EGITTO

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  1. gheagabry
     
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    .... è fonte di storia e cultura.
    Il passato si fonde con il presente, creando un'atmosfera unica ed eccitante.
    Mistica, magica e stimolante, mai mediocre......



    IL CAIRO




    Una città cosmopolita e affascinante, allo stesso tempo antica e moderna, Il Cairo, che deriva dall'arabo “La Vittoriosa”, è la capitale della Repubblica Araba d’Egitto..Sorge a ridosso dell'ultimo gradino del Gebel-el-Muqattam e si estende ampiamente lungo la riva destra del Nilo, nel punto in cui questo entra nella zona deltizia, dividendosi nei due rami di Damietta e Rosetta. L'antico nucleo urbano, rimasto quasi intatto nei secoli con le sue fortificazioni, i suoi monumenti e le sue moschee, si è notevolmente esteso, dagli inizi del XIX secolo a oggi, in ogni direzione.Situata nella regione di transizione tra il Medio e il Basso Egitto, a metà strada tra il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso, è la città più popolosa dell'intero continente africano e un importantissimo centro di attività commerciale e di industrie tessili (cotone e seta), alimentari, del vetro, del tabacco. Massimo nodo ferroviario e stradale del Paese, smista altresì gran parte del traffico aereo tra Europa, Estremo Oriente e Africa meridionale. Sede di università coranica e di numerosi musei, è il maggior centro culturale del mondo islamico......E’ una metropoli dove sono più che evidenti enormi contraddizioni, dove il mondo medievale e quello contemporaneo occidentale si incontrano e si scontrano.
    "La prima cosa che colpisce è il traffico della città, sempre caotico, ancor più durante la notte, quando le temperature si abbassano e la gente inizia a “vivere” davvero. In ogni auto suona al massimo volume la musica pop egiziana, la polvere e lo smog sono alle stelle..... si sente di continuo pronunciare la parola habibi che significa ‘tesoro’, ‘mio caro’, ‘mia cara’.....Le le tappe fondamentali sono ... La Cittadella, voluta da Saladino nel XII secolo per difendere la città dai crociati ... La Moschea di Alabastro, maestosa icona della capitale egiziana, costruita nell’800 ... Il Museo egizio ... La città medievale islamica e la moschea di Ibn Tulun, grandiosa nelle dimensioni, semplice e severa a un tempo ... La moschea al-Azhar, che ha un bellissimo cortile in marmo bianco. Non si tratta solo di una moschea, ma del più importante centro di cultura islamica sunnita nel mondo...Vicino al Cairo.... Giza ... Menfi, l’antica capitale d’Egitto.... Saqqara: una necropoli con più di 200 monumenti tra piramidi, tombe e mastabe.




    ......... la storia............



    Il Cairo non è una città di origine faraonica, anche se la presenza delle Piramidi induce molti a pensare altrimenti. Quando furono costruite le Piramidi, la capitale dell'Egitto era Menfi, 22 km a sud dell'altopiano di Giza.
    La fondazione vera e propria della città del Cairo (allora chiamata Al-Qahira) avvenne nel 969 per opera dei fatimiti, un'antica dinastia islamica proveniente dall'Africa settentrionale. Sul luogo erano esistiti insediamenti precedenti, in particolare la fortezza romana di Babilonia, e Fustat, fondata dall'esercito arabo che conquistò l'Egitto nel 642 facendolo entrare nel mondo islamico. Furono tuttavia i fatimiti a conferire al nucleo centrale del Cairo la sua struttura odierna: la loro moschea e l'università di Al-Azhar costituiscono ancora oggi il principale centro egiziano di studi islamici, mentre le tre grandi porte di Bab an-Nasr, Bab al-Futuh e Bab Zuweila sorgono tuttora su due delle principali arterie stradali di Cairo Vecchia...Sotto le dinastie successive, il Cairo crebbe fino a oltrepassare i confini delle proprie mura, ma il cuore della città rimase medievale per 900 anni.





