LIBRI E GIOCHI D'INFANZIA

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  1. gheagabry
     
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    "Da bambino dovevo possedere anche dei libri per l’infanzia. Da bambini non si ha alcuna possibilità di scampare ai gusti e alla generosità delle vecchie zie. Ho un ricordo molto sbiadito di quei libri. Evidentemente le mie zie mi regalavano solo libri che a loro non piacevano molto: forse perché i libri in assoluto non dicevano loro proprio niente, oppure perché erano convinte che io fossi troppo giovane per leggere tutto quello che piaceva a loro. Spesso, evidentemente, si sforzavano addirittura di offendermi. Mi regalavano dei libri che a loro giudizio rispecchiavano il mondo dei bambini. Ma io in questo mondo ci vivevo quanto gli altri bambini, cioè pochissimo. Il mondo dei bambini è un’arrogante invenzione degli adulti, che intendono con ciò il mondo del grazioso, dell’indifeso e dell’innocuo. A me non interessava il mondo dei bambini, a me interessava semplicemente il mondo"
    Peter Bishel, "Al mondo ci sono più zie che lettori"







    Un bellissimo libro “musicale”: si tratta di Giocastrocche. Il sottotitolo, filastrocche per giocare in cortile, fa riferimento alle filastocche popolari contenute nel libro. Il libro è corredato da 2 cd in cui le filastrocche sono cantate dai Piccoli cantori di Milano. Si tratta soprattutto di filastrocche e canzoncine tradizionali della scuola della prima infanzia e delle elementari, ma non solo: ci sono anche giochi e conte storiche trasformate in canzoni da autori ormai da tempo legati al settore musicale dell’infanzia. Uno dei 2 CD contiene le canzoni tradizionali reinterpretate dai piccoli cantori; l’altro CD, invece, contiene le basi musicali perchè tutti i bambini possano cimentarsi nel canto. Il libro, con la bellissima copertina in cartonato, contiene i testi illustrati di ogni canzone. E poi, attività da svolgere per sollecitare la creatività e per rendere unico ogni libro: disegni da colorare, adesivi da attaccare.

    Libreria dei ragazzi
     
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    Giochi per bambini


    Mettiti in gioco con… la Matematica

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    Ora la matematica diventa un gioco da ragazzi!

    Grazie a Vannini Editrice che ha progettato in collaborazione con il Centro studi matematita dell’Università degli Studi di Milano il nuovo gioco educativo in scatola “Mettiti in gioco con … la Matematica”.

    Il Centro matematita adotta un approccio informale alla materia, promuovendo nuove soluzioni per la comunicazione e l’apprendimento della disciplina scientifica.

    Il fine principale è quello di riconoscere la matematica nella vita di ogni giorno, rendendola visibile.
    Questo importante obiettivo è riproposto in modo divertente nel gioco in scatola.

    Il gioco, il cui simbolo è proprio un paio di occhiali, richiede il superamento di prove avvincenti e risposte a quesiti sulla materia suddivisi in 5 livelli di difficoltà crescenti in modo che persone con un diverso livello di apprendimento possano giocare insieme (per un totale di 1320 domande).

    Il gioco, che può essere utilizzato a scuola, ma anche per un pomeriggio di sfide appassionanti con gli amici e in famiglia, è stato pensato per i bambini della scuola primaria e il biennio della scuola secondaria.
    Piace a grandi e piccoli, perché arricchito da accattivanti illustrazioni e colori vivaci dalla matita di Andrea Valente.

    La scatola gioco contiene anche un libretto per avvicinare i ragazzi alla matematica, un ulteriore strumento che li porta ad incentivare la capacità di osservazione e ad essere autonomi.

    Il messaggio del gioco è “Sei capace di fare molta più matematica di quanto immagini!”.
    Permette quindi di superare più facilmente la nota diffidenza di alcuni studenti verso questa disciplina.

    “Mettiti in gioco con.. la Matematica” è anche un utile strumento didattico, soprattutto in vista delle prove INVALSI, fonte di preoccupazione per alunni e docenti.
    Le prove INVALSI, infatti richiedono molte capacità: implicano un’attenta lettura del testo, richiedono di trarre informazioni dalle figure, spingono a cogliere le relazioni tra le informazioni fornite, invitano a recuperare informazioni precedentemente acquisite.

    Non tutti gli studenti sono in grado di costruire un legame diretto tra quello che gli viene insegnato teoricamente rispetto a ciò che devono concretamente utilizzare, ma con “Mettiti in gioco con… la Matematica” costruire i nessi diventa un approccio naturale, una logica di consuetudine.

    Il gioco è entrato a far parte anche delle proposte laboratoriali del centro matematita in piccolo e grande formato con un grande tabellone (4x4m) per renderlo ancora più interattivo.

    Il gioco è stato presentato in anteprima in occasione di due manifestazioni italiane molto importanti “Bergamo Scienza” e il Festival della Scienza di Genova in cui ha suscitato molto interesse tra docenti, operatori e famiglie, oltre che tra bambini e ragazzi che per primi hanno avuto occasione di sperimentarlo.


    Come scegliere i videogiochi per bambini



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    1 bambino italiano su 4 gioca anche tre ore al giorno con i videogiochi.

    E' quanto emerge dall'indagine condotta dal Centro Studi Minori e Media di Firenze sul rapporto tra i più piccoli e i videogiochi.

    Intorno all’uso dei videogiochi si sono quindi aperte discussioni sulla loro validità o meno, soprattutto a livello psicologico.

    La realtà virtuale che essi propongono fa bene o male ai più piccoli?

    I videogame incidono anche sull'umore dei ragazzi: chi gioca ammette di cambiare umore a seconda dei risultati ottenuti.

    Ai genitori spetta la scelta dei videogiochi da permettere e vietare.

