I LUOGHI DELLA FEDE

Medyiugorje-Louedes.-Fatima.......

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  1. tomiva57
     
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    Međugorje
    Da Wikipedia




    Međugorje (pronuncia croata e bosniaca [ˈmɛdʑu.ɡɔːrjɛ]), scritto anche Medjugorje, è una piccola località del comune di Čitluk, oggi parte del cantone dell'Erzegovina-Narenta, della Federazione di Bosnia-Erzegovina, in Bosnia-Erzegovina.

    Il paese si trova ad un'altitudine di circa 200 metri sopra il livello del mare, e ha un clima tipicamente mediterraneo. I suoi cittadini sono prevalentemente di etnia croata e di numero circa pari a 4000 abitanti.

    Il paese è la frazione principale di una parrocchia formata da cinque villaggi: Međugorje, Bijakovići, Vionica, Miletina e Šurmanci, con popolazione a maggioranza croata e cattolica, ed è situato alla base di due colline, il Križevac ed il Podbrdo (il nome Međugorje significa proprio "fra i monti"). Il suo patrono è san Giacomo.




    Toponimo

    Il termine Međugorje è un nome scomponibile in među e gorje, ovvero zona tra le colline: il Podbro ed il Križevac.

    Storia


    Età moderna

    A est del paese, nella valle del Narenta, è sito sin dal 1566 un monastero serbo-ortodosso di Žitomislić. Una lapide del medioevo è presente nel cimitero cattolico Groblje Srebrenica nel centro di Miletina. Sempre a Miletina sono stati rinvenuti dei resti dell'impero romano.


    Età contemporanea


    Nel 1882 fu costruita la linea ferroviaria tra Mostar e la costa adriatica della Dalmazia, con una stazione nel borgo di Šurmanci.

    La parrocchia cattolica di San Giacomo fu eretta nel 1892 dal vescovo di Mostar, Paškal Buconjić, e fu molto criticata allora perché risultava un'opera faraonica. Il crocifisso alto ben dodici metri, posto sul monte della Croce, anche noto come Križevac, completa la Via Crucis križni put. Fu completata nel 1934.



    Durante la seconda guerra mondiale


    Nel 1941, quando Međugorje apparteneva allo Stato Indipendente di Croazia, il monastero di Žitomislić fu saccheggiato dagli Ustascia, e il refettorio fu dato alle fiamme.

    Il 21 giugno 1941, alcuni membri Ustascia commisero un massacro nel borgo di Šurmanci, trucidando 559 civili serbi. Il vescovo di Mostar Alojzije Mišić scrisse una lettera di protesta all'arcivescovo di Zagabria Aloysius Stepinac.

    Il governo comunista della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia ebbe l'ingrato compito di riesumare i corpi e riseppellirli nel vicino cimitero di Čapljina nel 1989.


    Durante le guerre jugoslave




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    Gesù crocifisso a Međugorje

    Durante le guerre jugoslave Međugorje rimase nelle mani del consiglio di difesa croato e nel 1993 diventò parte della non riconosciuta Repubblica Croata dell'Herceg-Bosna. Con l'accordo di Dayton nel 1995, Međugorje fu accorpata alla Federazione di Bosnia-Erzegovina, popolata sia da bosniaci che croati.

    Nel 1992 il paese di Međugorje fu il punto di partenza della pulizia etnica da parte del consiglio di difesa croato, che voleva la completa distruzione del monastero serbo-ortodosso di Žitomislić. Dal 1993, i signori della guerra croati costruirono cinque campi di concentramento, tra cui quello di Dretelj , dove prigionieri serbi e bosniaci furono torturati e uccisi. La collina delle apparizioni, il Podbrdo, di proprietà dell'Ordine francescano, fu usata come zona per testare lanciagranate, dalla milizia locale.

    Il 2 aprile 1995 all'apice del conflitto con la diocesi locale, il vescovo Ratko Perić fu rapito dai miliziani croati, percosso e portato alla cappella dove fu tenuto in ostaggio per dieci ore. Grazie all'aiuto della Forza di protezione delle Nazioni Unite, il maggiore di Mostar riuscì a liberare il vescovo senza spargimenti di sangue.



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    La chiesa parrocchiale di Međugorje dal Križevac


    Sviluppo dopo la guerra


    Dopo la fine della guerra, finalmente ritornò la pace; truppe dell'ONU furono stanziate nell'ovest della Herzegovina. Gli sforzi del politico Ante Jelavić di creare un'entità croata furono inutili, e Međugorje rimase parte della Federazione di Bosnia-Erzegovina.

    Il piccolo borgo ebbe un boom economico; in pochi anni migliaia di alberghi furono eretti per far fronte al crescente numero di pellegrini. Infatti il villaggio di Međugorje è visitato ogni anno da più di un milione di pellegrini da tutto il mondo che si recano per visitare i posti delle apparizioni.



    Monumenti e luoghi d'interesse



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    La chiesa parrocchiale di Međugorje


    Le apparizioni mariane
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    Questa località è diventata celebre nel mondo perché, dal 24 giugno 1981, Vicka Ivanković, Mirijana Dragičević, Marija Pavlović, Ivan Dragičević, Ivanka Ivanković e Jakov Čolo (che allora avevano tra 10 e 16 anni, oggi sono tutti adulti, padri e madri di famiglia) affermano di ricevere apparizioni della Vergine Maria, che si presenterebbe con il titolo di "Regina della Pace" (Kraljica Mira). Per questo motivo Međugorje è divenuta oggi una famosa meta di numerosi pellegrinaggi.

    La posizione attuale della Chiesa sulle apparizioni è di "non constat de supernaturalitate" (non c'è traccia di soprannaturale), come sancito dalla Dichiarazione di Zara (1990). Nel marzo 2010, la Santa Sede ha formato una commissione per indagare sui fatti. Tale commissione è composta da vescovi, teologi ed altri esperti, sotto la guida del cardinale Camillo Ruini. A conclusione dei lavori, svolti nel più assoluto riserbo, gli stessi verranno consegnati alla congregazione per la dottrina della fede




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    Madonna di Međugorje



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    Statua della Madonna di Međugorje

    La Madonna di Međugorje è l'appellativo con cui viene venerata Maria, madre di Gesù, in una delle più lunghe presunte apparizioni mariane ancora in atto. Il nome della località è quello in cui sono iniziate le apparizioni e dal quale provengono i sei veggenti: Vicka Ivanković, Mirijana Dragičević, Marija Pavlović, Ivan Dragičević, Ivanka Ivanković e Jakov Čolo. Nella prima apparizione, avvenuta il 24 giugno 1981, i veggenti affermano di aver ricevuto un'apparizione della Vergine Maria, che si sarebbe presentata con il titolo di "Regina della Pace" (Kraljica Mira), altro appellativo con cui è venerata. Per questo motivo Međugorje è divenuta meta di numerosi pellegrinaggi.



    Storia


    Il 24 giugno 1981 sei ragazzi avrebbero visto «una figura femminile luminosa sul sentiero che costeggia il Podbrdo», con un bambino fra le braccia. Il giorno seguente ella si sarebbe presentata come la «Beata Vergine Maria».

    Bisogna premettere che nel 1981 la Bosnia-Erzegovina apparteneva alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, guidata da una dittatura comunista. La polizia, pertanto, era insospettita da questa vicenda in quanto attirava molte persone attorno a questi ragazzi. Le apparizioni iniziate sul Podbrdo continuarono, nei primi tempi, nelle case dei veggenti e nella casa parrocchiale, tanto che Padre Jozo, allora parroco di Međugorje, fu arrestato per attentato alla sicurezza e all'unità dello Stato.

    Dal 1981 ad oggi, i veggenti avrebbero continuato ad avere visioni, anche se non vivono più tutti a Međugorje. I sei veggenti dell'apparizione del 24 giugno sono: Ivanka Ivanković, Mirjana Dragićević, Vicka Ivanković, Ivan Dragićević, Ivan Ivanković e Milka Pavlović. Dal 25 giugno 1981, ai primi quattro veggenti, si aggiunsero Marija Pavlović e Jakov Čolo, che formeranno il gruppo stabile dei veggenti di Međugorje.

    Secondo quanto riferito dai veggenti, la Madonna avrebbe comunicato loro dieci segreti, affidando a Mirjana Dragićević il compito di rivelarli al mondo tre giorni prima del loro verificarsi, utilizzando come portavoce il padre francescano Petar Ljubicic.


    Richieste della Madonna di Međugorje


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    Il Gesú crocifisso a Međugorje

    Secondo i veggenti, la protagonista delle apparizioni invita i fedeli alla conversione, alla preghiera, alla pace. Il messaggio principale è la pace (nel suo significato più ampio: con Dio, con gli uomini, ma anche interiore) e i veggenti affermano che la Madonna abbia indicato loro che si può raggiungere attraverso cinque strumenti ("le cinque pietre" paragonate ai ciottoli scelti da Davide, armato solo di fionda e bastone, per abbattere Golia):

    la preghiera umile e con il cuore
    il digiuno nei giorni di mercoledì e di venerdì
    la lettura della Bibbia
    la Confessione almeno una volta al mese
    l'Eucaristia, preferibilmente tutti i giorni.



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    Santuario di Međugorje

    Secondo i messaggi diffusi dai veggenti, se rispettati i cinque precetti appena indicati, la Madonna promette la sua intercessione favorendo anche la conversione personale.

    I veggenti riferiscono che all'inizio queste visioni avvenivano ogni settimana (il giovedì) per la loro parrocchia, mentre ora dicono di vedere la Madonna il 25 di ogni mese che rilascia messaggi rivolti al mondo intero, in un evento tuttora in corso.


    Il giudizio della Chiesa cattolica

    Dato che il fenomeno delle presunte apparizioni mariane non si è ancora concluso, la Chiesa cattolica prudentemente non si è ancora espressa in modo definitivo, giudicando però che riguardo alle apparizioni di Međugorje non constat de supernaturalitate, cioè "non risulta che ci sia un intervento soprannaturale".

    In questo senso il 10 aprile 1991 i vescovi dell'allora Jugoslavia riuniti a Zara emisero una dichiarazione congiunta nella quale si sosteneva che «sulla base di quanto finora si è potuto investigare, non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni e rivelazioni soprannaturali».

    Negli anni successivi, a seguito di una richiesta di chiarimenti inviata da Gilbert Aubry, vescovo di Saint-Denis-de-La Réunion, la Congregazione per la Dottrina della Fede attraverso una lettera firmata dal segretario Tarcisio Bertone ha dichiarato che «dopo la divisione della Jugoslavia in diverse nazioni indipendenti, spetterebbe ora ai membri della Conferenza episcopale della Bosnia-Erzegovina riprendere eventualmente in esame la questione ed emettere, se il caso lo richiede, nuove dichiarazioni» concludendo che «i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, sono permessi a condizione che non siano considerati come un’autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa».

    Tra i prelati che si sono espressi nettamente contro l'autenticità delle apparizioni vi furono l'allora vescovo della diocesi di Mostar-Duvno (la diocesi che ha competenza sulla parrocchia di Međugorje) Pavao Žanić; opinione mantenuta anche dal successore attualmente in carica Ratko Perić.

    Il 17 marzo 2010 la Santa Sede ha istituito, presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, una speciale commissione internazionale di inchiesta e di studio sulle apparizioni della Madonna di Međugorje, presieduta dal cardinale Camillo Ruini e composta da una ventina di membri tra cardinali, vescovi, periti ed esperti. Tale commissione lavorerà in maniera riservata e sottoporrà le sue conclusioni alla Congregazione stessa, competente ora ad adottare le decisioni del caso.


    I riscontri sui veggenti

    Per quanto riguarda lo studio dei fenomeni dal punto di vista medico-scientifico, diverse commissioni hanno sottoposto i protagonisti ad indagini. I primi approfondimenti dal punto di vista medico-scientifico circa la natura dei fenomeni furono disposti già alle origini degli eventi, nel 1981, dalle autorità civili e sanitarie comuniste competenti della ex-Jugoslavia. Accanto a tali indagini, va in primo luogo ricordata l’attività della commissione composta da un team di cinque medici, sotto la direzione dell'oncologo professor Henri Joyeux, docente presso la Facoltà di Medicina di Montpellier, i cui risultati del 1984 sono stati pubblicati negli Etudes médicales et scientifiques sur les apparitions de Medjugorje (1985). Tale pubblicazione fu poi seguita da altri studi, condotti direttamente sui veggenti nel settembre 1985 a cura di una commissione medico-scientifica (intitolata "Associazione Regina della Pace") coordinata da altri studiosi italiani, tra i quali il ginecologo dottor Luigi Frigerio, il gastroenterologo Giacomo Mattalia e il dottor Marco Margnelli, neurofisiologo presso il CNR. I risultati cui sono pervenuti tali studi sono stati riassunti nella documentazione Dossier scientifico su Medjugorje (1986).

    Si sono svolte poi altre indagini, nell’aprile 1998, a cura di una terza commissione, sotto il coordinamento del dottor Giorgio Gagliardi.

    Occorre infine ricordare gli esami medici più recenti ai quali sono stati sottoposti direttamente i veggenti nel giugno 2005, a cura del dottor Phillipe Loron, neurologo presso la clinica Salpêtrière di Parigi. I risultati di tali studi non sono stati pubblicati, al di là delle scarne dichiarazioni rilasciate dal dottor Loron al quotidiano Slobodna Dalmacija in data 27 giugno 2005.

    In rapporto ai diversi momenti in cui tali indagini multidisciplinari sono state svolte, sono state impiegate strumentazioni diagnostiche aggiornate. È importante sottolineare che tali studi sono stati condotti direttamente sui veggenti.

    Pur procedendo con approcci e sfumature differenti, essi concordano nel ritenere i diversi veggenti, nelle varie età e condizioni in cui sono stati studiati, sani ed equilibrati nella mente e nel corpo, non soggetti a forme isteriche, né ad altre forme patologiche, a stati di epilessia, ad allucinazioni, o a catalessia: simili ipotesi, infatti, sono state escluse scientificamente. Durante il tempo in cui vengono a trovarsi nello stato di estasi, il loro cervello viene a trovarsi in una condizione di profondo rilassamento; benché i veggenti restino attivi e i loro canali sensoriali rimangano aperti, essi non reagirebbero a stimoli esterni.

