TIBET

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  1. tomiva57
     
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    Tibet


    Da Wikipedia

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    Bandiera del Tibet prima del 1950. Questa versione è stata introdotta da Thubten Gyatso nel 1912. È utilizzata dal Governo tibetano in esilio e, per questo, vietata dalle autorità cinesi in quanto simbolo di separatismo.

    Il Tibet (in tibetano: བོད་ཡུལ། (Bod), pronuncia pö nel dialetto di Lhasa; in cinese: 西藏; pinyin: Xīzàng; antica grafia Thibet) è una regione dell'Asia centrale. La storia propriamente conosciuta e documentabile del Tibet inizia nel 617 d.C.; dopo secoli di autonomia arrivò ad espandersi comprendendo parti della Cina. Dal XIII secolo divenne Stato vassallo dell'Impero Mongolo (che conquistò anche la Cina), poi (dal 1368 al 1644) della dinastia cinese Ming; per ultima, la dinastia cinese Qing (1644-1911). Dal 1911 il Tibet divenne uno Stato indipendente. Nello stesso anno ebbe fine l'Impero Cinese, che si trasformò in "Repubblica di Cina": nel 1949 si divise poi in Repubblica Cinese (Taiwan) e Repubblica Popolare Cinese. L'invasione del Tibet da parte della Repubblica Popolare Cinese iniziò nel 1949-1950[1] e la quasi totalità del territorio tibetano è ora sotto la sua sovranità.

    A causa dell'altitudine media di 4.900 m, è chiamato anche Tetto del Mondo.


    Il Tibet non ha una definizione univoca.

    Per il Governo tibetano in esilio, il Tibet è la larga zona sotto l'influenza culturale tibetana per parecchi secoli, comprese le province tradizionali di Amdo, Kham (Khams) e Ü-Tsang (dBus-gTsang), ma esclusa la zona sotto l'influenza culturale del Tibet storico all'esterno della Repubblica Popolare Cinese comprendente Arunachal Pradesh, Sikkim, Bhutan e Ladakh, area reclamata soltanto da qualche gruppo tibetano. L'area ha un'estensione di 2,5 milioni di chilometri quadrati, un quarto dell'intera Cina, ed ospita 6 milioni di tibetani.

    Per la Repubblica Popolare Cinese, il Tibet è la Regione Autonoma del Tibet, chiamata anche Tibet Autonomous Region o TAR, reclamando anche il territorio dell' Arunachal Pradesh come appartenente alla stessa. Alcuni cinesi reclamano anche Sikkim, Bhutan e Ladakh come appartenenti alla TAR. La TAR copre solo l'Ü-Tsang e il Kham occidentale, mentre l'Amdo e il Kham orientale appartengono alle province cinesi di Qinghai, Gansu, Yunnan e Sichuan. L'area ha un'estensione di 1,2 milioni di chilometri quadrati, meno della metà della suddetta area culturale rivendicata dal governo in esilio, ed ospita meno di 3 milioni di tibetani.

    Bandiera

    La bandiera tibetana è proibita in Cina: chi la possiede e / o la mostra rischia pene detentive molto severe in base all'accusa di "separatismo". La complessa bandiera entrata in uso dopo il 1920 e prima del 1926, che sventolò sul paese sino al 1959 - e continua a sventolare in esilio - è densa di simboli. I due leoni di montagna (kilin) rappresentano i poteri temporale e spirituale; essi reggono la ruota dello yin e yang, vale a dire il principio infinito di causa ed effetto. Più in alto, fiammeggianti, i tre gioielli supremi del buddismo, il Budda, il dharma (la legge) e il sangha (i monaci, custodi della legge). Il tutto è inscritto in un triangolo bianco, che ricorda una montagna innevata, cioè lo stesso Tibet. Il sole sorgente è simbolo di gioia: esso diffonde sei raggi rossi in un cielo blu scuro, che rappresentano le sei stirpi originarie del popolo tibetano (Se, Mu, Dong, Tong, Dru e Ra). Il bordo dorato su tre lati del drappo simboleggia il diffondersi dell’insegnamento del Budda, che è come l’oro puro. Prima degli anni ’70 la bandiera presentava disegno e proporzioni leggermente diversi dagli attuali, pur contenendo le medesime raffigurazioni simboliche.

    Clima

    Il clima è assai rigido e ventoso e possono esserci escursioni notturne anche inferiori ai -30 °C.

    I monsoni provenienti dall'India e dal Nepal, notevolmente ridotti dalla catena himalayana portano alcune leggere precipitazioni in particolare nella parte sud-occidentale tra metà giugno e metà settembre. Il clima è molto secco per tutto il resto dell'anno. Le temperature più basse sono tra i mesi di dicembre e febbraio. D'inverno le precipitazioni nevose sono scarse nella valle e abbondanti nella catena himalayana. I passi del sud rimangono spesso chiusi per la neve durante l'inverno.

