MARTIN SCORSESE

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. nicoletta-SS
     
    .

    User deleted


    Martin Marcantonio Luciano Scorsese (New York, 17 novembre 1942) è un regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense, di origini italoamericane.

    oscar_95


    Esponente della New Hollywood, è considerato uno dei maggiori registi della storia del cinema. Temi centrali dei suoi film sono la colpa, il peccato e la religione. Il suo stile, spesso caratterizzato da sequenze virtuosistiche e violenza iperrealista, trae ispirazione dalla Nouvelle Vague francese, dal Neorealismo italiano e dal cinema indipendente di John Cassavetes. Rilevanti nella sua carriera i sodalizi con Robert De Niro e Leonardo Di Caprio.



    Biografia
    Gli iniziMartin Scorsese nasce il 17 novembre 1942 a Flushing (NY) da Luciano Charles Scorsese e Caterina Cappa, ma fin da bambino si trasferisce con la famiglia nel Queens. I nonni emigrarono dalla Sicilia ed esattamente da Polizzi Generosa e da Ciminna, paesini in provincia di Palermo, agli inizi del XX secolo.

    Scorsese coltiva fin da piccolo una passione per il cinema, complice anche l'asma, malattia che durante gli anni giovanili gli procurò non pochi problemi, limitandolo anche nelle attività sportive. Dato che non possiede una cinepresa disegna storyboard di film immaginari, con tanto di cast sontuosi.

    Verso il 1956 studia per diventare prete, ma cambia presto idea, e nel 1960 si iscrive al corso di cinematografia della New York University, dove dirige i suoi primi cortometraggi, in 16 mm, tra cui La grande rasatura, corto simbolo per un'intera generazione di cineasti della New Hollywood, il quale è alla base di tutta la filmografia scorsesiana (i caratteri contenuti in questo cortometraggio saranno sempre presenti in tutti i lavori successivi del regista italo-americano).
    Il primo lungometraggio ha una gestazione complicata. Nel 1965, grazie ad un prestito della NYU, inizia le riprese di un film intitolato Bring On the Dancing Girls, ma lo interrompe perché non piace a nessuno.[senza fonte] Nel 1967, dietro consiglio del suo professore Haig Manoogian, riprende a lavorare al film, girando in 16 mm e intitolandolo I Call First. Dopo aver aggiunto una sequenza erotica, dietro consiglio del produttore, Scorsese fa uscire il film nel 1969, con il titolo definitivo Chi sta bussando alla mia porta?. Il film è interpretato da Harvey Keitel, e segna l'inizio della collaborazione di Scorsese con la produttrice Barbara De Fina e la montatrice Thelma Schoonmaker.
    Durante le vicissitudini di Chi sta bussando alla mia porta? Scorsese viene chiamato a dirigere I killers della luna di miele, ma dopo una settimana di riprese viene sostituito da Leonard Kastle.
    Nel 1970 partecipa alla realizzazione del film documentario Woodstock, come assistente alla regia e come supervisore del montaggio. Lo stesso anno dirige il documentario militante Scena di strada 1970, riguardante le manifestazioni contro la guerra del Vietnam.
    Agli inizi degli anni settanta lascia New York per Hollywood, ed entra nella factory di Roger Corman. Il primo lavoro che riceve una vasta distribuzione viene prodotto proprio dalla American International Pictures di Corman: America 1929 - Sterminateli senza pietà (1972), con Barbara Hershey e David Carradine.

    I primi successi
    Il primo successo importante lo ottiene l'anno successivo con Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno, girato con lo stesso staff del film precedente. Nella pellicola compaiono per la prima volta alcuni dei tratti stilistici principali tipici della produzione del regista americano: dal punto di vista umano, i protagonisti sono non solo persone comuni, spesso quasi banali, ma veri e propri antieroi emarginati, mentre dal punto di vista artistico Scorsese ricorre ad una fotografia insolita, assecondata dalla particolare regia e dalla musica popolare (la colonna sonora include tra l'altro una versione della canzone napoletana Maruzzella); inoltre, spesso in gioco sul grande schermo ci sono degli opposti, come la religione e la vita dei gangster.

    Da non sottovalutare anche il fatto che, tra le altre cose, il film segnò l'inizio della prolifica collaborazione di Scorsese con Robert De Niro, presentatogli da Brian De Palma, che diventerà l'attore-feticcio di Scorsese e protagonista di alcuni dei suoi film più importanti.
    Dopo aver subito alcune critiche, secondo le quali non avrebbe saputo girare un film di donne, gira come risposta Alice non abita più qui (1974), e la protagonista Ellen Burstyn vince il premio Oscar come migliore attrice.
    Il film successivo fu Italoamericani (1974), che Scorsese ha sempre dichiarato essere il suo favorito tra le sue pellicole. Si tratta di un documentario sui suoi genitori, che lancia uno sguardo sulla vita degli immigranti italiani a New York, nel quartiere italiano Little Italy

    I grandi capolavori
    Tornato alla sua amata città, Scorsese iniziò a sviluppare l'idea per quello che poi sarebbe diventato uno dei suoi film più importanti, Taxi Driver, acclamato da critica e pubblico come un capolavoro fin dalla sua prima apparizione. Nel ruolo del tassista appare di nuovo Robert De Niro, ed il film vinse la Palma d'oro al Festival di Cannes del 1976.

