GRAN BRETAGNA - GALLES, INGHILTERRA, SCOZIA, NORD d'irlanda

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted


    ..... è un’isola nell’isola. La punta estrema di un mondo che se non esiste più, sta scomparendo. La parte più a sud dalla Gran Bretagna è lontano dal resto del paese in tanti sensi. La vita va più piano secondo gli altri concittadini del Regno Unito...



    LA CORNOVAGLIA




    La Cornovaglia è l'estremo lembo di terra a Sud Ovest della Gran Bretagna, terra bellissima e poetica. Caratterizzata da una delle coste più belle d'Europa con scogliere dominate da fortezze, piccoli porti tra le insenature, vivaci e pittoreschi villaggi di pescatori, e, all'interno qualche testimonianza megalitica e meravigliosi giardini, tra i più celebrati dal National Trust. Tra le splendide località sul mare, spicca la luminosa St. Ives, scelta dai grandi artisti inglesi del Novecento ed ancora carica del suo fascino. Ed anche qui, in Cornovaglia, la punta occidentale si proclama ambiziosamente Land's End, il Finis terrae.
    Quell’estremità stretta stretta della penisola sud-occidentale della Gran Bretagna è considerata territorio ‘celtico’. Qui il paesaggio ricorda il passaggio di antiche popolazioni e i tanti castelli e manieri circondati da giardini fioriti e colline gettano il turista indietro di millenni.
    Data la sua posizione, circondata per due terzi dal mare, il clima in Cornovaglia è anche piuttosto mite. La costa nord è la più selvaggia.... qui che si trovano le High Cliff (scogliere). La costa meridionale è soprannominata "Riviera" ed è fatta soprattutto di spiagge di ghiaia.
    L’Unesco ha inserito ben dieci siti all’interno dei Patrimoni dell’Umanità.
    Nel Castello di Tintage, secondo la leggenda, visse Re Artù. A conferma di ciò, nel ’98 è stato rinvenuto il frammento di una lapide con due iscrizioni, la ‘pietra di Artù’. A Tintagel sono legate tutte le leggende riguardanti i cavalieri della Tavola rotonda che hanno fatto fantasticare ognuno di noi. Questo è un luogo magico. La costa intorno a Tintagel è composta da ardesia devoniana che fa colorare di verde-turchese il litorale e le acque, specialmente nel periodo caldo. Launceston Castle, nel centro della contea, risale all’età normanna. Pendennis Castle, a Falmouth, nel sud, fu fatto costruire da Enrico VIII per difendersi dagli attacchi francesi e spagnoli. Di fronte si trova il Castello St Mawes con splendidi giardini.... il Castello di St Catherine, a Fowey, affacciato sul mare e raggiungibile dalla spiaggia attraverso un sentiero pedonale. La città più importante della Cornovaglia è Truro...La città più storica, però, è Bodmin, fondata da un gruppo di monaci e abitata prima dai celti, poi dai romani. Al largo della costa si trovano le Isole Scilly, che segnano il confine tra la Manica e l’Oceano Atlantico (una volta erano chiamate Land's End, la fine della Terra) e che fanno sempre parte della Cornovaglia. L’arcipelago è composto da circa 140 isole, isolotti e scogli, di cui solo sei abitati.





    .....alice nel paese delle meraviglie.....



    Rivivere le avventure di Alice, prendere un tè con il Cappellaio Matto, o giocare una partita a croquet con la perfida Regina di Cuori, adesso si può. Apre in Cornovaglia il "Wonderland Experience", un parco a tema dedicato al mondo onirico di Lewis Carroll e all'interpretazione visionaria che Tim Burton ne ha dato nel nuovo film Disney. Il piccolo maniero gotico della Antony House è anche il luogo dove sono state girati gli esterni di "Alice nel Paese delle Meraviglie", e ora il National Trust britannico, dopo aver affidato giardino e villa alle cure di una società specializzata nell'organizzazione di eventi spettacolari, la Dodgy Clutch, inaugura questa attrazione "a tempo". Il parco, infatti, rimarrà aperto solo fino al prossimo ottobre, e promette ai visitatori (bambini, ma anche adulti amanti di Alice e fan di Tim Burton) un'esperienza da film.
    Qui, tra Torpoint e il villaggio di Antony, a pochi chilometri da Plymouth, dove il Devon lascia il posto alla Cornovaglia, una carrellata di eventi festeggerà il film Disney e i suoi personaggi, con una ricostruzione delle scene più celebri dell'avventura di Alice. Si entra seguendo il sentiero delle farfalle, che porta a conoscere, uno ad uno, i luoghi e i panorami che hanno ispirato Tim Burton, mentre dentro casa ("un perfetto maniero gotico in miniatura", l'ha definita il regista) si può visitare la camera da letto della protagonista. Ma il vero divertimento inizia quando ci si riesce a immedesimare completamente.
    Ad esempio, entrando nella tana del Bianconiglio e sbucando in un giardino dove - senza bisogno di pozioni o funghi, assicurano gli organizzatori - ci si sentirà molto più piccoli del normale. Tra la vegetazione spunta poi il Brucaliffo che fuma il suo narghilé, adagiato su un fungo gigante, per non parlare di alberi e cespugli così accuratamente sagomati e scolpiti da sembrare personaggi in carne e ossa. E ogni tanto può capitare anche di scorgere Alice in persona.
    Flamina Festuccia





    "Una costa che sembra a tratti essere stata tagliata
    col coltello da una divinità capricciosa,
    con gli alti fiordi foderati fino all’orlo di un verde intensissimo...."



    "......mi riporta a una terra, a un posto unico al mondo: Land's End, in Cornovaglia, che ho visitato qualche tempo fa....E' una regione incantevole a cominciare da Truro, una città che avevo conosciuto attraverso la serie televisiva di Poldark e dove ho visitato le famose miniere. Lo sceneggiato Poldark ha sicuramente scosso la mia curiosità e mi ha spinto in questo luogo, alla ricerca della sua storia e delle sue bellezze. Passeggiando per Truro ho ammirato i pizzi messi in bella vista nelle vetrine, le grandi fioriere poste ai lampioni e la cattedrale così imponente, in stile neogotico.Subito dopo è la volta di Penzance, la mia meta, dove si trova la scuola d'arte conosciuta in tutto il mondo e dove si recano artisti da ogni parte. Qui il mondo sembra fermarsi per dare spazio a ritmi più lenti, più a misura d'uomo, dove vige la calma e la riflessione.

    PENZANCE-Luogo misterioso/ancor di più/in un Natale immaginario./Il freddo copre la riviera,/il vento passa col suo telo/e i gabbiani/chiudono il volo./Sono spenti/anche i colori delle vele./Le barche in riva al mare/ondeggiano in attesa/che qualcosa accada./I gerani sono ancora lì tesi/e si fanno accarezzare/dalle folate oceaniche./La culla dei venti,/luogo romano,/d'altri tempi,/si chiude col suo manto al freddo,/un ossequio al re che nasce/in questo pezzo di mondo.(Di F.Baratto)

    La vista è allietata da casette caratteristiche, con giardini e piccoli orti. I fiori qui, come in tutta la Cornovaglia, sono simbolo di bellezza ma anche di cultura e di civiltà.Viaggiare, d'altra parte, serve a confrontarsi con culture e stili di vita diversi dai nostri, per imparare ciò che non può essere insegnato. St.Ives, sulla costa a nord, è una graziosa cittadina con il suo porto caratteristico. Nelle stradine strette e ripide, lungo tutto il percorso, pendono lateralmente alla strada, ciotole ricche di gerani, petunie e campanelle che scendono dai loro vasi in una cascata di petali dai toni pastello.
    Il porto, con le sue barche adagiate sul bagnasciuga e in acqua con reti pendenti, ciambelle e attrezzature per la pesca, crea scene pittoresche e incantevoli. Qui tutto è fermo, come in un dipinto. L'aria è sempre umida e fredda, il vento sibila dall'oceano portando ovunque stormi di gabbiani , i veri protagonisti del luogo...Il mio cuore, però è rapito da Land's End, un posto indescrivibile, si può solo parlare della sua maestosità. E' l'ultimo pezzo di terra della Cornovaglia ai confini con l'Oceano. Appena si giunge sull'alta scogliera, il vento avvolge come una girandola e il suo sibilo, a velocità sostenuta, rimbomba come un metronomo dal cupo suono. Si ha la sensazione di stare sospesi, innalzati dal suolo. Allo stesso tempo, il silenzio interiore che si avverte a contatto con un panorama mozzafiato e la solitudine del luogo, ci invade completamente e ci innalza in volo come spirali di eliche che girano vertiginosamente. Un'immane e misteriosa forza fa innalzare enormi onde spumose e alte che s' infrangono rumorosamente sugli scogli, ricoperti di gabbiani, in un continuo e serrato movimento.
    Gli stridori dei gabbiani si perdono come singhiozzi che scemano con lunghe scie d'echi, perdendosi nei rari momenti dei loro silenzi. Molti restano appollaiati sugli scogli in contemplazione e solo dopo un lungo riposo, riprendono le corse sull'acqua in un volo spiegato, in un gioco di movimenti, colori e suoni tra i più pittoreschi che abbia mai visto. Mi sono persa in corse e cadute nei prati, ho attraversato un ponte di corda sospeso nel vuoto e sotto il mare minaccioso. Ho rivolto, poi gli occhi al cielo e ho visto nuvoloni ai quali davo forme diverse come la schiera di Esperidi sul carro spinto da Eolo. Lì nei paraggi, un grosso masso a mo' di trono, ha dato tregua alla mia corsa e alla mia fantasia. Qui sono passata a rievocare i fatti storici a cominciare dai Romani, giunti fin qui nel 55a C con Giulio Cesare e di cui restano vistosi segni. Più a nord, al confine con la Scozia, c'è l'Hadrian's Wall, iniziato nel 122d.C, la muraglia eretta dall'Imperatore Adriano per difendere i confini dai nemici provenienti dal nord. Qui giunsero anche i Normanni nel 1066 con Guglielmo il Conquistatore, dando inizio alla guerra dei cent'anni e la guerra delle due Rose. Seduta sul trono vedo lì i Romani, a sinistra i combattimenti, e poi dal mare giungere le navi e da terra guerrieri ben muniti... In lontananza vedo la dimora di Re Artù, il castello di Camelot e nei vortici della mia mente la fantasia va al galoppo. Intanto grosse nuvole mi sovrastano quasi a toccare la mia chioma, con forme strane e colori forti per il peso dell'acqua che esse trasportano. Ai miei piedi un tappeto d'erba a perdita d'occhio segue il corso del vento con onde e capriole ,recando un fruscio continuo a mo' di lamento.Lo sperduto luogo che pensavo, si rivela ai miei occhi in tutto il suo splendore!..."
    (F.Baratto)



    "Massi disposti verticalmente, in cerchio e a croce, testimoniano l'antica presenza di popoli del Neolitico e, successivamente, di una popolazione celtica convertitasi al cristianesimo intorno al IV secolo e la cui lingua e cultura sopravvivono nel dialetto, nei nomi dei luoghi e nelle usanze locali.
    Particolarmente interessanti sono la valle del fiume De Lank, le due alture Rough Tor e Brown Willy (o Bryn Whelli), il punto più alto della Cornovaglia (420 m), e Dozmary Pool, il lago dove la leggenda narra sia stata gettata Excalibur, la spada di re Artù."





    .......miti e leggende.....



