..IN GIRO PER IL MONDO in MONGOLFIERA

visitiamo l'Aafrica

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  1. gheagabry
     
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    ...sorvolando un'isola ..dalla forma particolare... Cipro.....ormai la rotta della mongolfiera era l'Egitto.....una terra
    dai mille misteri...una grande civiltà, che ha lasciato la sua testimonianza nei sui monumenti immensi......ecco le
    coste, il delta del Nilo..il deserto ferito da una lunga pennellata di blu....decisero di atterrare....pagarono
    profumatamente dei beduini per custodire il "pallone"....ma prima visitarono le tre piramidi e la loro guardia,
    la "sfinge" .... poi presero un piccolo battello...volevano risalire il fiume ....per poter visitare quei luoghi ricchi di storia....


    .................................................................


    'Il deserto, con la sua orrenda solitudine, la sua cupa malinconia, mi ha incantato molto più dei luoghi più belli.
    La sabbia dorata dal sole ha colori incantevoli. Il Khamsin ammucchia la sabbia, ne fa piccole dune che hanno
    mille forme fantastiche, lisce ed uniformi [...]'.


    Olympe Audouard



    '

    Il vestito che indossa il popolo è quello dei faraoni, esattamente quello tramandato dai dipinti sepolcrali e
    dalle ceramiche: composto da una lunga tunica di cotone azzurro, marrrone scuro o rosso, e da grandi stole
    drappeggiate che vengono buttate sopra'.


    Juliette de Robersart



    'Siamo finamente arrivati sotto le piramidi...[...] Nessuna parola, nessun commento può tradurre l'emozione
    provocata dalla loro vista: si innalzano come montagne al di sopra di questa spianata di rocce interamente
    scolpite a mano dall'uomo'.


    Olympe Audouard



    'Ci dirigiamo verso la montagna a nord ed entriamo nella valle dei sepolcri dei re. Neanche un albero: rocce calcaree
    dalle tinte rosate, silici, e zone in cui si mescolano sabbia e pietre! [...] Qui su questa larga via intagliata nella roccia,
    passava il corteo dei funerali reali. I sacerdoti, veri re dell'Egitto, la corte, gli ufficiali, il popolo?'.


    Valérie de Gasparin


    ...il viaggio sul Nilo era stato un sogno.....le feluche intorno a loro veleggiarono.....in modo quasi frenetico....avevano
    visitato la valle dei Re e delle Regine...Luxor, l'antica Tebe,...il tempio di Karnak....dovettero prendere un'aereo per
    vedere Abu Simbel e i suoi templi. Tornarono al Cairo, sperando di ritrovare la mongolfiera.....tirarono un sospiro di
    sollievo quando la videro..i beduini erano stati di parola.........salirono e si allontanarono dalla terra di Iside......si
    diressero verso altri luoghi...il cielo era terso..


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    Le piramidi della piana di Giza sono divenute da tempo il simbolo dell'antico Egitto. Si levano massicce sullo sfondo del deserto inanimato, con la loro struttura apparentemente semplice eppure ambigua, sconcertante, misteriosa.

    Osservata in un disegno o in un modello, la piramide appare semplice, ma basta avvicinarsi ad una di esse ed alzare lo sguardo alla sua sommità perchè tutto divenga diverso, basta penetrare all' interno perchè i passaggi stretti e bui diano strane sensazioni. E le piramidi custodiscono i loro segreti. Possiamo solo cercare di immaginare perchè gli Egizi le abbiano innalzate ed imbastire ipotesi sulle tecniche di costruzione di cui si servirono. E' fuor di dubbio che molte piramidi furono costruite come tombe, ma ve ne sono alcune, e fra esse le più importanti, dal nostro punto di vista, in cui non fu rinvenuto alcun sarcofago; pare quindi ovvio ipotizzare che la costruzione di questi enormi monumenti avesse qualche altra motivazione.

    Secondo le antiche fonti, infatti , le piramidi erano costruite per custodire e tramandare, impresso nella pietra, in termini di proporzioni e dimensioni, tutto il bagaglio di conoscenze astronomiche, matematiche e geografiche che erano in possesso dell' antico popolo egizio. Scriveva J.P. Laner nella sua opera "Le problème des pyramides d' Egipte): " Dal punto di vista astronomico è indubbia... la grande cura nell' orientamento... Dal punto di vista matematico lo studio delle piramidi, e specialmente della Grande Piramide, mostra proprietà geometriche notevoli oltre a rapporti numerici che meritano attenzione".

