IL BASSO

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. nicoletta-SS
     
    .

    User deleted



    Il basso acustico è uno strumento musicale acustico simile alla chitarra e con caratteristiche che lo rendono simile anche al contrabbasso (registro e funzione di accompagnamento); è solitamente munito di quattro corde (dal basso all'alto mi, la, re, sol) ne esistono anche versioni estese a cinque corde (si, mi, la, re, sol). La sesta corda è generalmente più utilizzata nel basso elettrico.
    Il suono è grave ("basso") e si usa prevalentemente nella sezione ritmica. Lo strumento è suonato pizzicando le corde con indice e medio della mano destra nella tecnica a due dita; indice, medio e anulare nella tecnica a tre dita. Un'altra tecnica che lo porta ad assomigliare maggiormente ad una chitarra è l'uso di un plettro. Può essere amplificato tramite pick up per i live.
    Il basso è generalmente uno strumento monofonico: le note sono emesse una alla volta mentre gli accordi vengono suonati raramente, data la funzione dello strumento.


    Il primo basso acustico moderno è stato sviluppato agli inizi degli anni '70 da Ernie Ball di San Luis Obispo, in California. Lo scopo di questa "innovazione musicale" era fornire ai bassisti uno strumento acustico che si potesse integrare meglio con il suono delle chitarre acustiche.
    Oggi viene prodotto da diverse marche quali: Alvarez, Eston, Gibson, Fender, Ibanez (linea Prestige), Maton, Ovation e Tacoma
     
    Top
    .
  2. gheagabry
     
    .

    User deleted




    Il contrabbasso, è uno strumento musicale della famiglia dei cordofoni ad arco. Il suono viene prodotto tramite l'attrito sulle corde del crine di cavallo montato su una bacchetta di legno, detta archetto, mentre nel jazz viene suonato quasi esclusivamente pizzicando le corde con le dita della mano destra.

    È lo strumento con il suono più grave di tutti gli archi (se si esclude il rarissimo ottobasso): le quattro corde producono rispettivamente dalla più acuta alla più grave i suoni SOL-RE-LA-MI in accordatura da orchestra. Per indicare con più precisione la reale altezza di una nota, viene utilizzata una nomenclatura che affianca al nome della nota un numero. Questa numerazione inizia dalla nota più bassa del pianoforte (La 0) fino alla nota più alta (Do 8). Seguendo questo schema, le corde del contrabbasso sono

    1ª corda: Sol 2/La 2/La 2
    2ª corda: Re 2/Mi 2/Fa# 2
    3ª corda: La 1/Si 1/Re 2
    4ª corda: Mi 1/Fa# 1/La 1
    Esistono anche altre accordature, quali quella italiana da concerto (consistente nell'alzare l'intonazione delle corde di un tono) e quella viennese (La 2, Fa# 2, Re 2, La 1)
    Esistono anche contrabbassi a cinque corde, in cui la più grave è generalmente un Do 1 o un Si 0.
    In orchestra il contrabbasso ha raramente una funzione solistica, per via del suo suono estremamente basso. Ha però una funzione indispensabile nell'"amalgamare" i suoni e dare sostegno agli strumenti acuti, ed è lo strumento che, di solito, tiene il basso armonico della melodia dell'orchestra


    Le origini
    Una delle prime testimonianze sull'uso del contrabbasso è data dal quadro Nozze di Cana (1562-63) del Veronese, in cui Tiziano è raffigurato mentre suona un contrabbasso. Monteverdi nel 1608 richiede un "basso di viola".

    Inizialmente il contrabbasso serviva solo a raddoppiare la viola da gamba (o il violoncello) all'ottava bassa. Successivamente, ed in particolare nel periodo in cui fu attivo Beethoven, grazie a virtuosi (Michele Berini e soprattutto Domenico Dragonetti), il contrabbasso si svincola dalla mera funzione d'accompagnamento per raggiungere, con Giovanni Bottesini, le più alte vette espressive.

    Le accordature ed il numero delle corde variano in tutta Europa fino alla fine dell'Ottocento.

