IL SILENZIO

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  1. gheagabry
     
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    Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio, per entrare in sintonia con noi stessi,
    abbiamo bisogno di silenzio.
    Quali momenti di vera beatitudine ci regala il silenzio,mentre siamo immersi in una lettura interessante,
    o mentre riflettiamo......


    HO CONOSCIUTO IL SILENZIO

    Ho conosciuto il silenzio
    delle stelle e del mare,
    il silenzio dei boschi prima che
    sorga il vento di primavera.
    Il silenzio di un grande amore,
    il silenzio di una profonda pace dell'anima
    Il silenzio tra padre e figlio
    e il silenzio dei vecchi carichi di saggezza

    ~ Edgar Lee Masters~





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  2. gheagabry
     
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    Taylor S. Kennedy,



    Cos’è il silenzio? La voce del cuore?..

    la porta per accedere al divino?..

    Del resto, la vera spiritualità è al di là della parola.

    Il silenzio, come il vuoto, fa paura.

    Il silenzio è il deserto.. no, è la neve, anzi no, è il nero assoluto..

    sicuramente è un quadro bianco di Robert Rauschenberg.. o un interno di Edward Hopper..

    E’ l’Infinito di Leopardi..

    .. nel silenzio nasce la poesia, infatti cos’è il poeta

    se non un " seminatore di silenzi"? (Paul Claudel)..

    " Il poeta deve ripulire le parole, creare silenzio intorno alle cose" (Stéphane Mallarmé).

    Il silenzio è assordante.. Il silenzio è musica..

    “ Il silenzio è sempre più perfetto della musica.

    Bisogna soltanto imparare ad ascoltarlo.” (Arvo Part).



    In silenzio

    ti ascolti... t'immedesimi in te stesso..

    ti senti parte del mondo che ti circonda..

    e in silenzio dal tuo cuore.. arrivano piano piano le risposte.. che tanto aspettavi..

    a volte il silenzio diventa così assordante da essere un vero frastuono..

    ma quando tutto torna in sintonia con te stesso..

    il silenzio ...ti dona gioia e tante risposte a tante domande

    che la tua mente cerca e il tuo cuore vuoleeee...

    il silenzio...padrone di tutto e...di nulla..

    .il silenzio che può unire....può dividere...può costruire...può distruggere...

    il silenzio che può essere compagnia o...solitudine...ascoltalo!




    dal web

    Edited by gheagabry - 30/4/2012, 01:59
     
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    Grazie Gabry...



    Ho bisogno di silenzio
    come te che leggi col pensiero
    non ad alta voce
    il suono della mia stessa voce
    adesso sarebbe rumore
    non parole ma solo rumore fastidioso
    che mi distrae dal pensare.

    Ho bisogno di silenzio
    esco e per strada le solite persone
    che conoscono la mia parlantina
    disorietante dal mio rapido buongiorno
    chissà, forse pensano che ho fretta.

    Invece ho solo bisogno di silenzio
    tanto ho parlato, troppo
    è arrivato il tempo di tacere
    di raccogliere i pensieri
    allegri, tristi, dolci, amari,
    ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.

    Gli amici veri, pochi, uno ?
    sanno ascoltare anche il silenzio,
    sanno aspettare, capire.

    Chi di parole da me ne ha avute tante
    e non ne vuole più,
    ha bisogno, come me, di silenzio.

    Mareluna





    Dietro queste scatole
    apparentemente vuote
    è in silenzio che ti parlo.
    La mia voce vuole arrivare al tuo cuore
    ma forse son arrivati prima i miei pensieri.
    perchè è un soffio che ci unisce
    e il filo che ci collega è proprio lui..
    il silenzio.
    Il silenzio della voce,
    il silenzio dei gesti,
    che lascia parlare cio'
    che troppo spesso rimane..
    in silenzio.