    Alcuni storici ritengono che la Leggenda di Re Artù derivi in parte da fatti realmente accaduti. Egli fu probabilmente un capo guerriero romano-britannico che guidò la resistenza dei Celti contro le invasioni Sassoni del VI secolo d. C. Nella Historia regum Brittannie del 1139 Goffredo di Monmouth narra per la prima volta le gesta di Artù, descrivendo come egli divenne re rimovendo la spada Excalibur da una roccia, la sua battaglia finale con il traditore Mordred e la storia dei Cavalieri della Tavolo Rotonda.
    In Cornovaglia sopravvivono importanti testimonianze del mondo celtico, la Cornovaglia, o Kernow come la chiamano i suoi abitanti, fu l’ultimo lembo dell’Inghilterra ad arrendersi come detto agli invasori sassoni.



    … e che Dio, e tutti gli esseri di luce
    possano ascoltarmi ed essere accanto a me
    e a tutte le persone che mi sono vicine
    e a quelle che continuano ad amare,
    malgrado tutto e malgrado molti…
    E che questi molti, che non saranno mai tutti…
    vivano nel timore che la spada benedetta di Excalibur…
    Possa colpirli, in questa come nell’altra vita…
    che non sarà un’altra beffa…
    Ed i conti saranno chiusi…
    - dal web -





    .
     
    Top
    .
  2. tomiva57
     
    .

    User deleted


    grazie gabry ..è molto bella la cornovaglia

    image


    image
    stonehenge


    image



    La baia della Cornovaglia che ha ispirato il romanzo «Gita al faro» di Virginia Woolf è stata venduta all'asta per 80mila sterline, oltre 93mila euro. La vincitrice ha acquistato circa 30 ettari di terreno che comprendono spiaggia e dune che si estendono da Hale, nei pressi di St. Ives, fino al faro dell'isola di Godrevy (foto). Il romanzo della Woolf è ambientato nell'isola di Skye, in Scozia, ma la scrittrice trasse ispirazione dalle vacanze trascorsa da bambina in Cornovaglia. Il direttore dell'asta, Richard Argles, si è detto certo che la baia sia stata venduta alla persona giusta: «Abbiamo avuto tre offerte via telefono e almeno una di persona - ha raccontato al Guardian -, è stato molto emozionante come succede spesso con questo genere di aste. Credo che la nuova proprietaria sia molto soddisfatta del risultato, come noi. Non ha intenzione di fare nulla con la spiaggia se non possederla». I vincoli imposti dalle autorità per la tutela dell'area escludono che si possa costruire o scavare (foto da Wikipedia)

    image
    castello di Pendennis


    image

     
    Top
    .
  3. ZIALAILA
     
    .

    User deleted




    sentieri di Cornovaglia ... da St. Ives

    Edited by ZIALAILA - 30/6/2013, 09:54
     
    Top
    .
  4. ZIALAILA
     
    .

    User deleted


    ...Mount St. Michael



    il castello




    ....sale la marea




    Passato il paesino di Marazion, si arriva a St. Michael's Mount. Nasce come abbazia benedettina nell'XI secolo, poi trasformata in un castello.
    Sorge su isolotto al largo Marazion. Quando c'è la bassa marea, l'isolotto e la terra ferma sono uniti da una striscia di terra percorribile a piedi.
    Quando i normanni conquistarono l’Inghilterra nel 1066 rimasero colpiti con la somiglianza di St. Michael's Mount con Mont-St-Michel. e i monaci benedettini vi vennero chiamati per costruire una abbazia. Durante i secoli successivi quest’ultima fu adibita a fortezza all’epoca della soppressione dei monasteri .
    Nel 1650 l’isola-penisola fu acquistata da Sir John St Aubyn, i cui discendenti trasformarono la precedente costruzione in una sontuosa residenza.

    Edited by ZIALAILA - 30/6/2013, 09:55
     
    Top
    .
  5. gheagabry
     
    .

    User deleted


    “...if i’d be a bird i’d fly in a scottish sky”



    La SCOZIA





    La magia dei colori del cielo, le nuvole viola, rosa, azzurre poi infuocate, i castelli, le bandiere fatate e i mostri discreti; i fiordi, in inverno di color azzurro e rosa tenue, sembrano usciti da un quadro all'acquerello. In Scozia si possono ammirare colline rotondeggianti rese rosa dall'erica, scogliere a picco sul mare, abitate da uccelli rari come la pulcinella di mare, boschi con falchi pescatori, nibbi, astori, sparvieri e mammiferi aggraziati come i caprioli e i cervi. Lungo la costa e' facile avvistare scogli che ad uno sguardo piu' attento si rivelano coperti di foche stese al sole. In molti luoghi si organizzano gite in barca alla facile ricerca dei delfini e delle foche. Nel Fiordo di Moray (Moray Firth, Inverness) ci sono i delfini piu' grandi del mondo.



    Le Highlands scozzesi, sono una regione montuosa, scarsamente abitata, della Scozia a nord e ad ovest dell'Highland Boundary Fault, nella parte più settentrionale della Gran Bretagna. Si tratta di una regione estremamente suggestiva, costantemente spazzata dal vento...Le Highlands sono natura allo stato puro: una gioia per gli occhi e per l’anima...La vivace città di Inverness (la città più a nord della Scozia), sul fiume Ness, è il centro più importante delle Highlands, e si trova all'imboccatura del Moray Firth, il più ampio fiordo scozzese, mentre il tradizionale punto di arrivo alle Highlands, è Fort William, importante centro abitato adagiato in fondo alla valle di Great Glen ed a pochi chilometri dal Ben Nevis (1.344 m s.l.m.), la montagna più alta di tutta la Gran Bretagna, caratterizzato da una cima formata da un largo pianoro di pietra di circa 40 ettari e dalla presenza di un osservatorio meteorologico costruito nel 1883 ed utilizzato fino al 1904......il Culloden Battlefield: Campo di battaglia di Culloden, carico di ricordi e suggestioni, commemora la battaglia di Culloden, combattuta il 16 aprile 1746 presso Inverness fu l'ultima battaglia campale combattuta in Gran Bretagna. Gli scozzesi che, curiosamente, la combatterono con strategie medievali, risultarono sconfitti......la Cattedrale di Elgin: la “lanterna del nord” (poiché di notte fungeva da faro per le navi che rientravano dal mare) è situata tra Aberdeen e Inverness, sulla costa orientale, a pochi chilometri da Glenlivet. La struttura originaria risale al 1225, anche se, dopo numerose vicissitudini, la navata centrale fu completata soltanto 3 secoli più tardi..... il Eilean Donan: è un’icona della Scozia, in quanto è il castello più rappresentato. Eilean Donan si trova nel suggestivo paese di Dornie, lungo l’arteria turistica principale che porta all’isola di Skye. Nel 1719, durante una rivolta giacobita, venne parzialmente distrutto e per circa 200 venne abbandonato al suo destino. Solo nel 1911, quando il sottotenente colonnello John MacRae-Gilstrap acquistò l’isola, venne riportato al suo antico splendore





    .......Loch Ness..........



    Loch Ness è un lago d'acqua dolce situato nelle Highlands scozzesi a Sud-Ovest di Inverness. Lago dalle acque profonde (230 metri circa), ha un volume di 7.45 km³, e una superficie di 65 km². Più che per le sue caratteristiche è famoso in tutto il mondo per gli avvistamenti del mitico "Nessie", un ipotetico mostro preistorico, probabilmente un plesiosauro, vissuto nell'era mesozoica.
    La leggenda narra che nell’anno 565 San Colombano, monaco irlandese, affermò di aver visto una grossa creatura nel lago; da allora lungo i secoli vi sono stati migliaia di avvistamenti, ma la leggenda restava circoscritta ai luoghi immediatamente circostanti il lago. Ma fu solo nel 1933 - quando una coppia di turisti, i signori Spicer, affermò di aver visto un essere enorme emergere dalle acque, prima di sparire nuovamente - che la leggenda di Nessie, divenne di dominio pubblico.
    Periodicamente il mostro viene avvistato e la sua leggenda ha talmente incuriosito gli scienziati che nel 1970 venne fondato il Loch Ness Phenomena Investigation Bureau un apposito osservatorio.
    Il punto più affascinante dove ammirare il Loch Ness è dal Castello di Urquhart sulla riva nord più o meno a metà della larghezza del lago.



    ......l'isola di Skye.......



    In gaelico scozzese An t-Eilean Sgithanach, dalle coste frastagliate e dalla natura ancora selvaggia, è la maggiore delle isole Ebridi interne, anche se amministrativamente è compresa nella regione scozzese dell'Highland. I Celti la chiamavano l'Isola Alata, i Vichinghi l’Isola delle Nuvole; per molti il suo nome gaelico significa Isola Nebbiosa; a prescindere dalla sua denominazione, quel che è fuori discussione è che l'Isola di Skye è un'isola magica, caratterizzata da un’incantevole e rara bellezza che ancora non conosce il cemento e dove il tempo sembra essersi fermato.
    Perennemente battuta dal vento e spesso tormentata da piogge incessanti, l ’isola vi stupirà per i suoi paesaggi affascinanti ed al tempo stesso inquietanti, per i colori e profumi della sua natura non ancora contaminata dalla mano umana e per il suo clima alquanto mite in considerazione della sua latitudine. Il paese principale dell'Isola è Portree, un affascinante paese sviluppatosi attorno al suo porticciolo......il Castello di Dunvegan, sul roccioso altipiano che domina il Loch Dunvegan; residenza del Clan MacLeod, il più antico castello scozzese ad essere abitato in maniera continua. Il Castello è famoso per la leggenda della sua Bandiera Fatata.



    ......la musica.....



    Non c'e' Scozia senza cornamusa, dal suono che ti entra nel sangue e nella testa. Usata nei matrimoni, nei funerali, alle feste e, in passato, anche in guerra.... si racconta che in un castello della Scozia vi era un signore che, come tanti altri all'epoca, veniva salutato da lontano dalla cornamusa ogni volta che stava per tornare a casa. Un giorno il castello venne occupato da un'usurpatore e il suonatore del castello, per avvisare il suo signore del pericolo che lo aspettava a casa, suono' il solito motivo di saluto, ma con degli errori gravi nello svolgimento facendogli capire che qualcosa non andava. Il signore capi' il messaggio e si salvo' ma il ragazzo venne punito dal nemico con l'amputazione delle mani...E' una storia terribilmente commovente e triste piena di musica, fedelta', coraggio e spirito di sacrificio.
    Altra tradizione musicale della Scozia sono i cosiddetti "Ceilidh"(pronuncia "chili"), feste molto allegre con musiche eseguite in modo molto allegro e vivace, con l'uso di vari strumenti tradizionali come la cornamusa, il violino, l'armonica (simile alla musica country e, effettivamente, sua capostipite).
    In tutta la Scozia, inoltre, si puo' assistere all'esecuzione del ballo tradizionale, l'Highland Dance che era ballato, una volta, dai soldati stessi, con le spade a terra e oggi raramente esibite.





    Gli storici inglesi mi daranno del bugiardo, ma a scrivere la storia sono gli stessi che hanno impiccato degli eroi....Io sono William Wallace, voi altri sarete risparmiati, tornate in Inghilterra e dite a tutti che le figlie e i figli di Scozia non sono più vostri, e dite che la Scozia e libera!



    ...la storia....



