GRECIA

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  1. gheagabry
     
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    La vita è un'isola in un oceano di solitudine: le sue scogliere sono le speranze, i suoi alberi sono i sogni, i suoi fiori sono la vita solitaria, i suoi ruscelli sono la sete. La vostra vita, uomini, miei simili, è un'isola, distaccata da ogni altra isola e regione. Non importa quante siano le navi che lasciano le vostre spiagge per altri climi, non importa quante siano le flotte che toccano le vostre coste: rimanete isole..........
    - Kahlil Gibran -


    L'isola di SANTORINI




    "C'è un luogo, un luogo solo al mondo che racchiuda in sè il sapore del mare e del sole, dell'antichità e del moderno, del bianco e dell'azzurro, del mistero e del mito? E' un'isoletta, non troppo grande.
    Si trova in un Paese che già di per sé è sinonimo di storia, di miti, di mistero: la Grecia. Più precisamente nel mar Egeo è incastonata questa perla nera, appartenente al'arcipelago delle Cicladi.
    E' bella Santorini, di una bellezza fisica, sconvolgente. E' bella di luci e di colori, di case bianche da far male agli occhi e azzurri di mare e di cielo, di piccole stradine e di silenzio. E' bella di mare, scuro quasi nero, bella di luce riflessa, bella di cielo. Bella di sapori antichi e di nuove emozioni, di silenzi e di stradine scoscese..Bella per guardare il mare, perdere lo sguardo e sentire il peso della storia in sé.
    Richiama il dolore, Santorini, perchè la sua bellezza nasce da un terremoto di portata enorme, sentito sin nella lontana Creta, siamo circa 1600 a. C., in piena civiltà minoica. Ma dalla distruzione può nascere una nuova speranza, una nuova vita, una nuova bellezza. E' mistero, Santorini, e mito, si credeva fosse qui la mitica Atlandide... E la fantasia non può che scorrere veloce... tra passato e presente."
    (Anthia, dal web)





    Isola vulcanica greca dell'Egeo appartenente alle Isole Cicladi, emersa in età preistorica, costituisce l'orlo orientale di un antico cratere invaso dal mare nel II millennio a.C. a seguito di un'eruzione Santorini è una delle isole più magiche .. si presenta a forma di ferro di cavallo: il lato interno è una ripa discoscesa alta oltre 400 metri , l'altro discende dolcemente verso oriente fino al mare, dando vita a numerose spiagge. Si tratta di una arida e rocciosa isola di fronte ad un vulcano, con spiagge rosse e nere e le città situate sulle alte scogliere che offrono panorami mozzafiato e fantastici tramonti. Santorini è una drammatica bellezza al contrario di isole verdi e lussureggianti. Il vulcano è ancora attivo, e l'ultima eruzione è stata nel 1950, che provocò un terremoto che distrusse molti villaggi sull'isola. Il nome ufficiale dell’isola è Thira e la sua città principale, Fira, è anche la capitale delle isole Cicladi.



    ........la storia........



    Nell’antichità l’isola di Santorini era chiamata ‘Stroghili’che significa in greco ‘rotonda’. Quando arrivarono i Fenici la chiamarono Kallisti ( "la migliore") ed infine ha preso il nome di Thira, dopo il suo primo governatore. Theras era il figlio dell’eroe tebano Autesiona che era un discendente di Cadmo. Egli è stato il vicere’ di Sparta...... I Romani in origine utilizzarono l'isola per gli esuli, ma in seguito contribuirono alla edificazione dell'isola....La cristianizzazione di Santorini ha avuto luogo tra il 2 ° e il 5 ° secolo. L'isola fu spesso saccheggiata e anche devastata dai pirati e nel 1204 fu conquistata dai Veneziani. Questo accadeva quando l'isola ha assunto il suo attuale nome. La santa protettrice dell’isola era Ag Irini (St Irene), e i navigatori stranieri la chiamavano St Irini, da cui Santorini.
    L'isola fu distrutta dai Veneziani nel 1354, e un’altra volta nel 1397, questa volta conquistata dai Turchi. Nel 1821 Santorini uni’ le sue forze con i rivoluzionari greci e insieme liberarono l'isola dalla dominazione turca.




    ............Atlantide?



    Un'affascinante teoria "dimostrata", localizza Atlantide nel Mediterraneo orientale, più precisamente nell'arcipelago delle Cicladi, in un'area occupata oggi dall'isola nota come Santorini. Che Santorini fosse tutto ciò che rimaneva di un'isola molto piu' vasta, distrutta da una catastrofica esplosione, si sapeva da tempo: era noto che dall'antica Thera erano stati eruttati ben 18 Km cubi di magma e che la sua esplosione non lasciò che uno spezzone di roccia annerita. Solo negli anni Settanta il metodo del radiocarbonio ha permesso di datare, con un margine di errore ridotto, un trono rinvenuto sepolto nella cenere vulcanica: l'eruzione doveva essere avvenuta intorno al 1456 a.C. Questa data collimava con un'ipotesi elaborata qualche anno prima da un geologo greco Angelo Galanopulos il quale, analizzando alcuni episodi della Bibbia (i "tre giorni di buio", i terremoti, la divisione delle acque del Mar Rosso), concluse che in quell'anno un'esplosione vulcanica doveva aver interessato il Mediterraneo orientale. Inoltre, leggendo le numerose trascrizioni dei testi platoniani, il geologo affermo' che si era verificato un errore che aveva moltiplicato per dieci le cifre originariamente riportate: Atlantide finiva per identificarsi con Thera e, leggendo 900 invece di 9000 anni anche il periodo della scomparsa di Atlantide coincideva con l'eruzione che distrusse Santorini.



    Dopo accurati studi, nel 1973 la geologa Dorothy Vitaliano sottolineò come la topografia di Atlantide descritta da Platone si adattasse a quella che doveva essere Thera, come rinvenibile da un affresco trovato negli scavi di Akrotiri a Santorini: l'ipotesi convincente è quella della distruzione di Thera, base navale dell'impero minoico, e di conseguenti maremoti che avrebbero fatto scomparire gradualmente quella civiltà e la sua supremazia nel Mediterraneo con la conseguente ascesa di Micene. Tale evento vulcanico avrebbe dato origine insieme al mito di Giasone e del Minotauro, alle narrazioni di Platone e a quelle della Bibbia. Tuttavia la dinamica dell'eruzione a Thera, come documentato dagli scavi, escluderebbe la repentinità del cataclisma tramandata da Platone. Nelle case portate alla luce ad Akrotiri non vi sono resti umani, nessun gioiello, nessun oggetto prezioso, come se gli abitanti avessero avuto tutto il tempo di raccogliere i propri beni e fuggire. Utensili e scorte di viveri sono stati trovati negli scantinati delle case, forse messi lì per proteggerli dalle scosse: cosa che fa pensare ad una certa dimistichezza degli abitanti coi terremoti. Probabilmente l'eruzione è stata progressiva e caratterizzata da numerose scosse per alcune settimane, che spinsero la popolazione ad abbandonare l'isola, in una prima fase, per poi tornarvici. Infatti gli scavi evidenziano come la popolazione avesse iniziato a riparare i danni subiti e a riprendere la vita di sempre: una via riaperta, macerie raccolte in ordinati cumuli, la cornice di una finestra ingrandita per ricavarne una porta, un focolare improvvisato in una casa, la vasca per le abluzioni trascinata sin sul tetto, forse per raccogliere l'acqua piovana ... L'opera di ricostruzione dovette, però, interrompersi a seguito della ripresa dell'attività vulcanica che portò la popolazione ad abbandonare per sempre Thera e dirigersi verso Creta. Fu a questo punto che iniziò la fase parossistica dell'eruzione con una sequenza impressionante di fenomeni che produssero, dapprima, una pioggia di pomici, poi piovvero massi più rossi ed infine la caratteristica pomice rosa che ha reso celebre l'isola. Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali compressi e di gas surriscaldati raggiunse la stratosfera ad una velocità di 2000 Km orari facendo udire i suoi boati dall'Africa alla Scandinavia, dal Golfo persico a Gibilterra. Le ceneri furono sparse per molti chilometri e trasformarono il giorno nella notte piu' cupa e alterarono, probabilmente, albe, tramonti e condizioni meteorologiche. La violenta esplosione di magma aveva svuotato il gigantesco bacino magmatico sottostante l'isola, provocando il crollo dell'edificio vulcanico; miliardi di metri cubi d'acqua si precipitarono nell'abisso incandescente: la repentina vaporizzazione dell'acqua deve aver scatenato una serie di esplosioni titaniche che hanno scardinato ciò che restava dell'isola, sollevando immense ondate alte fino a 60 metri che si schiantarono sulle coste di Creta e dell'Egitto. Fu questa la fine di Atlantide? Sicuramente lo fu di Santorini e della sua civiltà. Quel che è vero, è che il mistero dell'esistenza di un'isola scomparsa affascinerà sempre l'umanità e sempre si cercherà di identificarla in qualche luogo. Possiamo solo far nostre le parole di un celebre scrittore:

    "E' bene che Atlantide resti un mistero.
    E' giusto che l'uomo, guardando l'oceano, si inquieti pensando ad un lontano e imperscrutabile regno inghiottito in un giorno e in una notte dalle acque e dal fuoco; all'orgoglioso sogno di un'eternità infranta dal risveglio della Natura. Le civiltà nascono, crescono ed, infine, muoiono. Prepariamoci a questo.....Atlantide non è mai esistita! E' in ogni luogo."

    - dal web -





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  2. tomiva57
     
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  3. gheagabry
     
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    .....è celebrata da Omero, famoso poeta.....



    L'isola di CRETA





    Con una densità di 75 chilometri quadrati e un'area di oltre 8.000 chilometri quadrati, rappresenta per grandezza la quinta isola del Mediterraneo e la più grande della Grecia; è il punto più meridionale di questa Nazione e si estende per circa 260 Km..Si divide in tre zone: Creta Occidentale, Orientale e Centrale. La prima è quella meno montuosa poiché maggiormente pianeggiante in cui si elevano le Montagne Bianche e si trovano gole profonde tra cui quelle di Samaria, lunghe 18 km, le più estese d'Europa. Si passa da passaggi molto stretti (anche due metri di larghezza) a scorci caratteristici sulla distesa del Mar Mediterraneo. La parte orientale della città è arida e cosparsa di ulivi; la attraversa una montagna denominata Thripti.Il centro, invece, accoglie tra i più rinomati siti archeologici oltre al capoluogo Heraklion e la pianura di Mesata in cui si coltivano olive e arance.
    Il nome trae le proprie origini dalla notevole presenza di creta nel paese, utilizzata al fine di costruire vasi e utensili.

    Nel passato correva voce che il grande Giove, signore dell' antico pantheon greco, nato nel "Dikteon Antron" vissuto sul monte Idis, morì e fu sepolto nel suo paese nativo a Creta. Fedele a Giove, il poeta degli anni ellenici Kallimachos di Alessandria gli dedicò un inno in cui si combatte vigorosamente a suo parete questa tradizione
    " O padre... i cretesi erano sempre bugiardi. Perché perfino nella tomba , o Re, i Cretesi ti hanno sepolto. Tu però non sei morto, sei eterno"
    In realtà i cretesi dicevano bugie. Di sicuro avevano buoni motivi per volere la morte del grande dio. Motivi che nessun altro poteva capire. Però un dio che viene identificato con la natura è un dio che muore ogni anno e rinasce ogni anno più forte, insieme con la nuova vegetazione, ogni primavera…cosi anche Giove.
    In realtà non è mai morto. Creatura di Creta muore e risorge, vive e regna. È comprensivo come quello che si armonizza con la natura e vive con il suo ritmo non può fare altro che rispettarla, amarla e accettare tutte le sue creature.





    ....la storia....



    La storia dell'isola di Creta è segnata dalla presenza della prima civiltà evoluta di tutta Europa, ossia quella minoica che, nata intorno al 2800 a.C., durò fino al 1450. I Minoici, giunti dal Nord Africa o dal Medio Oriente, fecero conoscere agli abitanti l'utilizzo delle tecniche di lavorazione dei metalli tra cui in particolare il bronzo; ciò permise loro la costruzione di imponenti navi, che consentirono l'espansione del commercio anche in territori lontani, e di palazzi. Il termine 'minoico' deriva da Minosse, re di Creta, che secondo la mitologia greca era figlio di Zeus e di Europa.
    Dopo il periodo minoico, seguì l'egemonia dorica, achea e araba. Gli Arabi la occuparono tra il 824 e il 926 a.C, anno in cui giunsero i Veneziani, poi i Turchi dell'Impero Romano. Creta ritornò a far parte della Grecia dopo la prima guerra dei Balcani , mentre venne presa dai Tedeschi durante il secondo conflitto mondiale per poi tornare definitivamente dominio greco nel 1945.





    .....mitologia.....