    Dal punto di vista storico pare che la prima piramide egizia sia stata quella fatta costruire dal faraone Zoser (2780 a.C.), che differisce però completamente dalle grandi piramidi che ci interessano in questa sede per la problematica che sollevano. La piramide di Zoser ha base rettangolare (è l' unica) ed è formata da una sepoltura di base (mastaba) che penetra in parte nel terrreno ed in parte ne fuoriesce, sulla quale furono costruiti in seguito altri piani così da darle infine l 'aspetto di una piramide a gradini. I successori di Zoser abbandonarono, incompiute, altre tre piramidi a gradini, prima di dedicarsi al tentativo di erigerne una a facce lisce, innalzata a Maidum, a circa 45 chilometri dal Cairo. Maidum è oggi una rovina con il nucleo centrale che si eleva per circa 75 metri sopra un ammasso di macerie: era originariamente una piramide a gradini, ma fu rivestita in seguito per renderla appunto a facce lisce. Purtroppo, l' ampia base non poggiava sula roccia ma sulla sabbia, e la piramide crollò, forse ancor prima di essere completata.

    L'esperienza insegnò tuttavia qualcosa ai costruttori. Il sovrano successivo, Snefru, primo faraone della Quarta Dinastia (che durò all' incirca dal 2700 al 2500 a.C.), edificò due solide piramidi a Dashur, poco più a sud di Saqqara. Vennero poi le tre grandi piramidi di Giza.

    La grande piramide attribuita a Cheope è unica per il fatto che ha corridoi e stanze nella parte superiore della struttura, mentre tutte le altre hanno in pratica solo un passaggio che conduce ad una camera al livello del suolo o nella roccia sottostante. In origine era alta 148 metri (e forse non per caso il Sole dista dalla Terra 149 milioni di chilometri) e la base misurava 320 metri di lato, ma col tempo le pietre lisce che la rivestivano furono asportate per essere utilizzate nelle costruzioni medievali del Cairo: oggi misura in altezza circa 137 metri.

    Dopo Giza, i faraoni della Quinta e Sesta Dinastia fecero innalzare piramidi a Saqqara e nella vicina Abu-Sir, ma le loro pietre erano lavorate in maniera rozza e quando le generazioni successive asportarrono a poco a poco il rivestimento di calcare, il nucleo centrale crollò.

    Al termine del regno della Sesta Dinastia, intorno all' anno 2180 a.C., l' Egitto era ormai diviso in una moltitudine di province e le grandi costruzioni vennero trascurate. L' undicesima e la Dodicesima dinastia videro l 'Egitto ancora riunito e in un periodo che andò dal 2000 al 1750 a.C., i sovrani fecero innalzare nuove piramidi: erano alte meno della metà della Grande Piramide e spesso costruite senza alcuna precisione. In alcuni casi il nucleo centrale era costituito prevalentemente da mattoni di fango retti da muri di sostegno.

    Furono le ultime piramidi.
    I sovrani successivi eressero grandi templi per dimostrare la loro potenza in vita e tombe nascoste per mantenersi al sicuro nell' aldilà. Questo decadimento dell' uso della piramide dopo una progressiva riduzione delle sue proporzioni potrebbe significare che con il tempo è andata perduta la conoscenza dei simboli che la piramide assommava in sè, nonchè la tecnologia indispensabile alla costruzione degli antichi colossi.









    significati reali delle piramidi e gli scopi per cui erano state costruite potrebbero quindi appartenere a quella cultura, forse di derivazione atlantidea, che caratterizzò le prime dinastie e che poi, per motivi che non possiamo conoscere, andò contaminandosi fino a perdere la sua efficacia. E' opinione corrente che Giza ed il monumento di Cheope racchiudano tutti i misteri associati alla costruzione delle piramidi.

    Tanto per cominciare, qual era lo scopo della Grande Piramide?

    L' ipotesi più ovvia, come abbiamo detto, è che sia stata una tomba. C' è anche un sarcofago in quella che viene chiamata ora "La camera del Re". Eppure non vi è alcuna indicazione dello svolgimento di un funerale. Il passaggio terminale che conduce alla stanza stessa è la stupenda "Grande Galleria", lunga 47,5 metri, alta 8,5 e larga 2, che si dirige verso la sommità e con una pendenza notevole, un angolo di 26°. Forse i ritualisti di Cheope avevano progettato una processione finale lungo questo passaggio inclinato, ma non lo si può affermare con sicurezza: il corridoio che conduce alla "Grande Galleria", infatti, è talmente basso che per percorrerlo è necessario camminare chini.