    Stefania




    Dal web
     
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  4. ringo47
     
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    silenzioesolitudine




    Ho conosciuto il silenzio delle stelle e del mare
    e il silenzio della città quando si placa
    e il silenzio di un uomo e di una vergine
    e il silenzio con cui soltanto la musica trova linguaggio
    il silenzio dei boschi
    prima che sorga il vento di primavera
    e il silenzio dei malati quando girano gli occhi per la stanza
    e chiedo: Per le cose profonde a che serve il linguaggio?
    Un animale dei campi geme uno o due volte
    quando la morte coglie i suoi piccoli
    noi siamo senza voce di fronte alla realtà
    noi non sappiamo parlare.
    Un ragazzo curioso domanda a un vecchio soldato
    seduto davanti alla drogheria:
    Dove hai perduto la gamba?
    E il vecchio soldato è colpito di silenzio e poi gli dice:
    Me l’ha mangiata un orso
    e il ragazzo stupisce
    mentre il vecchio soldato muto rivive come un sogno
    le vampe dei fucili
    il tuono del cannone
    le grida dei colpiti a morte
    e sé stesso disteso al suolo
    i chirurghi dell’ospedale
    i ferri
    i lunghi giorni di letto
    ma se sapesse descrivere ogni cosa
    sarebbe un artista
    ma se fosse un artista
    vi sarebbero più profonde ferite che non saprebbe descrivere.
    C’è il silenzio di un grande odio
    e il silenzio di un grande amore
    e il silenzio di una profonda pace dell’anima
    c’è il silenzio degli dei che si capiscono senza linguaggio
    c’è il silenzio della sconfitta
    e il silenzio di coloro che sono ingiustamente puniti
    e il silenzio del morente la cui mano stringe subitamente la vostra
    c’è il silenzio che interviene tra il marito e la moglie
    c’è il silenzio dei falliti
    il vasto silenzio che copre le nazioni disfatte e i condottieri vinti
    c’è il silenzio di Lincoln che pensa alla povertà della sua giovinezza
    e il silenzio di Napoleone dopo Waterloo
    e il silenzio di Giovanna D’Arco
    che dice fra le fiamme Gesù benedetto
    e c’è il silenzio dei morti.
    Se noi che siamo vivi non sappiamo parlare di profonde esperienze
    perché vi stupite che i morti non vi parlino della morte?
    Il loro silenzio avrà spiegazioni quando li avremo raggiunti.
    E. Lee Masters




    piuma_05





    Nel silenzio vi sono dei messaggi talmente profondi,che, se tu sai comprenderli,ti insegneranno la vita.




     
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  5. gheagabry
     
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    Il silenzio è un amico che ci prende per mano e ci accompagna nelle profondità
    della nostra anima, ci fa sentire la gioia e il dolore più intensi e sinceri,
    ci rivela tutti i segreti che la bocca cela ma a volte…
    si unisce all'orgoglio e alla superbia e insieme costruiscono un muro
    difficile da abbattere che si pone tra noi e gli altri…



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  6. gheagabry
     
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    ...

    ... Amo il silenzio ... quando mi aiuta a pensare ...a ricordare ... a riascoltare ...a sentire e risentire i profumi ... a continuare il cammino ... Amo la comunicazione ...in ogni sua forma ...parole ... gesti ... sguardi … pensieri accennati ... cosi' spesso ... quel silenzio viene riempito di pensieri ...e di parole ...di parole che non fanno altro che portare fuori le sensazioni ...le emozioni ...se stessi ... cosi' mi accorgo che ... il silenzio mi suggerisce le parole ...e le parole altro non fanno che riempire i miei silenzi ... (dal web)


     
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  7. gheagabry
     
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    Ascoltare il suono del silenzio....

    Vi è mai capitato di camminare, passeggiare per le vie della vostra città e non sentire rumori???? Voi e il mondo muto...riuscire ad osservare ciò che vi circonda senza condizionamenti...senza imposizioni..senza rumori assordanti...voi e il nulla .. E quel silenzio che nel tempo diventa assordante nella vostra mente...
    PENSIERI
    E' Vita anche questo...già il rumore..e il non rumore
    Riuscire ad assaporarla nei suoi colori..movimenti..profumi ??? La vita intendo...
    Quanto gli eventi ci influenzano nel continuare a camminare??? Quanto i nostri desideri,sogni mutano nel tempo??
    <

    E ancora Pensieri

    La libertà di poter agire......quanto questa libertà persiste in noi???Riusciamo a non rimanere influenzati da cio' che notiamo e percepiamo??
    Sapete,mi capita negli ultimi periodi di mettermi a confronto,ad interagire ,..e con questo crescere nel riflettere ( non si finisce mai di crescere!!!)..Mi domanderete,e cosa c'è di particolare??? Beh che cio' accade non solo con adulti bensì con dei bambini..bambini che lottano ogni giorno..Bambini dagli occhi dalla gran LUCE..la luce dell'Ingenuità e Naturalezza,Spontaneità..cosa che all'adulto viene a volte a mancare..bambini che lottano contro le avversità..contro gli adulti e la violenza..che sia una GUERRA ingiusta nei loro confronti..una Carenza..una Ingiustizia sociale,una Malattia..ma sempre naturali pur traumatizzati nel rispondere alle situazioni,liberi di esternare..hanno questa libertà innata ,quel che a noi adulti ci limitiamo..e volte il loro SILENZIO è per noi un insegnamento

