ORGANO

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  1. tomiva57
     
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    Organo (strumento musicale)
    Da Wikipedia

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    L'organo della basilica di San Giovanni in Laterano a Roma



    L'organo è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni. Viene suonato per mezzo di una o più tastiere dette manuali e, quando è presente, di una pedaliera.

    Il suono viene emesso da un sistema di canne, metalliche o di legno, di grandezza, lunghezza e fattura variabile a seconda della nota e del timbro che la canna riproduce.

    L'organo ha un ruolo di primo piano nella musica sacra e nella liturgia. Ispirandosi al concetto di organo consegnato dalle storiche tradizioni organarie, nei secoli altri strumenti sono stati ideati e costruiti, di pari passo con l'avanzare delle migliori tecnologie dell'epoca e del gusto musicale: nel '800 è stato inventato l'harmonium, e nel '900, con i progressi dell'elettronica, ha visto la luce l'organo Hammond. Al giorno d'oggi esistono poi ancor più sofisticati strumenti digitali, in cui il suono generato può essere stato ricreato artificialmente, o registrato da veri strumenti. Benché queste soluzioni tecnologiche permettano di ridurre enormemente i costi e gli ingombri rispetto agli organi tradizionali, dandone così la disponibilità a molti studenti e piccole chiese, gli strumenti tradizionali conservano pienamente il loro ruolo nell'ambito concertistico e liturgico.

    L'estensione di questo strumento è spesso notevole quanto la sua imponenza, dal momento che ne esistono alcuni capaci di superare le dieci ottave. Inoltre l'organo, suonato con tecnica appropriata, è in grado di produrre una complessa sinfonia di suoni anche per merito dei diversi registri (o voci) associati ai manuali e alla pedaliera.

    Il più grande organo a canne mai stato realizzato è il Sydney Opera House Grand Organ, situato nella Concert Hall della Sydney Opera House.

    Storia

    L'organo è uno strumento di origine antichissima. Il primo organo, l'hydraulis, fu costruito nel III secolo a.C. da Ctesibio di Alessandria, su progetto di Archimede. Due antiche descrizioni dell'organo sono contenute nella Pneumatika di Erone di Alessandria (120 a.C.) e nel De architectura di Vitruvio (I secolo). L'aria compressa da una o due pompe faceva salire il livello dell'acqua contenuta in una campana di bronzo o di rame. L'acqua, a sua volta, spingeva l'aria verso le canne, facendole suonare. Sul somiere vi era una serie di tubi sonori le canne, che fornivano tutte un suono differente. Vi era una tastiera collegata a valvole che permettevano di suonare ogni singola canna. Nell'organo descritto da Vitruvio vi era anche un dispositivo di selezione di una o più file di canne (registri). Già in epoca antica il complesso sistema idraulico di alimentazione viene sostituito con dei mantici.

    La struttura dell'hydraulis si è evoluta nel tempo, pur mantenendo tuttavia le medesime componenti strutturali:

    sistema di produzione dell'aria,
    sistema di immagazzinamento dell'aria a pressione,
    sistema di distribuzione dell'aria a pressione,
    meccanica del comando,
    parte fonica.

    Impiegato nella civiltà romana e nell'area bizantina per celebrare festività pubbliche, esso avrà un cambiamento di destinazione ad un evento casuale: nel 757 ove l'imperatore di Bisanzio, Costantino Copronimo, fece dono di un organo a Pipino il Breve, il quale lo collocò nella chiesa di San Cornelio a Compiègne, in Francia . Da allora iniziò la rapida diffusione dello strumento nei luoghi di culto cristiani e nella liturgia.

    L'evoluzione dell'organo fu notevole: in pochi secoli si passò dall'elementare prototipo dell'VIII secolo, in cui la tastiera era formata da vere e proprie leve (coulisse, tirate dal suonatore) e le canne disposte secondo "blocchi" sonori senza registri distinti, ai modelli tardo trecenteschi e quattrocenteschi dotati di pedaliera, con una tastiera simile a quella moderna e con registri distinti. In ambito profano era utilizzato l'organo portativo, di piccole dimensioni; l'esecutore suonava con la mano destra e con la mano sinistra azionando il mantice.