    A Lhasa (a 3.595 m. sul livello del mare) le temperature massime vanno da qualche grado sopra lo zero d'inverno ai 25 °C d'estate, mentre le minime vanno dai -15 °C ai +10 °C.


    Geografia

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    Foto dell'altopiano del Tibet (in primo piano) e dell'Himalaya (sullo sfondo) presa dalla Stazione Spaziale Internazionale.

    Il Tibet è situato sull'omonimo altopiano (detto anche Plateau tibetano) ad un'altitudine media di circa 4.900 metri. La sua montagna più alta è l'Everest che con i suoi 8.846 metri è la montagna più alta del pianeta e fa parte della catena dell'Himalaya compresa per gran parte nel territorio tibetano.



    Regioni

    Il Tibet era storicamente composto da diverse regioni:

    * Amdo (a'mdo) nel nord-est, appartiene alle province cinesi di Qinghai, Gansu e Sichuan,
    * Kham (khams) nell'est, parte delle province cinesi del Sichuan, nord Yunnan e parte del Qinghai,
    * Kham occidentale, parte della Regione Autonoma del Tibet,
    * Ü (dbus), nel centro, parte della Regione Autonoma del Tibet,
    * Tsang (gtsang) nell'ovest, parte della Regione Autonoma del Tibet

    Fiumi

    I maggiori fiumi hanno origine dal plateau in particolare dalla provincia cinese di Qinghai e dalla zona di Monte Kailash e Lago Manasarovar. I più importanti sono:

    * Qinghai
    o Huang He (o Fiume Giallo)
    o Yangtze
    o Mekong

    * Monte Kailash
    o Indo
    o Brahmaputra (Yarlong Tzangpo)
    o Gange (Karnali)
    o Sutlej

    Etnie


    Storicamente la popolazione del Tibet è costituita primariamente da tibetani. Altri gruppi etnici includono i monpa, lhoba, mongoli e hui. Il Governo tibetano in esilio stima che vi siano 7,5 milioni di non tibetani introdotti dal governo cinese per nazionalizzare la regione, contro 6 milioni di tibetani, e ritiene che la recente apertura della ferrovia del Qingzang, che collega Lhasa con Pechino in 40 ore, faciliterà l'afflusso di persone da altre province cinesi. Secondo il Governo cinese, la Regione Autonoma del Tibet è abitata al 92% da Tibetani, mentre nelle altre zone del Tibet storico appartenenti ad altre province cinesi la percentuale è più bassa, smentendo ogni accusa.
    [modifica] Economia

    L'economia tibetana è dominata dall'agricoltura e dall'allevamento. Lo yak rappresenta una delle maggiori fonti di sussistenza per le famiglie rurali in quanto viene utilizzato come forza motrice per il lavoro nei campi, per il latte e derivati ed, infine, per la carne.

    Gli ultimi anni hanno costituito un'apertura al turismo, quasi esclusivamente interno, recentemente promosso dalle autorità cinesi.

    La ferrovia del Qingzang che collega Lhasa con Pechino contribuirà ad incrementare l'economia.

    Cultura


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    Leone di pietra a guardia del Palazzo del Potala

    Il Tibet rappresenta il centro tradizionale del Buddhismo tibetano, una forma distintiva del Buddhismo Vajrayana. Il buddhismo tibetano è praticato anche in Mongolia e largamente praticato dai Buryat nella Siberia meridionale. Presso le popolazioni tibetane, in specie delle regioni nord-orientali, è, nonostante le persecuzioni che ha subito fino al XIX Secolo, ancora largamente praticato l'ancestrale sciamanesimo pagano pre-buddhista, conosciuto come religione Bön. Il contatto con Buddhismo e Induismo vi ha provocato profonde trasformazioni in senso sincretistico, come ad esempio la nascita di congregazioni e conventi di Lama.

    Nelle città è presente anche una piccola comunità di musulmani, conosciuti come Kachee (o Kache), la cui origine deriva da tre regioni: Kashmir (Kachee Yul nell'antico Tibet), Ladakh e paesi centro asiatici turchi. L'influenza islamica in Tibet proviene anche dall'antica Persia. C'è anche una consolidata comunità di musulmani cinesi (Gya Kachee) di etnia Hui cinese. Sembra che le popolazioni provenienti da Kashmir e Laddakh emigrarono verso il Tibet a partire dal XII secolo. I matrimoni e le interazioni graduali hanno portato ad un ampliamento della comunità islamica tibetana nei pressi di Lhasa.

    Piccole comunità cristiane, sia nestoriane che cattoliche, vi svolgono un'esistenza al limite della semi-clandestinità essendo state storicamente perseguitate dai buddhisti. Fino ad un recente passato, fra gli abitanti del Tibet, il cui fondo culturale remoto è essenzialmente matriarcale, era diffusa la "diandria". Era costume corrente che le donne sposassero due uomini, di solito fratelli o comunque parenti.

