumiche di piano e forte, poiché una maggiore intensità nell'emissione del fiato ne causa inevitabilmente la stonatura della melodia. Ciascun friscaletto ha quindi la propria personalità, il proprio timbro e le proprie sfumature.

    Fa parte della famiglia degli aerofoni, essendo affine al flauto dolce. Esistono, come per gli altri flauti, friscaletti realizzati con diverse accordature. I più comuni sono accordati in do, in sol e in la.

    I più celebri friscalettari, spesso veri virtuosi dello strumento, sono (in ordine alfabetico) Rosario Altadonna, Carmelo Bruno, Raimondo Catania, Pietro Cernuto, Franco Faro, Salvo Ferlito, Alfio Leocata, Sebastiano Nanè, Antonio Putzu, Carmelo Salemi, Pippo Sgroi, Carlo Todaro, Emanuele Trigilia.






    Flauti traversi





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    flauto traverso


    tenuto orizzontalmente sotto il mento, l'ugnatura del foro è parallela al labbro, l'estremità superiore è tappata. Probabilmente è uno degli ultimi ad essere stato inventato. Oscure tracce lo farebbero risalire in Cina al IX sec. a.C., più sicura è la sua attestazione nel III° sec. d.C..

    Tutti questi tipi di strumenti (ovviamente tranne la siringa) sono stati forniti di fori di diteggiatura fin dai tempi più antichi; si poteva forse intervenire anche chiudendo la canna all'estremità al lato dell'imboccatura e far suonare i flauti aperti (obliquo ed a intaccatura?) come tubi chiusi.



    Ottavino
    Ottavino,

    L'ottavino è simile al flauto ma di dimensioni più piccole e fornisce suoni molto più acuti. Il suo timbro non possiede la dolcezza di quello del flauto, ma ne conserva il carattere brillante: ha infatti un timbro acutissimo e proprio per questo è stato utilizzato per evocare i sibili del vento durante la tempesta. Fece la comparsa nel '700, tra i flauti in orchestra, intonato un'ottava sopra al flauto ordinario.




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    Flauto soprano in sol

    È uno strumento traspositore e suona in mi♭, una terza minore sopra il flauto traverso in do. Ha un timbro più dolce rispetto al comune flauto traverso, più caldo rispetto all'ottavino. L'embouchure è leggermente ridotta rispetto al flauto in do, e l'esecuzione su questo strumento richiede una certa attenzione all'intonazione, che tende solitamente a calare nel registro medio.



    Flauto soprano in mi♭

    È uno strumento traspositore e suona in mi♭, una terza minore sopra il flauto traverso in do. Ha un timbro più dolce rispetto al comune flauto traverso, più caldo rispetto all'ottavino. L'embouchure è leggermente ridotta rispetto al flauto in do, e l'esecuzione su questo strumento richiede una certa attenzione all'intonazione, che tende solitamente a calare nel registro medio.



    Flauto d'amore

    Il flauto d'amore è uno strumento musicale della famiglia dei flauti traversi, nella quale occupa il posto del mezzosoprano, anche se a volte viene chiamato "flauto tenore". Si tratta di uno strumento traspositore, in La o in Sib; è la taglia di flauto intermedia fra il flauto traverso da concerto in Do ed il flauto contralto in Sol. L'estensione del flauto d'amore in Sib va dal Lab3 al Mi7.

    Diversamente dal flauto contralto, il rapporto fra il diametro del tubo e la lunghezza è molto simile al flauto traverso in Do; ciò permette di avere un timbro più caldo senza perdere la facilità di suono nell'ottava più alta. In rapporto, il flauto contralto ha un maggiore diametro rispetto alla lunghezza del tubo. Ciò comporta una maggiore potenza d'emissione nel registro grave, ma crea problemi all'intonazione e alla facilità di suono delle note nel registro più alto.

    Alcuni semplici flauti d'amore in Lab sono stati realizzati alla fine del XVIII secolo.





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    Flauto contralto

    Il flauto contralto è uno strumento a fiato della famiglia dei legni. È l'estensione immediatamente più grave del flauto in do. Si caratterizza per il suo caldo e distinto timbro nella porzione più bassa della sua estensione.

    Nella musica britannica il termine viene talvolta indicato in riferimento al flauto basso, e questo può creare confusione.
    Il tubo del flauto contralto è considerevolmente più spesso e lungo rispetto al flauto in do e richiede più fiato da parte dell'esecutore. Comunque fornisce una presenza dinamica maggiore nell'ottava e mezzo più bassa della sua estensione.

    Reso popolare da Theobald Boehm, legge in chiave di sol (suonando una quarta più in basso rispetto alle note scritte). La sua estensione va dal sol3 (il sol sotto il do centrale) al sol6 (4 tagli addizionali sopra il rigo in chiave di violino). La testata può essere dritta o curva.

