IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 2° DICIANNOVESIMO NUMERO ...

Martedì 10 Maggio 2011

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    BUONGIORNO GIORNO ... 10 MAGGIO 2011


    Edizione Giornale Anno 2° Numero 19


    RIFLESSIONI


    ... CACCIATORI DI FIORI …
    …Un’immagine che mai avrei pensato di dover ascoltare e vivere nella mia fervida immaginazione; ieri mentre ascoltavo le notizie al telegiornale, sono stato accarezzato da un’immagine straordinaria nella sua dolce essenza. Esiste un lavoro fatto da uomini in oriente, che va al di là di ogni immaginazione. Sono i “cacciatori di fiori” … certo la parola cacciatori non deporrebbe in ragione del sogno, della delicatezza, ma poi ascoltando con attenzione la reale rappresentazione di quel “lavoro”, allora ho capito perfettamente di cosa si trattasse. I cacciatori di fiori sono persone che si spostano, assecondando le stagioni, sulla sterminata distesa della Cina alla ricerca di campi fioriti dove portare le arnie con i le api e produrre miele. Uomini e donne che si muovono al confine della poesia per realizzare il sogno di rincorrere i profumati effluvi dei fiori e dare alle api regine gli spazi e l’habitat ideale per poter produrre il prelibato nettare. In un mondo che va sempre di più alla ricerca della tecnologia, della meccanizzazione dei gesti, questa pennellata di sogno antico mi ha dato un’emozione fortissima … mi ha donato attimi di sicura estasi, nella conferma che in qualche parte del mondo ogni attimo si tessono e scrivono madrigali di poesia e dolcezza puri … Buona lettura amici miei … Buona giornata a tutti … Vi abbraccio forte forte … .
    (Claudio)



    Melissa: Signora di Api e di Miele

    Mitologia Nel verde rigoglio dei prati imbevuti di luce, dove il sole sparge il suo oro tra i fili d’erba e i fiori selvatici ondeggiano soavi nella brezza estiva, dove ogni corolla umida di rugiada si dischiude a rivelare i suoi più intimi segreti, e lascia intravedere, fra i petali che si discostano timidamente, il suo cuore lucido di prelibato nettare; dove le tenere erbe aromatiche esalano i loro tiepidi aliti muschiati, i grilli vibrano ritmi gioiosi sugli alti steli, e nello stormire di ogni foglia è racchiuso tutto il mistero dell’armonia naturale;
    qui, fra i più bei doni della florida natura, vive la piccola Melissa, graziosa signora di tutte le api e del dolce miele prezioso.
    Il dorato ronzare ne rivela la presenza. Regina nutrice attorniata da una miriade di piccole ancelle che della dolcezza della natura ben conoscono ogni più piccolo segreto. Figlia dei raggi di sole che ama danzare nella luce, velandosi talvolta di rosei petali o penetrando avidamente il calice purpureo colmo di delizie delle infiorescenze più ricche e succose.
    Sposa e fervida amante di tutti i fiori che crescono sulla terra, nei vasti campi aperti come nell’intimità dei segreti giardini, nei sottoboschi silenziosi, protetti dal fresco delle arboree penombre, e nelle tranquille radure soleggiate, circondate da folte querce e noccioli, robinie odorose, tigli e robusti castagni. Sposa anche di quei fiori che la terra la guardano dall’alto, ricadendo dagli alberi in lussureggianti grappoli trasudanti umori zuccherini…
    La sua vita di ape, sia essa regina o solerte operaia, trascorre nella ricchezza degli ori naturali, spostandosi dai capolini fioriti agli ombrosi e indaffarati alveari, dove nettari e pollini vengono sapientemente trasformati in miscele dai poteri miracolosi.
    Ma spesso ella ama abbandonare il suo piccolo corpo alato e assumere le forme di una bellissima fanciulla, per camminare a piedi nudi sui morbidi tappeti erbosi e cogliere quei fiori che tanto le sono cari, in quanto unica fonte del suo nutrimento, per odorarne l’intenso profumo e forse per ornarsi i bei capelli biondi, rilucenti come ambra liquida sotto il sole del meriggio.
    Ape divina e Donna-Dea, che per sua innata predisposizione offre il delizioso fluido che nutre e guarisce, come materna e generosa nutrice, sempre provvida di dolcezze, quanto d’amore…




    ATTUALITA’


    All'asta due abiti della principessa Diana.
    Venduti per 276 mila dollari, l'identità degli acquirenti non è stata rivelata. LOS ANGELES - Due abiti appartenuti alla principessa Diana sono stati venduti per un totale di 276 mila dollari, in un'asta battuta dalla Julien's a Beverly Hills. I due abiti sono firmati da Catherine Walker, la stilista più accreditata da Lady Diana, dal suo matrimonio con il principe Carlo nel 1981, fino alla sua morte nel 1997. Il primo vestito, un abito di crepe nero ricamato con motivi di ispirazione indiana, creato per una visita ufficiale della coppia principesca in India nel 1992, è stato venduto a 144 mila dollari (a fronte di una stima di 40-60 mila dollari). Il secondo, un abito scollato in mussola di seta azzurra, similmente valutato, è stato venduto a 132 mila dollari. La principessa Diana l'ha indossato tre volte: tra queste, al festival di Cannes del 1987. L'identità degli acquirenti non è stata rivelata. Nel corso della stessa asta sono stati venduti anche abiti appartenuti a varie star di Hollywood, tra cui Marlene Dietrich, Gloria Swanson e Marilyn Monroe.





    Dramma al Giro, Weylandt cade e muore.
    Il ciclista belga di 25 anni è finito a terra a 20 chilometri dal traguardo della terza tappa. RAPALLO (GENOVA) - Doveva essere un'altra giornata di festa, è finita invece in tragedia. Ancora un morto nel ciclismo. E' ancora nitido il ricordo di Fabio Casartelli deceduto nel '95 sulle strade del Tour. Questa volta la tragedia si consuma al Giro d'Italia in una bellissima giornata di sole. Come quella di ieri, la terza tappa, da Reggio Emilia a Rapallo, doveva essere un'altra adatta ai velocisti. Nessuno poteva nemmeno lontanamente immaginare un epilogo così tragico. La tragedia di Wouter Weylandt - nel 2010, quasi esattamente un anno fa, il 10 maggio, vincitore nella terza tappa olandese del Giro - si è consumata a 25 chilometri dal traguardo nell'ultima parte della discesa del Passo del Bocco, il punto più alto della frazione di oggi, a 957 metri sul mare. Il belga faceva parte di un gruppetto di inseguitori e stava scendendo a velocità molto sostenuta. In una curva ha perso il controllo della bici andando a sbattere violentemente contro il guardrail. L'auto medica del Giro era dietro a lui e si è subito fermata. Immediatamente si è capita la gravità della situazione. Al corridore è stato tagliato il cinturino del casco e subito praticato un messaggio cardiaco. Sono stati chiamati l'ambulanza e l'elicottero del 118, che da Genova si è portato sul luogo dell'incidente trovando però difficoltà nell'atterraggio. E' intervenuto anche il soccorso alpino. Impressionanti le prime immagini: il ciclista appariva con il volto insanguinato e la maglietta strappata sul petto. Weylandt é rimasto esanime sull'asfalto, i medici hanno cercato di rianimarlo. "Siamo arrivati immediatamente - ha detto il medico del Giro Giovanni Tredici -, eravamo dietro al suo gruppo. Era in stato di incoscienza, con una frattura della base cranica e con il massiccio facciale compromesso. Dopo 40 minuti di massaggio cardiaco abbiamo sospeso la rianimazione, d'accordo con il 118, perché non c'era più nulla da fare". Gli ultimi chilometri della tappa si sono corsi in un clima surreale. "Noi siamo passati poco dopo l'incidente - racconta Gianni Savio, ds dell'Androni Giocattoli -. Abbiamo visto una scena agghiacciante". Si è capita subito la gravità della situazione, anche se i corridori non sono stati informati e lo spagnolo Vicioco, vincitore della tappa, ha tagliato il traguardo felice con le braccia al cielo. La direzione del Giro ha immediatamente annullato ogni festeggiamento del dopo-tappa. Imbarazzo anche da parte della Rai, che ha interrotto anzitempo la diretta. Mentre la Leopard, il team di Weylandt, si è chiusa nel suo pullman. Al termine della tappa clima mesto ovunque e molti occhi lucidi. Non ha fatto festa nemmeno la nuova maglia rosa David Millar. Purtroppo non è la prima volta che al Giro avvengono queste tragedie. L'ultimo lutto sulle strade della corsa rosa è stato Emilio Ravasio nel 1986: sbatté violentemente la testa sull'asfalto e morì dopo 15 giorni. Nel '76 uno spagnolo, Juan Manuel Santisteban, cadde in discesa come Weylandt nella prima tappa siciliana, andando a urtare anche lui contro un guardrail. Due anni fa ando' meglio a un altro iberico, Pedro Horrillo Munoz: finì in un burrone nel bergamasco e venne ripreso con un elicottero. Riportò diverse fratture, rimase in coma ma dopo qualche mese si riprese. FORSE DISTRAZIONE ORIGINE INCIDENTE - Potrebbe essere stata una lieve distrazione a originare l'incidente che ha portato alla morte Wouter Weylandt, il giovane ciclista belga morto oggi pomeriggio a 20 km dal traguardo di tappa del Giro d'Italia. Secondo una prima ricostruzione effettuata anche grazie alle testimonianze raccolte tra i colleghi del ciclista belga, in quel tratto della discesa sulla strada del Bocco i ciclisti stavano sfrecciando a circa 70-80 km/h. Weylandt si sarebbe voltato per vedere se qualcuno poteva dargli una mano a tirare il gruppo perdendo cosi' l'assetto della bici che ha toccato il muretto con la ruota anteriore. Il ciclista e' dunque caduto ad una velocita' superiore ai 70 km/h sbattendo la testa prima sul muretto e poi sull'asfalto. Per effettuare una ricostruzione completa dell'accaduto, la Polstrada di Chiavari, incaricata dal sostituto procuratore Francesco Brancaccio della procura di Chiavari, ha sequestrato tutti i filmati della corsa.