    Scuole nazionali

    Alla fine del Quattrocento e nel Cinquecento si iniziano a definire vere e proprie caratteristiche costruttive areali se non proprio nazionali o regionali. In sintesi si possono identificare alcune macro-aree: germanico-fiamminga, francese, iberica e italiana.

    Area germanico-fiamminga e Francia




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    Organo Hagerbeer-Schnitger della St. Laurenskerk in Alkmaar, Paesi Bassi

    La tradizione costruttiva germanico-fiamminga e francese farà evolvere tipologie organarie basate sulla distinzione dei corpi sonori (più tastiere - da una a cinque - e pedaliera con registri autonomi).

    Italia

    La scuola italiana mostra una netta predilezione per la tastiera unica, divisa in bassi e soprani, le limpide sonorità prettamente italiane del Principale e del Ripieno, la limitata estensione della pedaliera, sovente senza registri propri e usata molto spesso solo nelle cadenze. Gli organi italiani ottocenteschi tendono spesso a imitare le bande musicali. In alcuni organi, infatti, complicati meccanismi fanno funzionare piatti, grancassa e campanelli (chiamati proprio Banda Turca), mentre nel pedale si può trovare un registro a battimenti detto Timballi o Rullante, che va ad imitare i tamburi.

    Area iberica

    Nei paesi iberici (Castiglia, Paesi Baschi, Portogallo) e in America Latina, si diffonde a partire dalla seconda metà del Cinquecento, un tipo d'organo strutturato su più piani sonori le cui caratteristiche sono così riassumibili: grande varietà di registros de lengueteria (registri ad ancia), trompeteria tendida o de batalla (trombe orizzontali), Corneta (collocata in un somiere situato in alto), tastiera spesso unica divisa in bassi e soprani (teclado partido).

    Componenti e caratteristiche

    Canne


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    Canne ad anima


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    Canne ad ancia

    Le canne sono l'elemento che produce il suono dell'organo. Venivano raggruppate in file ordinate generalmente dietro le tastiere ma, con l'avanzare della tecnologia pneumatica/elettrica/elettronica, le canne possono essere poste in qualsiasi luogo e quindi si posero dove meglio risultavano per l'acustica e per gli spazi dell'ambiente. Si dice "facciata" o "prospetto" la porzione di canne che sono visibili all'esterno.


    La facciata

    la facciata, anche detta "mostra", di un organo differisce di caratteristiche stilistiche a differenza delle influenze artistiche delle varie aree geografiche.


    Tipo Italiano


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    L'organo della chiesa di San Nicola, in Almenno San Salvatore (provincia di Bergamo)

    Negli organi di Tipo Italiano la mostra si presenta sempre costituita da una cassa armonica, generalmente lignea, a forma di parallelepipedo decorata più o meno sfarzosamente, secondo le occasioni: vi sono alcune casse che hanno soltanto un timpano rettangolare sulla sommità, altre che sono decorate da colonne, fregi, archi e dipinti. Un'altra caratteristica della facciata dell'organo all'Italiana è che, talvolta, lo spazio delle canne - in alcuni casi finte - può essere chiuso da portelle lignee dipinte ed intagliate.

    Tipo Francese

    Gli organi francesi hanno generalmente una mostra molto simile a quella tedesca, costituita da una cassa armonica irregolare nella forma (molto spesso a nicchia) all'interno delle quali si trovano le canne. Lo schema che accomuna gran parte delle mostre francesi è costituito dall'alternarsi di canneti "a triangolo" ad alcuni circolari, che accolgono le canne più grandi, ovvero quelle che producono il suono più grave. Nelle mostre degli organi di tipo francese è abbastanza frequente la presenza di statue.

