MUSICA .... curiosità

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  1. gheagabry
     
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    "La musica è la voce di tutta l'umanità, di qualsiasi tempo e luogo.
    Alla sua presenza noi siamo uno."
    (C.Gray)


    I dieci album più venduti nella storia della musica



    La musica da sempre muove le passioni degli uomini e delle donne, ma nell'ultima parte dello scorso secolo è anche diventata un grande, grandissimo mercato. Con le sette note sono in molti ad avere fatto fortuna. Per alcuni la celebrità, anche se ben remunerata, è durata il tempo di una stagione, altri, invece, sono entrati nella storia. I dieci album che vedrete di seguito sono quelli che hanno venduto più copie nella storia: nella graduatoria troverete qualche sorpresa e qualche assenza illustre e, là in cima, chi probabilmente state già pensando.

    1° - Thriller – Michael Jackson

    Un album da guinness dei primati! Uscito nel 1982, il lavoro più famoso del Re del Pop non teme paragoni, almeno in fatto di vendite, con nessun altro disco sia mai stato realizzato. Le copie già vendute sono 110 milioni... ma, soprattutto dopo la morte di Jackson, il pubblico ha ripreso ad acquistarlo, alzando sempre più in alto l'asticella del record. Un album leggendario, se si considerano altri due o tre dati: a un solo anno dalla pubblicazione, Thriller aveva già venduto più di 27 milioni di copie; nel 1985 venne inserito nel Guinnes dei primati come disco di maggior successo di sempre; è il primo e unico album della storia a rimanere primo nelle classifiche di vendite statunitensi per due anni di fila; i video che accompagnarono i singoli tratti dall'album (avete presente gli zombie di Thriller) hanno cambiato per sempre il concetto di video musicale. Insomma, giù il cappello!

    2° - The dark side of the moon – Pink Floyd

    A volte succede che lo sperimentalismo incontri il favore del grande pubblico: e questo, sicuramente, è quanto successo con questa perla del 1973 firmata dai Pink Floyd. Un concept disc che continua ad essere - per suoni, copertina, portata concettuale - uno dei pilastri della musica recente... come attestano le 49 milioni di copie vendute in tutto il globo. Meraviglioso, semplicemente meraviglioso!

    3° - Bat out of hell – Meat Loaf

    Come mischiare Wagner, Springsteen e Phil Spector? Come ha fatto Meat Loaf con questo Bat out of hell datato 1977. Inizialmente accolto senza grande entusiasmo dal mercato, l'album si è dimostrato un osso veramente duro... e ha continuato a vendere, ininterrottamente, la sua quota di copie ogni anno, arrivando a installarsi sul gradino più basso del podio dei dischi più venduti di tutti i tempi. Oltre 43 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Tra gli altri primati di cui l'opera può fregiarsi: essere rimasto nella classifica britannica per 474 settimane; essere comparso nella lista dei 500 migliori album della storia stilata da Rolling Stone... e tanti, tanti altri!

    4° - Their Greatest Hits (1971–1975) – Eagles

    Pubblicato dalla Asylum nel 1976, è la prima raccolta del gruppo country-rock statunitense. Deve la propria fortuna anche a una canzone non presente tra le sue tracce, Hotel California, universalmente riconosciuta come il capolavoro degli Eagles. L'incontenibile successo di quest'ultimo singolo, trascinò anche le vendite della raccolta (uscita in realtà qualche mese prima) fino alle vette delle classifiche di tutto il mondo. In totale, il disco ha raggiunto quasi quota 43 milioni di copie vendute!

    5° - Dirty Dancing – Artisti vari

    In quinta posizione ritroviamo ancora una volta il connubio tra celluloide e note musicali, con la colonna sonora del film Dirty Dancing. Era il 1987 quando il compianto Patrick Swayze prese a danzare sugli schermi cinematografici del mondo intero: da allora, questo disco ha venduto oltre 42 milioni di copie!

    6° - The bodyguard – Whitney Houston e artisti vari

    Il connubio tra cinema e musica, evidentemente, funziona bene, perché alla sesta posizione degli album più venduti troviamo un'altra colonna sonora, quella della pellicola The Bodyguard, con Whitney Houston e Kevin Costner. 42 milioni di copie vendute: davvero niente male!

    7° - Il fantasma dell'Opera - Andrew Lloyd Webber

    Una storia destinata ad avere successo, a quanto pare, quella del fantasma dell'Opera... in qualsiasi forma venga raccontata. Prima romanzo di Gaston Leroux e poi musical, ideato dal geniale Andrew Lloyd Webber. Lo spettacolo spadroneggiò nei teatri durante gli anni Ottanta, come dimostrano anche le oltre 41 milioni di copie vendute nei negozi di dischi di musicali. Successo tutt'altro che fantasma.