    Successivamente Scorsese dedica alla propria città un intero film, New York, New York (1977), un musical che vede ancora l'attore italoamericano, affiancato da Liza Minnelli, nel ruolo del protagonista. Nonostante il progetto ambizioso ed un ottimo cast, questa pellicola non ottenne un buon riscontro, e venne addirittura considerato da molti come un film non riuscito.
    camelot-poster-3
    Riuscì a riprendersi grazie ad un nuovo progetto già in cantiere, un documentario sull'ultima esibizione live del gruppo musicale The Band. Nel film appaiono volti celebri come Muddy Waters, Bob Dylan, Van Morrison, Eric Clapton, Neil Young e molti altri. Il risultato lo si può ammirare nel film-concerto L'ultimo valzer (1978), che riscosse un grande successo nei festival e tra gli amanti della musica rock, facendo risalire le quotazioni di Scorsese, che però attraversò un periodo di depressione e nel settembre 1978 fu ricoverato in ospedale, in seguito a un'emorragia interna. Si riprese grazie anche all'aiuto di De Niro, che gli propose di girare Toro scatenato, la biografia del pugile italoamericano Jake LaMotta, ispirato alla sua autobiografia.

    Toro scatenato, girato per ragioni artistiche interamente in bianco e nero, divenne in breve un vero e proprio film cult, ed è considerato tra le pietre miliari del cinema statunitense. Per interpretare l'ex-pugile in declino, Robert De Niro, ancora una volta protagonista per Scorsese, ingrassò di 30 chili, arrivando ad avere problemi di salute negli ultimi giorni delle riprese (che furono affrettate per permettere all'attore di tornare in salute). La metamorfosi gli valse il premio Oscar come miglior attore, il secondo che si aggiudicò la pellicola dopo quello al miglior montaggio di Thelma Schoonmaker.
    La coppia Scorsese-De Niro, però, non terminò ancora il sodalizio artistico, ma diede vita ad un altro film pochi anni dopo, Re per una notte, un ritratto impietoso degli atteggiamenti paradossali dettati dalla ricerca della gloria. Nel film appare un inedito Jerry Lewis, in un insolito ruolo drammatico.
    Nel 1985 Scorsese gira un piccolo film indipendente, Fuori Orario, considerato uno dei suoi gioielli. Il film vince la Palma d'oro per la miglior regia al Festival di Cannes del 1986.



    I due kolossal e l'Oscar del 2007
    Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio, Cameron Diaz, 2002La scelta di Schrader alla sceneggiatura viene riconfermata con il film successivo, un kolossal girato quasi interamente negli studi di Cinecittà a Roma (scenografie di Dante Ferretti): Gangs of New York, film che Scorsese aveva in mente sin dal 1970, e che dopo tante vicissitudini realizza tra il 2000 e il 2001, (ma che esce solo nel 2002 a causa degli attentati alle Torri Gemelle di New York l'11 settembre 2001) un affresco sulla storia delle radici di New York, e degli Stati Uniti. Tra i protagonisti Leonardo DiCaprio (con cui stringerà un ottimo sodalizio professionale), Daniel Day Lewis e Cameron Diaz.
    Nel 2003 produce una serie di documentari per l'emittente statunitense PBS, intitolata The Blues. Ne dirige il primo capitolo (Dal Mali al Mississippi ) e produce i successivi sei, affidandoli a registi del calibro di Wim Wenders e Clint Eastwood.
    Nel 2004 è la volta di The Aviator, basato sulla vita della leggenda di Hollywood Howard Hughes, per il quale il protagonista Leonardo DiCaprio ha vinto il Golden Globe come miglior attore e Cate Blanchett l'Academy Award come migliore attrice non protagonista. Anche in questo caso si è trattato di una produzione imponente, premiata con ben 5 Oscar, di cui 4 in categorie tecniche: miglior fotografia (Robert Richardson), miglior montaggio (Schoonmaker), miglior scenografia (Ferretti-Lo Schiavo), migliori costumi (Sandy Powell). Scorsese fallisce però l'appuntamento con la statuetta per il miglior regista e il miglior film, a causa del trionfo di Million Dollar Baby di Clint Eastwood.
    Segue The Departed - Il bene e il male, uscito nell'autunno del 2006, remake del film di Hong Kong del 2002 Infernal Affairs. Il film vede consolidare il sodalizio artistico con Leonardo DiCaprio, nel quale Scorsese sembra aver trovato il suo nuovo "attore-feticcio"; da notare che DiCaprio gli era stato segnalato proprio da Robert De Niro, con il quale il regista aveva precedentemente formato una coppia inossidabile. Per questo lavoro Scorsese riceve l'Oscar come miglior regista e la pellicola viene premiata anche come miglior film, sceneggiatura non originale (a William Monahan) e montaggio (sempre alla Schoonmaker).