    Entrambi hanno un sistema di chiavi Boehm (di fatto, il moderno flauto contralto è stato sviluppato da Boehm), e il fatto che sia uno strumento traspositore permette ai flautisti di suonare lo strumento senza dover imparare nuove posizioni.

    La versione con testata curva è spesso preferita dai flautisti di minore statura, perché richiede meno sforzi delle braccia e ha il baricentro dello strumento più vicino al corpo dell'esecutore. La versione dritta è più frequentemente usata per comodità e per ragioni acustiche.

    L'imboccatura è simile a quella del flauto in Do, ma proporzionata alla taglia dello strumento. Il foro dell'imboccatura sta sotto il labbro inferiore, l'apertura delle labbra è maggiore.



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    Flauto basso

    Il flauto basso è il basso della famiglia dei flauti. Legge in chiave di do, un'ottava sotto il flauto traverso.

    Data la lunghezza del tubo (circa 146 cm), ha solitamente forma a "J". Generalmente è usato solo in formazioni di flauti visto in un'orchestra sinfonica la sua voce rischia di essere coperta da quella di strumenti più sonori.





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    Flauto contrabbasso in sol,
    Flauto contrabbasso in do,


    Il flauto contrabbasso è un membro della famiglia dei flauti. Trova impiego principalmente nelle ensemble di flauti. Ha una estensione analoga a quella del flauto traverso, ma suona due ottave più in basso; la nota più bassa è due ottave sotto il do centrale (il do più basso del violoncello). Molti flauti contrabbasso in do hanno un si grave, (come molti flauti di taglia standard). I flauti contrabbasso sono disponibili solo presso alcuni fabbricanti scelti.

    Chiamato a volte il "gigante buono" della famiglia dei flauti, mantiene la facilità nei trilli e nel flautando. La facilità di arpeggio è equivalente a quella degli altri flauti. Il registro alto (dal do centrale in su) manca della forza propria dei suoi cugini; il registro più forte è compreso fra il sol1 ed il sol2.

    Il flauto contrabbasso richiede molta forza di fiato per produrre suono rispetto agli altri aerofoni, ed i compositori che scrivono per questo strumento considerano pause più frequenti tra le frasi rispetto alle scritture per flauti di taglia più ridotta. Il contributo portato dall'aggiunta del flauto contrabbasso alla composizione per cori di flauti è enorme, fornendo terreno per bassi reali e profondi.

    I musicisti contemporanei impiegano il flauto contrabbasso, come Madeleine Bischof, Pierre-Yves Artaud, Matthias Ziegler, Stefan Keller e Ned McGowan. Vinny Golia suona anche il flauto contrabbasso, assieme a tutte le altre tagliue di flauti, e ha registrato con esso un CD, Music for Like Instruments: The Flutes, in un quartetto con altri tre flautisti.

    Il flauto contrabbasso in do prodotto dalla casa giapponese Kotato & Fukushima costa 20 000$US, quello prodotto da Eva Kingma costa 16 000$US. Christian Jäger, di Monaco, ha anche progettato e realizzato un flauto contrabbasso.

    I flauti contrabbasso sono realizzati con tubi di PVC, dal costruttore di flauti olandese Jelle Hogenhuis. È riportato che mentre uno strumento in PVC potrebbe essere inferiore, tale materiale permette strumenti dal suono più forte se lo spessore delle pareti è inferiore. Il PVC permette anche un trattamento più rude, in quanto lo strumento in plastica può sbattere senza intaccarsi.






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    Flauto subcontrabbasso in sol




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    Flauto subcontrabbasso in do


    Il flauto subcontrabasso è uno degli strumenti più grandi della famiglia dei flauti. È alto oltre 1,8m ed lungo oltre 4,5m. Il termine può riferirsi a due varianti dello strumentio

    Uno strumento in Sol, una quarta sotto il flauto contrabbasso in Do e due ottave sotto il flauto contralto in Sol; chiamato a volte flauto "doppio contralto".
    Uno strumento in Do, tre ottave sotto il flauto traverso, due ottave sotto il flauto basso e un'ottava sotto il flauto contrabbasso; chiamato anche flauto "doppio contrabbasso".

    Il flauto subcontrabbasso non viene quasi mai impiegato al di fuori di ensemble di flauti. Talvolta è chiamato il "gigante buono" della famiglia dei flauti, per via del suo suono delicato. Viene realizzato solo su ordinazione, ed è costruito in metallo o in PVC.