    Mirò il surrealista, ecco le sue metamorfosi.
    AOSTA - La sfida all'arte di Joan Miro' ''il mirabolante'' o ''il principe della Metamorfosi'', come era definito tra gli intellettuali del ventesimo secolo, approda al Forte di Bard per una mostra-evento da titolo 'Poeme'. Il surrealismo pittorico dell'artista catalano dal 18 maggio al primo novembre invadera' gli spazi dell'imponente roccaforte con capolavori giunti in prestito in Valle d'Aosta dalla Fondazione Maeght di Saint-Paul-de-Vence (Provenza). Saranno presentate al pubblico 192 opere, tra cui 17 oli, 58 sculture, 91 opere grafiche (disegni, incisioni e litografie originali), 17 ceramiche e 6 libri illustrati, un 'makemono', un immenso arazzo e la maquette per la ceramica murale dell'Unesco a Parigi. Realizzate fra il 1947 e il 1980, documentano le tecniche e gli stili di Miro'. In particolare, risalgono al periodo in cui l'artista lavoro' nell'atelier di Aime' Maeght, che poi divenne il suo principale gallerista. I due uomini furono legati da una profonda amicizia - sin dal primo incontro nel 1947 a Parigi - che porto' alla creazione della Fondazione Maeght, inaugurata nel 1964 e per la quale l'artista creo' un giardino di sculture e di ceramiche monumentali, ribattezzato 'Il Labirinto'. Tra le principali opere in mostra ci sono gli oli su tela 'Naissance du Jour' I, II, e III, 'Femme Oiseau' I e II, e 'Vol d'Oiseau a la premiere etincelle de l'aube', mentre tra quelle di grande impatto cromatico spiccano 'Poeme' e 'Le Chant de la prairie'. A Bard sara' anche possibile ammirare 'Monument', bronzo monumentale affiancato alla ceramica 'L'Oeuf de Mammouth', opera simbolo dell'origine del mondo. ''Le sale espositive - spiegano gli organizzatori - non seguono un ordine cronologico. Privilegiano l'opera, talvolta nella sua unicita', talvolta nei suoi rapporti di convergenza e di opposizione. Se i temi che lo ispirano (la donna, l'uccello, la stella, il cielo, le costellazioni, il sole o la luna) hanno l'anonimato dei grandi miti fondatori, trovano nell'immaginario dell'artista, espressioni sempre diverse''. Nato da padre orafo, Miro' ha praticato ''da artigiano rigoroso, da colorista affermato e da disegnatore visionario'' la pittura, la scultura, la ceramica e l'incisione, ereditando dalla terra catalana una lingua, una tradizione e il gusto per la liberta' in cui attinse lo slancio creatore nutrito da un lavoro incessante e da un'insaziabile curiosita' verso la natura e il mondo. ''Il quadro - sosteneva - deve essere fecondo, deve far nascere un mondo. Che si vedano fiori, personaggi, cavalli, poco importa, purche' riveli un mondo, qualcosa di vivo''. Obiettivo dell'esposizione (curata da Sylvie Forestier) e' ''dare vita ad un'eccezionale rievocazione della rivoluzione plastica che caratterizzo' quel periodo e che ebbe in Miro' uno dei maggiori interpreti''. La mostra sara' visitabile dal martedi' al venerdi' dalle 11 alle 18, mentre il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 19.





    GOSSIPPANDO


    Gossippando



    Melissa Satta, ospite a Domenica Cinque, è scoppiata a piangere parlando della fine della sua storia con Bobo Vieri



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    Melissa Satta, ospite a "Domemica Cinque" da Federica Panicucci, parlando della fine della sua storia con Bobo Vieri, non ha potuto trattenere le lacrime. L'ex velina, infatti, è venuta a conoscenza della rottura mentre si trovava a New York tramite un comunicato stampa dello stesso Vieri. "Speravo di farmi una famiglia con lui" ha dichiarato la Satta.




    ... SCRITTORI… DA FAVOLA …


    "Limitarsi a vivere non è abbastanza.
    C'è bisogno anche del sole, della libertà e di un piccolo fiore."



    HANS CHRISTIAN ANDERSEN




    Hans Christian Andersen nasce a Odense, città sull'isola di Fionia (Fyn, Danimarca), il giorno 2 aprile 1805. Trascorre un'infanzia piuttosto travagliata nei quartieri più poveri della sua città natale, insieme al padre Hans, di professione calzolaio, e alla madre Anne Marie Andersdatter, 15 anni più anziana del marito. Inizia la sua attività di scrittore all'età di 30 anni: si reca in Italia per pubblicare la sua prima opera, "L'improvvisatore", che darà il via a una lunga carriera e a una ricchissima produzione letteraria tra romanzi, poesie, opere teatrali, biografie, autobiografie, scritti di viaggio, articoli, scritti umoristici e satirici. Tuttavia il nome di Hans Christian Andersen viene consegnato alla storia della letteratura mondiale soprattutto grazie alla sua produzione di fiabe, di fatto immortali: tra i titoli più noti vi sono "La principessa sul pisello" (1835), "La sirenetta" (1837), "I vestiti nuovi dell'Imperatore" (1837-1838), "Il brutto anatroccolo", "La piccola fiammiferaia", "Il soldatino di stagno" (1845), "La regina delle nevi" (1844-1846). Sono innumerevoli le fiabe, gli scritti e le raccolte prodotti da Andersen in questo campo. I suoi libri probabilmente sono stati tradotti in ogni lingua conosciuta: nel 2005, nel bicentenario dalla sua nascita, si contavano traduzioni in 153 lingue. Instancabile viaggiatore, ha esplorato ogni angolo del mondo che riusciva a raggiungere, viaggiando tra Asia, Europa e Africa; questa passione per la scoperta è stata proprio l'elemento che ha fatto produrre ad Andersen moltissimi appassionanti diari di viaggio. L'opera di Andersen ha influenzato molti autori suoi contemporanei ma anche successivi: tra questi possiamo ricordare Charles Dickens, William Makepeace Thackeray e Oscar Wilde. Hans Christian Andersen è morto il giorno 4 agosto 1875 a Copenaghen.