    "Io sono piccolo e diverso..in questo mondo come faccio a vivere?"..
    Siamo tutti facenti parte di un unico pianeta,che sia giallo nero o bianco o rosso..è solo nella forza di voler Vivere,e Superare,Condividere
    "IO sono un piccolo grande uomo,un guerriero"..E' VERO UN BAMBINO DAL GRANDE CUORE ..che cerca amore e sa dare amore...che LOTTA per vivere
    "IO sono solo ho perso tutto...come faccio???Ho paura!"...SOLI NON SI E' MAI
    "IO non voglio lasciare..." ...E TU NON MOLLARE CONTINUA ALLA VITA A SORRIDERE

    Mie risposte a domande che mi son state fatte da un bambino tempo fa e che mi sono ritornate alla mente..un bambino che vive..il termine sopravvivere non mi piace...minimizza cio' che sta facendo..Nei suoi occhi la tristezza, ma quella luce che è speranza E forza....quando la voce non ha volume..quando l'anima aiuto chiede...
    NON SI é MAI SOLI se solo si lascia il cuore aperto,
    LIBERO di volare..LIBERTA' la parola chiave
    "Non voglio piu' sentire rumori... "frase dettami da una mamma,la mia risposta?? Eccola: Il cuore il suo battito, è il suono della vita,niente finisce se li lo custodisci.. Quel cordone ombellicale nessuno lo puo' tagliare..Ecco alcuni momenti che fan toccare con mano l'emozione nel cuore...eventi che regalano ossigeno,che fan sentire vivi nei momenti in cui si sente persi..vuoti..con la consapevolezza di aver troppe volte sbagliato,sprecato,negato...ma con il desiderio di volersi rialzare,dare..e non perdere cio' che di prezioso si ha.
    Quale miglior insegnamente e arrichimento se non dalle emozioni fatte tesoro, attimi custoditi con cura e gelosamente. Emozioni che son ali....quando si è a terra,il mondo ti crolla..ali che son mani che aiutano..mi capita...e con esse mi sento così leggera...libera da pesi..e il desiderio di urlare..un grido liberatorio......di dire e fare e pensare...e il riuscire a condividere è una gioia..ecco
    GIOIA
    il suono che vorrei udire!
    - Lau -
    (Post n°390 pubblicato il 20 Giugno 2011 da UnaCarezzaSulTuoCuor)



    ... Nel bosco all’alba nascente ...

    Mi inoltro tra le fronde variopinte da una
    radura verde smeraldo, nel sentiero bianco che
    volteggia e si perde nel folto bosco all’alba.

    Nell’ombrosa foresta incantata odo un eco d’amore,
    che vibra e scivola silenzioso intorno, distribuendo
    calore all’Universo boschivo.

    Centinaia di maestosi alberi e gioiosi animali cantano
    una canzone all’alba accompagnati dal suono
    del vento tra le foglie, i rami e i dolci cinguettii che
    si diffondono nel cuore del bosco che sorride
    ai rumori del giorno che ritorna.

    Armonie e rilassanti colori di varie gradazioni di verde,
    appaiono nel suggestivo sottobosco con cespugli dalle foglie
    fantasiose, illuminate dai colori caldi dell’alba nascente.

    Uno scoiattolo mi fissa e scappa a nascondersi
    tra i rami rosati dal sole che sorge tra gli alberi.

    Una fila di formiche laboriose corre alla tana
    attraversando il sentiero che volteggia
    tra le piante del sottobosco, irradiato da lunghe scie
    di luce argentata che dal cielo scendono
    veloci a terra come delle spade raggianti.

    I rumori si alternano a misteriosi suoni,
    canti e percussioni dirette dall’orchestra formata
    dai mille strumenti della natura del bosco.

    Sento di nuovo vibrare l’eco armonioso dell’amore
    che scorre leggero nella magica foresta.

    Il sorriso sboccia nel volto del bosco che traspare e si
    presenta attraverso gli occhi invisibili degli spiriti della natura
    che sussurrano parole affettuose e inviano gioia al cuore
    dell’uomo attraverso la vita, i profumi e i canti del bosco.

