COPENAGHEN e DANIMARCA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted



    "..affiora gradualmente dalla campagna circostante.
    Le sue dimensioni la rendono facile come una piccola cittadina,
    ma senza negarle l'importanza culturale di una metropoli"
    Peter Hoeg



    COPENAGHEN




    Cinque secoli fa, all'epoca di l re Cristiano II, Copenhagen era la capitale di un impero scandinavo che comprendeva Danimarca, Svezia e Norvegia. Ancora prima in questi luoghi i guerrieri vichinghi imperversavano per i mari, arrivarono persino a scoprire il continente americano secoli prima di Colombo...Oggi, che è svanito "l'impero del nord", e Copenhagen è la capitale del solo regno di Danimarca....Città a misura d'uomo, specie in primavera e autunno, quando il gelo invernale si scioglie sotto un sole appena tiepido e i cittadini abbandonano i rifugi domestici per riversarsi nelle strade fino a notte fonda... il nome Copenhagen significa, "porto dei mercanti" e si è sempre distinta per mecenatismo artistico-culturale. La tolleranza è la cosa che la contraddistingue quanto Nyhavn, tutto case colorate affacciate sul canale dove sono ormeggiate barche di fattura antica. E Christiania, "la città hippy" sorta a inizio anni Settanta, è ancora lì, coi suoi murales ormai sbiaditi, la sua umanità ormai rada... Radhusspladsen è la piazza principale dei Copenhagen, la Times Square della città, con i Giardini di Tivoli e la Stazione centrale a sud-ovest. La principale via dello shopping della capitale, Strøget, che pare che sia la via pedonale più lunga al mondo...L'isola di Slotsholmen è il cuore storico e geografico di Copenhagen, il luogo in cui il vescovo Absalon costruì un castello in pietra nel 1167, nucleo della futura città, oggi fitta trama di edifici che tracciano l'evoluzione della capitale danese sin dal XII secolo. Al centro si trova Christianborg Slot, versione novecentesca del palazzo costruito attorno al 1730 dal re Cristiano VI e attuale sede del Parlamento danese, della Sala delle Udienze Reali..Futuro, presente e passato, interagiscono di continuo nella capitale danese. Il Castello di Kronborg, nella vicina Helsingør, è il maniero dove William Shakespeare ambientò le vicende dell'Amleto, mentre poco distante si trova il Castello di Fredensborg, dimora estiva dei reali danesi. A Hillerød, la Fortezza di Frederiksborg è formata da un insieme di costruzioni sospese, al centro di un lago incantato, che la storia ha eletto a luogo d'investitura della monarchia.





    .....la storia.....