    La casa giapponese Kotato & Fukushima ha prodotto solo quattro flauti doppio contrabbasso, venduti a 38000 dollari statunitensi.. È stata composta una sola opera appositamente per questo strumento: "Genesis I:I" per voce recitante ed orchestra, del compositore americano Adam Gilberti. Il flauto doppio contrabbasso in PVC è fabbricato dalla costruttrice di flauti olandese Jelle Hogenhuis . Nonostante sia stato progettato per essere strumento da ensemble, è stato presto scoperto da artisti solisti che ritengono soddisfi i loro propositi musicali. Ha un calibro maggiore rispetto ai modelli in metallo, è leggero (8-9 kg), economico e veloce da realizzare. Lo strumento in PVC permette di suonare il Do1 (quello del contrabbasso con l'estensione al Do) in maniera sorprendentemente facile rispetto ad altri flauti di grandi dimensioni.






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    Flauto iperbasso

    Il flauto iperbasso è lo strumento più grande e dal registro più basso della famiglia dei flauti. Suona in do, quattro ottave sotto il flauto traverso (tre ottave sotto il flauto basso, due ottave sotto il flauto contrabbasso, un'ottava sotto il flauto subcontrabbasso). Il tubo dello strumento è lungo oltre 8 metri e la nota più grave che può suonare è il do un'ottava sotto il do più basso del pianoforte (16 Hz), generalmente considerata come limite inferiore della percezione dell'orecchio umano.

    L'inventore e principale artista di questo unico strumento è il flautista italiano Roberto Fabbriciani (Arezzo, 1949). L'unico esemplare conosciuto dello strumento è un prototipo realizzato per Fabbriciani da Francesco Romei, un artigiano fiorentino. Fabbriciani lo ha usato per registrare una composizione, Con Fuoco del compositore romano Nicola Sani, allo studio del Westdeutscher Rundfunk (WDR) a Colonia, mentre la prima composizione con flauto iperbasso è Persistenza della memoria di Alessandro Grego pubblicata nel 2001 da ARTS label nel CD Flute XX vol.2. Nel 2006 Fabbriciani rilasciò un intero CD di musica per flauto iperbasso, intitolato Glaciers in Extinction, su etichetta Col Legno.

    Il flauto iperbasso è realizzato in PVC e legno.






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    Fiffaro

    Il fiffaro (talvolta anche "piffero", dal tedesco pfeife) è genericamente un flauto traverso, e in particolare un ottavino privo di tasti, dal suono molto acuto e penetrante, usato prevalentemente dalle bande militari accompagnato da tamburi. Era lo strumento principale di tutte le armate del XVIII e XIX secolo, specialmente delle Giubbe Rosse britanniche. Insieme al tamburo, serviva ad alzare il morale dei soldati e a tenere ordine nella formazione. Nei giorni d'oggi, è usato soltanto nelle parate, tra cui la piu famosa, Trooping of the Colour.

    Ha origine nella Svizzera del XIV secolo ed è stato diffuso in tutta Europa dai mercenari svizzeri. Nell'Europa medievale era usato nella tradizione della musica popolare per accompagnare le danze di tutte le classi sociali.







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    Flauto di Pan (Siringa)
    insieme di più flauti dritti di diversi "tagli" uniti in una fila ordinata o ricavati in un unico blocco di terracotta. La disposizione, il numero, i rapporti tra i suoni delle varie canne, danno importanti testimonianze sulle scale e quindi sulle tecniche musicali dei popoli che lo usarono e lo usano tuttora. Appare in Cina nel III° millennio a.C., in Grecia verso il 600 a.C. e successivamente in Egitto.




    Flauti globulari



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    Ocarina

    L'ocarina è uno strumento a fiato di forma globulare allungata generalmente costruito in terracotta; aerofoni del genere, genericamente noti anche come arghilofoni (quando costruiti in argilla), sono strumenti molto antichi e diffusi (con differenti fattezze) presso numerose civiltà arcaiche





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    Gemshorn

    Il gemshorn (dal tedesco Gämse, "camoscio"), noto anche come corno di camoscio è un antico flauto medievale. Lo strumento rientra nella categoria degli aerofoni, ed ha la particolarità di non avere una risonanza acustica a tubo aperto come la maggior parte dei flauti, ma è analogo all'ocarina in quanto la camera di risonanza (scavata nel corno di camoscio o di altri ungulati) ha un volume costante (si tratta di un flauto globulare). A partire dal XVI secolo gli organari imitarono le caratteristiche sonore del gemshorn con registri che ancora oggi portano questo nome




    Altri flauti

    Gemshorn,



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    Dizi

    Il dizi (cinese: 笛子; pinyin: dízi), è un flauto traverso cinese. A volte chiamato di (笛) o hengdi (橫笛), ha varianti note come qudi (曲笛) e bangdi (梆笛).

    Una membrana detta dimo, che ne determina il tipico timbro ronzante, è applicata su un foro ricavato tra quello di insufflazione e il primo foro digitale.

    Il dizi è un importante strumento musicale della tradizione cinese, utilizzato nella musica popolare nell'opera e nella musica orchestrale, così come nella musica cinese esportata in Occidente. Il dizi ha una lunga storia e una consistente popolarità anche tra i cinesi non musicisti, probabilmente perché è facile da fabbricare e trasportare ed ha un suono molto gradevole.