    Produzioni recenti e Golden Globe alla carriera
    Il 17 gennaio 2010 ha ricevuto il Golden Globe alla carriera.
    Il suo ultimo lungometraggio è Shutter Island, film di genere thriller, uscito il 5 marzo 2010.
    Ha iniziato nel 2007 la preparazione di un film sulla vita di George Harrison; secondo il regista, la musica dell'ex Beatles è "una ricerca spirituale". Parlando sempre di leggende della musica, nel 2005 ha realizzato il documentario No Direction Home, dedicato a Bob Dylan, e nel 2008 Shine a Light, dedicato ai Rolling Stones.

    Edited by gheagabry - 1/1/2012, 17:09
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    image


    Martin Scorsese e Di Caprio di nuovo insieme sul set

    Martin Scorsese e Leonardo Di Caprio di nuovo insieme sul set. E' la loro quinta volta. Scorsese infatti ha già diretto Di Caprio in ben 4 film di successo:

    La notizia, riportata da Variety, è che Leonardo Di Caprio sarà il protagonista del nuovo film di Martin Scorzese .

     
    Top
    .
  3. gheagabry
     
    .

    User deleted



    Filmografia



    Regista

    Film

    Chi sta bussando alla mia porta? (Who's That Knocking at My Door) (1969)
    America 1929 - Sterminateli senza pietà (Boxcar Bertha) (1972)
    Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno (Mean Streets) (1973)
    Alice non abita più qui (Alice Doesn't Live Here Anymore) (1975)
    Taxi Driver (1976)
    New York, New York (1977)
    Toro scatenato (Raging Bull) (1980)
    Re per una notte (The King of Comedy) (1983)
    Fuori orario (After Hours) (1985)
    Il colore dei soldi (The Color of Money) (1986)
    L'ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ) (1988)
    Quei bravi ragazzi (Goodfellas) (1990)
    Cape Fear - Il promontorio della paura (Cape Fear) (1991)
    L'età dell'innocenza (The Age of Innocence) (1993)
    Casinò (Casino) (1995)
    Kundun (1997)
    Al di là della vita (Bringing Out the Dead) (1999)
    Gangs of New York (2002)
    The Aviator (2004)
    The Departed - Il bene e il male (The Departed) (2006)
    Shutter Island (2010)
    Hugo Cabret (Hugo) (2011)[4]
    Cortometraggi [modifica]
    Vesuvius VI (1959)
    What's a Nice Girl Like You Doing in a Place Like This? (1963)
    It's Not Just You, Murray! (1964)
    La grande rasatura (The Big Shave) (1967)
    Bad (1986) - Videoclip per Michael Jackson
    Armani 1 (1987) - Spot pubblicitario per Emporio Armani
    Armani 2 (1988) - Spot pubblicitario per Armani Profumo
    Somewhere Down The Crazy River (1989) - Videoclip per Robbie Robertson
    Lezioni dal vero (Life Lessons), episodio di New York Stories (1989)
    Made in Milan (1990)
    The Neighborhood, episodio di The Concert for New York City (2001)
    The Key to Reserva (2007)
    Bleu de Chanel (2010) - Spot pubblicitario



    Documentari

    Scene di strada 1970 (Street Scenes) (1970)
    Italoamericani (Italianamerican) (1974)
    Ragazzo americano (American Boy: A Profile of Steven Prince) (1978)
    L'ultimo valzer (The Last Waltz) (1976)
    Made in Milan (1990)
    Un secolo di cinema - Viaggio nel cinema americano di Martin Scorsese (A Personal Journey with Martin Scorsese Through American Movies) (1995)
    Il mio viaggio in Italia (1999)
    Dal Mali al Mississippi (Feel Like Going Home), episodio di The Blues (2003)
    Lady by the Sea: The Statue of Liberty (2004) - TV
    No Direction Home: Bob Dylan (No Direction Home) (2005)
    Shine a Light (2008)
    A Letter to Elia, co-regia di Kent Jones (2010)
    Living in the Material World (2011)



