IL TEMPO SCORRE...

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  1. gheagabry
     
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    ... RIFLESSIONE NEL TEMPO …
    …Viaggiare a volte non solo un andare da un luogo ad un altro … spesso è muoversi nel tempo. Già il tempo, questo compagno della nostra vita che regola e guida ogni nostro passo in essa. Parliamo del tempo con le parole di una breve riflessione, spero vi piaccia e accompagni la lettura del nostro giornale … chi? Il tempo …
    (Claudio)




    Ogni cosa finisce e ad ogni finire
    il tempo si forma e dà forma a ogni cosa.
    Cammini, ti muovi, soffi parole…
    il tempo passa e tu passi col tempo.
    Ti cerchi e non trovi chi eri ancor ieri…
    ma nulla si perde:
    si compie una forma
    ed è la tua storia.
    A.R.D.




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  2. gheagabry
     
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    “Mi aiuterai a vedere il mondo in un granello di sabbia, il Paradiso in un fiore di campo e trattenere l’infinito nel palmo della mano e l’eternità in un’ora”.
    (William Blake)


     
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  3. gheagabry
     
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    Di tempo non ne abbiamo poco, ne sprechiamo tanto.
    L'uomo grande non permette che gli si porti via
    neanche un minuto del tempo che gli appartiene.
    (Lucio Anneo Seneca)




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  4. gheagabry
     
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    “ Non andar cercando quale sorte il destino ha assegnato a me, a te; non consultare i maghi d’oriente. E’ meglio vedi, non sapere; è meglio sopportare quello che verrà. Forse molti anni ancora stanno davanti a noi; forse quest’inverno, che le onde del Tirreno fiacca su la scogliera, è l’ultimo. Ma tu ragiona, vivi felice e poiché breve è la nostra vicenda, non inseguire i sogni di un futuro lontano. Ecco, mentre noi parliamo, il tempo invidioso se ne va. Cogli questo giorno che fugge e non fidarti mai del domani ”
    (Orazio)




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  5. gheagabry
     
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    L'infanzia non ha tempo.
    Man mano che gli anni passano
    bisogna conservarla e conquistarla,
    nonostante l'età
    (Emmanuel Mounier)




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  6. gheagabry
     
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    "Cora - disse lui mangiando, rilassandosi, cominciando a entusiasmarsi di nuovo - sai cosa sono le soffitte? Sono Macchine del Tempo, nelle quali vecchi uomini tristi come me possono tornare indietro di quarant'anni, a un tempo che era estate tutto l'anno e i bambini davano l'assalto ai carretti del ghiaccio. Ricordi che gusto aveva? Mettevi il ghiaccio nel fazzoletto, ed era come succhiare il sapore della tela e della neve nello stesso tempo" (...)
    (da un racconto di Ray Bradbury: ‘Profumo di salsapariglia)




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  7. gheagabry
     
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    Vedere il mondo in un granello di sabbia
    Il cielo in un fiore di campo,
    Tenere l’infinito nel palmo della tua mano,
    E l’eternità in un ora.
    (William Blake)