    La zona dove è nata Copenhagen era usata dalle popolazioni Vichinghe come punto di imbarco per le esplorazioni nei mari europei e nel nord Africa. Ma la storia della città è legata alla vita del suo fondatore, il vescovo Absalon, che visse nel XII secolo, allora consigliere del re Valdemaro I e Arcivescovo dell’antica capitale della Danimarca, Roskilde, e di Lund in Svezia (nelle vicinanze di Malmø).
    Il vescovo Absalon trasformò uno stanziamento urbano allora conosciuto come Havn, un semplice centro di pescatori, facendo costruire una fortificazione nel 1167 in difesa delle scorrerie dei pirati, e creando così una vera e propria cittadella vicino al castello di Christiansborg. Da allora l’attività della pesca si sviluppò notevolmente grazie all' infrastruttura portuale e la città iniziò il proprio sviluppo come importante centro commerciale in tutta la regione baltica. Furono costruiti edifici e chiese, la cittadella si arricchì, divenendo nel 1343 talmente importante da essere scelta dal Re, Valdemar Atterdag, come nuova capitale della Danimarca.Nel 1648 durante il regno di Kristian IV, la Danimarca perse gran parte del suo regno a favore della Svezia. Copenhagen subì in questo periodo varie incursioni straniere come quelle della Lega Anseatica e degli svedesi nel 1658-59. Il periodo difficile proseguì con la peste del 1711 e gli incendi del 1728 e 1879.
    Nel 1801 una flotta britannica comandata dall'ammiraglio Hyde Parker, si scontrò contro la flotta della Danimarca-Norvegia, ancorata nel porto di Copenaghen. Questa fu la cosiddetta Prima Battaglia di Copenhagen. In questa battaglia divenne famoso l'attacco comandato dall'ammiraglio Horatio Nelson che, disubbidendo all'ordine di Parker di ritirarsi, distrusse la maggior parte delle navi danesi prima che venisse accordata una tregua. I danesi ricordano ancora oggi con odio Nelson....Nella cosiddetta Seconda Battaglia di Copenaghen (16 agosto - 5 settembre 1807) ci fu un attacco navale portato dalla Marina britannica contro Copenaghen allo scopo di catturare la flotta danese ed evitare che finisse nelle mani di Napoleone Bonaparte. La capitale danese venne attaccata senza una preventiva dichiarazione di guerra, creando un terribile precedente nella storia. La Danimarca si riprese solo a partire dal 1830, quando cominciò un lento ma costante sviluppo economico grazie a una nuova classe imprenditoriale con base nel quartiere di Vesterbro. In questo periodo con il libero commercio nacquero numerose banche e società di servizi e si svilupparono le infrastrutture, a cui si deve in parte il successo dell’odierna Copenhagen.



    Qualcuno lo chiamó casualmente poeta, scatenó in lui un cambiamento di piani:
    "Mi trapassó l'anima ed il corpo, e gli occhi mi si riempirono di lacrime.
    Sapevo che, da questo momento,
    la mia mente si era risvegliata alla scrittura e alla poesia."



    ...Andersen e Kierkegaard....



    Brulicante di vita, la trovò Hans Christian Andersen, quando vi approdò 14enne dalla natia Odense, una mattina di settembre del 1879: "Il rumore e il movimento rispettavano l'idea che mi ero fatto di quella che allora, per me, era la più grande delle città". A quell'epoca, ogni notte, le porte della città venivano sprangate e il re in persona custodiva le chiavi fino all'alba. Oggi questo rituale non è più in voga, ma la città vecchia di Copenhagen non è granché diversa da quella che trovò l'Andersen adolescente, che qui scrisse una buona parte delle sue celeberrime fiabe, compresa "La sirenetta", figlia del re del mare innamorata di un principe terrestre. Lo scultore Edvard Eriksen ha dato una forma bronzea al malinconico personaggio che, piazzata su una roccia a contemplare l'orizzonte, è diventata il simbolo stesso di Copenhagen. Negli anni in cui Andersen scopriva la sua vena di scrittore di favole, un altro tipo complicato cominciava ad aggirarsi per quelle strade. "Splendida, splendida Copenhagen, dolce regina del Nord", scriveva Soren Kierkegaard, filosofo esistenzialista in conflitto tra sé e sé, dandy dissoluto, grande seduttore torturato da dubbi religiosi. Contraddizioni che Copenhagen assimila come i suoi bruschi cambi stagionali. Kierkegaard e Andersen erano entrambi presi di mira dai fantomatici vignettisti danesi, (progenitori di quelli che con le loro vignette hanno fatto infuriare il mondo arabo) e, come detto, si attaccavo a vicenda quando potevano. Il primo saggio pubblicato da Kierkegaard, conteneva ad esempio una pungente critica al romanzo di Andersen Nient'altro che un suonatore ambulante, uscito l'anno prima. Questa era anche una risposta alla provocazione del novelliere che nella fiaba Calosce della fortuna (1838) aveva maliziosamente inserito la comica figura di un esotico uccello dal naso arcuato, tutto tronfio delle proprie blaterazioni filosofiche. Un pappagallo che ai divertiti lettori di Copenhagen doveva tanto ricordare uno studioso di nome Kierkegaard. Ci furono tante schermaglie pubbliche tra i due grandi letterati, alcune anche clamorose, ma alla fine, sotto il cielo della stessa città, riconoscendo il genio reciproco, i due, che in segreto leggevano avidamente il lavoro dell'altro, siglarono una tregua, inviando un proprio libro con dedica prima Andersen a Kierkegaard, e poi viceversa a distanza di sei anni.
    (informagiovani-italia.com)





    ....miti e leggende.....



