KENYA

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    Kenya


    Da Wikipedia



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    Il Kenya (in swahili Jamuhuri ya Kenya, in inglese Republic of Kenya; oppure Kenia) è uno Stato dell'Africa Orientale, confinante a nord con Etiopia e Sudan, a sud con la Tanzania, a ovest con l'Uganda, a nord-est con la Somalia e ad est con l'oceano Indiano. Nairobi ne è la capitale e la città più grande.

    Storia

    Numerose città costiere del Kenya furono fondate dagli arabi che, a partire dal XII secolo d.C., intrattennero intensi rapporti commerciali con i gruppi indigeni seme. Dall'incontro tra i due popoli nacque la cultura swahili, contraddistinta da due elementi di unificazione: la lingua kiswahili e la religione islamica.

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    Il Kenia dal satellite



    Gli agricoltori kĩkũyũ, etnia del gruppo bantu, rappresentarono subito il gruppo più potente e numeroso del territorio; la loro supremazia non fu mai messa in discussione dai masai come vorrebbe la tradizione popolare. I Masai sono un popolo nilota che arrivò nell'odierno Kenya nel XVII secolo, per occupare il loro territorio attuale verso il 1750. Questa data è ottenuta contando a ritroso i gruppi di iniziazione, i cui nomi sono ricordati oralmente senza eccezioni da tutti i clan Masai. Furono i kamba, popolazione agricola interposta tra la costa e il centro del paese, ad utilizzare storie sulla presunta ferocia dei Masai per evitare che troppe carovane di mercanti raggiungessero l'interno, togliendo loro il ruolo di mediatori nei commerci tra la costa e le regioni interne.

    In quel periodo i portoghesi occuparono alcune località della costa, ma in seguito vennero soppiantati dai sultani omaniti di Zanzibar. La presenza degli europei si intensificò alla fine del XIX secolo, quando il Kenya divenne una colonia britannica. I bianchi scacciarono gli indigeni dai fertili altopiani dell'interno, avviando l'agricoltura di piantagione. I kĩkũyũ vennero impiegati nelle belle fattorie disseminate sul territorio e diedero un importante contributo alla crescita economica del Paese. I kamba vennero spinti ad arruolarsi e dar vita al nascente esercito. I luya vennero solitamente impiegati in lavori domestici e l'artigianato. Dando ad ogni etnia un ruolo diverso, i coloni inglesi applicarono la legge del divide et impera usata in tutti i paesi africani sotto il loro domino. Questa divisione è visibile ancor oggi nella società keniota.

    Nel secondo dopoguerra i kĩkũyũ lottarono aspramente per conquistare l'indipendenza (molti di loro parteciparono alla celebre rivolta dei Mau-Mau). L'indipendenza fu ottenuta il 12 dicembre 1963 e le elezioni di quell'anno portarono Jomo Kenyatta, uno dei leader indipendentisti, alla presidenza del paese. Kenyatta promosse una politica moderata e filoccidentale, realizzando importanti riforme economiche e politiche che permisero la modernizzazione e l'industrializzazione del paese; inoltre rimase in buoni rapporti con la Gran Bretagna e con le nazioni confinanti.

    Nel 1978, alla morte di Kenyatta, fu eletto presidente Daniel Arap Moi che proseguì la politica del suo predecessore; nel 1982 approfittando di un fallito golpe da parte dell'esercito, Moi riuscì a consolidare il proprio potere, perseguitando come traditori i suoi oppositori politici e introducendo nel paese il monopartitismo.

    Con la fine della guerra fredda, il mondo occidentale cominciò a condannare i metodi dispotici e polizieschi del governo di Moi, che, messo alle strette dalla minaccia di sospendere gli aiuti economici, reintrodusse nel paese il multipartitismo: tuttavia, grazie alla disorganizzazione delle forze d'opposizione, che non riuscirono a trovare un accordo sul proprio candidato, Moi fu confermato alla presidenza sia nelle elezioni del 1993, sia in quelle del 1997.