    Uno dei principali personaggi della mitologia di creta viene individuato in Zeus, figlio di Saturno e Rea. Una profezia avvisò Saturno che un giorno uno dei suoi figli lo avrebbe destituito dal trono, per questo motivo mangiò tutti i figli che Rea partorì. Ma quando nacque il padre degli Dei e di tutti gli uomini Zeus, Rea in accordo con i suoi genitori consegnò a Saturno una pietra avvolta in alcuni panni di neonato, che il padre ingoiò pensando fosse suo figlio. Di conseguenza Zeus venne mantenuto nascosto in una grotta dell' Isola di Creta, allevato con latte di capra Amantea mentre i Cureti battevano i loro scudi di bronzo per occultare il pianto del bambino. Raggiunta la maggiore età Zeus sconfisse Saturno e con l'unione alla principessa Europa nacque il popolo cretese.....Secondo la tradizione e la mitologia, tre furono i figli di Zues; Minosse, Radamante e Serpedone. Quando Europa sposò Asterione, Minosse ereditò il trono prendendo in moglie Parsifae figlia del Sole e di Creta. Dalla loro unione nacquero diversi figli tra cui la famosa Arianna. In quei tempi giunse a Creta lo scultore e architetto Dedalo, che costruì nei sotteranei del palazzo di Cnosso il labirinto dove Minosse imprigionava i suoi prigionieri e il Minotauro. Un giorno ad Atene durante le gare Panateniesi, venne ucciso Androgeo, figlio di Minosse. Per vendicare la sua morte Minosse dichiarò guerra ad Atene, vincendo. Come tributo di guerra pretese di avere ogni anno sette giovani maschi e sette giovani femmine da dare in pasto al Minotauro. Per evitare questi sacrifici, Teseo, figlio di Egeo, partì alla volta di Creta con una nave che per accordi presi con il padre al ritorno doveva avere vele bianche nel caso l'impresa avesse avuto esito felice.....Teseo si innamorò di Arianna che gli diede una spada per combattere il Minotauro e un gomitolo lana per non perdersi nel labirinto. Dopo un terribile combattimento vinse Teseo e in tutta fretta con Arianna ripartì per Atene. Dimenticò però di sostituire le vele come aveva accordato con il padre Egeo, il quale alla vista della nave in preda alla disperazione credendo il peggio si gettò nelle acque che ancor oggi portano il suo nome.





    ........Chianià ..fra gole, grotte e spiagge............



    Se si dovesse caratterizzare la regione di Chanià si potrebbe denominare la "regione delle gole", poiché decine di gole attraversano la sua catena montuosa...Senza dubbi la più importante e famosa gola e' quella di Samarià, che ha una lunghezza di 16 Km e una larghezza che va da 3,5 a 150 m. con pareti verticali che raggiungono in molti punti l' altezza di 500 m.
    È un parco nazionale e al suo interno si possono vedere esempi di rara flora cretese, dai cipressi e pini, al dittamo e a fiori selvaggi, ambiente naturale della capra cretese. Sensazionali sono le pieghe e le rocce tettoniche delle placche calcaree che si distinguono sulle pareti.
    La gola di Aghia Irini a Selino ha una lunghezza di 7,5 km, nei punti più stretti arriva a 10 m, mentre le pareti verticali raggiungono i 500 m di altezza. La caratteristica principale è la ricca vegetazione. La gola di Imbru a Sfakià, è una delle più aggressive, strette e profonde gole di Creta...ha una lunghezza di 7 m e una larghezza che in alcuni punti è di 2 m. Le pareti verticali sono alte 300m. e in alcuni punti ad una altezza di 30-40 m. si avvicinano lasciando un apertura di 2-3 m. dando l' impressione che si tratti di una galleria.
    La gola di Topolia è imponente e selvaggia, singolare per il suo eco. Nel suo interno vi sono molte grotte. Vi sono tante altre gole, non molto conosciute ma ugualmente belle e selvagge come quella di Tripitis, di Kladu e di Eligia; intorno a Samarià quella di Aradena, di Katrè di Asfendu, di Aghios Nektarios e di Kallikrati a Sfakià, di Theriso vicino a Chanià ( l' unica gola che si attraversa con la macchina), di Rokkas e di Polirrinias a Kisamos, di Borianon a Karanu e di Dittamo a Keramià, l'unica gola con direzione occidente- oriente.
    Se il numero delle gole non sembrasse sufficiente a caratterizzare la regione di Chanià, essa potrebbe essere denominata "la regione delle grotte", perché ne ha più di 1500, terrestri e marine. Alcune delle più importanti sono: la grotta degli elefanti con ingresso sottomarino ed esplorata solo in parte che si trova nei pressi di Plaka Apokorona. Oltre alle sensazionali stalattiti di colore rosso e bianco, è conosciuta a livello mondiale per il ritrovamento in essa di quattro esemplari del elefante solitario (Elephas chaniensis) e di molti Sfakià, vicino al villaggio di Asfentos, presenta grande interesse storico poiché nasconde nelle sue viscere antiche sculture murali. La grotta-voragine di Zanì ad Omalos lunga 2500 m. Il complesso di voragini dei monti bianchi ( Lefka Ori ), con il baratro di Gurguthakas, con profondità verticale di 1208 m., il più grande dei Balcani con al suo interno sorgenti, cascate e fiumi.
    La grotta dell' Orso o della Madonna Arkudiotissas, a piccola distanza dal monastero Guverneto ad Akrotiri, con stalagmite che assomiglia ad un orso. Con la vasca dell' acqua benedetta prodotto da gocciolamento e la piccola chiesa dedicata alla Candelora. La grotta di San Giovanni l' Eremita nel monastero cattolico del Guverneto quella di Santa Sofia a Topolia, con l' omonima chiesa, una grande grotta con altezza voltare di 20 m. e diametro 70 m. con superficie coperta in gran parte da stalagmiti. La grotta di San Giovanni l' eremita a Kisamos , con l' omonima chiesa, di grandi dimensioni e con lo stalattite e l' stalagmite miracolosi. La grotta del Diavolo sulla parete della gola di Samarià sul Ghighilo e altre piccole grotte come Scurachladas a keramià, di Samonà, di Kurnà di Melidoni ecc.
    La regione di Chanià, rivolta verso il mare, offre 350 km di coste, tranquille spiagge vergini oppure spiagge organizzate. La spiaggia di Nea Chora, Chrisi Akti', di Aghion Apostolon, di Aghia Marina, di Platanias, di Gerani, di Maleme, di Almirida, di Gheorghiupoli e di Kavros....Falasarna, spiaggia lunga 3 km, con sabbia sottile la quale nel 2002 fu votata come la migliore spiaggia d' Europa. Attraverso un piccolo percorso a piedi si può visitare l' antico porto....Elafonissi, un' isoletta alta 20 m. unita alla costa per mezzo di un percorso sommerso profondo 0,60-0,70 m e lungo 800 m detto Passaggio.
    Sull' isoletta si trova la tomba comune dell' equipaggio austriaco della nave Imperatrice affondata nel 1907. Nel vicino Kedrodasos dove si può godere il connubio costa sabbiosa e bosco di cedri. Sughia con spiaggia sassosa, grotte costiere e acque cristalline.
    Balos, con la laguna esotica, sabbia bianca sottile, acque verdi non profonde e il Tigani, piccola isoletta-promontorio....la fortezza veneziana dell' isola di Gramvusa. Sulla piccola spiaggia sassosa di Menies, vicino alla zona archeologica di Diktinneu... Infine un' altra zona considerata di bellezza naturale unica e particolare e' Madara: le cime sterili e nude dei monti bianchi...si trova ad un' altitudine di 2000 m ..È un paesaggio lunare con vegetazione a cespuglio, molti fiori selvaggi e un panorama che mozza il fiato....... il lago di Kurnà, l' unico dell' isola , affianca l' omonimo paese e si trova ai confini di Rethimno, a 20m dalla superficie del mare. Ha una circonferenza di 3,5 km. e una profondità massima di 23 m. Agnocasta e Mirsinies, le montagne che lo circondano, coronano il lago e si specchiano nelle acque calme creando un' immagine magica che aumenta il senso della profondità. Su questo fenomeno è basato il mito per cui si dice che il lago non ha fondo.





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  4. gheagabry
     
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    METEORE, Grecia



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    meteora


    Le meteore da scoprire


    Tra le montagne del Pindo e degli Hassia, dove la calma e fertile pianura della Tessaglia confina con le prime alture di queste montagne della Grecia centrale, sono situate le Meteore.

    Delle enormi rocce di colore scuro si innalzano all'estremità della pianura tessalica, creando un quadro grandioso e selvaggio, che fa pensare a combattimenti di mitici giganti

    foto16

    E' uno spettacolo inimmaginabile, tanto è imponente per la sua grandezza e le sue forme. Il visitatore che guarda questi elementi di pietra si sente investire da strani sentimenti, misti di timore ed ammirazione, e dalla netta impressione della vanità dell'esistenza umana in mezzo all'Universo infinito.

    Le Meteore fanno nascere nel visitatore sentimenti di timore e venerazione: sembra aleggiare nel paesaggio qualcosa della lotta intima dell'anima di un asceta, con i suoi momenti di sconforto, ma anche di sublime elevazione spirituale. I monasteri di Varlaam (in basso a destra), della Trasfigurazione (in alto) e di S. Nicola Anapafsa (a sinistra) sembrano i fedeli guardiani della tradizione cristiana, tre sopravvivenze di un modo di vita monastica che raggiunse il suo apogeo nelle Meteore 500 anni fa.

    Non esistono leggende sulle Meteore e la mitologia non si è occupata di questo fenomeno straordinario. La loro.esistenza si perde nella notte dei tempi, ma solo nell'ultimo millennio gli storici hanno cominciato ad occuparsene.


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    Questo imponente fenomeno geologico, unico al mondo, è stato studiato a più riprese da geologi greci e stranieri, senza tuttavia che essi siano potuti arrivare ad una conclusione concorde per quanto riguarda l'origine di queste rocce giganti. Sembra che la teoria più vicina alla realtà sia quella del geologo tedesco Philipson, venuto in Grecia verso la fine del secolo scorso. A suo avviso queste enormi masse di roccia sono state create da un conoide di deiezione, cioè dai detriti (ciottoli fluviali e pietre calcaree) depositati da un grande fiume che, milioni di anni fa, si versava in un golfo profondo nel mare che allora copriva la Tessaglia.

    Nel corso delle età geologiche questo deposito si modificò in una massa solida e compatta di conglomerato calcareo che fu quindi sottoposta ad una intensa opera di dilavamento quando le acque si ritirarono attraverso la valle di Tempe nell' attuale Mare Egeo. Più tardi, durante l'era terziaria, si formò il ripiegamento alpino della catena del Pindo, provocando una frattura tra queste rocce e formando tra loro la valle del fiume Peneo.


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    La natura inaccessibile e selvaggia del luogo assicurò agli abitanti, nel corso dei tempi, una valida protezione contro le incursioni degli invasori che a più riprese entrarono in Tessaglia. Queste rocce furono all'inizio un asilo sicuro per gli eremiti e più tardi per i monaci che, rinunciando al mondo, si sentivano più vicini a Dio, tendendo a raggiungere la perfezione della vita cristiana con la carità e le privazioni, nella pace celeste di queste rocce.

    Questi asceti, all'inizio eremiti isolati, pregavano in piccole cappelle che si chiamavano «oratori». In seguito, poco a poco, si unirono a formare delle comunità religiose, per vivere più compiutamente il loro impegno cristiano.

    Non si sa quando le Meteore siano state abitate per la prima volta. Tutte le fonti scritte esistenti risalgono ad epoche in cui la vita monastica era già organizzata. Alcuni bizantinologi sostengono che esistessero dei monaci organizzati in conventi già prima del secondo millennio d.C. Secondo altri il primo asceta fu un certo Barnaba, che nel 950- 970 fondò l'antichissimo convento di S. Spirito. Il monastero della Trasfigurazione fu fondato poco dopo da parte di un monaco cretese, Andronico, intorno all'anno 1020, mentre nel 1160 altri eremiti fondarono il convento di Stagon sulla roccia di Dupiani. Circa 200 anni dopo l'eremita Varlaam fondò il monastero dei Tre le-rarchi e di Tutti i Santi. Ancora più tardi sconosciuti religiosi fondarono altri conventi: S. Trinità, S. Stefano, Presentazione al Tempio, Russanos o Arsanos, S. Giorgio di Mandila, S. Nicola Anapafsa, Vergine di Mecani, Santi Teodori, S. Nicola di Bantova, SS. Apostoli, S. Gregorio, S. Antonio, Pantokrator, Santa Solitudine, S. Giovanni, Battista, Ipsilotera o dei Calligrafi, S. Modesto, Alysis, Apostolo Pietro, S. Demetrio, Callistrato, Arcangeli, S. Giovanni di Bunila.

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    Questa città monastica si organizzò nel corso dei tempi e fu sostenuta con numerosi doni e privilegi da potenti famiglie cristiane. Al culmine della sua prosperità, nel 17° secolo, o-spitò un numero veramente grande di monaci e asceti. Successivamente la sua fortuna declinò e oggi sono ancora in uso solo i monasteri della Trasfigurazione, di Varlaam, di S. Nicola Anapafsa, di Russano, della Santa Trinità, di S. Stefano (e parti di uno o due altri). I resti degli altri conventi una volta esistenti sono completamente spariti.

    I primi asceti scalavano le rocce delle Meteore per mezzo di una serie di impalcature, che venivano sostenute da travi fissate nella roccia. Questa sistemazione (di cui si possono distinguere ancora le tracce) fu rimpiazzata più tardi da lunghissime e vertiginose scale di corda. Quelli che non osavano servirsene venivano tirati su per mezzo di una rete. La salita durava circa mezz'ora: mezz'ora di angoscia e di terrore. Un sudore freddo imperlava la fronte di colui che si accingeva alla salita quando, staccatasi dal suolo, la rete si metteva a girare in cerchio nel vuoto, mentre la corda strideva sul verricello, minacciando da un momento all'altro di mandare il visitatore in fondo all'abisso. Dal 1922 delle scale tagliate nella roccia permettono di accedere al monastero in modo sicuro e facile. La rete è ancora usata per il trasporto degli alimenti e di altri generi di prima necessità.


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    fonte: volipindarici.it



    Edited by tomiva57 - 15/10/2013, 14:39
     
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  5. tomiva57
     
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    Mykonos, mulini a vento in laguna
    Isola greca, 'culla' del divertimento estivo



    da:ansa.it

    Mykonos e’ una delle isole delle Cicladi, a largo della costa a sud di Atene, collegata con l’Italia da voli charter da giugno e per tutta la stagione estiva, al continente greco sia con navi veloci che con traghetti o voli (solo una mezz’ora) locali.

    L’Isola e’ brulla, lunga 14 chilometri circa e larga 11. Le strade sono buone, anche se piccole e poco illuminate; i collegamenti interni sono assicurati con linee di bus per le spiagge che fanno anche la spola per i locali notturni, con taxi e poi con un attivo servizio di noleggio motorini o auto che consentono autonomia di movimento.