    Perchè la Grande Piramide fu costruita in quel luogo? Forse per la semplice ragione che gli antichi Egizi vivevano, in maggioranza, proprio là. Ma, in seguito a varie supposizioni, si giunse anche ad altre ipotesi, illustrate dal professor Livio Catullo Stecchini nel libro di Peter Tompkin "Secrets of the Great Pyramids". Secondo lui ed altri studiosi, i figli del Nilo possedevano conoscenze molto più avanzate in fatto di geografia e cosmologia di quanto si ritenga generalmente. Stecchini sostiene che conoscevano la sfericità della Terra e che erano giunti a calcolarne i gradi di latitudine e longitudine.

    I già citati scrittori Hancock, Bauval e Wilson hanno avanzato delle teorie sul vero significato delle piramidi, collegandole a culti stellari e religiosi; chi ha trovato coincidenze con alcune costellazioni, come nel caso di Robert Bauval, che nel suo libro "Il mistero di Orione" mette in evidenza la correlazione tra i condotti della Grande Piramide di Cheope, che dalle camere interne atraversano tutta la struttura della piramide, per sbucare all' aperto, come canali di aerazione; ebbene, Bauval ha scoperto che questi condotti, all' epoca in cui fu costruita la piramide puntavano rispettivamente, quelli posti a sud verso la Cintura di Orione e verso Sirio, Osiride e Iside nella concezione mitologica.


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    Ogni mattina, da millenni, vede sorgere il sole davanti a sè.

    E' la Sfinge di Giza, la più imponente statua in pietra mai costruita al mondo. Avvolta da un alone enigmatico, essa è il simbolo dell' Egitto, ma anche del mistero stesso.


    Secondo la teoria più consolidata, la Sfinge fu costruita attorno al 2500 a.C. dal faraone Chefren. Perciò, quando nel 1991 si è dimostrato, con una serie di prove geologiche, che essa fu costruita almeno 6000 anni prima di Cristo - e quindi 3000 anni prima che avesse inizio la civiltà Egizia - il mondo piuttosto conservatore dell' egittologia fu scosso da un' ondata di incredulità. Per la verità, era opinione comune fra gli egittologi del XVIII secolo che la Sfinge fosse più antica delle piramidi.

    Ma nel novecento si è imposta una teoria diversa, e cioè che fosse stata costruita tra il 2520 e il 2494 a.C., durante il regno di Chefren: opinione accettata unanimamente (e abbastanza passivamente) dagli egittologi. Ci sono voluti 15 anni di sforzi continui da parte di un uomo, solo contro tutti, per cominciare a cambiare il modo di pensare: quest' uomo è lo statunitense John Anthony west, scrittore ed egittologo autodidatta.

    La ragione che ha spinto gli egittologi a credere che la Sfinge sia stata costruita da Chefren sta nel fatto che il suo viso assomiglia a quello del faraone, immortalato in una statua che è conservata nel Museo Egizio del Cairo. Usando metodi piuttosto insoliti, West evidenziò grosse lacune nell' accostamento tra Sfinge e faraone e sulla loro pretesa rassomiglianza. Si avvalse dell' aiuto del tenente Frank Domingo del Dipartimento di Polizia Giudiziaria di New York, che aveva accumulato una grande esperienza ricostruendo per il tribunale visi sfigurati e mutilati. Domingo mise a confronto i due volti e, dopo aver realizzato disegni dettagliati di entrambi, concluse che le due statue raffiguravano individui diversi: "Se in futuro si troveranno prove irrefutabili che la Sfinge rappresenta Chefren, vorrà dire che chi ha ritratto il faraone era un incapace".


    La comparazione tra i lineamenti di Chefren e quelli della Sfinge

    Molti egittologi non presero nemmeno in considerazione il lavoro di Domingo. James Romano, del Brooklyn Museum di New York, disse che l' arte egizia non era fotografia, ma realtà idealizzata": l' analisi di Domingo, insomma, non aveva alcun valore. West tentò allora un' altra strada: Si prefisse di dimostrare che l 'erosione della Sfinge non era dovuta al vento del deserto ma alla pioggia. L' ultima grande pioggia si era avuta dopo l' ultima era glaciale, cominciata circa 12000 anni fa.
    West aveva un solo modo di provare la teoria dell' erosione: chiedere la collaborazione di geologi di consolidata fama accademica.

    Dopo una lunga ricerca, trovò finalmente in Robert Schoch, dell' Università di Boston, uno studioso di ampie vedute disposto ad ascoltarlo. L' esame compiuto da Schoch confermò che il corpo della Sfinge e le pareti della grande fossa in cui essa si trova mostravano i segni tipici di erosione da acqua. Non solo: scoprì che il monumento ed il complesso di templi che sorge nelle vicinanze erano scolpiti nella stessa pietra.