    L'idea che il computer, o qualsiasi altro dispositivo di gioco, siano in sé anche dei giocattoli è fuorviante. Il computer è uno strumento che fa funzionare dei giocattoli, ma i giocattoli veri e propri sono i giochi che dal computer vengono resi possibili.

    Nei giochi tradizionali, quando un bambino chiede di giocare, spesso il genitore gli chiede "A che cosa?", prima di rispondergli che può farlo.

    Non sempre avviene la stessa cosa quando un bambino chiede di giocare con il computer.

    Nel campo dei giochi tradizionali è relativamente facile orientarsi. C'è l'esperienza e si tratta di giochi facilmente osservabili. Si vede subito a cosa i bambini giocano, è facile intuire la presenza di rischi o di elementi diseducativi, anche in un gioco sconosciuto.

    I videogiochi funzionano diversamente. L'azione è virtuale, non si vede, si svolge dietro il monitor e dentro la mente di chi ci è seduto davanti.

    In queste pagine vengono presentati alcuni strumenti utili ad orientarsi nella scelta dei videogiochi. E' importante che i ragazzi capiscano che scegliere i videogiochi adatti a loro rientra nella giurisdizione dei genitori.


    La confezione del gioco


    Sulla confezione dei giochi dovrebbe essere indicata l'età consigliata per il prodotto.

    Di solito vengono riportati i dati di altri sistemi di classificazione, come il PEGI o l'ESRB, di cui si parla nel paragrafo successivo.

    Già è qualcosa, anche se si tratta di un'indicazione ad affidabilità limitata.

    La confezione dà inoltre molte informazioni sulla natura del gioco.

    Descrizione e immagini sono utili a capire il contenuto. Ancora di più lo è l'impostazione grafica generale. Forse è soprattutto questa che aiuta a capire a quale tipo di pubblico si rivolga il prodotto.

    Attenzione, non a quale fascia d'età, ma proprio a quale tipo di persone. Da come il gioco viene presentato si capisce se sia rivolto a giocatori che cercano emozioni forti, scene raccapriccianti, trame sofisticate...


    Sistemi di classificazione dei videogiochi in base all'età


    Esistono e si possono consultare in rete le classificazioni che indicano per ciascun videogioco l'età a partire dalla quale possono essere consigliati.

    Il PEGI (Pan European Game Information) è sponsorizzato dalla Commissione Europea.

    E' consultabile anche in italiano. Si digita il nome del gioco e vengono visualizzate in maniera concisissima l'età minima consigliata e la natura degli eventuali contenuti inadatti (linguaggio scurrile, contenuti violenti, osceni, ecc.).

    Un altro sistema di classificazione è il sistema ERSB (Entertainment Software Rating Board), che funziona all'incirca allo stesso modo. E' un po' meno severo di PEGI e un po' più preciso (solo un po').

    Il sistema ERSB dà informazioni anche su libri, film ed altre forme di divertimento o intrattenimento, ospita interventi ed opinioni dei visitatori. Purtroppo è consultabile solo in inglese.

    Recensioni di videogiochi
    Il limite dei sistemi di classificazione è che aiutano ad escludere ciò che è inadeguato ma non a scegliere ciò che è più adatto. Sarebbe opportuno invece che i genitori fossero in grado di scegliere i videogiochi in positivo, in base all'utilità educativa che possono avere per i bambini.

    Esistono videogiochi intelligenti, stimolanti, istruttivi, e videogiochi semplicemente stupidi.

    Non abbiamo trovato in Internet siti che recensiscano i videogiochi dal punto di vista dell'educatore, a parte quelli che parlano di giochi didattici.

    Non mancano tuttavia recensioni generali fatte dal punto di vista del giocatore. Parlano degli aspetti tecnici: grafica, musica, impatto emozionale...

    Anche queste possono servire a capire qualcosa di più sul gioco: trama, obbiettivi, azioni richieste per raggiungerli, scenario.

    Le recensioni possono essere cercate con i tradizionali motori di ricerca.

    I siti dei produttori
    I videogiochi più commercializzati hanno quasi tutti un proprio sito ufficiale.

    Dalla descrizione che ne dà il produttore, si può capire a chi è indirizzato il gioco, i suoi contenuti, i messaggi che può dare, le abilità che può stimolare, i rischi che può presentare.

    - Youtube

    Su YouTube si trovano molti trailer (filmati) che mostrano videogiochi in azione. Da questi trailer ci si può fare un'idea dei contenuti del gioco.

    - Siti specializzati

    Siti specializzati danno, oltre le recensioni, anche le "soluzioni" dei giochi. Guidano attraverso il gioco, suggerendo mosse e trucchi per vincere. Questi percorsi guidati offrono panoramiche accurate dei contenuti. Indirettamente danno informazioni non solo sui contenuti inadatti, ma anche sulla presenza di caratteristiche interessanti dal punto di vista educativo.

    Due di questi siti sono Ludus e Next Game.

    - Wikipedia

    Di molti videogiochi si trova la descrizione anche in Wikipedia, specialmente nell'edizione in lingua inglese.

    - Amazon


    Sempre per chi conosce l'inglese, Amazon, negozio online, vende anche videogiochi. Nella scheda del prodotto si trovano recensioni fatte dagli acquirenti, che possono contenere informazioni utili dal punto di vista dell'educatore.
     
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    Quali giochi tra 0 e 36 mesi?



    Nella vita di un bambino, il gioco è molto importante. Attraverso “l’arte di giocare”, il piccolo impara tantissime cose. Sicuramente, i giochi devono essere, non solo a norma e quindi con il marchio CE (Comunità Europea), ma devono corrispondere all’età. Davvero inutile, se non controproducente, far giocare un bambino di 6 mesi con un giocattolo destinato a bambini più grandi. Purtroppo questo è un fattore che molti genitori non guardano, o semplicemente pensano che il proprio figlio sia “avanti” e che debba giocare già “da grande”.