    Una critica dettagliata dei test condotti sui veggenti è presentata nel libro di Marco Corvaglia Medjugorje: è tutto falso (Anteprima, 2007) e nella collana del neurofisiopatologo Francesco D'Alpa "La scienza e Medjugorje" (al momento sono stati pubblicati i primi due volumi: "Il caso Joyeux" e "Il dossier Frigerio", Laiko, 2010). Inoltre lo psicologo scettico Armando De Vincentiis ha analizzato il lavoro di Margnelli nel suo libro Estasi: stimmate e altri fenomeni mistici (Avverbi, Roma, 1999), sostenendo che le conclusioni a cui è arrivato Margnelli presenterebbero diversi punti deboli.



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    La Madonna di Medjugorje

    Scritto da Francesco Tempesta
    Pubblicato sul n.57 de "il Fatto"

    Le apparizioni di Medjugorje, fra le più celebri che la religiosità ricordi, continuano ancora oggi a riservare sorprese per i fedeli. Ogni giorno nella piccola località situata nella penisola balcanica, in Erzegovina, continuano ad accadere inspiegabili apparizioni, miracolose guarigioni e incredibili fenomeni.
    Gli eventi sono stati studiati continuamente dalla scienza la quale ha ritenuto che fossero autentici. In particolare i numerosi esami effettuati sull'attività cerebrale dei sei veggenti, protagonisti dei fatti hanno evidenziato come i ragazzi hanno vissuto realmente un evento assolutamente straordinario ed inspiegabile. Infatti, secondo le analisi, nel tempo in cui essi dicono di avere l'apparizione si trovano in stato attivo, tengono gli occhi aperti, ma il cervello emette onde che non sono tipiche per tale condizione.
    Ma vediamo come realmente andarono le cose poco meno di trent'anni fa.
    Erano le 18 del 24 giugno del 1981 quando sei giovani, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic, appartenenti alla parrocchia di Medjugorje, furono testimoni sulla collina Crnica di un'apparizione. Nel luogo denominato Padbrdo i giovani videro una figura bianca con un bambino in mano. Lo spavento misto alla sorpresa fu forte tant'è che i sei, terrorizzati, rimasero a debita distanza dalla misteriosa sagoma nonostante questa avesse fatto cenno con la mano di avvicinarsi. Il giorno seguente quattro di essi, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, sempre alle 18, sentirono una strana attrazione verso il luogo dell'apparizione e si recarono sul posto. Una luce improvvisamente squarciò il cielo, una luce impressionante. Non ebbero più dubbi, quella figura bianca era la Madonna tornata da loro questa volta senza bambino. I quattro ragazzi ai quali se n'erano uniti altri due, Marija Pavlovic e Jakov Colo, questa volta anche se con grande timore si avvicinarono alla Donna venuta dal cielo cadendo immediatamente in ginocchio al suo fianco. Pregarono con lei a lungo. Ivanka chiese alla Signora notizie si sua madre morta due mesi prima mentre Mirjana Le chiese una prova della Sua apparizione che sarebbe dovuto servire per convincere gli abitanti del paese.

    Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic, i due giovani che avevano assistito all'apparizione del primo giorno non videro più la Madonna sebbene si recassero abitualmente sulla collina.
    Il terzo giorno, ovvero il 26 giugno 1981, i ragazzi tornarono sulla collina seguiti da un gruppo di paesani. Durante il cammino intravidero un forte segnale luminoso che indicò loro la strada. Arrivati sull'altura la Madonna riapparve più bella che mai mentre sorrideva meravigliosamente. Alcuni paesani avevano affidato a Vicka una bottiglia d'acqua santa nel caso si trattasse di un'apparizione demoniaca. La ragazzina cominciò a spargere l'acqua chiedendo alla Signora di rimanere con loro se non fosse stata una creatura di Satana. La Madonna le sorrise e alla domanda di Mirjana che Le chiese come si chiamasse Lei rispose con voce soave “Io sono la Beata Vergine Maria”. Nella stessa giornata la Vergine apparve nuovamente soltanto a Marija. Ma questa volta Essa era in lacrime ed aveva una croce alle sue spalle. Con grande tristezza la Madonna annunciò alla ragazza che “la pace deve regnare tra Dio e gli uomini e tra gli uomini”.

    Il quarto giorno la Signora tornò dai ragazzi sempre al solito posto. Nel frattempo in paese e non solo si era sparsa la voce degli accadimenti e molti avevano cominciato a pensare che i testimoni delle apparizioni fossero mentalmente instabili o peggio ancora dei bugiardi e dei drogati.
    Era l'alba del 28 giugno 1981 e più di quindicimila erano già accorse sul posto. Nello stesso giorno i ragazzi furono interrogati da Fra Jozo Zovko. Alle 18 la Madonna puntualmente e per più volte si manifestò ai sei veggenti. Essi Le chiesero di manifestarsi anche alla gente presente nella parrocchia ma Essa proferì le seguenti parole: “Beati coloro che senza vedere crederanno”.

    Il sesto giorno i sei ragazzi furono visitati a Mostar da un'equipe di medici la quale constatatò il loro completo stato di salute. Tornati presso la collina assieme ad una dottoressa che li aveva precedentemente visitati, per l'occasione gremitissima di fedeli accorsi da ogni dove, ricevettero immediatamente la visita della Madonna. Anche il medico, senza vederla, sentì il bisogno di toccare la Madonna e quando lo fece sentì un brivido che essa definì miracoloso. In quello stesso giorno si ebbe uno dei primi miracoli che in quel luogo cominciarono ad avvenire. Un bambino, Danijel Setka, fu guarito dalla Signora dopo che i suoi genitori promisero di pregare e digiunare in nome di Dio. Il settimo giorno la Madonna apparve ai sei veggenti in un altro luogo perché i ragazzi furono allontanati volontariamente dalla collina. Da quel giorno in poi la polizia vietò l'accesso all'altura ma le apparizioni continuarono in altri posti. Di queste furono protagonisti anche persone comuni che ricevettero anche grazie e miracoli. Persino il parroco, tanto scettico, vide la Madonna in chiese diventando uno dei più fermi sostenitori della veridicità della vicenda al punto da farsi arrestare. Sono passati parecchi anni da quel 24 giugno del 1981 ma il luogo continua ad essere protagonista di apparizioni, guarigioni miracolose e fenomeni inspiegabili. Uno di questi è il “sole che gira” (nella foto), un fenomeno che è stato osservato da numerosi fedeli che riescono a vedere il sole ad occhio nudo, senza abbagliarsi, muoversi vorticosamente in cielo. La Madonna ha lasciato ai veggenti dieci segreti. Una di loro, Mirjana, ha annunciato che il nono ed il decimo segreto consisterebbero in castighi per i peccati del mondo. Castighi che si potrebbero evitare soltanto attraverso la conversione del genere umano e la preghiera. Chissà se l'uomo si dimostrerà così intelligente da seguire questo consiglio..





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    Lourdes

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    Lourdes ([luʀd]; in occitano Lorda ['lurðɔ]) è un comune francese di 15.254 abitanti situato nel dipartimento degli Alti Pirenei, nella regione del Midi-Pirenei. Attraversato dal fiume Gave de Pau, fa parte del territorio dell'Occitania. Si trova nell'area linguistica del dialetto guascone, variante dell'occitano.

    A partire dal 1858 il comune di Lourdes ha assunto notorietà mondiale a seguito delle apparizioni mariane riferite dalla giovane contadina Bernadette Soubirous.






    Storia



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    Vista del forte dall'Esplanade.





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    La fortezza

    Situato in mezzo ad un incrocio di valli, Lourdes fu abitata però - a quanto si sa - fin dalla preistoria.
    Secondo la leggenda deve il suo nome - ed il suo stemma (un'aquila con nel becco una trota argentata) - ad un fatto che sarebbe accaduto all'epoca del regno di Carlo Magno.
    Un saraceno di nome Mirat aveva conquistato la città trincerandovisi all'interno. Carlo Magno, reduce dalla campagna di Spagna, subito dopo la battaglia di Roncisvalle, la cinse d'assedio con il suo esercito.
    A questo punto entra in campo la leggenda che vuole come un'aquila enorme fosse stata vista dagli assediati mentre volava con una trota nel becco. Il volatile avrebbe fatto dono della trota agli stessi assediati che ne fecero pervenire una parte all'imperatore in segno della loro resistenza.

    Carlo Magno, compresa la difficoltà della conquista (e convinto anche da Turpin, vescovo di Le Puy-en-Velay), avrebbe proposto a questo punto a Mirat un accordo: il possesso della città contro l'accettazione ad andare dalla Vergine (nel senso di rinnegare l'Islam e convertirsi al Cattolicesimo). Mirat - sempre secondo la leggenda - depose le armi ai piedi della Vergine Nera di Puy facendosi battezzare col nome di Lorus, da cui poi verrà fatto derivare il nome di Lourdes.

    Apparizioni mariane

    A Lourdes, tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858, la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni della Madonna, in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle.


    Le apparizioni sono tra le più famose riconosciute dalla Chiesa cattolica, che ha anche riconosciuto ufficialmente come miracolose 67 guarigioni, fra quelle che si sarebbero verificate tra gli ammalati recatisi a Lourdes in pellegrinaggio.




    Chiese

    Santuario di Nostra Signora di Lourdes

    Basilica dell'Immacolata Concezione (o basilica superiore)
    Basilica del Rosario (o basilica inferiore)
    Basilica di San Pio X (o basilica sotterranea)


    Altre chiese


    Chiesa di Santa Bernadette





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    Chiesa del Sacro Cuore





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    Chiesa Ortodossa Ucraina


    Musei

    Museo Grevin




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    Conosciuto anche come Museo delle Cere, il museo si sviluppa in una struttura di 5 piani, nelle quali sono raccolte diverse statue in cera, ambientate in opportune scenografie.

    Nelle prime sale del museo è trattata la vita di Bernadette Soubirous e le apparizioni, mentre nelle sale successive viene riproposta la vita di Gesù. Particolare attenzione meritano la scena dell'ultima cena e dell'ascensione al cielo. Arrivati alla fine del percorso, viene proposta un'ultima scena con le statue in cera di papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. Dalla sommità del museo è possibile osservare un meraviglioso panorama della città di Lourdes.


    Altri Musei

    Museo della Natività
    Museo della Piccola Lourdes






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    Nostra Signora di Lourdes


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    La grotta di Lourdes.





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    Bernadette Soubirous

    Nostra Signora di Lourdes (o Nostra Signora del Rosario o, più semplicemente, Madonna di Lourdes) è l'appellativo con cui la Chiesa cattolica venera Maria, madre di Gesù in rapporto ad una delle più venerate apparizioni mariane.

    Il nome della località si riferisce al comune francese di Lourdes, nel cui territorio - tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858 - la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni di una "bella Signora" in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle. A proposito della prima, la giovane affermò:
    « Io scorsi una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu ed una rosa gialla sui piedi »

    Questa immagine della Vergine, vestita di bianco e con una cintura azzurra che le cingeva la vita, è poi entrata nell'iconografia classica.

    Nel luogo indicato da Bernadette come teatro delle apparizioni fu posta nel 1864 una statua della Madonna. Intorno alla grotta delle apparizioni è andato nel tempo sviluppandosi poi un imponente santuario.

    Attorno al luogo di culto si è ampliato successivamente un importante movimento di pellegrini. Si calcola che oltre settecento milioni di persone abbiano visitato Lourdes.




    Il racconto di Bernadette

    Dettaglio delle principali apparizioni, secondo il racconto di Bernadette:

    11 febbraio: prima apparizione. La Signora recita il Rosario; Bernadette si unisce a lei. Al termine della preghiera, la Signora svanisce.
    18 febbraio: terza apparizione. Per la prima volta la Signora rivolge la parola a Bernadette e le chiede di ritornare alla grotta per i successivi quindici giorni.
    21 febbraio: sesta apparizione. La voce si è sparsa e Bernadette viene seguita alla grotta da circa cento persone. Nelle apparizioni successive la folla cresce, alla quindicesima saranno circa ottomila. Al termine Bernadette è interrogata dalla polizia.
    25 febbraio: nona apparizione. Su richiesta della Signora, Bernadette scava con le mani nel terreno e trova una sorgente d'acqua.
    1 marzo: dodicesima apparizione. Si verifica il primo presunto miracolo: una donna di nome Caterina Latapie immerge il suo braccio paralizzato nell'acqua della fonte, e riacquista la mobilità dell'arto.
    25 marzo: sedicesima apparizione. Finalmente la Signora, che fino ad ora non aveva voluto dire il proprio nome, risponde alla domanda con queste parole pronunciate in dialetto guascone, l'unica lingua che Bernadette comprendeva:

    (OC)
    « Que soy era Immaculada Councepciou »
    (IT)

    « Io sono l'Immacolata Concezione »

    16 luglio: diciottesima e ultima apparizione. La polizia ha chiuso l'area della grotta con un'inferriata per vietarne l'accesso; Bernadette si reca allora sulla sponda opposta del Gave. Dichiara tuttavia di aver visto la Signora vicina come le altre volte, come se fosse stata davanti alla grotta.


    Il dibattito sulle apparizioni



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    Vetrata della chiesa di Notre Dame di Bonneval raffigurante un'apparizione.

    Il racconto delle apparizioni scatenò una contesa tra laici e cattolici, in un'epoca in cui era molto sentito il dibattito sulla laicità dello Stato francese (la Costituzione della Quinta Repubblica del 4 ottobre 1958 avrebbe introdotto poi per la prima volta l'aggettivo laico a proposito dello Stato con l'affermazione: "La Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale").

    Molti giornali dell'epoca trattarono le apparizioni di Massabielle come un sintomo di pazzia della veggente. A parere di taluni, invece, le apparizioni della "bella signora" sarebbero state suggerite alla ragazzina dall'abate Aravent (fratello della sua nutrice), allo scopo di togliere dai guai il padre, unico sostegno della poverissima famiglia di Bernadette, gravato dalle conseguenze di una denuncia a suo carico per furto di due sacchi di farina, denuncia in seguito risultata di fatto non fondata.