    Tipo Tedesco



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    L'organo della Cattedrale di Salem, in Germania

    Gli organi di tipo tedesco puntano soprattutto alla ricchezza ed alla maestosità della mostra. Quindi, soprattutto negli organi barocchi, possiamo ammirare delle complesse facciate costituite dall'alternarsi di canneti a triangolo e semicircolari e di statue e stucchi. Una particolarità assoluta dello stile tedesco, che si diffuse anche in tutte le Fiandre, è quella propria degli organi situati sopra le cantorie in cui la consolle è nascosta da un piccolo canneto situato dal di fuori della balaustra della balconata.


    Somieri

    Il somiere è la parte principale dell'organo, si tratta di una "cassa" destinata a distribuire l'aria prodotta dal mantice alle canne disposte sopra la suddetta cassa a mezzo di opportuni sistemi di passaggio dell'aria comandati dall'organista. Normalmente ogni manuale ha un proprio somiere sul quale sono inserite le canne. Esistono diversi tipi di somieri secondo il sistema costruttivo, in passato i più noti erano del sistema detto "a tiro" o "a vento", entrambi avevano la caratteristica di disporre del "canale per tasto" (ogni tasto aziona il ventilabro corrispondente a quel canale), ma con la sola differenza di azionare i registri in modalità diverse (il passaggio dell'aria alle canne). In epoche più recenti sono stati integrati altri sistemi per ottenere analoghi risultati quali i sistemi "a pistoni" "a membrane" che utilizzavano tecnologie derivanti dalla pneumatica per poi gradatamente perfezionarsi con l'elettricità e dall'elettronica. Oggi i modelli di somiere più diffusi sono il somiere a tiro che viene riproposto con tecnologie costruttive più sicure nei riguardi dei difetti nativi legati alla tenuta d'aria in particolar modo per l'aderenza delle stecche entro la loro sede di scorrimento. L'azionamento dei registri oggi è opzionale sia con sistema meccanico che elettrico, ma normalmente nelle consolle poste nella cassa stessa dello strumento, le tastiere sono meccaniche. Il somiere a tiro è fornito appunto di una serie di stecche di legno con dei fori, e ogni stecca permette l'inserimento di un registro in quanto scorrendo su una serie di fori permette a piacimento l'apertura o la chiusura di questi ultimi per gestire l'intera fila di canne poste sopra il somiere. Questo tipo di somiere è generalmente più semplice e intuitivo da costruire e da riparare, ma se l'incollaggio o la tenuta d'aria delle parti non è corretta avvengono queste principali tipologie di difetti ben conosciute: -Il cosiddetto "imprestito", (ovvero il passaggio dell'aria da un canale all'altro o da una nota all'altra) avviene per l'errato incollaggio dei separatori non più "a tenuta d'aria" nel primo caso, oppure tramite le stecche stesse dei registri (passaggio dell'aria che si infiltra tra il gioco della stecca dal foro corrispondente a un altro semitono vicino). -Lo "strasuono" è il termine indicato invece per i casi in cui il ventilabro (comandato dal tasto) non chiude con la propria pelle perfettamente il canale e permette un lieve passaggio dell'aria che fa suonare la canna della nota appartenente a quel canale e corrispondente al registro che si è aperto pur non premendo alcun tasto. Questo difetto è più "abbordabile" in quanto può esserci semplicemente della sporcizia. Come è stato detto i sistemi moderni di costruzione di un somiere a tiro vengono incontro a queste perdite. Nel somiere a vento (che raramente viene riproposto di nuova realizzazione), invece, ogni stecca comanda una serie di piccole valvole (dette ventilabrini), ciascuna dotata di una piccola molla di chiusura, dette valvole sono presenti all'interno del "canale per tasto" stesso, e le canne sono poste sui loro rispettivi fori esattamente sopra il separatore di ciascun canale. In questo tipo di somiere non ci sono perdite d'aria, nel senso che se costruito correttamente è nativamente efficiente, ma la costruzione e la riparazione sono più difficili. Anche il somiere a vento, comunque, può essere molto affidabile e durevole nel tempo (quello dell'organo Antegnati di S. Giuseppe a Brescia funziona perfettamente dopo quasi 500 anni!). Entrambi i tipi di somiere sono documentati in Italia fin dall'inizio del '500, ma i grandi maestri organari della tradizione italiana cinquecentesca (Facchetti, Zeffirini, Cipri, Antegnati) prediligevano il somiere a vento, specie per gli strumenti importanti o di grandi dimensioni. A partire dal XVII secolo diventa prevalente, sia in Italia che in Europa, l'uso del somiere a tiro. Attualmente sembrano prevalere i somieri a tiro per la facilità con cui vengono elettro-asserviti.