    E’ sbagliato invece, ogni tappa è fondamentale per il bambino e ogni gioco è studiato per in base all’età. Nessun percorso va saltato. Cosa succede se un bimbo gioca con un giocattolo non adatto alla sua età? Il bimbo sicuramente troverà difficoltà e non lo aiuterà nella crescita. Il bambino è contento se riesce a giocare, se riesce nell’impresa, al contrario si arrabbia se non ce la fa. Vi sono una miriade di giochi nella fascia d’età da zero a 36 mesi, un’età importantissima e delicata per i bambini. Questa parte di età, viene suddivisa in altrettante fasi, che vedremo più in specifico nei paragrafi successivi.


    I giochi per bambini tra 0 e 6 mesi di vita


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    Un neonato, nelle prime settimane di vita vede solo ombre, percepisce più sensazioni, odori, rumori. Fino all’età di circa4 mesi non è in grado di tenere un giochino in mano. Ma allora perchè vi sono giochi adatti per neonati? Semplicemente, perchè il bimbo ha bisogno di colori vivaci, gli piacciono i suoni, e ama incuriosirsi ed esplorare. Il primo “giochino” da proporre al nostro bimbo è sicuramente rappresentato dalla classica giostrina che si attacca al lettino o alla culla.

    Ne esistono di varie tipologie, a seconda della ditta produttrice. Avremo quindi la giostrina delle api o deiclown, per citare le più “gettonate”, tutte rigorosamente incorporate con il carillon. Inserendo il carillon (solitamente con carica manuale), la giostrina si muoverà emettendo la rilassante musichetta e un simpatico gioco di movimento a colori. Solitamente, la giostrina è un gioco-accessorio adatto fino ai 6 mesi di età, in quanto proprio a partire da quell’età, il bimbo comincia ad alzarsi in piedi e a tirare su le mani prendendo tutto ciò che gli capita intorno. Il rischio quindi è quello che il bimbo tiri la giostrina facendosi male.

    Ci sono poi una serie di giochini compresi nella fascia d’età 0-6 mesi e si tratta di piccoli oggetti morbidi, sempre colorati che il piccolo guarderà e poi intorno al quarto mese riuscirà a tenerli in mano ed esplorarli. Come dicevamo il gioco per un bambino è molto importante e rappresenta per lui un lavoro. I primi mesi sono davvero fondamentali, il bimbo si incuriosirà di tutto ciò che lo circonda e imparerà tantissime cose.

    A partire dai 6 mesi invece il bambino è in grado di comportarsi in modo diverso. E’ cresciuto e tiene la testa alta e dritta e sta anche stare seduto da solo. A quest’età spunteranno i primi dentini e quindi in vendita si trovano i giochini apposta per la dentizione. Si tratta di giochini che si conserveranno in frigorifero e che una volta dati al bimbo, potrà tranquillamente mettere in bocca, alleviandogli il dolore e il prurito alle gengive. Le preferenze dei giocattoli a quest’età, sono sempre quelli colorati, gli piaceranno i giochi da afferrare con le mani. Nella sua cameretta trovano posto anche i giocattoli da impilare, da incastrare, giochi in gomma, palle piccole.

    La regola principale è quella della sicurezza, e quindi oltre ad acquistare giochi “di marca”, sono importanti anche altre caratteristiche come la resistenza del materiale. E’ molto probabile che il bimbo a quest’età metta i giocattoli in bocca, non impediteglielo, è il suo modo di scoprire il mondo. Sempre intorno ai 6 mesi, il bimbo amerà fare il bagnetto in compagnia di giochini in gomma, studiati apposta per l’occasione. Un gioco che permetterà al bimbo di esplorare sono le classiche palestrine, ovvero dei tappettini in tessuto morbido e supercolorati, con stampe di animali e oggetti vari. Molte volte, vi sono all’interno delle musiche o versi degli animali, o ancora materiali diversi per la scoperta di uno dei cinque sensi: il tatto.


    I giochi per bambini tra 6 e 12 mesi di vita




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    Nella fascia d’età che va dai 6 ai 9 mesi, vi sono altri tipi di giocattoli, rappresentati da giochi sempre in gomma e sempre piuttosto grandi. Avremo delle macchine che emetteranno dei suoni, la trottola, giochi in movimento. A partire dai 9 mesi, il bimbo è attirato sempre di più dai suoni, dalle forme, dai colori. Graditi sono i piccoli pianoforti, e giochi simili che saranno in grado di imparare i colori principali, le forme e canzoncine in rima molto semplici. Vi sono poi le prime costruzioni adatti a quest’età, sempre realizzati in gomma.

    Oltre i 12 mesi, vi sono altri giochi, che attireranno il bambino. Sempre colorati e musicali, giocherà per esempio ad imparare i versi degli animali attraverso specifici giochi, come la classica fattoria parlante. Tra i giochi elettronici ideali a partire dai 12 mesi vi sono quelli che avvicinano il bambino anche alla lingua inglese. Sono molti infatti i giochi che vengono proposti in versione bilingue. Poi, saranno le macchinine a farla da padrone per i maschietti, e le bambole per le femminucce.


    I giochi per bambini tra 18 e 24 mesi di vita


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    A partire dai 18 mesi, molto belli da proporre al bambino, sono i libri elettronici. Ve ne sono di tutti i tipi: con versi di animali, colori, oggetti, canzoncine. Tante cose da imparare con facilità e con la curiosità di un bambino. A quest’età il bimbo inizierà a sfogliare i primi libri. Preferirà sicuramente quelli piccoli e cartonati pesanti, poiché all’interno vi sono figure grandi e colorate. Pian piano poi, imparerà a sfogliare altri libri e vi chiederà di leggergli una favola. Una bel metodo che andrebbe utilizzato per fare la nanna, soprattutto per chi ha problemi di nanna.