    Nella zona tedesca si utilizzava principalmente il basso a quattro corde, mentre in Italia era più usato il basso a tre corde, dal suono più melodioso ma col difetto di avere un'estensione molto limitata in senso discendente. Il contrabbasso più utilizzato divenne quello a quattro corde non per qualche pregio particolare, ma perché i più grandi compositori del tempo erano tedeschi (vedi Mozart, Haydn, Beethoven). Nelle loro composizioni loro utilizzavano il basso a quattro corde principalmente perché nella loro zona era il più suonato.
    Richard Wagner e altri scrissero nelle loro opere anche musiche orchestrali in cui si prescriveva l'uso del basso a cinque corde (strumento di origine nordica), ancora oggi saltuariamente utilizzato.
    Oggigiorno gran parte dei contrabbassi usati in orchestra è dotata di una prolunga per la quarta corda: la tastiera viene allungata in parte al riccio in modo da poter scendere fino ad un Re 1 (nel caso di un'accordatura "standard"). Dato che la presenza delle chiavi renderebbe difficile posizionare correttamente la mano sinistra atta ad esercitare contropressione, la corda viene in quella zona premuta tramite leveraggi azionati dal musicista grazie ad una pulsantiera. Questa soluzione permette di ampliare l'estensione dello strumento verso il grave senza dover modificare l'accordatura o usare una quinta corda, cosa che implica profonde differenze costruttive ed esecutive dai modelli più diffusi.


    L'arco
    Vi sono normalmente due tipi d'arco per contrabbasso, detti "alla francese" e "alla tedesca". Il primo si impugna tenendo la mano con il dorso rivolto verso l'esterno e presenta il tallone (parte impugnata) più piccolo dell'arco tedesco, che invece si tiene con il palmo verso l'esterno e il dito anulare all'interno del tallone stesso.

    L'arco francese, che fu in realtà studiato nelle sue proporzioni dall'italiano Dragonetti, permette di dosare la pressione sulle corde in maniera più accurata e dolce, di avere un miglior rimbalzo nella tecnica del balzato e tremoli in punta d'arco più facili da eseguire; quello tedesco garantisce possibilità d'attacco alla corda estremamente incisive, un miglior controllo del suono anche in punta d'arco (dove la forza applicabile è naturalmente minore) e potenza di suono maggiore.
    Il legno più diffuso per la costruzione della bacchetta è il pernambucco, questa può essere a sezione tonda od ottagonale. Il tallone è di norma in ebano chiuso da un inserto di madreperla, spesso decorato con inserti anch'essi in madreperla che avevano originariamente la funzione di indicare la qualità della fattura dell'arco a seconda della finitura di questi particolari. I crini possono anche essere di materiale sintetico, ma ovviamente sono più apprezzati quelli di origine animale (cavallo maschio) e possono essere bianchi, neri o misti. La tensione dei crini viene regolata dal musicista tramite una vite posta in fondo alla bacchetta.
    Rispetto agli altri strumenti ad arco, quello del contrabbasso è sì più robusto e con maggior larghezza del crine, ma al contrario di quanto si potrebbe pensare è leggermente più corto


    Sviluppo nel Jazz
    Nel corso del XX secolo, il contrabbasso ha trovato un naturale campo di sviluppo espressivo nella musica dei neri d'America, ossia nel Blues e nel Jazz. Soprattutto in quest'ultimo genere musicale il contrabbasso ha trovato la possibilità di elevarsi, da strumento di mero accompagnamento e sostegno armonico, a vero e proprio strumento solista. Inoltre, sempre nel Jazz si è andato sviluppando lo stile tipico di accompagnamento col contrabbasso: il Walking Bass. Il nome di questo stile deriva dalla particolare suggestione offerta dalla linea del contrabbasso: le note sembrano seguirsi l'una dopo l'altra così come i piedi che si alternano quando si cammina (to walk, in lingua inglese, significa camminare).