    “A ovest, circonfuse da una polvere d’oro e dalla fiamma del sole calante, si ergevano le piramidi”, scriveva l’esploratore Auguste Mariette nell’800, ma l’emozione descritta da lui è immutabile nel tempo, e avvertita, intatta, anche dai visitatori di oggi.
    "Dal deserto si riparte ... destinazione ... la mitica piana di Giza ... ... ricordo di averne scoperto l'esistenza da piccolo ... all'interno del vinile di dark side of the moon dei pink floyd ... da allora ho sempre provato un gran fascino per le tre piramidi della piana ...cheope chefren e micerino ... l'arrivo alla piana e' di gran impatto ... girando l'angolo di un palazzo ... mi trovo ... sfinge e piramidi imperiose davanti a me ... questa immagine ... da cartolina ... e' di quelle che rimangono stampate in mente tutta la vita !!! ... mi accorgo soltanto adesso di aver realizzato il mio personalissimo poker ... completando quelle che sono per me le opere straniere dell'antichita' piu' importanti al mondo: il macchu picchu in peru', chichen itza nello yucatan, angkor watt in cambogia e appunto le piramidi egizie ... il benvenuto e' dato dalla sfinge ... non poi cosi' grossa ... tende a scomparire rapportata alle piramidi ... ma ha un suo fascino tutto particolare ... l'espressione misteriosa di questo leone dal volto di faraone ... mi ipnotizza per alcuni minuti ... la prima piramide che vedo e' quella di cheope ... maestosa ... altissima ... imponente ... le quattro pareti non sono lisce ma son formate da piccoli gradoni ... invisibili in lontananza ... la punta e' leggermente smussata ... l'altezza arriva a 160 metri ... e vista la pendenza delle pareti ... non riesco proprio ad capire come possa esser stata costruita ... ... a tal proposito ... studi recenti ci riferiscono che non furono gli schiavi gli esecutori materiali ... ma la popolazione ... che ... dedita all'agricoltura ... durante l'inondazione del nilo ... si trasferiva a lavorare qui ... sembrerebbe proprio la prima forma di occupazione tramite lavori pubblici !!! la seconda piramide ... quella di chefren ... ha la stessa altezza della prima ... e la punta meglio conservata ... mentre la terza e' piu' ... "piccolina" ... ... nella seconda riesco ad entrare dentro ... esperienza pesantina ... se .. come il sottoscritto ... si soffre di claustrofobia ... e se si ha dietro un orda di ragazzini arabi dalle grida un po' moleste ... si entra da una porticina ... dalla quale parte una piccola galleria di 1mx1m ... dove si scende scomodamente accucciati ... durante la discesa il caldo-umido aumenta incredibilmente ... e l'aria si fa pesantemente viziata ... ... percorsi di corsa i 50 interminabili metri accucciati della discesa ... ho un leggero calo di pressione ... probabilmente a causa dell'aria ... faccio finta di nulla e proseguo ...anche perche' adesso si va avanti in posizione eretta per quasi cento metri in piano ... poi altri 50 ripidissimi metri di salita accucciati in galleria 1x1 ... alla fine ... un po' provati ... si arriva nella stanza del faraone ... una stanza buia mediamente grande ... caldissima ... con in fondo il sarcofago vuoto del faraone... un iscrizione dice che a' stato un italiano nell'800 a scoprire questa tomba ... uscito da quella particolare esperienza decido di andare a fare una passeggiata nel deserto ...davvero rilassante e piacevole ... mi colpiscono i cammelli ed i cavalli scendere giu' dalla collina delle piramidi ... rincorrendosi sulla sabbia ... come fanno gli sciatori giu' dalle montagne... mi passa l'ora ed esco per ultimo dal sito ... ritorno in citta' ... vedendo per l'ultima volta il nilo ... "
    (dal web)




    Viaggiano veloci, i raggi dorati del sapere.
    Dune di marmo,fermano il tempo,
    testimoniano la mano, del Guardiano fiero.
    Aperta la settima porta, sabbia dorata,
    non è rugiada umana, ma il pianto di un dio.
    Apre le braccia, illumina il mondo.
    Poggia il Suo piede, fuggono le ombre.
    Sorride alle dieci figlie, i diamanti irradiano.
    Sette cancelli, setti veli, sette piramidi, sette guerrieri.
    Bruciano l’odio, pece nera, degrado dell’anima,
    e Lui, arde fuoco di purificazione,
    nel ventre, nel cuore,
    immezzo agli occhi, dei suoi fratelli,
    riportando alla vita, la città del Sole.
    - Stella Romanelli -





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  2. tomiva57
     
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    Alessandria d'Egitto


    Da Wikipedia

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    Alessandria d'Egitto (arabo: الأسكندرية , al-Iskandariyya; greco: Ἀλεξάνδρεια; latino: Alexandrea ad Aegyptum) è una delle più popolose città dell'Egitto, capoluogo del governatorato omonimo. Si trova sulla costa del Mediterraneo, ed è il principale porto egiziano e la seconda città più estesa del paese. Si trova a 208 km a nord-ovest del Cairo, a ovest del delta del Nilo, il cui braccio canopico, ora asciutto, si trova a 19 km dalla città.