    A partire dai 18 mesi il bambino farà i primi scarabocchi. Ricordatevi che anche in questo caso, non tutti i pennarelli o pastelli che siano, sono uguali. Per i primi disegni, occorre procurarsi dei pennarelli a punta grossa e superlavabili. E’ inevitabile che le prime volte, (e non solo!), il bambini si colorerà le mani, la maglia, il pavimento, il muro e tutto ciò che avrà sottomano! Presso i negozi specializzati in prima infanzia, potete trovare questi tipi di pastelloni a misura di bambino, a seconda dell’età, oggi in vendita anche nei migliori supermercati.


    I giochi per bambini tra 24 e 36 mesi di vita



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    Al compimento dei due anni, un bambino è già “grande”, ha un ottimo bagaglio di nozioni un po’ su tutti i campi e in teoria è in grado di giocare un po’ con tutto. I giochi preferiti comunque rimangono le costruzioni, in quanto ogni bambino crea con la propria fantasia, utilizzando appunto i mattoncini colorati. Per i maschietti, via alle macchinine e moto sempre grandi e colorate e telecomandate, mentre per le femminucce un sacco di attrezzi da vera massaia: dal set di pulizia composto dal “mocio” per lavare i pavimenti, e detersivi, alla lucidatrice, dall’aspirapolvere alla cucina completa, dall’asse da stiro alla lavatrice.

    Tanti giochi diversi e fantasiosi. Non dimenticatevi che i bambini sono molto creativi e con questi giochi riescono ad inventare diverse soluzioni, seguendo l’esempio di imitazione di mamma e papà. Vi lasceranno davvero a bocca aperta! Si possono proporre anche svariati libri per leggergli le favole, colorare, attaccare e staccare gli adesivi. Ve ne sono di tantissimi tipi, tutti educativi e pieni di spiegazioni brevi e semplici per imparare i colori, le forme, gli animali, le parole. Rigorosamente colorati, il bambino è in grado di memorizzare praticamente tutto.

    Giochi vietati fino ai 36 mesi


    Finora abbiamo visto i giochi adatti ai bimbi nella fascia di età fino ai 36 mesi, ma purtroppo sono tanti i bimbi che giocano con giochi “vietati” per quell’età. Se dovessi fare un sondaggio, risulterebbe che su 100 bambini, 90 hanno nella cameretta giochi di tutti i tipi rivolti un po’ a tutte le età. I primi giochi “incriminati” sono i classici peluches. Ma siete sicuri che, a parte tutto, i bambini amino giocare con questi pupazzi? Non ne sarei troppo sicura. Eppure, sono tante le persone che fanno cadere la scelta di un regalo per un bimbo piccolo, nei peluches.

    E poi, quasi nessuno pensa ai rischi legati a questi amici “pelosi”. Sono sicuramente belli da vedere e piacciono di più alle mamme, magari da tenere sul lettino per completare l’arredamento della cameretta, ma nascondono molti pericoli. Un bimbo piccolo, come abbiamo visto prima, mette in bocca di tutto, e proprio per questo motivo i giocattoli devono essere mirati. Il pelo del peluche in bocca può provocare soffocamento. Può esserci la probabilità che il bimbo sia allergico, senza contare il rischio che possa ingoiare le parti piccole composte dagli occhi e dal nasino. Insomma, una serie di inconvenienti che è meglio evitare.

    A lato dei peluches, dovrebbe trovare posto un’apposita etichetta che indica appunto il divieto nei bimbi fino ai 36 mesi di vita. Altri giochi da “bandire” nella cameretta di un bimbo, sono le classiche sorpresine degli ovetti di cioccolato. Molto spesso, già prima dei due anni, i bambini iniziano ad assaporare il “dolce” e lo fanno attraverso il cioccolato a loro dedicato che contiene appunto dei regalini. Si tratta di oggettini svariati molto piccoli e tante volte, da montare. Anche in questo caso, all’interno della scatolina contenente la sorpresina, vi è un fogliettino illustrativo dove oltre le istruzioni vi è il simbolo del divieto per i bimbi da 0 a 36 mesi, rappresentato da un cerchio bianco contornato di rosso e una sbarra rossa con indicazioni 0-36 mesi e il viso di un bambino, il tutto a rappresentare il divieto.

    Sempre in questa fascia d’età, vietati anche le sorpresine acquistate con monete da uno o due euro inserite nelle classiche macchinette automatiche, ormai all’interno di supermercati, tabaccherie, bar, negozi. Si tratta quasi sempre di ciondoli da mettere nel cellulare che rappresentano personaggi del mondo disney, ma trovano spazio anche altri tipi di sorpresine, sempre comunque vietati per bimbi fino ai 36 mesi per la presenza di piccole parti.
     
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    Libro: I Bambini hanno bisogno di fiducia

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    Questo libro è l’antologia delle esperienze personali dell’autore in qualità di bambino, padre, educatore Montessori e guida di molte famiglie alla ricerca di un modo migliore per crescere i loro bambini in uno spirito di rispetto, gentilezza e collaborazione.
    Quello del genitore è un lavoro a tempo pieno e quasi sempre non amiamo sentirci dire come comportarci con i nostri figli. Il libro non detta delle regole ma regala tantissimi spunti per offrire ai nostri figli il miglior ambiente familiare possibile, nei limiti del tempo e delle risorse disponibili.
    Il principio cardine è che: “Non tutti gli insegnanti sono genitori, ma tutti i genitori sono insegnanti!.”
    Il programma educativo di fondo si basa sull’interesse spontaneo del bambino (sono tutti dei piccoli scienziati) e sul suo impulso naturale ad agire e conoscere.
    Alcune cose sono scontate, altre già sentite altre ancora…no. L’esperienza di lettura sarà quindi diversa per ciascuno di noi. Ci sono tante foto e molte idee/attività da svolgere insieme con i nostri piccoli: siamo sempre tutti di fretta e, grazie a qualche consiglio qua e là, si impara a trasformare i momenti di routine quotidiana in momenti speciali.
    Tim Seldin sposa il metodo montessori che segue un particolare processo educativo condiviso un po’ in tutto il mondo. Se vuoi saperne di più, ti consiglio la lettura di: Educare alla libertà.
    Morale: lo consiglierei? Sì, nonostante leggendo le prime pagine abbia incominciato a sbuffare. Non ci trovavo infatti nulla di utile. Mi sembrava di rileggere “le solite cose”. Poi però, qua e là, sono spuntati dei suggerimenti utili e intelligenti. C’è sempre da imparare insomma e, soprattutto, valutando con intelligenza quello che leggiamo e che ci viene detto… non faremo altro che accrescere il nostro bagaglio culturale “di genitori”.
     