    In campo jazzistico, solitamente il contrabbassista domina sia il walking che l'improvvisazione solistica, ma questo non comporta che il contrabbassista si esibisca in solismi durante ogni brano eseguito, così come non sempre egli accompagnerà in walking gli altri musicisti, preferendo altri modi di accompagnamento (anche se questa è un'eccezione alla regola).
    Tra i migliori contrabbassisti del Jazz troviamo Niels-Henning Ørsted Pedersen, Oscar Pettiford, Ray Brown, Red Callender, Dave Holland e John Patitucci. Un posto d'onore va riservato a una figura particolare: Charles Mingus, compositore, pianista, genio riconosciuto del Jazz e da molti considerato il migliore contrabbassista nella storia di questo genere musicale (cit. nota di copertina da Peggio di un bastardo, autobiografia di Charles Mingus).
    Sembra giusto ricordare per l'estrema dolcezza del suono e per la profonda sensibilità musicale il contrabbassista nordico Palle Danielson, così come, tra "i trio" più famosi e sensibili del jazz moderno, l'indimenticato Scott LaFaro del Bill Evans Trio, l'eterno Gary Peacock del Keith Jarrett Trio e il talentuoso e estrosissimo Dan Berglund del purtroppo "sciolto" E.S.T. per la morte prematura del grande pianista Esbjorn Svensson.

     
    Top
    .
  3. gheagabry
     
    .

    User deleted


    Basso elettrico


    15900_

    Il basso elettrico (o chitarra basso, più semplicemente noto come basso) è uno strumento musicale della famiglia dei semielettròfoni (viene chiamato così perché ha delle corde che vengono pizzicate col plettro o con le dita) dalla tessitura grave.


    Analisi dello strumento
    Corpo

    Il corpo del basso elettrico è solitamente realizzato in legno massiccio (solid body). La forma del corpo, la qualità del legno utilizzato e la tipologia di innesto del manico nel corpo condizionano la qualità del suono dello strumento, ma costituiscono anche un criterio di valutazione che viene influenzato dalle tendenze del periodo. La realizzazione del corpo a strati o in un pezzo unico influisce direttamente sulla compattezza dello strumento, e naturalmente sulla qualità sonora. Il corpo infine può essere verniciato con vernice coprente o meno, oppure rifinito con cera o vernice satinata, permettendo di apprezzarne tutta la bellezza del legno e la cura della costruzione.

    Sono presenti sul mercato anche bassi elettrici con la cassa armonica cava (hollow body).

    Manico
    Il manico ospita la tastiera dello strumento e permette il passaggio delle corde. Termina da un lato con la paletta che, per mezzo delle meccaniche, consente di porre in trazione le corde e di accordarle fino alla tensione desiderata e dall'altro con il corpo dello strumento. È di solito realizzato in diversi strati, anche più di nove. Questo consente all'elemento una sufficiente stabilità per mantenere l'intonazione e un'adeguata capacità di trasmettere le vibrazioni al corpo. Il modo in cui il manico viene congiunto al corpo infatti determina in gran parte il sustain dello strumento. Fra i metodi più diffusi vi sono il "bolt-on neck" ed il "neck through body":

    70%27s_Fender_Jazz_Bassil manico bolt-on è avvitato al corpo dello strumento nel quale è stata ricavata un'apposita sede. La precisione della fresatura della sede è determinante ai fini della qualità sonora. In molti strumenti economici, questa lavorazione permette di nascondere eventuali difetti di fabbricazione, che vengono corretti con spessori di legno interposti fra il manico ed il corpo. Questo costituisce una grave perdita di continuità delle vibrazioni.
    Il manico "neck through body" è inserito nel corpo, o meglio, costituisce la parte centrale del corpo, prolungandosi fino alla fine dello strumento. Questo metodo permette al manico un contatto molto efficace con il corpo, a tutto vantaggio della trasmissione delle vibrazioni.
    Non sempre però il manico inserito nel corpo costituisce un vantaggio in termini di trasmissione delle vibrazioni, poiché la vibrazione viene prodotta non solo dalle corde, ma anche dal manico (e dal corpo) del basso stesso. Ora, quando si ha un manico avvitato (che non è quindi un pezzo unico dalla paletta fino all'estremità inferiore dello strumento), la parte di legno sottoposta a vibrazione è più corta e determina quindi una risposta più rapida; in altre parole, un pezzo di legno di mezzo metro di lunghezza sottoposto ad una sollecitazione vibra in un tempo minore rispetto ad uno di un metro; ne consegue che un basso con manico avvitato ha una risposta di suono più immediata e quindi un attacco decisamente più rapido. In definitiva, i bassi neck-thru hanno una trasmissione delle vibrazioni buona, ma sicuramente più lenta rispetto a quelli bolt-on.