    8° - Millennium – Backstreet Boys

    Storia recente, anzi recentissima! I Backstreet Boys sono stati il sogno delle ragazzine di tutto il mondo nella seconda metà degli anni Novanta. Facce d'angelo, qualche mossetta, un acuto qua e là nella più pura salsa pop... ed ecco che il gruppo statunitense, nel 1999, è riuscito a sfornare questo Millennium, capace di vendere oltre 41 milioni di copie. Un successo planetario: il disco si meritò 13 dischi di platino USA e titoli analoghi in 45 Paesi del mondo. Canzone più famosa? I want it that way.

    9° - Saturday night fever – Bee Gees e artisti vari

    Diciassette tracce di grandiosa disco-music vecchia maniera. Spesso attribuito ai soli Bee Gees, si tratta in realtà di un album a più firme che raccoglie la colonna sonora del film La Febbre del Sabato Sera con John Travolta. L'anno era il 1977 e le copie vendute sono quasi 41 milioni: altro che febbre... la passione del pubblico, evidentemente, è salita a temperature molto, molto più alte!

    10° - Rumours – Fleetwood Mac

    Moltissime formazioni diverse e oltre 20 dischi, per questo gruppo angloamericano che, a partire dagli anni Sessanta, si aggira per le lande del pop e del rock. Rumours, del 1977, è l'opera che ha incontrato maggior successo di pubblico... riuscendo a vendere 40 milioni di copie. Al suo interno si trovano numerose hit: Dreams, Go your own way, The Chain e Don't stop.







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  2. gheagabry
     
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    Successo o flop in classifica? Se il brano è un'equazione
    SCALANO rapidamente le classifiche, diventano tormentoni - stagionali e non - utilissimi per inchiodare ricordi con precisione assoluta. Si ascoltano alla radio, rimagono in mente, ci si scopre a canticchiarli senza sosta. Ma cosa rende una canzone un successo? Perché Waka-waka o Born this way sì e tante altre no? Ce lo può rivelare la scienza, pare. E la parola magica, ancora una volta, è algoritmo. Ne sono convinti un gruppo di ricercatori - patiti, guarda un po', di musica -, guidati dal dottor Tijl de Bie, dell'Intelligence Systems Laboratory presso la facoltà di Ingegneria dell'università britannica di Bristol. Con spirito rigoroso, unito ad un sano divertimento e passione per il genere, hanno messo a punto una formula matematica per prevedere, grazie a calcoli complessi, hit e flop musicali e la presentano ora ad un workshop internazionale. Giurano che indovinare quale motivo ha buone possibilità di piazzarsi fra i primi in classifica è questione di elementi precisi, come ritmo, durata, energia e ballabilità. Fattori che cambiano nel tempo, come i gusti. Per questo, argomentano, Suspicious Mind dei Rolling Stones sbancava nel 1970, e quasi vent'anni a trionfare erano invece le melodie dei Simply Red, ben diverse.
    Per stilare la loro equazione - e sul sito dedicato al progetto c'è un'apposita sezione per spiegare la parte più tecnica del lavoro - De Bie e colleghi hanno analizzato tutti i singoli di maggiore successo in Gran Bretagna in base apparsi nella classifica ufficiale dei "top 40" negli ultimi 50 anni, cercando di capire cosa distinguesse i primi cinque da quelli nelle ultime posizioni. Si sono concentrati sul ritmo delle canzoni, sulla loro lunghezza, sulla loro armonicità o rumorosità, arrivando a definire l'"equazione della hit potenziale", una formula in base alla quale dare un voto alle canzoni a seconda delle caratteristiche audio riscontrate. E' sulla base di quel punteggio, sostengono gli studiosi, che si possono definire successi e fiaschi.
    La formula non ha la pretesa di dettare legge, visto che nelle preferenze del pubblico entrano in gioco anche elementi più complessi, imprevedibili e molto personali. Riesce però a indovinare quale singolo scalerà le classifiche o finirà in coda, azzeccandolo con una previsione del 60 per cento.
    Rihanna, Katie Perry o Lady Gaga sono fra i nomi più amati di quest'anno. Se andiamo indietro con gli anni, 1995, per esempio, in Gran Bretagna andavano parecchio i Take That, gli Oasis, Michael Jackson e Celine Dion. E la formula ne tiene conto: "Il gusto musicale evolve, e questo significa che deve farlo anche la nostra equazione", ha spiegato il dottor de Bie. "Abbiamo infatti riscontrato che il potenziale successo di una canzone dipende dalla sua era. Ed è legato allo stile musicale dominante, alla cultura e all'ambiente". Dalla ricerca emergono delle caratteristiche molto chiare. Qualche esempio? Prima degli anni '80 la ballabilità di un motivo non era così importante per determinarne la popolarità. Dopo, invece, cambia tutto e questo diventa uno dei fattori chiave. Sempre negli anni '80 andavano ritmi più lenti e le ballate avevano più possibilità di diventare hit.
    Fino ai primi anni '90, sottolineano gli studiosi, i successi erano, armonicamente parlando, più semplici rispetto ad altre canzoni dello stesso periodo meno popolari. D'altra parte, dagli anni '90 in poi molte canzoni di successo hanno ritmi binari, poco complicati. Altra tendenza rilevata con chiarezza è la deriva generale della musica, negli ultimi anni, verso una maggiore rumorosità, che spicca anche nei brani più popolari. Alcuni casi, spiegano ancora sul sito dedicato al loro progetto, sono stati facili da individuare, altri un po' meno. Fra le hit più prevedibili, De Bie e colleghi indicano canzoni come Wearing my rolex di Wiley, numero 2 nella classifica Uk del 2008 e If you don't know me by now dei Simply Red al secondo posto nel 1989. Fra quelle inaspettatamente di successo c'è invece Do they know it's Christmas dei Band Aid II, in vetta nel 1984 e Luciano Pavarotti con Nessun Dorma, numero 2 nel 1990. Ma ci sono anche i singoli che sulla base dei calcoli promettevano bene ma non hanno avuto grande successo. Gemme nascoste, come The first cut is the deepest di Sheryl Crowe, cover di un brano di Cat Stevens del 1967, o la versione di Stevie Wonder di Blowing in the wind, del 1966. Secondo gli scienziati, in entrambi i casi la semplicità armonica ed il ritmo delle melodie avrebbero dovuto farne grandi successi. Eppure è mancato quel quid. Magari, molto semplicemente, erano meglio gli originali. (repubblica)