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    Prime esperienze, prime scoperte



    I primi libri illustrano in modo semplice e chiaro gli oggetti che il bambino conosce per esperienza diretta e le parole servono a denominare gli oggetti e le azioni illustrati. I cartonati di piccolo formato sono particolarmente adatti per essere manipolati direttamente dal bambino. In questa pagina verranno segnalati i libri per prendere gradualmente confidenza con i libri e la lettura, libri adatti ai bambini a partire dai sei mesi quando cominciano ad essere in grado di afferrare un libro per esplorarlo con la bocca come avviene con qualsiasi altro oggetto.


    A spasso



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    L'uccellino, la macchina, l'aquilone: questi e altri oggetti e animali mostrati in successione e contrassegnati dalle onomatopee dei relativi versi o rumori.



    Che fame!


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    E' l'ora della pappa! Immagini facilmente riconoscibili legate al momento del pasto.

    Come mi vesto



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    Questi sono i miei vestiti. Prima indosso le mutandine e la canottiera. Poi la maglietta e i pantaloni. Infine, le calze e le scarpe. Vedi? Ora sono pronto per uscire!


     
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    Cartoni animati o favole: chi vince per i bambini?


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    I bambini preferiscono le favole o i cartoni animati? Una domanda molto controversa e dalla risposta apparentemente semplice: vincono di gran lunga i cartoni animati. Ma non a tutte le età, come ci spiega la nostra pedagogista


    Una domanda molto controversa e dalla risposta apparentemente semplice: vincono di gran lunga i cartoni animati.
    Ma non a tutte le età.
    Vediamo perchè.
    C’è un periodo, intorno all’anno di vita, in cui nessun bambino sembra amare i cartoni animati: tutti adorano i libri e vogliono che la mamma, il papà, la nonna, leggano le favole.
    I bambini vorrebbero che gli si leggesse sempre la stessa favola, tutti i giorni, ogni sera prima di andare a letto, con le stesse parole e con lo stesso tono di voce!

    I bimbi più grandicelli correggono i genitori quando sbagliano una virgola perché quella favola, la loro preferita, i piccoli la imparano a memoria!
    L’ascolto delle fiabe stimola la fantasia e l’immaginazione, permette al bambino di rilassarsi e di rielaborare con calma ciò che ha appena ascoltato.
    I bambini in età prescolare, difficilmente sono attratti dai cartoni animati, a meno che non siano quelli in dvd che possono guardare milioni e milioni e milioni di volte. Con la televisione questo non avviene poiché un cartone animato viene trasmesso una sola volta.

    I bambini al di sotto dei tre anni, hanno bisogno di molto tempo per metabolizzare le informazioni che provengono da un libro o da un dvd, per questo motivo, nonostante sappiano a memoria anche la punteggiatura, continuano a volere sempre le stesse cose.
    Dà loro sicurezza sapere che le azioni si ripetono sempre allo stesso modo sia nei libri che nei dvd.

    Ho scritto diversi articoli sulla televisione, da pedagogista prima e da mamma poi e devo spezzare una lancia a favore della qualità dei cartoni animati trasmessi in tv. Potete leggere gli articoli qui: La televisione fa male ai bambini?
    E qui I cartoni animati intelligenti.

    È evidente che, oltre ad un’evidente cambiamento di prospettive e vedute tra la teoria pura e l’essere mamma (!!!!) c’è anche una grande attenzione verso la qualità dei cartoni animati proposti in tv.
    Per ritornare a noi: Con l’inizio dell’età scolare, cambia anche la curiosità e il tempo per metabolizzare le informazioni diminuisce, così, ai libri e ai dvd, i bambini preferiscono i cartoni animati in serie che danno loro modo di vedere eroi e beniamini all’azione per poi giocare con gli stessi personaggi e simulare i loro comportamenti e atteggiamenti.
    Continuiamo comunque a leggere loro le fiabe, a tutte le età, magari come momento di coccola prima di andare a dormire, non accantoniamo la buona lettura di un libro, nemmeno in età adolescenziale e siamo accorti nello scegliere i cartoni animati che guardano in tv senza lasciarli troppo soli davanti al piccolo schermo.
    Buon divertimento!!!



     
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    Grazie.....
     
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    grazie Lussy
     
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    Giocare con gli altri

    giocare200

    Il periodo dai 13 ai 18 mesi è il periodo delle prime amicizie, è importante quindi sollecitare e favorire i suoi incontri socialicon altri bimbi della sua età.

    Portarlo ai giardinetti e lasciare (controllandolo a vista) che giochi liberamente, senza il peso dell’apprensione continua della mamma e che gestisca i suoi primi litigi e contese da solo, lo aiuterà a rendersi più sicuro e autonomo; nel caso in cui il suo comportamento sia prepotente o aggressivo nei confronti dei suoi amichetti, conviene intervenire e fargli capire chiaramente che ha sbagliato, suggerendogli una soluzione (che può essere ad esempio un altro gioco) che lo metta in grado di spostare l’attenzione dall’oggetto della contesa, a qualcosa di nuovo da fare con i compagni di giochi.