    Sull'argomento si scatenò un dibattito agli inizi del '900 intorno all'ipotesi che le presunte apparizioni fossero in realtà parte di un evento organizzato da alcuni soggetti interessati a sfruttare la credulità popolare dell'epoca per un tornaconto di tipo economico o politico, sfruttando l'attrattiva del fenomeno "miracoloso". Lo sviluppo del dibattito si diede grazie al rinvenimento di una nota di servizio ufficiale (pubblicata nel 1906 da Jean de Bonnefon nel suo "Lourdes e i suoi tenutari") del procuratore generale di Pau Pierre Claude Falconnet al procuratore imperiale presso il tribunale di Lourdes Vital Dutour datata 28 dicembre 1857 (45 giorni prima delle prime "apparizioni") dove il procuratore si diceva «informato che si stanno preparando, a Lourdes, delle manifestazioni simulanti un carattere sovrannaturale e miracoloso». La lettera è stata giudicata falsa da alcuni studiosi di ambito cattolico sulla base di alcuni elementi giudicati contraddittori, ma a tutt'oggi non esistono elementi certi per poter ritenere quel documento un falso.

    Sul versante opposto è situata la fermezza di Bernadette Soubirous, la convinzione incrollabile del parroco (inizialmente scettico) Peyramale, l'adesione dapprima timida e poi sempre più convinta e diffusa dei fedeli, la cauta inchiesta e alla fine la dichiarazione formale di autenticità da parte della Chiesa.

    L'Immacolata Concezione

    Secondo quanto affermò Bernadette, la "signora" si presentò il 25 marzo 1858 (festa dell'Annunciazione), come l'"Immacolata Concezione".

    Bernadette, all'epoca una piccola contadina analfabeta che non aveva neppure frequentato il catechismo, molto probabilmente non conosceva la dichiarazione dogmatica del 1854. Lei stessa raccontò di non sapere il significato di quelle parole e di essere stata capace di riferirle solo perché nel correre a casa le aveva continuamente ripetute tra sé e sé.



    L'uso, da parte sua di un'espressione teologica al di fuori delle sue conoscenze, fu interpretato dagli scettici come prova che la ragazza era "manovrata" da qualcuno; al contrario, il parroco Peyramale (inizialmente scettico anche lui) fu dapprima sorpreso per tale espressione, e poi convinto, divenendo un sostenitore dell'autenticità delle apparizioni.
    Secondo i fedeli, quindi, la Madonna stessa avrebbe con la propria presentazione confermato il dogma promulgato dal Papa Pio IX.

    La Chiesa e le apparizioni mariane

    In generale, le apparizioni mariane sono considerate dalla Chiesa cattolica come rivelazioni private, nel senso che esse non possono aggiungere nulla di nuovo e di diverso alla fede rivelata che deve essere considerata piena e completa ad opera degli apostoli: i fedeli non hanno obbligo a credere alle rivelazioni private, alle quali tuttavia la Chiesa può dare un riconoscimento formale (che per le apparizioni di Lourdes fu dato nel 1862), a condizione che esse non contengano nulla di contrario, e nemmeno di ambiguo e di dubbio, riguardo alla fede rivelata; anche i fatti che siano stati ritenuti miracolosi, sia prima sia dopo il riconoscimento ecclesiastico formale, non vincolano obbligatoriamente i fedeli, ad eccezione dei miracoli contenuti nel Nuovo Testamento.


    Il santuario



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    L'Explanade della Basilica di Notre-Dame du Rosaire

    Sono tre le basiliche principali del santuario di Lourdes; in ordine di data di costruzione e con capienza crescente vi sono: la Basilica superiore, la Basilica del rosario, posta sotto alla precedente, e la Basilica San Pio X (detta anche basilica sotterranea). La facciata della Basilica del rosario è stata recentemente impreziosita dai mosaici di Marko Ivan Rupnik e del Centro Aletti, raffiguranti i Misteri della Luce. Inaugurati l'8 dicembre 2007, sono stati dedicati a Giovanni Paolo II in occasione dell'apertura del Giubileo per il 150º anniversario delle apparizioni.

    Oltre alle tre basiliche, al di là del fiume, davanti alla grotta c'è la tenda e cappella dell'adorazione. La tenda è situata nel fondo della prateria, con l’adorazione dalle ore 9 alle ore 17. La cappella situata nella prateria, sul lato sinistro della chiesa di Santa Bernadette, ha una capienza di 130 persone circa.

    Il santuario di Lourdes è particolarmente associato alla speranza di ottenere guarigioni miracolose, ed è pertanto meta di un grande numero di fedeli infermi. In Italia vi sono tre associazioni di volontari, l'UNITALSI, l'OFTAL, e lo SMOM (Sovrano Militare Ordine Di Malta), che organizzano il trasporto e l'assistenza degli ammalati a bordo di treni e aerei convenientemente attrezzati. Dal 1958 si svolge annualmente il Pellegrinaggio Militare Internazionale, che riunisce migliaia di fedeli che lavorano in "divisa" al servizio degli altri.




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    Processione pomeridiana degli ammalati intorno al Santuario

    Secondo i credenti, per invocare la guarigione è particolarmente efficace il rito dell'immersione nelle piscine, appositamente realizzate, riempite con l'acqua che sgorga dalla sorgente presso la grotta delle apparizioni. La stessa sorgente alimenta anche le fontane, dalle quali i pellegrini bevono l'"acqua di Lourdes", riempiendone bottiglie e taniche da portare a casa.

    Dal 1905 è in funzione presso il santuario il Bureau Médical (ufficio medico), che raccoglie le segnalazioni di presunte guarigioni miracolose, per valutarne, attraverso successivi e accurati accertamenti, esclusivamente l'aspetto medico. Solo alla fine dell'iter medico-legale, che può durare anche anni, eventualmente e per alcuni casi, il Bureau trasmetterà il dossier al vescovo competente, per la successiva fase della valutazione canonica, che potrebbe portare (ove ce ne siano le condizioni) alla dichiarazione formale di guarigione miracolosa. A tutto il 2006, 67 casi di guarigione sono stati riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa cattolica come miracoli.

    Riguardo alle guarigioni miracolose ebbe a dire Anatole France: «Vedo tante stampelle, ma nessuna gamba di legno», riferendosi agli ex-voto lasciati dai pellegrini miracolati. Un altro scrittore francese, Emile Zola, ebbe un'esperienza privilegiata, in quanto si trovava a Lourdes proprio nei giorni in cui avvennero le guarigioni di Marie Lebranchu e Marie Lemarchand, due dei miracoli poi riconosciuti ufficialmente, casi che il dottor Boissarie, a capo del Bureau Médical, presentò allo scrittore. Tuttavia Zola scrisse poi un libro scettico su Lourdes, nel quale tra gli altri fece riferimento, con altro nome, ai casi della due donne, facendole però morire nel racconto. La distorsione degli eventi venne denunciata pubblicamente da Boissarie. Secondo la Chiesa, i miracoli e le guarigioni (fino ad ora 67 ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa a Lourdes) sono segni della provvidenza divina, funzionali alla conversione e alla fede, e non alla semplice risoluzione di problemi di salute.




    Lourdes nei media

    Nel dicembre 2006 Raiuno ha trasmesso sulla vicenda di Bernadette una fiction dal titolo Lourdes, con la regia di Lodovico Gasparini e l'interpretazione di Stefania Rocca, Alessandro Gassman ed Angéle Osinski nella parte della piccola veggente.

    Nel 2009 la regista austriaca Jessica Hausner ha realizzato il film Lourdes, raccontando di una ragazza malata, la cui improvvisa guarigione durante un pellegrinaggio pone il dubbio sull'origine miracolosa dell'evento.





    Lourdes

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    Fátima (Portogallo)


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    Interno della basilica del Rosario

    Fátima è una località portoghese di 10.302 abitanti (2001), ed è una freguesia facente parte del comune (concelho) di Ourém.

    Nei suoi dintorni c'è il Santuario di Fatima, uno dei più importanti Santuari mariani del mondo, legato alle apparizioni della Madonna di Fatima a tre piccoli pastori (Lúcia dos Santos, Francisco Marto e Giacinta Marto).

    Geografia


    L'abitato, situato grossomodo nel centro della nazione, dista 187 km (sud) da Porto e 123 (nord) da Lisbona.


    Storia

    Le apparizioni furono sei ed avvennero nel 1917 - 13 maggio - 13 giugno - 13 luglio - 13 agosto - 13 settembre e il 13 ottobre in un luogo chiamato Cova da Iria.
    Fatima è stata elevata al rango di città il 12 luglio 1997 ed attualmente in luogo è presente un forte movimento per farla passare da freguesia a concelho, creando un comune autonomo da Ourem.


    Ospita uno studio fisso della televisione cattolica italiana Telepace. Fra maggio e ottobre, il dodicesimo e il tredicesimo giorno di ogni mese sono i momenti in cui i pellegrinaggi al santuario sono più frequenti, la gente si affolla nel grande piazzale e si svolgono i più importanti riti, processioni notturne con fiaccole e candele, messe e benedizioni all'aperto. Alcuni fedeli, in segno di devozione e di mortificazione della propria carne, attraversano in ginocchio il piazzale e salgono la gradinata di accesso alla basilica. Una struttura in vetro e cemento copre la cappella costruita dopo l'apparizione situata su un lato del piazzale e un edificio ospita la sede della direzione del santuario, i servizi di assistenza per i pellegrini.


    Personaggi celebri

    Francisco Marto
    Giacinta Marto
    Lucia dos Santos

    Gemellaggi

    Czestochowa - Polonia

    Loreto - Italia


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    Madonna di Fatima




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    La Madonna così come venne descritta dai veggenti

    Nostra Signora di Fátima (in portoghese: Nossa Senhora de Fátima) è uno degli appellativi con cui la Chiesa cattolica venera Maria, madre di Gesù.

    Fra le apparizioni mariane, quelle relative a Nostra Signora di Fatima sono tra le più famose. Secondo il loro racconto, tre piccoli pastori, i fratelli Francisco e Giacinta Marto (9 e 7 anni) e la loro cugina Lucia dos Santos (10 anni), il 13 maggio 1917, mentre badavano al pascolo in località Cova da Iria (Conca di Iria), vicino alla cittadina portoghese di Fátima, riferirono di aver visto scendere una nube e, al suo diradarsi, apparire la figura di una donna vestita di bianco con in mano un rosario, che identificarono con la Madonna. Dopo questa prima apparizione la donna avrebbe dato appuntamento ai bambini per il 13 del mese successivo, e così per altri 5 incontri, dal 13 maggio fino al 13 ottobre.

    Le apparizioni continuarono per un po' di tempo e furono accompagnate da rivelazioni su eventi futuri, in particolare: la fine della prima guerra mondiale a breve; il pericolo di una seconda guerra ancora più devastante se gli uomini non si fossero convertiti; la minaccia comunista proveniente dalla Russia, debellabile solo mediante la Consacrazione della nazione stessa al Cuore Immacolato di Maria, per opera del Papa e di tutti i Vescovi riuniti. A conferma della promessa fatta ai tre pastorelli dalla Madonna riguardo a un evento prodigioso, il 13 ottobre 1917 molte migliaia di persone, credenti e non credenti, riferirono di aver assistito ad un fenomeno che fu chiamato "miracolo del sole". Molti dei presenti, anche a distanza di parecchi chilometri, raccontarono che mentre pioveva e spesse nubi ricoprivano il cielo, d'un tratto la pioggia cessò e le nuvole si diradarono: il sole, tornato visibile, avrebbe cominciato a roteare su sé stesso, divenendo multicolore e ingrandendosi, come se stesse precipitando sulla terra.

    I due fratelli Francesco e Giacinta morirono pochi anni dopo, rispettivamente nel 1919 e nel 1920, a causa dell'epidemia di spagnola che in quegli anni fece molte vittime anche in Portogallo. Lucia invece divenne monaca carmelitana scalza, e mise per iscritto nelle sue Memorie gli eventi accaduti a Fatima, così come lei stessa li aveva visti.

    Nel 1930 la Chiesa cattolica proclamò il carattere soprannaturale delle apparizioni e ne autorizzò il culto. A Fatima è stato edificato un santuario, visitato per la prima volta da papa Paolo VI il 13 maggio 1967, e in seguito anche da papa Giovanni Paolo II, pontefice molto legato agli avvenimenti del luogo, dove si recò più di una volta in pellegrinaggio.



    I protagonisti

    Lucia dos Santos


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    I tre pastorelli nel 1917. Da destra: Giacinta Marto, Francisco Marto e Lucia dos Santos.

    Nata il 22 marzo del 1907 ad Aljustrel, nella diocesi di Fátima, sesta figlia di Antonio e Maria Rosa dos Santos, all'epoca delle apparizioni aveva dieci anni. Nonostante fosse la più grande dei tre pastorelli, non sapeva ancora né leggere né scrivere, poiché la sua occupazione giornaliera ordinaria era di condurre il gregge a pascolare. A seguito delle apparizioni, dopo aver studiato presso il Collegio di Vilar, a Oporto, vestì l’abito religioso con il nome di Maria Lucia dell’Addolorata, a Tui in Spagna. Fece la professione temporanea il 3 ottobre 1928 e il 3 ottobre 1934 quella perpetua. Il 25 marzo 1948 si trasferì a Coimbra, dove entrò nel Carmelo di Santa Teresa di Gesù con il nome di suor Maria Lucia del Cuore Immacolato. Morì il 13 febbraio 2005 a Coimbra, all'età di 98 anni, il suo corpo venne traslato vicino a quella della cugina Giacinta. Il 13 febbraio 2008, giorno del terzo anniversario della morte di Suor Lucia, il cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione per la Causa dei Santi, rese pubblico il decreto del Vaticano per l'apertura immediata del processo di beatificazione.

    Francisco Marto

    Nato l’11 giugno 1908 ad Aljustrel, decimo figlio di Manuel Pedro Marto e Olimpia di Gesù, all'epoca delle apparizioni aveva nove anni. Viene descritto da Lucia nelle sue Memorie come un ragazzino silenzioso e solitario, spesso intento a suonare mentre le pecore andavano al pascolo. Ammalatosi durante la violenta epidemia di spagnola nel 1918 morì il 4 aprile dell'anno seguente, nella casa paterna, il giorno dopo la sua prima comunione, alle ore 22:00. I suoi resti mortali rimasero tumulati nel cimitero parrocchiale fino al 13 marzo 1952, quando furono trasportati nella basilica della Cova da Iria, nella cappella al lato destro dell’altare maggiore dove tuttora riposano. È stato beatificato con la sorella il 13 maggio 2000.