    Alle elezioni presidenziali del 2002 Moi non si presentò come candidato, segnando di fatto il crollo del proprio regime dopo 24 anni di dominio: il nuovo presidente fu Mwai Kibaki che avrebbe avuto l'incarico di risollevare le sorti del Kenya.

    Le elezioni del 2008, però, furono segnate da un'esplosione di violenza etnica che proseguì anche dopo la proclamazione di stretta misura della vittoria del partito del presidente uscente: solo grazie alla mediazione di Kofi Annan si giunse ad un armistizio tra le fazioni, con l'intesa che il presidente Kibaki ed il suo principale rivale Odinga governassero insieme: quest'ultimo è stato quindi nominato primo ministro, carica neoistituita.


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    Morfologia

    Dalla costa bassa e sabbiosa dell'oceano Indiano, il territorio del Kenya si avvia procedendo verso l'interno. La geografia del Kenya è alquanto complessa. Il Kenya è un paese dell'Africa Orientale, ed è attraversato dall'equatore. Pur essendo un paese equatoriale, e tropicale, presenta climi molto vari. Nel nord si trovano aree desertiche, e nel centro sud altopiani, con boschi e savane. Il paese è attraversato da lunghe catene di montagne. Complessivamente, l'elemento morfologico che più caratterizza il Kenya è la Rift Valley, che lo attraversa da nord a sud. Le acque interne presentano laghi di acqua dolce e di acqua salata; numerosi sono anche i soffioni boraciferi e i geyser. Pochi invece i fiumi, di cui solo due hanno una portata e una lunghezza degne di nota (il Tana e il Galana). Alla fascia costiera, lunga oltre 400 km, succede una regione di altopiani aridi e stepposi; quello centrale, che si eleva a quote comprese tra i 1500 e i 3000 metri, è diviso dalla frattura della Rift Valley che si sviluppa da nord a sud e che forma il bacino del Lago Turkana (o Rodolfo). Ai lati della Rift Valley si innalzano imponenti massicci vulcanici, il maggiore dei quali è il monte Kenya (5199 m), uno dei monti più alti dell'Africa e il Kilimanjaro (5358 m) a confine con la Tanzania. L'altopiano degrada a ovest, in prossimità del Lago Vittoria, e a nord dove il territorio del Kenya è occupato da un ampio tavolato desertico.



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    Idrografia

    I fiumi del Kenya non sono imponenti; i due principali, il Tana e il Galana, si gettano nell'oceano Indiano e hanno un regime molto variabile nel corso dell'anno, in funzione dalla frequenza delle precipitazioni piovose. Il lago più vasto del paese è il Turkana, dal momento che solo una piccola porzione del Lago Vittoria appartiene al territorio del Kenya; il Lago Turkana ha acque salmastre e vi affiorano numerose isole.

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    lago Turkana

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    Il clima

    Il clima, molto caldo e umido nelle regioni costiere, diventa più mite e asciutto nel cuore del Paese, in rapporto all'altitudine. Le piogge sono concentrate in due periodi dell'anno: da marzo a maggio le grandi piogge, mentre da ottobre a dicembre le piogge sono intense ma brevi. L'ambiente dominante è quello della savana, tutelato da numerosi parchi naturali che coprono circa il 10% del territorio nazionale. Sulle pendici delle montagne e lungo il corso dei fiumi si trovano tracce dell'originaria foresta pluviale; mentre a nord, nelle zone meno piovose, la savana sfuma nel deserto. La savana è l'habitat di grandi mandrie di erbivori (antilopi, gazzelle, giraffe, bufali, zebre, elefanti) e dei loro predatori (leoni, leopardi e ghepardi). Nelle acque dei laghi e dei fiumi vivono ippopotami e coccodrilli.



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    Popolazione
    Demografia


    La popolazione del Kenya (36.913.721 al luglio 2007) continua a crescere a ritmi elevati: nel giro di vent'anni è pressoché raddoppiata e molto alta è la quota di popolazione giovane, con meno di quindici anni. La densità demografica è elevata nella regione interna degli altopiani; mentre la fascia costiera è poco abitata, fatta eccezione per l'area di Mombasa. Il tasso di urbanizzazione è alto, con il 45% della popolazione radunata in zone urbane che si stanno estendendo. La popolazione urbana si addensa soprattutto nelle città di Nairobi, la capitale, e di Mombasa, città araba sulla costa.


