i bimbi..e le prime scoperte...

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  1. lussy601
     
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    Isolani
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    Figlio ribelle




    Non sempre la ribellione di un bambino è negativa, va compresa a fondo e affrontata nel modo più adeguato.

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    Quando un figlio è ribelle, i problemi di gestione di questa supposta problematica possono essere diversi, legati all’età del bambino, al contesto familiare ecc. La ribellione, però, dovrebbe essere letta nel modo giusto, o meglio essere connotata nella maniera più specifica possibile, poiché in base all’età del bambino può avere una determinata spiegazione e soprattutto perché se la ribellione è una forma più accentuata di vivacità non andrebbe vissuta negativamente.

    Esistono delle interssanti teorie supportate da studi e ricerche di sociologi, psicologici e studiosi vari che vendono la vivacità, intellettuale e fisica, come un valore positivo e non negativo del bambino, avete mai sentito parlare dei bambini “indaco” o bambini “cristallo”?
    In queste teorie estremamente affascinanti, sia ha una visione del bambino olistica, naturale e molto spirituale e per certi versi abbastanza montessoriana, poiché si vede e si vive il bimbo come un essere che deve assolutamente manifestare il proprio io e i propri desideri in modo libero, senza troppi vincoli.
    Gli elementi vivaci sono in sintesi bambini davvero speciali, dotati di particolari “poteri”, molto sensibili, intelligenti in modo profondo e acuto, desiderosi di scoprire il mondo dal suo interno di compiere un personalissimo percorso di crescita, che può non essere quello invece imposto dai genitori.
    I genitori di bambini ribelli, spesso non colgono questi atteggiamenti dando loro il giusto valore, ma vedendoli solo in modo negativo, come qualcosa che va contenuto, ma non nel senso Kleiniano del termine, bensì controllato fino al blocco dell’espressione in qualsiasi forma.




    I bambini vanno ascoltati, osservati ed educati, da parte di entrambi i genitori e non solo, ma anche i nonni, i maestri, qualsiasi persona può essere un buon educatore se porta la propria esperienza come buon modello e al contempo lascia la libertà di espressione e di parola al bambino. Un bambino ribelle non va considerato “problematico” e portato subito da uno psicologo, questa scelta potrebbe in qualche modo peggiorare il suo stato d’animo, si sentirebbe come un animale in trappola, vedrebbe minata la propria libertà.
    Sono comunque necessarie delle regole e dei paletti, poiché ciascun bambino ama le regole, sì sembra difficile a credere, ma è proprio così. Tali regole però non devono essere troppo rigide, ne bastano poche ma che siano salde. Non create confusione nel bambino: siate fermi, ma disponibili, attenti all’ascolto attivo, comprensivi e teneri. Lui ha sempre bisogno del vostro amore e a volte la ribellione è proprio legata a un “sentirsi poco amato”, poco presente nella considerazione che i genitori hanno nei suoi confronti.
    Motivate i vostri “no”, non dite “sì e basta”, spiegate loro tutto con pazienza, impareranno ad avere più fiducia in voi e si ribelleranno sempre meno, ma acquisteranno maggiore consapevolezza e introietteranno la vostra figura in modo positivo.
    La presenza della figura paterna è fondamentale, un padre presente solo fisicamente, ma assente e distante psicologicamente non è mai positivo e sicuramente causa una situazione interna al bambino di instabilità, alla quale può seguire l’insicurezza, le paure o appunto anche la ribellione. Tutto ciò può essere evitato con il giusto equilibrio della suddivisione dei ruoli tra i genitori, con un amore vero e sincero, ma soprattutto costante.
     
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32 replies since 20/3/2011, 17:25   3509 views
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