    Jacinta Marto

    Nata ad Aljustrel l’11 marzo 1910, undicesima figlia di Pietro Marto e Olimpia di Gesù, all'epoca delle apparizioni aveva sette anni. Era la più vivace dei tre, amava molto giocare e danzare mentre il fratello suonava presso i pascoli. Morì il 20 febbraio 1920 nell’ospedale D. Estefânia, a Lisbona, dopo una lunga e dolorosa malattia. Il 12 settembre 1935 la sua salma fu trasportata al cimitero di Fatima, vicino ai resti mortali del fratellino Francisco. Il 1 maggio 1951 i resti mortali di Giacinta, il cui viso fu trovato incorrotto, furono deposti, in forma molto semplice, nella tomba preparata nella basilica della Cova da Iria, nella cappella laterale, a sinistra dell’altare maggiore. È stata beatificata con il fratello il 13 maggio 2000.


    Le apparizioni dell'angelo (1915-16)

    Secondo quanto racconta la stessa Lucia dos Santos nelle sue memorie, nel 1915, mentre si trovava con alcune compagne, Maria Rosa, Maria Justino e Teresa Matias a pascolare le greggi presso i possedimenti paterni, vide una misteriosa figura "simile ad una statua di neve". Fuggita, non volle raccontare nulla ai familiari, cosa che invece fecero le compagne. Fu per questo che Lucia preferì recarsi al pascolo di "Cabeço" con i due cugini, Francisco e Giacinta. Mentre essi si riparavano dalla pioggia e giocavano, apparve nuovamente quella figura, "un giovane fra i quattordici e i quindici anni, che il sole rendeva trasparente come se fosse di cristallo", che venne interpretato come un angelo e precisamente l'angelo della pace.

    Questi invitò i bambini a pregare prostrati con lui in riparazione delle offese subite da Dio da parte dei peccatori, e in particolare con le parole: "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo corpo, sangue, anima, divinità di Gesù Cristo presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi e delle indifferenze con cui Egli stesso è offeso, e per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria vi chiedo la conversione dei poveri peccatori". Lucia narra che sia lei che Giacinta potevano udire le parole dell'angelo, solo a Francisco risultava impossibile, egli ascoltava le parole ripetute dalle due compagne.

    Riapparso nuovamente nell'estate del 1916, si rivelò come angelo protettore del Portogallo, ordinando ai pastorelli di fare sacrifici per la salvezza della loro patria, devastata dalle guerre civili.

    Nell'ultima manifestazione, l'angelo apparve ai tre pastorelli con un calice ed un'ostia sanguinante nelle mani. Porse il calice a Francisco e Giacinta e ordinò a Lucia di mangiare l'ostia, dopo di che pregò loro di fare sacrifici in riparazione degli oltraggi nei confronti del sacramento dell'Eucaristia. Scomparso l'angelo, i pastorelli non ebbero più visioni fino al 1917, quando fecero il loro incontro con la Madonna a Cova d'Iria.


    Le apparizioni della Madonna (1917)


    Passati alcuni mesi dalle apparizioni dell'angelo, i tre pastorelli sembrarono dimenticare ciò che egli aveva detto e continuarono le loro mansioni, stavolta nei pascoli della "Cova d'Iria", possedimenti del padre di Lucia. Il 13 maggio 1917, mentre i ragazzini giocavano sorvegliando il gregge, avvertirono un lampo improvviso, come di temporale. Preoccupati per le loro pecore essi cercarono di metterle al riparo, quando un secondo lampo fu avvertito circa a metà strada lungo la discesa e una bellissima Signora apparve loro sopra un piccolo elce verdeggiante.

    "Non abbiate paura- disse la visione- non voglio farvi del male". Lucia, sbalordita, chiese dunque alla misteriosa arrivata: "Di dove venite, Signora?". "Vengo dal cielo" fu la risposta. Dopo di che la Madonna ordinò ai tre bambini di recarsi in quello stesso luogo il tredici di ogni mese, per sei mesi consecutivi, fino a ottobre, raccomandando loro di pregare il rosario affinché la prima guerra mondiale finisse e i soldati, fra i quali il fratello di Lucia, potessero tornare alle proprie case. Con queste ultime sollecitazioni la visione scomparve, lasciando attoniti i tre bambini.


    Scesi dalla cova i pastorelli tornarono alle loro case. La piccola Giacinta raccontò tutto alla madre che, preoccupata, chiese aiuto alla cognata Rosa, madre di Lucia, che rimproverò aspramente la figlia per questa sua menzogna. Lucia cercò inutilmente di difendersi dalle accuse ma, vedendo che tutto era inutile, preferì tacere fino a quando non arrivò il 13 giugno, giorno in cui la visione sarebbe tornata a Cova di Iria. Lucia pregò la madre di farla andare lì, nonostante tutto il paese fosse radunato per la festa patronale di Sant'Antonio di Padova, oriundo di Lisbona. Seguivano i tre veggenti questa volta quattordici compagne curiose e con loro Maria Carreira col figlio, storpio, Giovanni. A mezzogiorno la Madonna riapparve ai pastorelli rivelando a Lucia, che piangeva per i maltrattamenti subiti dalla madre nel mese passato, che Giacinta e Francisco sarebbero presto morti mentre lei sarebbe sopravvissuta per far conoscere al mondo ciò che aveva visto. Detto questo mostrò ai veggenti il suo cuore ferito da spine pungenti e scomparve. I fedeli attorno all'elce dichiararono di aver visto una nuvola volare via, verso oriente.

    Sulla via del ritorno, i pastorelli vennero bersagliati dalle domande dei curiosi fedeli, e furono costretti a fuggire in casa. Lì la madre di Lucia maltrattò la figlia credendola una bugiarda, poi la condusse dal parroco che la interrogò e le mise il sospetto che quella visione fosse in realtà una manifestazione malefica. Il 13 luglio i bambini tornarono alla Cova d'Iria, questa volta erano lì radunate circa cinquemila persone, molte delle quali desiderose di prendersi gioco dei ragazzini. A mezzogiorno cominciò l'apparizione, e Lucia si lamentò presso la Signora per tutti i maltrattamenti subiti, la medesima la pregò di offrire le sue sofferenze per la conversione dei peccatori, dopo di che mostrò ai tre pastorelli la visione dell'inferno, qui riportata testualmente dagli scritti di suor Lucia:

    "La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento"

    Mostrato ciò la Madonna continuò a parlare ai pastorelli rivelando loro la seconda parte del segreto (la prima era appunto la visione dell'Inferno):

    "La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne comincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedire tutto questo, sono venuta a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace".

    L'apparizione si concluse poco dopo. Tutto il Portogallo cominciò a parlare degli strani avvenimenti accaduti a Fatima, accusando i pastorelli di essere millantatori, vittime d'una congiura clericale che voleva ricondurre alla religione i superstiziosi fedeli. La notizia giunse agli orecchi del sindaco di Vila Nova da Ourèm (di cui Fatima è una frazione), Arturo Oliveira, che decise di farla finita con questa commedia. Questi dapprima convocò Lucia, suo padre e il padre di Giacinta e Francisco, Manuel, ricoprendoli di insulti e minacciandoli d'arresto, dopo di che, la mattina del 13 agosto, con la scusa di condurre i pastorelli alla Cova d'Iria, li trascinò in prigione per costringerli a confessare. Ma i ragazzini sembravano davvero irremovibili, né volevano dire che la loro era una menzogna né tantomeno rivelare al sindaco i segreti dati dalla Madonna. Non sapendo più come minacciarli, il sindaco li rimandò a casa il giorno 15 agosto. I bambini non avevano dunque potuto assistere all'apparizione che li raggiunse quattro giorni dopo, il 19 agosto, promettendo che a Ottobre avrebbe lasciato un segno per confermare l'autenticità delle loro parole.

    Il 13 settembre erano radunate alla Cova d'Iria circa trentamila persone, fra i quali molti malati in barella. A mezzogiorno, testimoni dissero di aver visto un globo luminoso piovere dal cielo e scendere verso l'elce, la Madonna apparve e consolò alcuni fra i malati promettendo a Lucia che entro l'anno li avrebbe guariti, dopo di che ordinò di usare il denaro che la gente donava per costruire lì, a Cova d'Iria, una cappella a lei dedicata. Bonariamente Lucia volle consegnare alla Madonna una fialetta di profumo e alcune lettere datele da un oriundo di Olival, ma l'apparizione ovviamente le rifiutò, poi scomparve.


    Il miracolo del sole


    Il 13 ottobre Cova d'Iria traboccava di gente, uomini giunti da tutto il Portogallo si erano recati lì per assistere al miracolo predetto dalla Vergine. Vi erano anche parecchi giornalisti anti-clericali decisi a dimostrare come le apparizioni fossero soltanto una commedia escogitata dal parroco di Fatima. Era una giornata parecchio piovosa e tutti i fedeli si coprivano con gli ombrelli. A mezzogiorno un sacerdote si avvicinò a Lucia e l'accusò di essere una millantatrice poiché la Madonna non era ancora apparsa, poco dopo i presenti videro una nube circondare i pastorelli e l'elce. La Madonna ordinò a Lucia di far costruire in quel luogo una cappella in suo onore, dedicata alla "Vergine del Rosario", raccomandò inoltre di pregare molto poiché la guerra era in procinto di concludersi. Detto questo ascese al cielo che si aprì al suo passaggio, e accadde dunque il miracolo predetto: il sole cominciò a volteggiare, fu visibile ad occhio nudo, dopo di che sembrò cadere sulla folla atterrita, fermarsi di colpo e risalire al cielo.



    Il fenomeno fu visto anche da osservatori increduli accorsi in gran numero, convinti di assistere allo smascheramento della promessa di un prodigio. Tra questi vi era Avelino de Almeida, direttore del giornale O Seculo, che era il più diffuso e autorevole quotidiano liberale ed anticlericale portoghese di Lisbona. Nel suo articolo, pubblicato il 15 ottobre 1917, de Almeida scrisse:

    Dalla strada, dove i carri erano tutti raggruppati e dove stavano centinaia di persone che non avevano il coraggio sufficiente per attraversare il terreno reso fangoso dalla pioggia, vedemmo l'immensa folla girarsi verso il sole che apparve al suo zenit, chiaro tra le nuvole. Sembrava un disco d'argento, ed era possibile guardarlo senza problemi. Non bruciava gli occhi, non li accecava. Come se vi fosse stata un eclisse. Poi si udì un urlo fragoroso, e la gente più vicina cominciò a gridare – Miracolo, miracolo! Meraviglia, meraviglia! - Davanti agli occhi estasiati delle persone, il cui comportamento ci riportava ai tempi della Bibbia e le quali ora contemplavano il cielo limpido, sbalordite e a testa scoperta, il sole tremò, compì degli strani e bruschi movimenti, al di fuori di qualsiasi logica scientifica, – il sole «danzò» - secondo la tipica espressione dei contadini.

    Testimonianza simile quella riportata dal dottore Almeida Garrett:

    Improvvisamente udii il clamore di centinaia di voci e vidi che la folla si sparpagliava ai miei piedi ... voltava la schiena al luogo dove, fino a quel momento, si era concentrata la sua attesa e guardava verso il sole dall'altro lato. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c'era in quel momento) perché non era né velato né attenuato. A Fatima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina. Udimmo un clamore, il grido angosciato della folla intera. Il sole, infatti, mantenendo i suoi rapidi movimenti rotatori, sembrò essere libero di muoversi nel firmamento, e di spingersi, rosso sangue, verso la terra, minacciando di distruggerci con la sua enorme massa. Furono dei secondi davvero terribili.

    Parecchie furono le testimonianze anche dei fedeli lì accorsi:

    Il sole vibrò e tremò, sembrava una ruota infuocata (Maria da Capelinha).

    Il sole si tramutò in una ruota infuocata, assumendo tutti i colori dell’arcobaleno. Tutto assunse quegli stessi colori: le nostre facce, i nostri vestiti, la terra stessa (Maria do Carmo). Il sole cominciò a danzare e, ad un certo punto, sembrò staccarsi dal firmamento e correre verso di noi, come una ruota di fuoco (Alfredo da Silva Santos). Udii urla di gioia e di amore verso la Madonna di Fatima, da parte di quelle migliaia di bocche . E allora credetti. Ebbi la certezza di non essere stata vittima di una suggestione. Avevo visto il sole come non l’avrei mai visto di nuovo (Mario Godinho, un ingegnere). Nel momento in cui uno meno se lo sarebbe aspettato, i nostri vestiti risultarono completamente asciutti (Maria do Carmo).

    I tre pastorelli dissero di aver visto dapprima anche la Madonna, san Giuseppe e Gesù bambino, mentre benedicevano il mondo tracciando un ampio segno di croce, successivamente apparvero loro la Vergine, in vesti di Addolorata, seguita da Gesù con la croce e la corona di spine, in seguito la sola Vergine vestita come Madonna del Carmelo. Non appena il miracolo fu concluso, la folla si riversò entusiasta sui pastorelli, Francisco riuscì a fuggire, Giacinta venne condotta via da un amico, Lucia invece si ritrovò senza velo né trecce poiché alcuni fanatici gliele avevano tagliate!


    La morte di Giacinta e Francisco Marto




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    Giacinta Marto

    Nel dicembre del 1918 una terribile epidemia di influenza spagnola si abbatté sul Portogallo, Giacinta e Francisco ne furono colpiti; la prima riuscì a guarire dopo una lunga convalescenza, il secondo invece rimase a letto malato. Il mattino del 2 aprile Lucia si recò dal cugino per assisterlo nelle sue ultime ore di vita; il mattino del 4 aprile alle ore dieci Francisco, all'età di undici anni, si spense in presenza della madre e dei familiari. Prima di morire, rivelò Lucia, disse di vedere una grande luce, poi subito scomparsa. Il suo corpo fu sepolto il giorno dopo nel piccolo cimitero di Fatima.