    Mantici


    I mantici sono una parte fondamentale dell'organo. Ora hanno la funzione di semplici serbatoi di supporto al motore e di stabilizzatori di pressione, ma nei tempi antichi erano una delle parti dell'organo più curata in quanto l'unica fonte di produzione del vento. Il compito dei mantici è quello di mantenere a pressione costante l'aria all'interno dei somieri indipendentemente dalla quantità che viene consumata; questi hanno forme differenti: "a cuneo" e "a lanterna", a seconda della modalità di apertura.
    I mantici a cuneo si sollevano solo da un lato, proprio con la forma di un cuneo quando aperti. La pressione dei mantici viene impostata in sede di "prova" dei somieri e successivamente con una previa intonazione in laboratorio tramite "zavorre" sulla sommità del mantice che stabiliranno il giusto equilibrio di pressione richiesto dal funzionamento generale dello strumento.

    In luogo delle zavorre sono impiegate anche delle molle metalliche, in particolare quando l'asse del movimento della tavola mobile del mantice non è più verticale (mantice a parete o capovolto) per le ovvie ragioni di gravità.

    Negli organi antichi la quantità di mantici era regolata dalla grandezza dell'organo, infatti più l'organo era grande e maggiore era il numero di mantici necessari. Il flusso costante d'aria era assicurato dall'"alzamantici", una persona che grazie ad una discreta forza fisica risollevava i mantici che si sgonfiavano durante il suono dell'organo. Questo imponeva che un organista per suonare doveva avere anche un alza mantici, mentre un organista per un concerto poteva essere affiancato da più alza mantici, da un tiraregistri e da un volta pagine.
    Il sollevamento dei mantici veniva effettuato tramite una leva, una corda oppure tramite un sistema di gonfiaggio a manovella composto da una ruota inerziale collegata ad un perno sagomato che agiva su dei piccoli manticetti "pompa" che caricavano il mantice principale (meccanismo in uso principalmente per organi di modeste dimensioni).

    Con l'avvento dell'elettricità il compito dell'alzamantici è stato completamente sostituito da un elettro-ventilatore a chiocciola, ovvero una pompa centrifuga che immette aria nel mantice. L'aria in ingresso è regolata attraverso valvole, solitamente una valvola detta "a tendina" che si chiude pian piano, come una piccola tapparella, solidale al movimento del mantice in sollevamento. Quando il mantice è completamente pieno, questa valvola risulta quasi completamente chiusa e l'aria viene parzialmente bloccata e si stabilisce una situazione di equilibrio. Con l'abbassamento del mantice, ovvero quando l'organo suona, la valvola si apre il tanto necessario per equilibrare l'aria in uscita. Sono tuttora esistenti organi dove la valvola invece di interrompere l'aria in ingresso apre un'uscita, ovvero uno "sfogo" dove l'aria in eccedenza esce senza sovraccaricare il mantice.