    La vita di per se è la favola più fantastica.



    ............le favole..............



    Molte favole di Andersen hanno una base autobiografica o traggono spunto da esperienze di vita vissute, altre hanno origine da racconti tradizionali danesi.
    La principessa sul pisello viene scritta dopo uno screzio con Henriette Wulff, sua grande amica, che gli ispirò anche Mignolina. La sirenetta e I fidanzati nascono invece dagli infelici amori non corrisposti dello scrittore.
    Ma la favola dove meglio si individua Andersen è senz'altro Il brutto anatroccolo: qui l'anatroccolo non viene riconosciuto per quello che veramente è, un cigno, ed è deriso e maltrattato da tutti gli altri animali. Alla fine, però, la verità prevale e lui ottiene il posto che le sue qualità gli riservano ....."Che importa se siamo nati in un pollaio, quando siamo usciti da un uovo di cigno?". E come Andersen, anche l'anatroccolo nel momento del trionfo non si insuperbisce, "perché un cuore buono non diventa mai superbo!" ed anzi esulta nel cuore ...."Tanta felicità non l'ho mai sognata, quand'ero un brutto anatroccolo!". Molte volte Andersen, prima di pubblicare una nuova favola, era abituato a leggerla a un ristretto numero di bambini, osservandone le reazioni e ascoltandone i commenti......Solo sei delle favole di Andersen iniziano con la classica formula "C'era una volta...".



    "Andersen scopre nuove sorgenti del meraviglioso (...), non si deve equivocare con prodotti artigianali e surrogati quali la novelletta edificante, il raccontino didascalico o moralistico, insomma quella che viene chiama (...) letteratura pedagogica. Il poeta danese ci dona un tipo di fiaba utile alla formazione della mente, di una mente aperta in tutte le direzioni: una leva fondamentale per l'educazione di un uomo, che non sia solo un esecutore ordinato e limitato, un consumatore facilmente plasmabile e pedissequamente subalterno. "Al di là del contenuto immediato e dell'ideologia di cui possano essere di volta in volta portatrici". ci aiutano a conformare criticamente la mente e ad affrontare la realtà con occhio spregiudicato: "di inventare dei punti di vista per osservarla, di vedere l'invisibile, come lo scienziato vede le onde elettromagnetiche dove nessuno aveva mai visto nulla; insomma, proprio come Andersen vede un'intera storia sulla punta di un ago da rammendo".
    (Gianni Rodari)





    .........oltre alle favole..........



    Sebbene la gloria di Hans Christian Andersen derivi dalle sue favole, che si collocano tra i capolavori della letteratura mondiale, bisogna ricordare che lo scrittore fu assai prolifico: scrisse infatti romanzi, biografie, libri di viaggio, opere teatrali, testi di canzoni e poesie. Hans Christian Andersen scrisse parecchi romanzi e brevi racconti, di cui i principali sono Improvisatoren [L'improvvisatore], O.T., Lykke-Peer [Peer il fortunato] e De to Baronesser [Le due baronesse]. Specialmente il primo, L'improvvisatore, è degno di nota per gli Italiani, perché è interamente ambientato in Italia e fu scritto basandosi sulle esperienze che Andersen ebbe durante il suo primo grande viaggio nella penisola. Questo romanzo fu anche la prima opera che gli diede fama internazionale, prima delle favole (il primo libro di fiabe è del 1835).



    ..........La favola della mia vita.........



    "Raggiungemmo Napoli, proprio mentre il Vesuvio era in piena attività: la lava scendeva dal monte oscuro, tracciando radici di fuoco al pino di fumo. Andai a vedere l'eruzione con Hertz e qualche altro scandinavo: la strada sale tra i vigneti e oltrepassa edifici isolati. Ben presto la vegetazione diede luogo ad arboscelli non più grandi di giunchi, e il crepuscolo era una meraviglia per gli occhi."

    Tra i monti viola dorme Napoli bianco vestita,
    Ischia sul mare fluttua
    Come nube purpurea;
    La neve tra i crepacci
    Sta come studio candido di cigni;
    Il nero Vesuvio leva il capo
    Cinto di rossi riccioli.


    "Il tempo era calmo e bellissimo: la lava splendeva contro il suolo buio come un'immensa costellazione, e la luna diffondeva più luce che al Nord il mezzogiorno in una giornata coperta d'autunno."




    (Gabry)



    RUBRICHE



    (Mela)



    L’ISOLA NELLO SPORT


    Olimpiadi Mosca 1980

    Una mezza Olimpiade
    Il periodo buio della storia olimpica è ancora lontano dal concludersi. Anche nel 1980 è la politica a dominare già da molti mesi prima dell'inizio dei Giochi. Del resto la città scelta per ospitare l'edizione del 1980 è Mosca e vista la situazione internazionale non può che innescare una serie di proteste e discussioni che portano a boicottaggi più o meno evidenti. Il movente stavolta è l'Afghanistan: nel dicembre del '79 il regime sovietico ha ordinato l'invasione di questo paese già distrutto da una lunga guerra civile per sostenere il governo comunista contro i nazionalisti musulmani. Un'azione militare che andrà avanti per tutti gli anni Ottanta provocando un milione e mezzo di morti. Ma torniamo ai Giochi: già dalle prime settimane successive all'invasione sovietica in Afghanistan si comincia a parlare di un boicottaggio delle Olimpiadi moscovite ed il fronte dei paesi contrari ad andare in Russia si amplia velocemente. Gli americani sono ovviamente in primissima fila e chiedono agli alleati del blocco occidentale di allinearsi al boicottaggio, ma anche i paesi musulmani fanno sentire la propria voce guidati dall'Arabia che annuncia per prima la non partecipazione ai Giochi. Anche in Italia le discussioni sono complesse: il governo vorrebbe il boicottaggio, ma la parola finale spetta al CONI che decide invece di partire con una soluzione un po' arrangiata. Non ci sono infatti la bandiera e l'inno nazionali, sostituiti da quelli olimpici, e gli atleti appartenenti a corpi militari debbono restare a casa. Una situazione di ambiguità testimoniata da Federico Euro Roman, un 20enne triestino che vince l'oro nell'equitazione (concorso completo): la federazione di sport equestri è favorevole al boicottaggio e non vuole concedere i cavalli per le Olimpiadi. Deve intervenire il CONI a sbloccare la situazione, ma Roman e compagni si trovano a dover partire senza veterinario e maniscalco, costretti dalla Federazione a restare a casa. Ai cavalieri non resta che cercare il personale a proprie spese e la volontà di questi ragazzi è ripagata dall'oro di Roman e dall'argento della gara a squadre conquistato insieme al fratello Mauro, a Anna Casagrande e Marina Sciocchetti. Anche in America la disputa tra il presidente Carter e il Comitato Olimpico crea qualche imbarazzo, ma alla fine i dirigenti sportivi sono costretti ad allinearsi alle scelte della Casa Bianca e nasce così un'Olimpiade senza americani. Oltre agli Stati Uniti aderiscono al boicottaggio anche la Germania Ovest, la Norvegia, il Canada, il Giappone, il Kenya, l'Arabia, il Marocco, per un totale di ben 60 paesi su 141 facenti parte il CIO che rinunciano alle Olimpiadi di Mosca. Non c'è neanche la Cina che è da poco rientrata nel CIO, dopo esserne uscita negli anni Cinquanta per protestare contro l'ammissione di Taiwan. Con una soluzione simile a quella italiana arrivano invece a Mosca Francia e Gran Bretagna. E proprio due inglesi sarano tra le grandi stelle di questi Giochi a metà.