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    masai

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    kikuyu



    Etnie

    La popolazione è suddivisa in più di settanta etnie, appartenenti a quattro famiglie linguistiche: i bantu, i nilotici, i paranilotici e i cusciti. Un tempo il paese era abitato da gruppi stanziati lungo la costa e, nelle regioni interne, dai masai, che oggi vivono soprattutto nelle regioni meridionali. Attualmente l’etnia più numerosa è rappresentata dal gruppo bantu dei kikuyu (21% della popolazione); altri gruppi relativamente numerosi sono i luhya (14%), i kamba (11%), tutti di lingua bantu, i luo (13%), di lingua nilotica, e i kalenjin (11%), paranilotici. Nel paese vivono inoltre esigue minoranze di asiatici, europei e arabi.

    Religione


    L'appartenenza religiosa è così composta: anglicani e quaccheri 45%, cattolici 35%, musulmani 11%, religioni tradizionali 9%. Altri includono induismo, animismo, sikhismo, jainismo e il credo di bahá'í. Il Kenya contiene il più grande gruppo di quaccheri in una singola nazione.

    Lingue

    Inglese (92%), swahili (8%), Sheng (slang urbano)


    Economia


    L'economia del Kenya, dopo un periodo di benessere,cadde in una profonda crisi,che peggiorò durante gli ultimi anni della dittatura Moi. Oggi, il Kenya ha una crescita che oscilla tra il 5 e il 6% annuo. Diversa è però la distribuzione del reddito. Il benessere di pochi (2%), infatti, è pagato con la miseria di molti (circa il 50% della popolazione vive sotto il livello di povertà). Attualmente, l'economia si basa sulle esportazioni soprattutto agricole e sul turismo. Buona è la crescita dell'economia, che si concentra nella capitale Nairobi, ma che si sta sviluppando in altre città.

    Agricoltura

    Durante il periodo coloniale le coltivazioni industriali, destinate all'esportazione, sostituirono le vecchie colture di sussistenza,impoverendo il suolo troppo sfruttato. Le coltivazioni di mais, sorgo, miglio e patate non bastano al fabbisogno interno, e il Kenya cerca di evitare i rischi della monocoltura sfruttando i vari ambienti del suo territorio. Le piantagioni forniscono, sull'altopiano: caffè, tè e piretro (una pianta utilizzata per insetticidi e prodotti antiparassitari di cui il Kenya è il maggiore esportatore mondiale con circa 8.000 tonnellate l'anno). Sulla costa invece sono molto diffuse le piantagioni di palma da olio e da cocco. Viene praticato l'allevamento di ovini e caprini.



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    Malindi

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    Malindi (in passato nota anche come Melinde) è una città del Kenya, capoluogo dell'omonimo distretto, nella Provincia Costiera. Si trova sull'Oceano Indiano, presso la foce del fiume Galana, circa 120 km a nordest di Mombasa.





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    Storia



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    Il monumento commemorativo dell'approdo di Vasco da Gama

    Non si conoscono esattamente le origini storiche di Malindi. I ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza nella zona, fin dal IX secolo, di varie culture bantu simili a quella pokomo. A partire dal XIV secolo Malindi ha goduto di un periodo di forte sviluppo, legato anche al fiorire della tratta degli schiavi. Una delle piste carovaniere che attraversavano il Kenya arrivava proprio a Malindi, dopo essere passata sull'altopiano di Yatta e da Silaloni. La piazza che ora si trova accanto alla vecchia moschea era il mercato degli schiavi, e ha svolto questo ruolo sino agli inizi del XX secolo.