    Sceneggiatore

    Che sta facendo una ragazza carina come te in un posto come questo? (What's a Nice Girl Like You Doing in a Place Like This?) (1963) - Cortometraggio
    Non sei proprio tu, Murray (It's Not Just You, Murray!) (1964) - Cortometraggio
    La grande rasatura (The Big Shave) (1967) - Cortometraggio
    Chi sta bussando alla mia porta? (Who's That Knocking at My Door) (1969)
    Il buco nella parete (Bezeten - Het gat in de muur) (1969)
    Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno (Mean Streets) (1973)
    Quei bravi ragazzi (Goodfellas) (1990)
    L'età dell'innocenza (The Age of Innocence) (1993)
    Casinò (Casino) (1995)
    Un secolo di cinema - Viaggio nel cinema americano di Martin Scorsese (A Personal Journey with Martin Scorsese Through American Movies) (1995) - Documentario
    Il mio viaggio in Italia (1999) - Documentario



    Attore

    Cannonball, regia di Paul Bartel (1976)
    Il pap'occhio, regia di Renzo Arbore (1980)
    Anna Pavlova, regia di Emil Loteanu (1983)
    Round Midnight - A mezzanotte circa (Round Midnight), regia di Bertrand Tavernier (1986)
    Sogni, regia di Akira Kurosawa (1990)
    Rischiose abitudini (The Grifters), regia di Stephen Frears (1990) - Voce - Non accreditato
    Indiziato di reato (Guilty by Suspicion), regia di Irwin Winkler (1991)
    Quiz Show, regia di Robert Redford (1994)
    Cerca e distruggi (Search and Destroy), regia di David Salle (1995)
    Shark Tale, regia di Eric Bergeron, Vicky Jenson e Rob Letterman (2004) - Voce
    Inoltre ha partecipato come attore, nella maggior parte dei casi in comparsate, in alcuni suoi film:
    Chi sta bussando alla mia porta? (Who's That Knocking at My Door) (1969)
    America 1929 - Sterminateli senza pietà (Boxcar Bertha) (1972)
    Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno (Mean Streets) (1973)
    Italoamericani (Italianamerican) (1974)
    Taxi Driver (1976)
    Toro scatenato (Raging Bull) (1980)
    Re per una notte (The King of Comedy) (1983)
    Fuori orario (After Hours) (1985)
    Il colore dei soldi (The Color of Money) (1986)
    Lezioni dal vero (Life Lessons), episodio di New York Stories (1989)
    L'età dell'innocenza (The Age of Innocence) (1993)
    Al di là della vita (Bringing Out the Dead) (2000)
    The Neighborhood, episodio di The Concert for New York City (2001)
    Gangs of New York (2002) - Non accreditato
    The Aviator (2004) - Voce - Non accreditato



    Produttore

    Lo sbirro, il boss e la bionda (Mad Dog and Glory), regia di John McNaughton (1993)
    Clockers, regia di Spike Lee (1995)
    Hi-Lo Country (The Hi-Lo Country), regia di Stephen Frears (1998)
    L'anima di un uomo (The Soul of a Man), regia di Wim Wenders (2003) - Documentario
    No Direction Home: Bob Dylan (No Direction Home), regia di Martin Scorsese (2005) - Documentario
    The Young Victoria, regia di Jean-Marc Vallée (2009)
    Shutter Island, regia di Martin Scorsese (2010)
    Boardwalk Empire (2010-in corso) - Serie TV - Produttore esecutivo e regista del primo episodio



     
    Top
    .
  4. gheagabry
     
    .

    User deleted



    70 anni!



    Marcantonio Luciano Scorsese nasce a Brooklyn, New York il 17 novembre 1942, emigrato italiano di terza generazione. I nonni venivano dalle campagne palermitane e sbarcarono a Ellis Island all'inizio del secolo scorso. I suoi 70 anni sembrano più una ricorrenza tra altre che una tappa destinata a farsi ricordare, vista la lista interminabile dei progetti futuri, la passione onnivora che lo divora ancora, la stima mondiale che lo circonda. Da ragazzino grazie alla tv scopre per la prima volta il cinema del neorealismo, con una visione di 'Ladri di biciclette'. Nel 1960, finalmente libero di scegliersi la vita, lascia il quartiere di Queens, in cui è cresciuto, e sbarca a Manhattan per iscriversi alla New York University. Qui finalmente, con una cinepresa in mano, può misurare in concreto la sua passione, girando una serie di cortometraggi in 16mm. Il più celebre, 'La grande rasatura' diventerà una sorta di manifesto per la nuova generazione dei registi-autori degli anni '70. Passeranno pero' altri 5 anni perché Scorsese trovi i fondi necessari per il debutto: il film è 'Chi sta bussando alla mia porta', è ancora girato in 16mm e ci vorranno altri 4 anni perché arrivi nel circuito alternativo della distribuzione. La data di uscita, il 1969, rimarrà simbolica nella sua carriera anche perché cementerà il legame tra un gruppo di amici destinati a fare strada insieme: la produttrice Barbara De Fina, la montatrice Thelma Schoonmaker, il protagonista Harvey Keitel.