    Il dizi è normalmente fabbricato a partire dal bambù, motivo per cui è spesso inicato come "il flauto cinese di bambù", anche se il bambù è un materiale che ricorre nella fabbricazione di molti strumenti cinesi (quanto lo è il legno negli strumenti occidentali) e quindi questa denominazione è altamente generica. Inoltre esistono dizi fabbricati con altri tipi di legno e con altri materiali, come i dizi di giada (yudi, 玉笛) molto ricercati dai collezionisti e dai musicisti per la loro bellezza, anche se le qualità acustiche della giada (come quelle del metallo) modificano il suono tipico del dizi.

    Il dizi non è l'unico flauto cinese di bambù, anche se è probabilmente il più caratteristico. Altri strumenti a fiato cinesi di bambù sono lo xiao, il guan, il koudi, e il bawu.







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    Quena

    La quena o kena ("canna") è una sorta di flauto diritto di fattura molto semplice.

    È costituito da una canna di bambù con l'imboccatura a tacca (a forma di U), ha sei fori anteriori ed uno posteriore. Possiede un'estensione di tre ottave ed è uno strumento cromatico. Ha un timbro dolce e sensibile, quasi umano, caldo nei suoni più gravi ed espressivo nei suoni acuti.

    È forse lo strumento più tipico della musica andina. Nelle andina era ricavato da canne di bambù e da ossa animali. Le più antiche ossa risalgono al 900 a.C. e furono trovate in Perù.

    Flauti simili al quena sono anche quelli dei Pellerossa dell'America del nord, costruiti in legno di cedro e pertanto chiamati flauti di cedro.




    Siku

    dolce

     
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    Flauto Traverso



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    Il flauto traverso è uno strumento musicale della famiglia dei legni e quindi è un aerofono. L'attribuzione del flauto - oggi quasi sempre costruito in metallo - alla famiglia dei legni deriva dal fatto che, fino al XIX secolo, la quasi totalità dei flauti erano in legno.

    Il suo nome (anticamente: traversiere) deriva dal fatto che viene suonato in posizione trasversale asimmetrica, con il corpo dello strumento alla destra dell'esecutore ("di traverso").

    L'emissione del suono è dovuta all'oscillazione della colonna d'aria che, indirizzata dal suonatore sull'orlo del foro d'imboccatura, forma vortici che ne provocano l'oscillazione dentro e fuori dal foro e mette in vibrazione l'intera colonna d'aria.

    La forma moderna del flauto (cilindrico, a dodici o più chiavi) è dovuta alle modifiche applicate ai flauti barocchi (a loro volta derivanti da più antichi flauti a sei fori) dal tedesco Theobald Boehm (1794-1881) e ai successivi perfezionamenti ideati dai fabbricanti di scuola francese.



    Composizione

    I flauti traversi moderni sono strumenti in legno o più comunemente in metallo (alpacca argentata, argento, oro, platino) composti da 3 parti:

    * Testata
    * Corpo centrale
    * Trombino o piede

    I 3 pezzi vengono montati assieme tramite innesti a baionetta: lo strumento montato è lungo circa 65 centimetri con un diametro interno di circa due centimetri (lo spessore del materiale, nei flauti di metallo, è inferiore al millimetro, di alcuni millimetri per i flauti in legno). La testata è inserita nel corpo tramite un innesto lungo alcuni centimetri, che viene usato come dispositivo di accordatura: variando l'inserimento della testata nel corpo si da regolare la lunghezza complessiva dello strumento e, di conseguenza, l'intonazione. In passato questa tecnica veniva usata anche per variare la tonalità dello strumento, modificandone la nota fondamentale di diversi toni: questo però produce stonature nella tessitura dello strumento e la pratica fu abbandonata con l'avvento di strumenti completamente cromatici.

    La testata è chiusa a un'estremità da un tappo dotato di un foro filettato che ne permette l'aggiustamento mediante la rotazione di una ghiera ("tappo a vite") e la cui funzione è permettere l'accordamento delle ottave, operazione che viene fatta raramente.

    Il corpo contiene tutte le altre chiavi, con una disposizione che ammette alcune varianti. Le più popolari riguardano le chiavi del Sol che possono essere allineate (Sol in linea) o leggermente spostate verso l'esterno per una posizione più comoda delle dita (Sol fuori) e il cosiddetto "Mi meccanico" un dispositivo che facilita l'emissione del Mi7. Le opinioni dei flautisti su quest'ultimo dispositivo sono discordi: alcuni ne sono decisi assertori, altri ritengono che l'appesantimento della meccanica non sia compensato dalla facilitazione da esso introdotta.