    La Scozia risulta essere stata popolata fin dall’epoca preistorica. Nel primo millennio a.c. giunsero in questo territorio gli Scoti, da cui il nome delle regione, i Piti e i Celti (500 a.c. circa) denominati poi Bretoni. Già nel 843 si assiste alla nascita di una realtà politico-sociale che vede l’unione del regno degli Scoti e dei Piti, ma la storia della Scozia verrà segnata da innumerevoli battaglie e scontri tra gruppi etnici e politici. In particolare la storia scozzese è un susseguirsi di alleanze e contrasti con il vicino regno inglese.
    La prima “battaglia di indipendenza” vede come protagonista il leggendario eroe William Wallace che sconfisse gli inglesi nel 1297 per poi essere sconfitto l’anno seguente. L’episodio, reso celebre dal film di Mel Gibson “Braveheart” (USA 1995), portò nel 1320 alla firma della prima Dichiarazione di Indipendenza della Scozia nei confronti dell’Inghilterra, che la ratificò nel 1328 con il Trattato di Northampton. L’accordo non segnò, però, la fine dei conflitti interni ed esterni alla Scozia che precipitò ben presto in una crisi di successione da cui risultò vincitrice la dinastia Stuart. Gli Stuart, nonostante la vittoria iniziale, risultarono inadatti al governo della regione scozzese. La situazione fu aggravata da una serie di accordi matrimoniali con la Francia favoriti dalla comune professione della religione cattolica e dal contrasto con l’Inghilterra anglicana.
    Una delle pagine piú note della storia dell’alleanza tra Scozia e Francia riguarda Maria Stuarda.
    Destinata ad essere regina di Francia, alla morte del consorte, fu, suo malgrado, fatta tornare in Scozia, da dove era partita giovanissima, per porre una sovrana cattolica a contrasto con l’ascesa di Elisabetta I. Incapace di governare adeguatamente le Highlands, e soprattutto di comprendere le psicologie e le necessità dei suoi sudditi, Maria Stuarda incappò in una serie di disastri diplomatici, tra cui proporsi come legittima sovrana al posto di Elisabetta e per poi chiedere asilo alla stessa Regina d’Inghilterra nel 1568 per sfuggire agli stessi lord scozzesi. Maria Stuarda fu decapitata in territorio inglese nel 1587 per ordine della regina. Un ordine su cui ancora esistono molti misteri.
    Paradossalmente fu proprio il figlio di Maria Stuart, Giacomo VI, che alla morte di Elisabetta I (la regina Vergine), avvenuta nel 1603, riunì sotto una sola corona i due regni di Scozia ed Inghilterra con il nome di Giacomo VI di Scozia e Giacomo I d’Inghilterra. L’unione dei due paesi sotto un unico sovrano non significò, però, automaticamente l’unione politica dei due Paesi, come testimonia la “doppia numerazione” dei sovrani Stuart (Giacomo VI di Scozia e Giacomo I d’Inghilterra, Giacomo VII e II ecc) che proseguì per almeno un secolo. È del 1707 il Trattato d'Unione (Act of Union), al quale seguirono ancora episodi di ribellione, con il quale la Scozia perse la sua indipendenza e vide la fine dell’esistenza del suo parlamento. Secondo tale accordo nel parlamento inglese sarebbero stati presenti delegati della Scozia a rappresentarla.
    Ormai parte del Regno Unito, la Scozia ne seguì le vicende, durante tutta l’epoca moderna, fino alla svolta del 1997 quando un referendum popolare sancì la ricostituzione del Parlamento scozzese come organo autonomo dal Parlamento di Londra e preposto alle decisioni locali.



    Nell'anno del Signore 1314, patrioti scozzesi, affamati e sovverchiati nel numero, sfidarono il campo di Bannockburn, si batterono come poeti guerrieri, si batterono come scozzesi e si guadagnarono la libertà.




    ...........una fiaba.........



    Sull'isola di Skye c'è il vecchio castello di Dunvegan, bagnato su tre lati da un mare freddo e grigio.
    Per centinaia di anni questo castello è stato la dimora dei capitani del Clan dei MacLeod. Il Clan possiede parecchi tesori, ma l'oggetto che tiene in maggior conto è una stiscia di seta color giallo pallido. E' delicata come le ali di una farfalla ed è segnata qua e là da certe macchioline rosse come solo gli elfi sanno fare.
    La bandiera fatata appartiene al Clan dei MacLeod dalla lontana notte in cui nacque un piccolo capitano del Clan.Quella notte tutta l'sola era pervasa dalla più grande gioia e sulle colline vennero accesi tanti falò che la gente delle isole vicine pensò che Skye si fosse incendiata!
    Dentro il castello, i membri del Clan si riunirono per festeggiare con cene e balli la nascita del bambino. Il suono delle cornamuse era così forte che saliva perfino lungo una scala a chiocciola e su, in cima a un'alta torretta dove c'era una piccola stanza. Qui Morag, la vecchia bambinaia, sedeva presso una culla di legno e la dondolava piano avanti e indietro per cercare di acquietare il neonato. "Come può dormire il piccolino con questo frastuono!" brontolò. A un tratto scivolò nella stanza la sua giovane nipote Janet. "Oh, zietta," bisbigliò "é così eccitante! Devi andare giù a dare un'occhiata." Morag la guardò indignata. "Cosa?! Lasciare l'erede dei MacLeod solo e senza protezione?" Ma Janet ribattè: " Il bambino non rimarrà solo, mi siederò qui e lo curerò io mentre tu non ci sei" La vecchia Morag esitava. "Bene" disse infine " probabilmente non vivrò tanto da vedere un'altra notte come questa. Ma chiamami se il bambino si sveglia. Chiamami immediatamente!" Janet si sedette e prese a dondolare la culla con garbo, battendo un piede al ritmo della musica, ma non si accorse che lo scialle col quale Morag aveva accuratamente coperto la culla era scivolato sul pavimento di pietra. Sentendo freddo, il piccolo cominciò a piangere e Janet non riusciva a calmarlo. Il pianto del bimbo di fece sempre più forte e Janet si affacciò sulla scala a chiocciola per chiamare Morag, ma la musica copriva la sua voce. Allora, lasciando la porta socchiusa, corse giù per le scale a cercare la vecchia bambinaia.
    Proprio in quel momento una fata e una sua amica, che stavano passando in fretta davanti al castello, udirono il pianto e si fermarono: "Hai sentito?" chiese la fata tutta arrabbiata "Il piccolo erede del MacLeod sta piangendo e non c'è nessuno che si occupa di lui!" Gettò un'occhiata alla torretta e i suoi occhi penetranti scorsero subito la finestrella illuminata. "Senti, credo di riuscire a infilarmi là dentro. Tu aspettami sul davanzale" Le due fate volarono alla finestra e capirono subito perchè il bambino piangeva, vedendo che lo scialle non era sulla culla, ma per terra. "Povero piccino! Col vento freddo che soffia dal mare! Ma io ho proprio quel che ci vuole per scaldarti". Sgusciò nella stanza e si avvicinò alla culla: srotolò da intorno alla cintura una striscia di seta gialla e preso delicatamente in braccio il bambino, ve lo avvolse. "Ma quella è la nostra bandiera fatata!" Esclamò l'amica dal davanzale. "E con questo? Noi possiamo tesserne un'altra. Zitta ora mentre gli canto la ninna-nanna".
    E facendo dondolare piano piano la culla col piede, cantò.

    "La tua vita sarà sicura.
    La salvezza è tra queste mura
    finchè sventola il drappo fatato
    che le fate ti han regalato.
    Ora dormi bel bambino,
    fai la nanna piccolino"

    Proprio mentre l'ultima nota svaniva nell'aria, la vecchia Morag rientrò nella stanza. "Povera me" ansimò "Chi siete?" Poi vide con terrore il cappello a punta della fata, le scarpette violette come l'erica e la striscia di seta gialla che avvolgeva il bimbo addormentato. Avanzò di un passo per strapparla via...ma la fata la fermò. "No, Morag! La bandiera non gli farà del male. E' più calda della più spessa coperta e inoltre lo proteggerà da ogni pericolo" Morag ascoltò senza fiato la fata che le descriveva i magici poteri della bandiera. "Salverà l'erede dei MacLeod nel momento di maggior pericolo, ma attenzione, dovrà essere usata con parsimonia. Questa bandiera potrà sventolare solo tre volte, poi le fate la reclameranno" La fata si mosse silenziosamente verso la finestra e ripetè : "Tre volte sole. Ricordati, Morag, di riferire ai MacLeod le mie parole"
    Detto questo fece per andarsene, ma Morag le gridò: "E la ninna-nanna?...Non volete insegnarmi la ninna-nanna?" "Lo farò, Morag" rispose la fata " e ogni volta che canterai, il bambino si addormenterà subito." E la fata cantò ancora una volta la ninna-nanna prima di sparire nella notte.
    Per un po' Morag rimase sbalordita a fissare il punto in cui la fata era scomparsa, ma non vide altro che la luna, e al posto della voce di lei udì solo il suono delle cornamuse. "Vieni piccolo, dolce erede," disse infine prendendo teneramente il bimbo in braccio. "I tuoi orgogliosi genitori e tutti i tuoi parenti devono sapere ciò che la fata ti ha donato"
    Gli uomini del Clan si meravigliarono molto nell'udire la storia di Morag, poi il capo levò in alto il suo minuscolo figlio affinchè tutti lo ammirassero, e giurò solennemente di custodire nel castello la bandiera fatata come il più grande dei tesori.
    E che fosse realmente un gran tesoro, lo si potè vedere quando la profezia della fata si avverò.
    Molti anni dopo, nel quindicesimo secolo, il castello di Dunvegan venne assalito da feroci guerrieri che avevano invaso Skye provenienti dalle isole vicine. I MacLeod furono decimati e sembrava ormai certo il loro annientamento totale. All'ultimo momento, il loro giovane e bel capitano si ricordò della leggenda. "Andate a prendere la bandiera fatata!"
    Appena la bandiera sventolò sui bastioni, una misteriosa schiera di guerrieri si materializzò nel castello e si gettò all'assalto. Brandivano spade enormi e facevano un rumore terrificante. Gli invasori fuggirono, nel tentativo di salvarsi, ma nessuno di loro riuscì a scampare. Alla fine, lasciando i MacLeod vittoriosi sul campo, i guerrieri si dissolsero nell'aria.
    Un centinaio di anni dopo, il castello venne assalito di nuovo, con l'aiuto di una fitta nebbia che si era alzata dal mare. I MacLeod si difesero coraggiosamente, ma erano nuovamente sul punto di soccombere, quando il capitano decise di ricorrere alla bandiera magica. Fu allora che la grigia nebbia si trasformò in file e file di guerrieri che combatterono come demoni, fino alla vittoria. Ma quando il giovane capitano MacLeod volle ringraziarli, svanirono nella nebbia.
    La bandiera era stata issata due volte, perciò ancora una volta, in futuro, avrebbe potuto spiegare il suo magico potere...Per questo, oggi la bandiera magica viene conservata come un tesoro nel vecchio castello di Dunvegan, mentre le fate, nei loro nascondigli segreti, la aspettano pazientemente.



    Ancestrale bisogno di te...
    terra di tartan e whisky,
    terra che vissi d'estate,
    terra che m'era familiare.
    Son morbide le valli che mi inghiottono
    e giaccio denudata d'ogni socialità
    su pendii addormentati.
    Coperta verde ove morire,
    specchi d'acqua, e mormorii sommessi
    tra Erica e Ginestre
    mi culla incanto e favola.
    (Hila Moon)






    .
     
    Top
    .
  6. gheagabry
     
    .