    Il Governo cinese, a partire dalla Grande rivoluzione culturale, ha cercato di distruggere i simboli tradizionali della cultura originale tibetana demolendo monasteri, incarcerando monaci e limitando o, addirittura, proibendo (per i funzionari pubblici, le guide turistiche ed altri mestieri) di professare la loro religione e operando vandalismi in alcuni luoghi sacri ai tibetani. Tuttavia sono stati preservati e parzialmente ristrutturati alcuni palazzi per incrementare il turismo, soprattutto interno.

    Storia


    Rimangono poche testimonianze delle origini del Tibet, si sa però che inizialmente era popolato solamente da pastori nomadi provenienti dall'Asia centrale. La storia del Tibet come nazione inizia con la nascita del Re Tho-tho-ri-Nyantsen nel 173 a.C. In quel periodo la religione praticata era di tipo sciamanico, detta anche Bön. Del periodo si può ancora ammirare il castello-monastero di Yumbulakhang, nei pressi di Tsedang. Colui che venne considerato come il vero fondatore del Tibet è Re Songsten Gampo XXXIII della dinastia di Yarlung. Nato nel 608 d.C., il Re decise di fare diventare Lhasa la capitale del Tibet, fece costruire lo Jhorkang e introdusse per primo la religione buddista nel regno.

    Sotto il regno di Trisong Detsen, con l' arrivo di Padmasambhava, il buddismo diventa religione di stato. Nel 770 venne fondato il monastero di Samye, uno dei primi grandi monasteri buddisti del Tibet. Con i regnanti successivi a Trisong Detsen, si ritorna alla religione Bön e il Tibet entra in un periodo di instabilità politica. Nel 1042 assieme al grande maestro indiano Atisha, arrivano in Tibet una serie di maestri e saggi che diffondono di nuovo il buddismo nel paese. Nel 1072 nacque il grande monastero di Sakya, sede della omonima setta "Sakya-pa", che avrà un ruolo importante nella storia del Tibet. Nel XIII secolo, il Tibet divenne parte dell'Impero mongolo (Dinastia Yuan): con il successo delle truppe mongole guidate da Kublai Khan, il potere centrale passa da Lhasa a Sakya. Nel 1391, nasce Gedun Khapa, il primo Dalai Lama.

    Tra il 1670 e il 1750 il Tibet fu incorporato nella Cina, dominata all'epoca dalla Dinastia Qing. Nel 1716, con l'arrivo del gesuita Ippolito Desideri a Lhasa, iniziano i primi contatti con l'occidente. Nel 1774 la prima missione britannica entra in Tibet, seguita dall'invasione nepalese, che viene fermata grazie all'aiuto delle truppe cinesi chiamate in soccorso dai tibetani.

    Nel 1904 l'impero britannico, approffittando dei disordini interni all' impero cinese, invase temporaneamente il Tibet arrivando fino a Lhasa e costringendo il Dalai Lama a fuggire in Mongolia. Solamente nel 1912 con la fine dell' impero cinese, Tibet, Xinjiang e Mongolia dichiararono l'indipendenza dalla Cina e il Dalai Lama riprese il pieno potere in Tibet senza alcuna influenza estera. Nel 1933 alla morte del XIII Dalai Lama, Tenzin Gyatso diventa il XIV Dalai Lama. Nel 1940, a soli 18 anni di età vennero conferiti all'attuale Dalai Lama i poteri spirituali di capo della comunità buddista del Tibet. In una visione profetica un Dalai Lama del passato raccontò che "quando l'uccello di ferro volerà, verrà l'uomo rosso e la distruzione"

    Il 1º ottobre del 1949 Mao Zedong a Pechino proclamò la fondazione della Repubblica Popolare della Cina. L'anno seguente l'esercito cinese riconquistò nuovamente il Tibet costringendo il Dalai Lama alla fuga verso il Sikkim, da dove poco dopo ritornò a Lhasa in seguito alle rassicuranti dichiarazioni dei cinesi di non interferire nel Tibet.

    La Cina nel corso della storia aveva considerato il Tibet parte del suo territorio e così nel 1951 l'esercito cinese invase il Tibet e Lhasa. Le autorità cinesi inizialmente non interferirono nella politica interna del paese, lasciando il governo tibetano ad esercitare il suo potere. Ma successivamente la situazione deteriorò. Dopo varie rivolte contro le autorità cinesi da parte del popolo tibetano per le violenze e le intolleranze dell'esercito cinese, il Dalai Lama decise di fuggire. In seguito scapparono dal paese una parte dell'élite feudale e dei monaci temendo l'aria di terrore che spirava dalla Cina. Nel 1964 la Cina dichiarò formalmente il Tibet "Provincia Autonoma del Tibet" della Cina.

    In seguito un periodo molto oscuro nella storia recente della Cina si abbatté sul Tibet. La rivoluzione culturale negli anni dal 1966 al 1976 portò studenti ed estremisti, agitati dal regime, a condannare ogni forma d'opinione diversa dalla loro e monasteri, templi e ogni altra forma d'arte vennero distrutti.