    (Dal Web)

     
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  8. gheagabry
     
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    Esiste qualcosa di più grande e più puro
    rispetto a ciò che la bocca pronuncia.
    Il silenzio illumina l'anima,
    sussurra ai cuori e li unisce.
    Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,
    ci fa veleggiare
    nel firmamento dello spirito,
    ci avvicina la cielo;
    ci fa sentire che il corpo
    è nulla più che una prigione,
    e questo mondo è un luogo d'esilio.

    K. Gibran
    ~ Le ali spezzate ~


    silenzio2zh




    La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.
    (Gesualdo Bufalino)


    chiave




    5322_b

    nel silenzio delle mie emozioni
    raccolgo pietruzze colorate
    nella spiaggia del tempo
    e le conservo
    in quello scrigno di legno
    chiamato cuore
    felice e gelosa
    di avere un così grande dono
    ricordi di me di noi
    che non se ne avanno
    e parlano quando tutto intorno a me c'è
    ...silenzio...

    Stefania

     
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  9. gheagabry
     
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    macchie-di-silenzio2



    Sono la voce del silenzio, fatta di neve, conosciuta dagli alberi, condivisa dal vento.Io esisto nel canto dell’erba, e nel pianto della foresta. Sono l’aria, la luce, l’ombra. Sono il caldo e sono il freddo. Io sono il pensiero. Vago nell’infinito, attraverso l’universo.Io sono la più fedele compagnia, capace di ascoltare, e paziente con chi non mi sente. Ma se qualcuno riuscisse ad ascoltarmi, sarei la migliore amica. Sono testimone dei più grandi tormenti, simbolo della tristezza, sinonimo di solitudine-- Eppure dispenso saggezza, e porto solo pace…Io sono il silenzio, la cui voce grida nell’universo: “Il tormento, la tristezza, la solitudine, è mia, perché la pace che io porto è compresa solo dagli alberi, dal vento, la neve.”..Sono il silenzio che canta nel fuoco e che brucia l’abbandono di un pensiero solitario, sono il silenzio che piange nella pioggia il ricordo di un sogno dimenticato….Sono il silenzio che cammina da solo, senza ombra, senza impronta… Sono il silenzio che si volge all’infinito, e che guida lo spirito di tutti coloro che dopo i tormenti condivisi, pianti, odiati e rivelati nella mia voce, avranno il coraggio di scaldarsi nel mio fuoco, camminare sulla mia neve, bagnarsi nella mia pioggia, essere luce dopo l’ombra, e calore dopo il freddo. Io sono il silenzio, amico per chi sa ascoltare, nemico di chi è sordo. Io sono il silenzio, e sono dovunque. Esisto, perché tu possa parlare. Esisto, perché tu possa ascoltare. Io sono il silenzio, timido e misterioso, crudele e severo, perché nessuno può sottrarsi alla mia voce..Sono l’eco dell’anima, la cui lingua è sconosciuta eppure limpida, segreta, solo perché non la si ode. Io sono la voce del tempo, custode del futuro e del passato, ma presente nel momento.. Io sono il silenzio, e non puoi non udirmi…
    (dal web)