    Tastiera


    La tastiera del basso elettrico, come negli altri strumenti a corda, è quella superficie di legno su cui è possibile premere le corde per variare l'intonazione della nota prodotta. La tastiera del basso elettrico può ospitare i tasti oppure esserne priva (fretless). È oramai di uso comune indicare come fretted le tastiere provviste di tasti (frets).


    Posizione delle note su un basso a 4 corde accordato secondo la normale accordatura.
    Nel primo caso, ogni tasto definisce l'avanzamento di un semitono della nota prodotta. Il tasto è una barretta metallica inserita nella tastiera perpendicolarmente alle corde.

    Nel secondo caso invece, nei bassi elettrici fretless (senza tasti), l'altezza della nota prodotta varia spostando il punto in cui la corda viene premuta sulla tastiera. Essendo prive dei tasti, e non essendo indicate solitamente le posizioni delle note, i bassi di questa categoria (cosiddetti "bassi a tastiera cieca" o "bassi ciechi") necessitano di una buona conoscenza dello strumento per emettere suoni intonati. Tuttavia alcuni bassi fretless riportano, al posto dei tasti, degli inserti in legno di tipologia differente da quello della tastiera, che consentono all'esecutore di individuare la posizione della nota cercata. Con questa tastiera sono disponibili tecniche avanzate come uno slide più stridente e lo slittamento degli armonici stessi. Maestro di quest'arte, precursore di questa particolare tastiera, fu Jaco Pastorius.

    Le tastiere più comuni ospitano da 20 a 24 tasti o posti.

    I legni più utilizzati con cui si realizzano le tastiere dei bassi elettrici sono l'ebano, estremamente duro e liscio (perfetto per i bassi fretless), ed il palissandro, meno pregiato anche a causa della maggiore porosità del legno che a suo vantaggio offre una minore deformazione dovuta agli agenti atmosferici (variazioni di temperatura, umidità, eccetera). Altresì frequenti il palissandro brasiliano (detto anche Pao Ferro) più duro dell'africano, e l'acero. Negli ultimi anni, sulla scia dei bassi costruiti da Steinberger, è invalso l'uso di materiali sintetici, anche solo per le tastiere, come per i costruttori italiani Laurus e Manne, che usano una particolare resina fenolica.