    Alessandria d'Egitto fu la prima delle città omonime fondate da Alessandro Magno, che ne pose le fondazioni tra il 332 e il 331 a.C. Già sede di un'antica e mitica Biblioteca - andata distrutta in un incendio durante l'antichità - ospita dal 2002 la Bibliotheca Alexandrina. La città è sede dell'antico Patriarcato di Alessandria.


    Storia


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    Alessandria



    La città fu fondata tra la palude Mareotide (Maryut) e il Mar Mediterraneo, davanti all'isoletta di Faro, a cui era collegata per mezzo dell'Eptastadio, una sorta di grandiosa diga lunga circa 1200 m che serviva anche da acquedotto e che permise inoltre la creazione di due distinti porti. La diga e il piano di fondazione della città sono attribuiti all'architetto Dinocrate di Rodi.

    Arriano narra di come Alessandro Magno tracciasse al suolo la pianta della città servendosi - in mancanza di altro - di grano. L'episodio venne interpretato come segno di un futuro di ricchezza e allude al ruolo della città nell'esportazione del grano egiziano.

    Alessandria doveva sostituire la precedente fondazione greca sul Delta, Naucrati, avvenuta per concessione del faraone Amasis. Naucrati era situata a circa 70 km nell'interno e non ebbe mai grande importanza al di fuori del suo ruolo commerciale. Alessandro volle invece che la sua città fosse fondata sulla costa, malgrado la cattiva qualità del terreno in questa zona e l'approdo non facile.

    Le fonti antiche testimoniano che sarebbe stata costruita sul sito della più antica Rakhotis e di altri cinque villaggi. Su Rakhotis manca tuttavia una documentazione esauriente. L'ipotesi è che si trattasse anche in questo caso di un semplice villaggio di pescatori, oppure che il nome, traducibile con "l'edificio" si riferisca a una costruzione greca preesistente o a un posto di guardia. Un'altra ipotesi è che il termine vada inteso invece come "il cantiere" e che costituisse il nome dato dagli Egiziani alla città di Alessandria nel momento in cui era in corso la sua costruzione.

    La Storia di Alessandria copre a grandi linee cinque periodi:

    * Regno tolemaico, dalla fondazione all'arrivo dei romani
    * Era romana, dall'80 a.C. all'arrivo degli arabi
    * La città araba dal 641 alla conquista ottomana nel 1517
    * Ottomana fino all'arrivo di Napoleone nel 1798
    * La città moderna

    Dopo la morte di Alessandro a Babilonia nel 323 a.C., il suo corpo venne trasportato e seppellito nella città dal suo generale Tolomeo. Durante la lunghissima spedizione in Oriente i lavori erano stati proseguiti per opera di Cleomene. Capitale del regno tolemaico ed erede dei traffici commerciali della fenicia Tiro, che era stata distrutta da Alessandro durante la lotta contro l'impero persiano, divenne rapidamente una delle città più importanti del mondo ellenistico e più tardi una delle principali metropoli dell'antichità, seconda solo a Roma per grandezza e ricchezza. Il suo statuto era quello delle libere città greche e mantenne la sua assemblea cittadina sino alla conquista romana. L'autonomia le fu più tardi restituita sotto Settimio Severo.

    Per tutta l'antichità rimase un prestigioso centro culturale, dando vita alla stagione dell'alessandrinismo, grazie alle istituzioni del "Mouseion" e della celebre Biblioteca di Alessandria. Ospitava inoltre una numerosa comunità ebraica: fu qui che la Bibbia venne tradotta in greco nella versione conosciuta come dei "Septuaginta". Per tutta l'epoca ellenistica la popolazione restò suddivisa etnicamente tra Greco-Macedoni, Ebrei, ed Egiziani, con leggi e costumi differenziati. Questa divisione provocò per tutta la sua storia torbidi e disordini, iniziati già durante il regno di Tolomeo IV Filopatore (221-204 a.C.).