    Il Dalai Lama non è più ritornato in Tibet; la situazione della comunità in esilio, i vari appelli, conferenze e incontri segreti, non hanno portato a nulla. Nel gennaio del 2000 fuggì dal Tibet anche il quattordicenne Karmapa Lama, il terzo capo spirituale dei tibetani (dopo il Dalai Lama e il Panchen Lama), attraversando a piedi l'Himalaya, per incontrare il Dalai Lama a Dharamsala in India.

    Successivamente, nell'aprile del 2008, sono scoppiate dure proteste in alcune città del Tibet che sono state represse dal governo di Pechino con l'uso della forza. Sono stati numerosi i casi rilevati in Tibet di violazioni sulla dignità umana. Secondo il Dalai Lama in Tibet sta avvenendo un genocidio culturale non preso in considerazione dal mondo occidentale.



    Edited by tomiva57 - 10/5/2011, 13:50
     
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  2. tomiva57
     
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    Città


    Lhasa

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    Piazza del Barkhor, Lhasa


    Lhasa (in tibetano "trono di Dio") situata a 3650 m di altitudine nella valle del Kyi Chu, è la capitale del Tibet, territorio fin dal 1750 direttamente o indirettamente controllato dalla Cina (e ora dalla Repubblica Popolare Cinese). Attualmente Lhasa è quindi la capitale della Regione Autonoma del Tibet. Era anche la residenza tradizionale del Dalai Lama.


    Storia


    Era già un importante centro amministrativo quando il sovrano Songten Gampo (618-649) proseguì nell'opera di unificazione del Tibet. Nello stesso periodo furono costruiti la fortezza del Palazzo del Potala e il tempio del Jokhang per ospitare le effigi del Buddha portate in dote dalle mogli, una cinese e l'altra nepalese. Da Lhasa i re di Yarlung governarono per 250 anni.

    Nel 1642 divenne capitale del Tibet quando il 5° Dalai Lama costruì la sua residenza sulle rovine del vecchio Potala.

    Nel 1950 Lhasa e tutto il Tibet vennero invasi dalla Cina ed assoggettati alla sua amministrazione. Durante il capodanno cinese del 1959, quando si scoprì che i cinesi avrebbero tentato di rapire il Dalai Lama, scoppiò una rivolta popolare. Il Dalai Lama dovette rifugiarsi di nascosto in India ed, in seguito a tre giorni di repressione, morirono circa 10.000-15.000 tibetani[senza fonte]. Prima dell'occupazione cinese la città contava 20.000 - 30.000 abitanti. Oggi non si sa con esattezza quanti tibetani vivano nell'antica capitale: l'amministrazione cinese afferma che l'etnia tibetana rappresenti circa l'80% della popolazione cittadina, ma il buon senso di chiunque visiti la città porterebbe a concludere che i Tibetani rappresentino solo il 50-60% della popolazione urbana. Secondo il Governo Tibetano in esilio tale percentuale è destinata a scendere ulteriormente a seguito dell'inaugurazione nel 2007 della rete ferroviaria che ha collegato l'altopiano tibetano ai territori cinesi.[senza fonte] È ciò che il Dalai Lama ha definito "genocidio culturale".

    In seguito all'occupazione cinese gran parte del patrimonio artistico di Lhasa è stato distrutto, ma il piccolo quartiere del Barkhor e l'area del Potala rimangono siti di inestimabile valore artistico e culturale. Lhasa moderna si sta invece sviluppando rapidamente secondo gli schemi di una qualsiasi periferia cinese[senza fonte], in netto contrasto con l'anima antica della città.




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    Altre città tibetane sono:

    Shigatse (gZhis-ka-rtse),


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    Shigatse (traslitterata anche come: Gzhis-ka-rtse; gzhi-ka-rtse; Xigazê; in cinese: 日喀则 pronuncia: pinyin: Rìkāzé, Wade-Giles: Zhigatse [Zhi-ga-tse] e Xigatse), oltre a essere stata un'importante città del Tibet storico, oggi è la seconda città per popolazione (80.000 abitanti) della Regione Autonoma del Tibet ed è la capitale della provincia tibetana di Tsang.


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    La città sorge alla confluenza del Yarlung Tsangpo (Yar-lung Gtsang-po) (noto in occidente come Brahmaputra) e del Nyangchu (Nyang-chu). I maggiori edifici sono: il monastero di Tashilhunpo (sede del Panchen Lama) edificato nel 1447 e la fortezza, dzong distrutta negli anni cinquanta.

    Nei pressi della città sorgono il monastero di Shalu -famoso per la descrizione datane da Alexandra David-Néel-, a 18 kilometri, e il monastero di Shakya, a 130 kilometri.


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    Gyantse (rGyang-rtse),


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    Gyantse (anche: Gyangtse, rGyang-rtse, rGyal-rtse, in cinese: 江孜) è la terza più grande città della Regione Autonoma del Tibet, posta nella regione di Tsang cui capitale è Shigatse.