    Giacinta qualche tempo dopo venne colpita da una pleurite purulenta e trasportata all'Ospedale di Vila Nova da Ourem. Fu una malattia parecchio dolorosa, una profonda piaga le si scavò nel petto e, dopo due mesi di degenza e il ritorno a casa, questa s'infettò in breve tempo. Il professor Enrico Lisboa decise di condurla al suo ospedale per operarla con i metodi migliori. Venne così allontanata dalla famiglia e trasferita a Lisbona nell'Orfanotrofio di Nostra Signora, sotto le cure della Superiora, Maria della Purificazione. Ma la situazione era davvero critica, il 10 gennaio del 1920 le vennero asportate due costole dalla parte sinistra, dove c'era una piaga "larga quanto una mano", senza anestesia poiché il gracile corpo dell'inferma non lo permetteva. Secondo i testimoni, la ragazzina sopportò tutto con coraggio dicendo che avrebbe offerto tutto per la salvezza dei peccatori. Alle 10:30 del 20 febbraio 1920, la ragazzina, oppressa da dolori lancinanti, morì in presenza dell'infermiera Aurora Gomez, alla quale era stata affidata, lontana da Lucia e dai genitori.

    La mattina del giorno dopo, il suo corpo fu trasferito alla chiesa degli Angeli, dove rimase fino alla sera del 24. In seguito partì per Vila Nova de Ourém e fu tumulato nella cappella del barone di Alvaiazere. Trascorsi quindici anni, il 12 settembre 1935, la bara fu aperta. Il corpo, il cui volto fu trovato incorrotto, fu trasportato nello stesso giorno al cimitero di Fatima, dove rimase altri quindici anni e mezzo, fino al 30 aprile 1951. Il 1 maggio successivo, le sue spoglie mortali furono traslate nel transetto della basilica, alla sinistra dell’altare maggiore; un anno dopo il 13 marzo 1952, furono trasportate lì anche le spoglie mortali del fratello Francisco. Il 13 maggio 1989 (72º anniversario di Fatima) il Papa Giovanni Paolo II proclamò l'eroicità delle virtù di Francesco e Giacinta e li beatificò il 13 maggio 2000 proprio a Fatima, luogo delle apparizioni.

    L'entrata in convento di Lucia dos Santos

    Dopo la morte della cugina, Lucia decise di abbandonare Fatima per studiare e seguire la vita consacrata. Il 17 giugno 1921 entrò nel collegio cattolico di Vilar (Oporto) diretto dalle religiose di Santa Dorotea. Nel 1925, a diciotto anni, Lucia entrò nel convento delle suore sopra citate a Pontevedra, in Spagna. Quivi, il 10 dicembre, ricevette una nuova apparizione della Madonna che le comunicò la sua "Grande Promessa", la comunione riparatrice nei primi sabati del mese:

    "Guarda figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati in ogni momento Mi configgono con bestemmie e ingratitudini. Almeno tu vedi di consolarMi, e dì che tutti coloro che per cinque mesi, il primo sabato, si confesseranno, ricevendo la santa Comunione, reciteranno un rosario e Mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i quindici misteri del Rosario con l'intenzione di alleviare la mia pena, Io prometto di assisterli nell'ora della morte con tutte le grazie necessarie per la salvezza di queste anime"

    Successivamente, su preghiera della stessa Lucia, la confessione venne permessa anche otto giorni prima del sabato stesso. Nel 1926, Suor Lucia lasciò il convento di Pontevedra per entrare nel noviziato a Tuy dove ricevette l’abito il 26 ottobre 1926, e pronunciò i suoi primi voti il 3 ottobre 1928. Lì ricevette una seconda apparizione: mentre si trovava in cappella a pregare, venne irradiata dalla luce della Trinità, a fianco ad essa Maria raccomandò alla veggente di inviare una lettera al papa ordinandogli di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato. Poiché questo non avvenne, due anni dopo suor Lucia, mentre si trovava convalescente a Rianjio, vicino Pontevedra, ebbe una terza visione, questa volta di Gesù stesso che si lamentò per la lentezza della Chiesa ad adempiere ai suoi comandi:

    "Fai sapere ai Miei ministri, dato che seguono l'esempio del Re di Francia[ nel ritardare l'esecuzione della Mia richiesta, che lo seguiranno nella sciagura. Non sarà mai troppo tardi per ricorrere a Gesù e a Maria"

    Nella notte dal 24 al 25 gennaio 1938 una straordinaria aurora boreale illuminò il cielo del Portogallo: la veggente ritenne che quella fosse la grande luce predetta dalla Vergine, preludio della seconda guerra mondiale. In quell'occasione Lucia rese nota la prima parte del segreto ricevuto, quella relativa all'inferno.


    L'approvazione della Chiesa


    Nel 1919, due anni dopo le apparizioni, dinanzi all'immane flusso di pellegrini che si recavano a Cova d'Iria, Don José Alves Correia da Silva, vescovo della Diocesi di Leiria-Fatima, ordinò che fosse costituita una commissione per studiare il caso ed iniziare le indagini canoniche ufficiali. Dopo lunghi dibattiti, con la conoscenza personale ed il consenso di Papa Pio XI, nell'ottobre del 1930 il vescovo Silva annunciò i risultati dell'indagine in una lettera pastorale nella quale diceva:

    1 – Dichiariamo degne di credenza, le visioni dei bambini pastori della Cova da Iria, avvenute nella parrocchia di Fátima, in questa diocesi, dal 13 maggio al 13 ottobre 1917

    2 – Permettiamo ufficialmente il culto della Madonna di Fátima

    Salito al soglio pontificio Pio XII, Fátima emerse sempre più: nel 1940, il pontefice parlò perfino delle apparizioni in un testo ufficiale, la sua enciclica Saeculo Exeunte Octavo, che era stata scritta per incoraggiare la Chiesa in Portogallo ad aumentare la sua attività missionaria straniera. Nell’ottobre del 1942, in risposta ad un messaggio inviatole da Suor Lucia nel 1940, Papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria. All’inizio del 1943, Suor Lucia spiegò che in un'apparizione le era stato rivelato che era stato accettato questo Atto di Consacrazione per contribuire a far finire prima la Seconda guerra mondiale, ma che esso non avrebbe ottenuto la pace nel mondo.

    Papa Pio XII, in una lettera apostolica del 7 luglio 1952 consacrò dunque la Russia al Cuore immacolato di Maria. Il pontefice scrisse:

    "Parecchi anni fa abbiamo consacrato l'intera razza umana alla Vergine Maria, Madre di Dio, così anche oggi noi la consacriamo ed in particolare affidiamo tutta la popolazione di Russia al suo cuore immacolato"

    "Se Maria interpone il suo valido patrocinio, le porte dell'inferno non potranno prevalere. È la buona madre, la madre di tutti, e non si è mai sentito dire che chi ha cercato in lei protezione sia rimasto deluso. Con questa certezza il papa affida l'intero popolo di Russia al cuore immacolato della Vergine. Lei li aiuterà! Errore e ateismo non prenderanno il sopravvento contro la sua grazia e assistenza"


    Il 4 maggio 1944, la Santa Sede istituì la Festa del Cuore Immacolato di Maria e due anni dopo il cardinale Benedetto Aloisi Masella, in veste di legato papale, incoronò la Madonna di Fatima “Regina del mondo”. L’intero episcopato Portoghese e più di 600.000 pellegrini si riunirono a Fatima per partecipare all’evento.


    I pontefici a Fátima

    Il 13 maggio 1967, nel cinquantesimo anniversario della prima apparizione di Fatima, Paolo VI, che già aveva donato una rosa dorata al Santuario affinché a Maria fossero affidate le sorti del mondo, venne in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Fatima e scrisse un’enciclica per l’occasione.


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    Fu però Giovanni Paolo II, successore di Giovanni Paolo I (che aveva avuto colloqui personali con suor Lucia), il papa maggiormente legato alle apparizioni di Fatima. Egli visitò Fátima in tre occasioni – nel 1982, nel 1991 e nel 2000. Durante la sua visita del 2000 egli beatificò i due veggenti defunti, Giacinta e Francisco. Rese inoltre universale la Festività della Madonna di Fatima, facendola includere nel Messale Romano.


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    Nei giorni dall'11 maggio al 14 maggio 2010, anche Benedetto XVI, in occasione del decimo anniversario della beatificazione dei veggenti, si è recato a Fatima.



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    L'immagine della Vergine a Fatima


    Il messaggio




    Il messaggio di Fátima può essere riassunto principalmente come un invito alla penitenza e alla preghiera. Le apparizioni dell'Angelo nel 1915 non servirono ad altro che a mostrare ai bambini con quale contrizione si dovesse pregare, spiegò loro la grande importanza del compiere sacrifici in riparazione per le offese commesse contro Dio e, nella sua ultima apparizione, mostrò il modo consono di ricevere il sacramento dell'eucaristia.

    La Madonna ribadì parecchie volte l'esortazione alla recita del rosario ogni giorno, si definì ella stessa "Regina del rosario". Un altro aspetto importante del Messaggio di Fatima è la devozione al Cuore Immacolato di Maria, in riparazione del quale venne consigliata la devozione dei primi cinque sabati del mese.





    FATIMA


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    I VEGGENTI DI MEDJUGORJE

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    MIRJANA DRAGICEVIC (in SOLDO)

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    Data di nascita: 18/03/1965 (16 anni nel 1981 - 40 anni nel 2005)
    Luogo di nascita: Sarajevo
    Intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per i non credenti, quelli che non conoscono l’amore di dio
    Ha avuto apparizioni quotidiane dal 24/06/1981 (San Giovanni) al 25/12/1982. Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine le disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un'apparizione all'anno il 18 marzo.
    Dal 2 agosto 1987, secondo la sua testimonianza, ogni secondo giorno del mese Mirjana sente la voce della Vergine e qualche volta La vede ed insieme a Lei prega per i non credenti.
    Le apparizioni del 18 Marzo dureranno per tutta la vita, mentre quelle del due del mese non lo so.(RM2)
    Sposata: con Marko Soldo (St James’ Church in Medjugorje on September 16, 1989. (HBL)), ha due bambini (una Mary), vive con la sua famiglia a Medjugorje.
    Studentessa liceale di Sarajevo venuta per le vacanze estive dove stavano zii e nonni (nel 1981) (RM2)
    Padre: nel 1981 lavorava a Sarajevo come tecnico di radiologia
    Madre: Milena
    Cugino: JACOK COLO (altro veggente)
    Nonno: morto nel 1980
    Vive a Sarajevo con i genitori e il fratello (nel 1981)
    Va a Bijakovici dai nonni a passare l'estate (nel 1981)
    Numero di "apparizioni": circa 760 (calcolo approssimato al 2 aprile 2005).
    Parla bene in italiano.
    TESTIMONIANZA DI MIRJANA
    A Sarajevo a Natale dovevi andare a scuola. (per le diverse religioni) (RM2)
    A differenza delle altri apparizioni (Lourdes, Fatima,..) qui quasi la totalità del villaggio ha subito creduto nelle apparizioni. (RM2)
    La Madonna mi ha detto che dal Natale del 1982 non avrei più avuto le apparizioni tutti i giorni, ma una volta all'anno, ogni 18 Marzo, finché sarò in vita e mi ha anche detto che ci saranno delle apparizioni eccezionali. (RM2)
    Entrusted to eventually reveal the secrets to the world via a priest of her choice, Fr Petar Ljubocic, 10 days before the events occur. (HBL)
    Ha parlato con il Papa Giovanni Paolo II. "è innamorato della Madonna. ...lui sa tutto...lui mi disse, se dico bene in italiano, 'se non sono Santo Padre già sarebbe venuto a Medjugorje' "(IEX)



    IVANKA IVANKOVIC (in ELEZ)

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    Data di nascita: 21/06/1966 (15 anni nel 1981 - 39 anni nel 2005)
    Luogo di nascita: Bijakovici, parrocchia Medjugorje
    Intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per le famiglie.
    Nel 1981 venuta per le vacanze estive da Mostar. (RM2)
    La visione quotidiana le è apparsa dal 24 giugno 1981 (è stata la prima a vedere la Madonna) Fino al 7 maggio 1985. Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine le disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un'apparizione all'anno in occasione dell'anniversario delle apparizioni, il 25 giugno.
    Sposata: con Rajko Elez (il 18 dic 1986 (HBL)), ha tre bambini, vive con la sua famiglia a Medjugorje. È stata la prima veggente a sposarsi.
    Abitava a Mostar fino a Aprile 1981 ma è venuta qua dalla nonna con il fratello Mario più grande e sorella più piccola (1981)
    Madre: JAKODA è morta nel maggio 1981
    Padre: IVAN lavora in Germania (nel 1981).
    Numero di "apparizioni": circa 1.450. (calcolo approssimato al 2 aprile 2005)



    VICKA IVANKOVIC (in MIJATOVIC) (si legge Visca)

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    Data di nascita: 03/09/1964 (16 anni nel 1981 la più grande dei veggenti- 41 anni nel 2005)
    Luogo di nascita: Bijakovici, parrocchia Medjugorje
    Intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per i malati.
    Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane dal 24 giugno 1981, nonostante in alcuni di essi non riceveva nessuna apparizione mentre in altri addirittura dieci.
    La Vergine gli ha rivelato nove segreti.
    Sposata: con Mario Mijatovic (dal 26 gen 2002 in Gruda, a small village near to Medjugorje. (HBL))
    Ha una bambina Maria-Sofia (nata in gen 2003) e un bambino Anton (o Ante - ottobre 2004) e vive a Krehin Grac (parrocchia di Gradina) presso Medjugorje. (HBL)
    Padre: lavora in Germania (1981).
    Madre: ZLATA
    Sorelle: ZDENKA, ANNA (che vide la luce prima dell'apparizione) (dovrebbero essere 8 tra fratelli e sorelle)
    Cugino: MARINKO IVANKOVIC meccanico a Citluck marito di DRAGICA.
    Numero di "apparizioni": circa 8.270 volte (calcolo approssimato al 2 aprile 2005). Nei primi anni tali “apparizioni” avvenivano insieme ad altri “veggenti”, e da diversi anni riceve da sola, sempre verso sera, indistintamente dal luogo in cui si trova e in maniera sistematica, come se fosse programmato.
    Cugino: Jakov. (HBL) ??
    Dei tre veggenti (Lei,Ivan,Marija) che ancora hanno l'apparizione quotidiana è l'unica che vive a Medjugorje.
    Parla bene in italiano.