    Sono consigliati in questa fase, tutti i giochi che allenano la memoria; è importante parlare spesso con il tuo bambino di qualche giornata passata, a lui particolarmente gradita, cercando di aiutarlo a ricostruire gli eventi e ad intervenire nel racconto.

     
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    Canta con The*Sing*a*ma*jigs! i nuovi peluche Mattel

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    Dovete sapere che lavoro vicino ad un centro commerciale, nel quale c’è un mega negozio di giochi dove passo la maggior parte delle mie pause pranzo e dove ritrovo il lato bambinesco che imperversa in me e che si diverte a giocare ed a scoprire i nuovi arrivi.
    Qualche tempo fa avevo trovato il criceto Squitty che aveva fatto impazzire me ed una collega perché ripeteva tutte le tue frasi, senza sosta, storpiando la tua voce in una vocina da criceto in stile Alvin & the Chipmunks! Abbiamo davvero riso fino a piangere, sembrando due sceme nel negozio, ma chi se ne frega, non bisogna vergognarsi di fare figuracce….si trattava di puro e sano divertimento!
    Oggi cos’ho trovato? Dei pupazzi che cantano e fanno versi muovendo la bocca, sembrano veri! Fanno morire dal ridere! Si chiamano The*Sing*a*ma*jigs! e sono i nuovi peluche della Mattel! Nel negozio abbiamo approfittato a far fare un coretto a più pupazzi, poi per le mie bimbe ho scelto quello blu, dello stesso colore di un peluche che usavano per dormire da piccole e al quale erano tanto affezionate!
    Ho fatto un po’ di fatica a capire quale fosse la canzone che cantava il mio, perchè non è indicata da nessuna parte, allora sono andata sul sito ed ho cercato tutte quelle che cantano. Non ci sarei mai arrivata: si tratta di una canzone usata negli USA per S. Valentino “Skidamarink”, che su Youtube canta anche Justin Bieber!
    Ce ne sono di tutti i colori e sono consigliati dai 3 anni in su, ma secondo me vanno bene anche per i più piccolini, per non parlare dei grandi, infatti appena portato a casa il pupazzo sia la mia bimba di 4 anni sia quella di 7 sono impazzite e alla sera ci ha giocato anche il papà!
    All’inizio non ho capito bene come funzionasse, poi ho visto che schiacciando una manina cambia la modalità e può (premendo il pancino) chiacchierare, cantare o emettere dei suoni per creare un’armonia e fare un coro se ci sono anche altri pupazzi.
    Ho trovato su Youtube tanti video simpatici e divertenti ed ho scoperto che i The*Sing*a*ma*jigs! hanno ottenuto un enorme successo negli Stati Uniti, diventando una vera e propria mania che ha conquistato i social network. Le loro insolite e divertenti esibizioni sono state anche premiate al Toy Of The Year Award 2011 aggiudicandosi 3 premi:
     
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    La Befana: come raccontare l’Epifania ai bambini
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    Anche tuo figlio ha paura della Befana?

    Diversi bambini hanno timore della vecchina sulla scopa volante.
    Vi siete domandate il perché, cosa stimola l’angoscia dei piccini?


    Il primo dato importante da considerare è che la Befana non ha un aspetto rassicurante! I bimbi amplificano le emozioni visive e quindi è per loro assai importante ciò che immediatamente percepiscono attraverso le immagini.
    In questo senso, mentre Babbo Natale è bello da vedere: un vecchietto “morbido e bianco” dall’aria dolce e gentile, la Befana è fisicamente assai meno “coinvolgente”. I piccoli si trovano dinnanzi ad una vecchia dal naso enorme, dal viso informe e coperto di bitorzolute protuberanze, avvolta in abiti scuri, vecchi e rattoppati, con il capo coperto da uno scialle e una scopa che ricorda quella delle streghe … per di più, agli occhi dei piccini, può essere così malvagia da lasciare per loro solo carbone.
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    Questa immagine iconografica della Befana è il frutto della novella tradizionale. Infatti, secondo la narrazione popolare l’Epifania rappresenta la Natura che, stanca per l’anno trascorso, si manifesta sotto le spoglie di una vecchia brutta ed informe.
    Secondo la tradizione la trasmutazione della stanca Natura non si ferma all’immagine della vecchina, essa diverrebbe, poi, ramo secco pronto ad essere bruciato.
    E di qui la tradizione dei falò dell’Epifania che, appunto, rappresentano la fine del vecchio anno e la rinascita della Natura viva, vitale e bella; i cicli produttivi – dopo avere esaurito se stessi – praticamente ripartono!

    Befanax10-207x300Ma i bimbi che credono nell’esistenza della Befana, della scopa volante e dei sacchi di carbone, non hanno certo modo di capire ciò che si cela dietro all’aspetto della Befana!
    Per rassicurarli è necessario ingentilire la vecchia immagine dell’Epifania. Spesso le Befane che incontriamo per strada non sono affatto aggraziate, nei costumi delle feste cittadine e di piazza si usa ancora imbruttire la Befana. Diversamente la più attenta editoria e letteratura per bambini offre immagini addolcite della “Vecchia Natura Stanca”.



    Vita da Mamma, grazie alla sua mamma artista, Mamma Silvia vi fornisce dei disegni della befana in diverse versioni, anche molto delicate. Potete usarli per far conoscere ai piccoli una befana meno spaventosa.
    Anche i bambini più impauriti con i loro colori e un po’ di fantasia potrebbero rielaborare l’immagine della vecchina che hanno in mente.