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  3. gheagabry
     
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    Come mai Adele fa piangere
    Uno studio spiega perché Someone Like You spinge infallibilmente alla commozione

    Nello straordinario successo ottenuto dall’ultimo disco di Adele, cantante inglese di gran voce e particolare fascino e culminato nelle vittorie dei Grammys di domenica, è stato molto notato che Someone Like You, una canzone romantica del disco, tende infallibilmente a far piangere. L’ha scritta la stessa Adele con Dan Wilson, e parla di una storia d’amore conclusa: lui si è sposato con un’altra e si è lasciato il passato alle spalle, lei è rimasta aggrappata ai ricordi e, nonostante gli auguri ogni bene, è convinta che non riuscirà mai a superare i sentimenti che ancora prova.
    A parte il testo malinconico e in cui molte storie possono riconoscersi, pare che ci sia una regola precisa nella costruzione delle canzoni strappalacrime, seguita alla lettera durante la composizione di Someone Like You e accentuata dall’interpretazione di Adele. Alcune ricerche hanno scoperto che alcune caratteristiche della musica possono provocare forti emozioni nelle persone, e studiando i passaggi della canzone durante i quali gli ascoltatori dimostravano le reazioni più forti hanno elaborato una teoria, raccontata dal Wall Street Journal.

    Vent’anni fa lo psicologo inglese John Sloboda condusse un semplice esperimento. Chiese a degli esperti di musica di elencare passaggi di canzoni che notoriamente provocavano reazioni fisiche nell’ascoltatore, come lacrime o pelle d’oca. I partecipanti identificarono venti passaggi che portavano al pianto, e quando Sloboda ne analizzò le proprietà vide emergere una caratteristica comune: 18 di questi contenevano un espediente musicale chiamato “appoggiatura.”

    L’appoggiatura è un tipo di ornamento formato da una nota (indicata in dimensioni ridotte rispetto alle altre) che, anteposta a un’altra nota o ad un accordo, toglie un valore alla nota successiva, creando una dissonanza che genera tensione nell’ascoltatore e la risolve con il ritorno al suono originale. La presenza di molte appoggiature vicine genera un ciclo di tensione e rilascio che, alla fine, provoca la reazione emotiva.

    Someone Like You, che Adele ha scritto con Dan Wilson, è spolverata di note ornamentali simili alle appoggiature. Inoltre, durante il ritornello, Adele modula lievemente la sua tonalità alla fine delle note lunghe fino al momento in cui l’accompagnamento passa alla nuova armonia, creando delle piccole montagne russe di tensione e rilascio, spiega Martin Guhn, uno psicologo dell’Università della British Columbia che ha partecipato alla stesura di uno studio sull’argomento.

    Guhn, insieme al collega Marcel Zentner, ha studiato alcuni brani musicali che causano reazioni come brividi o pelle d’oca riproducendole per un gruppo di ascoltatori di cui ha monitorato le reazioni fisiologiche come il battito cardiaco e la sudorazione.