    IVAN DRAGICEVIC


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    Data di nascita: 25/05/1965 (16 anni nel 1981 - 40 anni nel 2005)
    Luogo di nascita: Bijakovici (Mostar), parrocchia Medjugorje
    Intenzione di preghiera affidata a lui dalla Vergine: per i giovani e per i sacerdoti.
    Apparizioni dal 24 giugno 1981.
    Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane. La Vergine gli ha rivelato nove segreti.
    Sposato: con Loreen Murphey (ex miss del Massachussets) (23 ott 1994 a St. Leonard's Church in Boston, America. (HBL)), ha 4 bambini (2 figlie, 1 figlio (HBL), il quarto ?), vive con la sua famiglia negli Stati Uniti (Boston 2005) e a Medjugorje.
    Numero di "apparizioni": circa 8.270. (calcolo approssimato al 2 aprile 2005)



    JAKOV COLO

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    Data di nascita: 06/03/1971 (10 anni nel 1981 il più piccolo dei veggenti- 34 anni nel 2005)
    Luogo di nascita: Sarajevo
    Intenzione di preghiera affidata a lui dalla Vergine: per i malati.
    Ha avuto apparizioni quotidiane dal 25/06/1981. al 12/09/1998 (si trovava in Florida per una testimonianza con Mirjana).
    Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine gli disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un'apparizione all'anno, il giorno di Natale, 25 dicembre (Madonna con il bambino Gesù in braccio).
    Cugina: MIRJANA DRAGICEVIC
    Sposato: Anna-Lisa Barozzi (italiana) dal 1993 (St. James Church in Medjugorje on Easter Sunday, 1993. (HBL)), ha tre bambini (2 figlie 1 figlio), vive con la sua famiglia a Medjugorje.
    Numero di "apparizioni": circa 6.290 .(calcolo approssimato al 2 aprile 2005).
    Madre: JAKA COLO (zia di MIRJANA)
    Figlio unico di madre vedova. Poi all'età di 12-13 anni è morta anche la madre. (RM1)
    Parla bene in italiano.

    TESTIMONIANZA DI JAKOV
    "La Madonna ci ha sempre detto 'Pregate che io possa pregare mio Figlio per voi'. La Madonna mette sempre al primo posto Gesù". (RM1)
    La Madonna che noi vediamo, appare sempre molto giovane: 21 o 22 anni.(RM1)
    Nel 1982 Jakov (mano sinistra) e Vicka (mano destra) vengono presi dalla Madonna per fargli vedere Paradiso-Inferno e Purgatorio.(RM1)
    Nelle prime apparizioni, il venerdì santo, la Madonna ha mostrato Gesù sofferente fino a mezzo busto.(RM1)
    A Natale Gesù Bambino non si vedeva tanto perché la Madonna l'aveva sempre coperto col suo velo.(RM1)
    La Madonna ha detto che dobbiamo confessarci almeno una volta al mese.(RM1)
    La Madonna ci chiede il digiuno a pane e acqua, il mercoledì e il venerdì. (RM1)
    D: Che cosa significa l'affermazione della Madonna, secondo la quale queste sarebbero le sue ultime apparizioni sulla terra.
    R: Penso che la gente abbia interpretato male questo messaggio. Penso che la Madonna volesse dire che queste sono le sue ultime apparizioni "così". Così lunghe e a così tanti.(RM1)
    "Comincio oggi stesso!"(Jakov) "Domani" e la parola preferita dal demonio.(Padre Livio) (RM1)
    La Madonna fin dall'inizio ci ha detto che avrebbe dato dieci segreti a tutti (i sei veggenti) Fino a questo momento siamo in tre che abbiamo ricevuto i dieci segreti (Mirjana, Ivanka, Jakov) e non riceviamo più le apparizioni quotidiane. (RM1)
    Madonna ha promesso di lasciare un segno sulla montagna delle apparizioni, che sarà permanente e visibile a tutti. (RM1)



    MARIJA PAVLOVIC
    (in LUNETTI) (si legge Mària)

    Marija_Pavlovic_1

    Marija_Pavlovic_4

    Data di nascita: 01/04/1965 (16 anni nel 1981 - 40 anni nel 2005)
    Luogo di nascita: Bijakovici, parrocchia Medjugorje
    Intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per le anime del purgatorio.
    Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane. La Vergine gli ha rivelato nove segreti.
    Grazie a lei, la Vergine invia il suo messaggio alla parrocchia ed al mondo. Dal 01/03/1984 al 08/01/1987 il messagio era dato ogni giovedi, e dal 25 gennaio 1987, il 25 di ogni mese. La Vergine gli ha rivelato nove segreti.
    Sposata: Paolo Lunetti (italiano) (dal 8 set 1993 a Milano (HBL)). Hanno quattro figli (tutti maschi). Vive in Italia, a Monza vicino Milano.
    Vede la Madonna dal secondo giorno, dal 25 giugno 1981
    Padre: FILIPPO PAVLOVIC
    Sorella: MILKA
    Numero di "apparizioni": circa 8.270 (calcolo approssimato al 2 aprile 2005).
    Cugino: Jakov. (HBL) ???
    Marija’s testimony, March 24, 2004 (HBL)
    Parla bene in italiano.

    MILKA PAVLOVIC
    12 anni nel 1981
    Sorella: MARIJA PAVLOVIC (veggente)
    Padre: FILIPPO PAVLOVIC
    Vide la Madonna solo il primo giorno e poi mai più.


    IVAN IVANKOVIC

    Vide la Madonna solo il primo giorno e poi mai più.

    Padre JOZO ZOVKO
    Il PARROCO di Medjugorje nel 1981 che nei primi giorni non era in zona. Fu torturato e messo in galera.


     
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    Il cammino di Santiago di Compostela











    Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui sarebbe la tomba di Giacomo il Maggiore.

    Le strade francesi e spagnole che compongono l'itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO






    Storia






    Il Cammino di Santiago di Compostela è intimamente legato alla presenza della tomba di Giacomo il Maggiore e al suo ritrovamento, che risale al IX secolo. Anche se Giacomo è morto in Palestina nel 44[1] e la Spagna fosse stata visitata solo da Paolo di Tarso[2], la tradizione racconta che[senza fonte]:

    « San Giacomo il Maggiore dopo l'ascesa di Gesù al cielo iniziò la sua opera di evangelizzazione della Spagna spingendosi fino in Galizia, remota regione di cultura celtica all'estremo ovest della penisola iberica. Terminata la sua opera Giacomo tornò in Palestina dove fu decapitato per ordine di Erode Agrippa nell'anno 44. I suoi discepoli, con una barca, guidata da un angelo, ne trasportarono il corpo nuovamente in Galizia per seppellirlo in un bosco vicino ad Iria Flavia, il porto romano più importante della zona. Nei secoli le persecuzioni e le proibizioni di visitare il luogo fanno sì che della tomba dell'apostolo si perdano memoria e tracce. Nell'anno 813 l'eremita Pelagio (o Pelayò), preavvertito da un angelo, vide delle strane luci simili a stelle sul monte Liberon, dove esistevano antiche fortificazioni probabilmente di un antico villaggio celtico. Il vescovo Teodomiro, interessato dallo strano fenomeno, scoprì in quel luogo una tomba, probabilmente di epoca romana, che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta:"Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé". »


    Per questo motivo si pensa che la parola Compostela derivi da Campus Stellae (campo della stella) o da Campos Tellum (terreno di sepoltura).

    Alfonso II il Casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordina la costruzione sul posto di un tempio, i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo (Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi), dapprima dalle Asturie e dalla Galizia poi da tutta l'Europa.

    Santiago di Compostela fu distrutta nel 997 dall'esercito musulmano di Almanzor e poi ricostruita da Bermudo II. Fu però il vescovo Diego Xelmirez ad iniziare la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la costruzione della Cattedrale iniziata nel 1075 ed arricchendola con numerose reliquie.






    Licona di Santiago Matamoros





    Nella tradizione popolare e nell'iconografia – soprattutto ispanica – di san Giacomo è potente la figura del Matamoros, alfiere soprannaturale, intercessore e vessillo della ribellione della Spagna al dominio islamico.

    Profondamente intrecciata alla devozione popolare, infatti, si fece strada una "ideologia" iacobea, accuratamente costruita, in particolare, dal monachesimo cluniacense, e infine potentemente documentata, ad esempio, nel Codex calixtinus, che faceva di Santiago il pilastro soprannaturale della riconquista dell'Europa meridionale dal dominio degli "infedeli" musulmani – ideologia che i pellegrini veicolarono in tutto il continente cristiano, facendo di san Giacomo una sorta di antesignano delle Crociate.

    La scena originaria della leggenda epica fu localizzata nella Rioja, attorno al castello di Clavijo, dove Santiago, su un cavallo bianco, avrebbe guidato alla vittoria le armi cristiane di Ramiro I d'Asturias contro i musulmani di Al-Andalus il 23 maggio 844.

    Della battaglia, non è neppure certo che sia davvero avvenuta – come del resto quella di Roncisvalle. Tuttavia, nacque da questa leggenda la tradizione, asseverata da un decreto apocrifo attribuito al medesimo Ramiro I, di un tributo annuo di primizie di grano e vino, dovuto da tutta la Spagna "para el mantenimiento de los canónicos que residen en la iglesia del bienaventurado Santiago y para los ministros de la misma iglesia"










    Le vie verso Santiago






    Storicamente, le vie degli stranieri verso Santiago furono anche marittime, soprattutto in primavera-estate, ed è anzi diffusa l'opinione che per mare fosse arrivata nella Francia carolingia la notizia della tomba dell'apostolo, e che i primi pellegrini arrivassero proprio dal mare: ci sono testimonianze di viaggi compiuti dall'Inghilterra verso La Coruña, nel XIII secolo, che duravano solamente quattro giorni, e certamente il percorso marittimo era il meno rischioso, se fatto nella buona stagione, in tempi di strade assai insicure e accidentate, di abitati scarsi e lontani tra loro. La Ruta de la Costa, cioè la via di Santiago lungo la costa cantabrica, è la principale traccia del cammino più antico, a testimoniare che i pellegrini arrivavano a Santiago da porti atlantici, anche più ad est di La Coruña (praticamente dalla Francia alla Galizia).

    Le principali vie di terra che convergevano verso Santiago sono descritte nel Codex calixtinus (il Liber Sancti Jacobi) ed erano – e sono ancora:

    dall'Italia, la via Francigena (con una variante costiera che si diramava lungo la costa da Pontremoli) e poi la via Tolosana fino ai Pirenei;
    dalla Francia, le vie erano diverse; a partire dal sud si potevano percorrere:
    la via Tolosana, la più meridionale, da Arles attraverso Tolosa; questo cammino era utilizzato anche dai pellegrini tedeschi provenienti dalla Oberstrasse, e passava i Pirenei sul Passo del Somport (Huesca);
    la via Podense, da Lione e Le Puy-en-Velay, che passava i Pirenei a Roncisvalle;
    la via Lemovicense, da Vézelay, per Roncisvalle;
    la via Turonense, da Tours e Roncisvalle, che raccoglieva i pellegrini che arrivavano dall'Inghilterra, dai Paesi Bassi e dalla Germania del nord lungo la Niederstrasse.
    I due passi più frequentati sui Pirenei erano dunque Roncisvalle e Somport. La via che va da Roncisvalle a Estella è ancora detta, in spagnolo, Camino francés, mentre quella che passa i Pirenei a Somport si chiama Camino aragonés.

    Lungo il Camino aragonés i principali paesi attraversati sono Jaca, Sangüesa, Enériz.
    Lungo il Camino francés si attraversa Pamplona, Logroño, Burgos e León.
    Per qualunque cammino arrivassero i pellegrini comunque, il punto di raccolta era il Puente la Reina.









    Le successive, necessarie tappe erano:

    Estella;
    Nájera;
    Burgos;
    Frómista;
    Sahagún;
    León;
    Rabanal del Camino;
    Villafranca del Bierzo;
    Triacastela;
    Palas de Rei;
    e si era finalmente a Santiago. Dopodiché il pellegrino, se aveva ancora fiato, si spingeva (e arriva tutt'oggi) a guardare l'oceano Atlantico dall'estremo promontorio di Fisterra, oppure termina il suo cammino al santuario di Nosa Señora da Barca, a Muxía, sulla Costa della Morte. La chiesa sorge di fronte ad un celebre luogo di culto megalitico, centrato sulla Pedra d'Abalar ("la pietra oscillante") che i pellegrini fanno oscillare in cerca del suo punto di equilibrio.












    simboli dei Pellegrini





    Itinerario culturale europeo





    Il 23 ottobre 1987 il Consiglio d'Europa ha riconosciuto l'importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l'Europa per giungere a Santiago de Compostela dichiarando la via di Santiago "itinerario culturale europeo" e finanziando adeguatamente tutte le iniziative per segnalare in modo conveniente "el camino de Santiago".

    Il pellegrinaggio moderno
    Questo riconoscimento, che pone l'accento sul carattere storico e culturale del Cammino, è stato probabilmente una delle principali ragioni della forte ripresa di frequentazione del Cammino stesso, a partire dagli anni novanta, anche da parte di persone che non lo percorrono per motivi religiosi, e – in misura crescente – di nazionalità non spagnola.

    Il numero dei pellegrini tocca punte altissime – come si vede dalla statistica che segue – negli anni cosiddetti "iacobei" - quelli in cui il 25 luglio, festa annuale del santo, cade di domenica (anni considerati "giubilari" in forza di una bolla emessa dal papa Alessandro III nel 1179, qui evidenziati in giallo nelle tabelle).

    Tra gli stranieri prevalgono, nell'ordine, tedeschi, italiani e francesi. In generale, comunque, i numeri sembrano indicare che Santiago sta diventando, con Lourdes e Fatima, una delle mete preferite dal turismo religioso internazionale.

    Giovanni Paolo II, in occasione della Giornata mondiale della gioventù del 1989, percorse parte del cammino














     
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    grazie Silvana....
     
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    Ultimi messaggi della Madonna di Medjugorje

    Messaggio di Medjugorje a Mirjana del 02/06/2011

    «Cari figli, mentre vi invito alla preghiera per coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, se guardaste nei vostri cuori capireste che parlo di molti di voi. Con cuore aperto domandatevi sinceramente se desiderate il Dio Vivente o volete metterlo da parte e vivere secondo il vostro volere. Guardatevi intorno, figli miei, e osservate dove va il mondo che pensa di fare tutto senza il Padre e che vaga nella tenebra della prova. Io vi offro la luce della Verità e lo Spirito Santo. Sono con voi secondo il piano di Dio per aiutarvi affinché nei vostri cuori vinca mio Figlio, la Sua Croce e Risurrezione. Come Madre desidero e prego per la vostra unione con mio Figlio e con la sua opera. Io sono qui, decidetevi! Vi ringrazio!».