    Per di più, affinché i bimbi prendano confidenza e nutrano fiducia nella Befana, potreste befanaxxguidarli alla scrittura di una piccola letterina dietro i fogli colorati. Come la letterina a Babbo Natale, questa esperienza può trasformarsi in un momento di crescita perché il bambino esprimendo i suo desideri prende coscienza di sé e riflette sui suoi comportamenti, acquisendo, anche, l’idea che il dono che sta per ricevere è come una ricompensa per essere stato bravo e buono!
    Affidarsi alla Befana, perché riconosca la bravura e la bontà e porti dolci e cose belle, serve al bambino per superare la paura dell’aspetto fisico della vecchia, per fare amicizia con la streghetta volante!



    Numerosi sono anche i libri per i piccoli che propongono una immagine della Befana assolutamente serena e gradita ai bimbi.
    La nostra “zia Teresa” ha appena regalato ai miei figli un libro cartonato – di quelli in edizione mini adatti alle manine dei cuccioli – che narra, appunto, della Befana.
    “La Befana” edito dalla Giunti, linea GIUNTI Kids – collana i Libricini.
    La storia della Befana è raccontata attraverso una filastrocca semplice e orecchiabile. In poche pagine viene descritta una nonnina buona che attende le lettere dei bimbi per esaudirne i desideri, la scopa è presentata come la fedele compagna di un magico viaggio: quello della notte dei doni!
    Se i vostri bimbi temono la Befana provate a regalare loro questo piccolo libro, i miei bambini lo sfogliano di continuo in questi giorni! (prezzo di copertina solo 3,00 euro).
    Per di più leggere fa sempre bene all’animo ed al cuore, stimola la fantasia e le capacita cognitive dei piccoli, quindi se un libro può aiutarci non esitiamo a regalarlo ai nostri figli!

     
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    Il giocattolo ai tempi di smartphone e tablet
    Addio ai classici giocattoli


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    I giocattoli che hanno allietato generazioni di bambini, in tutto il mondo, rischiano di soccombere sotto il peso della concorrenza iper-tecnologica di smartphone e tablet.
    Secondo uno studio di Common Sense Media - citato di recente dal New York Times, che ha dedicato un servizio al tema - oltre 1/3 dei bambini di 8 anni utilizza abitualmente strumenti tecnologici come smartphone e iPad, mentre 1/4 di quelli tra i 5 e gli 8 anni è comunque già in grado di farlo.
    L'industria tradizionale del giocattolo si mette dunque in discussione facendo l'occhiolino agli apparecchi mobili di ultima generazione.

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    Come si rinnovano i grandi classici per il target femminile?
    Gli sviluppatori della Mattel, colosso americano che realizza da oltre mezzo secolo pezzi storici del settore, si sono messi al lavoro per dare una rinfrescata ai prodotti dell'azienda. E hanno deciso che, invece di proporsi come alternativa - quasi certamente perdente - ai gadget tecnologici, era necessario allearsi ad essi e sfruttare il nuovo che avanza a proprio vantaggio.
    La prima a sperimentare questa commistione non poteva che essere la Barbie, bambola in miniatura che ha reso celebre nel mondo la casa produttrice statunitense; la nuova Barbie Photo Fashion Doll è una classica Barbie in tutto e per tutto, ma è al contempo una fotocamera digitale: sulla schiena ha un obiettivo e sulla cintura un pulsante di scatto, grazie a cui si possono fare fotografie che vengono poi riprodotte sulla maglietta della bambola, che funge dunque da schermo. Con un cavo Usb, la nuova Photo Fashion Doll di Mattel può essere anche collegata al computer per riversare su disco fisso le immagini scattate.
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    E per quello maschile?
    Per i ragazzini, Mattel ha rivisitato le Hot Wheels, celebri modellini di automobili, jeep e altri veicoli di ogni forma e colore, lanciati per la prima volta sul mercato nel 1968.
    Una volta giocare con le macchinine significava costruire piste sul pavimento della cameretta, utilizzando come cordoli del tracciato astucci, scatole di pennarelli o qualsiasi altro oggetto utile a portata di mano. Ma per i bambini di oggi, troppo abituati ad avere un video davanti agli occhi, Mattel ha pensato di ideare una nuova soluzione: le Apptivity. Si scarica su tablet un'applicazione gratuita, che va a integrare un videogioco di macchine con le Hot Wheels vere e proprie, di plastica. Sull'iPad compare un tracciato, con tanto di marciapiedi, aiuole, palazzi e passanti ricreati graficamente, su cui il giocatore può far scorrere la propria macchinina, i cui movimenti verranno percepiti dall'apparecchio grazie al touchscreen. Le tecnologie digitali e gli oggetti fisici, insomma, si fondono. Non sarà possibile utilizzare i modellini tradizionali: Mattel sta preparando il lancio sul mercato di nuove macchinine appositamente dotate di sensori in grado di interagire con la superficie del tablet.
    Numerose Apptivity saranno presto disponibili anche per Barbie e per la linea Fischer-Price.

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    Come si trasformano i giochi da tavolo?
    Hasbro, azienda statunitense, seconda solo a Mattel per la produzione di giochi e giocattoli, non ha perso tempo e si è adeguata alla nuova tendenza sottoponendo a un upgrade tecnologico il suo celebre Monopoli, o Monopoly, nella denominazione anglosassone.
    Dal familiare 'campo' di gioco del nuovo Monopoly zAPPed scompaiono i soldi di carta (chi non ricorda le ambitissime banconote rosa, quelle da 50.000?) e il patrimonio di ogni giocatore, con entrate e uscite, viene contabilizzato da un'applicazione scaricata su tablet o smartphone, che si sostituisce anche alle carte 'imprevisti' e 'probabilità'.

     
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    Origami facili per bambini: come realizzare un gatto

    “Il gatto che chiama” così si traduce il termine Maneki neko. E’ il gatto del Giappone.

    maneki_nekoQuasi tutti ne posseggono uno, poichè gli venne attribuito il ruolo di portafortuna in seguito a una leggenda, la quale narra la vicenda di un incontro tra il gatto e un imperatore giapponese.