    Registri


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    Pomelli a tiro che comandano i registri dell'organo Gabler di Weingarten, Germania

    Le diverse file di canne vengono selezionate attraverso i tiranti dei registri. Questi vengono impiegati dall'organista per variare il timbro dello strumento in parte secondo le indicazioni della partitura, molto spesso secondo le circostanze e la personale sensibilità.
    Il numero che viene indicato accanto al nome del registro indica la lunghezza in piedi del do più basso (un registro di 8 piedi (8') suona all'ottava reale, uno di 16' una sotto, uno di 4' una sopra quella reale, uno di 2' due sopra e così via), o meglio di una canna aperta che produca un suono corrispondente a tale nota. Per registro di 8' qualsiasi sia la tipologia timbrica, si intende che il La di riferimento, usualmente preso in considerazione come campione di 440hz, in un organo si identifica al La3 (il terzo "la" della tastiera partendo dalla parte sinistra "grave"). Spesso i registri fanno suonare contemporaneamente più canne di altezza diversa, combinate secondo la serie degli armonici naturali: questo permette di ottenere diversi timbri risultanti dalla combinazione di file (senza la necessità di costruire ulteriori file di canne). Il registro di ripieno può essere ad esempio composto da due fino a quindici file.

    Registri particolari sono quelli detti violeggianti, che imitano il suono degli archi orchestrali e quelli a battimenti (od oscillanti, spesso denominati Voce umana, Voce celeste o Unda maris) ovvero registri in cui suonano contemporaneamente una fila di canne intonata correttamente ed una leggermente crescente o calante. Il suono ricavato è molto suggestivo, e dà l'idea di un coro di fanciulli.

    In alcuni organi troviamo anche registri detti accessori, cioè registri volti a creare particolari effetti come per esempio la super- e la subottava che uniscono la corrispettiva ottava alta o bassa della nota premuta. Altri registri accessori sono anche le campane, le campane tubolari, i campanelli, il tuono e i timpani (sono canne di legno che producono delle vibrazioni che assomigliano al rullo di un timpano). In alcuni organi sono presenti anche i piatti, la grancassa e il rollante (denominato anche rollo o rullo).

    Può essere considerato "accessorio" anche un sistema che muove la colonna d'aria di un numero di "sbalzi" e oscillazioni regolari, detto "tremolo" o "tremolante". Detto accessorio conferisce una suggestiva "ondulazione" al registro che si sta utilizzando.

    Trasmissione



    Dalla tastiera i comandi di apertura con un sistema meccanico (per mezzo di leve e bilanceri), pneumatico (col passaggio dell'aria attraverso un tubicino), elettrico (per mezzo di relé), elettronico (con microchip) o misto pervengono ai "ventilabri", ossia valvole poste all'interno del somiere, che permettono il passaggio dell'aria alle canne quando viene premuto un tasto. Ultima generazione è la trasmissione digitale: l’originalità di questa trasmissione consiste nel collegare il corpo canne alla consolle con un semplice cavo schermato a due poli (universalmente utilizzato per i computer, quindi di sicura affidabilità nell’uso e nella durata). Quale canna, o quale gruppo di canne vengono attivate dipende anche dalle impostazioni dei registri e delle unioni. Si noti che le canne suonano sempre facendo passare l'aria attraverso di esse, l'unica differenza è come la pressione del tasto implica il passaggio dell'aria. Infatti ogni ausilio non direttamente controllato dal tasto ma funzionante come "servomeccanismo" non permette di recepire in alcun modo il naturale fenomeno dello "stacco" del ventilabro che dà quello che si può considerare il "tocco" di un organo a canne, come avviene per un clavicembalo per intenderci.

    La trasmissione meccanica richiede che la consolle dell'organo sia vicina o solidale al corpo delle canne, e negli strumenti di una certa dimensione risulta più sensibile l'appesantimento del tocco nell'utilizzare molti registri perché aumenta la resistenza richiesta per lo stacco del ventilabro, ma ciò non deve essere inteso come un "difetto" ma come una caratteristica. Tornando ai vari tipi di trasmissione, quella pneumatica ha presentato inizialmente qualche difetto nativo circa l'immediatezza tasto - ventilabro anche a distanze ridotte se non ben realizzata, è stata decisamente soppiantata da quella elettrica (anch'essa non esente da difetti alla sua prima comparsa). In ambienti stranieri dove lo studio sulle trasmissioni di strumenti molto grandi ha implicato più ricerca, si è giunti a risultati decisamente più felici anche per la sola pneumatica, rispetto all'Italia, soprattutto con l'introduzione della "leva Barker" che mediante un piccolo mantice moltiplicava la potenza richiesta, utile per la gestione di grossi somieri, rivoluzionando i "limiti" della trasmissione meccanica per "macchine" di una certa dimensione. In genere ogni trasmissione non meccanica non dà problemi con l'utilizzo di molti registri simultaneamente in quanto tale trasmissione si avvale di "servomeccanismi" che designano al tasto la sola funzione di "comando" o di "interruttore" ma non di tocco. Allontanare la consolle dal somiere introduce un ritardo tra l'azionamento dei tasti e l'emissione del suono, ma ciò è avvertito dall'organista in quanto esso si trova a distanza dal corpo delle canne. Trasmissione elettrica ed elettronica sono immediate, e permettono anche con relativa semplicità di avere più somieri distinti.