    Ovett-Coe: la sfida dei Giochi
    Naturalmente l'atletica è tra gli sport più colpiti dal boicottaggio, ma così non è per il mezzofondo veloce dove furoreggiano due inglesi, Steve Ovett e Sebastian Coe. I due sono tra le più grandi stelle dell'atletica degli ultimi anni, ma si sono sfidati pochissime volte, preferendo sempre tenersi alla larga l'uno dall'altro nei grandi meeting. Mosca è la grande occasione di sfida su due atti, 800 e 1500 metri. Si comincia dalla gara corta: Coe è il favorito, avendo da poco strappato il record mondiale a Juantorena (ormai distrutto dai problemi ai tendini), ma Ovett sfrutta l'azione del sovietico Kirov per portarsi avanti e nessuno riesce più a superarlo, con Coe che è argento. Si attende la risposta che arriva puntuale: sui 1500 è Ovett il favorito e la storica doppietta sembra probabile, ma Coe gli rende pan per focaccia battendolo in una specialità nella quale era imbattuto da tre anni, con un rettilineo finale al fulmicotone. Alla fine Ovett deve accontentarsi del 3° posto dietro anche al tedesco orientale Straub. Un altro dei pochi personaggi di spicco dell'atletica è l'etiope Mirus Yfter. Con dei cambi di ritmo micidiali ai 200 metri conclusivi vince sia i 5000 che i 10000, ripetendo così la doppietta di Viren a Monaco e Montreal. Il finnico è ancora qui presente ma non è più quello di un tempo e finisce 5° sui 10000. Yfter è un personaggio quanto mai curioso: nel '72 aveva conquistato il bronzo sui 10000 ma poi non si era presentato alla partenza dei 5000: si dice che qualcuno lo avesse rinchiuso in un bagno. A Montreal era rimasto a casa per il boicottaggio e qui si prende una grande rivincita. Di Yfter nessuno conosce l'età: non esiste un suo certificato di nascita ma pare che sia vicino ai 40. E' piuttosto in là con gli anni anche Viktor Saneyev, che del resto è campione olimpico del triplo dal '68. Qui cerca il quarto oro, ma l'impresa gli sfugge per 11 centimetri per "colpa" di un altro sovietico, Uudinae. Entra nella storia il maratoneta Valdemar Cierpinski che doppia l'oro di Montreal, un'impresa riuscita solo a Bikila, anche se l'etiope era atleta in grado di regalare ben altro. Tra gli atleti più celebrati è senz'altro Daley Thompson, un inglese che domina il decathlon. Thompson è di madre scozzese e padre nigeriano: le sue capacità atletiche sono straordinarie ed il suo volto con i voluminosi baffoni diventerà uno dei più celebri dello sport anni Ottanta.

    Quanta Italia nell'atletica
    Con il pur leggero favore del dimezzamento della concorrenza l'Italia è tra le grandi protagoniste nell'atletica, con un tris d'oro. La caratura di queste medaglie resta però elevatissima perché a conquistarle sono campioni che segnano un'epoca nelle rispettive specialità imponendosi a livello mondiale per molti anni. Il primo è Pietro Mennea: lo sprinter pugliese ha stabilito l'anno prima il record del mondo dei 200 metri a Città del Messico con un 19.72 che resisterà per quasi vent'anni. A Mosca parte male finendo fuori nei 100 metri e sembra doversi ripetere la delusione di Montreal, cui ha fatto seguito un quadriennio di grandi alti e bassi, tra record, titoli europei, litigi con i giornalisti, polemiche, che fotografa bene il personaggio Mennea. Sui suoi 200 metri però arriva la svolta: l'avversario più temibile è lo scozzese Wells, già oro sui 100, che parte fortissimo ed esce per primo dalla curva. Mennea però trova il cambio di marcia e ad una manciata di metri dal traguardo riagguanta e supera Wells vincendo il sospiratissimo oro. Molto più amata dal pubblico è Sara Simeoni, la regina del salto in alto, che è tra le pochissime a spezzare il dominio delle misteriose donne dell'est nell'atletica. Anche lei è a Mosca con il record del mondo, stabilito a Brescia nel '78. In finale si trovano in 3 in gara alla quota di 1.97: la Simeoni, la polacca Kielan e la tedesca Kirst. Un salto buono può valere l'oro ed è la veronese a trovarlo al secondo tentativo, mentre le avversarie continuano a sbagliare. Il suo oro è il secondo nella storia olimpica italiana nell'atletica femminile dopo quello di Ondina Valla a Berlino '36. Il 3° oro azzurro nell'atletica lo porta via da Mosca il marciatore Maurizio Damilano nella 20 km. Piemontese di 23 anni, Damilano vince largamente e inizia una raccolta di medaglie che proseguirà per oltre un decennio, fino al titolo mondiale del '91 a Tokyo.

    I campioni dell'URSS
    A consegnare ancora qualche campione agli archivi di questa Olimpiade debbono pensarci i padroni di casa sovietici. Nel nuoto brilla Vladimir Salnikov, un ventenne destinato ad una longevità stupefacente per questo sport. Le sue vittorie sono a prova di boicottaggio: nei 1500 metri abbatte per primo la barriera dei 15 minuti, nei 400 segna un nuovo record olimpico e completa con la staffetta. Tre ori per un campione che nel 1984 arriverà ad un'imbattibilità di 61 gare consecutive sui 1500 metri. Tra le donne le solite bioniche tedesche dell'est spazzano via tutte dalla piscina facendo razzia di medaglie e record. Nella ginnastica è grandissimo un altro sovietico, Aleksandr Dityatin, che raggiunge la finale in tutte e sei le specialità. Le gare si disputano tutte nello stesso giorno, il 25 luglio, che vede Dityatin salire per ben 6 volte sul podio. Inutile aggiungere che è suo l'oro del concorso generale e quello a squadre, dove è in compagnia di un altro grandissimo, Andrianov. Dityatin diventa così il primo atleta a vincere 8 medaglie (con 3 ori, 4 argenti, 1 bronzo) in una sola Olimpiade, ma soprattutto sale agli onori per un 10 che gli viene tributato al volteggio. E' il primo uomo ad ottenere questo punteggio, 4 anni dopo la prima assoluta della Comaneci. La ragazza rumena è ancora in pedana a Mosca, ma qualche punteggio delle giurie la penalizza un po' a favore della padrona di casa Davydova, che si aggiudica l'oro del concorso generale. Alla Comaneci non resta che consolarsi vincendo alla trave e al corpo libero: successi che ripagano anche l'attesa spasmodica con cui viene seguita dai media, curiosi di ritrovare la bambina prodigio che ormai bambina non è più. Nel ciclismo impressiona il sovietico Soukhouroutchenkov che fa corsa a sé e potrebbe fare chissà cosa tra i professionisti, ma è impedito al grande salto dal regime comunista. Una storia simile a quella del pugile Teofilo Stevenson, che incamera il 3° oro di fila nei massimi.