    Dell'antica Malindi si hanno notizie nelle cronache di viaggio dell'ammiraglio cinese Zheng He, che vi approdò nel 1414. L'esploratore portoghese Vasco da Gama visitò la città nel 1498 e qui ottenne i servigi di navigatori esperti che lo condussero fino a Kerala, in India. Nel 1541, il celebre missionario gesuita Francesco Saverio risiedette a Malindi per qualche mese.



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    Economia



    La maggioranza della popolazione locale vive di agricoltura (l'entroterra è fertile e ricco di acqua) e di pesca, ma l'economia della città è principalmente basata sul turismo, soprattutto internazionale (e in modo particolare italiano). Malindi è rinomata per le sue spiagge bianche, protette in parte da un'imponente barriera corallina. Molte delle spiagge appartengono ad aree naturali protette, anche per via delle tartarughe marine che vengono a deporvi le uova; in particolare, i due parchi marini contigui di Watamu e Malindi proteggono un ampio tratto di costa a sud del centro abitato. Malindi è inoltre una destinazione molto amata dai cultori della pesca d'altura; già Ernest Hemingway negli anni trenta vi soggiornò diverse volte per praticare questo sport


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    Il mare e le spiagge




    E' vero, la spiaggia di Malindi, con le palme e la sabbia bianca, sembra proprio una di quelle che si vedono nei documentari. Le tre barriere coralline che si estendono lungo quasi tutta la costa dell'Africa Orientale proteggono sia la balneazione che la navigazione: in questo ecosistema, l'UNESCO, ha istituito la Riserva Naturale della Biosfera Terrestre.

    Attivita' sportive come snorckling e immersioni subacquee sono all'ordine del giorno e una gita al parco Marino e' praticamente obbligatoria. Sebbene Malindi offra gia' di per se qualcosa di unico non dimenticarti che la spiaggia piu' bella del Kenya e' a Watamu, un villaggio di pescatori raggiungibile comodamente in mezzora di taxi.




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    Safari


    È la parola della lingua locale, lo Swahili, più conosciuta al mondo, significa viaggio ma è divenuta sinonimo di viaggi in luoghi esotici e avventure di caccia grossa. In Kenya oggi "safari" è sinonimo di viaggi nella natura, armati di fotocamere, alla ricerca di paesaggi mozzafiato e animali selvaggi e liberi nel loro ambiente naturale.

    Il Kenya ha molti parchi naturali e aree protette dove la presenza umana è proibita o molto ridotta a tutto vantaggio dei tanti animali selvaggi che possono vivere e riprodursi in assoluta armonia con la natura. A soli 120km da Malindi vi è lo Tsavo, uno dei parchi più grandi del mondo, diviso dalla strada Mombasa - Nairobi in Tsavo Est e Tsavo Ovest. Molto numerosi sono gli elefanti e tutti i grandi e piccoli erbivori e dove si sta cercando di reintrodurre il rinoceronte dopo che la folle credenza delle proprietà afrodisiache del corno ne ha causato lo sterminio. Dove ci sono prede, ci sono pure predatori e leoni, leopardi, ghepardi e iene anche se più difficili da vedere, rappresentano un piacevole, eccitante incontro.

    Tra i tanti parchi del Kenya il più ricco di emozioni è certamente il Masai-Mara anche se rimane distante dalla costa e richiede un viaggio aereo per andarci. La particolarità di questo parco è quella di essere formato da vaste praterie scarse di alberi, che consentono di vedere gli animali anche molto lontano e di avere una forte presenza di leoni grazie all'abbondanza di antilopi e gazzelle. Così se vedere leoni a Tsavo è una rara opportunità, vedere i leoni a Masai-Mara è quasi la norma.


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    Pesca

    La pesca d'altura è sicuramente la più importante pratica sportiva di Malindi essendo questa zona di Oceano Indiano particolarmente ricca di ogni specie di pesci con abbondante presenza di rostrati: pesce vela, marlin blu, marlin nero, marlin striato, pesce spada. Numerosi anche: dorado o lampuga, carangidi, barracuda, kingfish, tonno pinna gialla, cobia, wahoo, tutte prede per la pesca a traina che è la più praticata e che regala sicuramente numerose soddisfazioni, anche per la possibilità di sfidare prede insolite oltre alle "classiche" sopra riportate: ad esempio a novembre 2009 è stato catturato uno squalo tigre del peso di 250 Kg e del quale trovate qui sotto una foto, assieme a quelle di altre catture effettuate in questi anni a bordo della nostra barca Marafiki.