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  8. gheagabry
     
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    ... IL NOSTRO CAMMINO ...
    … Un tratto, una linea davanti al nostro pensiero; strada da percorrere per raggiungerlo toccarlo … viverlo. Passiamo la nostra vita incentrando il nostro pensiero, i nostri desideri e speranze verso quel tratto che si ritaglia spazi davanti alla nostra mente. Passo dopo passo cerchiamo il modo più diretto per raggiungere quell’obbiettivo; a volte il cammino si fa impervio, difficile; altre invece sembra di percorrere una strada in discesa che rende facile quel cammino. Ci sono giorni invece in cui quell’orizzonte sembra sparire, avvolto da una nebbia improvvisa, da un’ispiegabile impossibilità di raggiungerlo. Poeta che descrivi quell’orrizzonte, quel punto così sfuggente, così inarrivabile; trova le parole per descriverlo, cerca in versi di raccontare l’umana tendenza verso il suo raggiungimento, verso la definitiva sparizione di quella nebbia che avvolge quella linea che ogni giorno imperturbabilmente si mostra ai nostri occhi. L’uomo volge sempre lo sguardo ad esso e, ogni volta che ne realizza l’incapacità ad arrivare all’interpretazione di esso, cade nella tristezza, nello sconforto. In questa ricerca a volte si perde il piacere di quei passi mossi uno dietro l’altro che ci portano verso quella comprensione. Scriveva un poeta … “non importa la meta del nostro viaggio; la cosa fondamentale è il camino …”; già, il nostro cammino che facciamo ogni giorno, ogni momento che, ironia della sorte, rappresenta la costruzione per arrivare al quel traguardo. Costuiamo il nostro orizzonte ogni giorno, ed esso è il risultato del nostro percorso. Questa è la sintesi della mia riflessione oggi … spesso ci affanniamo a ricercare, ad interpretare e a volte, prevedere il nostro futuro. L’orizzonte che cerchiamo di interpretare è proprio il nostro futuro! Ma esso in realtà non va interpretato, né va previsto; va costruito ogni giorno passo dopo passo e, così facendo, esso diverrà nitido limpido, senza nebbie o lati oscuri. Godere la vita in ogni suo attimo, forse questa è la sintesi estrema del mio ragionamento, apprezzarne ogni suo divenire e gioire o rattristarci ad ogni suo evolvere. Vivere è il segreto che ci permette di vedere e costuire il nostro futuro … Vi abbraccio fortissimo … e, ovviamente, Buona Estate a tutti ….
    (Claudio)



    ... Scriverai il futuro ...

    Potrei raccontarti di me se vuoi,
    conosceresti una ragazza con i tuoi stessi occhi,
    che rincorreva i tuoi stessi sogni,
    che fuggiva le tue stesse paure.
    Potrei parlarti di una strada lunga e polverosa
    dove rialzarsi sempre non è stato facile,
    dove ho colto i fiori dei sorrisi,
    ma non prima di averli annaffiati con le lacrime,
    i dispiaceri ti raggiungono sempre
    non farti superare,
    fermati ad ascoltarli sulla sponda dei tuoi pensieri
    sono fiumi silenti e impetuosi che passano.
    Ho annegato il rosso del cuore nel blu di una notte,
    camminato nel giallo di estati assolate,
    atteso nel bianco di attese e di inverni,
    raccolto confetti e ricordi stampati nel cuore,
    ho bevuto gioie frizzanti che a volte possono inebriare
    e ingoiato dolori pesanti da mandare giù,
    ho attraversato ponti per rubare i colori ad un arcobaleno
    e poi... quel rosa che mancava alla mia vita, tu.
    La vita è un quadro
    e basta una sfumatura per disegnare la felicità,
    la troverai dove non l'hai mai cercata
    uscirà quando meno te l'aspetti,
    da una lacrima...
    Accetterai partenze, cambiamenti, delusioni
    vestiti di nero e trasparenti di nostalgia,
    ma tutti necessari, figlia mia
    perché con essi
    scriverai il futuro...


    (Laura Marchetti)





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  9. carpeoro
     
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    Grazie per questa discussione su un tema che mi è molto caro. E' una moneta preziosa il tempo... Quando qualcuno ce lo ruba nessuno o niente mai potrà restituircelo. Personalmente ho imparato a tenerlo adeguatamente in considerazione e ad impiegarlo con parsimonia dopo aver attraversato la soglia dei cinquant'anni. E ci ho scritto sopra anche una poesia

    NON HO PIÙ TEMPO

    Non ho più tempo
    per le mie rivincite,
    né per le vostre.
    Devo rimettere al suo posto
    ogni cosa:
    ciò che ho spostato,
    ciò che ho sottratto,
    ciò che ho perso,
    dopo averlo recuperato.
    E poi potrò tornare alla purezza
    del posto da cui provengo,
    senza possedere nulla,
    e, quindi, ricchissimo,
    senza più tempo
    e, quindi, immortale.



    Carpeoro
     
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  10. gheagabry
     
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    Un astronomo disse:
    Maestro, parlaci del Tempo.