    Un tempo il silenzio era dato, immenso. Troppo dato e troppo immenso per un'umanità curiosa. Occorreva trasformarne sue parti anche in qualcosa di diverso. Per non caderci dentro e restarci.
    Per vivere una vita che ci potesse sorprendere.
    Una vita piena anche di tante altre cose. Il silenzio era dato.
    Non costava niente, era la via conosciuta, molto spesso inconsapevolmente.
    Il silenzio era il mare da cui emergevamo e che ci dava la capacità di stupirci del suo contrario. Di innamorarcene.
    Il silenzio non si spiegava quindi se non contrapponendolo al suo opposto che acquisiva sue proprietà specifiche uscendo dal nulla. Dal silenzio.
    Il silenzio diventa allora sempre più vuoto, assenza, mancanza, rinuncia.
    Il silenzio sappiamo evoca inevitabilmente soprattutto solitudine ed in un'epoca dove la relazione stigmatizza ossessivamente la qualità della vita, occorre esorcizzarlo.
    Per chi si sente solo e non gli piace, anche solo un suono, un rumore, può spezzare quel filo di pensieri che inducono al dolore. Un modo per recitare la relazione. Per non sentirci soli anche in solitudine. E' umano, fa parte delle nostre dinamiche difensive. A chi non è mai capitato.
    Uscire dal silenzio è anche una strategia per tentare di spezzare un pensiero fisso, un brutto ricordo, il tormento per un problema, un qualsiasi dolore. Per distrarsi.
    Per alleviare temporaneamente quella lama che scava dentro.
    Per affrontare poi le cose con sguardo più obiettivo, perlomeno più sereno.
    E' umano, efficace.
    Ma ora in questa parte del mondo siamo immersi in un mare di rumore. Il frastuono ci è dato, noi stessi lo alimentiamo per abitudine, è immenso ed è il silenzio che comincia a stupirci ed incantarci.
    Un tempo appena arrivavo a casa accendevo la tv. Poi la tv ho smesso di accenderla per il fastidio di quel rumore aggressivo, ma in sostituzione, accendevo la radio o mettevo su un disco. Era un riflesso condizionato. Non lo facevo consapevolmente per evitare il silenzio, ma di fatto, lo estromettevo dalla mia vita.
    Gli unici momenti di reale silenzio, erano le sublimi letture prima dell'addormentamento.
    Comunque neuroni impegnati in affari d'altri.
    Da qualche tempo, me ne accorgo realmente solo ora che ci penso, ho smesso anche di accendere la radio appena entrata in casa. La accendo solo in alcuni momenti, sempre più rari. Ed anche la musica non riempie più le mie giornate e serate in casa.
    Al computer sto con gli autoparlanti spenti.
    Non è una scelta razionale, ma mi capita così.
    Ascolto il mio silenzio che non è mai vuoto.
    Le orecchie filtrano una lieve sinfonia monotona di fischi sottili.
    E poi ci sono i piccoli rumori della casa. Scricchiolii, il signore di sopra che sale le scale, il gatto che gioca con l'orsetto, rari rumori dalla strada di una zona tranquilla, la pioggia che scende, il vento che muove le foglie, un cane che abbaia lontano, qualcuno che cammina con i tacchi ticchettanti, una sirena in distanza. Raramente, quando il vento porta quel suono dalla mia parte, sento anche il treno e penso ai sui passeggeri. A volte m'immagino storie. Storie lontane, come quel suono portato dal vento.
    "Forse, rimane sempre una immagine fredda, buia, un po' triste, come quella di un paesaggio invernale, nevoso, notturno prenatalizio..." come dice Roderigo.
    Sì, forse.
    "Un estremo, un luogo estremo, una situazione estrema, un gesto estremo, un rimedio estremo. La colonna sonora della neve e della sabbia. E di tutti gli introversi." come conclude Roderigo.
    Sì, forse.
    "Un estremo, un luogo estremo, una situazione estrema, un gesto estremo, un rimedio estremo" per chi come noi ha dimenticato il silenzio in un mondo che ne ha paura.
    Una sopresa. Un evento inatteso. Una "colonna sonora della neve e della sabbia" che ci avvolge, si espande oltre noi e dove riconosciamo qualcosa di nuovo ma molto antico.
    Il silenzio che ci innamora non è quello che siamo abituati a percepire come una minaccia, non è quello che ci aggredisce puntando contro di noi il dito dell'isolamento, dell'esclusione, dell'improduttività, della rinuncia, dell'inutilità.
    Il silenzio che ci innamora è quello che accogliamo beati ed in cui galleggiamo grati affondando lo sguardo in un cielo stellato od entrando in un'antica biblioteca dopo un'ora di ingorgo nel traffico.
    Ma sono fatti della stessa materia.
    Io sto imparando, senza volerlo, a non fuggire più dal primo ed anche se non m'innamora, ad apprezzarlo. A renderlo meno minaccioso.
    Si vede che m'interessa, se no sarebbe facile fuggirne.
    "Una colonna sonora di tutti gli introversi" scrive ancora Roderigo.
    Forse lo sto diventando. Non lo sono mai stata.
    Forse non è proprio così. Non si cambia la propria natura.
    Forse ho solo meno paura di essere triste.
    E' già qualcosa.

    (alessandra, metaforum)

     
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  10. gheagabry
     
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    Sono sempre andata alla ricerca del silenzio, amo il silenzio, amo farmi cullare dal silenzio…
    Il mare alle prime ore della mattina o nella tarda sera dove posso ascoltare il mare e il vento, il silenzio della campagna dove posso sentire il vento che soffia tra le foglie degli alberi tanto da richiamare alla mente lo scorrere calmo dell’acqua. In silenzio posso ascoltare la musica della natura e far viaggiare i miei pensieri.
    Ma l’amore per il silenzio non è rifiuto della parola. Non nego di aver utilizzato il silenzio come alibi a protezione dei miei pensieri, come risposta ad un’offesa… ho sempre pensato che faccia più male di urli e insulti a pieni polmoni…a volte l’ho utilizzato come prova nei confronti delle persone che ho amato.
    C’è un silenzio che non amo… il silenzio che non è ascoltato che è arido come un deserto…