    I passaggi che davano i brividi agli ascoltatori, scoprirono, condividevano almeno quattro caratteristiche. Iniziavano in modo sommesso diventando più forti all’improvviso. Includevano il brusco ingresso di una nuova “voce”, come un nuovo strumento o un’armonia. Spesso comportavano un’espansione delle frequenze suonate. [...] Infine, tutti i passaggi contenevano inaspettate deviazioni nella melodia o nell’armonia. Riassumendo, la musica ci fa rabbrividire quando include sorprese nel volume, nel timbro e nel tessuto armonico.

    La canzone di Adele è un esempio perfetto di tutti questi elementi: comincia sommessa e ripetitiva, melodia e testo collaborano nel creare un’atmosfera malinconica e ovattata.

    All’introduzione del ritornello, la voce di Adele salta di un’ottava e il volume è in crescendo, mentre il testo diventa più drammatico e intenso.

    «Quando la musica esce dall’andamento previsto – continua il Wall Street Journal – il nostro sistema nervoso, già molto coinvolto, si allerta; aumenta il battito cardiaco e cominciamo a sudare.»
    La musica che suscita forti emozioni, secondo uno studio condotto da un team di neuroscienziati alla McGill University, rilascia dopamine nell’area del cervello con cui percepiamo il piacere, un po’ come il cibo, le droghe o il sesso. Siamo quindi portati a ripetere l’esperienza: più emozioni ci suscita una canzone, siano queste felici o tristi, più desideriamo ascoltarla. Per questo Someone Like You è una canzone così popolare.
    È così noto il potere della canzone di far piangere chiunque che il Saturday Night Live gli ha dedicato uno sketch.



    ilpost.it
     
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    [color=#029479]Morto Robert Sherman musicista di Mary Poppins

    Il musicista e compositore Robert Sherman è morto la notte scorsa a Londra all'età di 86 anni. Aveva scritto, insieme al fratello Richard, le colonne sonore di molti film Disney. Nel 1958 la loro canzone, Tall Paul, aveva fatto sì che la Disney li assumesse per comporre le colonne sonore dei suoi nuovi film. I due scrissero le musiche per Mary Poppins (Supercaligragilistichespiralidoso), con cui vinsero due Oscar per migliore colonna sonora originale e migliore canzone originale. Scrissero anche le musiche per Il libro della giungla, Pomi d'ottone e Gli Aristogatti. In totale ottennero nove nomination agli Academy Awards, due Grammy, quattro nomination ai Grammy, e 23 dischi d'oro e di platino.(Ansa)
     
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  5. gheagabry
     
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    I concerti al Super Bowl

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    Paul McCartney, 2005 (Harry How/Getty Images)





    Da quando esiste il Super Bowl, la finale di football americano che assegna il titolo di campione della National Football League (NFL), il tempo dell’intervallo tra il primo e il secondo tempo della partita è stato riempito con un breve concerto. All’inizio a esibirsi nell’intervallo erano semplicemente le bande dei college – durante il primo Super Bowl, nel 1967, suonò la banda di un college dell’Arizona – ma poi anno dopo anno si decise di assegnare quello spazio ad alcuni tra i più grandi personaggi della musica statunitense e internazionale (ma soprattutto statunitense). Personaggi che generalmente non vengono pagati: si esibiscono gratis, in cambio della soddisfazione personale – Madonna ha detto che suonare al Super Bowl era il suo sogno fin da bambina – e della pubblicità impareggiabile che ne guadagnano.
    La prima persona famosa a esibirsi nello show dell’intervallo fu Carol Channing, nel 1970, seguita da Ella Fitzgerald nel 1972 e dal figlio di Duke Ellington nel 1975. Nel secondo decennio dei Super Bowl gli show cominciarono a variare un po’ ma non per gli ospiti: gli Up with People si esibirono quattro volte. Le cose cambiarono definitivamente all’inizio degli anni Novanta, quando gli sponsor capirono che invitare cantanti pop e dare allo spettacolo una forma meno tradizionale avrebbe funzionato. I primi furono i New Kids on the Block, nel 1991, seguiti da Gloria Estefan, Michael Jackson e Prince negli anni successivi. Da allora il concerto dell’intervallo è sempre stato affidato a cantanti famosi a livello internazionale, anche perché il Super Bowl è probabilmente l’evento più seguito dell’anno dai telespettatori americani. Negli ultimi dodici anni tutti quelli che hanno suonato al Super Bowl erano famosissimi. I miniconcerti sono stati più o meno riusciti, con casi di playback disastrosi e formidabili stecche dal vivo, ma comunque seguitissimi. Nel 2012 ha suonato Madonna e il suo è stato il concerto dell’intervallo più visto nella storia, con 114 milioni di telespettatori (tre in più di quelli che stavano guardando la partita). Quest’anno canterà Beyoncé. (ilpost.it)

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    Michael Jackson, 1993 (George Rose/Getty Images)

     
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4 replies since 4/8/2011, 00:48   402 views
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