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    A Luxor si trova il tempio di Karnak (detto anche il Grande Tempio di Ammone). Si tratta del più esteso di un vasto complesso di templi, laghi sacri, cappelle e viali. Un secolo di lavoro archeologico ha portato alla scoperta e alla ricostruzione di parecchio materiale, ma poiché i 1400 anni della grandezza tebana furono estremamente fecondi, i lavori per portare tutto alla luce non sono ancora finiti. Il Grande Tempio venne costruito, modificato ed esteso secondo la fantasia dei faraoni che si successero per un periodo di 2.000 anni, dal Medio Regno ai tempi romani. La prima parte che si vede fu l'ultima ad essere eretta: l'imponente e massiccio "primo pilone", il più grande del mondo, doveva essere il contributo tolemaico al tempio, ma non venne mai terminato.
    Le mura, spesse più di 12 metri, cingono il più grande "cortile" di tutti i templi egizi, con una superficie di oltre 670 mq

    http://video.libero.it/app/play?id=7ba974f...7af6a07d37c1122

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    ...un po' di mitologia egizia


    Gli antichi egizi rappresentavano le loro divinità sotto forma umana o animale, oppure come entità ibride. Molti dèi condividevano caratteristiche, titoli e attributi, creando così una tradizione religiosa molto complessa. Nell’elenco sottostante è sono riportati in ordine alfabetico i protagonisti principali della mitologia egizia.

    Ammut
    Figura ibrida di leone, coccodrillo e ippopotamo, divoratrice del cuore dei defunti giudicati colpevoli.

    Amon
    Divinità locale di Tebe, il cui nome significa "Colui che è nascosto': elevato al rango di sovrano degli dèi nella sua forma di Amon-Ra. Era venerato a Karnak.

    Anubi
    Dio a testa di canide, patrono degli imbalsamatori e custode delle necropoli.

    Atum
    Grande dio creatore conosciuto come "Colui che si è generato da sé"; al pari di Ra. Il centro del suo culto era principalmente Eliopoli.

    Bes
    Dio dal grottesco aspetto di nano, protettore della sfera domestica e delle partorienti.

    Geb
    Figlio di Shu e Tefnut, personifica la Terra ed è raffigurato come un uomo dall'incarnato verde.

    Hathor
    Dea dell'amore, della gioia e della bellezza, spesso raffigurata sotto forma di vacca. Il suo nome significa "Dimora di Horo" quale protettrice del dio, del faraone e di tutti i defunti; era venerato a Dendera.

    Horo
    Per lo più raffigurato sotto le sembianze di falco, il figlio di Iside e Osiride fu concepito dopo la rinascita del padre che egli vendicò e al quale succedette; egli è il dio cui ogni faraone regnante si identificava.

    Iside
    Grande dea della magia che ricompose il corpo smembrato di Osiride, creando cosi la prima mummia, e generò Horo. Il suo nome veniva scritto con il segno geroglifico del trono; il tempio dedicatole sull'isola di File costituì l'ultimo baluardo dell'antica religione.

    Khepri
    Dio-sole del mattino rappresentato dal simbolo di uno scarabeo.

    Maat
    Dea dell'ordine cosmico ed emblema della rettitudine, identificata con la piuma che veniva contrapposta al cuore del defunto sulla bilancia al momento della pesatura che ne giudicava l'operato in vita. Persornficazione dell'ordine cosmico e dell 'armonia, stabilisce le norme in base alle quali devono governare i re. Il suo potere regola le stelle, le stagioni e le relazioni degli uomini con gli dei.

    Nekhbet
    Dea-avvoltoio dell'Alto Egitto le cui ali spiegate proteggono il re. Nekhbet e Uadjet, la dea cobra, erano definite "Le Possenti" .

    Nefti
    Sorella di Iside. Entrambe erano protettrici dei defunti.

    Nut
    Dea del cielo, la cui figura femminile dava forma alla volta celeste inarcandosi
    al di sopra del corpo disteso del fratello Geb, entrambi separati dal padre Shu, dio dell'aria.

    Osiride
    In origine re terreno e dio della fertilità, il cui nome è anche reso dal geroglifico del trono; dopo essere stato ucciso e fatto ritornare in vita, assurse a salvatore dei defunti : sovrano del Mondo Inferiore. Abido, centro del suo culto, era meta di pellegrinaggi.

    Ptah
    Dio creatore del mondo e patrono degli artigiani, venerato a Menfi.

    Ra
    Massima forma del dio-sole il cui nome significa "sole", di norma ritratto con corpo umano e testa di falco coronata dal disco solare. La città di Eliopoli, luogo principale del suo culto, giace oggi parzialmente sotto l'aeroporto del Cairo.