    Per gli amanti del bolentino, vento e corrente marina permettendo, grandi soddisfazioni possono venire dalla cattura di squisiti white e red snapper e dalle varie specie di cernie.

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    Caccia

    Chiusa da oltre 20 anni la caccia grossa che rappresentava per il Kenya una notevole fonte di valuta pregiata e che direttamente o indirettamente occupava migliaia di lavoratori, è la caccia minore agli uccelli l'unica possibilità di vagabondare, fucile in spalla, per queste magnifiche e selvagge terre. Il turista cacciatore deve essere sempre accompagnato da un cacciatore professionista che oltre alla sicurezza deve garantire la corretta esecuzione di tutte le procedure legali (licenze, permessi e autorizzazioni) necessarie per svolgere l'attività venatoria in totale tranquillità.

    Le tipologie di caccia sono sostanzialmente due: la prima è la caccia agli acquatici (varie specie di anatre e oche) consentita da novembre a marzo, la seconda agli uccelli di terra (faraone, francolini, pernici del deserto e altri ancora) aperta da gennaio a marzo e da luglio a ottobre. È consentita tutto l'anno, anche se poco praticata, la caccia a tortore e quaglie presenti in alcuni periodi molto numerose.


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    La parte povera del Kenya

    Con questo progetto, pinocchio nero, abbiamo conosciuto il kenya,soprattutto la parte povera, tra cui il Nayrobi. Tutti nel mondo conoscono questa regione come un safary e un bellissimo paesaggio; per questo infatti vanno molti turisti a visitarlo e a passarci le vacanze. Questi bei paesaggi esistono, ma nessuno fa caso ai quartieri poveri e privi di vita, circondati da spazzature, animali sparsi per giro, e gente che è costretta a vivere in capanne indegne di essere chiamate case. Le condizioni di questi paesi sono veramente indecenti. Abbiamo potuto conoscere,sempre grazie a questo progetto, i ragazzi del Kenya, che hanno fatto un concertino, chiamato appunto "Pinocchio nero". é stato sintitolato così perchè è simile alla storia di pinocchio, e nero perchè i ragazzi di quel posto sono di colore. All'apparenza erano ragazzi simpaticissimi e molto allegri ed erano soprattutto molto bravi a recitare.


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    Questo è il bel mare del Kenya...chi non vorrebbe viverci...ma consideriamo anche gli altri posti, totalmente diversi, l'opposto del benessere.


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    e queste sono le condizioni degli abitanti dei quartieri poveri. Ora ditemi voi se si può vivere così...no è ingiusto.


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    questi invece sono gli ambienti distrutti...in cui VIVONO...



    blog di pupa-trool,it

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    kenya

     
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    mombasa-at-night


    Mombasa


    da wikipedia
    foto web


    Mombasa è la seconda città più grande del Kenya; è capoluogo dell'omonimo distretto e della Provincia Costiera. Si trova su un'isola separata dal continente solo da due piccoli fiumi. Ha un importante porto e un aeroporto internazionale, ed è un luogo di passaggio quasi obbligato per il turismo nelle zone costiere della nazione. Il nome arabo originale della città è Manbasa; in kiswahili si chiama Kisiwa Cha Mvita (abbreviato in Mvita), che significa "isola di guerra", a ricordare le numerose contese per il controllo della città.

    mombasa



    Mombasa ha una popolazione di circa 900.000 abitanti (665.018 registrati nel censimento del 1999) e si trova sull'Isola di Mombasa, circondata da due fiumi, Tudor Creek e Kilindini Harbour. A nord è collegata alla terraferma dal ponte Nyali Bridge, a sud dal servizio di traghetti Likoni Ferry, e a ovest dalla Makupa Causeway che la congiunge alla ferrovia dell'Uganda. Il porto serve sia il Kenya che le nazioni dell'entroterra, consentendo il traffico da e verso l'Oceano Indiano.