    Nonostante si siano studiate e attualizzate diverse soluzioni di trasmissione, rimane fuori discussione che la trasmissione integralmente meccanica conferisce allo strumento qualità e durata nel tempo non paragonabile alla svalutazione e al deterioramento delle componenti elettroniche.

    Consolle

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    La mastodontica consolle dell'organo della Convention Hall di Atlantic City (USA).

    Per consolle si intende il luogo di "comando" dello strumento da parte dell'organista, è l'insieme dei manuali, dei pedali, delle staffe, dei comandi di registro, di unione e di cancellazione a disposizione sullo strumento. A volte la consolle è posta anche a notevole distanza dai somieri e dalle canne, ma con questo termine che modernamente viene identificato con la consolle elettrica distaccata dal corpo delle canne, è indicata anche semplicemente come la "finestra" che racchiude tastiera, pedaliera e registri in una cassa d'organo, detta appunto "consolle a finestra" negli organi meccanici. Non sono rari gli organi che possono essere comandati da più di una consolle, soprattutto per esigenze liturgiche o per la presenza del coro.

     
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  2. gheagabry
     
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    Strumenti Musicali

    Organetto

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    BREVE STORIA DELL'ORGANETTO

    DemianL’organetto, o meglio la fisarmonica diatonica, nasce in Austria nel 1829 ad opera di Cyrill Demian, costruttore di organi e pianoforti a Vienna. Lo strumento originario, denominato "accordion", era dotato di un mantice azionato dalla mano sinistra, di una cassettina contenente le ance libere metalliche, raggruppate in modo tale da produrre accordi completi, e di una tastiera con cinque tasti azionati dalla mano destra, ciascuno dei quali comandava una valvola per consentire il passaggio dell’aria attraverso un determinato gruppo di ance. L’"accordion" di Demian utilizzava ance di tipo bitonico, cioè in grado di produrre determinati suoni solo aprendo il mantice e altri suoni solo chiudendolo; ad uno stesso tasto potevano così corrispondere due suoni differenti, a seconda della direzione della corrente d’aria nel mantice, in analogia con l’armonica a bocca, inventata pochi anni prima (1821) dal tedesco Buschmann. In tal modo lo strumento poteva produrre 10 accordi completi con soli 5 tasti.

    Tra il 1830 e il 1840 l’ "accordion" si diffonde nel Nord Europa (Francia, Germania, Svizzera) e Accor_1successivamente in Russia, Cecoslovacchia, Polonia, Italia, Gran Bretagna, e Stati Uniti.
    In questo periodo lo strumento viene continuamente modificato, per migliorarne le potenzialità sonore.
    Viene ampliata la tastiera di destra (fino a 14 tasti su una sola fila, poi fino a 27 su due file) e si sostituiscono gli accordi completi con singole note per eseguire brani melodici.
    Viene aggiunta un’apposita valvola di presa d’aria; si aggiunge una cassettina sul lato sinistro con ulteriori ance, e relativi tasti, per produrre sia le note di basso sia gli accordi necessari ad accompagnare le melodie realizzate con la tastiera di destra.
    Molte di queste innovazioni tecniche sono da attribuire, oltre che allo stesso Demian, a costruttori francesi e tedeschi che, tra l’altro, estendono anche la gamma sonora dell’accordion fino a tre ottave, prima nell’ambito della scala diatonica e poi di quella cromatica.
    Altra innovazione significativa riguarda il numero di ance (ugualmente intonate) messe in funzione da uno stesso tasto.
    Dal sistema di base, che prevedeva per ogni tasto una sola "voce" (ancia) a doppia azione (bitonica), si passa alle due e poi alle tre voci per tasto, intonate sulla stessa nota, anche in ottave diverse (voci bassa, normale e acuta), consentendo così l’introduzione dei "registri" (variatori di timbro sonoro).