    Sita a 3977 metri di altitudine sul livello del mare è attraversata dalla Friendship Highway, che la congiunge a Kathmandu in Nepal e a Lhasa. Gyantse è famosa per il Kumbum posto entro le mura dell'antico monastero di Pelkor Chode. Eretto nel 1440 il Kumbum è uno stupa contenente 108 cappelle su quattro piani, tutte finemente illustrate da migliaia di dipinti e centinaia di statue.

    Nel 1904 un esercito inglese di 4.000 uomini e 10.000 truppe indiane, sotto il comando del colonnello Younghousband, penetrò in Tibet e conquistò Gyantse senza che vi fosse opposizione armata. Quando le truppe tibetane si organizzarono e si impadronirono del Dzong, il forte che domina la città, le truppe inglesi mossero all'assalto e sterminarono i 900 difensori. Di lì quindi mossero per conquistare Lhasa dove riconobbero formalmente la sovranità dell'impero cinese sul Tibet.

    Fu visitata diverse volte dal tibetologo Giuseppe Tucci, che nel 1937 vi fu accompagnato dal fotografo Fosco Maraini, nel 1939 dal Capitano degli Alpini Felice Boffa Ballaran, e nel 1948 dal fotografo Pietro Francesco Mele e dal medico della Marina militare Regolo Moise.

    Attualmente la città è aperta al turismo internazionale.




    Chamdo (Chab-mdo),

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    Nagchu (Nag-chu),

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    Nyingchi (Nying-khri),


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    Nedong (sNe-gdong),

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    Dartsendo (Dar-btsen-mdo),

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    Jyekundo (sKyes-rgu-mdo) o Yushu (Yul-shul)


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    Golmud (Na-gor-mo)

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    Barkam ('Bar-khams)

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    Gartse (dKar-mdzes)




    Lhatse (lHa-tse)

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    Machen (rMa-chen)

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    Pelbar (dPal-'bar)


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    Sakya (Sa-skya)

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    monastero

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    Tingri (Ding-ri).


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  3. gheagabry
     
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    Dimmi cosa ti piace delle montagne.
    Mi piace l'assoluta semplicità, ecco cosa mi piace. Quando sei in scalata la tua mente è sgombra, libera da qualsiasi confusione: sei concentrato e, ad un tratto, la luce diventa più nitida, i suoni sono più ricchi e tu sei invaso dalla profonda, potente presenza della vita.
    (dal film "Sette anni in Tibet")


    Il TIBET



    “... e son davvero luoghi che meritano di essere sacri poiché Dio è stato ad essi prodigo di bellezze stupende come nei giorni più felici della creazione” cosi scrisse Giuseppe Tucci, più di quarant’anni fà, rientrando dal Tibet. Grandi distese desertiche, spolverate dal vento, ad un’altezza media di quattro cinquemila metri. Qui ad un passo dai sacri ottomila himalayani che separano il Tibet dal Nepal e dal Bhutan, alzano al cielo i tetti dorati dei loro monasteri le più importanti città tibetane: Lhasa, Gyantze, Xigatze. Immergersi nella folla di pellegrini giunti da ogni parte del paese ed entrare nel più sacro dei templi buddisti, il Jokhang, visitare le mille stanze del palazzo del Potala e i templi buddisti di Gyantse e Shigatse e poi tra i grandiosi scenari dell’altopiano tibetano valicando passi panoramici giungere a Rongbuck , il più alto monastero abitato posto ai piedi della parete nord della più alta montagna del mondo, l’ Everest.

    Il Tibet è stato chiamato “l’altare della Terra”: l’aria è rarefatta, a più di cinquemila metri sul livello del mare, tutto intorno si ergono le cime più alte del mondo. Il Potere del Divino sembra essere ovunque. Per secoli è stato un mistero per il resto del mondo, le leggende parlavano di un paradiso in Terra, nascosto dietro le grandi montagne. Difeso dalla colossale barriera himalayana a sud, da strette gole scavate da fiumi a est, da enormi distese desolate e spazzate dal vento a ovest e a nord.
    Il grande altopiano tibetano, con le sue cime alte ottomila metri protese verso il cielo, è uno dei luoghi più straordinari al mondo. Il suo territorio è immenso, si estende su una superficie di circa 2.500.000 Km2.
    Le marcate caratteristiche geografiche e la natura selvaggia di questa regione, hanno sempre influenzato la vita del popolo tibetano..... presenta condizioni di vita durissime e l’insediamento umano si concentra nelle valli dei grandi fiumi indiani, cinesi ed indocinesi che nascono nel Tibet. L’agricoltura a quell’altezza è di scarso rendimento e l’economia tibetana è perciò basata in massima parte sulla pastorizia.