    Il fascino della Danimarca è quello di scoprire favole e storie mitologiche in ogni dove...La Fontana di Gefion si trova a Copenhagen nelle vicinanze della celebre statua della Sirenetta, e raffigura la leggenda della nascita della Zelanda (ovvero l'isola su cui si trova Copenhagen). La leggenda narra che Gefjun avesse chiesto al re di Svezia della terra e che questi le avesse promesso un regno grande quanto quello che sarebbe riuscita ad arare, allora la donna non esitò a trasformare i suoi figli in buoi e ciò che ottenne alla fine fu appunto la Zelanda. La statua della fontana rappresenta appunto Gefjun che sprona i figli trasformati in buoi a lavorare.

    I danesi amano la loro capitale, la abbelliscono per le feste con gusto e sobrietà. Da queste parti s'incomincia ad augurarsi Glaedelig Jul (buon Natale) sin da fine novembre. In effetti, per la popolazione il Natale incomincia il 7 novembre, data del mitico Giorno J, e cioè nel momento in cui le birrerie aprono le porte alle birre Juleberg, trasportate con tanto di calesse e cavallo alle rivendite della città. La prima Juleberg ad arrivare a destinazione nelle taverne della città, in genere la Tuborg, alle 20.59, viene accolta con un grande applauso dalle persone che a quell'ora si sono riversate nelle strade per l'occasione. La stagione natalizia ha preso il via!...La tradizione vede i danesi celebrare il Natale alla presenza di particolari personaggi: elfi e folletti, i piccoli spiriti della mitologia norrena. Geniali e simpatici, anche se a volte un po' birbanti, simboleggiano le forze dell'aria, del fuoco, della terra, dell'acqua, del vento, del sole e in generale dei fenomeni climatici e della natura. Li troviamo raffigurati con il classico berretto rosso, a punta, e vestiti in calda lana. Durante la vigilia di Natale, molte famiglie usano lasciare un piatto di riso o di porridge fuori dalla finestra, a volte l'elfo Nisse non si trovasse a passare da quelle parti...





    .
     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted


    «...il vento gli portava il rumore della risacca, simile a quello di assi che ricadono l'una sull'altra, lontano. Strida di gabbiani, rauche, desolate, smarrite~».


    Il deserto danese di Råbjerg Mile e le dune di Skagen


    Sulla punta più estrema a nord della Danimarca, nella parte settentrionale dell’isola di Vendsyssel–Thy, sorge un piccolo centro abitato, in una posizione geografica a dir il vero un po’ ostica. Tipica località danese, Skagen è un piccolo gioiello custodito nel nord dello Jutland. Uno dei motivi della sua fama è sicuramente Grenen, lingua di sabbia rivolta verso la Svezia e la Norvegia. Potremmo dire che questo “ramo”, traduzione di Grenen appunto, si tuffa non in uno, ma in ben due mari: proprio in questo punto infatti va in scena uno spettacolo ordinario per gli abitanti della zona, ovvero l’incontro/scontro tra le onde dello Skagerrak e del Kattegat. L’unione tra i due mari, più noti come Mare del Nord e Mar Baltico, genera spesso turbolenze, che ostacolano la navigazione e rendono assolutamente vietata la balneazione nella parte più settentrionale della costa. A rendere ancora più affascinante questo fenomeno è sicuramente la luce, incredibilmente accecante, che si rifrange in maniera molto particolare e suggestiva sul litorale, illuminando il villaggio e le sue casette gialle dai tetti rossi, le Bindesbøll Husene. La luce di Skagen è stata la scintilla di un movimento artistico del tardo ‘800, gli Skagensmalerne, ovvero Pittori di Skagen, ispirati dalla luminosità del paesaggio e delle spiagge, che tentavano di riprodurre su tela. Il deserto danese di Råbjerg Mile, le cui dune sono modellate dal vento, gelido e sferzante in ogni stagione, con spostamenti fino a 18 metri ogni anno. E’ un deserto di sabbia che si trova all’estremità settentrionale dello Jutland, protetto come riserva naturale; si estende per due chilometri quadrati, tra boschi e mare, raggiungibile solo attraverso i sentieri della riserva. Tra questi granelli di sabbia si verifica il più importante fenomeno di dune mobili nel Nord Europa, dovuto in particolar modo all’erosione della costa calcarea.