    Sekhmet
    Temibile leonessa, dea della distruzione, il cui nome significa la "Potente", volgeva la sua forza bellicosa contro tutti i nemici dello Stato. Il suo luogo di culto era Menfi.

    Seth
    Dio della tempesta e della confusione, uccisore del fratello Osiride, era rappresentato da un animale fantastico.

    Shu
    Dio dell'aria raffigurato con corpo umano, il capo ornato da una piuma. Nacque da uno starnuto di Atum.

    Tueret
    Dea avente l'aspetto di un ippopotamo femmina, protettrice delle partorienti.

    Tefnut
    Dea dell'umidità, sorella gemella di Shu, nata da uno sputo di Atum: il suo nome è talvolta scritto con il segno geroglifico delle labbra che espellono sputo.

    Thot
    Dio della saggezza a testa di ibis e patrono degli scribi. Il suo luogo di culto era situato Ermopoli.

    Uadjet
    Dea-cobra del Basso Egitto, simboleggiata dall'ureo, il serpente tutelare posto sulla fronte dei sovrani

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    Deir el-Bahari
    (il cui significato letterale è: Il monastero del nord) è un complesso di templi funerari egizi situato sulla riva occidentale del Nilo di fronte alla città di Luxor.
    Il più antico monumento eretto nel sito fu il tempio funerario di Montuhotep, sovrano della XI dinastia (Medio Regno). I principali monumenti sono i templi di Amenhotep I e di Hatshepsut risalenti al Nuovo Regno


    Tempio funerario di Mentuhotep II


    La struttura consiste di una rampa di accesso ad una terrazza su cui è eretto un edificio funerario, forse una piccola piramide o una semplice mastaba. Questo edificio è circondato da una sala colonnata. Dietro si apre una corte aperta, poi una sala ipostila, un tempio ed infine la tomba vera e propria.
    Il pozzo ed il susseguente tunnel discendono per 150 m per terminare nella camera funebre che si trova a 45 metri di profondità rispetto al cortile. La camera funebre ospita un sarcofago che in origine ospitava la cassa lignea di Montuhotep II.


    Tempio funerario della regina Hatshepsut
    Il complesso funerario della regina Hatshepsut è quello di dimensioni maggiori ed anche quello meglio conservato.
    Punto centrale di questo edificio è la parte denominata Djerser.Djeseru (La sublime sublimità) una struttura colonnata progettata ed eretta da Senemut, principale collaboratore della regina. La costruzione si trova al culmine di una serie di terrazze che un tempo erano decorate da giardini

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    Deir el Bahri fu il luogo scelto dal faraone Mentuhotep II, della XI dinastia, per la costruzione del proprio tempio funebre. Qualche secolo più tardi, durante la XVIII dinastia, anche la regina Hatshepsut e il faraone Thutmosi III scelsero lo stesso luogo per l'edificazione dei loro rispettivi templi funerari.



    Il tempio
    Deir el-Bahri è situata in un vasto anfiteatro roccioso dominato dal grandioso tempio funebre della regina Hatshepsut, accanto al quale si trovano i resti di altri due templi costruiti da Mentuhotep II e da Thutmosi III. In realtà, Deir elBahri, "Convento del Nord", è il nome arabo utilizzato in riferimento al convento copto edificato in questo luogo, le cui rovine furono trasferite a seguito degli scavi realizzati da Edouard Naville. È possibile accedere a quest'area utilizzando mezzi diversi, ma la soluzione più interessante è quella di fare una gita a piedi partendo da Deir elMedina, da Sheikh Abd el- Qurna o dalla Valle dei Re.

    .Il faraone Mentuhotep II desiderava avere un tempio situato accanto alla sua tomba; egli seguì pertanto la tradizione dell'Antico Regno, secondo la quale i templi funebri venivano costruiti accanto alle tombe reali.



    Testa di Mentuhotep II
    Tuttavia, la composizione architettonica dell'edificio presentava delle assolute novità: una strada selciata iniziava nel tempio della Valle e proseguiva, poi, lungo un percorso delimitato da due file di alberi; da lì partiva la rampa processionale, che terminava sulla terrazza, al centro della quale era situata la mastaba. Accanto alla rampa, poi, si trovava un'ampia fossa, chiamata dagli arabi Bab elHosan; da qui aveva inizio una galleria sotterranea obliqua, di circa 150 metri di lunghezza. Essa conduceva fino al cenotafio, situato esattamente al centro della mastaba. In questo luogo, nel 1900, Howard Carter trovò la splendida statua del faraone, in posizione seduta, con la corona rossa del Basso Egitto, esposta attualmente nel Museo del Cairo.