    Un’isola in parte selvaggia, dove anche il turismo spinto non ha modificato l’atmosfera di liberta’ e benessere che ci si attende pensando a una vacanza su un’isola greca.

    Ma chi si aspetta di partire e trovare le cosiddette ‘’case dei pescatori’’, spartane e un po’ improvvisate, o un’isola da saccopelisti, si deve ricredere perche’ le stanze in affitto sono tutte curate sia in esterno che negli interni anche se, soprattutto quest’anno i prezzi sono piu’ bassi del 25-30 per cento.

    Tra le spiagge il Tropicana beach, vera e propria industria vacanziera, o la spiaggia Elia’.

    Per i bar, nella zona chiamata Piccola Venezia, per la caratteristica delle case immerse nel mare, da segnalare Caprice, Galleraki, Scarpa, Toro Loco (aperti fino a notte fonda).

    Per i locali notturni, proprio sul mare, Babylon e Jackie’o. Per trovare musica e tradizione greca c’e’ il Thalami bar.

    Per mangiare: al centro Appalusa (mediterraneo e internazionale), Nautilus, Nikos (cibo locale); per chi non rinuncia alla tavola italiana consigliato dagli operatori locali Sale e Pepe anche se i prezzi sono sopra la media. Fuori centro ottima la taverna Andreas-Maria. Mentre una serie di taverne sono piu’ all’interno, in Piazza Ano Mera, accanto al Monastero di Panagia Tiurlianis, e sono tutte consigliate per i prodotti locali. Infine, simbolo dell’isola e’ il pellicano Petros, con la sua compagna Mariolina, che si possono incontrare tra i vicoli o al porto pronti per farsi fotografare




    MIKONOS



    DA: isole-cicladi.it

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    Sicuramente il punto forte di Mykonos e’ costituito dalla sua costa, occupata da spiagge stupende e bagnata da acque limpide e cristalline; a sovrastare questo bellissimo scenario marittimo, i due monti presenti sull’isola, molto omogenei sia per quanto riguarda il loro aspetto che per la loro altezza: questi sono il Profitis Ilias Forniotis, che si trova nella parte nord-ovest, e il Profitis Ilias Anomeritis, che occupa la zona nord-orientale.
    Altra attrattiva e bellezza indiscussa dell’isola, la stupenda citta’ che porta lo stesso nome, e che forse e’ uno dei centri piu’ belli rimasti nell’Ellade e nell’Egeo.
    A renderla cosi’ speciale, soprattutto il fatto che e’ la citta’ piu’ rappresentativa della Grecia, e in essa si possono trovare tutti gli elementi caratteristici di una cittadina greca, e in particolare delle isole Cicladi: a partire dalle candide casette e chiese dagli infissi, dalle porte e dalle balaustre colorate di diversi colori, come anche le cappelle delle chiese, che vanno da un azzurro intenso, al verde fino ad un vivace rosso, in contrasto con il bianco delle abitazioni; per non parlare poi delle strette viuzze intrecciate, da percorrere rigorosamente a piedi, e alle moltissime piazze caratteristiche e dall’aspetto unico.

    Tutto questo in totale assenza di strutture e costruzioni moderne, che gli abitanti dell’isola non hanno costruito all’inizio per una questione puramente economica, e poi per meglio salvaguardare quell’ambiente e quell’atmosfera particolari e rari.
    Questa mancanza di modernita’ non vuol dire, pero’, che la gente del posto non si sia attrezzata al meglio per riuscire ad accogliere e a soddisfare le esigenze della massa di turisti che affollano le strade della citta’vecchia: qui, si possono trovare in grande abbondanza negozi di souvenir e prodotti tipici, come anche bar, ristoranti e locali di ogni genere, che vivacizzano questo meraviglioso centro storico, pullulante di persone a qualsiasi ora del giorno e della notte.
    Altro punto a favore di Mykonos e’ la sua perfetta organizzazione per quanto riguarda i collegamenti e gli spostamenti all’interno dell’isola: questa efficiente rete di servizi di trasporto, facilitata anche dalla brevità delle distanze, comprende autobus ma anche mezzi via mare, tramite cui ci si puo’ spostare oltre che da spiaggia a spiaggia, anche tra le varie isole vicine a Mykonos.
    Quindi, e’ molto facile riuscire a visitare comodamente tutta l’isola, e anche spostarsi da un villaggio all’altro: la maggior parte delle località sono sorte sulla costa e sono tutte molto recenti, essendo nate in seguito al boom turistico degli anni sessanta.
    Queste piccole cittadine sul mare sono formate per lo piu’ da hotel e residence, oltre che da villette e alloggi turistici di tutti i tipi.
    Nel tragitto da un paesino all’altro, si puo’ gustare un fantastico scenario: ed infatti il territorio dell’isola e’ occupato interamente da bianchissime fattorie, che in greco si chiamano choria’, che sono state costruite in tempi antichi sulle rocce granitiche che contraddistinguono il terreno di Mykonos.
    Insieme alle fattorie, ad allietare il cammino si trovano moltissime chiese di campagna, anche queste bianche e candide, sorte per lo piu’ tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo: la maggior parte di queste chiese sono state costruite a seguito di voti fatti dai marinai scampati a qualche disastro in mare, ed infatti in quegli anni la vita economica di Mykonos era centrata sulla pesca e sul commercio marittimo con altri paesi.


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    Salamina



    Da Wikipedia
    da: favolatours.com
    foto web



    salamina

    Salamina (in greco Σαλαμίνα) è un'isola della Grecia, nel Mare Egeo. Dal punto di vista amministrativo è un comune nella periferia dell'Attica (unità periferica delle Isole)


    Con i suoi 95 km², e 104 km di coste, è la più estesa delle isole del golfo Argosaronico e, tra queste, la più vicina all'Attica, dalla quale è separata da circa 2 km di mare.
    Conta una popolazione di 38.022 abitanti al censimento 2001 distribuita su due località. La più antica e popolosa (circa 24.000 abitanti) è Salamina, istituita nel 1835 e capoluogo dell'isola. Più recente è invece Ampelakia, istituita nel 1998.
    Le comunicazioni tra l'isola e la terraferma avvengono dal Pireo, soprattutto da Perama, con frequenti collegamenti che raggiungono il porto di Paloukia.
    Il territorio dell'isola è pianeggiante, con piccoli rilievi montuosi, il più alto dei quali, Mavrovuni, nella parte meridionale dell'isola, raggiunge i 365 m.
    Sull'isola sono presenti numerose spiagge adatte alla balneazione: Resti, Iliakti, Aianteio, Perani, Kiriza, Maroudi, Peristeria, Kolones, Satirli, Piriakoni, Kanakiani.


    Mito


    Secondo una tradizione esso deriverebbe invece dalla radice semitica sh-l-m, menzionata anche in Omero. Il nome, con il noto significato di pace oppure calma, avrebbe designato un antico emporio fondatovi dai Fenici. Secondo un'altra tradizione mitologica l'isola prese il nome dalla ninfa Salamina che in quel luogo si unì a Poseidone in un'unione che generò, Cicreo, primo re dell'isola. A Cicreo viene attribuita un'apparizione divinatoria, in forma di serpente, ad aiutare i greci e a preannunciare l'imminente vittoria.
    Alcune fonti vorrebbero l'isola patria di Aiace, figlio di Telamone e importante protagonista, con il suo re, della guerra di Troia.


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    Storia

    Nel VII secolo a.C. Salamina era occupata dalla città di Megara, che da quella posizione intralciava i traffici marittimi ateniesi; era una questione talmente scottante per Atene che, secondo la tradizione, il solo parlarne esponeva addirittura al rischio della pena di morte.
    Nello stretto canale che separa l'isola dal continente, le triremi greche, sotto il comando effettivo di Temistocle, sconfissero la flotta persiana di Serse nella battaglia di Salamina (480 a.C.), la più grande battaglia navale dell'antichità, cruciale per i destini politici dell'area mediterranea.
    L'isola, nei giorni che precedettero immediatamente la battaglia, diede ospitalità ad un notevolissimo numero di profughi ateniesi, sfollati dalla loro città per sfuggire all'invasione persiana dopo la Battaglia delle Termopili.



    Personaggi

    Salamina è famosa per aver dato i natali al drammaturgo ateniese Euripide, i cui genitori vi si erano trasferiti qualche anno prima della battaglia, provenienti da Atene. Una tradizione popolare, lo vorrebbe nato lo stesso giorno della famosa battaglia. Risulta sicuramente errata l'associazione del suo nome a quello dello stretto che divide l'isola dalla terraferma e che fu teatro della battaglia. Infatti Euripe è pertinente a un ben altro stretto, per la precisione il noto tratto di mare che divide l'isola Eubea dall'Attica e dalla Beozia.


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    Punti di interesse


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    Museo archeologico
    - Salamina


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    Nel capoluogo si possono vedere vari reperti archeologici trovati durante gli scavi. Grazie alla discreta rete stradale si può agevolmente visitare tutta l'isola. Il Monastero della Faneromènis (Apparizione) a 6 km da Salamina è un luogo di pellegrinaggio. La chiesetta, ancor oggi in buono stato, appartiene al XI secolo mentre il "Katholikòn" è stato edificato nel XIII secolo. Qui si trovano icone di considerevole pregio artistico.

    Di notevole interesse si presentano il monastero di Aghios Nikòlaos del XVIII secolo e la chiesa Bizantina del XII-XIII secolo dedicata ad Aghios Ioannis Kalyvitis, vicino a Mulki. Questa cittadina è conosciuta anche come Aiantèion (Eàndion), patria del mitico Aiace. A 3 km da Paloukia nel villaggio di Ambelàkia, si trovano i resti degli antichi insediamenti ed è stato provato che questo era il capoluogo in epoca classica.
    Ci sono delle belle spiagge molto frequentate a Mulki, Ambelàkia e Selinia, turisticamente più frequentata.


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    Curiosità

    A dispetto di una delle etimologie, il toponimo Salamina è variamente collegato ad operazioni di guerra. Oltre che alla celeberrima battaglia navale del 480 a.C., il termine Salamina è associato alla meno importante, ma anch'essa gloriosa, Battaglia navale di Salamina in Cipro, nella quale gli ateniesi sconfissero le navi fenicie nelle acque di Salamina cipride nel 450 a.C., nel corso della ripresa delle operazioni belliche contro i Persiani voluta da Pericle.


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  7. gheagabry
     
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    CORINTO


    Corinto (in greco Κόρινθος, pron. "Kòrinthos") è una città della Grecia centro-meridionale nella periferia del Peloponneso (unità periferica della Corinzia). Si trova allo sbocco dell'omonimo canale della lunghezza di 6,3 km che taglia l'Istmo di Corinto, la sottile striscia di terra che separa il mare del Golfo di Corinto (Mar Ionio) da quello del Golfo Saronico (Mar Egeo), a circa 78 km a sud-ovest da Atene. Oltre che dai due golfi, la città è circondata dai monti Oneia e dal complesso monolitico di Acrocorinto, sul quale è stata costruita l'omonima fortificazione in epoca bizantina e veneziana. La città era in antichità una fiorente città-stato, e ha continuato ad avere una certa importanza anche in epoca bizantina, e durante il dominio dei Franchi nel Medioevo. Decadde completamente sotto il dominio turco, interrotto solo per pochi anni dal controllo della Repubblica di Venezia, per poi essere riannessa alla Grecia nel 1832, grazie al Trattato di Londra che seguì la Guerra d'indipendenza greca.

    ...la storia...


    Secondo la leggenda, la città fu fondata da Sisifo nel XV secolo a.C., precisamente nel 1429 a.C. La popolazione che abitava a Corinto apparteneva al gruppo linguistico dorico, e ciò è affermato tramite il mito che fa discendere la dinastia dei tiranni Bacchiadi da Ercole. Proprio questa famiglia regnò presumibilmente tra l'891 e il 747 a.C., periodo in cui furono fondate le importantissime colonie di Siracusa, Potidea, Leucade, Corcira, Epidamno, Apollonia ed Ambracia. La colonizzazione, però, non fu che la conseguenza di un arricchimento della polis con il commercio, in particolar modo la fiorente esportazione di vasi in ceramica, allora di stile protocorinzio. Corinto godeva di una posizione geografica ideale, affacciandosi sia sul Mar Ionio dal golfo di Corinto che sul Mar Egeo dal golfo Saronico tramite i suoi due porti: Cencrea (Κεγχρειά), da dove partivano le rotte commerciali verso il Mar Egeo, e Lecheo (Λέχαιον) che gestiva i traffici verso le colonie di Corinto in Magna Grecia. I due porti alloggiavano, inoltre, la flotta militare della polis.