    Corde

    Le corde del basso elettrico sono prevalentemente in acciaio, con un'anima solida, che può essere a sezione circolare o esagonale, ed un avvolgimento esterno che consente alla corda di raggiungere una massa tale da collocarla, nello spettro, all'ottava giusta. I materiali più usati sono l'acciaio o il nichel, con differenze timbriche fra le due soluzioni. In alcuni casi la corda metallica può essere rivestita in materiale sintetico. Altra importante caratteristica è il tipo di avvolgimento, cosa che determina il tipo di superficie della corda, che può essere ruvida, semi-liscia e liscia. Alcuni modelli di bassi sperimentali presentano delle corde in silicone. Il basso tradizionale, nato come "evoluzione" del contrabbasso, presenta il suo stesso numero di corde, quattro, con la medesima accordatura: Sol, Re, La, Mi (in ordine di altezza dalla più acuta alla più grave). Già negli anni settanta alcune aziende artigianali (come ad esempio l'Alembic) realizzavano bassi ad 8 corde (con ogni corda doppiata da un'altra accordata un'ottava più alta) creando un effetto simile alla chitarra a 12 corde. Sul finire degli anni ottanta, dopo diverse sperimentazioni e prototipi realizzati, iniziarono ad avere sempre più mercato bassi a 5 (Sol, Re, La, Mi, Si come consuetudine anche se qualcuno optava per Do, Sol, Re, La, Mi) e 6 corde (Do, Sol, Re, La, Mi, Si). Con l'aumentare del livello tecnico dei musicisti e l'avvento di tecniche particolari di esecuzione come il tapping (ovvero suonare con entrambe le mani sulla tastiera dello strumento) il numero delle corde è salito considerevolmente. Sono sempre più i musicisti che richiedono la realizzazione di bassi a 10 (5 in doppia corda come per l'8) o 12 corde (3 per tono addirittura), strumenti in grado di ricoprire il registro sia della chitarra che del basso tradizionale. Tuttavia, nella storia del basso elettrico si trovano anche strumenti con 2 (vedi Sleeping My Day Away dei D-A-D), 7, 8, 9, 10, 11 e 12 corde (singole, non doppiate) grazie soprattutto al livello qualitativo delle aziende artigiane, in grado di realizzare praticamente qualsiasi richiesta dei loro clienti.

    Pick-up

    Anche il basso elettrico come la chitarra elettrica ha bisogno di esser amplificato tramite dei pick-up. Esistono vari modelli di pick-up che cambiano a seconda del genere per il quale il basso è progettato.

    Il più diffuso è lo split-coil (chiamato "tipo Precision" o "P" dal nome del basso per il quale è stato ideato), composto da due bobine ognuna con 4 magneti (due per corda). Segue il single-coil (chiamato "tipo Jazz" o "J" dal nome del basso più popolare con questa tipologia di pick-up), composto da un unico corpo allungato che interessa tutte le corde.

    Col tempo, di pari passo con il variare delle esigenze sonore degli artisti, si sono aggiunte altre tipologie di pick-up: fra i più comuni ricordiamo l'humbucker tipo Music-Man (o "MM", dal nome del basso per il quale è stato ideato), costituito da due avvolgimenti paralleli con 2 magneti per corda (1 per avvolgimento, di solito di 5mm), seguono le Soap-Bar (cover più stretta di quella del MM, può contenere al suo interno qualsiasi tipologia di pickup) e i meno famosi double-coil (due single-coil posti parallelamente).

    Solitamente i pick-up sono passivi, ma alcuni modelli (come gli EMG) hanno un preamplificatore integrato che necessita di alimentazione dedicata, tipicamente una batteria da 9 V.

    Circuiteria

    Tutti i bassi elettrici dispongono di una circuiteria che permette il controllo sul suono dello strumento che può essere attiva o passiva.

    Nei circuiti passivi si fa uso di pochi componenti elettronici, come potenziometri e condensatori, che possono solo modificare il volume e applicare un filtro passivo di tipo passa-basso al segnale. Il suono dello strumento sotto forma di segnale elettrico è quindi condotto all'amplificatore per mezzo di un conduttore elettrico schermato (il classico cavo).

    Nei bassi elettrici attivi è invece presente una circuiteria elettronica alimentata da batterie. Questa permette di equalizzare il suono con sofisticati filtri attivi, capaci di aumentare o diminuire le frequenze impostate anche fino a 20 decibel. Solitamente permettono di intervenire su due o tre bande di equalizzazione e vengono alimentate da una o, più raramente, da due batterie da 9 Volt. Inoltre, il debole segnale presente all'uscita del pick-up viene amplificato dal circuito prima di essere convogliato nel conduttore elettrico che porta all'amplificatore. Questo aumenta notevolmente la reiezione del segnale elettrico ai disturbi.

    In genere questi strumenti presentano una circuteria esclusivamente "attiva" o "passiva"; ciononostante alcuni modelli sono in grado tramite un selettore di ricorrere ad entrambe le soluzioni.