    Cesare vi soggiornò ospite della regina Cleopatra e dopo di lui Marco Antonio. Antonio e Cleopatra furono sconfitti da Ottaviano nella battaglia di Azio del 31 a.C., in seguito alla quale l'Egitto venne annesso a Roma, come provincia imperiale, governata ossia direttamente da incaricati dell'imperatore invece che del Senato. Questo più stretto controllo derivava probabilmente dalla grande importanza della nuova provincia nell'approvvigionamento di grano a Roma. La città divenne pertanto sede del praefectus Alexandreae et Aegypti, titolo che risente della soppressione della Bulè cittadina voluta da Ottaviano. In quest'epoca la città doveva raggiungere una popolazione di 300.000 abitanti liberi, a cui dovevano aggiungersi gli schiavi. Era la seconda città per numero d'abitanti dopo Roma.

    Con la diffusione del Cristianesimo divenne centro dottrinario di primaria importanza: fu qui che Atanasio condusse la sua lotta contro l'eresia ariana, istituendo quindi il Patriarcato di Alessandria, che ebbe grande peso nelle vicende dottrinarie dei successivi due secoli.

    Il declino dell'impero romano e dunque dei commerci che arricchivano la città, sembra aver causato un generale impoverimento e la diminuzione della popolazione, con l'abbandono di alcuni quartieri alla rovina di alcuni complessi monumentali, alcuni dei quali erano stati volontariamente distrutti nelle lotte dei cristiani contro i pagani, in particolare in occasione del decreto teodosiano del 391 ad opera del vescovo Teofilo.

    Nel 616 fu conquistata all'Impero bizantino da Cosroe II, re dei Persiani e nel 640 dagli Arabi, guidati da ‘Amr ibn al-‘Ās dopo un assedio durato 14 mesi.

    La fondazione del Cairo nel 969 nell'area su cui sorgeva da circa tre secoli la capitale musulmana di Fustāt fece rapidamente declinare l'importanza di Alessandria. La scoperta nel 1498 della rotta verso oriente, doppiando il Capo di Buona Speranza, finì di rovinarne i commerci. Rimase tuttavia con Damietta uno dei principali porti egiziani durante il periodo mamelucco e ottomano. Nel 1798 durante la spedizione di Napoleone I in Egitto, la città fu presa dai francesi e nel 1801 dai britannici che sconfissero i francesi nella battaglia di Alessandria, presso le rovine di Nicopolis. Durante l'anarchia dell'ultimo periodo ottomano Alessandria si era ridotta ad una cittadina di circa 4.000 abitanti.
    Il khedivè Mehmet Ali ne favorì la rinascita facendone la sua residenza e intraprendendo una serie di lavori pubblici: fu scavato un nuovo canale di comunicazione con il Nilo, il Canale Mahmūdiyya, terminato nel 1820 e fu nuovamente utilizzato il porto occidentale, permettendo la crescita dell'insediamento sull'isola di Faro e nel distretto dell'Eptastadio.


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    Palazzo del Khedivè, fine XIX secolo



    Come residenza dei consoli stranieri acquisì presto un carattere europeo e attrasse anche greci, ebrei e siriani. Fu minacciata dal mare nel 1827 dai greci e nel 1828 da una coalizione di inglesi, francesi e russi. Le fortificazioni furono rafforzate una prima volta nel 1841 e nel 1856 fu costruita una ferrovia che la collegava con il Cairo. L'arrivo di una flotta anglo-francese nel 1882 scatenò una rivolta e il massacro di circa 400 europei. Contemporaneamente le difese furono nuovamente rafforzate per ordine di Orabi Pasha, ministro della guerra. L'ammiraglio britannico, sir Frederick Beauchamp Seymour, più tardi Lord Alcester, lanciò un ultimatum e alla scadenza di questo bombardò i forti senza tuttavia sbarcare truppe. Poiché ne seguirono altre rivolte e massacri finalmente i sudditi di S.M. britannica inviarono una spedizione militare e si impegnarono nell'occupazione dell'intero paese.

    Sotto il dominio britannico Alessandria si sviluppa come sede navale militare, a controllo del Canale di Suez. Durante la seconda guerra mondiale e la Campagna nord-africana del 1940-1943 fu combattuta nelle vicinanze la decisiva battaglia di El-Alamein.

    Il colpo di Stato militare egiziano del 1952 vide il colonnello Nasser prendere il potere e il trattato anglo-egiziano del 1954 fissò i termini per il ritiro delle truppe britanniche.