    La grande terrazza sovrastava tutte le strutture del tempio. All'esterno, la mastaba era circondata da un deambulatorio, caratterizzato da tre file di pilastri lungo tre dei suoi lati e da due file nel lato occidentale; vi era inoltre un muro che inglobava un secondo deambulatorio, caratterizzato da due file di pilastri lungo tre dei suoi lati. Nei pressi di un vestibolo, inoltre, era situato un complesso costituito da sei cappelle e sei tombe, destinate alla sepoltura delle spose reali e delle principesse. All'interno del tempio, invece, dopo aver attraversato un secondo patio si accedeva ad una sala ipostila, scavata nella montagna, che conduceva ad una cappella nella quale vi era una nicchia contenente la statua del sovrano; al centro del patio si trovava l'apertura del corridoio discendente che conduceva alla tomba di Mentuhotep II, nella quale fu trovato solo il sarcofago.



    Alcuni rilievi del tempio di Thumotsi III
    Il tempio di Thutmosi III
    Nel 1961, la Missione Archeologica Polacca realizzò i lavori di ricerca nella zona, durante i quali fu scoperto un piccolo tempio, oggi ridotto a un cumulo di pietre. Fu Thutmosi III a ordinare la sua costruzione, consacrandolo al dio Amon. Il tempietto venne edificato tra il tempio di Mentuhotep II e la terrazza superiore del tempio di Hatshepsut e includeva anche una cappella dedicata alla dea Hathor. Secondo i ricercatori, il tempio di Thutmosi III fu costruito negli ultimi anni del suo regno e venne poi abbandonato alla fine della XX dinastia a causa dei danni strutturali provocati dai cedimenti del terreno. Successivamente, esso fu utilizzato come cava di marmo e diversi secoli dopo, quando i Copti occuparono la valle, come cimitero. La struttura architettonica dell'edificio, ispirata a quella del tempio della regina Hatshepsut, includeva un complesso sistema di terrazze, rampe e una grande sala ipostila.

    A Deir elBahri furono costruiti almeno tre templi, appartenenti ai faraoni Mentuhotep II e Thutmosi III e alla regina Hatshepsut. Mentuhotep II, sovrano della XI dinastia, fu il primo a scegliere Deir elBahri come luogo per la propria sepoltura. Una lunga strada selciata conduceva dal tempio della Valle fino al monumento di Mentuhotep, situato ai piedi della parete rocciosa di Deir el-Bahri. Prima di giungere alla rampa processionale del tempio di Mentuhotep II, lungo un viale furono collocate alcune statue del sovrano simili a quella trovata nel cenotafio reale, situato sotto la mastaba. La splendida statua del faraone attualmente può essere ammirata nel Museo del Cairo.






    HORUS: Il Signore dei Cieli ...
    Il dio Horus, figlio di Iside e Osiride, simboleggia l'energia medianica. E' il signore della profezia, della musica, dell'arte e della bellezza. Horus era il dio dei cacciatori ed era rappresentato da un falco. Successivamente fu identificato con il sole, divenendo il simbolo della nobiltà, archetipo dei faraoni. Horus, il falco divino, divenne quindi il dio del cielo, che aveva il sole come occhio destro e la luna come occhio sinistro. La sua natura comprendeva una chiaroveggenza che gli consentiva di vedere ogni cosa, una capacità visiva molto acuta e una sviluppata consapevolezza. I quattro elementi naturali, terra, vento, fuoco e acqua erano al suo comando. Horus, che rappresenta quindi l'equilibrio del mondo naturale, è anche associato all'orizzonte orientale e alle terre straniere. Il suo colore è il giallo.