    In Tibet, il burro ha un posto importantissimo nella vita tibetana; col burro si pagano in gran parte le tasse, il burro si porta in dono e si riceve in dono, il burro si discioglie nel tè emulsionandolo con la soda, di burro le donne si spalmano la faccia e i capelli, col burro ci si ripara dal freddo e dal vento ungendosi il corpo, il burro si offre agli dei, il burro arde nelle lampade, col burro si puliscono le pitture, il burro – naturalmente – si mangia, e – se rancido – serve come medicinale; ovunque burro, sempre burro!


    “Anche oggi, nonostante tutto, se andate in Tibet, scoprirete che le feste religiose continuano ad esistere, molte di esse sono la rappresentazione della vittoria del buddismo sulle antiche religioni locali, ma non con la soppressione o la negazione di queste forme religiose. Esse fanno ancora parte della vita tibetana. Per i tibetani, la religione è anche divertimento, non credono che dio abbia creato il mondo per punirli, non credono nemmeno che dio abbia creato il mondo, e che eserciti un potere su di loro. Credono che la felicità dipenda solo da come si comportano.”
    (Stephen Batchelor, studioso di filosofia buddista)


    “I tibetani hanno un’incredibile mole di conoscenze spirituali, che costituisce un Patrimonio dell’Umanità. Nelle loro Università hanno preservato un vasto bagaglio di apprendimenti e conoscenze sulla natura della coscienza e sulla struttura della mente umana, che la scienza occidentale sta solo iniziando a comprendere”
    (John Avedon, autore e storico)



    «Non posso sperare di entrare dentro il Tibet se non mi muovo come si muovono i tibetani.
    Se vuoi conoscere il Tibet l’unico modo è camminare».


    ......un viaggio clandestino.......


    Il tetto del mondo, la patria del buddismo. In molti vorrebbero poter visitare, conoscere, il Tibet ed i popoli che vi abitano. Purtroppo non è stato quasi mai possibile visitarlo in libertà. Dal 1951, quando fu invaso dalla Cina il solo modo per visitare il Tibet è un viaggio organizzato da un tour operator cinese. Non c’è alternativa.
    Sempre che si voglia obbidire alla legalita’ di un paese invasore ed oppressore. Non era questa la filosofia di Flaviano Bianchini quando ha intrapreso quasi 800 chilometri in compagnia di un pellegrino buddista che tornava a piedi a Lhasa dopo aver percorso i 108 circuiti sacri del monte Kailash. Flaviano aveva conosciuto monaco buddista nell’aprile del 2007. Si chiamava Palden Gyatso ed recluso per trentatre anni nelle carceri cinesi per non aver denunciato il Dalai Lama e la sua “cricca reazionaria”. «Io non posso più visitare il Paese delle Nevi», gli disse in quell’occasione: «vai tu e dimmi com’è». Flaviano, e’ biologo, e la sua professione consiste nel denunciare per Peacelink, una ONG italiana, le ingiustizie sociale e crminalita ambientali delle compagnie minerarie mondiali. Flaviano compiuto un lungo viaggio “clandestino”, camminando per giorni con il vento dell’altipiano come unico compagno.
    Ma il giovane inviato del monaco galeotto ha fatto lungo la strada incontri preziosi. Ha trovato ospitalità nei monasteri e nelle case della gente comune. Ha aiutato i pastori nomadi dell’altipiano a rigovernare gli yak in cambio di un pasto caldo. Ha visitato il campo base dell’Everest, dove ha visto la sporcizia delle spedizioni commerciali. Ha incontrato ex prigionieri politici ed ex combattenti. Ha visitato i luoghi dove è nato e cresciuto il suo amico Palden Gyatso. Ha visitato i monasteri restaurati dai cinesi per poterli riempire di turisti. Ha ripercorso le strade di Henrich Harrer e di Fosco Maraini più di mezzo secolo dopo di loro. Ha conosciuto le vie degli esuli tibetani, che a migliaia ogni anno si riversano in India e in Nepal, e anche le vie dei contrabbandieri e degli ex guerriglieri.
    (Flaviano Bianchini, da IN TIBET, Un viaggio clandestino)



    ....la storia.....