    Corinto fu collegata al Lecheo nel V secolo a.C. da mura lunghe e parallele nelle quali che includevano gran parte dell'area urbana ed agricola e numerosi santuari. A sud, si estendevano i muri che dalla città ascendevano alla fortezza naturale dell'Acrocorinto. All'interno della fortificazione di Corinto si ergevano edifici religiosi, civici, commerciali e nazionali così come un gran numero di mercati, fabbriche e taverne si accalcavano attorno al centrale Tempio di Apollo. La maggior parte dei resti oggi visibili risalgono al periodo di ricostruzione romana.
    Tradizionalmente, Corinto fu fondata dai Dori. Durante il VII e VI sec. a.C., grazie ai suoi porti, divenne il principale centro di scambi della Grecia. Fondò numerose colonie fra le quali Corcira, Potidea e Siracusa.
    Dopo le Guerre Persiane, l'aumentato potere di Atene indebolì i contatti esteri e politici di Corinto che, a causa di ciò, si alleò nel 431-404 a.C. con Sparta nella guerra del Peloponneso. Come spesso accade, i migliori amici divengono nemici e così nel 395-386 a.C., Corinto si alleò con Atene nella guerra contro Sparta.
    La sconfitta delle forze greche a Cheronea (338 A.C.) diede modo a Filippo II di lasciare una guarnigione macedone presso Corinto. Sotto il dominio macedone Corinto rifiorì, ma nel 224 a.C. si rivoltò aderendo alla rinnovata Lega Achea divenendone la città guida.
    Nel 146 a.C. i Romani, guidati dal generale Mummio Acaico Lucio, sconfissero la lega Achea e distrussero Corinto. La città rimase abbandonata finché nel 44 a.C. Giulio Cesare vi stabilì una colonia di veterani. Nel 27 a.C. Corinto divenne la capitale della provincia romana di Achaia. Sotto il dominio romano si sono avute delle grandissime opere di ricostruzione quali il foro, l'anfiteatro, le terme, il ginnasio, l'arco trionfale, i grandi bagni pubblici, oltre a botteghe e lussuosissime abitazioni. Sotto il patronato romano Corinto presto accedé in lusso, vizi e decadenza morale. Nel 395 d.C. Corinto subì il saccheggio dei Barbari e il disastroso terremoto del 521 d.C. Il colpo di grazia le fu imposto dal sacco dei Crociati nel XII secolo.

    ...miti e leggende....



    Sisifo, figlio di Eolo e fondatore della città di Corinto, fu secondo alcuni il più saggio e prudente dei mortali, secondo altri particolarmente incline al mestiere di brigante. Ciò su cui tutti concordano è la sua particolare dote di astuzia e scaltrezza: era colui che otteneva sempre qualcosa in cambio, tant’è che fu - si dice - il promotore del commercio. Divenne tristemente famoso per la pena eterna che gli dei gli inflissero quando discese definitivamente nel Tartaro. Così ce lo descrive Omero nell’Odissea: "E poi Sisifo vidi, che spasmi orrendi pativa che con entrambe le mani spingeva un immane macigno. Esso, facendo forza con ambe le mani ed i piedi su su fino alla vetta spingeva il macigno, ma quando già superava la cima, lo cacciava indietro una forza. Di nuovo al piano così rotolava l’orrendo macigno. Ed ei di nuovo in su lo spingeva e puntava; e il sudore scorrea pei membri e via gli balzava dal capo la polvere". La leggenda di Sisifo comprende numerosi episodi dei quali ognuno è la storia di un’astuzia. Si dice tra l’altro che ottenne l’amore di Anticlea, poi sposa di Laerte, la vigilia stessa delle loro nozze: fu così che venne concepito Ulisse, l’astuto per eccellenza. Ma particolarmente scaltro ed arguto Sisifo si rivelò proprio nel cimentarsi con gli dei.
    Si narra che quando Zeus rapì l’ennesima fanciulla Egina, figlia di Asopo, dio dei fiumi, Sisifo lo vide e raccontò il fatto ad Asopo stesso, ottenendo in cambio che nella città di Corinto scaturisse una fonte inesauribile. La delazione scatenò prevedibilmente la collera del padrone degli dei, il quale inviò a Sisifo il genio della morte, Thanatos in persona, ma l’eroe, più svelto di lei, la mise in catene e per un certo tempo nessuno morì più sulla terra. Intervenne ancora Zeus a liberare Thanatos, che discese nel Tartaro portando con sè anche l’irrispettoso Sisifo. Ma ancora una volta la sua astuzia ebbe la meglio sul volere degli dei: avendo comandato - di nascosto - alla moglie Merope di non dargli sepoltura, cosa inaccettabile anche per i padroni degli Inferi, ottenne il permesso di tornare in terra per redarguire la moglie affinchè rimediasse alla mancanza. Ma quando egli "ebbe visto di nuovo l’aspetto del mondo, ed ebbe gustato l’acqua e il sole, le pietre calde e il mare, non volle più ritornare nell’ombra infernale. I richiami, le collere, gli avvertimenti non valsero a nulla. Fu necessaria una sentenza degli dei. Mercurio venne a ghermire l’audace per il bavero e, togliendolo dalle sue gioie, lo ricondusse con la forza agli inferi, dove il macigno già era pronto." (Camus)

    " Istmon de mi pirgoute mid' oryssete. Zeus gar etike nisson i evuleto"
    "Non costruire e non scavare l'Istmo. Giove pose l'isola dove voleva".


    ...il canale di Corinto...


    Un'antica profezia dell'oracolo di Delfi aveva parlato chiaro: "Non costruite mai il Canale di Corinto e non scavate l'istmo!" Zeus, infatti, aveva creato le isole dove voleva e il Peloponneso era una penisola, non un'isola. Gli uomini, però, per questioni pratiche nonchè economiche, hanno sempre tentato di dimenticarsi delle profetiche avvertenze e di tagliare la lingua di terra che separa il Peloponneso dall'Attica, ricongiungendo il Mar Ionio con l'Egeo, evitando così di fare il periplo del Peloponneso stesso. Ma tentativi ripetuti, dal VI sec. a.C. al tempo di Nerone, fallirono. Solo l'imperatore romano riuscì ad iniziare i lavori, scavando la metà del Canale (3.300 m) ma poi tutto si arenò. La 'Pizia' aveva avuto ragione? Solo alla fine del XIX sec. d.C.- dopo numerose prove- venne ripreso il progetto di Nerone e portato a termine. Ma problemi geologici non trascurabili fanno ritenere che l'oracolo di Delfi avesse ragione: frane e crolli di roccia hanno determinato frequenti chiusure del Canale, anche per lunghi periodi. Nell'antichità, la città di Corinto era fra le più importanti del mondo conosciuto. La sua posizione geografica la rese famosa come importante centro navale, commerciale e culturale. A quei tempi le navi che provenivano da e per le isole dell'Egeo verso il Mediterraneo Occidentale avevano una sola possibilità di rotta: circumnavigare il Peloponneso doppiando i temuti Capo Maleas e Capo Matapan.

    Le difficoltà di navigazione e dei trasporti mercantili via terra spinse nel 602 a.C. il Tiranno di Corinto Periandros, uno dei sette Saggi dell'Antichità, a costruire il famoso diolko, la pista lastricata ricoperta di tavole di legno, unte di grasso, sulla quale le navi venivano trainate per attraversare l'istmo da una costa all'altra, mentre le merci venivano trasportate con animali da soma. Per questo "passaggio" le navi pagavano un pedaggio che costituiva una fonte di finanziamento molto importante per la città di Corinto.
    Fu lo stesso Periandros il primo a progettare l'apertura di un canale che congiungesse i due mari. Idea che abbandonò, per paura di provocare la collera degli Dei, in seguito alla profezia della sacerdotessa di Delphi, Pythia, che diceva " Istmon de mi pirgoute mid' oryssete. Zeus gar etike nisson i evuleto", cioè: "Non costruire e non scavare l'Istmo. Giove pose l'isola dove voleva".
    Probabilmente il motivo principale che ha obbligato Periandros ad abbandonare il progetto non fu la collera divina di per se, ma le difficoltà enormi di esecuzione e gli interessi finanziari di Corinto, che desiderava mantenere la posizione privilegiata del "portachiavi" del transito commerciale del Mediterraneo. Inoltre, il "passaggio" delle navi via "diolko" non presentava problemi particolari, giacché le navi erano piccole e la forza muscolare degli schiavi e degli animali in quell' epoca erano sufficienti e a buon mercato.
    (Clubdelgommone.it)
     
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    AMORGOS



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    Amorgos è l’isola più orientale delle isole Cicladi.
    Le possibilità di svago che offre l’isola sono innumerevoli, grazie alla sua millenaria storia : è possibile visitare rovine risalenti alla civiltà minoica, che qui ha costruito una testa di ponte verso la terra ferma, oppure visitare l’incantevole monastero di Hozoviotissa edificato nell’XI secolo , abbarbicato a strapiombo sul mare nella costa orientale.

    L’isola di Amorgos e una delle piu belle delle Cicladi e una delle destinazioni piu popolari. A causa della sua bellezza incredibile, il produttore francese Luc Besson l’aveva scelta per girare alcune scene del film ‘ The Big Blue ‘.


    Amorgos è stata abitata fin da epoca preistorica come è dimostrato da ritrovamenti del tardo periodo cicladico. Successivamente ha attraversato il periodo minoico (cretese), ateniese e poi romano. Successivamente la dominazione veneziana si è protratta per tre secoli dal XIII secolo e poi quella turca si è conclusa con l’indipendenza e l’unione allo stato greco nel 1832.


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    Il monastero si trova a due chilometri da Hora; un regolare autobus di linea, porta i visitatori sulla strada di fronte all’ingresso, poi, dopo numerosi scalini si arriva in chiesa dove è esposta la famosa
    icona, che ha dato il nome al convento.

    Secondo una leggenda si dice che la miracolosa icona della Vergine Maria sia stata trovata in mare, durante il periodo iconoclastico, avendo viaggiato dall’Asia Minore, o Cipro o Gerusalemme

    Ogni Pasqua,l’icona viene portata in processione a Hora e poi riportata nel monastero dove viene fatta una grande festa (panighiri).

    I cinque monaci che vivono li , dopo la salita accolgono gli stanchi visitatori con tipici dolci greci e rakomelo (alcool forte con miele).

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  9. ZIALAILA
     
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    SIFNOS




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    Situata all’estremità occidentale dell’arcipelago delle Cicladi , Sifnos è una bella isola famosa per la produzione di ceramiche e di cesti.
    Nell’antichità era celebre per le miniere d’oro e d’argento che la leggenda vuole siano state sommerse dal mare come punizione poiché gli isolani non inviarono a Delfi un decimo del ricavato.
    Sifnos ha un paesaggio fatto da colline brulle ma anche un versante verdeggiante, ricco di mandorli, uliveti e macchia mediterranea.
    Tutta l’isola è costellata di antichi sentieri che collegano tra loro i villaggi dell’entroterra e la costa.

    Apollonia: il capoluogo dell’isola di Sifnos si trova ai bordi di un altopiano ed è un bel borgo costruito ad anfiteatro che rappresenta nell’immaginario collettivo il paesino greco: case bianche, piccole vie lastricate, chiese bizantine con le tradizionali cupole blu e cortili con splendidi fiori colorati. La cittadina ospita il museo di Arte Popolare, che organizza mostre sulla vita degli abitanti dell’isola.

    Appolonia-Sifnos


    Artemonas: piccolo borgo arroccato in una zona caratterizzata dalla presenza di mulini a vento. Nelle sue vie belle dimore in stile neoclassico si alternano ad abitazioni popolari unite dai bei cortili piene di gelsomini e bougainville.



    Kastro: a 3 km da Apollonia, fu capoluogo dell’isola fino al 1836. Offre ai suoi visitatori un’atmosfera medievale; è costituito infatti da case bianche signorili con gli stemmi delle famiglie nobili di appartenenza all’interno di grandi bastioni di due o tre piani.



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    Sifnos , benche` piccola vanta un bel numero di chiese... Sapete quante sono? Ben 365....In ogni angolo se ne incontra una, in ogni cima di collina, anche nei piu` piccoli agglomarati di case.


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    La chiesa dei Sette Martiri costruita su una piccola penisola che si raggiunge da Kastro con una passeggiata di circa cinque minuti.

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    Si tratta di una piccola chiesa in cima ad un promontorio nella parte est dell' isola. Questo promontorio sembra si sia staccato dal resto dell'isola grazie a un fatto miracoloso.
    Vi si arriva attraverso di un ponte sospeso sopra una una voragine profonda 20 -30 m e larga 10 m. : al fondo si vede il mare.
    La tradizione vuole che questa voragine si sia aperta quando dei pirati hanno voluto assaltare la chiesa per derubarla. La` c' erano delle donne che custodivano la chiesa e accendevano ceri e pregavano e .. visti i pirati che si avvicinavano, impaurite si sono messe in preghiera alla Madonna che miracolosamente divise il promontorio dal resto dell'isola . Così furono salvate e salvarono la Chiesa della Madonna della Fonte d'oro .


    ***

     
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  10. tomiva57
     
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    Siro

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    Siro o Sira (in gr. rispettivamente Σῦρος - Σύρα; Syros o Siros - Syra) è un'isola greca, appartenente all'arcipelago delle Cicladi nel Mar Egeo. È posta a 78 miglia nautiche (144 km) a sud di Atene. La capitale dell'isola è Ermopoli.

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    La chiesa di San Nicola.


    È il capoluogo amministrativo delle Cicladi. Ermopoli è il capoluogo dell'isola e fu fondata nel corso della guerra di indipendenza del 1821, quando giunsero a Siro, che era un protettorato francese, profughi provenienti da altre isole che erano sotto il dominio turco. La cittadina si sviluppò con molta rapidità, fino a diventare nell'Ottocento un importante nodo commerciale e nautico dell'Egeo.
    Ermopoli ha un carattere moderno, neoclassico, e si presenta diversa da altri capoluoghi cicladici, che hanno un aspetto più tradizionale. Il villaggio più tradizionale dell'isola è invece Ano Syros, che ha edifici di 700 anni, su un colle immediatamente alle spalle e che domina il porto naturale ove nacque Ermopoli. La parte settentrionale dell'isola è più montuosa e più brulla, quella a sud più verde e coltivata.


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    Ermoupolis-Isola-di-Syros



    fonte Wikipedia
    foto web
     
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    foto:viaggiandoingrecia.it




    Egina



    Storia
    L'antica capitale di Egina è situata sulla costa nord occidentale dell'isola, parzialmente coperta dalla città moderna. La città aveva un porto commerciale e un porto militare di forma rettangolare posto nella parte nord a ridosso del promontorio dell'acropoli. Le mura classiche della città proteggevano i due porti e il promontorio dell'acropoli.
    Gli scavi hanno portato alla luce molteplici insediamenti stratificati riferiti a dieci città arcaiche che vanno dal Neolitico al periodo del Bronzo (vedi mappa). Sul promontorio sotto il livello del 500 a.C. ca. sono visibili i resti del tempio di Apollo e di un precedente tempio. In tutti gli insediamenti che si susseguirono, l'acropoli fu sempre fortificata, almeno dall'età del bronzo.
    Il tempio di Apollo del VI secolo fu sostituito da una tarda fortezza romana.

