"Sagapò"

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    "Sagapò".



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    GIANLUCA DE ANGELIS – GIANMARCO POZZOLI – MARTA ZOBOLI



    Il trio “Sagapò” nasce dal sodalizio artistico tra “Pozzoli & De Angelis” duo comico presente in tv dal 1998 (“Scatafascio” Italia1, “Convenscion” Rai2, “Zelig Off” Italia1, “Zelig Circus” Canale 5, “Colorado Cafè” Italia1) e Marta Zoboli, attrice teatrale che, dopo i successi ottenuti in vari festival teatrali europei (in particolare il “Fringe Festival” di Edimburgo), ha lavorato nella Compagnia di Paolo Rossi.

    Il trio “Sagapò” esordisce in tv a “Zelig Off” nel settembre 2010, con una divertente e intelligente parodia dello “Speed Date”, un modo nuovo e recentemente molto di moda, in cui persone di diverso sesso, si incontrano in un locale e cercano di capire se tra loro esiste affinità sentimentale, semplicemente scambiandosi una serie di informazioni reciproche, sedute ad un tavolo, nell’arco di pochi minuti.

    Nello sketch, Marta interpreta varie tipologie di donne e Gianluca e Gianmarco cercano di capire se tra qualcuna di queste scovano l’anima gemella. Il tutto è condito da un ritmo fitto di battute e dal solito clima surreale, che è la cifra comica di tutte le loro apparizioni televisive.

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    SCHEDA SPETTACOLO



    PALPALANIMA



    Sagapò” significa “Ti amo” in greco moderno e “Palpalanima” significa “Si inizia da Proust e si finisce in motel” in italiano contemporaneo. Uno spettacolo comico sull’amore nelle sue più svariate forme. Le forme non sono quelle di un corpo, ma quelle delle passioni che lo animano.Ognuno interpreta l’amore in modo diverso come se guardasse una cartolina: uno la guarda dritta, l’altro la rovescia, il terzo se la spedisce e ci penserà più tardi.
    I tre stanno in scena come tre ortaggi, divisi nel sapore ma in armonia col minestrone.
    Un’ora surreal-cinico demenziale in cui si alternano:
    a) Una gara di battute con un arbitro sui generis
    b) La rinomata seduta di speed date
    c) Le sconclusionate entrate di una ballerina imbranata
    d) Le domande e risposte di tre idioti geniali fluttuanti nello spazio
    e) Lo sbilenco carrozzone di un circo-bordello dove si esibiscono tre fantomatici circensi dell’Est
    f) Il saluto finale a lume di abat jour



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    “Un cabaret musicale, perchè usiamo l’ironia come un pianoforte ” ha detto Gianluca che non sa suonare.
    “Siamo dei metronomi della comicità!” ha detto Gianmarco dopo un quarto d’ora.
    “Mi fa un ridere” ha dichiarato a fine spettacolo Marta.
    Uno spettacolo imperdibile dove l’improvvisazione è un elemento fondamentale del divertimento, almeno nostro.

    Marta Zoboli, attrice trevigliese, ha debuttato nel programma di Italia 1. Con Gianfranco De Angelis e Gianmarco Pozzoli fa parte del trio "Sagapò".
    Marta, da commessa a Parigi ad attrice di Zelig


    A volte è una ragazza isterica, altre un’inguaribile romantica, altre ancora una vamp in cerca di solo sesso. Se vi capita di starvene davanti alla tv e sintonizzarvi su Italia 1 il mercoledì intorno a mezzanotte, vi può capitare di vedere uno sketch in cui una giovane attrice “rimbalza” in uno speed date (evento in cui, a rotazione, si conoscono per un brevissimo periodo prestabilito decine di ragazzi passando da un tavolo all’altro) qualsiasi maschio le si presenti davanti. Il tutto fra battute ad effetto e doppi sensi che assicurano al pubblico risate e divertimento. Questa “pazza scatenata” è la 32enne Marta Zoboli, trevigliese doc, che ha debuttato in questa stagione a “Zelig Off”, il programma che fa da apripista al fratello maggiore “Zelig”, dove con il Trio Sagapò sarà in prima serata su canale 5.



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    La prima domanda molto semplice è: come è finita a Zelig Off?
    "Il tutto è nato pochi mesi fa quando ho conosciuto Gianluca De Angelis e Gianmarco Pozzoli che sono già molto conosciuti in tv, avendo partecipato già a Zelig e ad altri programmi. Abbiamo iniziato così, quasi per scherzo, improvvisando noi tre; poi mi hanno chiesto di entrare ed è nato il terzetto “Sagapò” con cui abbiamo debuttato a Zelig Off dopo aver superato dei provini e a gennaio andremo anche su Zelig, quello condotto da Bisio, per intenderci".