    Gli azzurri tornano grandi
    A Mosca la rappresentativa italiana, senza bandiera e inno, si fa grande onore tornando a casa con un medagliere che fa dimenticare il disastro di Montreal. C'è il boicottaggio che riduce gli avversari, ma anche tra i nostri c'è chi deve restare a casa: ricordate la storia degli atleti dei corpi militari che sono costretti a non andare a Mosca? Tra di essi ci sono anche diversi possibili medaglisti, come il pentatleta Daniele Masala che dovrà aspettare Los Angeles per coronare il suo sogno olimpico. Il valore del medagliere quindi c'è tutto. Ai successi dell'atletica e dell'equitazione già visti, si aggiungono altri 4 ori. Il più prestigioso lo conquista un pugile napoletano, Patrizio Oliva, che si impone nei superleggeri dimostrando un'eccellente classe che farà fruttare anche tra i pro. Nel judo Ezio Gamba si aggiudica il titolo dei pesi leggeri con una scappatoia alle imposizioni pre-Giochi. Gamba è infatti un carabiniere e non potrebbe partire per Mosca, ma pur di essere ai Giochi si congeda dall'Arma pochi giorni prima della partenza ed il suo coraggio è premiato. Oro anche per Claudio Pollio nella lotta libera e per Luciano Giovanetti nel tiro a volo. Quest'ultimo è spettatore, sul podio, di una scena curiosa, con la bandiera italiana che per errore sale sul pennone più alto al posto di quella olimpica. Uno splendido argento lo prende la nazionale di basket di Dino Meneghin, sconfitta solo dalla Jugoslavia, mentre resta quasi al palo la scherma con appena un argento dalla squadra di sciabola. Le ultime 4 medaglie sono di bronzo: la staffetta 4x400 dell'atletica guidata da Mennea, l'eterno Cagnotto nei tuffi dal trampolino, Ferrari nel tiro con l'arco, la classe star della vela. Mosca si chiude con un 8-3-4 per l'Italia. Ma intanto si pensa già all'Olimpiade americana che succederà a quella sovietica: sarà l'occasione per un riavvicinamento?




    (Gina)



    PAROLE IN MUSICA


    Parole in Musica


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    Ti lascerò provare a dipingere i tuoi giorni
    con i colori accesi dei tuoi anni
    ti aiuterò a sconfiggere i dolori che verranno
    perchè saranno anche più grandi degli amori che ti avranno
    e lascerò ai tuoi occhi tutta una vita da guardare
    ma è la tua vita e non trattarla male.
    Ti lascerò...crescere
    ti lascerò...scegliere
    ti lascerò anche sbagliare...ti lascerò

    (Oxa.Leali)





    BIOGRAFIE IMPROBABILI


    "Per ogni gatto che ride c'è almeno un topo che prega"
    ... ma questa è un'altra storia!



    TOM & JERRY




    Tom

    Data di nascita - 1939
    Specie - Gatto blu di Russia
    Occhi - Verdi
    Alleati - Butch e i suoi amici (a volte), Jerry (a volte)
    Nemici - Jerry (a volte), Spike, Tike, Canarino, Nibbles, Butch e i suoi amici (a volte)
    Parenti Sorella, nipote


    Jerry

    Data di nascita - 1939
    Specie -Topo
    Occhi - Neri
    Alleati - Spike, Tike, Canarino, Little Nibbles, Tom (a volte)
    Nemici - Tom (a volte), Butch e i suoi amici
    Parenti - Zio Pecos (zio), sorella, Muscolotto (cugino)
    Base - Tana


    Tom il gatto e Jerry il topo sono personaggi dei fumetti "nati" nel 1939 e resi famosi attraverso cartoni animati negli anni quaranta da William Hanna e Joseph Barbera, allora dipendenti della Metro Goldwyn Mayer. Gli autori dissero di essersi ispirati all'idea di perenne scontro di terribili ragazzini dell'epoca. Nei primi fumetti italiani venivano chiamati Meo e Maramao.
    Le loro pellicole cinematografiche hanno raccolto sino a oggi tredici nomination agli Oscar, vincendone sette.



    Tom è un gatto opportunista. Si diverte a dominare gli animali più piccoli di lui. Il suo stile di vita è quello di un gatto domestico: mangiare, dormire e divertirsi. Quando è spronato dalla padrona di casa (nei primi cortometraggi una grossa governante nera) stufa di continui saccheggi al frigorifero, si lancia all'inseguimento del topolino ma la sua stupidità (oltre all'intelligenza dell'avversario) lo fa spesso fallire.

    Jerry, minuscolo topo d'appartamento, si è costruito una tana in miniatura nelle intercapedini dei muri. Al suo interno riproduce in tutti i particolari le comodità della casa umana (letto, divano, cassettiere, quadri, soprammobili). Sembra innocuo così piccino e rotondetto, possiede però buona velocità e solido carattere. Spesso riesce a procurarsi il cibo a danno di Tom che deve difenderlo.
    All'occorrenza Jerry è determinato ed affronta il nemico naturale, più grosso e forte di lui, per soccorrere un suo pari in difficoltà.



    Quella che a prima vista sembrerebbe una naturale rivalità rassomiglia piuttosto ad una guerra di dispetti tra due compagni di vita che si accapigliano per il solo gusto di farlo. Per Tom, rincorrere il topino è un gioco divertente e gratificante, specie quando riesce a catturarlo ed "ammaestrarlo" nei modi più disparati (un cameriere, un portamazze da golf, addirittura un regalo di fidanzamento). A sua volta Jerry, anziché scappare di volata presso il suo nascondiglio, ritiene molto più divertente punzecchiare il gatto fino a farlo infuriare. Nonostante ciò ognuno non cerca l'eliminazione dell'altro, ma tutt'altro. Quando Tom s'innamora di una gattina, dimenticandosi di tutto e di tutti, è Jerry che si ingelosisce; quando quest'ultimo è in pericolo di vita, Tom si procura di salvarlo. Inoltre non di rado i due si coalizzano quando, nel loro mondo, arriva un nemico comune, sia esso un gatto "troppo efficiente" nel cacciare i topi, oppure un gruppetto di gattini pestiferi.



    PROVERBI E AFORISMI


    Vive la sua vita solo chi la osserva, la pensa e la dice: gli altri, è la vita che li vive.
    (Nicolás Gómez Dávila)




    MUSICA


    Michele Zarrillo

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    Michele Zarrillo (Roma, 13 giugno 1957) è un cantautore italiano.