    La città ellenistica e romana


    La città era suddivisa in tre principali quartieri: quello ebraico nella porzione nord-orientale della città, quello di Rakhotis verso est, occupato dagli Egiziani e il "Brucheum, il quartiere greco o reale, che ne costituiva la parte più splendida,


    L'impianto urbanistico, le mura, il porto

    Le dimensioni della città furono già in partenza più grandi della media delle città antiche: secondo alcuni autori la cinta muraria avrebbe avuto un perimetro di 15 km. Le mura furono modificate già in epoca romana e una seconda cinta più ristretta fu costruita nell'XI secolo dal sultano Ahmad ibn Tūlūn, riutilizzando diversi blocchi di quella più antica.

    Due strade principali bordate da portici colonnati, di cui si riferisce una larghezza di circa 60 m, si incrociavano ad angolo retto nel centro cittadino, vicino al punto dove sorgeva il "Soma", il mausoleo di Alessandro e presso l'odierna moschea di Nabī Dānyāl (Nebi Daniel, "profeta Daniele). La linea della via est-ovest, la via "Canopica" è seguita oggi dal Boulevard de Rosette, dove sono state rinvenute tracce della pavimentazione e del canale vicino alla porta di Rosetta. Un resto consistente ne fu messo in luce nel 1899 da scavatori tedeschi all'esterno delle mura orientali, in un'area ben all'interno della città antica.

    La diga dell'Eptastadio, il cui nome deriva dalla sua lunghezza di sette stadi, collegava l'isola di Faro alla terraferma, nel punto in cui oggi si apre la "Grande piazza" con la "Porta della Luna". Il molo, che divideva i due porti occidentale e orientale, è oggi coperto dal moderno quartiere di Ras al-Tin, che occupa un istmo considerevolmente allargato.

    Il porto occidentale ("di Eunostos") era ampio, ma affiancato da scogliere situate sull'asse dell'isoletta di Faro, come ci racconta Strabone. Racchiudeva un porto più interno artificiale, il Kibôtos ("scatola rettangolare"). Oggi è stato obliterato dall'allargamento per la realizzazione del porto moderno.

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    il porto


    Il porto orientale ("Gran Porto") era protetto dallo sperone di Lochias a Est e dalla punta dell'isola di Faro a Ovest. L'entrata nel porto era pericolosa per la ristrettezza dell'imbocco e numerose navi greco romane naufragate tra il IV secolo a.C. e il VII secolo d.C. sono state scoperte in questa zona. Al suo interno, l'isola di Antirodi delineava una piccola baia detta "porto reale".

    Gli altri monumenti

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    La cosiddetta "Colonna di Pompeo" fu in realtà eretto in onore di Diocleziano: l'imperatore, dopo aver assediato la città per otto mesi per strapparla a Domizio Domiziano e ad Aurelio Achilleo, vi dirottò un carico di grano per Roma allo scopo di sfamare la popolazione colpita dall'assedio.





    I palazzi reali occupavano l'angolo nord-orientale della città, sul promontorio di Lochias che dominava il porto occidentale (nella moderna zona di Pharillon). La località è attualmente sotto il livello del mare, così come il "porto privato" e l'isola di Antirrhodus.


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    grande teatro greco


    Il "Grande teatro" sulla moderna collina dell'Ospedale, nei pressi della odierna stazione Ramle. L'edificio era stato utilizzato da Cesare come fortezza. Nei pressi sorgeva il tempio di Poseidone o "tempio degli Dei Marini". Proseguendo si incontravano il "Timonium, costruito da Marco Antonio, e le strutture portuali. Dietro l'Emporium sorgeva il Cesareo, dove sorgevano i due grandi obelischi chiamati "aghi di Cleopatra", oggi trasferiti a Londra e a New York: il tempio fu più tardi trasformato in basilica patriarcale e i resti giacciono sotto le case moderne.

    Il Ginnasio e la Palestra si trovavano nella zona orientale della città, a una certa distanza dal mare, ma la loro posizione è sconosciuta. Sconosciuta è anche la posizione del tempio di Saturno.

    Il Serapeo, dedicato al dio Serapide, era il più famoso dei templi della città e si trovava nella parte occidentale, nel quartiere egizio di Rhakotis, nei pressi della cosiddetta "Colonna di Pompeo", un monumento eretto sulla bassa acropoli della città in onore di Diocleziano dopo il 297, costituito da una colossale colonna in granito alta circa 30 m.