    Messaggio di Medjugorje del 25/05/2011

    «‎Cari figli, la mia preghiera oggi è per tutti voi che cercate la grazia della conversione. Bussate alla porta del mio cuore ma senza speranza e senza preghiera, nel peccato e senza il sacramento della riconciliazione con Dio. Lasciate il peccato e decidetevi figlioli, per la santità. Soltanto così posso aiutarvi, esaudire le vostre preghiere e intercedere davanti all’Altissimo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata».

    Messaggio di Medjugorje ad Ivan del 17/06/2011

    «Cari figli, anche oggi la Madre con amore vi invita: decidetevi per mio Figlio, incamminatevi insieme a Lui. Seguite i miei messaggi, specialmente in questi giorni che verranno rinnovate i miei messaggi nelle vostre famiglie. Pregate, cari figli, affinché mio Figlio nasca nei vostri cuori, nelle vostre famiglie. Sappiate, cari figli, che la Madre prega per voi e che vi ama con amore materno. Perciò perseverate. Grazie, cari figli, anche oggi per aver risposto alla mia chiamata»



    Due parole sul Mladifest



    Il Mladifest è nato grazie a padre Slavko Barbaric che cominciò a radunare e ad accogliere alcuni giovani, per parlargli della spiritualità mariana di Medjugorje. Attualmente, se consideriamo il numero dei giovani che partecipano all’incontro, il Mladifest è secondo nel mondo, dopo la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG). Inoltre è il più grande raduno internazionale che si svolge in questi tempi, in questa parte del mondo (non solo parlando di giovani).

    Sorgerebbe spontanea una domanda: perché i Media segnalano a malapena un evento di questa portata? Questa quasi totale indifferenza da parte dei giornali, tv e radio, mette una certezza nel mio cuore: la crescita notevole dei giovani che partecipano all’incontro, avvenuta soprattutto negli ultimi 10 anni, è frutto di una chiamata silenziosa che Maria, la Gospa, ha rivolto dagli inizi e continua tuttora a rivolgere ai giovani, soprattutto attraverso chi ha già vissuto questa importante esperienza spirituale.

    Medjugorje, 1 – 6 agosto 2011
    “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Luca 1,38)

    RACCOMANDAZIONI
    Portare cuffie e radiolina con frequenza FM, Bibbia, ombrello.
    I gruppi che partecipano al Festival non devono programmare altre attività durante i giorni dell’incontro.
    Il programma serale per tutti inizia alle 18:00 con il Rosario. La S. Messa è alle 19:00.

    AVVISO

    DURANTE L’INCONTRO DEI GIOVANI (eccetto la domenica) NON SARANNO CELEBRATE LE MESSE MATTUTINE PER I PELLEGRINI. TUTTI I PELLEGRINI PARTECIPERANNO ALLA MESSA SERALE CON I GIOVANI.

    Per tutto il tempo del Festival è assicurata la traduzione simultanea.

    Fonte: www.medjugorje.hr

    Ecco il programma del festival:



    Domenica, 31. 7. 2011

    18.00 – Rosario

    19.00 – S. Messa (prova generale per il coro e l’orchestra)

    20.30 – Preghiera per la guarigione

    21.00 – Adorazione (prova generale per il coro e l’orchestra)

    Lunedì, 1. 8. 2011

    18.00 – Rosario

    19.00 – Benvenuto – giovani dei diversi paesi presenti, S. Messa

    20.30 – Adorazione al Santissimo

    Martedì, 2. 8. 2011

    09.00 – Preghiera mattutina

    09.30 – Lezioni, canti, testimonianze

    12.00 – Pausa

    16.00 – Lezioni, canti, testimonianze

    18.00 – Rosario

    19.00 – S. Messa

    20.00 – Adorazione al Santissimo

    Mercoledì, 3. 8. 2011

    09.00 – Preghiera mattutina

    09.30 – Lezioni, canti, testimonianze

    12.00 – Pausa

    16.00 – Lezioni, canti, testimonianze

    18.00 – Rosario

    19.00 – S. Messa

    20.15 – Processione per le vie della Parrocchia

    22.30-23.00 – Adorazione al Santissimo

    Giovedì, 4. 8. 2011

    09.00 – Preghiera mattutina

    09.30 – Lezioni, canti, testimonianze „Cenacolo”

    12.00 – Pausa

    16.00 – Lezioni, canti, testimonianze

    18.00 – Rosario

    19.00 – S. Messa, Adorazione al Santissimo

    21.15 – Spettacolo della Comunità „Cenacolo“

    Venerdì, 5. 8. 2011

    09.00 – Preghiera mattutina

    09.30 – Lezioni, canti, testimonianze

    12.00 – Pausa

    16.00 – Lezioni, canti, testimonianze

    18.00 – Rosario

    19.00 – S. Messa

    20.30-21.30 – Adorazione al Santissimo

    21.30-23.00 – Congedo con canti

    Sabato, 6. 8. 2011

    03.00 – Rosario sul Krizevac (privato)

    05.00 – S. Messa sul Krizevac
     
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    grazie Gina....




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    Santuario di Częstochowa

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    Il santuario di Częstochowa è uno dei più importanti centri di culto cattolico della Polonia. Ogni anno vi giungono oltre quattro milioni di pellegrini. Il santuario si trova nella città di Częstochowa.
    Santuario di Częstochowa

    A Jasna Góra (Montagna luminosa) è conservata l'icona della Madonna di Częstochowa, così cara al popolo polacco da meritare a Czestochowa il titolo di Capitale della Corona di Polonia.

    I re polacchi hanno sempre indirizzato a Jasna Góra una grande venerazione. Il principe Ladislao Jagiello, fu fondatore della chiesa. I re, ad incoronazione avvenuta, erano soliti recarvisi per rendere omaggio alla Madonna Nera. L'unico a non esserci mai andato è stato l'ultimo re Stanislao Augusto Poniatowski.


    Storia del santuario

    Come detto, oggetto di culto è l'icona della Madonna Nera col Bambino, di tradizione medioevale bizantina. La leggenda vuole che sia stata dipinta da san Luca che, essendo contemporaneo alla Madonna ne abbia dipinto il vero volto. L'icona venne portata a Jasna Góra, nel 1382, dal principe Ladislao di Opole che fece costruire la città sulla cima della collina sovrastante e vi chiamò i Monaci paolini per curare il santuario. Nel 1430, durante le guerre degli Ussiti, l'icona venne profanata a colpi d'ascia, tanto ancora oggi sono visibili gli sfregi.

    Nei primi decenni del Seicento, per proteggere il monastero, furono costruite fortificazioni, all'interno delle quali vegliava costantemente una guarnigione militare. Nel 1655 per due mesi Jasna Góra resistette all'assedio dell'esercito svedese.

    Negli anni 1770-1771 fu invasa dalle truppe dei Confederati di Bar che qui si difesero contro i russi e nel 1809 resistette poi all'assedio degli austriaci, ma, quattro anni più tardi, si arrese all'esercito russo.

    Il santuario, oltre ad essere un luogo intriso di storia, è anche un luogo di cultura: possiede una biblioteca che raccoglie oltre 40 mila pregiati manoscritti.


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    La Madonna di Częstochowa, secondo la tradizione dipinta dall'evangelista san Luca



    Il pellegrinaggio a piedi verso il Santuario


    Fin dal medioevo da tutta la Polonia si svolge il pellegrinaggio a piedi verso il santuario di Częstochowa dove è conservata l’immagine della Madonna con il Bambino, da secoli oggetto di culto e di venerazione. In tutti i momenti di difficoltà della Polonia il popolo polacco si è stretto attorno alla Madonna Nera del Santuario di Jasna Gora a Częstochowa incrementando così il numero di pellegrini. Ancora oggi questo pellegrinaggio vede la partecipazione di decine di migliaia di persone che in estate si mettono in marcia a piedi verso il santuario.

    Questo tipo di pellegrinaggio si svolge da giugno a settembre, normalmente il periodo scelto è quello attorno a ferragosto. Il pellegrinaggio a piedi dura diversi giorni ed i pellegrini percorrono anche centinaia di chilometri lungo oltre 50 percorsi da tutta la Polonia, il più lungo dei quali è di 600 km. I percorsi più famosi sono quelli che partono da Varsavia (9 tappe, 243 km, dal 6 al 14 agosto) e da Cracovia (6 tappe, 150 km, dal 6 all'11 agosto). Il più antico e rinomato rimane però quello che parte da Varsavia che si svolge dal 1711 e che arriva per la festa dell’Assunzione della Santissima Maria Vergine (il 15 di agosto).

    Questo pellegrinaggio è stato fatto anche da Karol Wojtyła (Giovanni Paolo II) nel 1936 partendo da Cracovia. Nel periodo in cui la Polonia era governata dal regime comunista il pellegrinaggio ha visto un incremento di adesioni raggiungendo nei primi anni ottanta anche 1.000.000 di partecipanti. Attualmente i pellegrini a piedi sono oltre 200.000. Negli ultimi 30 anni hanno preso parte a questo pellegrinaggio anche molti giovani provenienti dai paesi occidentali in particolare italiani, essendo tale pellegrinaggio proposto dal movimento di Comunione e Liberazione a chi si diploma o si laurea, per la necessità di affidare alla Madonna una fase delicata della vita.

    La preghiera (trad. in italiano) riportata generalmente nei santini della Madonna di Cestocova, ai fini di una sua grazia, è la seguente:

    "O Chiaromontana Madre della Chiesa, con i cori degli angeli e i nostri santi patroni, umilmente ci prostriamo di fronte al Tuo trono. Da secoli Tu risplendi di miracoli e di grazie qui a Jasna Gòra, sede della Tua infinita misericordia. Guarda i nostri cuori che ti presentano l'omaggio di venerazione e di amore. Risveglia dentro di noi il desiderio della santità; formaci veri apostoli di fede; rafforza il nostro amore verso la Chiesa. Ottienici questa grazia che tanto desideriamo: ..... / O Madre dal volto sfregiato, nelle Tue mani pongo me stesso e tutti i miei cari. In Te confido, sicuro della Tua intercessione presso il Tuo figlio, a gloria della Santissima Trinità. (3 Ave Maria). Sotto la Tua protezione ci rifugiamo, o Santa Madre di Dio: guarda a noi che siamo nella necessità. Nostra Signora della Montagna Luminosa, prega per noi."



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    Il Cammino di San Francesco



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    Il fiume Velino

    San Francesco amò profondamente la Valle Reatina. Qui trovò rifugio dalla vanità del mondo, trovò gente semplice e vicina al suo messaggio, trovò una natura dolce e rigogliosa.

    San Francesco fece della Valle Reatina, accanto ad Assisi e la Verna, una delle sue tre patrie. Così questa splendida pianura, circondata da colline e monti, fu da allora chiamata Valle Santa.

    San Francesco scelse la Valle Santa per compiere tre gesti fondamentali della sua vita e della sua spiritualità: nel 1223 volle il primo Presepio della Cristianità, lo stesso anno scrisse la Regola definitiva dell'Ordine e, probabilmente, quell'inno tenerissimo che è il Cantico delle Creature.

    Il Cammino di Francesco è il percorso che il Santo compì nella Valle Santa. Unendoti al Cammino ripercorrerai i sentieri e le strade che San Francesco amò. T'immergerai nella stessa natura spettacolare che avvolse Francesco. Vivrai un'esperienza unica di spiritualità e purezza.

    Il Cammino nasce da un'idea del direttore dell'Azienda di Promozione Turistica di Rieti, Diego di Paolo, ed è stato reso possibile grazie al prezioso contributo del Corpo Forestale dello Stato e dalla sinergia con le istituzioni del territorio. Gli 80 km che compongono il Cammino, inaugurati nel dicembre del 2003, sono articolati in otto tappe, santificate dalla presenza diretta di San Francesco.

    Le tappe del Cammino ti porteranno: nella Rieti medievale, con i suoi palazzi e le sue chiese, nei Santuari di Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fontecolombo, incastonati nel verde dei boschi, nel bosco del Faggio di San Francesco a Rivodutri, nell'antico borgo di Posta, perla della Valle del Velino, e sulle vette del Terminillo.

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    La segnaletica in legno lungo il Cammino di Francesco

    Lungo il Cammino di Francesco è presente la segnaletica in legno e, nei centri abitati, le frecce direzionali sulla pavimentazione, che ti accompagneranno e guideranno lungo i sentieri del cammino indicandoti le direzioni e le varie tappe.

    Puoi scegliere il modo che preferisci per fare il tuo Cammino: a piedi, in mountain bike, a cavallo, in automobile (questa modalità è stata resa possibile per tutti coloro che hanno difficoltà motorie). Troverai sentieri e strade di rara bellezza.

    Il Cammino di Francesco è reso ancor più speciale dal Passaporto: un documento che attesta la tua presenza nei sentieri del Cammino di Francesco.

    Prima d'incamminarti rivolgiti all' Ufficio Centrale del Cammino di Francesco, presso la sede dell'Ufficio Turistico Territoriale di Rieti in via Cintia, 87. Sarai indirizzato e consigliato per rendere il tuo Cammino un'esperienza unica e indimenticabile.


    La Valle Santa e San Francesco


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    Il massiccio del Terminillo"

    ...Francesco, ha santificato Assisi, sua città natale, ma rifulse nella provincia di Rieti per una speciale predilezione e per lo splendore dei molti miracoli."
    Anonimo Reatino, Actus Beati Francisci in Valle Reatina, P 7, a c. di A. Cadderi, Assisi, Edizioni Porziuncola, 1999

    La Valle Santa è una pianura, dalla forma quasi circolare, chiusa lungo tutto il perimetro da colline e monti, come il Terminillo. In questo anfiteatro naturale sono collocati i quattro Santuari francescani, idealmente disposti alle quattro estremità di una croce mistica.

    Tanti sono i motivi che hanno condotto San Francesco a Rieti, tra questi certamente vi fu la bellezza della natura.

    La pianura è fertilissima e ancor oggi, come nei secoli passati, alimenta la sua gente. Così, durante l'estate, puoi ammirare la piana che si trasforma in un mare giallo di grano.