    Biografia

    Gli Esordi
    Michele Zarrillo nasce a Roma il 13 giugno 1957, secondogenito di padre proveniente da Rionero in Vulture (Potenza) e da madre originaria di Corbara (Salerno). Artisticamente esordisce come chitarrista/cantante durante gli anni ’70 nelle cantine della periferia romana, suonando nel complesso pop I Piccoli Lord; entra poi nel gruppo rock progressivo Semiramis (in cui suona già suo fratello Maurizio) e partecipa allo storico raduno rock capitolino di Villa Pamphili nella primavera del 1972. Nel 1974 è la voce solista del Rovescio della Medaglia, altro importante gruppo dell’avanguardia musicale di quel periodo; negli anni successivi si apre anche al mondo della musica pop pubblicando nello stesso periodo i primi due singoli da solista, con il nome d'arte (imposto dai discografici dell'epoca) Andrea Zarrillo. Nel 1979 torna al suo vero nome e vince il Festival di Castrocaro con Indietro no, e compone le musiche di Sesso o esse per Renato Zero e Ricetta di donna per Ornella Vanoni (incisa anche da Roberto Vecchioni). Nel 1981 esordisce al Sanremo con la canzone Su quel pianeta libero a cui fa seguito, l’anno successivo, in una discussa edizione del Festival, Una rosa blu, canzone che diventerà un successo molti anni dopo, e sarà inserita insieme ad altri 3 brani in una ristampa in cd dell'album "Sarabanda" nel 1998 intitolato proprio "Una rosa blu". Dopo un altro 45 giri passato inosservato La Voglia di Volare e Valery, cambia casa discografica passando alla Fonit Cetra, e nel 1987 arriva finalmente la vittoria a Sanremo nella categoria “Nuove Proposte” (dopo più di quindici anni di carriera) con il brano La notte dei pensieri. Il lato B del 45 giri, E intanto vivo, verrà inciso nello stesso anno anche in un duetto con Loretta Goggi, nell'album C'è poesia due, sempre della Fonit Cetra. Il successo di questo brano non è però supportato adeguatamente dalla casa discografica e per Michele segue un periodo di pausa lungo quattro anni nonostante l’uscita, nel 1988, dell’album Soltanto Amici. Malgrado tutte le difficoltà e le apprensioni di quel periodo, Michele continua a credere in sé stesso ed a scrivere canzoni. Nascono così nuovi brani, tra cui Strade di Roma che più avanti darà inizio ad una nuova svolta. Nel 1989 la vocalist della band dell’epoca gli presenta Vincenzo Incenzo, autore della parte letteraria della maggior parte dei brani pubblicati fino ad oggi. Questa nuova collaborazione con Incenzo fa sì che, pur in assenza di un contratto discografico, i brani per un eventuale futuro album siano già a buon punto.
    Il Successo
    Nel 1990 inizia una collaborazione con Alessandro Colombini, produttore storico della musica italiana (Battisti, Bruno Lauzi, PFM, Bennato, Dalla, Venditti) con il quale dà vita ad un progetto di lavoro, il cui primo risultato è la realizzazione dell’album Adesso, preceduto dalla partecipazione al Sanremo con la sopraccitata Strade di Roma, di cui Antonello Venditti firma parte del testo. A Sanremo 1994 Michele Zarrillo presenta uno dei suoi brani migliori, dal titolo Cinque Giorni, che ottiene uno straordinario consenso popolare e di vendite, e diventa presto un classico della canzone italiana. Il successo di Cinque Giorni genera un nuovo album, Come uomo tra gli uomini. La successiva tournée teatrale conferma il formidabile momento artistico di Zarrillo, che nel 1995 si dedica interamente alla composizione dei brani per il nuovo album, che esce subito dopo il Festival di Sanremo 1996, al quale partecipa con L’elefante e la farfalla, canzone che darà il titolo all’album. Il successivo lavoro, L'amore vuole amore (ottobre 1997), raccoglie tutte le più importanti canzoni di Michele con l’aggiunta di due brani inediti (L’amore vuole amore e Ragazza d’argento) e di nuove realizzazioni di tre canzoni significative del primo periodo (La notte dei pensieri, Una rosa blu e Su quel pianeta libero). Questi brani (in particolare Una rosa blu) ottengono un nuovo, strepitoso successo e portano l’album a quota 600.000 copie che, aggiunte ad oltre 120 concerti effettuati in un lungo e fortunato tour, portano alla definitiva consacrazione dell’artista. Nel frattempo in Spagna viene pubblicato l’album “Cinco dias”, (tutte le canzoni sono state ricantate in spagnolo) e la title track diventa una hit. Intanto la versione italiana dell’album L’amore vuole amore viene distribuita anche in molti Paesi europei. L’eco dell’andamento positivo del percorso artistico di Michele fa sì che da metà novembre a metà dicembre ’98 Zarrillo si esibisca in alcuni concerti oltre oceano ottenendo un grande riscontro di pubblico e critica. Nel giugno 2000 Michele Zarrillo pubblica il nuovo album dal titolo Il vincitore non c'è, nel quale si dedica ad una ricerca musicale più approfondita, capace di far convivere il suo passato di musicista d’avanguardia con il pop d’autore. Nel corso di un tour teatrale, in un momento di profonda ispirazione, Michele compone L’acrobata, che viene presentato a Sanremo 2001. Questo brano va ad aggiungersi a quelli più significativi della sua vita artistica. Successivamente prende corpo un progetto al quale Michele Zarrillo pensa da tempo: realizzare un album dal vivo, il primo della sua lunga carriera. A tal fine vengono effettuate le registrazioni nel corso di due concerti-evento che si tengono a Roma e Firenze, nei quali la band si arricchisce di una sezione di archi. Nel frattempo Michele compone alcune nuove canzoni. Tra queste, Gli Angeli, viene prescelta per il Festival di Sanremo 2002. L’album live viene pubblicato subito dopo il Festival con il titolo Le occasioni dell'amore. Nei due cd sono raccolti diciannove grandi successi e tre brani inediti realizzati in studio (la title track, Gli Angeli e Sogno), per oltre due ore di musica. Nell’ottobre 2003, a tre anni di distanza dal precedente album da studio, viene pubblicato "liberosentire", che contiene dieci canzoni inedite. Con questo Michele Zarrillo conferma uno straordinario momento di crescita artistica, toccando, oltre all’amore, tematiche di carattere sociale, trattate con la consueta sensibilità e sincerità. Michele Zarrillo alterna i successivi impegni tra i concerti e la composizione di nuovi brani. Nel 2006 pubblica il CD L’alfabeto degli amanti e lo stesso anno partecipa al 56° Festival di Sanremo, presentando il brano che da il titolo all'album. Con tale brano raggiunge la finale del festival che, quell'anno, prevedeva l'accesso alla finale solo di 8 canzoni su 30 partecipanti. Nel 2008 partecipa ancora a San Remo con il brano dal titolo "L'ultimo film insieme". Segue la pubblicazione dell'album Nel tempo e nell'amore, una raccolta dei successi dal 1981 al 2008, in 2 CD, contenente la canzone presentata al Festival. Nel maggio 2009 esce Michele Zarrillo Live - Roma, un cd più dvd frutto del concerto del 30 maggio 2008 al Palalottomatica di Roma. Il lavoro contiene il brano inedito L'amore infinito.




    (falcon581—Raffaele)


    (Lussy)



    ... CONOSCIAMO ...


    "Il cane è un eterno Peter Pan, non invecchia mai,
    perciò è sempre disponibile ad amare ed essere amato."
    (Aaron Katcher)



    IL BASSETHOUND




    "È un cane diverso dagli altri in molti aspetti contradditori. La sua espressione triste non lasci ingannare, è un cane allegrissimo, forse fin troppo perchè esprime con la voce i suoi sentimenti e... Vi posso assicurare un vocione. È un cane "ostinato", a lui non si può comandare, ma solo convincerlo su quello che si vuole da lui... ispira tenerezza con quello sguardo triste che sembra non trovarsi a suo agio in questo mondo "basso"...È un clown nato. Non lasciatevi ingannare dal suo sguardo innocente nè dalla sua statura, perchè se vuole arriva dappertutto essendo golosissimo. È un cane intelligentissimo e quando ha capito che cosa può o non può fare si adegua facilmente."



    E’ un cane dallo sguardo dolce e dalle orecchie lunghe, lo ricorderanno i piu’ nel telefilm Hazard dove interpretava Flash, il cane dall’immane pazienza, ma anche un po’ apatico dello sceriffo Rosco.
    In effetti per il suo carattere passa con facilita’ dal totale ozio sul divano, alla grande gioia nella passeggiata tra i boschi, dove ogni farfalla rappresenta una buona scusa per seguire una pista.
    Le sue doti di cacciatore sono ancora ben fissate nelle caratteristiche, nonostante sia diventato un cane da compagnia, se impiegato in attivita’ venatoria sa ancora dare il meglio di se’ con capacita’, tenacia e caparbia. Ecco il motivo per cui e’ considerato un cane testardo. Nella caccia e’ una caratteristica assai positiva, perche’ segue la pista senza distrarsi. Inoltre tutta la sua costruzione e’ adatta al tipo di caccia che svolge. Naso costantemente a terra, zampe corte che gli permettono di insinuarsi tra la fitta vegetazione, coda alta con punta bianca per non perderlo di vista, voce profonda e armoniosa per segnalare con diverse tonalita’ quanto e’ vicina la preda e orecchie lunghe per catturare gli effluvi a mo’ di imbuto. Anche il suo carattere nasce dall’esigenza della vita in muta. Sempre giocoso e tollerante con gli altri animali, non di rado anche con quelli dello stesso sesso, vive letteralmente per avere compagnia. Si sapra’ adattare alla vita da “single”, ma la sua felicita’ completa l’avra’ raggiunta in presenza di un altro animale, se non piu’ di uno.
    Totalmente privo di aggressivita’, non ha doti di guardiano. Sarebbe affettuoso anche con i ladri, perche’ ripone la sua totale fiducia in chiunque. E’ un cane dall’allegria e dalla dolcezza contagiosa, senza essere troppo vivace o distruttivo. Stupisce e fa sorridere ogni sua mossa o espressione, suscitando grande simpatia. E’ divertente osservarlo mentre fa qualunque cosa per dimostrarsi il giullare di corte o mentre russa beato e ozioso sul divano in posizioni buffe e improbabili...per la sua caparbieta’ sarebbe bene non cedere agli sguardi supplichevoli aiutati dall’espressione “triste”. Sa approfittare di ogni concessione ed elargire sguardi offesi ai quali non si puo’ resistere, quando non riceve attenzioni o cio’ che desidera.
    Non e’ sordo al richiamo, ma non scatta sicuramente al primo. Quando gli si chiede qualcosa, spesso bisogna fargli credere di aver esaudito una sua richiesta e non una nostra. Se si sapra’ prenderlo per il verso giusto, sara’ un ottimo compagno educato, perche’ l’intelligenza non e’ certo una dote di cui fa difetto. Se si cedera’ ad ogni suo sguardo, diventera’ un adorabile ed insostituibile viziato.