    E lui rispose:
    Vorreste misurare il tempo, l'incommensurabile e l'immenso.
    Vorreste regolare il vostro comportamento
    e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni.
    Del tempo vorreste fare un fiume per sostate
    presso la sua riva e guardarlo fluire.

    Ma l'eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo
    E sa che l'oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi.
    E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto
    Entro i confini di quel primo attimo in cui
    le stelle furono disseminate nello spazio.

    Chi di voi non sente che la sua forza d'amore è sconfinata?
    E chi non sente che questo autentico amore,
    benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere,
    E non passa da pensiero d'amore a pensiero d'amore,
    né da atto d'amore ad atto d'amore?
    E non è forse il tempo, così come l'amore, indiviso e immoto?

    Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni,
    fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre,
    E che il presente abbracci il passato con il ricordo,
    e il futuro con l'attesa.../Gibran




    dal web
     
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  11. gheagabry
     
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    Il tempo presente e il tempo passato
    sono forse presenti entrambi nel tempo futuro,
    e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato.
    Se tutto il tempo è eternamente presente
    tutto il tempo è irredimibile.
    "Ciò che poteva essere" è un'astrazione
    che resta una possibilità perpetua
    solo nel mondo delle ipotesi.
    Ciò che poteva essere e ciò che è stato
    tendono a un solo fine, che è sempre presente.
    Passi echeggiano nella memoria
    lungo il corridoio che non prendemmo
    verso la porta che non aprimmo mai
    sul giardino delle rose. Le mie parole echeggiano
    così, nella vostra mente.
    Ma a che scopo
    esse smuovano la polvere su una coppa di foglie di rose
    io non lo so...

    Thomas S. Eliot
    da Burnt Norton
    in "Quattro Quartetti" (1943)




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  12. carpeoro
     
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    Il vecchio dj Carpeoro dedica a Gabry e atutti gli amici dell'isola una delle più belle canzoni italiane mai scritte, che parla per l'appunto, del tempo...
    Un bacio, una carezza, una stretta di mano o quel che più volete dal vostro
    Carpeoro

     
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  13. gheagabry
     
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    bellissima canzone....grazie



    Dicono che c'è un tempo per seminare
    e uno che hai voglia ad aspettare
    un tempo sognato che viene di notte
    e un altro di giorno teso
    come un lino a sventolare.

    C'è un tempo negato e uno segreto
    un tempo distante che è roba degli altri
    un momento che era meglio partire
    e quella volta che noi due era meglio parlarci.

    C'è un tempo perfetto per fare silenzio
    guardare il passaggio del sole d'estate
    e saper raccontare ai nostri bambini quando
    è l'ora muta delle fate.

    C'è un giorno che ci siamo perduti
    come smarrire un anello in un prato
    e c'era tutto un programma futuro
    che non abbiamo avverato.

    È tempo che sfugge, niente paura
    che prima o poi ci riprende
    perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
    per questo mare infinito di gente.

    Dio, è proprio tanto che piove
    e da un anno non torno
    da mezz'ora sono qui arruffato
    dentro una sala d'aspetto
    di un tram che non viene
    non essere gelosa di me
    della mia vita
    non essere gelosa di me
    non essere mai gelosa di me.

    C'è un tempo d'aspetto come dicevo
    qualcosa di buono che verrà
    un attimo fotografato, dipinto, segnato
    e quello dopo perduto via
    senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
    la sua fotografia.

    C'è un tempo bellissimo tutto sudato
    una stagione ribelle
    l'istante in cui scocca l'unica freccia
    che arriva alla volta celeste
    e trafigge le stelle
    è un giorno che tutta la gente
    si tende la mano
    è il medesimo istante per tutti
    che sarà benedetto, io credo
    da molto lontano
    è il tempo che è finalmente
    o quando ci si capisce
    un tempo in cui mi vedrai
    accanto a te nuovamente
    mano alla mano
    che buffi saremo
    se non ci avranno nemmeno
    avvisato.

    Dicono che c'è un tempo per seminare
    e uno più lungo per aspettare
    io dico che c'era un tempo sognato
    che bisognava sognare.