    “Nessun deserto sarà mai più deserto di una casa, di una piazza, di una strada dove si vive millenovecentosettanta anni dopo Cristo. Qui è la solitudine. Gomito a gomito col vicino, vestito nei tuoi stessi grandi magazzini, clienti dei tuoi stessi negozi, lettore dei tuoi stessi giornali, spettatore della tua stessa televisione, è il silenzio.
    Non c’è altra metafora del deserto che la vita quotidiana”


    Pier Paolo Pasolini, San Paolo, 1977.

     
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  11. ZIALAILA
     
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    Silenzio



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    Napoli, chiostro di Santa Chiara: allegoria del Silenzio


    La pratica del silenzio (inteso non solo come astensione dalla parola, ma anche come tentativo per ridurre la quantità di pensieri, placare l'attività frenetica della mente e trovare così il silenzio interiore) viene considerato una forma di disciplina spirituale presso alcune forme di religione e spiritualità. Questo avviene particolarmente in quelle orientali: ad esempio, nel contesto induista, il silenzio è una delle forme di sadhana.
    Il silenzio come controllo sulla gestione delle proprie parole ma soprattutto della propria mente.

    Nelle regole religiose cristiane, in particolare di clausura, il silenzio è uno dei vincoli obbligatori della vita comunitaria


    °°°°°°

     
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  12. gheagabry
     
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    L'eloquenza del silenzio



    Ana Hernandez

    L’unica forma di silenzio che ci resta è infilarci le cuffie dell’iPod. Ma non è silenzio, è isolamento, una sottile forma di autismo sociale. Prima o poi, però, bisogna fare i conti con il silenzio; finora ci ha rubato troppo tempo il rumore. Ricordo che una decina di anni fa il «New York Times» aveva sigillato in un disco di nichel i suoni più rappresentativi del ventesimo secolo in modo tale che, nel 3000, i nostri discendenti potessero riascoltare la colonna sonora del chiassoso Novecento.

    La «capsula del tempo», però, riservava una sorpresa: al posto di Elvis Presley, dei Beatles, dei Rolling Stones, di Bob Dylan, di Bruce Springsteen c’erano solo i rumori di un tosaerba, di un elicottero, di un motore a scoppio, di un ascensore che si ferma al piano, di un aereo che decolla, di uno sciacquone, di un clacson e altri simili. Rumori della quotidianità, rumori spesso fastidiosi, esasperanti, intollerabili. Come mai? Le case discografiche non avevano voluto concedere il copyright delle canzoni che avevano segnato la cultura musicale del secolo. Così l’astuzia della storia si era presa una rivincita decretando l’esecrato rumore come vero timbro sonoro dei nostri anni: il suono del lavoro, della vita che pulsa, della tecnica ma anche dell’insensibilità, della sparizione del silenzio.

    Quando assisto a certi talk show mi viene da invocare il ripristino dei «silentiares». Nelle corti imperiali bizantine del IV secolo erano guardie che tutelavano il silenzio nella sala colloqui: la parola era sottoposta a rigido controllo, guai a sgarrare! Già, il silenzio riusciamo a definirlo solo attraverso il suo opposto.


    il%20silenzio

    Ne Il silenzio del corpo, Guido Ceronetti scrive che «chi tollera i rumori è già un cadavere». Per questo sono rimasto colpito da una notizia: nel Sussex un parroco ha registrato il silenzio della chiesa e ne ha prodotto «la sua pace» su cd. Trenta minuti di silenzio, registrato all’interno di una chiesa anglicana della campagna inglese, da riascoltare a casa per rivivere l’atmosfera sacra e accogliente di un edificio di 900 anni fa. Il cd si intitola The sound of silence (Il rumore del silenzio) come la vecchia canzone di Simon & Garfunkel (ma, prima, ci si doveva accontentare de La voce del silenzio cantata da Mina: «Ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce ed improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto…»).