    User deleted





    La Scozia, "Alba" secondo l'antico nome gaelico, conserva nel cuore delle sue antiche tradizioni la memoria di un'esperienza ancestrale ben protetta dal folklore locale.
    Un'antica credenza scozzese dice che quando il mare sommergera' la grande isola, si salveranno solo gli abitanti delle "terre alte", giacche' qui il mare non li raggiungera'. La grande isola e' l'Inghilterra e per "terre alte" ci si riferisce ovviamente alle Highlands.
    Questa leggenda puo' essere letta in piu' di una chiave interpretativa, se si e' venuti a contatto con lo spirito indipendente e ribelle degli abitanti della Scozia, che hanno sempre mal tollerato l'ingerenza della corona nei loro affari politici.
    E' facile capire come tale spirito si sia potuto formare se solo si e' un minimo a conoscenza, non solo del passato recente della Scozia, ma anche della antica storia che ha avuto come scenario questa terra incantata.
    Quando si parla di posti incantevoli e scenari quasi onirici come le lande scozzesi e' facile scadere nella retorica e nell'estetismo fine a se stesso. In effetti, chi ha avuto occasione di passeggiare in un bosco scozzese, o di essersi lasciato avvolgere dall'atmosfera del selvaggio mare del nord, o ancora di essersi soffermato ad osservare l'incredibile e infinita volta stellata visibile da quelle parti, puo' lasciarsi andare facilmente a descrizioni poetiche in cui difficilmente chi non vi e' stato puo' identificarsi.
    Ma il fascino del luogo non deriva solo dal bel panorama, ne' dal folklore locale: c'e' ben altro da scoprire; e quest'"altro" lo si puo' intuire tangibilmente in posti misteriosi come Callanish, dove enormi pietre erette in una landa deserta in tempi immemorabili stanno a testimoniare una storia non spiegata; o in luoghi come Clava Cairn, dove enormi medicine-wheel di pietra indicano la presenza di un culto antichissimo e scomodo da interpretare.
    I ritrovamenti megalitici, in Scozia, sono numerosissimi e per fortuna, molti di essi ancora incontaminati. Non e' certo facile orientarsi nella comprensione di un fenomeno che non trova spiegazioni scientifiche e che non trova posto nella storia ufficiale, ma e' per lo meno consolante che qui molti reperti siano ancora raggiungibili e assaporabili senza troppe interferenze culturali.
    I cerchi di pietre, i tumulus, i "broch" (torrette identiche ai kivas degli indiani Hopi), i dolmen e i menhir sparsi in tutto il territorio scozzese, isole comprese, testimoniano la grande importanza che questa terra ha avuto per la misteriosa cultura che ha eretto i megaliti. Il popolo sconosciuto che ha lasciato queste evidentissime tracce su tutto il pianeta non trova spiegazioni nella comunita' scientifica: non se ne sa assolutamente nulla, e neppure vengono azzardate ipotesi. Ma resta comunque evidente che questo popolo misterioso sapeva attraversare i continenti e soprattutto sapeva riconoscere i punti magici di Gaia, il nostro pianeta.
    Se vogliamo considerare l'affascinante ipotesi esoterica secondo cui il nostro pianeta e' percorso da punti energetici che emanano una grande energia, la Scozia non ne e' certo estraena. Secondo questa ipotesi, i templi megalitici sono stati eretti con grande attenzione proprio su tali siti, per poter entrare in contatto con l'immensa energia terapeutica di Gaia. Uno di questi luoghi magici potrebbe essere proprio la Scozia, soprattutto le Highlands.



    Ma che cosa si sa della tradizione delle Highlands? Poco o nulla: il cristianesimo ha assorbito completamente la mitologia celtica precedente ed ha svolto un accurato lavoro di smatellamento del druidismo, che era il riferimento spirituale di quella cultura.
    Gli antichi templi pagani sono stati distrutti e al loro posto sono state erette basiliche cristiane; i sacerdoti della religione precedente sono stati sterminati o assorbiti nel panorama dei santi cristiani, come nel caso degli irlandesi St. Patrick e St. Columba (di cui troviamo presenza non solo in Irlanda ma anche in Scozia e Bretagna) o il bretone S.Cornely.
    I testi che parlano della preistoria scozzese risentono tutti quanti dell'influenza del cristianesimo e cosi' pure l'interpretazione della mitologia celtica; avventurarsi in tale ricerca significa quindi non avere mai la certezza della veridicita' della fonte da cui si attinge. L'impero britannico ha poi completato l'opera distruggendo quello che era rimasto delle antiche radici culturali, distruzione che ha avuto il suo apice nella battaglia di Culloden, dove i Clan che tentavano di far sopravvivere le antiche usanze celtiche sono stati completamente sterminati.
    Per capire la tradizione scozzese bisogna considerare le numerose sovrapposizioni di culture e tradizioni. Le fonti storiche sono nebulose, ma sembra ormai assodato che i druidi siano stati i prosecutori dell'antica cultura megalitica, o quanto meno, che abbiano fatto di quelle antiche vestigia i loro templi. La civilta' celtica, sorta intorno al druidismo, continuatore dell'antico sciamanesimo nordico, sviluppo' una ricca mitologia che non era in contrasto con gli antichi dei del passato, ma al contrario la riproponeva con un esoterismo a volte molto esplicito.
    Ne e' un esempio il mito del Graal, ricorrente nelle tradizioni di tutte le nazioni celtiche, in cui si nota chiaramente l'influenza dell'antica tradizione. Il mito infatti parla di una coppa contenente la conoscenza, visto come dono ricevuto dall'umanita' e come conquista individuale. Nel mito si fa chiaramente riferimento ad un dono ricevute dall'umanita' in epoche ancestrali e di un vero e proprio cammino iniziatico per poter conquistare la conoscenza contenuta nel Graal.
    Mito che e' stato poi completamente snaturato dall'interpretazione cristiana: la coppa e' diventata il calice contenente il sangue di Cristo, e il mito e' praticamente diventato incomprensibile.
    I Celti quindi sono stati per molto tempo gli incontrastati abitatori delle Highlands dove hanno edificato una ricca e fiorente cultura. Cultura che, durante e dopo l'opera di disgregazione a cura del cristianesimo, e' proseguita con il sistema dei Clan, che rappresentano l'anima sociale degli scozzesi.
    Il Clan e' un sistema sociale basato su un nucleo, vincolato da legami di parentela o semplicemente di amicizia, che si imparenta e si allea con altri nuclei. Contrariamente a quanto si pensa, non e' un sistema a caste: infatti i membri del Clan possono appartenere a differenti famiglie ed essere legati da una comunita' di intenti e di vedute. Si puo' essere ammessi ad un Clan senza essere parenti del capo-clan, e farne parte a tutti gli effetti.
    Quando il cristianesimo ha rappresentato una minaccia per la sopravvivenza dell'antica cultura celtica, e dei suoi riferimenti spirituali, il Clan ha assorbito al suo interno cio' che prima era manifesto; e cosi', all'interno del sistema chiuso dei Clan, venivano tramandati in gran segreto gli antichi culti, venivano occultati i druidi sopravvissuti, tutto questo sotto l'apparente conversione al cristianesimo, conversione che conveniva sotto molti aspetti, compreso quello di contrapporsi al protestantesimo degli inglesi i quali erano decisi a terminare l'opera di distruzione iniziata dalla Chiesa cattolica.
    In ogni caso, questa grande civilta' celtico-pictico druidica, basata sull'amore per la natura e sull'individualita', e' stata distrutta da una "verita'" piu' forte. A nulla sono valsi i tentativi di convivenza con la nuova religione emergente, o le trattative politiche con i britanni.
    La terminazione finale e' avvenuta a Culloden nel 1746, dove per le ambizioni del principe Charles Edouard Stuart, detto Bonnie Charlie, i Clan furono quasi interamente massacrati. Anche se la storia lo ricorda come il principe buono (da qui il soprannome), e pur difendendo i diritti dell'identita' dei Clan, il risultato dell'azione di Charles fu la distruzione finale di una cultura gia' minata alla base dalla Chiesa. Se egli si fosse accontetato del trattato dell'Unione, che garantiva l'indipendenza alla Scozia, e se non avesse voluto proclamarsi re della Scozia, dell'Inghilterra e dell'Irlanda, probabilmente gli scozzesi si sarebbero evitatati 200 anni di repressioni.
    Oggi Culloden e' una meta obbligata per chiunque visiti la Scozia. Sul posto esiste un museo dove la battaglia e' rievocata nei minimi particolari, e un percorso consente la visita alle tombe dei Clan. Anche questo e' un fatto strano: in fondo e' un ricordo spiacevole per gli scozzesi; eppure c'e' una sorta di durezza in quel rimembrare e celebrare...come un monito, un impedire di dimenticare.
    E in effetti l'accanimento degli inglesi che finalmente riuscivano ad avere la meglio su quel popolo irriducibile, fu feroce. Non furono fatti prigionieri, i corpi vennero orrendamente mutilati e non ci furono sepolture. I soldati periti furono circa 3000, pressoche' tutti.
    Il duca di Cumberland, a capo dell'esercito inglese, subito dopo la battaglia diede disposizioni al primo ministro sull'atteggiamento da tenere con i vinti. Nel suo mandato si legge: "lo spirito ribelle degli scozzesi e' talmente radicato nella nazione che questa generazione dovra' essere completamente sfiancata al fine che il Paese ritrovi la calma." Il metodo per "sfiancare" la popolazione consisteva nel mettere a ferro e fuoco le vallate scozzesi, nel triplice intento di punire i ribelli, distruggere la civilta' gaelica e scoprire il nascondiglio del principe Charles-Edward, resosi introvabile dopo la battaglia di Culloden.
    E cosi' furono sistematicamente "visitate" tutte le fattorie delle Highlands: gli uomini impiccati e fucilati, le bestie massacrate, le donne picchiate e violentate, le abitazioni bruciate. Questo trattamento ando' avanti per circa un secolo. La cornamusa fu messa al bando come strumento di guerra, pena la morte, e cosi' pure la lingua gaelica. Furono proibiti i tartan e tutte le usanze tipiche della vita dei clan.
    Eppure non tutto ando' perduto.... altrimenti non si spiegherebbe come, dopo circa 200 anni da Culloden, la Scozia abbia potuto riconquistarsi una sua indipendenza, anche se relativa, e ripristinare progressivamente le antiche usanze.
    Rosalba Nattero



     
    Top
    .
  7. gheagabry
     
    .

    User deleted



    EDIMBURGO, Scozia



    .
     
    Top
    .
  8. gheagabry
     
    .

    User deleted



    TALACRE BEACH, Galles



    .
     
    Top
    .
  9. gheagabry
     
    .

    User deleted



    Edimburgo – Il castello dei re di Scozia



    Il grande castello sulla roccia, divenuto nel 1124 reggia dei sovrani di Scozia, vide passare tra le sue mura personaggi indimenticabili. Proprio qui, e nel vicino palazzo di Holyrood, pulsò la vita della corte, con i suoi intrighi, gli scandali, i drammi, ma anche tutto il suo fulgore.




    EROISMI, INTRIGHI E TRAGEDIE – Secondo la tradizione furono i Pitti a costruire, nel V secolo, una fortezza sul cono di roccia basaltica che più tardi verrà chiamato ‘Dunedin’. La località assunse il nome attuale per opera di Edwin, re di Northumbria nel VII secolo. Le parti più antiche dell’attuale castello furono costruite da Malcolm III Canmore, nella seconda metà dell’XI secolo. Dal XII secolo la storia del castello si intreccia con quella della monarchia scozzese.