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  14. gheagabry
     
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    Dai grandi cicli della vita e delle stagioni all’altalenarsi del giorno e della notte, dallo scorrere delle ore e dei secondi fino ai microritmi del respiro e del battito cardiaco, tutta la vita umana è attorniata dallo scandire del tempo. E quindi tutta la storia dell’umanità può essere scritta come la storia della percezione del tempo e della sua capacità di misurarlo.
    Anche la storia della scienza è scandita dai progressi delle misure e quelle del tempo sono le più precise in assoluto.


    La CLESSIDRA



    Siamo abituati, erroneamente, a chiamarle così: clessidre. Eppure, la denominazione esatta sarebbe "clepsamie" perché in realtà la clessidra vera e propria (il nome derivante dal greco κλεψύδρα - klepsýdra significa letteralmente "ruba-acqua") si basa in effetti su un flusso d´acqua e non già di sabbia.
    Nella lingua italiana la parola si riferisce a strumenti che funzionano ad acqua e a sabbia, mentre in altre lingue non è così: la parola clepsydre è usata sia in francese che in inglese per riferirsi allo strumento ad acqua; mentre sabliers in francese e sand-glass in inglese allo strumento a sabbia.
    Nei primi modelli di clessidra veniva usata l'acqua per questioni religiose, filosofiche e rendeva meglio l'idea del tempo che scorreva. Forse inventata daii caldei che attraverso i fenici sarebbe arrivata agli egiziani.
    La prima indicazione storica della clessidra risale al 1580 a.C. (iscrizione egiziana).
    Il primo esemplare è stato trovato nel tempio di Karnak; l'acqua usciva lentamente da un forellino sul fondo.
    Le prime clessidre erano a forma di vaso, in seguito ne vennero costruite altre di varie forme, elaborate e ingegnose.
    La forma conica tendeva a rendere uniforme la velocità di uscita dell'acqua compensando la riduzione di velocità al diminuire del livello; nonostante ciò rimasero molto imprecisi perché la scienza di allora era vaga, non era preciso il momento in cui veniva avviato l'oggetto, il foro si alterava per erosione, impurità e temperatura.


    "La giornata dei Greci e dei Romani, al pari della nostra era sempre di 24 ore, 12 per il dì dall'alba al tramonto e 12 per la notte dal tramonto all'alba. Per ovvia conseguenza la loro durata mutava nel corso dell'anno: le diurne da un minimo di 45 minuti circa nel solstizio d'inverno, ad un massimo di circa 75 minuti in quello d'estate; le notturne l'opposto. Solo negli equinozi, i due valori coincidevano in 60 minuti.
    Ctesibio, uno dei massimi scienziati dell'antichità, progettò e costruì nel I secolo d.C. un orologio ad acqua, o clessidra, capace d'indicare automaticamente tale escursione.
    In dettaglio funzionava mediante uno stillicidio tra due recipienti. Il livello dell'acqua nel superiore era mantenuto costante per la regolarità del deflusso. Nell'inferiore, invece, si innalzava lentamente in 24 ore. Con l'acqua saliva un galleggiante e scendeva il contrappeso vincolatogli con una catenella, il cui andirivieni poneva in rotazione un indice in ragione del trascorrere del tempo. Dopo 24 ore un sifone esauriva l'acqua riavviando il ciclo, fatto coincidere con un intero giro dell'indice.
    La variazione della durata dell'ora fu risolta variando il centro del quadrante rispetto all'asse dell'indice. Per cui la sua rotazione ne scandiva uno sviluppo minimo se più vicino al bordo e uno massimo se più lontano, determinando per conseguenza l'allungarsi e il contrarsi delle ore. Allo scopo Ctesibio elaborò un variatore di eccentricità azionato da una ruota a 365 denti, mossi uno al giorno da un arpione della catena del galleggiante. A rendere facilmente leggibile l'ora in qualunque mese, provvedevano i 6 anelli concentrici del quadrante ed i loro 16 raggi, 12 per le ore diurne e 4 per le notturne raggruppate in altrettante vigilie. La clessidra indicava pure sulla sua corona esterna fissa il giorno ed il relativo mese con il rispettivo segno zodiacale, tramite una seconda lancetta fissata alla ruota dentata.
    Di clessidre del genere ne vennero costruite moltissime, alcune in grado anche di emettere un segnale acustico. Quanto alla precisione così stigmatizzava Seneca: a Roma non ti posso dire l'ora esatta; è più facile conciliare fra loro i filosofi che accordare fra loro gli orologi!"
    (Ferruccio Russo)