    Non avendo orecchio musicale, ho letto senza troppo costrutto le teorie sul silenzio di John Cage; una cosa però mi è rimasta: il silenzio non è un’assenza, non è un vuoto, il silenzio ha una sua grammatica, una sua pienezza. Il rapporto fra rumore e silenzio ricorda molto quello fra memoria e oblio. Che è uno dei nessi più inestricabili e complessi che la storia della cultura occidentale abbia tramandato; nei racconti, nelle manifestazioni, nelle polverose teche tutto sembra parlare a favore della memoria, la quale, a differenza dell’oblio, gode di una trattatistica esuberante. Una sorta di mitologia cupa avvolge invece le pianure dell’oblio e da sempre assistiamo alla lotta sorda che l’oblio combatte per riscattare la sua fama compromessa. E infatti Baltasar Gracián diffida della memoria nemica del silenzio, delle tenebre, del segreto.

    Non avendo neppure particolare attitudine filosofica, non oso affrontare i «sovrumani silenzi» e la «profondissima quïete» di cui parla Leopardi, raccogliendo piuttosto il sacrosanto invito di Wittgenstein: «Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere». Il silenzio è anche una forma di rispetto nei confronti della conoscenza cui invano aspiriamo, è accettazione della propria limitatezza.

    Mi basterebbe capire perché non siamo più capaci, quando capita, di osservare un minuto di silenzio negli stadi o perché nel corso di un funerale ci abbandoniamo all’applauso. Il silenzio non ci appartiene più, non lo riconosciamo. Per esprimere quella cupa, muta e sorda ebetudine che tramortisce quando le grandi disgrazie premono, ci abbandoniamo a una sinistra euforia: sfogarci, applaudire.

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    Nel libro Per una storia del silenzio (edito da Mursia) Sergio Cingolani avverte che «più della metà della popolazione mondiale vive in ambienti con un livello medio di rumorosità superiore a 60 decibel, quindi assai lontana dalla possibilità di poter godere degli effetti del silenzio». Non conosciamo più cosa sia il silenzio, nemmeno nella quiete della campagna o della montagna: c’è sempre qualche fanatico del motocross che ci vuol far sapere che esiste.

    Il capitolo più interessante del libro mi è parso quello dedicato al silenzio nelle regole monastiche. In quelle di Benedetto (480-547) sta scritto: «Facciamo quello che dice il Profeta: “Ho detto: custodirò le mie vie per non peccare con la mia lingua; ho posto una custodia alla mia bocca, ho tenuto il silenzio, mi sono umiliato e ho taciuto…». Dalla sua cella il monaco non può né vedere né sentire il suo vicino, l’architettura monastica è fatta per proteggere il silenzio, la meditazione, la taciturnitas. Il silenzio è una grande cerimonia, una liturgia. Dio giunge nell’anima che fa regnare il silenzio dentro di sé, ma rende muto chi si perde in chiacchiere.

    La cultura laica pare poco interessata al silenzio. Per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (maggio 2012) Benedetto XVI ha invece inviato un messaggio dedicato proprio al silenzio: «Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto. Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero». Il Papa non ha proposto il silenzio come alternativa all’impegno nella comunicazione, non ha chiesto di spegnere la «musica passiva» (la musica non richiesta che ci assilla nei negozi, nei locali pubblici, negli ascensori, nelle spiagge…), non ha improvvisato una di quelle lezioni per dummies o per manager in cui ci viene spiegato, da una pubblicistica improvvisata, che «in una società in cui tutti parlano, tutti tentano di esprimersi sovrapponendo la propria voce a quella degli altri e in cui gli stimoli dei soggetti emittenti si moltiplicano spesso senza raggiungere i destinatari del messaggio i l rischio dell’incomunicabilità cresce a dismisura». No, ha voluto ricordare che il silenzio parla, anche nelle moderne forme di comunicazione. Il silenzio è una scelta e a volte può essere l’espressione più eloquente della nostra vicinanza, della nostra solidarietà, della nostra attenzione verso un’altra persona.



    Sul mistero del silenzio Gianfranco Ravasi ha scritto: «Il silenzio per sua natura è una realtà radicalmente ambigua. Da una parte esiste il cosiddetto “silenzio nero”, che è l’assenza dei suoni, delle voci. Nella Bibbia si legge: “Quando Diomaledice un popolo, fa cessare il canto dello sposo e della sposa”. Cassiodoro, nel VI secolo, scrisse nelle Istituzioni una frase folgorante e straordinaria: “Se voi continuerete a commettere ingiustizia, Dio vi lascerà senza la musica”. Dall’altra parte invece esiste il cosiddetto “silenzio bianco”. Nelle religioni è fondamentale il nome di Dio: da dire, da invocare. Israele, nell’Antico Testamento, introduce l’idea che vada taciuto. Il profeta Elia va sul monte Sinai per ritrovare le radici della sua vocazione e vuole scoprire Dio con l’imperio, abituale, della teofania: i tuoni, il terremoto che sommuove la terra, le folgori che scorticano gli alberi… Invece lo scopre nelle frase: “E alla fine ci fu il mormorio di un vento leggero”. In ebraico abbiamo soltanto tre parole: “voce, silenzio, sottile”. Dio è una voce di silenzio sottile. Da lì in avanti comincia la grande via del “silenzio bianco”, che non è assolutamente il terrore di star soli. L’uomo di oggi non è più capace di star solo perché ha sempre davanti il vuoto».