    Esistono due versioni di trombino: in Do (la più comune) porta tre chiavi comandate da un gruppo di leve, azionate con il mignolo della mano destra, che permettono di produrre le note Do4 Do#4 (ottava grave) e Re#4 (ottava grave e intermedia). Più rari sono i trombini discendenti al Si (Si3) essi sono più lunghi e hanno una chiave addizionale che viene comandata da una leva dedicata, inserita nel gruppo che comanda le altre chiave. Oltre alla produzione del Si3, questa chiave, se presente, facilita notevolmente anche l'emissione del Do7 (la nota più alta dell'estensione standard del flauto).



    Come viene prodotto il suono

    Il suono viene prodotto dal flusso d'aria che si frange contro lo spigolo del foro di insufflazione presente sulla testata. In questo modo viene eccitata la colonna d'aria all'interno del tubo e ha inizio la vibrazione sonora. L'emissione di note di diversa altezza avviene chiudendo i fori, tramite le "chiavi" (i tasti) e controllando in questo modo l'altezza della colonna d'aria che viene messa in vibrazione. Un effetto molto suggestivo è il frullato (ted. Flatterzunge, fr. frappé o tremolo dental), tecnica che consiste nel soffiare pronunciando contemporaneamente le consonanti "tr", "dr" o "vr" per far vibrare la parte anteriore della lingua oppure la consonante "r" (pronunciata come la "r" moscia francese) per far vibrare la parte posteriore della lingua. Le chiavi possono essere forate, per permettere effetti di glissato (passaggio da una nota all'altra senza salti tonali) ed una maggiore proiezione di suono.

    La famiglia dei flauti traversi


    Esistono svariati tipi di flauti che si differenziano, oltre che per il materiale, per alcuni aspetti meccanici ed estetici. La famiglia dei flauti traversi ha diversi componenti:

    * l'ottavino in Do, che, come indica il nome stesso, produce suoni più acuti di un'ottava rispetto al flauto ordinario (ma ne esiste anche una versione in Reb);
    * il flauto soprano in Sol (un'ottava più acuta del flauto contralto); combina le caratteristiche dell'ottavino con quelle del flauto ordinario;
    * il flauto traverso;
    * il flauto tenore (o flauto d'amore) in Sib (notare la strana nomenclatura che lo vede più acuto del flauto contralto; sarebbe più giusto chiamarlo flauto mezzosoprano);
    * il flauto contralto in sol (una quarta più basso del flauto ordinario); è (come tutti gli strumenti non in Do) uno strumento traspositore perché suonando la nota corrispondente al Do si produce il Sol alla quarta inferiore;
    * il flauto basso in Do (un'ottava più grave del flauto ordinario);
    * il flauto contrabbasso in Sol (un'ottava più grave del flauto contralto), chiamato anche - dalla traduzione inglese - Contra-alto;
    * il flauto contrabbasso in Do (due ottave sotto l'ordinario);
    * il flauto subcontrabbasso in Sol (doppio contra-alto) o in Do (doppio contrabbasso)
    * il flauto iperbasso in Do.

    I flauti di uso comune sono, oltre il flauto ordinario, il flauto contralto, l'ottavino, e - molto più raramente, il flauto basso in Do. Gli altri membri della famiglia, tutti rari o rarissimi, trovano impiego solo nelle orchestre di flauti anche a causa dell'elevato costo e dell'intonazione problematica. I tagli più gravi, a partire dal flauto basso, a causa delle grandi dimensioni, hanno tutti la testata variamente ripiegata (a U per il flauto basso, a triangolo per i tagli superiori) per consentire l'esecuzione; i più gravi devono essere suonati in piedi con l'aiuto di speciali supporti. Il flauto iperbasso, che ha una lunghezza superiore agli 8 metri, è suonato quasi unicamente dal flautista italiano Roberto Fabbriciani ed esiste in pochissimi esemplari (forse in esemplare unico).

    Storia breve

    Nel Medioevo


    Varie fonti iconografiche e letterarie attestano la presenza di flauti traversi in Europa almeno dal X secolo. Gli strumenti illustrati appaiono costruiti in un unico pezzo (due per il flauto basso): un tubo cilindrico di legno con sei fori per le dita (non otto come il flauto dolce) più il foro di insufflazione. Dalle immagini si può notare che lo strumento è tenuto spesso alla sinistra dell'esecutore, segno che probabilmente era costruito con tutti i fori perfettamente allineati, permettendo al flautista di scegliere l'orientamento desiderato.