    La clessidra, originariamente ad acqua, era costituita da un semplice recipiente di vetro recante un foro nel fondo, attraverso il quale l’acqua defluiva verso un altro recipiente, determinando così il trascorrere del tempo.
    Fu proprio grazie all’invenzione delle clessidre che divenne possibile la misurazione dell’ora siderale e di conseguenza la nascita dell’astronomia.
    La più antica clessidra egiziana a deflusso è probabilmente quella costruita intorno al 1400 a.C. per Amenophi III ed attualmente conservata al Museo del Cairo.
    Il termine clessidra deriva dalle parole greche “kléptù” (io rubo) ed “hydùr” (acqua); e furono proprio i greci a portare la clessidra ad acqua ad un alto grado di perfezione. I greci impiegavano le clessidre in astronomia per calcolare i diametri apparenti del sole e della luna in base alla misura dei loro tempi di passaggio da un’estremità all’altra rispetto ad un’unica linea di visuale.
    Le clessidre a polvere sono molto più recenti di quelle ad acqua; l’orologio a sabbia, chiamato ampolletta, fu utilizzato nel Medioevo. Si trattava di un affascinante strumento che sfruttava la caduta di polveri di marmo o di gusci d’uovo triturati e setacciati. Gli orologi a sabbia furono usati per molti secoli principalmente per segnare una porzione di tempo limitato; soprattutto segnavano il tempo dello studio e dell’insegnamento, servivano nei conventi per scandire i tempi della preghiera e nelle chiese per controllare la durata delle prediche.
    Ma è nel contesto della navigazione che la clessidra ha ricoperto un ruolo fondamentale.
    Preferita all’orologio solare, la clessidra per secoli ha continuato a scandire tutte le attività lavorative che si svolgevano a bordo delle navi, anche dopo l’apparizione dell’orologio meccanico. Le ragioni di tale preferenza sono molteplici: innanzitutto le ampolle davano la possibilità di vedere e di predeterminare il tempo trascorso e quello ancora da scorrere; in secondo luogo non erano minacciate dagli agenti atmosferici come invece lo erano gli orologi meccanici, per i cui materiali la ruggine e la salsedine costituivano una minaccia decisamente seria; ed inoltre erano molto deleteri per i loro meccanismi anche il rollio ed il beccheggio dello scafo, per non parlare poi delle tempeste o delle bordate.
    Gli orologi da mezz’ora sono stati i più utilizzati a bordo delle navi addirittura fino alla metà del XIX secolo; erano infatti essi che scandivano i turni di guardia del marinaio. I cambi dei turni di guardia, della durata di quattro ore, venivano segnalati da quattro doppi rintocchi di campana, corrispondenti allo svuotamento di otto ampolle da mezz’ora.
    Anche nelle navigazioni di Cristoforo Colombo fu immancabilmente presente la clessidra.
    Il 13 dicembre 1492, giorno di Santa Lucia, Colombo, che aveva con sè molte ampollette da mezz’ora ciascuna, annotà nel suo giornale di bordo come l’orologio a polvere dal crepuscolo all’alba si fosse vuotato venti volte, misurando una notte da dieci ore.
    Altre clessidre di più breve durata, 15 o 30 secondi, erano associate all’uso del solcometro a barchetta, una lunga sagola munita di nodi ad intervalli regolari che veniva rilasciata a poppa della nave e terminante con una tavoletta di legno chiamata appunto barchetta. Questo strumento consentiva di calcolare la velocità della nave in ragione della lunghezza filata nei 15 o 30 secondi cronometrati con la clessidra.
    (ottante.it)