    ...la storia...



    Non si hanno molte informazioni sull’origine remota del bassethound: è probabile che derivi dal Basset artèsien Normand in seguito ad incroci con il Boodhound, da cui avrebbe ereditato la forma della testa e l’olfatto davvero eccezionale. I primi soggetti vennero allevati nel tardo Cinquecento ed erano già molto simili a quelli odierni, anche se di taglia inferiore.Ne parlò addirittura William Shakespeare, descrivendolo così:”cani da corsa, dalla molle pelle sotto il collo e dal color sabbia, con le loro teste dalle orecchie pendenti che raccolgono la rugiada del mattino, le ginocchia storte e il ventre raso terra…” (“Sogno di una notte di mezza estate”, 1598)
    Furono gli americani a farne un cane da compagnia e non più un cacciatore, com’era alle origini: ma dopo un lungo periodo in cui gli USA ebbero anche la paternità della razza l’Inghilterra decise di adottarla, e dal 1987 l’FCI riconosce lo Standard inglese.
    In Italia il Bassethound arrivò nel 1958 quando il duca Luigi di Grazzano Visconti importò dall’Inghilterra Kelperland Artist (detto Tommaso) nato nel 1957 da Ch. Rossingam Badger e da Rossingam Amouros. Luigi di Grazzano Visconti, con l’affisso «Del Biscione», fu il primo allevatore italiano della razza e Tommaso fu il primo campione italiano di bellezza (1961). Nel 1960 l’allevamento Del Biscione importò anche una femmina e da questi due soggetti nacque la prima cucciolata di Bassethound registrata in Italia.




    .....un cane "divo".....



    In America lo spot che lo ha reso più celebre è stato quello del marchio Hush puppies per le calzature: il bassethound Jason è diventato in breve tempo la mascotte e il portafortuna di questa originale campagna pubblicitaria....Oppure il mitico tenente Colombo a cui non gli si poteva affiancare altro cane che lui: un basset che aveva la stessa aria stordita del padrone e il cui nome era semplicememte “cane” perchè l’investigatore non era riuscito a trovarne un altro più carino!!! Da fidato amico e aiutante dal fiuto infallibile di Sherlock Holmes a cartone animato Disney in “Gli aristogatti”, quando occorreva un cane particolare, dall’aspetto bonario e sornione si è sempre pensato a lui però, non si è “limitato” alla sola pubblicità, è andato ben oltre!
    Il bassethound è un cane talmente spettacolare che già dal 1963 il disegnatore Alex Graham ne volle fare un fumetto.
    Oggi le avventure di Fred sono prodotte dai successori di Graham. E così il nostro protagonista è comparso su cartoline, magliette, spille e moltri altri gadgets e persino, udite udite, in televisione! Non poteva del resto essere diversamente visto che Fred è un bassethound sia nel corpo che nello spirito: riflessivo, enuncia massime di sorprendente saggezza, mentre se ne sta tranquillamente sdraiato ad osservare da lontano la vita di noi poveri umani!



    Ha umido il naso il grosso bassotto, e lunga la coda:
    che agita a caso di sopra e di sotto, a volte l’annoda.
    Se corre sculetta, se mangia divora, s’ha fame contesta.
    La sera m’aspetta: qualunque sia l’ora è sempre una festa.
    Mi colma di gioia con morbido affetto: è un cane da amare!
    Mi caccia la noia: fa anche un dispetto per farsi notare.
    Cascante ha l’orecchio, ha l’occhio implorante, bavoso il musetto.
    È un giovane vecchio, é un nano gigante: é un vero diletto!
    (Giuseppe Abbamonte)





    LA TAVERNA DELL’ISOLA


    (Antonio - Ispa)



    Maggio
    « Viva maggio, mese d'oro! »
    Canta il coro
    degli uccelli
    pazzerelli
    sulle gronde
    tra le fronde;
    « Viva maggio, mese d'oro! »
    « Viva maggio, mese bello! »
    Canta il bimbo
    ridarello,
    con le rose più odorose,
    le ciliegie
    saporose...
    « Viva maggio, mese bello!»





    LA SERA SULLL’ISOLA


    Quattro chiacchiere in allegria


    Parliamo spesso della nostra Isola Felice dscrivendola come una grande famiglia, come il luogo di ritrovo sereno di tanti amici. Allora volevamo rendere noto a tutti che tutte le sere, dopo le 20,30 ci riuniamo in questo luogo per trascorrere in serenità e divertimento le nostre serate. Approfittiamo allora del nostro giornale per informanre tutti dell’argomento con cui ci divertiremo la sera.. vi aspettiamo tutti tutti tutti e, se avete argomenti da proporre per la sera, mandate un mp a Lussy ...

    STASERA PARLEREMO DI ...



    ... Sulle ali della fantasia ...



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    (La redazione)



    GIORNALI E RICORDI ......


    Iniziamo oggi una rubrica nuova ... pagine di giornale dal passato, come immagini, diapositive che fermano per un attimo il tempo e ci proiettano in quelle atmosfere, nelle dinamiche di quei giorni, di quei tempi ... un tuffo nel passato, vissuto attraverso le pagine e i racconti di giornali di quell'epoca ...

    (La redazione)


    LA DOMENICA DEL CORRIERE




    La Domenica del Corriere, nato come inserto domenicale del Corriere della Sera, nel 1899, era recapitato in omaggio agli abbonati del quotidiano ma anche venduto separatamente in edicola al prezzo iniziale di 20 centesimi...
    Fortemente voluto e potenziato dal direttore del Corriere Luigi Albertini, si avvaleva per le sue copertine di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, a cui era affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana...A differenza dei quotidiani dell'epoca, la Domenica del Corriere dava ampio spazio alle fotografie e ai disegni, e questo fu uno dei motivi del suo successo...Nel corso degli anni Venti e Trenta, la Domenica del Corriere divenne uno dei principali strumenti d'informazione di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. Sulle pagine della Domenica del Corriere trovavano una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, da Luigi Barzini ad Indro Montanelli...Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, l'avvento della televisione portò la testata ad una graduale ma inarrestabile crisi sino alla definitiva chiusura nel 1989...Oggi le copie del settimanale, con le copertine di Achille Beltrame prima e di Walter Molino poi, sono ricercate da migliaia di collezionisti che fanno della Domenica del Corriere il settimanale in assoluto più collezionato in Italia.