    Nessuna paura delle telecamere? O del pubblico in sala?
    "Io sono timida per natura ma da sempre ho provato attrazione per il palco e per esprimermi in pubblico; paradossalmente quando ti trovi in scena, anche se sei sola e devi saperti gestire, c’è qualcosa di magico che ti protegge".

    Ripartiamo da capo. Quando nasce la sua passione per il teatro?
    "Già alla fine delle scuole superiori (Marta ha frequentato il Liceo Scientifico Galilei a Caravaggio, ndr) facevo qualcosa con il Box Office Teatro a Treviglio ed ho continuato anche negli anni dell’Università quando frequentavo Lingue a Bergamo. La mia tesi di laurea, tanto per cambiare, era su Romeo e Giulietta, storia del teatro".


    Quindi il master.
    "Esatto, ho frequentato il master al Teatro Piccolo in drammaturgia. Quando ho terminato ho scelto di andare a Parigi, città in cui avevo già vissuto e dove ho svolto un Erasmus durante gli anni accademici".

    Perché ha deciso di andarsene proprio a Parigi?
    "Dopo il master dovevo decidere che fare della mia vita o meglio dovevo decidere se intraprendere con decisione la strada del Teatro. Ho scelto la capitale francese perché è sede di un’importante scuola, quella di Philippe Gaulier".


    E come è andata?
    "Il corso di Gaulier è stato come ricevere un grande ceffone che mi ha permesso di vedere finalmente la mia strada e dove ho scoperto la mia vena comica. Non solo, con altri ragazzi ho fondato la compagnia “Potato” ed abbiamo girato l’Europa, Edimburgo, Berlino, Parigi solo per citare alcune città, con un nostro spettacolo di sperimentazione comica".

    Fino al ritorno in Italia nel 2007.
    Già, in quell’anno sono tornata a Milano perché volevo misurarmi con un ambiente, quello italiano, che non conoscevo e che non mi conosceva. E’ andata bene perché nei provini suscitavo interesse a causa della mia impostazione che era diversa da quella classica ed accademica del resto delle attrice italiane.

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    Si spieghi meglio.
    "Il mio percorso professionale è stato diverso da quello delle attrici italiane. La stragrande maggioranza frequenta un’accademia e non ama interpretare personaggi come ad esempio quello della ragazza di Zelig Off. Di solito una donna vuole incarnare la bellezza, l’essere attraente e inarrivabile per gli uomini. E’ più difficile essere ridicola o fare la pazza isterica ma Gaulier mi ha fatto capire la bellezza risiede anche nell’essere un clown".

    Torniamo al suo arrivo a Milano.
    "Nel capoluogo milanese ho conosciuto un attore, Walter Leonardi, e per cinque mesi, ogni martedì, mi esibivo con pezzi scritti da me cambiando sempre personaggio all’interno di un suo spettacolo. E questo show mi ha dato visibilità nell’ambiente milanese".

    Tanto è vero che è finita a recitare con Paolo Rossi.
    "Collaboro con Paolo Rossi, un genio, a mio giudizio l’attore più grande che ci sia ora in Italia. Lui mi ha insegnato molto. Qualche aneddoto legato a Rossi? Meglio non raccontarli (ride, ndr), diciamo che è uno genuino: come è in tv o in teatro, è lo stesso quando scende dal palcoscenico. Poi, con altre quattro ragazze abbiamo il progetto di portare un teatro che sarà un mix tra comicità e tragedia nei salotti di case private. Il nostro spettacolo durerà quanto la cottura in forno di una torta che prepareremo prima della performance".

    Ci parli di Zelig e del trio Sagapò.
    "Zelig è un bell’ambiente dove non ti impongono nulla né ti censurano. Il trio è una creatura appena nata che stiamo cercando di far crescere con tanto impegno e lavoro, trovandoci spesso ed improvvisando per ore. Poi quando qualcosa ci piace lo scriviamo (abbiamo anche un autore che ci dà una mano); capita che in un pomeriggio troviamo molte cose che funzionano, capita anche che per 3, 4 giorni di non trovare nulla di buono. A differenza del teatro, nel cabaret forse è più difficile perché non hai un regista, un qualcuno che ti indirizza, devi fare da solo".

    Nostalgia dei “tempi parigini”?
    "Sì ma è anche vero che il fare l’attrice è la mia vita ed in Italia sto trovando diciamo una mia strada professionale che mi permette di guadagnare da vivere. Il mio sogno comunque è girare e portare per il mondo un mio spettacolo".

    Perché “guadagnare da vivere”?
    "Perché a fare l’attrice di teatro non si guadagna molto; a Parigi mi è capitato, solo per fare un esempio, di fare la commessa in un negozio per arrotondare oppure di fare qualcosa nel doppiaggio. Ed in Italia la situazione è particolarmente disastrosa".

    "Non saprei. Di sicuro non sono adatta per fare un “lavoro normale” e fare teatro ho l’impressione che sia l’unica cosa che so realmente fare".
     
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