    Fascino che nasce dal poter vedere fluire il tempo: il lento scorrere della sabbia, ineludibile ma in qualche modo controllabile; il verificare in ogni momento quanta sabbia resta e quanta se n´è andata; e a un certo punto, a voler forzare la situazione, anche la chance di fermarlo, il tempo. Semplicemente ribaltando la clessidra e interrompendo il passaggio dei granelli da un contenitore all´altro.....La sabbia fluisce con regolarità dal bulbo superiore a quello inferiore in un tempo determinato per la forza di gravità, il più delle volte attraverso una piastra di metallo forata. Al termine, basta capovolgere lo strumento per iniziare un altro periodo. La durata del ciclo dipende dalla quantità e qualità di sabbia, dalla dimensione del collo e dalla forma dei bulbi. Il vetro "collabora" con la sabbia, che passa molto lentamente attraverso un piccolo foro posto al centro della struttura.



    Come scorrea la calda sabbia lieve
    Per entro il cavo della mano in ozio,
    Il cor sentì che il giorno era più breve.
    E un'ansia repentina il cor m'assalse
    Per l'appressar dell'umido equinozio
    Che offusca l'oro delle piagge salse.
    Alla sabbia del Tempo urna la mano
    Era, clessidra il cor mio palpitante,
    L'ombra crescente d'ogni stelo vano
    Quasi ombra d'ago in tacito quadrante
    (G.D'Annunzio)





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  15. gheagabry
     
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    ...LE RINCORSE NELLA VITA ...
    … Lo scorrere del tempo ci porta spesso a ragionare della vita e su di essa. Le date del calendario si rincorrono e vengono poi superate come i pali dell’alta tensione nella corsa dei treni. Viviamo ogni anno ciclicamente l’attesa di feste, ricorrenze, date … stagioni e ferie e poi … una volta raggiunte e conquistate, le vediamo sfilar via mentre la nostra mente rincorre altre date, altre ricorrenze. Una corsa continua, fatta di attese, di momentanee gioie e poi ancora attese. Fermo davanti la grande finestra dello scompartimento del treno, guardo il paesaggio che scorre fuori … di tanto in tanto quella veduta viene interrotta dal passaggio fulmineo dell’ombra del palo, e più aumenta la velocità del treno più diventa frequente l’apparizione della sagoma del palo. Mentalmente dopo poco che si viaggia, iniziamo a dare una scansione temporale a quei passaggi, e finiamo inevitabilmente per attendere il prossimo palo, la prossima apparizione dell’ombra che interrompe per un attimo quel paesaggio. Ho utilizzato una immagine per descrivere la nostra attesa delle feste, dei giorni speciali e la successiva ricerca di altri quando un’attesa è stata soddisfatta. In questa rincorsa alle date il tempo passa e le stagioni della nostra vita si sommano, si aggiungono una alle altre; ogni tanto sarebbe bene fermarsi e interrompere per un attimo questa ricorrente attesa. Riusciremmo così a godere ogni attimo della nostra esistenza, assaporandone appieno ogni piccola sfumatura … e ci accorgeremmo che intorno a noi c’è un’universo di emozioni che ha bisogno di essere apprezzato anche nelle sue più piccole sfumature … Buon risveglio amici miei … Vi abbraccio fortissimo … Buona Estate a tutti ….
    (Claudio)



    ... Eternità ...

    Amica foglia
    fra i rami,
    lussureggiante,
    non temere l’inevitabile
    evolversi delle stagioni,
    presto verrà l’autunno.
    Non rattristarti
    pensando ai sogni
    lasciati all’estate,
    ancora donerà incanto,
    al cuore dei poeti,
    il tuo mutar di colore.
    Quando lieve
    ti staccherai,
    nel vento autunnale
    volerai,
    sarai, con le tue sorelle,
    coltre per le stanche radici
    dell’albero padre.
    Non piangere la tua amara sorte,
    nutrimento per madre terra,
    la tua anima risorgerà nelle venture,
    tenere foglie primaverili
    e nel cuore di un bocciolo
    che aprirà i petali al sole.


    (Loretta Margherita Citarei)





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59 replies since 31/3/2011, 18:53   5206 views
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