    Ponte


    Il ponte la struttura alla quale si ancorano le corde ed è fissato sulla superficie anteriore del corpo nella stragrande maggioranza dei casi. Di solito è fabbricato in metallo, ma in qualche caso anche in legno. Trasmette le vibrazioni della corda al corpo e partecipa cospicuamente alla caratterizzazione del timbro dello strumento. Quanto più è massiccio, tanto maggiore è il sustain delle note suonate. La sua caratterizzazione del suono ha fatto sì che si sia creato un attivo mercato di ponti, che vanno a sostituire gli originali montati dai fabbricanti. Può incorporare un pick-up piezoelettrico sensibile alla pressione diretta delle corde che trasduce le vibrazioni di corde non metalliche, cosa che i pick-up magnetici non possono fare.

    Capotasto

    Il capotasto, detto anche "nut", è la struttura posta al termine della tastiera, dal lato della paletta, su cui appoggiano le corde all'uscita dalle meccaniche. Viene costruito in vari materiali, come l'osso, materiali sintetici o metalli come l'ottone. Ha il compito di dare alle corde la corretta spaziatura e trasmettere al manico le vibrazioni.

    Truss rod

    Il truss rod è un'asta metallica curva, di solito a concavità anteriore, contenuta nello spessore del manico che, sottoposta a tensione tramite un bullone installato ad una delle sue estremità, controbilancia la tensione esercitata sul manico stesso dalle corde evitando che si deformi, compromettendo la suonabilità e l'intonazione dello strumento.

    Le origini
    Il primo basso elettrico prodotto in serie fu sviluppato da un innovatore e costruttore di chitarre elettriche, Leo Fender all'inizio degli anni cinquanta del XX secolo. Il basso elettrico verticale esisteva già dalla metà degli anni trenta ed era stato inventato dal musicista e inventore Paul Tutmarc a Seattle, ma era goffo ed inoltre la cassa acustica di cui era dotato ne rendeva difficile l'amplificazione, in quanto il segnale poteva innescare il feedback quando si superava un certo volume. Sembra tuttavia che nello stesso periodo furono venduti anche un esiguo numero di bassi elettrici solid body realizzati da altri costruttori.

    Il basso elettrico rappresenta una radicale svolta nel panorama musicale, fornendo alla sezione accompagnamento dei complessi uno strumento facilmente trasportabile, amplificabile e più semplice da suonare rispetto al contrabbasso: l'aggiunta al basso elettrico dei tasti ha permesso allo strumento di diventare molto più facile da suonare e, soprattutto, più precisa l'intonazione della nota emessa (da qui "Precision", il nome del primo basso prodotto da Leo Fender).

    L'uso di un pickup associato al corpo solido ha reso più efficace l'amplificazione dello strumento, che si è evoluta in seguito fino alla produzione di amplificatori capaci di erogare potenze di svariate centinaia di Watt.

    Il Fender Precision Bass del 1951 fu il primo messo sul mercato con un pick-up di tipo single coil a quattro poli a singolo avvolgimento e un corpo piatto e spigoloso. Nel 1954 il corpo fu smussato ed arrotondato per migliorarne l'ergonomia. Nel 1957, il pick-up venne sostituito da uno split coil pick-up, separato in due elementi. Il battipenna subì sostanziali modifiche, come anche la paletta.

    Questo modello del 1957 diventò uno standard nell'industria della musica e per tutti i bassisti, ed è ancora disponibile sul mercato. Un modello simile, ma rivisto e modificato è il Fender Jazz Bass, che fu introdotto nel 1960 come modello Deluxe.

    Seguendo le orme di Leo Fender, altre industrie di strumenti musicali, quali Gibson, Danelectro e molte altre, iniziarono la produzione di versioni personalizzate di basso elettrico. Il contrabbasso divenne così obsoleto in molti generi musicali, lasciando spazio al più compatto basso elettrico, che permetteva al bassista una migliore agilità sul palco, e risolveva i problemi di amplificazione.


    Video

     
    Top
    .
2 replies since 13/4/2011, 22:05   2211 views
  Share  
.