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    La popolazione è prevalentemente costituita da Miji Kenda/Swahili di religione islamica. Nel tempo la città ha ricevuto moltissimi immigrati, soprattutto provenienti dal Medio Oriente e dall'India, commercianti e artigiani, che contribuiscono in modo importante all'economia della città (e del Kenya in generale). L'immigrazione più recente proviene principalmente dall'entroterra kenyota, ed è soprattutto legata alle opportunità di lavoro derivanti dall'industria del turismo.
    Le donne swahili indossano abiti di cotone detti kanga, stampati a colori sgargianti e non raramente con frasi e slogan; portano anche un velo scuro detto "bui bui". Gli uomini indossano un tipo particolare di sarong a strisce colorate, detto "kikoi".

    Mombasa-MarketHall

    Luoghi di interesse

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    Ci sono molti posti da visitare a Mombasa, come il Forte Jesus, costruito dai portoghesi e la Città Vecchia, in cui si possono ammirare numerosi esempi di architettura islamica. Biashara Street (in swahili "Strada del Mercato") si trova nella città vecchia;

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    i mercanti arabi e indiani hanno in questa strada negozi che vendono kanga e kikoi.


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    Storia

    La città fu fondata nell'XI secolo dai mercanti arabi, col nome di Manbasa; rapidamente divenne il principale polo commerciale dell'Africa orientale. Da qui partivano le esportazioni di avorio e di schiavi. Nel 1502 Mombasa divenne un sultanato indipendente.
    Vasco de Gama fu il primo europeo del quale risulta che abbia visitato Mombasa, nel 1498. Due anni dopo la città fu saccheggiata dai portoghesi, che vi costruirono Forte Gesù. Dal 1593 la città fu governata da un rappresentate del Portogallo, e nel 1638 divenne ufficialmente una colonia portoghese, acquisendo un ruolo importante come roccaforte per il collegamento verso le colonie in India.
    A cavallo fra il XVII e il XVIII secolo Mombasa fu sotto la sovranità del sultanato di Oman. In questo periodo si succedettero tre governatori (detti Wali in arabo e Liwali in swahili). In seguito la città tornò sotto il controllo portoghese con Álvaro Caetano de Melo Castro (12 marzo 1728 - 21 settembre 1729), poi di nuovo sotto Oman fino al 1746, per poi diventare sultanato indipendente e rimanerlo fino al 1826 (dal 9 febbraio 1824 fino al 25 luglio 1826 il sultanato fu protettorato inglese). Gli Oman tornarono al potere nel 1826. Alla fine degli anni 1830 fu annessa al sultanato di Zanzibar.
    Il 25 maggio 1887 l'amministrazione di Mombasa fu acquisita dalla British East Africa Association inglese e nel 1898 passò completamente sotto il controllo britannico, diventando capitale del British East Africa Protectorate, che ne fece il punto d'arrivo della ferrovia dell'Uganda. Per lavorare alla ferrovia furono portati a Mombasa molti operai dall'India britannica. Dal 1º luglio 1895 Mombasa divenne parte del protettorato inglese del Kenya, che comprendeva una striscia costiera nominalmente sotto la sovranità di Zanzibar.
    Mombasa rimase nello stato di Zanzibar fino al 12 dicembre 1963, in cui fu ceduta al neonato stato indipendente del Kenya.

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    Porto di Mombasa, imbarchi dei traghetti


    Nel 2002 (il 28 novembre) Mombasa fu teatro di un attacco terroristico contro il Paradise Hotel, di proprietà israeliana; morirono tre israeliani e dieci kenyoti. Pochi minuti prima era fallito un tentativo di abbattimento, con missili terra-aria, di un Boeing 757 della linea aerea israeliana Arkia Boeing 757 decollato dall'aeroporto di Daniel arap Moi. La responsabilità di entrambi gli attentati fu attribuita ad al-Qāʿida.

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