    Sarebbe interessante affrontare un’estetica del silenzio. In Forme del parlare, il sociologo Erving Goffman capovolge il senso comune e sostiene che «il silenzio è la norma e parlare è qualcosa che esige una giustificazione». Come molti della mia generazione, sono cresciuto frequentando i cineforum, guardando i film di Ingmar Bergman, in particolare la cosiddetta «Trilogia del silenzio di Dio» (Come in uno specchio, 1961, Luci d’inverno, 1961, e Il silenzio, 1963), dominata dal tema dell’incomunicabilità. Il silenzio di Dio si riflette nel silenzio degli uomini e delle donne, lascia spazio alla violenza fisica e verbale. Ne Il silenzio Anna ed Ester sono due sorelle che stanno tornando dalle vacanze assieme a Johan, il figlio adolescente di Anna. La loro meta è la Svezia ma devono attraversare un Paese sconosciuto sull’orlo della guerra. Il rapporto conflittuale tra le due donne esplode e dopo l’ennesimo litigio Ester, gravemente ammalata di tubercolosi, viene abbandonata dalla sorella al suo destino. Ma la vera tragedia è che Dio tace perché è l’uomo ad aver stabilito le regole di questo dialogo, ad aver fissato la misura delle sue richieste. Parliamo, cerchiamo affannosamente il rumore perché copra il silenzio che più ci spaventa.


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    Il silenzio ci appare oggi come un vuoto angoscioso, così angoscioso da preferirgli il rumore, il chiacchiericcio, persino l’acufene, la vera colonna sonora della modernità. Eppure, la nostra epigrafe sarà solo quella dettata da Ceronetti: «La vita rimescola dati e dadi; l’ultima parola, su tutto, la dirà il silenzio».

    Aldo Grasso, corriere.it

     
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  13. gheagabry
     
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    Scatto di Tomihisa Kouji, national geographic



    Si dice che ogni persona è un’isola,
    e non è vero,
    ogni persona è un silenzio,
    questo sì, un silenzio,
    ciascuna con il proprio silenzio,
    ciascuna con il silenzio che è.
    (Josè Saramago)

     
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  14. gheagabry
     
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    di Matteo Magarotto

    Elogio del silenzio

    Il silenzio viene da molto lontano
    per sentirlo devi penetrare nella densità dell’origine
    toccare la materia che sfugge dai suoi gravi enigmi
    sorprendere la quiete nascosta nel movimento
    mettere sotto chiave il brusio ineguale del destino.
    Con una parola puoi nominarlo
    e sfiorarlo con il pensiero
    ma nel suo instabile e vasto regno
    nessuno entra se non a piedi scalzi.
    Si installa dove il tempo si arresta
    estraneo a ombre e luci
    e se a un tratto svanisce
    il ribollente mondo rimane attonito.
    Nessuno sa perché la musica dell’universo
    è l’altra faccia del silenzio
    tutti ignorano su che cosa si fonda
    una tale sortilegio senza partitura.
    Porto di uscita e di arrivo
    profondità che non si appanna sulle alture
    specchio invisibile della solitudine
    che abita in tutti gli angoli del corpo
    qualcosa di ancora più puro è il silenzio
    quando per il tanto meditare sull’immensità
    che non ha mai un posto
    ti arrendi e ne senti la mancanza.

    Jesús Urzagasti

     
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  15. gheagabry
     
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    Il silenzio....non confondetelo con l'indifferenza, l'ipocrisia o la superbia di tutti e d'ogni giorno... E'nel silenzio che prendono forma i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre emozioni... I silenzi vanno ascoltati, essi parlano più di mille parole.. ….Nel silenzio si celano forti parole che solo pochi hanno la capacità di saper ascoltare. (dal web)





    Il silenzio è una discussione, portata avanti con altri mezzi.
    (Ernesto Che Guevara)


     
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32 replies since 25/7/2011, 00:35   2752 views
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