    Data di pubblicazione: 09/03/1958 | numero: 10 | anno: 1958

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    Autore: Walter Molino
    Argomento: Attentati e Terrorismo
    Soggetto: Auto
    Luoghi: America Latina - Cuba


    Didascalia: Sensazionale avventura di Fangio. All'Avana, dove si trovava per partecipare al Gran Premio automobilistico, il popolarissimo asso del volante è stato rapito da ribelli armati i quali volevano sabotare la corsa e dimostrare al governo di Fulgencio Batista che essi erano i veri padroni della situazione. Juan Manuel Fangio è stato trattato con ogni riguardo e potè assistere alla trasmissione televisiva della gara fino al momento in cui avvenne l'incidente che si concluse con la morte di sei persone. Solo verso sera Fangio fu lasciato libero nei pressi dell'Ambasciata argentina.


     
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    Claudio ...Gabry...Mela...Gina...Lussy...Raffaele...

    A tutti gli amici che seguiranno..
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    Como, bimbo di 5 anni muore in strada
    Il piccolo forse è stato investito mentre inseguiva il pallone


    Fonte Tgcom....

    - Un bambino di 5 anni, Ylias Achab, è morto all'ospedale di Lecco dopo essere stato trovato ferito gravemente sul ciglio della strada statale a Nesso, sul lago di Como. Poco lontano c'era la sua palla. E' probabile che il piccolo abbia attraversato la strada per inseguirla e sia stato investito. Non si esclude che sia precipitato dall'alto: proprio sopra il luogo del ritrovamento c'è una strada che sale verso la sua abitazione.

    Il piccolo è stato notato da una pattuglia della polizia locale che ha chiamato i soccorsi e rintracciato i genitori. Le condizioni di Ylias Achab, figlio di una coppia marocchina, erano subito apparse gravissime, tanto da rendere necessario il trasporto in elicottero a Lecco.

    La dinamica dei fatti è ancora da chiarire ma le ipotesi preponderanti per ora sono due: che il bimbo sia stato investito mentre attraversava la strada rincorrendo il pallone; oppure che il piccolo Ylias, sempre nel tentativo di inseguire il pallone, sia precipitato sulla carreggiata dall'alto, dalla strada che sale verso la sua abitazione, dopo un volo di circa sei-sette metri.

    Le ferite sul corpo del bambino fanno invece pensare a un veicolo pirata. Tuttavia sulla strada non vi sono segni che facciano risalire ad un impatto (tracce di frenata o frammenti di carrozzeria) e al relativo responsabile.

    La famiglia del bimbo è conosciuta in paese: il padre, che fa l'operaio, vive qui da una ventina d'anni.
     
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    BUONA GIORNATA TUTTI
     
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    buona giornata a tutti...
    un abbraccio... :1289647678.gif:
     
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    Morte al Giro ma la corsa non si fermerà
    "I suoi compagni insieme al traguardo"



    "Il Giro rispetta la volontà e le intenzioni dei corridori" ha spiegato il direttore della competizione
    La corsa va avanti, nonostante abbia perso uno dei suoi partecipanti. Angelo Zomegnan spiega cosa accadrà oggi: "Dopo un minuto di raccoglimento ai blocchi di partenza, ci sarà la fanfara dei bersaglieri che modulerà il silenzio, poi i ragazzi si metteranno in bicicletta e tutti andranno verso l'ospedale Gaslini per regalare tre minuti ai bambini che soffrono


    e..difronte a queste tragedie.sono senza parole.... :36_1_9.gif:
     
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    Felice giornata a tutti, un abbraccio.

    Matrimonio terminatorato

    Terminetor è di nuovo in piazza. Dopo venticinque anni di matrimonio, una delle coppie più longeve di Hollywood si lascia: Arnold Schwarzenegger e la moglie Maria Shriver hanno deciso di separarsi "amichevolente" . Ad allontanarli, sarebbe stato "un periodo di grande transizione e personale e professionale" che entrambi attraversano. Lo hanno annunciato con un cominicato congiunto in cui i due - sposati dal 1986 e con quattro figli - spiegano poi che, nonostante la separazione, "continueranno a lavorare sul futuro del loro matrimonio".



    LA SEPARAZIONE - Dopo aver molto "pensato, riflettuto, dibattuto e pregato", la coppia ha deciso di vivere separata. Maria Shriver ha infatti lasciato la loro casa californiana. "È stato un periodo di grande transizione e personale e professionale per noi", hanno affermato, ma al momento preferiscono non divorziare. Schwarzenegger ha concluso il proprio mandato da governatore della California in gennaio. La moglie, figlia di una sorella di John Fitzgerald Kennedy, è stata una nota anchorwoman della Nbc.


    fonte Libero



     
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    image A TUTTI.......








    Bimbo travolto da un'auto e ucciso mentre giocava in strada, si costituisce una donna
    Como, il piccolo investito mentre rincorreva un pallone



    FOTO DAL WEB

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    12:31 - Ha un responsabile la tragedia di ieri a Nesso, paesino sul Lago di Como. Una donna si è infatti costituita dai

    carabinieri per aver travolto e ucciso con la propria auto Ylias Achab, cinque anni, figlio di una coppia di marocchini. Il bimbo

    è stato investito mentre probabilmente attraversava la strada per recuperare il pallone con il quale stava giocando. La donna,

    dopo aver travolto il piccolo, era scappata a bordo della sua vettura
     
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    Ciao ragazzi!!!
     
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    ciao..Austo...ciao giuly..ciao liaaaa!!!!..... :36_1_47.gif: ben tornati amici....

    Bandiere blu, 233 spiagge promosse



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    Liguria si conferma la regina, sale la Sardegna

    11:58 - Quest'anno sono 233, due in più rispetto al 2010, le spiagge promosse con la Bandiera blu, simbolo di qualità per le acque pulite, i servizi e il rispetto dell'ambiente. La Liguria, con 17 località, si conferma la regina delle spiagge, seguita da Marche e Toscana con 16 e dall'Abruzzo con 14 bandiere. A quota 12, invece, la Campania, e a 9 l'Emilia Romagna, mentre la Puglia mantiene le sue 8 località.
    Nessuna novità per il Veneto (6 vessilli), mentre il Lazio scende a quota 4, e viene superato sia dalla Sicilia, che arriva a 6, sia dalla Calabria che sale a 5. La Sardegna che ha ottenuto la bandiera per tutte e 5 le località candidate. Friuli Venezia Giulia e Piemonte riconfermano le 2 dell'anno scorso, per finire con Molise e Basilicata, con 1 sola Bandiera Blu.

    In questa edizione entra una località della Lombardia sul Lago di Garda, Gardone Riviera. "Le amministrazioni che non si orientano nella direzione di un turismo sostenibile nelle proprie località - ha dichiarato il presidente di Fee Italia, Claudio Mazza - si precludono la possibilità di sviluppare turismo di qualità in futuro".
     
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    Ciao Augusto ciao Lia...Ciao Lussy.... :0048.gif: :weather25.gif: :1289647678.gif:

    sono di passaggio devo uscire buon proseguimento...









     
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    ciao Lussy...Giuly...Silvana...Lia...Augusto Buon pomeriggio

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    Annuncia piano milionario... ma il manager dell'Fmi ha la scarpa bucata /FOTO



    ultimo aggiornamento: 10 maggio, ore 13:09
    Roma, 10 mag. (Ign) - Piccolo incidente di percorso per un boss del Fondo monetario internazionale.
    Proprio nel corso dell'annuncio di una nuova tranche del prestito da 20 miliardi di euro diretto alla Romania, il capo missione mostrava involontariamente ai presenti quello che pare essere, ironicamente, un buco nella suola della scarpa (FOTO IBERPRESS).



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    EMBLEMATICO PER MOLTE SITUAZIONI.................
     
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    ciao..Arcaaaaaaaaa..... :emoticons-al-lavoro-06.gif: :weather25.gif: :RUBBINO499.gif: ........
     
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