    Pare che l'antico nome di Egina fosse Enone (Pausania l. II,29, 2)
    L'isola deve il suo nome a quello della madre di Eaco, Egina appunto, che qui nacque e governò l'isola.
    Egina si trova in una posizione marittima strategica e fin dal Neolitico ha avuto stretti contatti commerciali col continente e le isole. Egina era indipendente da qualsiasi legame con la terraferma.
    Intorno al 1000 fu sottomessa dai Dori. Durante il VII e VI secolo, Egina era una grande potenza marittima e aveva contatti commerciali dall'Egitto alla Spagna.
    Probabilmente nel corso della prima metà del VII secolo cadde sotto il controllo di Fidone tiranno di Argo (Pausania, VI 22,2).
    La serie monetale, riferibile secondo alcuni alla prima metà del VII secolo o, secondo ipotesi recenti, agli inizi del VI secolo, documenta per l'isola uno splendore particolare di cui è testimonianza non tanto la produzione bronzistica (che avrà il momento più significativo in Glaukias e Onata nel primo venticinquennio del V secolo), quanto la grande flotta che le consentì un'intensa attività colonizzatrice e la mise in urto dapprima con Samo (l'ostilità coi Sami risaliva al tempo di Anficrate re di Samo) e successivamente con Atene. La rivalità con quest'ultima ebbe inizio nel 506 e toccò momenti di grande tensione quando, in seguito all'alleanza coi Persiani nel 491 (Erodoto, VI 49, 1), gli Egineti tesero un agguato in occasione delle celebrazioni della Penteteride al Sunio e catturarono numerosi eminenti cittadini ateniesi (VI 87), o quando gli Ateniesi, per vendicare l'affronto, inviarono settanta triremi, ma nella battaglia navale che ne seguì furono duramente battuti (VI 92-93). Ulteriore testimonianza dello splendore e della ricchezza di Egina sono i numerosi edifici templari, fra cui notevole il tempio di Afaia (esastilo con dodici colonne sui lati lunghi), costruito nel decennio 490-480, il quale ha nella decorazione frontonale l'esempio più alto di coroplastica marmorea tardoarcaica in ambiente peloponnesiaco.

    Dopo aver rapito Egina, Zeus dovette battersi non solo contro la gelosia di Era, ma anche contro l'ira del padre della ragazza che aveva rapito; Asopo, che era un dio-fiume, si mise alla ricerca della figlia e arrivò sino a Corinto il cui astuto re, Sisifo, gli svelò che il rapitore era stato il re degli dèi. Non per questo Asopo rinunciò all'inseguimento finché Zeus, spazientito, lo colpì con un fulmine ricacciandolo dentro il suo letto: per questa ragione ancora oggi si trovano nelle acque di quel fiume pezzi di carbone; il racconto è narrato da Apollodoro, III, 12, 6.
    Egina venne portata nell'isola che allora si chiamava Enone («Terra del vino»; Pindaro, Nem., 4, 46; Isthm., 5, 34; Erodoto, 8, 46; Apollodoro, III, 12, 6) oppure Enopia (Pindaro, Nem., 8, 2 1; Ovidio, Met., 7, 472).), e ora invece ha preso il nome della fanciulla, Egina; Zeus si unì a lei, e generò il figlio Eaco. Ma Eaco viveva solo nell'isola: e Zeus allora, per dargli compagnia, trasformò in uomini le formiche.(Apollodoro, Biblioteca III,11)
    Sisifo sconta le sue colpe nell'Ade con la pena di un'enorme pietra che egli deve far rotolare, spingendola in salita con le mani e con la testa, per farla poi scendere dall'altra parte: ma una volta che sia riuscito a spingere il masso, questo poi rotola sempre indietro. Questa è la pena che Sisifo deve scontare a causa di Egina, la figlia di Asopo: quando Zeus rapì di nascosto la fanciulla, infatti, si dice che Sisifo fece la spia ad Asopo, che la stava cercando.(Apollodoro, Biblioteca 1,9)
    Asopo era figlio di Oceano e Teti, oppure, secondo Acusilao, di Pero e Poseidone, o ancora figlio di Zeus ed Eurinome. A lui andò sposa Metope, figlia del fiume Ladone, che gli diede due figli maschi, Ismeno e Pelagone, e venti figlie, una delle quali era Egina.
    La versione di Igino corrisponde a quella di Ovidio, Met., 7, 523-535, il quale parla della pestilenza scatenata dalla vendicativa Era: una caligine opprimente si abbatté sull'isola, tutti i serpenti di quella terra errarono per i campi desolati e infine si gettarono nelle sorgenti che contaminarono con i loro veleni. Di lì si diffuse l'epidemia che spopolò tutta l'isola. Secondo altre versioni del mito, più antiche, Egina era un'isola completamente disabitata; vi fu fatto nascere dalle formiche un popolo di uomini per consentire ad Eaco di colonizzarla: Esiodo, fr. 205 Merkelbach-West; Apollodoro, III, 12, 6; scolio a Licofrone, 175.
    Un altro mito narra di come Egina andando a caccia in un gelido giorno d'inverno, notasse un insolito fuoco che ardeva su di un monte, cui si avvicinò per scaldarsi, senza sospettare che nelle fiamme si celasse il Re degli Dei, Zeus, il quale si svelò e violentò la fanciulla.
    Dalla loro unione fu generato Eaco, che diede origine alla stirpe degli Eacidi, di cui faceva parte suo nipote Peleo, quindi Egina è da considerarsi a tutti gli effetti la bisnonna di Achille. Asopo venne trasformato da Zeus in fiume, mentre Egina si recò in seguito in Tessaglia e sposò Attore, dopo avere dato a Zeus il figlio Eaco, che era il nonno di Achille. Ad Attore diede un figlio di nome Menezio.
    Menezio non è altri che il padre di Patroclo.
    Secondo Igino (Miti,52) - Zeus desiderava congiungersi con Egina, figlia di Asopo, ma temeva la gelosia di Era. Allora la trasportò sull'isola di Delo e la rese gravida; da questo amplesso nacque Eaco. Quando Era lo venne a sapere, inviò contro le sorgenti di quella terra un serpente che le avvelenò, cosicché chiunque beveva quell'acqua rendeva il suo debito alla natura. Eaco perse molti amici e ormai per scarsezza di uomini non poteva più sopravvivere in quel luogo; ma scorgendo una fila di formiche pregò Zeus che gli inviasse in soccorso degli esseri umani e Zeus mutò le formiche in uomini, che furono detti Mirmidoni (Μυρμιδόνες) dal momento che il nome greco delle formiche è μύρμηκες. L'isola venne poi chiamata Egina.

    Le formiche sono dunque gli antenati animaleschi di questo popolo, i Mirmidoni furono gli inventori della navigazione a vela secondo Esiodo, fr. 205 Merkelbach-West. Un'altra versione del mito (scolio a Licofrone, 175) racconta che la metamorfosi delle formiche in uomini avvenne in Tessaglia e che il prodigio fu compiuto per dare un popolo di guerrieri a Peleo, che si era rifugiato in quella regione dopo essere stato esiliato dal padre Eaco per avere assassinato il fratello Foco. Altre tradizioni, orali e locali (Pausania, 2, 29, 2), parlano di abitanti nati dalla terra.

    Il mito di Egina ed Eaco e la trasformazione delle formiche in uomini, mito di fondazione dell'isola di Egina, è testimoniato per la prima volta in Esiodo, fr. 205 Merkelbach-West; Ferecide, FGrHist, 3 E 119; Pindaro, Isthm., 8, 16-25; Apollodoro, III, 12, 6; Diodoro Siculo, 4, 72, 5; Pausania, 2, 29, 2; Strabone, 8, 6, 16; scolio a Il., 1, 180; Ovidio, Met., 7, 615-654; scolii a Licofrone, 175; 176; Lattanzio Placido, Comm. ad Theb., 7, 424; Servio, In Verg. Aen., 2, 7

    Pausania in l. II 29, 6, narra che: Egina è la più difficile all'approdo tra le isole greche, giacché tutt'intorno a essa si levano scogli e abbondano le rocce sotto il livello dell'acqua. E si dice che questi ostacoli furono a bella posta escogitati da Eaco, per la paura che aveva dei pirati e perché non fosse senza pericoli per la gente ostile l'accesso all'isola. Presso il porto, nel quale perlopiù attraccano, c'è un tempio di Afrodite, mentre nella parte più in vista della città c'è il cosiddetto Eaceo, un recinto rettangolare di marmo bianco.

    fonte:miti3000.it

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    foto:miti3000.it
    Colonna del tempio di Apollo

    Vicino al porto vi è un sito archeologico chiamato "Kolonas", noto per il suo unico pilastro (Kolona in greco), che è l'unica cosa che rimane del tempio di Apollo Delfiniou, costruita in stile dorico e che oggi domina la collina.

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    Foto:privatetoursathens.com

    Kolona ospita i resti di un tempio di Apollo e si può ammirare un bellissimo panorama sul porto .

    L'isola di Egina è il luogo preferito dagli ateniesi per le loro vacanze.
    Famosa per le sue ceramiche e per il suggestivo porticciolo, dista circa 50 km. da Atene e prende il nome dalla ninfa Egina, madre di Eaco, figlio di Zeus.

    I primi insediamenti si ebbero nel 3000 a. C., mentre nel 650 a.c. veniva coniata la prima moneta in Europa.
    Sull'isola si producono i gustosi pistacchi, autentica specialità del luogo, oltre ad olive e fichi, mandorli e vigneti.
    L’olio d’oliva qui prodotto è purissimo e di elevata qualità. La pesca riveste una delle principali occupazioni degli abitanti dell’isola.
    Con i suoi piccoli villaggi di pescatori e belle spiagge, diventa molto popolare come destinazione del weekend.




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    Foto:vologratis.org

    Chiesa Ortodossa di Agios Nectarios




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    foto:isole-greche.it

    Monastero di Egina

    Il Monastero di Agios Nektarios è popolare tra i pellegrini e nelle vicinanze vi sono i resti dell'antica città Bizantina di Palaeochora dove si possono ammirare 20 delle 365 chiese che un giorno sorgevano nella zona.



    foto:gettyimages.com
    Splendidi affreschi si possono ammirare nella Cattedrale di Episkopi, nella Cappella di Taxiàrchis e nella Basilica di Anàrgyroi.

    Da vedere i resti del Castello Veneziano sopra la collina che sovrasta la città, bellissimo panorama.


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    foto:it.dreamstime.com

    Tempio di Aphaia si erge sulla collina di Mesagros, con le sue 25 colonne è un dei meglio conservati delle isole greche.Le sculture descrivono la mitica guerra di Troia e molti reperti si possono vedere nel Museo Archeologico di Egina.

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    foto:ilblogdicarolina.wordpress.com





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    foto:aeginalight.gr

    Sopra il Monte Oros vi sono i resti del Tempio di Zeus, con due terrazze e una splendida scalinata e un bellissimo panorama sul golfo di Saronico.



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    foto:it.city-discovery.com



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    foto:athensattica.gr

    Belle spiagge si trovano a 10 chilometri dalla città di Egina, nella stazione termale di Souvala, mentre tra le altre località, merita una visita Perdika, con la vicina spiaggia di Marathonas.

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    foto:yourgreekisland.com

    Le calde acque sulfuree di Souvala sono famose per le loro proprietà terapeutiche, che ogni anno attirano migliaia di persone.


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    foto:aeginagreece.com

    Tra le spiagge, la più popolare è quella del porticciolo di Aghia.


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    foto:cycladia.com


    Souvala

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    foto:aegina.com.gr

    Vagia

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    foto:bluedolphinaegina.com

    Perdika.





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    foto:isole-greche.it

     
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    POROS2
    foto:viaggiandoingrecia.it




    Isola di Poros


    Isola di vegetazione fitta, colline basse e baie pittoresche, Poros deve il suo nome al passaggio molto stretto (‘poro’ in greco antico) che lo separa dalle coste del Peloponneso.
    La sua bellezza naturale è unica e dispone di una infrastruttura turistica molto soddisfacente.
    Si offre per una vacanza tranquilla e si raccomanda a quelli che desiderano ‘spendere’ le loro giornate di ferie nel mezzo di una natura veramente meravigliosa. C'è una vita notturna molto buona su Poros. Ci sono molti bar e discoteche lungo la spiaggia nella città di Poros, e, in agosto e durante i fine settimana può diventare particolarmente intensa, quando arrivano gli ateniesi. Trovate molte taverne nella città di Poros. C'è scelta fra cucina greca ed internazionale. Trovate una speciale spremuta di limone ed i dolci locali. Al ristorante Rota,a destra sulla passeggiata potete trovare specialità greche a prezzi ragionevoli. Ci sono anche piccole taverne piacevoli nella via pedonale parallela alla parte anteriore della spiaggia. I negozi vendono tutti i tipi di souvenir: tessuti, manufatti in pelle e tappeti, e poi vestiti, e cose per la casa e per la barca. Visto che Atene è così vicina, prendetevi un paio d'ore e per conto vostro visitate la capitale che è un paradiso per gli acquisti.



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    foto:grece-bleue.net

    LE SPIAGGE



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    foto:tripadvisor.it

    Spiaggia di Askeli si trova da un lato del villaggio di Askeli (a pochi chilometri a nord-est della Citta di Poros), la spiaggia di Askeli e una spiaggia lunga e larga con sabbia dorata e profonde acque chiare. Sulla spiaggia c’e un campetto di beach volley. Nel villaggio,vicino alla spiaggia si trovano bar, taverne e alberghi. La spiaggia di Askeli e raggiungibile con autobus locali che partono dalla citta di Poros.