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    colonna di Pompeo


    Nei pressi, verso sud-ovest si trovano le catacombe egizio-romane di "Kom al-Shuqafa", con camere con architetture scolpite nella roccia e sarcofagi.

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    catacombe di Kom


    Gli scavi del quartiere di "Kom al-Dik" hanno rivelato un piccolo teatro di epoca romana e i resti di terme.

    Il Faro e la Biblioteca



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    la nuova biblioteca



    Il celebre Faro di Alessandria, iniziato da Tolomeo I e completato da Tolomeo II aveva un'altezza stimata in ben 135 m e poteva essere visto a 50 km di distanza. Le sue gigantesche proporzioni ne fecero una delle Sette meraviglie del mondo e dal suo nome deriva il termine che designa questo tipo di installazioni. Era costituito da un alto basamento quadrangolare che ospitava le stanze degli addetti e le rampe per il trasporto del combustibile. A questo si sovrapponeva una torre ottagonale e quindi una costruzione rotonda sormontata da una statua di Zeus o Poseidone, più tardi sostituita da quella di Helios. I resti della gigantesca costruzione, crollata probabilmente per un terremoto, sono oggi inglobati in un forte del XV secolo. Numerosissimi blocchi ed elementi architettonici sono stati recuperati in mare, insieme alle colossali statue di Tolomeo II e della moglie Arsinoe II rappresentata come Iside.


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    il faro


    Nell'isola sorgeva inoltre un tempio dedicato ad Efesto.

    La non meno celebre Biblioteca di Alessandria fu istituita in epoca tolemaica ed era grandemente celebrata per la sua ricchezza e il grande numero di opere letterarie che vi si conservavano, stimate in circa 700.000 volumi. Andò una prima volta a fuoco per colpa delle truppe romane al seguito di Giulio Cesare. Un'altra parte (il Serapeum) fu distrutta dal fuoco nel corso del III secolo. Altri tumulti avvennero nel 415 e culminarono con la morte di Ipazia donna famosa per la sua cultura e capo della scuola neoplatonica. La biblioteca venne distrutta in modo definitivo dopo la conquista islamica dell'Egitto nel 639. Nel 642 o 646, la datazione è controversa, il destino della Biblioteca di Alessandria si compì tragicamente e definitivamente. La tradizione riferisce che il secondo califfo dell'Islam Omar ibn al-Khattāb pronunciasse la famosa frase: "Se il contenuto dei libri si accorda con il Corano, noi possiamo farne a meno, dal momento che il libro di Allah è più che sufficiente. Se invece contengono qualcosa di difforme, non c'è alcun bisogno di conservarli.". La parte relitta di quello che fu centro della cultura classica fu bruciata. Si dice che i rotoli furono usati come combustibile per i bagni termali di Alessandria[senza fonte] , che, secondo Eutichio, erano circa quattromila, e ci vollero sei mesi per bruciarli tutti.

    Gli scavi archeologici

    Le prime ricerche furono condotte da D.G. Hogarth con l'appoggio dell'Egypt Exploration Fund e della Società per la promozione degli Studi Ellenici nel 1895 e altre indagini furono avviate da una spedizione tedesca negli anni 1898-1899. Gli archeologi si trovarono però subito di fronte a due principali difficoltà: in primo luogo a causa della grande crescita della città moderna gli spazi dove è possibile lo scavo sono piuttosto limitati e soprattutto a causa dei fenomeni di bradisismo la parte costiera della città antica è attualmente al di sotto del livello del mare.

    Tuttavia G. Botti, direttore del museo, condusse indagini nei pressi dei "Pilastri di Pompeo", che condussero al rinvenimento delle sostruzioni di un grande edificio con vasti spazi sotterranei, che è stato ipotizzato fosse il Serapeum. Un grande toro in basalto, oggi conservato nel museo, potrebbe esservi appartenuto.

    Più tardi catacombe e tombe furono scoperte a "Kore al-Shuqafa", a Hadra e a "Ra's al-Tin". I tedeschi rinvennero quindi nella zona nord-est della città i resti di un colonnato tolemaico e di strade, mentre Hogarth esplorò una grande costruzione in mattoni presso Kom al-Dik, variamente interpretata.