    Dal X al XIII secolo, tuttavia, lo strumento era piuttosto raro, e pare gli fossero preferiti strumenti dritti, simili al flauto dolce (ma non ancora propriamente flauti dolci, la cui data di nascita pare sia attorno al XIV secolo). Giunto in Europa dall' Asia, quasi certamente dalla Cina, attraverso gli scambi culturali mediati dall' impero romano d'Oriente, il flauto traverso divenne popolare in Francia e in Germania (ed era perciò chiamato flauto tedesco per differenziarlo dagli strumenti dritti). In questi paesi venne usato nella musica popolare e nella musica di corte (assieme ad altri strumenti quali la viella), ma sarebbe passato più di un secolo prima che si diffondesse nel resto dell'Europa.

    La prima citazione letteraria del flauto traverso è del 1285, in una lista di strumenti suonanti da Adenet le Roi. A questa citazione segue un silenzio di circa settant'anni, al termine dei quali le fortune del flauto vennero ravvivate (attorno al 1350) da un vento di attivismo militare. L' esercito svizzero, infatti, adottò il flauto come strumento di segnalazione e questo lo diffuse nel continente. Fu verso il 1500 che il flauto traverso venne introdotto anche nelle corti come strumento orchestrale e solista.



    Nel Rinascimento (1500)

    Il flauto rinascimentale, chiamato anche, nel XVI secolo, traversa, mantenne sostanzialmente la struttura del flauto medievale. Si ha testimonianza dell'esistenza di diverse "taglie" per lo strumento: "discantus", "tenor-altus", "bassus".

    Da quell' epoca sono giunti fino a noi circa 50 strumenti e diverse testimonianze documentali in diversi trattati musicali in cui compaiono descrizioni (e disegni) dello strumento. Tra i più importanti:

    * Sebastian Virdung, "Musica getutscht und ausgezogen", Basilea, 1511
    * Martin Agricola, "Musica instrumentalis deudsch", Wittenberg, 1529
    * Simon Gorlier, "Livre de tabulature de flûte d'Allemand", Lione, 1556

    Il flauto trova posto nei complessi di musica da camera spesso sotto forma di strumenti intonati in Re.

    Nel periodo Barocco (1600 - 1700)

    Il flauto barocco, chiamato anche flauto ad una chiave o flauto traversiere, subisce molte modifiche ad opera di famiglie di costruttori di legni che dedicano particolare cura nel perfezionarlo, in particolare la famiglia "Hotteterre". Lo strumento viene diviso in tre pezzi (testata, corpo e piede) e la cameratura non è più interamente cilindrica come avveniva per il flauto rinascimentale, infatti il corpo e il piede sono conici. Ai sei fori del flauto rinascimentale se ne aggiunge un settimo per il re diesis, controllato da una chiave chiusa. (Quantz aggiungerà un'ulteriore chiave per il mi bemolle, per conservare la differenza di comma tra le due note) Più tardi il corpo centrale verrà diviso in due parti, di cui quella superiore intercambiabile con altre di diversa lunghezza, per consentire allo strumento di adattarsi ai diversi diapason utilizzati nelle diverse corti europee.

    Il fatto che nel corso del XVII secolo si sia iniziato a costruire i flauti (sia traversi, sia dolci) in tre parti, mentre nel Rinascimento erano costruiti in un pezzo unico o al massimo in due pezzi (anche i più grandi), riflette un significativo cambiamento nella figura del flautista professionista. Nel rinascimento, gli strumentisti erano al servizio delle corti, e gli strumenti che usavano non erano di loro proprietà, bensì della cappella di corte. Tutti gli strumenti a fiato costruiti per una stessa cappella erano accordati su uno stesso La (che oggi è fissato internazionalmente a 440 Hz), ma quest'ultimo poteva variare moltissimo fra una cappella e l'altra (anche di più di mezzo tono). In seguito, i più noti virtuosi di flauto iniziarono a spostarsi da una città all'altra per le loro esibizioni, portando con sé i loro strumenti, e il problema di doversi adeguare ad altezze del La tanto diverse fu risolto costruendo il flauto in tre sezioni (il flauto traversiere addirittura in quattro): per piccole variazioni di accordatura era sufficiente inserire la sezione centrale più o meno profondamente nella testata (come si fa tuttora), ma oltre un certo limite era necessario sostituire del tutto la sezione centrale con una di lunghezza diversa e con le distanze fra i fori alterate proporzionalmente. I flautisti dell'epoca barocca andavano quindi in giro con strumenti che avevano una dotazione di due o tre sezioni centrali intercambiabili, diversamente accordate.

    Nel periodo Classico

    Con le sue qualità timbriche e omogenee si adatta in perfetta simbiosi con il pensiero e l'armonia classica. Sia usato come strumento da accompagnamento che solistico in particolare usato in Francia oltre che da Bach e Vivaldi Coloro che contribuirono a migliorarlo in questo periodo furono:Tacet,Potter, Tromliz e Capellier.




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  3. gheagabry
     
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    Tin whistle

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    Il tin whistle o pennywhistle è un flauto a fischietto, a sei fori, usato nella musica popolare delle isole Britanniche e dell'Irlanda, appartenente alla stessa famiglia del flauto dolce.