    La spiaggia degli innamorati è un paradiso reale sulla terra con ciottoli bianchi e sabbia e splendide acque cristalline di colore smeraldo. La spiaggia e circondata da pini ed un campeggio si trova a destra sotto l’ombra di una vegetazione verdeggiante. La meravigliosa spiaggia della baia degli innamorati e raggiungibile tramite lo stesso autobus che va alla Baia Russa, e che parte ogni ora dalla Citta di Poros.



    Neorio situata a nord-ovest della Citta di Poros, davanti alla località balneare principale chiamata anche Neorio, la spiaggia di Neorio e una delle piu belle spiagge di Poros. La lunga spiaggia sabbiosa e allineata e all’ombra di alti pini che discendono fino al mare. Nei pressi della spiaggia c’e una scuola di sci-acquatico, inoltre si possono praticare sport come water-polo ed altri. La spiaggia di Neorio e raggiungibile tramite autobus locale che parte dalla Città di Poros.


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    foto:edreams.it

    Megalo Neorio la larga spiaggia di Megalo (Grande) Neorio si trova a pochi chilometri a nord-ovest della spiaggia di Neorio. Essa offre inoltre sabbia dorata e acque pulite e cristalline. Sulla spiaggia si trova un centro per sport acquatici ed inoltre si possono trovare tutte le agevolazioni necessarie per ogni sport d’acqua. Nella zona si possono trovare alberghi e taverne. La spiaggia di Megalo Neorio e raggiungibile tramite un sentiero a piedi dalla Spiaggia di Neorio.

    Baia Russa a 1,5 chilometri dopo la spiaggia di Neorio si incontra la Baia Russa, ritenuta la spiaggia migliore dell’isola. La bellissima e pittoresca baia ha sabbia dorata e acque pulite ed e incredibilmente pacifica, protetta dai venti. La Baia Russa e un famoso posto storico di Poros, e il posto dove le prime navi russe attraccarono per aiutare la rivoluzione greca contro il giogo turco. La spiaggia della baia Russa e raggiungibile con autobus bianchi ogni ora dalla Citta di Poros.

    Kalavria sulla costa orientale di Poros c’e l’affascinante e pittoresco villaggio marino di Kalavria che ha una bellissima e riparata spiaggia con ciottoli, conosciuta per le sue acque veramente pulite e tranquille. Una piccola taverna si trova su un lato della spiaggia ed apre durante l’estate. La spiaggia di Kalavria e raggiungibile tramite autobus.

    Kanali la bellissima e lunga spiaggia sabbiosa di Kanali si estende dall'altra parte del villaggio di Askeli, difronte alla spiaggia di Askeli. Ha sabbia fine e acque cristalline. Un’eccellente taverna con pesce si trova lungo il mare, vicino alla spiaggia ed offre una vista meravigliosa sul mare aperto.Nella zona si possono trovare appartamenti e camere da affittare. La spiaggia di Kanali e raggiungibile tramite autobus locali che partono dalla Città di Poros.

    Vayiona ad 8 chiometri dalla Citta di Poros, sulla costa settentrionale dell’isola, Vayiona e un’insenatura aperta ed esposta, molto popolare tra I pescatori e adatto a tutti I tipi di pesca. Si possono vedere sotto il mare le rovine di un’antica città, a pochi metri dalla fascia costiera. La spiaggia di sabbia e ciottoli di Vayiona si estende alla base di una bellissima valle piena di vegetazione e alberi di agrumi. Una piccolo spaccio offre alcuni snak e bevande. La spiaggia di Vayona puo essere raggiunta tramite una stretta via tortuosa fino alla riva. Non ci sono autobus che vanno la,per cui si va con mezzo privato. Molte persone vanno inoltre sulle belle spiagge sulla terra ferma del Peloponneso, difronte a Poros; il trasporto e effettuato da piccole barche-taxi che partono regolarmente dalla Citta di Poros per il villaggio di Galatas.


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    foto:cycladia.com

    Lemonodasos e uno dei più bei posti per andare a nuotare; c’e un vasto agrumeto situato a 2 chilometri a sud-est di Galatas,con spiaggia sabbiosa che si estende lungo alberi di limoni e offre bellissime acque chiare e cristalline.

    Altre spiagge bellissime sono le spiagge sabbiose di Aliki (a tre chilometri da Galatas) e Plaka (due chilometri da Galatas) come anche la quieta spiaggia di Vlacheika, situata di fronte alla penisola. .


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    foto:greciaturismo.net



    DA VISITARE

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    foto:grecia.evolutiontravel.it

    Poros, capoluogo e porto principale dell’isola.



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    foto:europelowcost.com

    Askeli, località turistica litoranea, ricoperta di pini.


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    foto:footage.framepool.com

    Galatas, una cittadina sommersa dal verde, situata sulla parte del Peloponneso, proprio di fronte al porto di Poros.






    fonte:viaggiandoingrecia.it


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    foto:athensattica.gr

    Museo archeologico (Situato sul lungomare ad est del molo)
    Piccolino ma interessante, raccoglie reperti provenienti dal tempio di Poseidone e dall'antica Trizinia


    Museo del mare e delle conchiglie,
    Piccola mostra permanente allestita all'interno della biblioteca comunale di Poros


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    foto:exploring-greece.gr

    Progymnastirio (uscendo dall'abitato in direzione Nord-ovest). L'edificio restaurato con la torre su cui sventola permanentemente la bandiera greca, risale agli inizi del XIX secolo e fu per un breve periodo residenza del primo re di Grecia Ottone di Baviera. Oggi fa parte del complesso della scuola di cadetti della marina militare greca.



    foto:discovergreece.com
    Base Navale russa.


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    foto:pinterest.com

    Lemonodasos (Il boschetto di limoni) (Sulla terraferma vicino a Galatas). Un tempo si arrivava a questo fitto bosco di limoni a dorso d'asino. Sono state censite più di 3000 alberi di limone. Vi si trova un punto di ristoro con annessa taverna presso un ruscello modifica


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    foto:grecorama.com

    Rovine dell'antica Trizinia (ερείπια της αρχαίας Τροιζήνας) (Sulla terraferma, a 10 km da Galatàs). Secondo la mitologia Trizinia diedi i natali all'eroe Teseo. Più che le rovine è il paesaggio ad imporsi. Diavologefiro (Il ponte del diavolo) è una gola con una fitta vegetazione e molti platani secolari.




    fonte:it.wikivoyage.org
     
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    foto:fabiovstamps.com

    L'isola di Idra


    Idra (detta anche Hydra) è un’isola dell’arcipelago del golfo di Saronico in Grecia.
    Molto vicina al Peloponneso, Idra è una delle mete turistiche più gettonate della Grecia, famosa per le sue bellezze naturali, per il suo carattere cosmopolita e per essere totalmente pedonale (auto e moto non sono permesse) e il trasporto urbano avviene su caratteristici asini e muli.

    Idra ha una forma allungata e una superficie complessiva di 52 kilometri quadrati che ospitano una popolazione di quasi 3 mila abitanti. Il monte Eros, con i suoi 592 metri d’altezza, rappresenta la massima altezza sul livello del mare dell’isola. La costa di Idra misura in totale 55 kilometri e si presenta frastagliata con piccole calette sabbiose.

    L’isola gode di una clima mediterraneo, secco, con estate temperate e inverni miti.
    Storicamente Idra venne insediata sin dal periodo neolitico, come testimoniano vari reperti archeologici ritrovati ad Episkopi. Nel VX secolo venne insediata da greci e albanesi provenienti dall'Epiro rifugiatisi nell'isola come marinaie cresciuti poi sotto l'impero Ottomanno attraverso il commercio e la pirateria. Nel XIX secolo vantava una notevole flotta navale di circa 150 unità nonostante fosse poco abitata e divenne una meta di numerosi armatori.

    Nel tempo si preferì preservare l'isola considerata monumento nazionale vietando l'uso di mezzi a motore e preferendo muli e asini e limitando le costruzioni.

    L'isola è divenuta famosa quando diversi artisti celebri nazionali e internazionali, ne fecero la loro seconda residenza, Gikas, Miltos Saxtouris, Konstantinos Vizantios, Seferis Elitis, Herry Miller, Leonard Koen, Kostas Bergas che fece conoscere l'isola con un album fotografico "Hidra" nel 2000.

    Da vedere i Palazzi noti come Mansions di Idra che si affacciano sulla baia e che furono nel XVIII da ricchi armatori, sono un misto di semplicità e bellezza.
    Ricordano una tipica fortezza di circa tre, quattro piani con all'interno diverse camere che venivano separate x uomini e x le donne, decorate con murales, soffitti in legno dipinti e mobili con disegni geometrici.


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    foto:girandoilmondo.it

    Da vedere:


    Chiesa dell’Assunzione della Vergine, la"cattedrale" di Hydra (chiamata "il Monastero"), uno dei monumenti più antichi di Hydra, che è una basilica a cupola a tre navate con due campanili in marmo puro proveniente da Tinos (isola greca appartenente all'arcipelago delle Cicladi, vicino alle isole Andros, Delos e Mykonos), costruita nel 1648, distrutta da un terremoto nel 1750 e ricostruita nel 1774. Oggi parte della chiesa ospita il Municipio.

    Presso la chiesa si trova il Museo della Cattedrale di Hydra, uno dei luoghi più interessanti da visitare; il museo esiste dal 1933: espone gioielli e documenti di valore storico e vengono organizzate mostre sulla storia nautica di Hydra. Inoltre qui si trova anche il piccolo Museo Bizantino, che espone una collezione di cimeli ecclesiastici risalenti al XVIII ed al XIX secolo, icone e affreschi, ricami, vasi sacri e paramenti, utensili ecclesiastici e magnifiche copertine del Vangelo. Sul lato sinistro del porto, verso nord-est, l'antica polveriera ospita attualmente le autorità portuali.


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    foto:greek-islands.us

    Poco oltre si trova il Museo degli Archivi Storici di Hydra, nato nel 1918 e inizialmente ospitati in un edificio a est del porto, donato alla municipalità dall'armatore locale Gikas Koulouras. La proprietà passò poi allo Stato greco e nel 1972 venne costruita la nuova sede, un'elegante villa in pietra, nei pressi del porto di Hydra. Gli archivi aprirono al pubblico nel 1996. Gran parte del lavoro di catalogazione si deve all'ex sindaco di Hydra, Antonios Lignos. Accanto all’entrata ci sono alcune antiche ancore, simbolo dell’antico potere nautico dell’isola. Il piano terra dell'edificio ospita un'ampia biblioteca, una collezione di memorabilia (dipinti e modelli di navi, libri rari ed altre opere interessanti) legati al periodo dalle Guerre Balcaniche alla Seconda Guerra Mondiale e materiali d'archivio. Il primo piano ospita una mostra di costumi tradizionali, armi e un'altra biblioteca. Il secondo piano documenta i principali eventi storici della zona. Uno degli oggetti più curiosi che si trovano nel museo è la coppa d'argento che custodisce il cuore del grande ammiraglio Andreas Miaoulis.

    Segue la villa della famiglia Tsamados, su una collina che domina il porto e l’intera città, che oggi ospita l'Accademia nazionale della marina mercantile (la prima accademia della Grecia, dal 1749). Sul lato opposto si trova la casa della famiglia Tompazis, dal 1936 oggi Scuola delle Arti; l'interno dell'edificio è decorato con dipinti raffiguranti eventi storici della Rivoluzione del 1821. Sulla strada che sale dalla cattedrale si trova la casa di Lazaros Kountouriotis, costruita nel XVIII secolo e aperta ai visitatori. La strada conduce al quartiere di "Kiafa", la parte più antica della città, con case in pietra, alte mura e vicoli stretti. In una delle case più prestigiose di un tempo, è stato ricavato uno splendido albergo, l’Hotel Miranda. A Hydra si trova anche Villa Koundouriotis, costruita nel 1780 dalla famiglia Koundouriotis, una delle famiglie più illustri dell'isola, e meravigliosamente ristrutturata nel 1990. Lazaros Koundouriotis era un armatore che si dedicò interamente alla rivoluzione greca contro il giogo turco, utilizzando la propria nave e la propria fortuna per finanziare e aiutare la Guerra di Indipendenza. L'edificio conserva gran parte della qualità di una casa funzionante, all'interno della villa sono esposti cimeli (mobili, specchi, ritratti, ...) della famiglia Koundouriotis e vari oggetti provenienti dalle collezioni storiche e di folklore del Museo di Storia Nazionale di Atene, ed anche costumi, gioielli, ricami, ceramiche, sculture in legno e dipinti dagli artisti greci Periklis e Konstantinos Byzantios.


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    foto:exploring-greece.gr

    Vicino alla Villa Koundouriotis si trova la Chiesa di Ypapanti, con il suo legno intagliato e le icone religiose popolari, una chiesa del 1870. La chiesa è stata costruita da Lazaro Demetrio Kokini. Nel cortile si trova la tomba del poeta Miltos Sachtouris (1919 - 2005).

    Il villaggio di pescatori di Kaminia, un piccolo, naturale e pittoresco porto pieno di barche da pesca, distante da Hydra 1 km verso sud-ovest, costruito sulle pendici della catena montuosa Ere; Kaminia è una bellissima e pacifica località con le case tradizionali e strutture turistiche. Negli ultimi anni, a causa della crescita dell'insediamento, si è lentamente espansa verso il porto, quasi unendosi capitale. A Kaminia, sulla collina Rachi-Kaminiou, si trova anche la Chiesa della Vergine di Myrtidiotissa, prima dedicata a Agios Georgios (San Giorgio) di Papakokkinou. Poco oltre Kaminia, c'è il villaggio di Vlychos, un pittoresco borgo costiero, con splendidi panorami e tramonti magnifici, ideale per il turismo familiare. Luminose case bianche sono sparse nella località, fino alle colline sopra le spiagge; qui si trovano anche le chiese di San Charalambos, quella dei Santi Karpou e Papylou, e quella di San Paraskevi. Nelle vicinanze ci sono due pittoresche taverne, "Marina" e "Enalion", che offrono piatti a base di pesce fresco, e tradizionali negozi di alimentarie.