    L'anno dopo è sul set del film collettivo 'Woodstock' come assistente alla regia: Roger Corman, grande cacciatore di giovani speranze, lo chiama a Los Angeles nella sua factory, gli finanzia l'adrenalinico 'America 1929' con Barbare Hershey e David Carradine e lo incoraggia a portare a termine con la stessa equipe di lavoro il suo primo lavoro personale, 'Mean Streets' (1972) in cui si affida all'amico Harvey Keitel e a un giovane sconosciuto che gli è stato presentato da Brian De Palma: Robert De Niro. Due anni dopo Ellen Burtsyn, cresciuta all'Actors Studio come De Niro e interprete del suo film successivo, 'Alice non abita piu' quì (ancora sotto l'ala protettrice di Corman) vince il Premio Oscar.



    Ma nello stesso anno Scorsese firma il primo dei documentari che resteranno il suo genere favorito: è 'Italoamericani' sulla vita dei genitori e la scena colorata di Little Italy. Da quel momento, tornato a vivere a New York ma ormai credibile agli occhi degli Studios, Martin Scorsese inanella una serie impressionante di capolavori, film destinati a entrare nella storia del cinema quasi in parallelo con i successi del suo eterno amico/rivale Francis Coppola. Del 1976 è 'Taxy Driver' premiato a Cannes con la Palma d'oro; dell'anno dopo il musical d'autore 'New York, New York' che conferma De Niro come star del decennio, al fianco di Liza Minnelli. E poi 'Toro scatenato' (1980), interamente girato in bianco e nero, con cui De Niro vince l'Oscar (insieme a Thelma Schoonmaker per il montaggio). In mezzo anche il formidabile documentario collettivo del '78 'L'ultimo Walzer' dedicato al concerto d'addio di The Band. Libero da ogni condizionamento, il regista scommette sul ritorno di uno dei protagonisti più amati e dimenticati di Hollywood, Jerry Lewis, in 'Re per una notte', (1983) vince il premio per la migliore regia a Cannes con il super-indipendente 'Fuori orario' (1985), torna da trionfatore a Hollywood sottobraccio con Paul Newman e Tom Cruise per 'Il colore dei soldi' (1986), scandalizza il mondo intero con 'L'ultima tentazione di Cristò (1988).



    Apre il nuovo decennio con il suo secondo viaggio nei territori del crimine, del noir, della violenza e della memoria: 'Goodfellas' (1990, forse tra i capolavori assoluti), 'Il promontorio della paura' (1991), 'Casino'' (1995), sempre con Bob De Niro. Ma il suo desiderio di misurarsi costantemente con se stesso lo porta a indagare il passato dell'America con il sontuoso 'L'età dell'innocenzà (1993) dal romanzo di Edith Wahrton, la spiritualità con 'Kundun' (1997), i confini della sofferenza con "Al di là della vita" (1999), le radici della violenza americana con 'Gangs of New York' (2002) in cui incontra il suo nuovo attore-feticcio Leonardo DiCaprio, il mito di Hollywood con 'The Aviator' (2004). Nell'ultimo decennio ha accentuato la passione per il documentario con pagine formidabili dedicate al cinema italiano e americano, ma soprattutto alla storia del rock. E non ha abbandonato le sue passioni per il noir con 'The Departed', per l'onirismo con 'Shutter Island', per il linguaggio televisivo con 'Boardwalk Empire', per la cinefilia con lo straordinario 'Hugo Cabret' che segna il suo primo esperimento nel 3D. 9 nominations, ma un solo Oscar per la regia (con 'The Departed') spiegano il rapporto di amore e odio che lega Scorsese a Hollywood. Ma l'autentico diluvio di riconoscimenti dal mondo intero confermano la sua statura di cineasta globale: il nuovo incontro con DiCaprio è già fissato per il 2013, 'Il lupo di Wall Street' dall'autobiografia di Jordan Belfort. (XGO/Giorgio Gosetti,ANSA)

     
    Top
    .
  5. gheagabry
     
    .

    User deleted



    HUGO



    GENERE: Avventura, Fantastico
    REGIA: Martin Scorsese
    SCENEGGIATURA: John Logan
    ATTORI:
    Asa Butterfield, Ben Kingsley, Chloe Moretz, Sacha Baron Cohen, Ray Winstone, Emily Mortimer, Johnny Depp, Christopher Lee, Michael Stuhlbarg, Helen McCrory, Jude Law, Richard Griffiths, Frances de la Tour, Angus Barnett, Eric Moreau
    Ruoli ed Interpreti

    FOTOGRAFIA: Robert Richardson
    MONTAGGIO: Thelma Schoonmaker
    MUSICHE: Howard Shore
    PRODUZIONE: GK Films
    DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
    PAESE: USA 2011
    DURATA: 125 Min
    FORMATO: Colore 3D - 1.85 : 1



    TRAMA



    Hugo Cabret è un ragazzino orfano che vive da solo nei meandri di una stazione ferroviaria parigina negli anni Trenta. Dopo essersi imbattuto in un macchinario da ricostruire e in una ragazza eccentrica, il ragazzino entrerà in contatto con un anziano e misterioso gestore di un negozio di giocattoli, finendo risucchiato in una magica e misteriosa avventura. Hugo Cabret racconta l'avventura di un ragazzo pieno di inventiva, che mentre cerca la chiave per far luce su un segreto legato alla vita di suo padre, finisce per migliorare quella delle persone che lo circondano, trovando inoltre un luogo che può chiamare finalmente casa.