    Il suo nome (fischietto di latta o fischietto da un soldo) deriva dal materiale più spesso Tinwhistlesusato per la sua fabbricazione (la latta: sono comunque abbastanza comuni anche esemplari fabbricati in una varietà di legni duri) e dalla economicità che ne consegue. Il fischio è nato a Manchester in Inghilterra.
    Gli esemplari più comuni sono intonati in Re (avendo come nota più grave il Re5) hanno corpo metallico cilindirico o leggermente conico: il fischietto di plastica è incollato ad una delle estremità. L'estensione del tin whistle è due ottave e, come molti strumenti usati nella musica popolare, è uno strumento diatonico: il tin whistle in Re può produrre le scale di Re maggiore e Sol maggiore. Per questo, il tin whistle è prodotto in una varietà d'intonazioni: dopo lo strumento in Re, i più comuni sono quelli intonati in Do. La diteggiatura è quasi identica a quella del flauto irlandese.
    Le dimensioni ridotte, la facilità d'emissione (la seconda ottava si ottiene con la stessa diteggiatura della prima, ma soffiando più forte nello strumento) e il prezzo contenuto fanno del tin whistle lo strumento più adottato tra i giovani che si avvicinano per la prima volta alla musica tradizionale, nonché un souvenir classico per i turisti di ritorno dall'Irlanda: il tin whistle è oggi lo strumento irlandese più diffuso nel mondo.
    Spesso considerato uno strumento minore, il tin whistle è tuttavia utilizzato, spesso con grande virtuosismo, da diversi gruppi di musica tradizionale: inoltre, la maggior parte dei flautisti lo usano come secondo strumento.
    Il tin whistle è stato utilizzato da Howard Shore per la creazione della colonna sonora del Signore degli Anelli ed emerge particolarmente in alcuni brani come The Shire.





    Flauto dolce


    302px-FlautoContralto


    Il flauto dolce (o flauto a becco) è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni, di legno. In inglese è chiamato recorder, in francese flûte à bec, in tedesco Blockflöte. Come l'ocarina e il tin whistle è uno strumento "a fischietto", in cui l'emissione del suono è provocata dall'incanalamento dell'aria in un condotto, ricavato nell'imboccatura dello strumento, che la dirige contro un bordo affilato (detto labium): l'oscillazione della colonna d'aria fra l'esterno e l'interno del labium mette in vibrazione l'aria contenuta nello strumento.



    Impostazione





    Schema di flauto dolce


    Sezione della testata di un flauto dolce
    Si suona tenendo lo strumento frontalmente tra le labbra, a differenza del flauto traverso che si tiene orizzontale. Per questo motivo il flauto dolce è a volte chiamato "flauto diritto". Esistono flauti dolci di diverse lunghezze, flauti più lunghi avranno un suono più grave, più corti avranno un suono più acuto.
    Ha in tutto 8 fori (7 sul lato anteriore e 1 su quello posteriore); dei 7 anteriori, i tre superiori si suonano con la mano sinistra (il foro sul lato posteriore, detto "portavoce", si chiude con il pollice della mano sinistra, e serve per ottenere le note dell'ottava superiore) e i quattro inferiori con la mano destra. Il mignolo della mano sinistra ed il pollice della destra non vengono usati (il pollice destro regge lo strumento). Il foro più basso è disallineato rispetto agli altri, per poter essere agevolmente raggiunto dal dito mignolo; nei flauti rinascimentali, in luogo del foro più basso venivano praticati due fori alla stessa altezza, in posizione simmetrica, per permettere un eventuale uso con le mani invertite (la destra in alto, la sinistra in basso): il foro non utilizzato era sigillato con la cera. Per alzare di un semitono la nota più grave è necessario tappare il foro più basso solo a metà: nel XVIII secolo, per rendere più precisa l'intonazione della nota alterata, il foro fu sdoppiato in due fori ravvicinati (e lo stesso fu fatto per il foro immediatamente superiore), come si vede nei flauti dolci di costruzione moderna.
    Gli strumenti più gravi della famiglia hanno delle chiavi che permettono di occludere i fori sul trombino.
    Nel flauto dolce (diversamente dal flauto traverso) non è possibile variare l'imboccatura cambiando la posizione delle labbra, per adattarla a un flusso d'aria più o meno intenso: pertanto, nel flauto dolce variazioni di pressione dell'aria da parte dell'esecutore producono inevitabilmente variazioni di altezza della nota emessa. Gli effetti espressivi ottenibili con il flauto dolce si basano quindi sull' articolazione del fraseggio (la variazione del transitorio di attacco di ciascuna nota, ottenuta con diversi "colpi di lingua"), sull'uso (sporadico) di diteggiature alternative, e su moderate variazioni di intensità sulle singole note; è invece preclusa la possibilità di ampie variazioni di intensità (piano e forte) e di effetti di crescendo e diminuendo sull'arco di frasi lunghe.
    Per contro, il fatto che l'imboccatura del flauto dolce possa essere anche molto lontana dalla bocca dell'esecutore (negli strumenti più lunghi l'aria viene soffiata attraverso un tubo di ottone detto ritorta) permette di realizzare strumenti molto lunghi (e quindi con tessitura molto bassa), cosa assai più problematica per i flauti traversi.
    Proprio la diversa costruzione dell'imboccatura, che differenzia il flauto dolce dal flauto traverso, ha quindi determinato tanto la grande diffusione del flauto dolce nel Rinascimento (epoca in cui si apprezzava molto l'effetto di insiemi omogenei di strumenti che riproducessero, grazie alle diverse taglie, l'insieme delle voci umane dal basso al soprano), quanto la definitiva prevalenza del flauto traverso verso la fine del XVIII secolo, allorché le possibilità dinamiche del flauto dolce risultarono inadeguate alle mutate esigenze musicali e alle dimensioni delle sale da concerto.