    L’ imperatore percorreva la via del ritorno verso casa, ma quando scorse il gatto si soffermò a guardarlo, cambiò strada, diversa da quella che stava percorrendo e si avvicinò al gatto che sembrava salutarlo, si fermò e gli andò vicino; solo allora si accorse di aver evitato la trappola che era stata tesa per lui proprio poco più avanti.

    Ed è da allora che i gatti vengono considerati spiriti saggi e portatori di fortuna.

    La riproduzione di quel gatto, grande o in miniatura, viene esposta nei luoghi di culto, nei ristoranti, nei negozi e nelle case giapponesi; viene infatti riprodotto con una zampa alzata come se stesse salutando con un cenno.

    Se la zampa alzata è la sinistra dovrebbe attirare i clienti, mentre la destra il denaro.

    Esistono Maneki neko di tutti colori e stili. Lo si può trovare sotto forma di statuetta, portachiavi, ciondolo, salvadanaio e perfino deodorante. La razza del gatto rappresentata è un bobtail giapponese.

    Di qualsiasi materiale siano stati fatti, i gatti vengono abbelliti con un fazzoletto, una sciarpa o un collare legati al collo, da cui spesso penzola un campanello decorativo. Molti vengono ornati con un ciondolo che rappresenta una moneta, legato al collo, posto a tracolla o tenuto in mano, come simbolo di buona fortuna in riguardo alle ricchezze.

    Il risultato che si otterrà al termine dell’ esecuzione dell’ origami, non ha niente a che vedere con la somiglianza del Maneki neko, ma è pur sempre un gatto in stile giapponese.

    Passaggio 1

    Procuratevi un foglietto quadrato, formato post-it, con le misure7,5 cmx7,5 cm

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    Passaggio 2

    Piegate il foglio a metà come a formare un triangolo
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    Passaggio 3

    Ripiegate gli angoli esterni verso il basso per formare le orecchie formando un rombo
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    Passaggio 4

    Separate i fogli e sollevateli verso l’ alto, per formare le orecchie
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    Passaggio 5

    Ripiegate l’ angolino superiore che sporge per dare forma alla testa, così anche per l’ angolo inferiore ma solo una metà dei due fogli sovrapposti
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    Passaggio 6

    Girate il gatto e ripiegate l’ altro angolo rimasto da cui, ripiegandolo ne ricaverete il nasino
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    Passaggio 7

    Ecco il gatto colorato, ma potete anche decidere di lasciarlo al naturale e disegnare solo occhi e naso, o farlo direttamente con carta colorata
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    Articolo realizzato da Simona Sedda per Vita da Mamma

     
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    Filastrocche per bambini per imparare gli animali

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    Le filastrocche per bambini servono a imparare cose molto elementari. Il vostro bambino fa fatica a distinguere gli animali? Bene, allora ci sono delle rime adatte a lui, per imparare divertendosi. Quali sono gli abitanti del prato? Ci sono le farfalle, le formiche, i grilli e i bruchi. Il leopardo invece dove vive? E chi è il Re della foresta? Di seguito trovate cinque filastrocche dedicate al mondo degli animali e al loro ecosistema. Divertitevi a leggerle con i vostri bimbi, se avete figli con un’età compresa tra i 4 e gli 8 anni. E poi non dimenticatevi di portarli almeno un pomeriggio allo zoo.

    Gli abitanti del prato
    Sopra un cavolo cappuccio
    rintanata in un cantuccio
    si è posata una farfalla
    mezza bianca e mezza gialla.
    Tante uova piccoline
    che somigliano a perline
    sulle foglie ha sparpagiato
    ed il volo ha poi spiccato.
    Ad un cespo d’insalata
    or sta dando la scalata
    un bruchetto verdolino
    con due corna sul capino.
    La scalata è faticosa,
    il bruchetto si riposa.
    mangia un poco d’insalata,
    poi riprende la scalata
    (G.Martini)

    Il Leopardo
    C’era nell’Africa un leopardo
    giovane, allegro, molto bugiardo.
    Faceva scherzi, non uno ma tanti,
    e li faceva a tutti quanti.
    E una notte, una notte stellata,
    grida il leoardo, con voce alterata:
    - Aiuto, aiuto! Presto accorrete!
    Mi sono impigliato dentro una rete!
    Sarà uno scherzo, uno fra i tanti,
    pensan leopardi, zebre, elefanti.
    E così avvenne che fu catturato
    e nello zoo ben presto ingabbiato,
    ove ripensa con pena sincera
    alle savane dell’Africa nera.
    (E. Fortis de Hieronymis)

    Mangiare allo zoo
    Allo zoo oggi è tutto strano
    per gli errori del guardiano.
    L’elefante non riesce
    a gustare certo il pesce.
    E’ la foca assai seccata:
    d’erba fresca ha una manciata!
    Il leone di rabbia è pieno:
    che può farsene del fieno?
    Sbalordita la capretta
    guarda il pasto: una bistecca!
    (A.Torelli)

    Filastrocca degli animali
    Con le zampe o con le ali,
    colorati o grigio spento,
    chi più veloce, chi più lento,
    chi terrestre, chi marino,
    chi più grande, chi piccino,
    con gli artigli o con i denti,
    sparsi per i continenti,
    son con noi su questa terra:
    non facciamogli la guerra!
    Filastrocca del Topino
    Gatta, gattina,
    il topo è in cucina:
    poi va sotto il letto,
    e trova un confetto,
    il confetto è troppo grosso,
    lui cade nel fosso,
    il fosso è profondo,
    e va fino in fondo.
    Poi salta sul muro,
    ma è troppo duro,
    si tuffa nel secchio
    che sembra uno specchio
    e cade nell’acqua
    che lava e lo sciacqua.
    Ma appena lavato,
    il povero topo,
    è bell’affogato.
    (di Filastrocche)

     
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