    ....recensioni.....



    Se pensavamo che il genio cinematografico di MARTIN SCORSESE non avrebbe più potuto sorprenderci, ecco arrivare “HUGO CABRET” a dimostrare che ci sbagliavamo. Nel bene e nel male questo adattamento scritto da John Logan e tratto dal romanzo di Brian Selznick è il primo vero tentativo del cineasta di realizzare una “favola” edificante, cosa che in passato aveva tentato soltanto nel prologo di “ALICE NON ABITA PIÙ QUI”, datato addirittura 1974.
    Dopo la prima, straordinaria inquadratura che apre il film – e che risulta programmaticamente posticcia per inserire subito la storia dentro le coordinate estetiche della fiaba contemporanea – parte la vicenda del piccolo Hugo Cabret (ASA BUTTERFIELD), bambino che vive dentro le mura della stazione ferroviaria di Parigi. A livello narrativo, la partenza del film non è di certo esaltante: Scorsese sembra indugiare troppo sull’atmosfera fantastica della messa in scena, il ritmo non decolla, e una volta tanto le musiche melodiose di Howard Shore vengono adoperate in maniera eccessivamente invasiva. Ecco però che il flashback che racconta la storia passata di Hugo e di suo padre (un convincente JUDE LAW) comincia a scaldare i sentimenti dello spettatore, in attesa che si riveli l’anima principale del film. Man mano che infatti si dipana la vicenda del ragazzo e il suo rapporto con il misterioso anziano George (il sempre efficace BEN KINGSLEY) iniziamo a percepire che “Hugo Cabret” è una riflessione poetica ed appassionata sulla storia del cinema, sulla magia della creazione artistica, sul potere dell’immaginazione e sulla forza della visione.
    E allora si capisce anche perché Scorsese ha voluto girarlo in un ottimo 3D: vedere i primi filmini dei fratelli Lumière o le prime invenzioni di Méliès riportati sul grande schermo da questa nuova tecnologia diventa un’esperienza che fonde passato e presente in un unico calderone che però esplicita con totale poesia la potenza evocativa del Cinema con la “C” maiuscola. E anche se la seconda parte del film soffre di alcuni svarioni di ritmo e di una certa melensaggine, glieli possiamo perdonare senza problemi, perché l’amore che Scorsese ha messo in questo suo bizzarro e sfavillante lavoro è tangibile e ammirevole.
    “Hugo Cabret” è un lungometraggio tutt’altro che perfetto: come favola è narrativamente debole e forse è troppo teorico nel suo messaggio: ma quando mescola con audacia assoluta omaggio cinefilo al passato, visione di cinema articolata, discorso su dove sta andando e insieme dove è nata la nostra amatissima Settima Arte, è praticamente impossibile non emozionarsi.
    (Adriano Ercolani, da New York-film.it)