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    foto:tripadvisor.com

    A Vlychos si trova Monastero di Moni Agias Efpraxias. A circa 20 minuti a piedi da Vlychos si trova Palamidas, una vecchia fortificazione che un tempo difendeva l'isola.
    Verso nord-est si arriva alla baia di Mandraki, una spiaggia organizzata con sport acquatici in una stretta insenatura, che durante la guerra per l'indipendenza era utilizzata come porto militare. Vicino a Mandraki si trovano il Monastero di Agias Triadas, fondato nel 1704, e il Monastero di Agias Matronis. Verso sud-ovest, invece, sulla costa si trova l'insediamento di Molos, la più incontaminata spiaggia di Hydra (di difficile accesso sia per terra e per mare, quindi quasi deserta) e nell'interno quello di Episkopi.

    Monasteri


    Nell'impervia parte orientale dell'isola si trovano tre monasteri, ormai disabitati dal Settecento e raggiungibili soltanto dopo un lungo cammino. Il Monastero di Profitis Ilias ("profeta Elia") si trova nei pressi della cima più alta dell'isola, ed è stato costruito nel 1814 dai monaci "Kollyvades"; qui fu imprigionato per 4 mesi, nel 1825, Theodoros Klokotronis, eroe dell'indipendenza greca. Il monastero offre una fantastica vista sulla costa occidentale ed orientale dell’isola. Il monastero, vicino al quale si trova un bellissimo faro, ha una ricca biblioteca organizzato nel 1870 dall'abate Ierotheos Kostopoulos.


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    foto:exploring-greece.gr
    Sulla strada per il Monastero di Profitis Ilias, si può fare una piccola deviazione a destra per visitare la Chiesa Agios Konstantinos, in onore del Martire San Costantino, santo patrono di Hydra, martire del periodo dell'occupazione turca della Grecia. San Costantino si era convertito all'Islam quando viveva a Rodi, poi ritornò alla fede ortodossa, e le autorità turche lo imprigionarono per apostasia. A breve distanza del Monastero di Profitis Ilias si trova la montagna più alta di Hydra, Eros (altitudine 588 m): da qui si ha una bella vista panoramica dell'isola e delle isole del golfo Argo-Saronico.

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    foto:panoramio.com

    Il Monastero di Agia Eupraxia è un monastero femminile, costruito a poca distanza da quello di Profitis Ilias, ad un'altitudine di 500 metri circa. Il monastero, costruito nel 1865 da Gioni-Dokos per sua figlia (una suora), è circondato da pini e cipressi e offre una vista spettacolare. Il cortile interno, ricco di rose, ha l'atmosfera tranquilla di un santuario. Qui si riposano i resti di Iacovos Tombsis, primo ammiraglio di Hydra.


    Sul lato est di Hydra e verso il golfo Argo-Saronico, presso l'altopiano di Anno Zourva, si trova il Monastero della Vergine Maria di Zourva, costruito nel 1814. Per arrivarci è necessario prendere un taxi - boat dalla cittadina di Hydra: in 35 - 40 minuti si arriva al porto Lediza, che si trova sotto al monastero. Il momento migliore per salire è al mattino, perchè le temperature, specialmente in estate, sono più fresche. Dal porto Lediza al monastero ci sono 40 minuti circa di camminata: arrivati al monastero, il paesaggio ricompenserà lo sforzo e la fatica. La discesa per il ritorno è sicuramente più rilassante. All'estremità sud-occidentale dell'isola, vicino alla località di Limnioniza, sul fianco della montagna Ompari si trova il Monastero di Agios Nikolaos (di San Nicola), del XVII secolo. La chiesa è in stile bizantino con una cupola ottagonale. Il monastero ha avuto un periodo di massimo splendore dopo la rivoluzione del 1821. Dopo la guerra del 1940 andò verso declino, fino alla sua chiusura, quando morì l'ultimo monaco, il beato Arsenio Vetimis. Nel 1983, con il sostegno della Chiesa ortodossa, venne trasformato in un convento.


    hydra
    foto:viaggi-lowcost.info

    Sentieri sull'isola

    Hydra è un vero paradiso per chi ama camminare. Un semplice giro per l'isola rivela ogni sorta di bellezze nascoste. Vi sono sentieri tortuosi senza fine, abbaglianti nei loro ciottoli bianchi, che portano a borgate pittoresche con vecchie case affascinanti e il Monastero del Profeta Elia, con le sue fantastiche viste. Vi sono oltre dieci sentieri sull'isola, quindi chi desidera esplorarla a piedi ha solo l'imbarazzo della scelta. Tutto ciò che serve è lo stato d'animo giusto, un paio di scarpe da ginnastica, un cappello, occhiali da sole e uno zainetto leggero per portarsi l'acqua da bere. Ecco alcuni due dei più bei sentieri di Hydra.

    Al Monastero del Profeta Elia

    Ogni visitatore di Hydra soccombe al fascino dei sentieri abbaglianti nei loro ciottoli bianchi, che portano a case storiche imponenti, da cui ammirare qualche porticciolo pittoresco e l'azzurra vastità del mare. Uno dei percorsi più amati dell'isola è quello che conduce al Monastero del Profeta Elia, subito sotto il picco chiamato Eros. Lungo il cammino verso la vetta ci sono numerosi punti in cui sostare e godersi la vista del porto, del panorama dell'isola e delle acque infinite di questo mare blu. Il sentiero inizia al porto e segue la strada che esce dalla città in direzione Kala Pigadia, poi si segue la strada interna in salita fino agli incroci che segnalano la direzione verso il Monastero del profeta Elia e il picco Eros. Quindi si prende la strada che attraversa una pineta e poi diventa sterrata. Dopo circa venti minuti si giunge ai gradini che portano al Monastero di Agia Matrona, su un fianco ripido della collina. Salendo i gradini di pietra fino al monastero, si entra nel bel cortile dove viene dato il benvenuto ai turisti con deliziosi loukoumi (dolci di origine turca) e un rinfrescante bicchier d'acqua. Da qui si possono godetere le viste panoramiche prima di riprendere il cammino in discesa. La salita al monastero necessita di circa un'ora e mezza - due ore, mentre la discesa non durerà più di un'ora e un quarto.

    Dal porto di Hydra a Palamidas

    Per chi ama camminare ammirando il mare, il tratto più attraente di Hydra inizia dal pittoresco porto e conduce a Kamini, un altro porto che ha conservato perfettamente l'atmosfera della vecchia Hydra. È qui che nel 1957 è stato girato il famoso film "Il ragazzo sul delfino", con Sophia Loren; la pellicola racconta la storia di Fedra, giovane pescatrice di spugne dell'isola di Hydra, che un giorno, mentre compie un'immersione, trova un frammento di statua antichissima raffigurante un fanciullo che cavalca un delfino, grazie alla quale conosce il giovane archeologo americano James Calder, di cui si innamora.
    Il film donò all'isola una fama internazionale; sono stati poi girati altri film sull'isola, come il greco "Phaedra" (1962), la commedia di Hollywood, "Island of love" (1963), l'horror "Incense for the Damned" (1970), il thriller francese "The Blue Villa" (1995) e il drammatico "Fugitive Pieces" (2007). Lungo il percorso vi sono numerosi punti in cui fermarsi e scattare foto. Il momento più magico del giorno è probabilmente il crepuscolo, quando si può ammirare la bellezza del tramonto guardando verso la piccola isola di Agios Nikolaos e intravedendo in distanza il profilo delle colline del Peloponneso.
    Lungo il cammino per Kaminia si attraversa Kanonia, Periptero e Spilia, e le vecchie case dei marinai nel distretto di Avlaki. Poi si salgono i gradini e si continua sul sentiero, attraversando un ponticello che conduce alla baia di Vlychos, con la sua spiaggia organizzata e la cappella di Agia Paraskevi, su una roccia vicino alle onde. Il sentiero continua attraverso il villaggio di Vlychos e lungo un percorso ombreggiato che porta a Plakes, un piccolo insediamento di case in pietra con spiaggia organizzata, hotel e ristorante. Proseguendo si giunge a Palamidas, spiaggia di ciottoli con acque cristalline. Il percorso dura circa un'ora.




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    monastero di Porfitis Elias.


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    foto:hydrahomes.com

    Vlikos

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    foto:tripadvisor.com

    Kastèllo

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    foto:viaggiando.blogfree.net


    Le spiagge dell'isola sono contrassegnate da ciottoli, rocce e sabbia non molto fine, ma il mare è trasparente e limpido.

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    foto:qspiagge.it
    Bisti

    Hydra conta numerose spiaggette per lo più di ciottoli con acque profonde e pulite, quasi sempre contornate da alte scogliere: alcune sono vicino alla cittadina Hydra, altre un po' più remote e isolate, raggiungibili solo in barca. Le più rinomate si susseguono ad ovest del capoluogo in direzione del roccioso isolotto di Dokos. Fuori dal porto principale di Hydra, verso il pendio roccioso, si trova una bella spiaggia rocciosa, Spilia ("grotta"), dove l’acqua pulita e chiara, ideale per le immersioni. Accanto a Spilia, la spiaggia rocciosa Hydroneta è raggiungibile a piedi da Hydra. Al di sotto dei Cannoni di Hydra si trova il ristorante "Sunset". Avlaki Bay, distante da Spilia solo 5 o 10 minuti a piedi, si trova lungo la strada costiera, in una baia protetta. L'acqua qui è profonda, calma e chiara; Avlaki tende ad essere meno affollata di Spilia. Presso il villaggio di Kaminia, accanto alla spiaggia Megalo ("grande") Kaminia, si trova Mikro ("piccola") Kaminia, una bella spiaggia di ciottoli, ideale per i bambini e gli sport acquatici. Appena passato il porto di Kaminia, c'è un'altra spiaggia di ciottoli che si trova proprio di fronte al vecchio arsenale, recentemente restaurata con un ristorante e un bar chiamato Castello. Questa spiaggia è circondata da alcune taverne e per la sua sicurezza e le sue acque chiare poco profonde, è un luogo ideale per famiglie e bambini. Vlichos, a 2 km da Hydra, è una spiaggia con sassolini e acque chiare, vicino alla quale si trova il piccolo santuario di San Haralampos, può essere raggiunta in 40 minuti percorrendo un sentiero a piedi o via mare utilizzando il servizio di taxi – boat da Hydra, A pochi passi dalla spiaggia si trovano un bar e un ristorante, gestiti dal Fourseason Suites Hotel, che offrono rinfrescanti succhi di frutta e piatti dai sapori mediterranei. Ci sono anche due taverne, una con vista sulla spiaggia (Enalion) e l'altra con vista sul mare (Marina), e un piccolo negozio. Chaise longue e ombrelloni sono disponibili a noleggio. Palamidas è raggiungibile attraverso un ponte del XVII secolo, vicino alla quale si trovano la residenza della famiglia Boulgaris e l'antica residenza del pashà turco. Molos, una spiaggia rocciosa immerso in un grande baia riparata, può essere raggiunta a piedi oppure utilizzando il servizio di taxi - boat; è una spiaggia graziosa e calma, ideale per rilassarsi. Bisti, una spiaggia di ciottoli bianchi, si trova nella baia più a sud dell 'isola ed è circondata da alte rocce. Anche qui ombrelloni e sedie a sdraio sono disponibili a noleggio. All'estremità sud-orientale dell'isola, all'interno di una baia protetta circondata da pini ombrosi, si trova la spiaggia di ciottoli di Agios Nikolaos ("San Nicola"), attrezzata con grandi ombrelloni di paglia, sdraio con tavolini. C'è anche un piccolo bar dove è possibile acquistare bevande e snack. " Stamatis ", la barca che porta a Agios Nikolaos, parte dal porto di Hydra; il viaggio dura circa 30 minuti.


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    foto:qspiagge.it

    Spilia , spiaggia rocciosa con acque di un profondo blu e una bellissima vista panoramica sulla baia.


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    foto:ateniesipercaso.com
    Hydronetta, spiaggia con molti ciottoli.


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    foto:wikimedia.org

    Milkro Kamini, piccola baia che nonostante i ciottoli è una delle spiagge preferite per la limpidezza delle acque, si trova presso il villaggio di pescatori di Kamin,


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    foto:viaggiando.blogfree.net
    Vliho, piccola località con piccole case bianche irte sulla roccia.belli la spiaggetta con acque trasparenti e il Santuario di San Haralampos. Nelle vicinanze, dopo aver attraversato un antico ponticello del XVII secolo, da non perdere le spiagge di Palamidas (spiaggia con sabbia), Molos e San Giorgio (quest'ultima prende il nome dalla chiesetta di San Giorgio.


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    foto:it.wikipedia.org
    Palamidas


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    foto:booking.com
    Molos


    San Giorgio.
    È situato fra due colline con i pini, colore di acqua stupefacente ed aumenta dalla spiaggia che potete trovare la chiesa di San Giorgio.

    San Nicola, luogo preferito per le immersioni.

    Nisizi

    Klimaki

    È una bella, piccola, spiaggia, la scelta perfetta se avete piccoli bambini se gradite gli sport acquatici. Nell'area potete trovare molti tavernas ed il caffè.

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    foto:qspiagge.it
    Limnioniza
    È situato dopo capo Rigas, lo sceglie se gradite il subacqueo, è la spiaggia più bella della parte del sud dell'isola.

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    foto:.panoramio.com
    Mandraki

    Potete raggiungerlo a piedi,è una spiaggia organizzata e potete trovare gli sport acquatici come il windsurf, la corsa con gli sci.