    LA CHIESA DI MARGHERITA – L’edificio più antico del castello, è la “Saint Margaret’s Chapel”, piccola cappella fatta erigere nel XII secolo da re David I in onore della madre, Margherita, moglie del re Malcolm III Canmore. Pur essendo una piccola costruzione – è larga poco più di tre metri e lunga poco più di cinque -, è un interessante esempio della prima costruzione normanna. Ricostruita nel 1853 per ordine della regina Vittoria, fu nuovamente restaurata nel 1934.




    L’EPOPEA DI ROBERT I BRUCE – Nel 1306 Robert Bruce si fece incoronare re: per la Scozia fu un vero eroe nazionale. Infatti, reggendone saldamente le sorti, riuscì ad assicurarne l’indipendenza contro Edoardo II d’Inghilterra nella battaglia di Bannockburn, il 24 giugno 1314. Successivamente, nel 1328, sotto il regno di Edoardo III, concluse il trattato di Northampton, con cui venne riconosciuta l’indipendenza della Scozia. L’anno successivo concesse a Edimburgo vari diritti, tra cui l’importante annessione del porto Leith. Una statua in bronzo di Robert Bruce si trova presso l’entrata principale del castello.



    IL DRAMMA DI MARIA STUART – Nel 1565 Maria Stuart, regina di Scozia, sposò in seconde nozze il cugino, Lord Darnley. Da questa unione infelice nacque, l’anno seguente, Giacomo VI, che divenne re di Scozia all’età di un anno e un mese, dopo l’abdicazione della madre.
    Costretta a riparare in Inghilterra, presso regina Elisabetta I, Maria Stuart andrà incontro a un triste destino. Coinvolta in una congiura ordita per eliminare la grande Elisabetta, la congiura di Babington, verrà imprigionata e condannata a morte per alto tradimento, nell’ottobre del 1586.
    Giacomo diventerà re d’Inghilterra alla morte di Elisabetta, il 24 marzo 1603, unificando i due regni.

    UNA NAZIONE ORGOGLIOSA – La tradizione è appassionatamente guerresca, e questa vocazione trova la sua espressione nel castello di Edimburgo, simbolo della indipendenza e delle glorie nazionali.
    Nel castello hanno infatti sede lo Scottish National War Museum, che ricostruisce i principali avvenimenti bellici cui la Scozia ha partecipato, e il Royal Scots Museum, dedicato alle gesta del celebre reggimento scozzese dalle origini a oggi.
    Sull’Esplanade, il vasto piazzale dinanzi al castello, si svolge ogni agosto il ‘Military Tattoo’, spettacolare e frequentissima parata di bande e fanfare militari.



    I TESORI DELLA CORONA SCOZZESE – In una delle sala del castello di Edimburgo sono conservati alcuni preziosi cimeli storici: uno scettro risalente al 1494, dono di papa Alessandro VI a Giacomo IV; una spada, forgiata nel 1507 e donata da papa Giulio II allo stesso sovrano; infine, la corona reale, realizzata con l’oro delle miniere scozzesi nel 1540.
    Nel 1996 è stata riportata a Edimburgo anche la famosa Stone of Scone, la pietra sulla quale venivano incoronati i sovrani scozzesi. La storia di questo prezioso cimelio è molto travagliata: la pietra fu portata nell’abbazia di Scone, a nord di Edimburgo, nel IX secolo da Kenneth McAlphin, e fu collocata in origine sulla Monte Hill, una collina innalzata, secondo la tradizione, con terra proveniente da tutte le parti della Scozia.
    Trafugata da Edoardo I nel 1296, venne portata a Londra, nell’abbazia di Westminster, dove rimase fino al 1996, quando fu restituita alla Scozia.



    CUORE SCOZZESE – Simbolo del nazionalismo scozzese, il castello di Edimburgo domina la città sviluppatasi ai suoi piedi, dall’alto di uno sperone roccioso.
    Quasi tutte le stanze storiche del castello di Edimburgo, fra cui la camera da letto di Maria Stuart, in cui la regina diede alla luce nel 1566 Giacomo VI (futuro Giacomo I d’Inghilterra), si affacciano sulla “Crown Square”, il piazzale centrale del castello.
    Nel Royal Palace sono conservati gli “Honours of Scotland” e le “Regalia”, le insegne regali scozzesi, oggetto di travagliatissime vicende.
    La “Great Hall”, sempre affacciata sulla Crown Square, era il luogo dove fino al 1639 si riuniva il Parlamento scozzese.
    Sulla “Half-Moon-Battery” si trova un cannone che ogni giorno della settimana, esclusa la domenica, spara un colpo allo scoccare delle ore 13.




    (la favola della botte)
     
    Top
    .
  10. gheagabry
     
    .

    User deleted



    I misteri di Glastonbury



    Nella campagna inglese, vicino al confine con il galles, si trova una zona pianeggiante e lussureggiante. Su una piccola collina al centro di questa pianura sorge una torre, ultime vestigia di un'antica chiesa. Quella è Glastonbury Tor, uno dei luoghi più densi di mitologia della terra. Ma facciamo un passo indietro, e guardiamo la geografia della zona come doveva presentarsi circa 2000 anni fa. Glastonbury era poco più che un isola, il mare difatti giungeva ai piedi della collina e paludi rendevano l'accesso difficoltoso e tortuoso proteggendo la collina. Le terrazze che si vedono tutt'oggi sul fianco della collina confermano che i pellegrini dovevano percorrere una sorta di labirinto iniziatico per giungere sino alla sua sommità. Questo percorso aveva anche la funzione di difesa della collina, non dimentichiamo che per secoli i principi inglesi sono stati in guerra tra loro e contro gli invasori sassoni.
    La leggenda narra che la prima chiesa cristiana d'inghilterra fu fondata a Glastonbury da Giuseppe di Arimatea nel I secolo dC. Quando il pellegrino approdò sull'isola e conficcò il suo bastone nel terreno questo mise radici e germogliò dando origine all'albero di biancospino che si trova di fonte alla cappella della madonna e che tutt'oggi fiorisce due volte l'anno (natale e pasqua). In quel luogo Giuseppe edificò la chiesa. In epoche successive la chiesa venne ampliata fino a divenire nel XVI secolo una cattedrale...Però Giuseppe portò con sé dalla terra santa anche un oggetto di grande potere: il Graal. Si dice che il Graal sia stato gettato in un pozzo la cui acqua assunse immediatamente un colore rosso che conserva tutt'oggi. In realtà l'acqua del pozzo era da sempre rossa, ed il luogo era meta di pellegrinaggi in epoca precristiana, ma ogni oggetto di culto fu convertito al cristianesimo con sapienti artifici ed invenzioni. Così anche Glastonbury subì questa sorte. Vi furono due tentativi di crisianizzare la collina di Glastonbury, prima vi venne edificata una chiesa consacrata a San Michele e distrutta da un terremoto, della chiesa che venne edificata sulle rovine della precedente rimane oggi solo la torre sulla sommità della collina. Ma perchè tanto interesse per una collina? Secondo le tradizioni pagane si credeva che qui vi fosse celato l'accesso al regno di Anwen, il regno sotterraneo delle tradizioni celtiche. Per la chiesa era l'equivalente dell'inferno, e counque un pericoloso antagonista alla "vera" fede, e quindi un culto da debellare.
    Ma un'altra leggenda è legata a Glastonbury, si tratta della leggenda della tomba di Artù. Si narra infatti che un bardo rivelò a re Enrico II l'ubicazione della tomba del leggendario sovrano, nel 1182 durante i lavori di ricostruzione della chiesa i monaci cercarono la tomba di Artù. Vicino alla cappella della madonna,, a 2 metri di profondità trovarono una lapide ed una croce di piombo che recava quest'iscirizione: "Hic lacet sepultus inclitus rex arturius in insula Avalonia" (qui giace sepolto il famoso re Artù nell'isola di Avalon). Due metri e mezzo sotto quella lapide venne trovata una bara in legno. Al suo interno due scheletri, il più grande misurava 2 metri e quaranta, insieme agli scheletri vi era una treccia di capelli biondi. La leggenda narra che dopo la sua ultima battaglia a Camlann, Artù fu condotto da una barca spinta da una brezza magica sull'isola di Avalon, dove in uno stato di animazione sospesa, attende il momento del suo ritorno.
    Era dunque Glastonbury la leggendaria Avalon? O la storia è stata modificata e intrisa di motivi romantici tanto cari ai bardi agli inizi degli anni 1000? Una cosa è certa, sulla collina sono state trovate tracce di abitazioni in legno e resti di animali che fanno presumere un tenore di vita agiato dell'antico abitatore della collina. Le ossa di Artù scomparvero misteriosamente e di quell'uomo alto 2 metri e quaranta non si sono potuti studiare i resti.

    Tuttavia Glastonbury custodisce un altro segreto. Un segreto comune a molti siti megalitici antichi, un mistero che si estende nella campagna circostante in un cerchio di 12 km di diametro. Fossi, strade, colline, formano difatti le dodici costellazioni, sono distinguibili l'aquila (acquario), il toro, la barca (cancro), i gemelli, e tutte le altre figure zodiacali. Fu il libro "Il tempio delle stelle di Glastonbury" di Katharine Maltwood a scatenare una serie di controversie accademiche tra i vari studiosi. I vari simboli zodiacali sono stati poi accostati alle figure della saga arturiana: Artù è associato al sagittario (è curioso notare come nella mitologia greca il sagittario è associato alla forza, ed il nome stesso di Artù, sembra derivare dal termine art (orso) simbolo di forza presso i popoli celtici) sua moglie Ginevra diviene la vergine (da notare l'accostamento con la vergine Maria), ecc. Molti dettagli sulla ricerca sul simbolismo zodiacale di Glastonbury si devono alla ricerca svolta dall'insegnate di storia dell'arte Mary Caine, membro dell'Ordine dei Druidi di Londra. Nei suoi studi ha svolto ricerche anche su altri disegni geomantici come le configurazioni nei pressi di Kingston-on-Tames.

    Probabilmente tutti questi misteri sono tra loro collegati, e quando finalmente troveremo la risposta ad uno di questi, anche gli altri tasselli di questo mosaico storico andranno al loro posto. Il lavoro più difficile per gli studiosi è scindere la storia con la leggenda.
    (lostinn)
     
    Top
    .
  11. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Il castello di EILEAN DONAN


    L'isolotto di Eilean Donan nel suggestivo Loch Alsh è collegato alla terraferma da un ponte in pietra (secondo il livello delle maree) la costruzione originale risale alla prima metà del XIII secolo ad opera dei MacKenzie passo nel XVI secolo ai MacRae . Nel ‘700 andò distrutto per mano dei Giacobiti Solo all’inizio del secolo scorso iniziarono i lavori durati circa un ventennio. Le mura sono spesse più di 4 metri. L'ingresso conduce al cortile interno dove una scala in pietra porta all'interno della torre principale, nella Billeting Room, dotata di bel soffitto a volta e finemente arredata. Al piano superiore troviamo la Sala dei Banchetti con soffitto ligneo, un bel camino decorato con stemmi araldici e una collezione d'armi. Qui possiamo ammirare alcune curiosità tra le quali : un frammento del Tartan appartenuto a Bonnie Prince Charlie, una ciocca di capelli di James III, la spada di John MacRae e altre.

    ...la storia...