    Tipi di flauto dolce

    Flauti_dolci


    I flauti dolci sono realizzati in varie taglie, sviluppatesi in epoca rinascimentale, quando si diffuse la pratica di eseguire con strumenti brani polifonici originariamente destinati alle voci: da questa pratica derivò la produzione di un repertorio strumentale in cui le parti mantenevano le estensioni tipiche dei registri vocali[1].
    Nel XVI secolo non solo i flauti dolci, ma tutti gli strumenti melodici (tromboni, bombarde, viole da braccio e da gamba... perfino gli antenati del fagotto) costituivano "famiglie" formate da "soprano", "contralto", "tenore" e "basso". In alcune famiglie di strumenti (come nei flauti dolci), tutte le estensioni erano trasposte, rispetto alla voce umana dello stesso nome, un'ottava sopra; in altre famiglie le estensioni risultavano abbassate di un'ottava (come in alcuni strumenti ad ancia). Per similitudine con la nomenclatura dei registri dell'organo (basata sulla lunghezza della canna più grave del registro)[2], si usa dire che gli strumenti accordati all'unisono delle voci con lo stesso nome suonano «su 8 piedi (8')», mentre quelli che suonano trasponendo un'ottava sopra o un'ottava sotto, rispettivamente, sono accordati «su 4'» o «su 16'».
    Nel caso dei flauti dolci, la famiglia "standard" di 4' (ogni strumento suona un'ottava sopra rispetto alla voce umana dello stesso nome) è costituita da:
    flauto dolce soprano (in do2)
    flauto dolce contralto (in fa1)
    flauto dolce tenore (in do1, un'ottava sotto il flauto soprano)
    flauto dolce basso (in fa0, un'ottava sotto il flauto contralto)
    Nel trattato di organologia di M. Praetorius (Syntagma Musicum, vol.II Organographia, 1619), il flauto basso della famiglia di 4' è indicato con il termine Basset: esistevano infatti anche strumenti più grandi, che permettevano di costituire quartetti di flauti su 8', e che Praetorius chiama
    Bass (in do0, un'ottava sotto il flauto tenore)
    Groß Bass (in FA, due ottave sotto il flauto contralto)[3]
    Quantunque la nomenclatura universalmente adottata faccia riferimento al registro di 4', di fatto nel Rinascimento esistevano quindi due famiglie di flauti dolci: nella famiglia di 8' (che suona note reali) il basso è il Groß Bass, mentre le parti di superius si eseguono con un flauto tenore in do, e così via. Nella pratica musicale, o si usava la famiglia su 4' o si usava quella su 8': non esistevano brani che richiedessero l'intera "famiglia estesa", dal gran basso al soprano.
    Infine, si costruivano anche due flauti di taglia più piccola:
    flauto dolce sopranino in fa2 (un'ottava sopra il flauto contralto)
    flauto dolce sopranino in do3 (un'ottava sopra il flauto soprano)
    Tutti questi strumenti sono stati riprodotti dai costruttori moderni: il flauto dolce oggi più diffuso è il soprano in do (utilizzato spesso per l'educazione musicale nella scuola media), benché gran parte del repertorio solistico per il flauto dolce (specificamente, quasi tutto il repertorio barocco) sia destinato al flauto contralto in fa. I due flauti "gran bassi" della famiglia di 8' sono oggi usati solo da pochissimi esecutori (ad esempio dal Wiener Blockflöten Ensemble).
    Il flauto dolce barocco (e quindi quello moderno, che ne è una riproduzione) produce tutte le note della scala cromatica per un'estensione di due ottave e un tono. I flautisti più esperti possono superare questo limite con diteggiature e tecniche di emissione particolari.
     
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2 replies since 15/8/2011, 20:58   12482 views
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