    Che con il dominio incontrastato degli effetti speciali, della computer graphic e del 3D, il cinema hollywoodiano stia tornando sulla strada delle origini, verso un “cinema della mostrazione” più che “della narrazione”, è una teoria che rimbalza da tempo.
    Troppo spesso l’estetica si esaurisce nello stupore, confezionando film dove tutto è più grande, più imprevedibile, più spettacolare, chiedendo allo spettatore di ammirare incredulo ciò che vede, a scapito di tutto il resto (soggetto, sceneggiatura, personaggi).
    Poi arriva Scorsese e compie un piccolo grande miracolo, saldando esplicitamente il cerchio. Con un film, Hugo Cabret, sotto tanti punti di vista imperfetto, eppure così bello, così denso, così appassionato da sotterrare senza troppe remore le perplessità. La trama è trasposta da un libro per ragazzi, La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, che già di partenza ibridava i linguaggi, mescolando la parola scritta a immagini mute. L’incipit di Hugo Cabret è quasi privo di dialoghi, nasce con un dolly impossibile nei cieli di Parigi, e disegna un piccolo universo brulicante di storie regalate agli occhi di Hugo, e di noialtri. Il piccolo Hugo è un orfano nella Parigi degli anni ‘30, vive dentro i muri di una gigantesca stazione, tra gli ingranaggi degli immensi orologi che si occupa di tenere sempre in ordine. Dall’altra parte del tempo, attraverso le enormi lancette che ticchettano, vede tutto. Un tutto che Scorsese mette in scena come fossero tante vedute da film dei Lumiere, o come le pantomime del primo cinematografo. Hugo osserva a bocca aperta, e noi con lui, incantati da un 3D che ha finalmente una ragion d’essere, concedendo a Scorsese movimenti di macchina imprevisti e inaspettate visioni. Come gli orologi che Hugo ripara, come l’automa che cerca disperatamente di aggiustare (per farlo, come l’uomo di latta, avrà bisogno di un cuore, sottoforma di chiave, di amicizia, di famiglia, di amore), il film di Martin Scorsese sembra un ingranaggio complesso di rimandi e citazioni, di piani che si incastrano, fino a quando il 3D cede il passo alla meraviglia, pura e semplice.
    L’arrivo del treno alla stazione di La Ciotat: chi avrebbe mai detto che, a vederlo in tre dimensioni, ci saremmo emozionati ancora come quei primi fortunati spettatori del Boulevard du Capucines nel 1895? E che le fantasmagorie di Georges Méliès avrebbero saputo stordirci, di nuovo, a distanza di un secolo, che la magia ritrovasse nuova luce grazie alla rimessa in scena della sua creazione? Che avremmo potuto sentirci come Isabelle, la ragazza che legge tanti libri ma non è mai stata al cinema fino a che Hugo non la porta a vedere Safety Last! di Harold Lloyd, mentre tratteniamo il fiato guardando il protagonista appeso alle lancette del più grande orologio della stazione? Scorsese sa che il sense of wonder del cinema non scompare svelando il trucco, ma anzi trae forza dallo stupore di comprendere come sia possibile dare corpo e luce alla più sconfinata immaginazione. Scorsese sa che il più grande nemico del cinema è il tempo, che consuma la pellicola e digerisce la memoria, e per questo c’è un sottile filo di inquietudine nello svolgimento della storia di Hugo Cabret, esplicitato nell’incubo del treno deragliato, negli innumerevoli orologi, nella cocteauiana “morte al lavoro”. Un’inquietudine necessaria per trovare il coraggio: di pretendere un cuore per l’omino di latta, di mettere in salvo la Storia (del Cinema) e la nostra sacrosanta e ineludibile esigenza quotidiana di meraviglia.
    (Alice Cucchetti, mediacritica)



























     
    Top
    .
  6. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .

    "Non dirmi che non lo posso fare
    e non dirmi che non può essere fatto."
    (Howard Hughes)

    THE AVIATOR


    Titolo originale The Aviator
    Paese di produzione Stati Uniti d'America
    Anno 2004
    Durata 170 min
    Genere drammatico, biografico, commedia drammatica
    Regia Martin Scorsese
    Soggetto John Logan
    Sceneggiatura John Logan
    Distribuzione (Italia) 01 Distribution
    Fotografia Robert Richardson
    Montaggio Thelma Schoonmaker
    Effetti speciali R. Bruce Steinheimer
    Musiche Howard Shore + AA. VV.
    Scenografia Dante Ferretti

    Interpreti e personaggi

    Leonardo DiCaprio: Howard Hughes
    Cate Blanchett: Katharine Hepburn
    Gwen Stefani: Jean Harlow
    Kate Beckinsale: Ava Gardner
    John C. Reilly: Noah Dietrich
    Alec Baldwin: Juan Trippe
    Alan Alda: Senatore Owen Ralph Brewster
    Ian Holm: Professor Fitz
    Danny Huston: Jack Frye
    Jude Law: Errol Flynn
    Adam Scott: Johnny Meyer
    Matt Ross: Glenn Odekirk
    Kelli Garner: Faith Domergue
    Josie Maran: Thelma
    Frances Conroy: Mrs. Hepburn
    Brent Spiner: Robert Gross
    Stanley DeSantis: Louis B. Mayer
    Edward Herrmann: Joseph Breen
    Willem Dafoe: Roland Sweet
    Kenneth Welsh: Dr. Hepburn
    Jacob Davich: Howard Hughes da bambino



    Riconoscimenti

    2005 - Premio Oscar
    Miglior attrice non protagonista a Cate Blanchett
    Migliore fotografia a Robert Richardson
    Migliore scenografia a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo
    Migliori costumi a Sandy Powell
    Miglior montaggio a Thelma Schoonmaker

    2005 - Golden Globe
    Miglior film drammatico
    Miglior attore in un film drammatico a Leonardo DiCaprio
    Miglior colonna sonora a Howard Shore
    Nomination Migliore regia a Martin Scorsese
    Nomination Miglior attrice non protagonista a Cate Blanchett
    Nomination Migliore sceneggiatura a John Logan

    2005 - Premio BAFTA
    Miglior film a Michael Mann, Sandy Climan, Graham King e Charles Evans Jr.
    Miglior attrice non protagonista a Cate Blanchett
    Migliore scenografia a Dante Ferretti
    Miglior trucco a Morag Ross, Kathryn Blondell e Sian Grigg