    Il nome Eilean Donan, o isola of Donan, deriva in tutta probabilità dal nome di un santo irlandese del sesto secolo, il vescovo Donan, che raggiunse la Scozia intorno al 580 d.C. La zona in cui è situato il castello presenta numerose chiese dedicate a Donan che, a quanto sembra, avrebbe formato una piccola comunità sull’isola durante il tardo settimo secolo.
    La prima struttura fortificata viene realizzata solo all’inizio del tredicesimo secolo al fine di proteggere le terre di Kintail dai Vichinghi che avevano saccheggiato, occupato e controllato gran parte del nord della Scozia e le isole occidentali tra il 800 e il 1266. Dalla metà del tredicesimo secolo, questa zona diventa il ‘regno di mare’ dei Lords of the Isles (I Signori delle isole), è raggiungibile essenzialmente dal mare, ed è controllata dai capiclan, il cui potere è rappresentato dal numero di uomini e galee o ‘birlinns’ che possiedono. Eilean Donan è la struttura difensiva perfetta. Col passare dei secoli, il castello subisce espansioni e riduzioni in grandezza. Il castello medievale era probabilmente il più grande, con le torri e un muro di cinta che racchiudeva quasi tutta l’isola. Il torrione principale si stagliava nel punto più alto dell’isola. Intorno alla fine del quattordicesimo secolo, l’area occupata dal castello si riduce a circa un quinto di quella originale e, anche se le motivazioni non sono ben chiare, questa riduzione è probabilmente correlata al numero di uomini richiesti per difendere la struttura. Entro il sedicesimo secolo viene aggiunta alla parete orientale una struttura a corona come piattaforma per la nuova arma da fuoco, il cannone.
    Eilean Donan è stato anche teatro delle rivolte dei Giacobiti nel diciassettesimo e diciottesimo secolo, culminate nella distruzione del castello … Nel 1719 il castello viene presidiato per i Giacobiti da una guarnigione di 46 soldati spagnoli, che allestiscono un deposito di polvere da sparo, in attesa dell'arrivo delle armi e del cannone dalla Spagna. Il governo inglese viene a conoscenza della rivolta programmata e manda tre fregate armate fino a denti: la Flamborough, la Worcester e la Enterprise, destinate ad appianare la situazione. Il bombardamento del castello dura tre giorni, anche se con scarso successo dato l'enorme spessore delle pareti del castello, che in alcuni punti supera i 4 metri. Alla fine dei tre giorni, il capitano Herdman della Enterprise manda i suoi uomini sulla terraferma e sconfigge i difensori spagnoli. Dopo la resa, le truppe governative scoprono il magazzino che contiene 343 botti di polvere da sparo, che utilizzano per distruggere i resti del castello… Per gran parte dei 200 anni successivi, le spoglie rovine del castello rimangono abbandonate per quasi due secoli, in balia delle intemperie, fino a fino a quando il tenente colonnello John MacRae-Gilstrap acquista l’isola nel 1911. Insieme al suo capomastro Farquar Macrae, dedica i successivi 20 anni della sua vita alla ricostruzione del castello di Eilean Donan, riportandolo al suo splendore originale. Il castello viene ricostruito rispettando la planimetria ancora disponibile delle fasi precedenti e la ricostruzione viene ultimata ufficialmente nel luglio 1932.
    (eileandonancastle)


    69485294_
    Dalla sommità delle Highlands i raggi del sole si allungano nella valle, brillano nelle acque dei tre laghi salati e dipingono l’Eilean Donan Castle. Qui, dove il Loch Duich incontra il Loch Long e il Loch Alsh, un lembo di terra si è fatta isola per ospitare il castello più famoso della Scozia.
    Supero la garrita del custode su cui sventola la bandiera scozzese, e attraverso il ponte in pietra che unisce la terra ferma al maniero. I miei passi affondano nella ghiaia spessa che porta all’entrata. Un portone dal legno pesante e intarsiato si apre su una sala dai soffitti bassi: il bagliore artificiale di luci soffuse illumina a stento i pannelli e i plastici che raccontano la storia di quest’isola. A darle nome fu un monaco irlandese, Donan, che nel 580 venne in Scozia per evangelizzare la terra degli Highlanders. I suoi seguaci si stabilirono qui, formando un comunità cristiana tra il VI e il VII secolo. Ma solo intorno al 1220 venne edificato il primo castello da Alessandro II come baluardo contro le razzie dei vichinghi..... Entro nella Billeting Room, un soffitto a botte sembra schiacciare il camino acceso, dove brucia fuoco di torba. L’odore acre impregna la stanza e i suoi mobili. Qui il Dottor Samuel Johnson e James Boswell si fermarono a prendere “un buon té” durante il loro epico viaggio alle Ebridi. Ma la sala più grande, che trattiene cimeli e la storia della Scozia è la Great Hall: intorno al tavolo rettangolare le pareti ospitano ritratti, bandiere, armi di chi credette in un sogno e morì per realizzarlo: la Libertà della Scozia. Dopo una visita veloce alle Camere da letto e alle Cucine, esco dal castello e cammino intorno al suo perimetro. Arrivo davanti a due cannoni puntati verso il mare aperto: fanno la guardia al War Memorial del maniero. Una lapide ricorda i caduti del Clan MacRaes durante la Prima Guerra Mondiale. Tra i loro nomi spicca la frase del Tenente Colonello: “In Flanders fields the poppies blow between the crosses, row and row”. Per tutti la poesia simbolo del primo conflitto mondiale. Il mio sguardo cade sui fiori appassiti davanti al monumento. Poi attraverso il ponte per ultimo, mentre il custode ammaina la bandiera scozzese. Dalla sommità delle Highlands, le ombre della sera si allungano nella valle, scuriscono le acque dei tre laghi salati, e chiudono l’Eilean Donan Castle.
    (Andrea Lessona)

    ...la leggenda...


    Secondo la leggenda, vi era un condottiero che viveva a Kintail, ed era padre orgoglioso di un bel bambino. L'uomo soffriva di un borioso senso di importanza, sentendosi su un piedistallo ben al di sopra delle classi inferiori, che liquidava come gente stupida e superstiziosa.
    Avendo sentito dire di una credenza popolare, secondo la quale se un bambino avesse bevuto la sua prima volta dal teschio di un corvo avrebbe sviluppato poteri sovrumani, il comandante decise, per divertimento, di testare la leggenda sul proprio figlio, per dimostrarne la falsità.
    Non appena il fanciullo fu in grado di essere allontanato dal seno materno, la nutrice venne provvista di un teschio di corvo, e le fu ordinato di offrire la prima bevanda al bambino con quel macabro calice. Una volta preso il primo sorso, il figlio del comandante divenne subito capace di capire il linguaggio degli uccelli, e di conversare con essi. Naturalmente, essendo il bambino ancora molto piccolo, il padre non si accorse subito del cambiamento. Ma quando ciò divenne chiaro, il comandante rimase deluso dal fallimento del suo esperimento; la delusione era però attenuata dal divertimento nel constatare le enormi abilità di suo figlio. Il bambino crebbe fino a diventare adulto, e rimase in rapporti amichevoli con il padre. Un giorno il comandante domandò al figlio come mai tanti uccelli stavano cinguettando intorno alla loro casa, e di che cosa stavano parlando. Il figlio rispose che lo stormo parlava di un giorno che doveva venire, quando il padre avrebbe servito suo figlio a tavola.
    Il comandante, offeso da un tale insulto, bandì il figlio da casa e dalla sua terra, condannandolo ad una vita vagabonda. Così egli si imbarcò, e infine sbarcò in Francia. Lì venne a sapere che la pace del palazzo reale era disturbata da uno stormo di passeri che causava un rumore continuo alle finestre degli appartamenti reali. Il giovane decise allora di presentarsi al castello e offrire i suoi servigi al re, vista la sua capacità di comunicare con gli uccelli. Si scoprì allora che il motivo di tanto baccano era una disputa scoppiata all'interno dell stormo, per la quale nessuno voleva cedere. Il giovane, dopo vari tentativi, riusci a negoziare la pace tra gli uccelli, cosìcchè il loro chiacchiericcio non avrebbe disturbato più le orecchie del re.
    Il sovrano fu talmente grato al ragazzo che lo ricompensò con una nave e una ciurma per la navigazione; il giovane continuò così la sua vita vagabonda in mare, imparando nuove esperienze quasi ogni giorno. Ovunque andava la sua abilità suscitava meraviglia, e la sua fama percorreva le città e le nazioni. Il figlio del comandante veniva ricoperto di doni in tutti i posti che visitava, e li conservava come souvenirs. Dopo molti anni, la sua nave giunse al porto di un paese sconosciuto. Lì si diceva che il re del posto era assalito dai ratti, che infestavano il palazzo, e non si era riusciti a sbarazzarsene. In questo caso la sua abilità con gli uccelli serviva a poco, ma c'era un gatto, sulla nave, sempre affamato, che il giovane regalò al re, permettendogli così di gestire il problema, visto che il numero di topi cominciava a ridursi. E il re ricompensò il ragazzo con molto oro. Venne il giorno in cui, avendo visitato abbastanza luoghi del mondo, il figlio del condottiero desiderò rivedere la sua terra natale. Partì perciò alla volta della Scozia, e attraccò presso Loch Alsh. La vista di una nava così grande suscitò la sorpresa generale nella regione, e il vanitoso, vecchio re, deciso a fare bella figura, offrì ospitalità al capitano della nave e al suo equipaggio. E così il figlio del comandante e i suoi uomini sedettero alla tavola con il vecchio re; così come lo stormo aveva profetizzato molti anni prima, il padre servì il suo proprio figlio a tavola. Una volta rivelatasi al verità, mancò poco che il comandante impazzisse dallo shock.
    L'abilità del giovane, unita all'esperienza acquisita con i suoi numerosi viaggi, lo rese unico in tutto il territorio, tanto che lo stesso Re Alessandro gli concesse l'onore di essere uno dei supervisori della costruzione del castello di Eilean Donan, a difesa di Kintail e delle terre intorno dagli attacchi dei Norvegesi.
    (.thexplan.)


    Edited by gheagabry1 - 27/8/2019, 18:29
     
    Top
    .
  12. gheagabry
     
    .

    User deleted



    "..è terra di miti, leggende, fantasmi e folletti, di Merlino e Artù..."



    Il GALLES



    Il Galles è una delle quattro nazioni che compongono il Regno Unito, insieme all'Inghilterra, l'Irlanda del Nord e la Scozia. Si sviluppa per 20.779 km su di una penisola che si affaccia sul Mar d'Irlanda e conta più di 3 milioni di abitanti, concentrati prevalentemente nelle grandi città costiere. La sua capitale è Cardiff, che si trova a sud est, in prossimità del confine inglese sul canale di Bristol, profonda insenatura su cui affluisce il fiume Severn, il più lungo della Gran Bretagna. Altre importanti città sono Newport, Swansea, Wrexham.
    Il termine Galles deriva dal termine germanico Walha, che significa estraneo, cioè non germanico.
    A seguito della romanizzazione, il nome Walha andò ad indicare la 'gente romanica' ed originò i termini:'Valloni', abitanti del Belgio, 'Valacchi', popolazione romanizzata che occupò un'area della Romania e tutti i sostantivi che terminano con '-wall' in Cornovaglia.
    Nel Galles si parla un'antica lingua, il Cymraeg, cioè il cimirico o gallese, in inglese 'welsh'.

    Colline ondulate battute dal vento, vecchie città minerarie e castelli medievali: sono questi gli elementi che caratterizzano il variegato paesaggio del Galles, così vicino all’Inghilterra e allo stesso tempo così profondamente diverso dal resto del Regno Unito. Lo stesso suono dei nomi dei luoghi più evocativi di questa terra, come quelli delle sue otto contee (Clwyd, Dyfed, Gwent, Gwynedd, Mid Glamoragan, Powys, South Glamorgan e West Glamorgan), basterebbero a dimostrare l’unicità del Galles. Il drago rosso che campeggia sulla bandiera del Paese testimonia l’origine celtica, mentre le antiche radici culturali sono ben rappresentate dai bagni termali romani di Bath e dalla stessa lingua usata comunemente dagli abitanti: il gallese, che vanta una storia di due millenni. Grazie alla sua natura selvaggia, protetta da ben tre parchi nazionali, il Galles è considerato il “Great Outdoors” degli Inglesi... L'immagine del Galles è legata, oltre alle sue coste frastagliate (1200 km), ai numerosi castelli ..alle sue colline spazzate dal vento e qualche mandria di pecore...