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    foto:hydrahomes.com



    Si può godere di ottimo cibo greco in una delle pittoresche taverne su una spiaggia dell'isola o negli affascinanti vicoli di Hydra, seguito da drink e musica in uno dei deliziosi baretti.
    Pirate bar, sul molo di Hydra, è uno snack bar con spuntini costituiti da insalata greca ma anche gnocchi con salsa di lardo soffritto, formaggio e limone, piatto molto apprezzato dai greci. Dall'altra parte del molo si trova Isalos Café - in una posizione piacevole per ammirare il porticciolo dell'isola e veder passare gli scafi che animano le acque -, bar specializzato in colazioni e brunch. Spilia Café si trova invece su uno sperone roccioso che limita l'omonima spiaggetta; questo locale senza pretese attira soprattutto giovani all'ora del tramonto.



    fonte:travelling-cities-europe.blogspot.it


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    foto:ermioni.info

    Proprio ad Ermioni sorge la villa della famiglia Swarovski e procedendo verso Idra si incontrano le ville del signor Bic (degli accendini), del signor Ariston (degli elettrodomestici), di Kiriaku (il proprietario delle reti televisive greche) e di parecchi armatori… Intorno a noi vediamo solo casettine bianche, negozietti di artigianato locale e pescherecci. Non ci sono locali alla moda, né negozi di souvenir, né automobili. A idra infatti il tempo si è fermato a parecchi anni fa e non si può neanche circolare con i mezzi a motore perché gli unici mezzi di trasporto esistenti sono i muli che, come auto a noleggio, sono “parcheggiati” lungo il porto. Su quest’isola si sente ancora il sapore della Grecia intatta: nelle viuzze che si susseguono si sente l’odore delle spezie e dei fiori, nei bar con le terrazze all’aperto si vedono gli abitanti dell’isola che, con la loro tipica flemma, sorseggiano il famoso nescafè frappè o bevono un bicchierino di ouzo e nei bellissimi negozietti di artigianato si possono comprare spugne di mare, saponette all’olio d’oliva greco, tessuti, gioielli e sculture in legno d’ulivo. L’isola è molto piccola, ha una superficie di 50 km quadrati e, oltre al paesino chiamato come l’isola stessa, comprende pochi villaggi: Kamini, Vlychos, Mandraki, Molos e Episkopi. La popolarità di Idra è legata alle sue vicissitudini storiche, l’isola ha svolto infatti un ruolo da protagonista negli anni della rivoluzione, perché insieme a Spetses, ha guidato la rivolta. Nella zona più alta della città, dove ci sono i cannoni e il museo storico, si può ammirare ancora la statua di Andreas Miaoulis, eroe della guerra d’indipendenza greca. Ma a proposito di statue! Poco distante dal porto troviamo anche la statua “il ragazzo sul delfino” dedicata al Film di Fellini con Sofia Loren, ambientato proprio ad Idra. Un’altra particolarità dell’isola consiste nella massiccia presenza di chiese: ce ne sono circa 300 e le più belle sono quelle di San Costantino, della Vergine Maria e di San Giovanni. Anche i monasteri, con le collezioni di icone e affreschi, sono davvero imperdibili. Per quanto riguarda invece il mare, a Idra non ci sono spiagge vere e proprio, ma piuttosto calette nascoste dove si può godere di un mare blu, limpido e pulito. In alcune particolari zone ci sono addirittura delle grotte da cui è possibile fare i tuffi! Se si vogliono invece raggiungere le spiagge più belle dell’isola, bisogna muoversi con i muli o via mare e circumnavigare Idra. Le spiagge che ci sono piaciute maggiormente sono quelle di Spilia, con acque di un profondo blu e una bella vista panoramica sulla baia, Hydronetta, la spiaggia di sabbia di Palamidas e la spiaggia di San Nicola, base ideale per le immersioni.



    fonte: turistipercaso.it
     
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  14. tomiva57
     
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    mappa-spetses
    foto: viaggiandoingrecia.it


    Isola di Spètses



    L'isola di Spetses è la più lontana da Atene tra le isole Saroniche. La superficie è di cieca 23 kmq. è una delle isole più gettonate dai turisti attratti non solo dalle spiagge, dalle pittoresche baie ma anche dalle bellissime case costruite da ricchi armatori, dai reperti archeologici e dal fatto che il traffico è limitato e sull'isola ci si muove con cavalli, muli, asini e imbarcazioni via mare.
    Spetses, come Idra, durante la Rivoluzione Greca 1821 era un punto chiave della guerra contro l'Impero Ottomano, fu la prima isola che issò la bandiera dell'indipendenza.

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    foto:girltalkhq.com

    Vicino al porto vi è la casa dell'eroina dell'indipendenza Laskarina Bouboulina, ammiraglio e comandante della flotta che combatte contro gli Ottomani e madre di 6 figli.
    Storicamente veniva chiamata Pityoussa e deve il suo nome moderno ai veneziani che la soprannominavano Isola delle Spezie per i profumi delle erbe aromatiche coltivate.

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    foto:caosvideo.it
    A seguito della novella di John Fowles "The Magus" ambientata sull'isola vi sono molte persone che vengono a visitare i luoghi.


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    foto:aferry.co.uk
    L'area del porto è chiamata Dàpia, ha una pavimentazionefatta di sassi levigati bianchi e neri.

    L'isola di Spetses è famosa per le caratteristiche case bianche tipiche della zona, con i loro cortili che con la loro pavimentazione di sassi formano dei magnifici mosaici.

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    foto:isole-greche.it
    Vi sono molti palazzi e maestose Ville in stile veneziano, con tetti a tegole, balconate in legno e mura dai colori vivaci.

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    foto:it.depositphotos.com

    Cattedrale Ortodossa di Agios Nikolaos, San Nicola. del 1805, situata presso il porto di Baltiza, ha il campanile di marmo di Tinos e il cortile con la pavimentazione a mosaico. all'interno vi sono custodite Icone bizantine raffiguranti San Nicola


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    foto:ferries-greece.com
    Chiesa di Agia Marina, si erge sulla scogliera, con una cappella dai colori bianchi e rosa


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    foto:exploring-greece.gr

    Chiesa Bizantina di Agia Triada, nel quartiere di Kastelli


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    foto:greeka.com

    Chiesa di Panagia Armata del XIX secolo, con la cappella dai toni bianco-gialle, fu edificata in onore della battaglia di Argolis dove venne sconfitta armata Ottomana,
    Si può ammirare dall'esterno il bellissimo panorama sul porto

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    foto:manessistraveldmc.com

    Museo di Apetses, presso il Palazzo Hatzigiannis Mexis vi si può ammirare la ricca collezione di reperti che narrano la storia e la cultura dell'isola, sculture, dipinti e documenti storici.



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    foto:greeka.com

    Museo Bouboulina, dedicato all'eroina Laskarina Bouboulina.

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    foto:athensattica.gr

    Casa Sotirios Anargyros, ha un ampio giardino, alberi di palme, viali ciottolati, è situata al centro di Dapia.


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    foto:spetsesdirect.com

    Spiaggia di Kaiki, molti ciottoli

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    foto:greek-islands.us

    Spiaggia di Paraskevi con sabbia dorata


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    foto:yourgreekisland.com

    Spiaggia Paradiso ad Avia Marina

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    foto:qspiagge.it


    Spiaggia di Ayios Anargyri


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    foto:qspiagge.it
    Spiaggia Ayia Paraskevi, la preferita dai locali per la sabbia dorata e gli alberi di pino giusto presso la spiaggia.


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    foto:spetsesdirect.com


    Presso la Baia di Zogheria le spiagge di



    Lazareto

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    foto:spetsesdirect.com

    Zogheria


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    foto:greeka.com

    Vrellos







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    foto:isole-greche.it


    L'isola di Spétses è ricca di cipressi, pini e oleandri. Ha pittoresche carrozzelle che attraversano i suoi vicoli, case bianche incorniciate da lussureggianti bouganville e cortili lastricati di ciottoli. Il porto antico è molto bello, con decine di pescherie, taverne e negozi di artigianato. Isola di grande e celebre storia, importante tradizione navale e culturale, situata proprio all’entrata del golfo Saronico e di fronte alle coste di Ermionide a Peloponneso.
    La pittoresca città dai elementi architettonici molto particolari, specialmente le palazzine signorili, è molto ricca di vegetazione, con i cortili delle case colme di buganville. Tutto questo quadro, insieme alle sue acque cristalline e le sue belle spiagge donano a Spetses un fascino particolare. L’isola è di un carattere molto cosmopolita, ma nello stesso tempo è all’altezza di soddisfare ogni tipo di turismo. Spetses è stata la terra natale di personalità importanti della vita politica greca, in diversi periodi di tempo. La città di Spetses ha parecchi bar e locali e ci sono molti caffè, piccoli e belli, al porto. ristoranti servono principalmente piatti greci, ma ci sono anche alternative internazionali. Esplorate la città e trovate quello che fa per voi, ma ricordate che i migliori posti sono quelli in cui è pieno di greci. Trovate monili, oggetti d'arte, icone, tappeti, tessuti, vestiti e lavori in pelle nei molti negozi della città di Spetses.

    LE SPIAGGE

    Aghia Marina a due chilometri a sud-est di Dapia, la spiaggia di Aghia Marina e la più popolare dell’isola che, si vede da una piccola cappella rosa e bianca dallo stesso nome e che e circondata da palme, pini e cipressi. La spiaggia e sabbiosa ed ha pochi metri di ciottoli vicino alla costa; offre la possibilità di praticare una vasta gamma di sport acquatici e la possibilità di affittare ombrelloni, sedie a sdraio. Nei pressi vi sono un bar e varie taverne graziose dove si può godere un eccellente cibo. Aghia Marina può essere raggiunta tramite barca-taxi, a piedi e con autobus locale. La sua alta popolarità e la sua vicinanza alla città la rende affollata, specialmente durante l’alta stagione. Sono state scavate ad Aghia Marina tracce di un precedente insediamento umano, come anche vasi d’argilla, statuette e rovine di un muro fortificato, tutti risalenti alla Prima Età del Bronzo.

    Zogheria si trova in una graziosa insenatura piena di un fitto bosco di pini verdeggianti. Per quelli del posto, Zogheria e la più bella spiaggia di Spezes, nessun’altra può resistere al confronto. Sabbia, ciottoli, rocce coprono l’insenatura e discendono nelle acque profonde, di color zaffiro. Un sentiero con terra porta alla spiaggia, sovrastata da una cappella dipinta di bianco e da una taverna; barche-taxi sono il modo piu veloce per raggiungere questo posto da paradiso. Nei giorni chiari con atmosfera pulita da Zogheria si può vedere Nafplio, costituisce una vista attraente da mozzafiato.

    Aghioi Anarghiri situata nella costa sud-ovest di Spezes, a 10 chilometri da Dapia, Aghii Anarghiri e una delle piu grandi e piu sviluppate spiagge dell’isola. Si estende in un’insenatura accessibile ed e una spiaggia con sabbia e ciottoli con acque profonde ideale per sport acquatici. Varie taverne eccellenti si possono trovare nell’area, poco lontano dalla spiaggia. La spiaggia di Aghii Anarghiri può essere raggiunta attraverso autobus locali o barche-taxi.


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    foto:greece.com

    Insenatura di Bekiri raggiungibile dalla spiaggia di Aghii Anarghiri la bellissima insenatura di Bekiri e un posto storico famoso che i partigiani e i capi rivoluzionari greci usavano come posto per nascondersi durante la guerra di Indipendenza (1821).

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    foto:cycladia.com

    Vrellos anche conosciuta come “Paradiso”, Vrellos e una graziosa spiaggia con sabbia e pietre circondata da un fitto bosco di pini, sulla costa occidentale dell’isola. Questo bellissimo posto può essere raggiunto tramite strada o barche-taxi. Da qui si può camminare attraverso gli alberi per il Profeta Ilias, il più alto punto dell’isola che si innalza ad un’altitudine di 248 metri.

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    foto:greeka.com

    Xilokeriza si trova a sud-est della costa di Spezes, a 8 chilometri da Dapia. E’ raggiungibile tramite un sentiero con terra e da barche-taxi che la collegano alla citta di Spezes. E’ una delle meno sviluppate spiagge dell’isola che offre sabbia e ciottoli e una piccola taverna.

    Aghia Paraskevi spiaggia con sabbia e ciottoli di Aghia Paraskevi si trova in un’insenatura protetta nella costa occidentale di Spezes, a 12 chilometri da Dapia. Sotto l’ombra di un bosco di pini, la spiaggia offre facilitazioni per sport acquatici ed uno snack bar. La spiaggia di Aghia Paraskevi prende il nome dalla cappella a forma di cubo che si trova a pochi metri dalla costa. Questo posto grazioso ma quasi affollato può essere raggiunto dalla strada o tramite barche-taxi.


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    foto:greece.com

    Ligoneri si trova ad occidente di Dapia ed e raggiungibile tramite autobus o barche-taxi. Ha sabbia e ciottoli colorati e acque profonde e blu.

    DA VISITARE

    Spetses, è il capoluogo dell’isola ed anche il suo porto principale. All’interno della capitale di Spetses non è permessa la circolazione di auto private. Le pittoresche carrozzelle portano i visitatori ad ogni angolo della città.


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    foto:jassu.com

    La storica Dapia, al porto di Spetses. Vecchia postazione di cannoni e punto di ritrovo degli Arconti dell’isola durante la storica rivoluzione del 1821.


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    foto:rainbowviaggi.it

    La casa signorile di Chatzigianni Mexi, maggiorente dell’isola durante la rivoluzione e senatore di Spetses dopo la liberazione. Sotto il tetto di questa casa, costruita nel 1795, alloggia il Museo di Spetses.

    La casa signorile di Mpoumpoulina membro importante della rivoluzione del 1821.

    La casa signorile di Sotirios Anarghyrou, grande mercante e benefattore dell’isola.

    Il Faro, sulla punta del vecchio porto. Il Duomo di Aghios Nikolaos, sulla strada verso il vecchio porto.



    fonte: viaggiandoingrecia.it
     
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  15. gheagabry
     
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    grazie
     
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