    «Le onde s'inarcavano come tori che abbassano le corna al colpo, e s'avventavano rabbiose contro la spiaggia che restava sommersa per lunghi tratti, e coperta d' alghe lucide di acqua, di ciottoli, di conchiglie. Sotto il cielo velato, s'aprivano valli di schiuma verdeggianti e chiare; ma dietro alle nuvole, là, dove c' era il sole, sulle acque si stendeva un pallido splendore di velluto».


    "Sia chiaro, da queste parti non c' è sempre cattivo tempo. Ieri e oggi è stato bello, di giorno la temperatura è salita sino a 18-19 gradi, e verso sera la spiaggia, il mare e il cielo erano esattamente come nei quadri dei pittori di Skagen, di Krøyer soprattutto. Onde leggere, la luce azzurrina, e già un' ora prima del tramonto lunghe strisce rosa nel cielo, nubi dorate, a preparare l' esplosione di colori che accompagna il calare del sole nello Skagerrak. Nel caso che ti sfugga di mente dov'è lo Skagerrak, guarda la carta d' Europa: vedrai che la penisola dello Jutland spartisce il mare del Nord in due stretti. A sinistra verso l' Inghilterra lo Skagerrak, a destra verso la Svezia il Kattegat. E a quattro chilometri da Skagen c' è una punta chiamata Grenen, dove le acque dei due stretti s' incontrano e confondono in giganteschi vortici di schiume. Lì, la spiaggia è sterminata: dune alte sino a quindici metri, non una costruzione salvo i due fari ai lati della punta, e un' aria salmastra, un odore di mare, che vanno alla testa. Com'è acuta, a Grenen, la sensazione del Nord. Come s'avverte profonda la lontananza dai nostri mari caldi.
    All'origine - siamo nell'ultimo quarto dell' Ottocento - ci fu l' hotel Brondum: un piccolo albergo per capitani di mare, rari viaggiatori di commercio, funzionari dello Stato che arrivavano in missione da Copenaghen. Lì misero piede i primi pittori: Michael Ancher, Carl Locher, Holger Drachmann, il norvegese Christian Krohg. E ad essi s'aggiunse più tardi, nel 1882, Peter Severyn Krøyer. Entusiasti del paesaggio e in particolare delle luci di Skagen, il Brondum divenne il loro ritrovo estivo. La sala da pranzo dell' albergo (che adesso è trasferita pezzo per pezzo nel museo del paese), s' adornò dei loro quadri, Ancher sposò la figlia del proprietario, Anna, lei stessa un' ottima pittrice. A un certo punto arrivò anche Georg Brandes, il pontefice dalla cultura danese tra Otto e Novecento, e intanto le esposizioni di Krøyer a Copenaghen rivelarono ai danesi la bellezza del luogo. Erano nate, insieme, la "scuola" e la moda di Skagen. Il Brondum - che resta pressoché intatto, solo sei camere con bagno su ventidue - s'empì di villeggianti, cominciarono a sorgere le prime case di vacanze, poi man mano s' aprirono nuovi alberghi. Nella libreria del paese ho trovato un bel libro di fotografie - Boring it was not, non era certo noioso - sulle mondanità di Skagen tra le due guerre. L' apertura del Ruth, il maggiore e più elegante albergo del luogo, i suoi pomeriggi danzanti, Karen Blixen tornata dall' Africa, le beauties del tempo, qualche membro della famiglia reale, le donne con la gonna corta e il parasole, gli uomini in flanella bianca e in testa il berretto da yachtman o la paglietta. Sì, il paragone con Forte dei Marmi nei Trenta - a parte il clima e il fatto che qui non venivano, per fortuna dei danesi, Italo Balbo e Curzio Malaparte - è abbastanza calzante.
    (Sandro Viola)