    Rimangono poche testimonianze delle origini del Tibet, si sa però che inizialmente era popolato solamente da pastori nomadi provenienti dall'Asia centrale. La storia del Tibet come nazione inizia con la nascita del Re Tho-tho-ri-Nyantsen nel 173 a.C. In quel periodo la religione praticata era di tipo sciamanico, detta anche Bön. Del periodo si può ancora ammirare il castello-monastero di Yumbulakhang, nei pressi di Tsedang. Colui che venne considerato come il vero fondatore del Tibet è "Re Songsten Gampo XXXIII" della dinastia di Yarlung. Nato nel 608 d.C., il Re decise di fare diventare Lhasa la capitale del Tibet, fece costruire lo Jhorkang e introdusse per primo la religione buddista nel regno...Sotto il regno di Trisong Detsen, col arrivo di Padmasambhava, il buddismo diventa religione di stato per prima volta. Nel 770 venne fondato il monastero di Samye, uno dei primi grandi monasteri buddisti del Tibet. Successivamente con l'ascesa al potere del Re Trisong Detsen, si ritorna alla religione Bön e il Tibet entra in periodo di instabilità politica. Nel 1042 assieme al grande maestro indiano Atisha, arrivano il Tibet una serie di maestri e saggi che diffondono di nuovo il buddismo nel paese. Nel 1072 nacque il grande monastero di Sakya, sede della omonima setta "Sakya-pa", che avrà un ruolo importante nella storia del Tibet. Nel 1239 infatti in seguito all'invasione delle truppe mongole giudate da Kulblai Khan il potere centrale passa da Lhasa a Sakya. Nel 1391, nasce Gedun Khapa, il I Dalai Lama. Nel 1624-63 Missionari Gesuiti arrivano nel Tibet occidentale. Nel 1670-1750 l'impero Cinese conquista il Tibet orientale e Lhasa. Nel 1716 con l'arrivo del Gesuita Ippolito Desideri a Lhasa, iniziano i primi contatti con l'occidente. Nel 1774 la prima missione britannica entra in Tibet, seguita dalla invasione Nepalese, che viene fermata grazie all'aiuto delle truppe cinesi chiamate in aiuto dai tibetani.
    Nel 1904, una spedizione militare di truppe del Regno Unito invade il Tibet arrivando fino a Lhasa e costringendo il Dalai Lama a fuggire in Mongolia. Nel 1910 truppe del impero Cinese occupano parte orientale del Tibet conquistando anche Lhasa. Solamente nel 1912 il Dalai Lama riprende il pieno potere in Tibet senza alcun influenza estera. Nel 1933 alla morte del XIII Dalai Lama, Tensing Gyatso diventa il XIV Dalai Lama. A soli 18 anni di età nel 1940, all'attuale Dalai Lama, vennero conferiti i poteri spirituali di capo della comunità buddista del Tibet.
    In una visione profetica un Dalai Lama del passato racconto che "quando l'uccello di ferro volerà, verrà l'uomo rosso e la distruzione". Nel 1949, Mao Tsedong a Pechino, proclamò la fondazione della Repubblica Popolare della Cina. Nel 1950 il Dalai Lama fugge in esilio verso il Sikkim, ma poco dopo ritorna a Lhasa per le rassicuranti dichiarazioni dei cinesi di non interferire nel Tibet.
    La Cina nel corso della storia da sempre aveva considerato il Tibet parte del Impero e cosi nel 1951 avvenne l'invasione dell'esercito cinese nel Tibet e a Lhasa su richiesta di rappresentanti governativi tibetani. Le autorità Cinesi inizialmente non interferivano nella politica interna del paese, lasciando il governo tibetano ad esercitare il suo potere. Ma successivamente la situazione deteriora. Dopo arie rivolte contro le autorità cinesi da parte del popolo tibetano, il Dalai Lama decide di fuggire. In seguito scapparono dal paese l'elite feudale e i monaci temendo l'aria di rivoluzione che spirava dalla Cina. Gli unici che rimasero nel paese furono i poveri. Nel 1964 la Cina dichiara formalmente il Tibet "Provincia Autonoma del Tibet" della Cina. In seguito un periodo molto oscuro nella storia recente della Cina si abbattè sul Tibet. La rivoluzione culturale negli anni dal 1966 al 76 portò studenti ed estremisti, agitati dal regime, a condannare ogni forma d'opinione diversa dalla loro e monasteri, templi ogni altra forma d'arte vennero distrutte.
    Il Dalai Lama non tornerà più in Tibet; la situazione della comunità in esilio, i vari appelli, conferenze e incontri segreti, non hanno portato a nulla. Nel gennaio del 2000 fugge dal Tibet anche il quattordicenne Karmapa Lama, il secondo capo spirituale dei tibetani, attraversando a piedi l'Himalaya, per incontrare il Dalai Lama a Dharamsala in India. Circa 2500 tibetani lasciano la loro patria ogni anno.
    (rajatabla.it)



    “Per i tibetani la preghiera è parte integrante della vita di tutti i giorni. Perfino nella più umile delle dimore si trova un piccolo santuario. Noi occidentali abbiamo un ostile di vita diverso; per noi il tempo è qualcosa da ‘occupare’, dobbiamo sempre avere qualcosa ‘da fare’. I tibetani invece riservano sempre parte della giornata alla preghiera ed alla contemplazione.“
    (Robert Ford, che ha vissuto in Tibet dal 1945 al 1950)


    .....il Dalai Lama.....



    Il Dalai Lama, il cui titolo significa “Oceano di Saggezza”, divenne la guida spirituale e politica della nazione tibetana.

    “I tibetani credono che il Dalai Lama sia l’incarnazione del principio della compassione, la reincarnazione del bodhisattva, cioè colui che, per vocazione, rinasce sulla Terra per guidare ed aiutare coloro a cui ha insegnato nelle vite precedenti. E’ colui che è dedito al destino del Tibet, che per molte vite si è prodigato a questo scopo. Allo stesso tempo, è colui che sostiene l’intera cultura della sua terra ”
    (Prof. Robert Thurman, Direttore del dipartimento di studi buddisti della Columbia University)

    Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'altro si chiama domani,
    perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.