    La città moderna



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    Alexandria



    La città occupa la striscia di terra che separa il mar Mediterraneo dalla palude Mareotide ("Mariout"), in una penisola a forma di T che l'antico molo dell'Eptastadio e l'isola del Faro, oggi non più tale. La punta occidentale della penisola è chiamata "Ras et-Tin" e in essa si trovano l'edificio del Circolo Navale Khediviale (del 1903) e il palazzo di Ra's al-Tin, costruito da Mehmet Ali e abitato dai vari sovrani egiziani fino alla caduta nel 1952 della monarchia, mentre la punta orientale è nota come "Qayt Bey" (dal nome d'un noto Sultano mamelucco) o "Pharos". A sud, fra la città e la palude Mareotide, corre il canale Mahmūdiyya, che sbocca nel porto occidentale.

    La piazza Muhammad ‘Alī (Mehmet Ali), usualmente chiamata "Grande Piazza", è uno spazio oblungo con al centro il monumento equestre di Muhammad 'Ali, fiancheggiato da edifici in stile italiano.

    Nel quadro di un progetto comune tra UNESCO ed Egitto, è stata costruita la nuova Biblioteca del Mondo Mediterraneo che dovrebbe poter accogliere circa 5 milioni di libri.





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    museo sottomarino




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    il deserto bianco

     
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  3. gheagabry
     
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    Il canale di SUEZ


    Una delle più importanti opere idrauliche del mondo, è senza dubbio il canale di Suez. Rispetto al Canale di Panama, il canale che attraversa il deserto per collegare il Mediterraneo al Mar Rosso, in un percorso lungo ben 163 km, non necessita di chiuse per superare i dislivelli dato che i due bacini sono pressoché sullo stesso piano. Nei secoli precedenti alla sua moderna realizzazione, che risale al 1869, le popolazioni antiche avevano cercato di creare una via d’acqua che potesse congiungere i due mari così da facilitare il transito. Un primo canale verso il 300 Ac fù costruito congiungendo il Nilo con un canale verso il Mar Rosso. Il primo scavo di un canale di collegamento tra il Mediterraneo e il Mar Rosso si fa risalire al 1800 a.C.; in epoca romana lo scavo fu migliorato e prese il nome di «canale di Traiano», poi fu abbandonato all’incuria, causa del successivo interramento.

    Secondo le Storie del greco Erodoto, intorno al 600 a.C. il faraone Nekao II intraprese lavori di scavo, senza però terminarli. Il canale fu terminato dal re Dario I, il conquistatore persiano dell'Egitto. Dario commemorò la sua opera su diverse steli di granito disposte sulle rive del Nilo, fra cui quella di Kabret, a 200 km da Pie. L'iscrizione di Dario dice:

    « Il re Dario ha detto: io sono persiano. Oltre alla Persia, ho conquistato l'Egitto. Ordinai di scavare questo canale dal fiume chiamato Nilo che scorre in Egitto al mare che inizia in Persia. Quando questo canale fu scavato come io avevo ordinato, navi sono andate dall'Egitto fino alla Persia, come io avevo voluto. »

    Il canale fu restaurato dal faraone ellenistico Tolomeo II nel 250 a.C., per poi divenire inutilizzabile in epoca imperiale (Plinio il Vecchio ne descrive i tentativi di costruzione, ma pare non essere a conoscenza del fatto che fosse stato in funzione). Nel corso dei successivi 1000 anni fu più volte modificato, distrutto e ricostruito, fino al definitivo abbandono nell'VIII secolo sotto il califfo abbaside al-Mansur.


    Esistono progetti per il taglio di un canale attraverso l’istmo di Suez a opera dei veneziani nel ’400 e dei francesi nei secoli successivi, ma nessuno conobbe esiti concreti
    Ovviamente le difficoltà di realizzazione della straordinaria opera si scontravano con i problemi ed i limiti delle tecniche ingegneristiche dell’epoca. A metà del 1800 un ingegnere italiano, Luigi Negrelli, per conto dell’imperatore d’Austria progettò il canale di Suez. Successivamente a causa dei pochi fondi disponibili e delle continue vicissitudini politiche il canale fu realizzato da una compagnia francese con a capo il diplomatico Lesseps e che vedeva , sia la partecipazione del Re dell’Egitto Sa id Pascià che di alcuni azionisti inglesi. I lavori di realizzazione durarono dal 1854 sino al 1869 anno in cui ufficialmente il canale fu inaugurato al transito di navi di tutto il mondo. Inizialmente la proprietà del canale era suddivisa in quote di cui il 40 % di proprietà dell’Egitto e per il 60 % di azionisti francesi ed inglesi.
    Attualmente il canale ha una larghezza di 360 metri ed una profondità di oltre 22 metri. Si calcola che mediamente l’8% del trasporto merci del mercato mondiale transiti per il canale di Suez, facendo diventare questa attività quella che garantisce maggiori proventi al governo egiziano.