    ...storia...


    Il Galles fu abitato fin da tempi antichissimi: infatti sono stati ritrovati resti umani risalenti a 29.000 anni fa (chiamata 'la signora in Rosso', si tratta in realtà di un corpo maschile). Vi sono diverse tracce dell'Uomo del Neolitico, dell'età del bronzo e dell'età del ferro. I Gallesi però rimpiazzarono gli abitanti originari. Essi provenivano dall'Europa Continentale. Nel periodo Mesolitico le popolazioni si dedicavano alla caccia ed alla raccolta di vegetali e frutti. Nel 600 a.C. i Celti Cambri giunsero sul territorio e nel 48 d.C. fu la volta dei romani, che colonizzarono l'area dopo una lunga resistenza delle tribù locali di siluri ed ordovici: il Galles venne inglobato prima nella Britannia Superior e poi nella Britannia Prima. Nel 410 i Romani ritirano le proprie truoppe dal Galles; contemporaneamente l'Inghilterra viene invasa dagli anglosassoni, che isolano il Galles e chiamano i suoi abitanti romanizzati Welsche cioè stranieri, per distinguerli dagli altri celti. Secondo alcuni, il leggendario re Artù fu un personaggio reale che combattè proprio contro i sassoni. Tra il 500 ed il 700 si diffonde la religione cristiana e nascono diversi monasteri: quell'espoca è chiamata età dei santi. Tra il IX ed il X secolo vi furono le invasioni dei Vichinghi; i gallesi, sentitisi minacciati, riconobbero come loro re il sovrano anglosassone Athelstan; rimanevano però diversi regni all'interno del Galles. Nel 1066 i normanni conquistarono l'Inghilterra; con il trono di Edoardo I il dominio inglese si fece sentire maggiormente: vennero anche costruiti diversi castelli per il consolidamento del potere. Nel 1301 inoltre il figlio di Edoardo venne incoronato Principe del Galles. Più volte i regnanti locali tentarono di opporsi al dominio inglese: in particolare vi fu la rivolta di Madog ap Llywelyn tra il 1294 ed il 1295, e quella di Llywelyn Bren, signore di Senghenydd, tra il 1316 ed il 1318. Il principe del casato Gallese di Gwynedd, Owain Lawgoch tentò più volte di conquistare il resto del Galles con l'appoggio dei Francesi ma fu infine assassinato nel 1378. Nel 1485 Enrico Tudor, di origini gallesi, guidò fino al Galles alcune truppe allo scopo di impossessarsi del trono inglese, appoggiato dagli abitanti. Sconfitto Riccardo III, divenne Re col nome di Enrico VII. Con l'Atto di Unione del 1536 venne sancita l'unione tra Galles ed Inghilterra; venne inoltre proibito l'uso della lingua locale. La popolazione trovò grandi difficoltà per il basso livello culturale e soprattutto perché non parlava la lingua inglese. Vennero così istituite delle scuole itineranti in gallese. In quel periodo si diffuse la religione anglicana.
    Con la rivoluzione industriale il Galles trovò le proprie risorse nelle miniere di carbone ,rame, stagno ed ardesia: i centri rurali vennero via via trasformati in aree industriali e città.
    (wales.it)

    ...i castelli...


    Il Galles è la regione europea più ricca di castelli. Se ne contano 645, quasi tutti eretti nel Medioevo, alcuni su fondazioni celtiche, altri su rovine romane. I Romani, che chiamarono il territorio Cambria, arrivarono qui intorno al 60 d.C., alla ricerca di minerali di cui il Galles è ricco, costruendo forti, strade, sofisticate terme, anfiteatri. Lo spettacolare sistema dei castelli (Castell in gallese) fu realizzato per proteggere le coste dai pirati irlandesi che venivano dal mare e dai Sassoni che premevano a est; successivamente, con l'incoronazione di Edoardo I (1239-1307), servirono per imporre l'occupazione inglese. Dal maestoso Castello di Harlech sulla Tremaddog Bay (il mare si è oggi ritirato). Ultimato nel 1289, doveva tenere sotto controllo i gallesi che si ribellavano al dominio inglese. In realtà fu più volte conquistato tanto da guadagnare il soprannome di "Castello delle cause perse"....Conwy, raffinata, piena di case medioevali, è cinta da un sistema murario del '200, tutto percorribile, dominato dal Castello con otto torri affacciato sull'estuario del fiume Conwy. Tuttora in ottimo stato, fu la prima fortezza costruita a difesa della costa. Da qui si può ammirare il ponte ottocentesco sospeso sul fiume, progettato da Thomas Telford, ingegnere che realizzò, un po' ovunque in Galles, acquedotti e arditi ponti in ferro; il più spettacolare è quello sul Menai Strait che collega la costa all'isola di Anglesey. L'accesso ovest dell'isola, che fu l'ultima bastione dei Celti contro l'invasione romana, è dominato dal Castello di Beaumaris: grandioso, austero, con le mura concentriche e le torri, fu progettato da Jacques de Saint George alla fine del '200...i castelli Patrimonio Unesco, quello di Caernarfon, sulla terraferma del Menai Strait, di fronte all'isola di Anglesey: considerato il più bello del Galles, è sede dell'incoronazione dei Principi di Galles .... tra fiabe e leggende, un mistero, uno dei più grandi della storia: secondo Graham Phillips che nel 2000 ha pubblicato The Marian Conspiracy, la Madonna sarebbe sepolta nell'isola Anglesey, a Llanerchymedd, sotto la chiesa di St.Mary. Lo scrittore inglese ipotizza che Maria, fuggita dopo la Crocifissione di Cristo, sia arrivata fino in Galles e qui morta. Vero, falso? Il Galles non finisce mai di stupire.
    (Roberto Caramelli, repubblica)

    ....leggende....


    I fatti storici vanno sempre separati dalle leggende. La regola vale ovunque, ma non in Galles, una delle quattro "nazioni" del Regno Unito, dove è impossibile dividere la storia dalle fiabe, gli eventi naturali da quelli soprannaturali, le saghe di cavalieri e santi da quelle di giganti, fate e maghi: tradizioni ancora vive nei cori popolari, nei versi degli eisteddfodau (tornei di poesia), negli indovinelli e soprattutto nella lingua gallese, idioma di origine celtica con suoni difficili da pronunciare e con molte parole di derivazione latina. Lo stesso simbolo nazionale, il drago rosso sui colori verde e bianco che rievocano le antiche casacche degli arcieri gallesi, ha origine fantastica: si dice che fu portato qui dai Romani. Si dice anche che l'animale annunciasse fin dai tempi remoti l'arrivo di Re Artù, il cui nome nel gergo dei primi gallesi, i Celti, significava Orso. Artù, leggendario monarca forse mai esistito, visse, secondo la leggenda, in Galles nel VI secolo, dove morì nella battaglia di Camlann. Il re viene citato nel poema Y Gododdin scritto in gallese nel 594 e nell'Historia Brittonum, redatta in latino dal monaco gallese Nennio nel IX secolo. Il sito più misterioso legato alla figura del re della Tavola Rotonda, è a Cefn Bryn, nella penisola di Gower, nel sud del Galles, dove un masso di 25 tonnellate, l'Arthur Stone, che ricopre una tomba del Neolitico, sarebbe, secondo la leggenda, un "sassolino" che Artù si tolse dallo stivale. Altri luoghi legati al re sono, nel sud, Cararthen, cittadina dove sarebbe nato Mago Merlino, e nel nord, Blaenau Ffestiniog e Llanberis teatri di epiche battaglie, e Llangollen, dove le mura del castello di Dinas Bran custodirebbero il Santo Graal. Una delle leggende più bizzarre, però, è quella della scoperta dell'America da parte di un gallese, il principe Madog, che nel 1170 avrebbe risalito il corso del fiume Missouri. Il Galles, grande più o meno come la Toscana, per la sua unicità, va visto come un'isola nel più vasto insieme delle Isole britanniche; va scoperto e amato non solo attraverso la memoria, la cultura, i misteri che hanno formato nei secoli l'identità nazionale, ma anche attraverso la natura: selvaggia, verdissima, incredibilmente varia.

    L’isola di Bardesey (Ynis Enlli in gaelico), luogo sacro per i celti pagani, e per i celti successivamente cristianizzati, e meta di pellegrinaggi. E non è un caso, quindi Molte sono le leggende narrate su quest'isola del Galles. Luogo sacro per i celti e poi per i cristiani, si racconta che nell’sola si dice stia dormendo un sonno profondo Merlino, circondato dai tredici tesori della Britannia, in attesa del ritorno di Re Artù. Ma c’è anche una seconda versione su Merlino, secondo la quale il mago si troverebbe in un'invisibile casa di vetro assieme a nove compagni.
    Secondo la leggenda e la tradizione, però, l’isola non accoglierebbe solo il corpo di Merlino ma anche quello di ventimila tra pellegrini e monaci tanto da essere da essere denominata l’isola dei ventimila santi. E questi ventimila santi ogni tanto aleggerebbero sulla costa segnalando, con la loro presenza, l’arrivo di tempeste o imminenti naufragi.

    Alcune leggende raccontano di luoghi e città sommerse dal mare o da un lago. La più conosciuta riguarda Cantre'r Gwaelod, terra con una ricca città che un tempo sorgeva al posto della odierna Cardigan Bay. Le campane della città possono essere ancora udite nei silenziosi giorni di mare calmo... Un'altra città sommersa, stavolta da un lago, è Langorse Lake, vicino a Brecon, qui scavi archeologici hanno veramente trovato tracce di un antico insediamento celtico costruito su palafitte. Realtà e fantasia si uniscono a Llyn y Fan Fach, lago vicino a Llandovery. Un giovane corteggiò una maga proveniente dalle profondità delle sue acque e quando si sposarono la condizione di base per far durare il matrimonio, e far vivere la donna fuori dal lago, fu che lui non la 'colpisse mai tre volte senza motivo'. I due ebbero una buona dote, tre figli e vissero felici fino a quando lui inavvertitamente la colpì tre volte. Lei fu subito costretta a rientrare nel lago ma spesso tornò in superfice per istruire i suoi figli all'uso medicale delle erbe e fondare così una lunga dinastia di medici chiamata 'Physician of Myddfai'. Le loro ricette e cure furono riportate in manoscritti e poi in libri ancora oggi disponibili.
     
    Top
    .
  13. tomiva57
     
    .