    "Il bello di Skagen è la sua capacità di sparire, schiacciata dalla luminosità sconfinata del cielo: un cielo che domina e avvolge tutto, che fa dimenticare la terra e si confonde col mare, rovesciando una luce irreale sul corpo piatto della Danimarca. Difficile, forse impossibile, rendere giustizia con le sole parole a un angolo di mondo che arriva a toccare il cielo: per capire non resta che salire sino all'estremità settentrionale dello Jutland, sedersi sui ciuffi d'erba che affiorano dalle dune sabbiose della spiaggia di Grenen, e lasciare che lo sguardo galleggi sul mare, in bilico sull'increspatura che divide il Mare del Nord dal Mar Baltico.
    A guardare costantemente lo scontro dei due mari, in danese lo Skagerrak e il Kattegat, c'è il vecchio villaggio di pescatori di Skagen, timido e distante dal mondo. Ma nella sua storia, più Skagen si è mostrato discreto, silenzioso, semplice e pacato, più ha attirato lo sguardo e l'ammirazione di chi vi si imbatteva quasi per caso: la sua bellezza ha generato nel tardo '800 un movimento di famosi pittori, rapiti dalla potenza magnetica del paesaggio e stanchi della frenesia delle grandi città. Ancora una volta la luce speciale di questi luoghi è la protagonista indiscussa delle loro opere d'arte: la luminosità del cielo abbaglia le spiagge, infrangendosi e rimbalzando sulle dune, illuminando i tetti rossi delle tipiche case gialle del villaggio.
    Tra gli abitanti più autorevoli del villaggio, sarebbe stato bello conoscere il vecchio faro di Vippefyr, costruito nel XV secolo e in seguito perduto. A nord della città ne è stata però fatta una ricostruzione, a testimonianza della sua importanza in passato: infatti l'incrocio delle diverse correnti marine produce in questo punto una turbolenza tanto sublime quanto pericolosa, che un tempo causava frequenti naufragi e perdite di rotta. In seguito il Vippefyr fu sostituito da un secondo faro, di colore bianco, realizzato nel XVII secolo, a sua volta sostituito dal "Faro grigio" del 1850.
    Un edificio piuttosto curioso, 1,5 km a sud della città, è la chiesa sepolta tra le dune di sabbia: quando lo scrittore Christian Andersen la vide, nel 1859, la chiamò "la Pompei di Skagen". E se nell'antico centro campano la vita venne bloccata dall'invasione della lava, qui nel XVIII e XIX secolo è stata la desertificazione a ricoprire di sabbia gran parte dell'area, causandone un abbandono diffuso.
    Oggi rimangono alla luce del sole circa i due terzi della chiesa, l'edificio era stato chiuso già nel 1795, e nel 1810 ne erano state sottratte diverse pietre, vendute agli abitanti del luogo per la costruzione delle proprie dimore.
    Il candore della spiaggia, il blu onnipresente di cielo e mare, i gabbiani le dune e un solitario faro che scruta l'infinito, bastano a rendere unico questo angolo di mondo."

    (iltutistapercaso)
     
    Top
    .
1 replies since 5/6/2011, 12:13   1170 views
  Share  
.