    Nel novembre 1869 venne inaugurata in Egitto un’opera destinata a rivoluzionare il sistema mondiale dei trasporti e a facilitare la penetrazione europea in Oriente: il Canale di Suez. Esso infatti permetteva di transitare direttamente dal Mediterraneo al Mar Rosso, abbattendo notevolmente i tempi di percorrenza tra l’Europa e l’Asia: ad esempio, il tempo di traversata sulla rotta Marsiglia-Bombay fu ridotto del 50%, mentre quello della rotta Londra-Bombay del 44%... Alla cerimonia di inaugurazione dell’apertura del Canale partecipò la moglie di Napoleone III, Eugenia, e per l’occasione il governo egiziano commissionò a Giuseppe Verdi l’opera lirica Aida, andata in scena per la prima volta proprio al Cairo nel 1871.
    Da un punto di vista economico, la costruzione del Canale richiese ingenti investimenti di capitali di cui però il governo egiziano non disponeva. Pertanto il khe divè, il sovrano locale egiziano (a quel tempo l’Egitto, che pure dipendeva dall’Impero ottomano, godeva di una illimitata autonomia politica), ricorse al prestito di capitali francesi, inglesi e tedeschi, indebitandosi a dismisura. La congiuntura economica internazionale di quegli anni, inoltre, non favoriva i prodotti egiziani. Il cotone, ad esempio, trovava sempre maggiori difficoltà a collocarsi sui mercati europei a causa della concorrenza di quello americano. Il dissesto economico e finanziario, insieme al risentimento per la sempre più evidente presenza europea nel paese, provocò durissime proteste popolari. Il movimento nazionalista, guidato dal colonnello Arabi Pascià, non solo contestò l’operato del khe divè, ma minacciò anche la non restituzione del debito ai paesi europei e l’assunzione del controllo diretto del Canale. Nel giugno 1882 scoppiarono ad Alessandria violentissimi incidenti, che provocarono la morte di 46 occidentali. A quel punto, la Gran Bretagna decise di intervenire militarmente, non esitando a bombardare la città e sconfiggendo in pochi mesi i nazionalisti egiziani. L’Egitto diventò in pratica una colonia degli inglesi, che assunsero immediatamente il controllo totale del Canale di Suez e, conseguentemente, del passaggio per l’Oriente. Il controllo dell’Egitto si rivelò fondamentale non solo per la gestione delle «porte dell’Oriente» ma anche per l’avvio della penetrazione inglese in direzione sud, e precisamente in Sudan, verso le sorgenti del Nilo, in Somalia e ad Aden. Frattanto in Egitto permaneva la presenza di Francia e Germania, per via del controllo che i due paesi esercitavano sulle dissestate finanze statali egiziane, in conseguenza del debito contratto. Per la sua importanza strategica, nel corso del XX secolo il Canale di Suez fu al centro di nuove tensioni internazionali. Esso infatti aveva acquisito un’eccezionale valenza simbolica agli occhi dei movimenti nazionalisti arabi, peri quali rappresentava l’emblema dello sfruttamento economico occidentale. Nel 1956, infatti, Gamal Abdel Nasser, capo del governo egiziano, nonché leader del nazionalismo panarabo, stabilì la nazionalizzazione del canale di Suez, in aperta polemica con la presenza europea. Nell’ottobre dello stesso anno Israele e le forze anglo-francesi occuparono militarmente l’Egitto, le cui difese furono prese dall’Unione Sovietica. Dopo trattative diplomatiche promosse dagli Stati Uniti, preoccupati per una destabilizzazione dell’intero Medio Oriente, Francia e Gran Bretagna abbandonarono la zona del Canale. La «questione di Suez» aveva rischiato ancora una volta di compromettere gli equilibri politici internazionali, confermandosi come una delle aree di maggiore tensione nel Mediterraneo.
    (laterzalibropiuinternet)
     
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