    User deleted


    300px-Causeway-code_poet-4

    Irlanda, tra mito e realtà: la Giants Causeway

    Parliamo di giganti. Esseri fantastici in lotta perenne per dimostrare la loro superiorità. Parliamo, in particolare, di Finn MacCool e Benandonner. Ma una cosa alla volta. La protagonista della storia, la creazione della furia dei due essere di fantasia è lei: la Giant Causeway, nell’Irlanda del nord, contea di Antrim, a mezz’ora, quaranta minuti di bus da Derry, la città del Sunday Bloody Sunday cantato dagli U2.
    Si arriva alla Giant Causeway dopo quasi un chilometro di cammino dal parcheggio. Si supera un piccolo golfo, ed eccola: la perfezione di cui è capace la natura. Una parete intera, una specie di molo che si protende in mare, formato da mattoni esagonali perfetti, uguali, finemente levigati. Le foto non rendono: la visione d’insieme, sul posto, è di quelle che rimangono impresse nella memoria.
    La perfezione ha sempre intimorito l’uomo. La potenza della natura è sempre stata razionalizzata e spiegata dagli antichi attraverso il racconto, attraverso i miti. Ed ecco che qui scendono in campo i nostri esseri ancestrali. La leggenda narra che il gigante l’irlandese Finn MacCool e quello scozzese Benandonner fossero in lotta per la supremazia, ma i due non si erano mai incontrati.
    MacCool decise un giorno di andare in spedizione: così costruì una passerella di massi esagonali ed arrivò in Scozia. La sorpresa fu grande quando vide l’avversario. Benandonner era davvero enorme, molto più grande di lui: un avversario imbattibile.
    Così l’irlandese corse a casa spaventato, raccontò tutto alla moglie. Nel frattempo Benandonner, che si era accorto dell’accaduto, meditò vendetta e arrivò in fretta e furia sulle coste irlandesi. Entrò in casa di MacCool già pronto a combattere ma si imbattè in una scena tenera: la moglie di Finn lo zittì, il loro piccolo dormiva.
    La donna aveva avuto un’idea geniale. Aveva fatto travestire il marito da neonato per proteggerlo. Quando Benandonner vide le dimensioni spropositate del “piccolo” pensò subito a quanto poteva esser grande il padre e scappò impaurito distruggendo dietro di sé la passerella. La Giant Causeway sarebbe una delle estremità. L’altra si trova in Scozia, sull’isola di Staffa, in cui c’è una formazione rocciosa molto simile a questa.
    La spiegazione scientifica è molto meno intrigante. Le rocce si formarono circa 60 milioni di anni fa quando una colata di lava incandescente andò a riempire le fessure delle formazioni calcaree già esistenti.
    La solidificazione e contrazione della lava ha dato la base a questa vera architettura naturale. L’azione ripetuta del vento e il movimento del mare, nei secoli, hanno fatto il resto.
    Anche se la scienza sembra guidarci in una spiegazione logica e plausibile, è bello pensare che questo spettacolo sia stato partorito dall’intuizione fulminea di una donna. Puro e semplice intuito femminile: quello che fa girare il mondo.


    DI FABIO CASTANO
    Pubblicato da Elle -
    laterradierin.blogdspot.it



    the-giants-causeway


    p262607-County_Antrim-Giants_Causeway


    Giant%E2%80%99s-Causeway-300x215


    causeway02


    mccormack-gareth-giants-causeway-ancient-rock-formation-antrim-northern-ireland



    Selciato del gigante


    Da Wikipedia
    foto web



    Il Selciato del gigante (in inglese Giant's Causeway) è un affioramento roccioso naturale situato sulla costa nord est irlandese a circa 3 km a nord della cittadina di Bushmills, nella contea di Antrim in Irlanda del Nord.
    È composto da circa 40.000 colonne basaltiche, formatesi da una eruzione vulcanica circa 60 milioni di anni fa, generalmente a base esagonale, ma non ne mancano anche a quattro, cinque, sette o otto lati. Le più alte raggiungono i 12 metri d'altezza, ma alcune, essendo situate su delle scogliere, si innalzano anche per 28 metri. Le formazioni visibili a occhio nudo sulla costa sono solo una parte del complesso, che prosegue anche nel fondale marino adiacente.
    Il Selciato del gigante è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1986 ed è una riserva naturale nazionale dal 1987; attualmente è di proprietà del National Trust, che lo gestisce.

    Leggenda

    Caratteristica roccia che richiama l'antica leggenda
    La straordinarietà e particolarità del posto hanno da sempre alimentato la fantasia dell'uomo.
    La leggenda più famosa e accettata riguardava il gigante, presente in maniera diffusissima nella mitologia irlandese, Fionn mac Cumhail (Finn McCool), che avrebbe costruito un selciato per camminare fino alla Scozia per combattere un altro gigante, Benandonner. Una versione della storia narra che Fionn cadde in un sonno profondo prima di andare in Scozia, perciò quando Benandonner venne per cercarlo, la moglie Oonagh coprì con un drappo il marito Fionn e pretese di convincere il rivale che in realtà quello fosse il figlio piccolo. In una variante, avendo visto l'enorme stazza del nemico, è lo stesso Fionn a dire alla moglie di preparare l'equivoco. In entrambe le versioni comunque, quando Benandonner vide la mole del "bambino", pensò che il padre dovesse essere terribilmente gigantesco, e scappò a casa terrorizzato distruggendo il selciato per evitare di essere inseguito.
    Un'altra versione della leggenda narra che Fionn costruì la Causeway per permettere al suo rivale di raggiungere l'Irlanda dalla Scozia. Benandonner venne sconfitto da Fionn e la Causeway, terminata la sua funzione, scomparve nell'Oceano.
    Altre storie meno diffuse vorrebbero che il selciato fosse stato costruito da un gigante innamorato per raggiungere la sua amata, che viveva in Scozia.
    Dall'altra parte del Selciato, sulla costa scozzese, l'isola di Staffa ha le stesse formazioni basaltiche, specialmente nella grotta chiamata Fingal's Cave.

    Storia e formazione

    In realtà la vera storia della zona è meno romantica o suggestiva.
    Sessanta milioni di anni fa l'intera contea di Antrim fu soggetta a una intensa attività vulcanica, che provocò l'intrusione del basalto fuso e molto fluido attraverso dei letti di gesso, formando un vasto plateau lavico. La lava, a contatto con l'acqua e l'atmosfera, raffreddò rapidamente conformandosi nelle attuali colonne esagonali basaltiche.
    La "scoperta" del Giant's Causeway fu annunciata al mondo nel 1693 su un documento cartaceo per la Royal Society redatto da Sir Richard Bulkeley, un membro del Trinity College di Dublino, sebbene lo "scopritore" era in realtà, il Vescovo di Derry che aveva visitato il luogo un anno prima. Al tempo, ci furono varie discussioni sulla formazione di quel posto così particolare: ne uscirono teorie strampalate come l'esistenza di un gigante, il lavoro di uomini con cesello e picconi e qualche influenza naturale sconosciuta. Il problema fu risolto definitivamente nel 1771 quando il francese Demarest individuò un'eruzione vulcanica come origine del fenomeno.

    Attrazioni, flora e fauna

    L'area è un paradiso protetto per uccelli marini come il fulmaro, i Procellariiformi, il cormorano, l'uria e la gazza marina, mentre le fessure nelle rocce ospitano molte piante rare come l'asplenio, il trifoglio zampa di lepre, la scilla verna, la festuca marina ed il celoglosso verde.
    Alcune parti dell'area, esposte all'azione di eventi meteorologici da milioni di anni, richiamano vari oggetti e figure: la più famose sono senz'altro "l'Organo" e lo "Stivale del Gigante" , ma anche gli "Occhi del gigante", colonne più rossastre e più basse create da effusioni diverse di basalto; i "Gradini di Shepherd"; l'"Alveare", uno dei punti più caratteristici proprio a ridosso dell'oceano; l'"Arpa del Gigante"; i "Chimney Stacks" (la pila di ciminiere), alte colonne di basalto che svettano in cima alle scogliere; il "Cancello del Gigante" all'entrata dalla strada e la "Gobba del Cammello".



    2.1245386922.giants-causeway-pipe-organ
    L'organo


    The-Harp
    L'arpa del Gigante


    cause01r
    L'alveare


    3701941758_32686afa55
    Chimney Stacks



    Strutture simili

    Sebbene le colonne basaltiche del Selciato del Gigante siano le più suggestive e famose, non sono uniche al mondo. Luoghi similari esistono in varie parti della Terra: oltre alla già citata Staffa in Scozia, ci sono Garni in Armenia, le isole dei Ciclopi, le forre laviche del Simeto, le Gole dell'Alcantara e i neck di Motta Sant'Anastasia in Sicilia, il "Cuccur'e Zeppara" (Guspini) e Capo Nieddu (Cuglieri) in Sardegna, il Devils Postpile National Monument in California, il Devils Tower National Monument nel Wyoming, e l'"Organ Pipes" sul monte Cargill in Nuova Zelanda.



    causeway_cathedral
    Cancello del gigante


    121462_4d952ad3
    "Camel's Hump" o "Camel's Back" (la Gobba del Cammello)



    Panoramica dalle scogliere


    Molti capitoli del romanzo Dio salvi il Gigante (2011), il Sesto Incarico della saga Unesco Il mondo di Mauro & Lisi scritta da Diletta Nicastro, si svolgono al Selciato del Gigante, sito Unesco minacciato nel libro da un possibile attacco terroristico. Tra i luoghi descritti si riconoscono l'Arpa, l'Organo e lo Stivale del Gigante.

    IMG_7615
    The "Giant's Eyes" (gli Occhi del gigante), colonne rossastre e più basse create da effusioni diverse di basalto


    2864033898_c991ddf760
    The "Giant's boot" (Lo Stivale del Gigante)



    02selciatogiga

    selciato_gigante_irlanda

    800px-10


    jpg



     
    Top
    .
  14. gheagabry
     
    .

    User deleted



    BASS ROCK



    Bass Rock è un’isola che si trova di fronte a Firth of Forth, l’insenatura creata dalla foce del fiume Forth nel Mare del nord, in Scozia .... è una gigantesca roccia alta 140 metri all'imboccatura dell'estuario del Forth, a meno di 40 minuti da Edimburgo.L’isola ospita una delle colonie di sule più numerosa al mondo, circa 150 mila esemplari, tanto che il nome scientifico degli uccelli marini – sula bassana o morus bassanus – deriva dal nome dell’isola. Le sule, che hanno le dimensioni delle oche, vivono nell’isola da gennaio a ottobre – dove nidificano sempre con lo stesso compagno usando lo stesso nido. In autunno svernano e si dirigono verso le coste occidentali dell’Africa. In passato le sule venivano allevate nell’isola per nutrirsi delle uova e della carne dei pulcini.



    Bass Rock è disabitata ma in passato ha ospitato un eremo cristiano, un importante castello ed è stata poi usato come prigione. Lo scrittore Robert Louis Stevenson descrive l’isola nel suo romanzo Catriona, mentre suo cugino David Stevenson costruì nel 1902 un faro alto venti metri e tuttora visibile.










    ilpost.it



    Alomar, dal web

     
    Top
    .
  15. gheagabry
     
    .

    User deleted




    jpg

    Estate a Blackpool, 1932

    Una spiaggia affollata a Blackpool, una delle località balneari più famose del Regno Unito, nel 1932. L’estate 2012 è iniziata ieri, 20 giugno, alle 23:09. (Bunting/Fox Photos/Getty Images)



    jpg

    L’inaugurazione dello Spaghetti Junction

    Lo Spaghetti Junction, un’intersezione stradale a livelli sfasati sull’autostrada M6 vicino a Birmingham, il giorno della sua apertura al traffico, 24 maggio 1972. Il soprannome venne coniato dal giornalista del Birmingham Evening Mail Roy Smith perché l’incrocio era talmente intricato che le sue strade ricordavano un piatto di spaghetti. In seguito l’espressione entrò nell’uso comune e viene usata anche per altri incroci stradali particolarmente complicati. (Keystone/Getty Images)

     
    Top
    .
16 replies since 15/4/2011, 00:06   6660 views
  Share  
.