    Il dio Horus si identifica, sia in Egitto sia in Nubia, con diverse divinità locali:
    Come divinità solare è Haroeris,Harakhthe, Harmakhis, Horo di Behedet.
    Come figlio di Iside è Arpocrate (Horus bambino) Harsiesi, (figlio di Iside) Harendotef (Horus vendicatore del padre).
    Horus è soprattutto il dio dinastico, è "colui che siede sul trono di suo padre Osiride e nel quale ogni sovrano vivente si identifica.
    L'origine di questo dio è oscura, proprio perchè esistevano numerosissimi santuari e in ognuno aveva un nome diverso.
    Sembra che all'inizio sia esistito sottoforma di falcone, che identificato nei testi dell'Antico Regno con il "Dio Grande" veniva considerato dio del cielo e perciò assimilato ad un animale che viveva nel cielo.
    Parallelamente all'unificazione politica dell'Egitto, ci fu un'unificazione anche degli dei e Horus venne identificato con RA nella forma Ra-Hrakhte (Horus dell'orizzonte) rappresentato in epoca tinita come un uomo dalla testa di falcone, che sembra sia stato l'Horus di Letopolis (II nomos del Delta) chiamato Hor Khenti irti, "Horo che preside ai due occhi, cioè il sole e la lna.
    A Behedet (l'attuale Damanhur, nel XVII nomos del Delta) troviamo un Horus chiamato l'Antico (o il Grande) Horoeris confuso con l'Horus di Chemmis detto il Giovane (o il Fanciullo) Arpocrate.
    Questo Horus, figlio di Iside ed Osiride, ebbe un ruolo determinante nella lotta tra Seth ed Osiride.
    Un'antica leggenda che si trova nei Testi delle Piramidi, racconta che Iside sotto forma di avvoltoio si posò sul cadavere di Osiride, concepì Horus e lo allevò perchè vendicasse la morte di suo padre.
    Horus, diventano adulto, provocò Seth che reagì strappandogli un occhio durante un combattimento, ma Horus lo riprese, vinse Seth e lo evirò.
    A questo punto l'assemblea degli dei pose Horus sul trono di suo padre, mentre per Seth ci fu la condanna a portare Osiride eternamente.
    Quando l'Egitto si divise nuovamente alla fine del periodo predinastico, Horus rimase divinità ufficiale dell'Alta Egitto, a Nekhem (Hierakonpolis).
    In Alto Egitto c'era un altro santuario di Horus, quello di Edfu.
    Il faraone era considerato l'incarnazione di Horo e ciò legittimava il suo regno.






    Il "souq" ... mercato egiziano ...




    Lussyyyyyyy ... ecco poi dimmi che non penso a voi ... alcune informazioni alimentari sull'Egitto ...

    Da sempre l’Egitto ha caratterizzato la sua cucina in base ai prodotti offerti dalla benevolenza del Nilo e della terra: pesce di fiume, verdure, grano e animali da cortile erano gli ingredienti di base della dieta anche ai tempi dei Faraoni, così come lo sono ora.

    L’uso delle spezie è abbondante, così come, per i dolci, quello del miele e della frutta secca, per creare piatti dall’aroma persistente e profumato.

    I piatti principali includono diverse varietà di pane, preparato con farine bianche e integrali, cotto alla piastra in una sfoglia sottile; piatti di verdure come la crema di melanzane (baba ganoog) o di ceci (hummus), comuni anche in altri paesi del Medio Oriente; pesce e carne alla brace, ovviamente escluso il maiale, proibito dalla religione mussulmana.

    Il caffè tradizionale egiziano (ahwa) è simile al caffè turco, ma viene speziato con l’aggiunta di semi di cardamomo; è molto diffuso anche il tè, soprattutto quello preparato con foglie di menta, che viene bevuto caldissimo ed è molto zuccherato.

    Per entrare davvero nel magico mondo delle spezie mediorientali, addentratevi in uno dei souq, i mercati egiziani, dove vi aggirerete tra bancarelle e botteghe che vendono cannella, noce moscata, zenzero e miele: questi ingredienti sono alla base della preparazione dei dolci, insieme alla frutta fresca e secca.

    Con il tè pomeridiano, abitudine importata dai colonialisti inglesi, è abitudine consumare le fiteer, frittelle di pasta sottile a strati con burro e zucchero o, durante le occasioni speciali, ciambelle dolci ripiene di uvetta chiamate kahk.

    Nei banchi dei mercati o presso i chioschi vicino alla spiaggia troverete venditori di frutta, che vi offriranno succo di melograno appena spremuto, fichi d’india freschi e sbucciati, mandarini e fichi rossi.


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    Baklava: fogli e fogli di finissima pasta fillo, con un ripieno di pistacchi, il tutto bagnato da uno sciroppo zuccherino.






    Il Nilo ....




    ... ancora il Nilo ....





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    L’Egitto lo vedi scivolare di là dal Nilo e tra gli alberi come un carillon senza musica.



    Gabry....piccola crocierina sul Nilo?

    ...Pensi al limo che leggevi sui sussidiari della terza elementare.....



    ....Di là dal Nilo ci sono alberi che formano oasi inaccessibili come i sogni dei bambini.....








    ...C’è un ponte bellissimo, lungo il Nilo, che si avvicina con la lentezza di una notte insonne...