    Tutti gli esseri viventi, a partire dagli insetti, desiderano essere felici e non vogliono soffrire.
    Tuttavia, mentre ognuno di noi è un solo individuo, gli altri sono infiniti in numero.
    Ne consegue chiaramente che è più importante la felicità altrui della tua sola.

    Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo.

    Le decisioni sono un modo per definire se stessi. Sono il modo per dare vita e significato ai sogni.
    Sono il modo per farci diventare ciò che vogliamo.

    Senza il sapere, confidare solo nella fede, fede e ancora fede è un bene ma non basta. Perciò la parte intelletuale deve assolutamente essere presente. Allo stesso modo, un'evoluzione strettamente intelletuale, senza fede ne pratica, è ugualmente inutile. É necessario associare il sapere nato dallo studio con una pratica quotidiana. Queste cose devono andare insieme.

    Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara.

    (Dalai Lama)


    “Buddha non fondò una religione, ma un movimento educativo. La sua scoperta, o meglio la sua illuminazione fu che gli esseri umani, se si sforzano di capire se stessi, possono sbarazzarsi delle tendenze negative e sviluppare quelle positive in misura illimitata. Fatto ciò, possono diventare genuinamente felici. Quindi, il vero insegnamento del Buddha era questo: ‘la libertà è possibile, io l’ho ottenuta, potete farlo anche voi’ ”
    (Prof. Robert Thurman, Direttore del dipartimento di studi buddisti della Columbia University)





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  4. gheagabry
     
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    091708311-dbb29613-1958-4852-a5d9-f3473d0534b4

    Immagine del palazzo del Dalai Lama faceva parte del primo servizio fotografico pubblicato da National Geographic magazine: un tour fotografico di Lhasa, in Tibet, che comparve sulla rivista nel 1905.
    FOTOGRAFIA DI TSYBIKOFF, BURIAT, E NORZUNOFF, KALMUCK

     
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  5. gheagabry
     
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    Tibet, il 'tetto del mondo' ha 30 mln anni
    Ha il doppio dell'eta' secondo uno studio coordinato tra Cina e Stati Uniti. 'Il tetto del mondo' ha il doppio dell'età immaginata finora: 30 milioni di anni fa e non 10-15 milioni. E' quanto ha determinato uno studio coordinato da Cina e Stati Uniti, rispettivamente da Erchie Wang dell'Accademia di Scienze Cinese e da Eric Kirby della Pennsylvania State University, che ha ricostruito in 'laboratorio' la nascita dell'altopiano del Tibet, che si trova ad una altezza media di 4.900 metri. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, ha dimostrato l'area che comprende le montagne più alte del mondo sarebbe nate in seguito a due forti episodi di collisione fra il continente asiatico e indiano e non uno solo come si credeva finora. Il primo 'scontro' si sarebbe verificato tra 30 e 25 milioni di anni fa, il secondo fra 10 e 15 milioni di anni fa e, sottolineano gli autori, continua ancora oggi. Finora si immaginava che vi fosse stato soltanto l'ultimo impulso.

    Per scoprire i tempi e i modi della formazione del Tibet e delle sue montagne i ricercatori hanno raccolto campioni di roccia dal massiccio di Pengguan, vicino al bacino di Sichuan nel sud ovest della Cina, analizzando i tempi di raffreddamento della roccia quando, in seguito agli scontri, parte della crosta milioni di anni fa si è sollevata ed è emersa sulla superficie terrestre. In particolare i ricercatori hanno analizzato le inclusioni di zirconi e minerali chiamati apatiti che hanno permesso di ricostruire la storia della formazione dell'area con dettagli senza precedenti.

    Quattro sono le faglie che sembrano coinvolte nella formazione dell'area dove si innalza l'altopiano del Tibet: la faglia Wenchuan Maowen, quella di Yingxiu Beichuan, la faglia di Pengguan e la faglia situata sotto il bacino di Sichuan. Due di esse, la faglia di Yingxiu Beichuan e la faglia di Pengguan sono ancora attive e sono state le responsabili del terremoto avvenuto in Cina nel 2008, con epicentro la contea di Wenchuan. Il risultato delle analisi compiute, sottolineano gli esperti, sfida tutte le precedenti teorie sui tempi e sui processi che hanno portato alla formazione del Tibet e in particolare evidenzia un episodio di sollevamento che ha dato vita, circa 30 milioni di anni fa, nell'Oligocene, ai massicci adiacenti al bacino del Sichuan. Un episodio che in precedenza era sconosciuto. Pertanto, gli esperti invitano a rivedere, in particolare, le precedenti stime sulla nascita dei rilievi nel sud-est del Tibet.(Ansa)
     
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4 replies since 10/5/2011, 11:21   1288 views
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