    Accor_2L’ancia di tipo unitonico (che produce la stessa nota, indipendentemente dal movimento del mantice) viene introdotta, da costruttori italiani, nella tastiera dei bassi/accordi attorno al 1880, dando origine ad un meccanismo basato su un complesso sistema di tiranti e valvole a effetto multiplo, che consente di aumentare il numero di tasti(e di bassi/accordi) dagli originali 2, 4 o 8, fino a 48 e oltre, mantenendo relativamente basso il numero di ance impiegate (una stessa ancia può intervenire nella formazione di più accordi e conseguentemente viene messa in funzione da tasti diversi). La nuova meccanica permette di dare ai bassi e agli accordi della tastiera dell’accompagnamento una progressione per quinte e di produrre accordi maggiori, minori e di settima su tutta la scala cromatica, incrementando notevolmente lo possibilità armoniche dello strumento. Nell’ultimo ventennio del secolo vedono così la luce gli accordion (diatonici e cromatici) a sistema "misto": bitonico per la melodia e unitonico per l’accompagnamento. In questi strumenti le file di tasti melodici vengono portate a tre e poi a quattro (fino a 37 tasti complessivi), per sfruttare al meglio l’aumentato numero di bassi, che cresce fino a 80.

    Va sottolineato che per tutta la seconda metà dell’800 anche gli strumenti cromatici mantengono il sistema Accor_4bitonico nella tastiera melodica; solo nel 1897, ad opera dell’italiano Paolo Soprani, l’accordion cromatico adotta totalmente il sistema unitonico, aprendo la strada alla moderna fisarmonica cromatica. Dai primi del ‘900 inizia la grandissima espansione della fisarmonica cromatica, che si diffonde in tutta Europa e nel resto del mondo, grazie alla completezza delle sue capacità melodiche e armoniche, ulteriormente migliorate grazie all’introduzione della tastiera melodica tipo pianoforte.
    Inizia così il declino della fisarmonica diatonica, che vede dapprima la scomparsa degli strumenti a sistema ?misto?, poi il confinamento degli strumenti interamente diatonici nell’ambito della musica tradizionale.
    In Italia la prima fabbrica di "accordion" viene fondata nel 1863 da Paolo Soprani, a Castelfidardo in provincia di Ancona (Marche). Lo strumento, nel nostro Paese viene denominato "armonica" e successivamente "fisarmonica", ma il nome più comunemente utilizzato è quello, dialettale, di "organetto". Questo nome resterà poi ad indicare lo strumento diatonico, nell’uso tradizionale, fino ai nostri giorni.
    La costruzione di organetti si espande e ritmo vertiginoso tra il 1870 e il 1900, con la nascita di numerose fabbriche, localizzate in particolare nelle Marche (Castelfidardo, Macerata), in Lombardia (Stradella, Cremona) e in Piemonte (Vercelli, Leinì). Con l’invenzione della fisarmonica cromatica cresce ulteriormente il numero di costruttori, che realizzano sia fisarmoniche sia organetti.
    Nel 1924, un primo censimento delle fabbriche di fisarmoniche e organetti ne individua in Italia ben 93 su un totale di 232 in tutta Europa.
    Oggi il numero dei costruttori italiani si è ridotto ad appena una trentina, di cui solo una diecina continua a produrre organetti, in particolare a Recanati e Castelfidardo e nella provincia di Teramo.


     
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