    TRAMA



    Howard Hughes, giovane erede della compagnia petrolifera "Hughes Tool Co." si trasferisce a Hollywood giovanissimo per girare "Gli angeli dell'inferno", un kolossal sulla prima guerra mondiale che gli costerà una fortuna, ma in cui dispiega tutta la sua folle passione e preparazione per l'aeronautica. E' un magnate, l'uomo più ricco d'America, e negli anni successivi continuerà a coltivare con sfarzo le sue ossessioni: gli aerei, che costruisce in modelli sempre più avveniristici, il cinema, e le donne, conquistando una dopo l'altra Jean Harlow, Katharine Hepburn, Ava Gardner e molte altre stelle dell'epoca. Ma Hughes ha manie e fobie che a poco a poco prenderanno il sopravvento..(film.it)

    Quando sarò grande,
    piloterò gli aeroplani più veloci mai costruiti,
    farò i più grossi film mai visti
    e sarò l'uomo più ricco del mondo.
    (Howard Hughes)


    ..recensione..


    “The Aviator” è la vera storia di Howard Hughes (Leonardo Di Caprio), giovane imprenditore erede delle aziende di trivellazione petrolifera del padre che cerca di sfondare nel duro mondo di Hollywood. Uomo di grande carisma ed energia, con la passione per le belle donne, riesce in breve tempo a ritagliarsi uno spazio nel business del cinema, realizzando opere che poi entreranno nella storia, come “Hell’s Angel” e “Scarface”. Hughes è anche un ingegnere, con la passione dell’aviazione e con il sogno di realizzare una sua compagnia aerea transcontinentale e per questo difficile progetto spende molto tempo e denaro. Anche in questo campo diventa, col passare degli anni, un punto di riferimento importante, costruendo aerei di dimensioni e velocità che nessuno credeva possibile. In questo film ci viene mostrata anche l’altra faccia di Hughes, quella meno edificante e conosciuta: una fobia per i germi che, più avanti, lo porterà letteralmente alla pazzia ed all’isolamento. Per la prima ora e mezza il film è semplicemente fantastico: la scalata al potere di Howard Hughes è descritta con un ritmo veloce e dialoghi incalzanti, con l'immagine di quest’uomo che si destreggia fra cinema e aviazione nell'america degli anni '30-'40 davvero azzeccata. Le atmosfere sono perfette: lo spettatore ha la netta sensazione di trovarsi lì, a bere cocktail fra uomini d’affari e ballerine, inserito nello strano show-biz di Hollywood di quei tempi (ma anche di oggi). Hughes è un attivo imprenditore, ambizioso e manipolatore, che tenta di inserirsi nei meccanismi economici del campo cinematografico, e ci riesce contro le aspettative di tutti grazie alla forza di volontà e alla grande speranza che nutre per il suo progetto. Di Caprio è a dir poco magnifico in questa parte e si tratta sicuramente dell'interpretazione migliore della sua carriera, davvero meritevole dell’Oscar. Spiccano fra gli altri attori una bravissima Cate Blanchett che interpreta Katharine Hepburn, intelligente e colta amante di Hughes per un certo periodo, ed Alan Alda, il senatore che muove le accuse contro l’aviatore per farlo fallire. C’è posto anche per un delizioso cameo di Jude law, nei panni dell’affascinante e scavezzacollo Errol Flynn. Ma, nell'ultima ora del film, dopo un avvenimento particolarmente tragico per il protagonista, tutto il film è un calando continuo di ritmo, trama e narrazione: se la prima parte rendeva molto per la scorrevolezza della storia, le interpretazioni brillanti ed una notevole coerenza narrativa, questa parte finale perde molto di tutto questo. Tutta la trama finisce per tralasciare completamente tutti gli elementi di base del film e concentrarsi esclusivamente sulla patologia di Hughes, tormentato dalla fobia dei germi e da una strana psicosi che gli fa ripetere più volte la stessa frase senza riuscire a fermarsi. Passa quasi un'ora in cui Scorsese sembra dimenticarsi di tutto quello che stava succedendo prima, impuntandosi sulla pazzia del protagonista, che passa giornate intere chiuso in una stanza senza mai uscire per la paura di essere contagiato. Questa parte, che potrebbe essere bella e interessante in un altro contesto, è troppo differente e diversa stilisticamente dal resto del film per poter essere apprezzata appieno. Si ha la netta sensazione di uno “stacco” fra le due parti, che di certo non giova nella visione generale. Per fortuna, nella parte finale il film si risolleva, con una conclusione piuttosto bella e più ottimista della vicenda reale.
    (Jacopo Volta, www.occhisulcinema.it/)
     
    Top
    .
5 replies since 27/4/2011, 14:38   728 views
  Share  
.