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    Deserto Bianco


    Molti milioni di anni fa il Mediterraneo ricopriva tutto l'Egitto settentrionale. I sedimenti che si sono depositati in queste ere sono costituti da arenarie e argilloscisti con intercalazioni calcaree e gesso ricchi di fossili. Quello che rimane ora, dopo l'erosione di millenni, è un distesa di decine di chilometri di rocce bianchissime dalle forme fantasmagoriche: pinnacoli, torrioni, funghi, mammelloni e altre infinite forme che creano paesaggi unici di rara bellezza.









    ...Tramonti che si nascondono dietro le grazie assopite del passato...



    Claudio...il deserto bianco...è spettacolare!!!






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  2. gheagabry
     
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    La valle dei Re è una necropoli situata sulla riva occidentale del Nilo di fronte a Luxor, in Egitto, luogo di sepoltura dei faraoni del Nuovo Regno (1570-1070 a.C). Sebbene sia vicina al fiume, la valle è celata da alte rocce e la via d'accesso è lunga, stretta e tortuosa.

    Prima del Nuovo Regno le necropoli reali erano costituite da complessi formati da tombe-piramidi e templi. Amenofi I (1551-1524 a.C.) ruppe la tradizione, facendo costruire il proprio tempio a poca distanza dal fiume e la tomba a nord-ovest, tra le rocce. I suoi successori ne seguirono l'esempio, scegliendo tuttavia di costruire le tombe all'interno della valle, probabilmente per cercare di impedire che fossero depredate.

    Gli scavi hanno portato alla luce 34 tombe, a partire da quella di Sethi I,trovata dall'italiano Belzoni nel 1817; il corpo di Seti I, insieme con altre 39 mummie reali spostate dai sepolcri, fu scoperto nel 1881 in una grande camera funeraria scavata nelle rocce che si affacciano sul Nilo. Quasi tutte le tombe contengono numerosi vani le cui pareti recano testi geroglifici incisi e dipinti, nonché scene magiche e simboliche. L'ultima tomba scoperta (1922) fu quella di Tutankhamon, faraone della XVIII dinastia, l'unica scampata a saccheggi in tempi antichi. Sebbene avesse subito due furti, la tomba conteneva ancora oltre 5000 oggetti sepolti insieme con il giovane re. Tranne Hatshepsut, sposa di Tutmosi II, che regnò a pieno titolo, le mogli dei faraoni venivano sepolte alcuni chilometri più a sud, nella Valle delle Regine.

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    prendiamo il battello............



    verso File sul nilo..



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    l'isola di File

    L’isola di File in realtà oggi è completamente sommersa dall’acqua del Nilo, ma noi possiamo ammirarla ancora in tutto il suo splendore poiché è stata interamente ricostruita sulla vicina isola di Agilkia quando si progettò la costruzione della Diga Alta. Già con la costruzione della Diga Vecchia, infatti, l’isola rimaneva sommersa dal lago artificiale per gran parte dell’anno, quindi, dal 1972 al 1980 vennero smontati e spostati gli oltre 45 mila blocchi di pietra che formavano il complesso religioso dedicato alla dea Iside e fu modificato radicalmente l’aspetto di Agilkia per ricreare l’esatta topografia di File.
    La costruzione di questo tempio iniziò con il faraone Nectanebo I (380-362 a.C.) e proseguì in epoca tolemaica e romana; vi si celebrava il culto di Iside, la potente dea sorella e moglie di Osiride che, con la forza del suo amore, aveva ricomposto le membra sparse del marito e lo aveva resuscitato dopo che era stato assassinato dal malvagio fratello Seth.
    Il complesso religioso comprende il padiglione di Nectanebo, il monumentale tempio di Iside con una facciata che ricorda quella del tempio di Horus a Edfu, il piccolo Chiosco di Traiano e il tempietto di Hathor, con i capitelli delle colonne a forma di testa di vacca. Tutt'intorno l'azzurro del Nilo e il verde dei palmeti fanno da cornice a questa isoletta, una piccola perla assolutamente da visitare se siete ad Assuan.
    All’interno del tempio è anche possibile ammirare una decorazione, unica nel suo genere, che mostra la devozione degli Egizi per il Nilo, personificato nel dio Hapis, con forma antropomorfa ma ermafrodito – simbolo di fertilità, che qui vediamo con due vasi in mano da cui scaturisce l’acqua dell’Alto e Basso Nilo.
    Questo tempio fu l’ultimo in Egitto ad arrendersi all’Impero romano, infatti, fu solo nel 535 d.C. che l’Imperatore Giustiniano lo fece chiudere, uccidendo i sacerdoti preposti al culto: di lì a poco sull’isola sorsero le prime chiese cristiane e la religione dell’antico Egitto sparì per sempre.

     
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