    I monti sono coperti da boschi secolari, dominati dalla quercia, dai faggi, dai castagni da frutto, dagli elci e dai carpini. A quote più alte prosperano abeti, larici e agrifogli.

    Le abbondanti acque dolci della Valle Santa sono famose in tutto il mondo per la loro purezza.
    Il fiume Velino, dal blu intenso, solca tutta la pianura ed entra nella città di Rieti portandovi trote e germani reali. I torrenti, come il Turano, scorrono veloci tra rocce e boschi. Dal suolo emergono sorgenti spettacolari come quelle del Santa Susanna.

    La Valle Santa stessa era in origine occupata da un enorme lago, il lago Velino. Nel 271 a. C. i Romani intrapresero la bonifica dell'area. A testimoniare quell'antica distesa d'acque resta oggi l'incantevole Riserva Naturale del Laghi Lungo e Ripasottile. Qui, tra canneti fittissimi e ninfee bianche, potrai ammirare l'airone bianco, l'airone cenerino, il germano reale e tanti altri animali.



    Le tappe del Cammino


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    Gruppo scultoreo nel Santuario La Foresta

    Nel 2003 quando è stato inaugurato, il Cammino di San Francesco era localizzato solo nel territorio della conca di Rieti, la Valle Santa reatina, in un'area di 80 km. Oggi il Cammino è stato integrato con altre tappe che hanno avuto un ruolo importante nella vita del Santo.

    Nasce così un cammino che coinvolge tutte le patrie di San Francesco: da Assisi si giunge a Roma passando per Rieti e la Valle Santa.

    I luoghi delle origini: Assisi e dintorni

    Francesco nasce qui, ad Assisi (1181/1182), oggi la sua presenza rivive nei piccoli borghi e nei luoghi appartati dove si ritirava in preghiera.

    La Valle Santa reatina: il cuore del Cammino di San Francesco
    San Francesco visse nella Valle Santa una delle stagioni più intense della sua breve vita. Con certezza sappiamo che giunse nel reatino nel 1223, ma non si possono escludere soggiorni precedenti.
    Lasciò la valle nella primavera del 1226, pochi mesi prima della morte.

    Roma

    A Roma San Francesco si recava spesso per incontrarsi con il papa e la chiesa che lo ospitava oggi porta il suo nome.




    Assisi: eremo delle carceri


    eremo_carceri

    Lo spirito del santo rivive soprattutto nei piccoli borghi e nei luoghi appartati dove si ritirava in preghiera, come nel piccolo Eremo delle Carceri, che sorge a circa 5 km da Assisi, dentro una splendida selva di lecci, lungo la strada che porta al monte Subasio.

    Qui, fin dal 1205, san Francesco e i suoi seguaci si "carceravano" per dedicarsi alla contemplazione e alla preghiera: una piccola cappella, alcune grotte e qualche "rifugio in cannucce e fango". Oggi mostra un bellissimo cortiletto triangolare, il refettorio e la chiesa da cui si accede alla grotta di San Francesco.

    Da vedere sicuramente le grotte che hanno ospitato i primi eremiti francescani e il cosiddetto "albero degli uccelli", un antichissimo leccio sotto il quale, secondo la tradizione, il santo predicava ai volatili.

    L'Eremo è aperto tutto l'anno (9.00/12.00 - 14.30/16.30).




    Monteluco di Spoleto: santuario francescano

    monteluco_spoleto_v1

    Nei pressi di Spoleto, Francesco individuò un altro luogo dove ritrovarsi nella tranquillità della preghiera. Nel 1218 infatti ottenne dai monaci eremiti del Monteluco la cappella di Santa Caterina, dove oggi sorge il Santuario Francescano sulla vetta dell'omonimo monte, circondato e quasi nascosto da una folta boscaglia di antichi lecci.

    La fitta vegetazione del "bosco sacro" ricopre il Monteluco (800 m slm), la collina che lo spettacolare "Ponte delle Torri" unisce alla città di Spoleto.

    Da vedere la chiesa, dedicata a san Francesco e a santa Caterina, che conserva ancora le minuscole cellette e la pietra utilizzata dal santo come giaciglio; le grotte dove hanno soggiornato alcuni santi e il panorama della magnifica valle spoletina.

    Il Santuario è aperto tutto l'anno (9.00/12.00 - 15.00/18.00).



    Terni - Convento di San Francesco

    terni_1


    A Terni, nel luogo dove sorgeva l'oratorio di San Cassiano, donato a Francesco nel 1218 dal vescovo Rainerio, oggi si può ammirare il convento di San Francesco, su disegno di Filippo da Campello, con la chiesa edificata tra il 1265 e il 1288, ampliata e ristrutturata più volte nei secoli successivi, che mostra ancora testimonianze dell'edificio originale e preziosi affreschi cinquecenteschi.

    Elevata a "Santuario francescano" nel 2004, la chiesa sorge nell'attuale centro storico di Terni.

    Sono da vedere la facciata esterna, risalente al primitivo insediamento e recentemente restaurata, l'elegante campanile decorato con ceramiche policrome verdi e blu, i preziosi dipinti e affreschi che decorano le tre navate interne tra cui quelli cinquecenteschi della Cappella Paradisi realizzati da Bartolomeo di Tommaso.

    Il convento è aperto tutto l'anno (9.00/12.00 - 16.00/18.30).



    Piediluco - Chiesa di San Francesco

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    A ricordo della visita del santo a Piediluco, la chiesa di San Francesco fu edificata tra la fine del XIII secolo e il 1338, come si legge nell'epigrafe posta sulla facciata d'ingresso.
    L'edificio conserva preziosi reperti artistici del Quattrocento e del Cinquecento e sul portale bassorilievi di pesci e strumenti per la pesca che si effettuava nell'omonimo lago.

    Da vedere sono il convento, fondato tra il 1235 e il 1237, e la chiesa di San Giacomo Maggiore della metà del 1400; sei cappellette, risalenti al 1650 e il Sacro Speco, il "romitorio superiore", la grotta dove Francesco pregava, ora inglobata in una chiesetta incassata sotto un blocco roccioso e nascosta dalla fitta vegetazione.

    La chiesa di San Francesco è aperta tutto l'anno. Orari: messa domenicale h. 11.00; messa pomeridiana h. 18.00 nel periodo estivo (aprile - ottobre) e h. 16.30 nel periodo invernale.


    Rieti: residenza di papa Onorio III

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    Palazzo Papale a Rieti

    "All'epoca in cui San Francesco era presso Rieti, alloggiando per alcuni giorni in una camera di Tebaldo Saraceno per motivo del suo male d'occhi..."

    Leggenda Perugina, 24, in Fonti Francescane. Editio Minor, Assisi, Movimento Francescano, 1986

    Le principali fonti narrano la presenza di San Francesco nella città di Rieti, a stretto contatto con la curia di Onorio III, che nella città sabina più volte soggiornò a partire dal 1219. In un momento cruciale per gli sviluppi del suo Ordine, San Francesco cercava a Rieti il consenso del papa e della sua corte.
    I luoghi sacri che videro la presenza di San Francesco a Rieti sono: l'imponente Palazzo Papale e, secondo la tradizione locale, un oratorio presso l'ospedale di Santa Croce. Sull'oratorio sarebbe poi stata edificata la grandiosa chiesa di San Francesco, iniziata nel 1245 e in via di conclusione già nel 1253.
    La città fu teatro di numerosi episodi e miracoli che mostrano il profondo amore di San Francesco per l'arte e tutte le creature. Nel Palazzo Papale si verificò il miracolo della cetra, un vero inno alla spiritualità della musica. Presso l'oratorio si svolse l'episodio del dono del mantello alla donna cieca e povera, ennesima testimonianza di San Francesco povero, amante dei poveri.



    La Foresta del Cantico delle Creature


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    Santuario La Foresta

    "Venne l'uomo santo e rifuggendo la pompa del mondo e la conversazione degli uomini..."
    Anonimo Reatino,Actus Beati Francisci in Valle Reatina, VII, 35, a c. di A. Cadderi, Assisi, Edizioni

    La chiesina di San Fabiano è oggi un convento di straordinaria suggestione, noto come Santuario di Santa Maria della Foresta o più semplicemente La Foresta. Chi cerca la pace e vuole, come San Francesco, fuggire dalla "pompa del mondo" trova in questo convento appartato un luogo ideale. San Francesco vi giunse nel settembre del 1225. Immerso nel verde intenso dei boschi e cullato dal suono delle sorgenti il Poverello con molta probabilità vi scrisse l'immortale Cantico delle Creature.


    Poggio Bustone: San Francesco inizia la sua missione di pace

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    Santuario Poggio Bustone



    "Buon giorno, buona gente!"

    Così San Francesco salutò secondo la tradizione gli abitanti di Poggio Bustone nel 1209 quando fece il suo ingresso nella Valle Reatina.
    Inerpicandosi sulla strada che conduce fino all'eremo si riscopre tutta la semplicità e la letizia di questo saluto, in una natura che somiglia ancora a quella che San Francesco vide e amò. Il Santuario è circondato dai boschi verdeggiati e apre lo sguardo su un panorama che ha del mistico: la splendida Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile.
    Qui il Poverello ebbe la visione che gli confermò il perdono dei peccati giovanili. Da qui partì la missione di pace dei francescani.



    Il Faggio di San Francesco - Rivodutri

    faggio

    Il faggio è famoso per la sua forma straordinaria, con i rami che s’intrecciano sinuosi a creare onde e nodi dalla bellezza inusuale. La tradizione vuole che la pianta assunse questa conformazione per riparare San Francesco da un temporale che lo sorprese durante un solitario ritiro mistico. Percorrendo un sentiero solitario, uno tra i tanti sentieri francescani che attraversano boschi secolari, si arriva al faggio, un miracolo della natura, un monumento nato da oltre due secoli. In tutto il pianeta solo altri due esemplari della stessa specie hanno una forma paragonabile.



    Greccio: la nuova Betlemme

    santuario_greccio


    "Francesco amava l'eremo di Greccio, dove i frati erano virtuosi e poveri..."

    Leggenda Perugina, 34, in Fonti Francescane. Editio Minor, Assisi, Movimento Francescano, 1986

    Incassato nella roccia, come un nido d'aquila, l'eremo di Greccio è una straordinaria fusione di architettura e natura. I confini delle costruzioni si perdono nei boschi rigogliosi di lecci che accolsero le solitarie ascesi di San Francesco.
    Il Santuario è noto in tutto il mondo per essere stato scelto dal Poverello di Assisi come teatro di uno dei momenti più alti e lirici della sua esistenza: la prima rievocazione della Natività di Betlemme della storia del Cristianesimo, avvenuta nella notte di Natale del 1223.

    Di recente il borgo di Greccio e il suo Santuario francescano sono stati inclusi dall'UNESCO tra i 754 siti che fanno parte del Patrimonio Mondiale dell'umanità.



    Fontecolombo: il Sinai francescano

    santuario_fonte_colombo


    "Questo è Fontecolombo, che dobbiamo salire a piedi scalzi, perché questo luogo è veramente santo."

    Anonimo Reatino, Actus Beati Francisci in Valle Reatina, II, 60, a c. di A. Cadderi, Assisi, Edizioni Porziuncola, 1999.

    Nella parte più nascosta di un bosco di lecci secolari, sulla costa del verdissimo Monte Rainiero, si adagia il Santuario di Fontecolombo. È il Sinai francescano, è il monte scelto da San Francesco per stilare la Regola definitiva del suo Ordine. Qui tutto è sacro: gli edifici, la fonte d'acqua purissima e il bosco stesso, perché racchiude il Sacro Speco, la grotta in cui fu scritta la Regola.
    In questo luogo San Francesco fu operato agli occhi: gli vennero incise con un ferro rovente tutte le vene dall'orecchio al sopracciglio. Come raccontano le fonti, miracolosamente fratello fuoco risparmiò San Francesco dal dolore.



    Il Tempio del Terminillo: scrigno della reliquia del corpo di San Francesco

    terminillo

    Nel 1939 Pio XII dichiarava San Francesco Patrono d'Italia. Per celebrare l'evento i frati francescani vollero costruire un monumento eccezionale; sul Terminillo, a 1623 metri d'altitudine, eressero il Tempio Votivo Nazionale. I lavori iniziarono nel 1949, si dovettero sbancare 25.000 metri cubi di roccia per arrivare alla consacrazione del 1964. L'edificio è una fusione armonica di architettura, mosaici, sculture e arredi sacri di alta qualità artistica.
    Questo scrigno custodisce, nella cappella di San Francesco, il ricordo più prezioso: un'urna contenente la reliquia del corpo del Poverello. Davanti all'urna arde perenne una lampada votiva.
    L'olio che alimenta la lampada viene offerto dai fedeli devoti al Santo patrono d'Italia e in modo particolare da coloro che, compiendo il Cammino di Francesco, salgono fino al tempio terminillese per pregare dinanzi alla reliquia del Santo.

    Ogni anno nell'ultima domenica di agosto alle ore 11:30 si tiene una solenne celebrazione eucaristica durante la quale viene offerto l'olio e riaccesa la lampada votiva. Al termine della cerimonia gli intervenuti consumano un "pasto francescano", così come si legge nei fioretti.


    Roma - Santuario di San Francesco a Ripa

    Roma_S_Francesco_Ripa


    Fondata nel secolo XI la chiesa fu dedicata a san Francesco dopo la sua permanenza nel 1219 mentre era in visita al papa. L'edificio attuale è il risultato di lavori di ristrutturazione avvenuti tra il 1600 e il 1700.
    Nella cella del santo sono ancora oggi conservati il suo guanciale in pietra e il crocifisso.

    Il "Poverello d'Assisi" restò molto affezionato a questa chiesa a cui fece ritorno altre volte nel corso della sua vita.

    Il Santuario è ricco di cose da vedere: sculture, mosaici, marmi policromi, decorazioni e stucchi; la statua della beata Ludovica Albertoni, scolpita da Gian Lorenzo Bernini, una tavola col santo (XIII secolo) attribuita a Margaritone d'Arezzo e la tomba di Giorgio De Chirico.

    Il Santuario è aperto tutto l'anno (feriali 7.00/12.00 - 16.00/19.00 - Messa 7:30 9:00 18:30 - festivi 7.00/13.00 - 16.00/19.30). Messa 7:30 9:00 10:00 11:00 12:00 18:30)




    fonte:http://www.camminodifrancesco.it/il_cammino_di_francesco/index.php
     
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