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  1. tomiva57
     
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    benvegniu1


    Piccoli fragilissimi film


    Da Wikipedia

    Piccoli fragilissimi film è il primo album solista di Paolo Benvegnù dopo lo scioglimento degli Scisma, di cui Benvegnù era cantante e chitarrista. In questo album Benvegnù racconta le proprie sofferenze passate, i brani sono molto più tranquilli e introspettivi rispetto al periodo con gli Scisma e sono per la maggior parte accompagnati dal pianoforte.

    Dall'album è stato estratto il singolo Suggestionabili.

    Tracce

    1. Il mare verticale - 5:34
    2. Cerchi nell'acqua - 4:47
    3. Io e te - 4:50
    4. Il sentimento delle cose - 4:48
    5. Fiamme - 4:31
    6. Suggestionabili - 3:20
    7. Brucio - 6:15
    8. È solo un sogno - 4:21
    9. Only for You - 3:12
    10. Quando passa lei - 4:37
    11. Catherine - 7:47





    Paolo Benvegnù: Piccoli fragilissimi film

    Recensione di: rob


    Gli effetti e gli affetti della dissoluzione degli Scisma ora abitano tutti insieme nel diario violato del signor Benvegnù.
    Prevaricate le parti al suo interno racchiuse vi si penetra in una superficie di soavi esposizioni imperniate di dolci sofferenze, brividi ermetici e poetiche intuizioni.
    Qui vi si fondono le fondamenta di minuscole narrazioni sputate da un cuore violentato troppo spesso.
    Solo ora, a fronte di tali doverose premesse, vi si dà il benvenuto nei piccoli fragilissimi film del cantautore (mai come ora può essere considerato tale, ecletticamente galleggiato nelle meraviglie paludosi e frastagliate del gruppo di cui ne era fondatore) e, tanto vale dirlo subito, è un gran bella accoglienza.
    Un congegno esploso da sé. E inevitabilmente ristabilitosi dopo un morboso tentativo di “ricostruzione del proprio essere”.

    Come ricostruirsi allora?
    Tanto per iniziare, aprendo le danze con la sinfonia sottovuoto de “Il mare verticale”, incipit e primo dei vertici del disco tutto. La canzone d’autore come catarsi che nasce riservata e si scopre universalmente come una spina che più volte ha scolpito (e scolpisce) i lividi sulla nostre pelle.
    Ci sarebbe poi, al congedo del primo affondo, l’immaginario della sfida con le schegge di pietre da scagliare nel fiume facendole balzellare nell’acqua. Chi non l’ha mai provato?
    In quell’istante si frantumano le distanze e ci si riconosce, assicura l’autore. Non posso che condividere e cedere alla seduzione di codesta altra gemma (per l’appunto “Cerchi nell’acqua”).

    Oltre, qualcosa lo si può solo fantasticare in un senso di magistrale sospensione. E ci proietta in una lontanissima nebulosa inebriante e raffinatamente unica. Sto parlando di “Io e te”, terza traccia di un percorso che si rivelerà inesplorato, mistico e insidioso. Si avrà modo di scambiarsi confidenze davanti ad un falò e pensare a come ricucirsi senza infliggersi del troppo spasimo.
    In quella occasione, mirando brace ardere, si considererà come le cose possano subirci quasi indifesi. E quindi avere un sentimento identico agli esseri viventi (“Il sentimento delle cose”).
    E ci si sofferma su come possa “essere stupido pensare di essere soli”. Insomma la saggezza in forma canzonetta.
    “Fiamme” e “Brucio” sono invece sorelle di una stessa psichedelia notturna, impalpabile e incontrol(labile). Dello stesso sentore di rumori nel cuore della notte.
    “Suggestionabili” è l’ennesima prova che certe verità sacrosante non trovan senso nella loro repressione. In ogni caso le si voglia valutare hanno i loro effetti collaterali. Comunque e sempre.
    Nei successivi movimenti, tra botole schivate e rovi affamati, c’è anche spazio per la serenata romantica e sognante da dedicare a sé stessi, perché la posta in gioco è alta (ricostruirsi) e il tragitto non ancora al termine.
    Talvolta ci si distrae e ci si sopravvaluta forse, (“Only for you” rispetto al resto è decisamente una caduta di tono) ne si pagano le conseguenze e si sta più svegli e creativi.
    Dopo aver percorso il mondo apparentemente fatato, musicato da un polveroso carillon in “Quando passa lei”, si giunge alle armonie orchestrali e struggenti della magnifica “Catherine”, venere riapparsa nell’abbaglio di un'eterna notte.
    Di prossimo rimane solo lo scampolo di un getto improvviso di lacrime amare scandite al suono febbrile di strazianti sviolinate che chiudono i solchi dell’itinerario. L’itinerario del restauro della propria anima.
    Altro giro, altra corsa.

    Voto 4.5 (la scaletta del disco cosi com’è, purtroppo, lo penalizza un po’ nella sua interezza. Rimane comunque un bellissimo lavoro, splendidamente arrangiato ed eseguito da una serie eccellente di musicisti dell’area fiorentina. Consigliatissimo)





    Il mare verticale

    Come scavare a mani nude nella terra
    Per sentire il sangue mescolarsi con la pioggia
    Cauterizzare le ferite vivere per il solo senso che ha
    Come nuotare in un oceano congelato
    Per sentire il cuore che ti esplode dentro il petto
    Vivere per immaginare per percepire il solo senso che ha
    Ma io lascio che le cose passino e si sfiorino
    Perché non sono in grado di comprenderle
    Essere deboli in un mare verticale
    Sentire quanto i rischi possano aumentare
    E odiare per sentirsi vivi
    Per percepire il solo senso che ha
    E improvvisamente ritornare primitivi
    Essere comici e tornare primitivi
    E bere il sangue del nemico solo per gustarne la diversità
    Ma io lascio che le cose passino e si sfiorino
    Perché non sono in grado di comprenderle
    Io lascio che le cose passino e si sfiorino senza toccarsi








    Cerchi nell'acqua

    Frantumare le distanze.
    Superare resistenze
    E riconoscersi per creare.
    Camminare senza chiedersi perché
    Il tuo viso le mie mani
    sono la stessa gioia immensa
    È luce invisibile da succhiare.
    Camminare senza chiedersi perché
    E fermarsi un istante per considerare
    che il respiro è un dettaglio che ci rende uguali
    Come cerchi nell’acqua
    che non sanno nuotare e si infrangono
    Frantumare le distanze.
    Superare le esistenze
    E riconoscersi per creare.
    Camminare senza chiedersi perché
    E fermarsi un istante per considerare
    che ogni istante si scioglie
    in quello a venire
    Come cerchi nell’acqua
    che non sanno nuotare
    e si infrangono



    Edited by tomiva57 - 28/4/2013, 17:21
     
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