CONCHIGLIE

....dove la perfezione..........

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  1. gheagabry
     
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    I sogni sono come le conchiglie che il mare ha depositato sulla riva.
    Bisogna raccoglierle ed ascoltare la loro voce...
    Romano Battaglia



    LE CONCHIGLIE


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    Tutti conoscono le conchiglie. Si può dire che ogni uomo nella propria vita, prima o poi, si sia imbattuto in una conchiglia: chi, da bambino o anche da adulto, non ne ha mai appoggiata una all'orecchio per ascoltare il «rumore del mare»? Chi non si è incuriosito nell'incontrare lungo le spiagge questi strani oggetti dalle forme e dai colori svariatissimi? Chi non ha mai mangiato una zuppa di cozze, o degli spaghetti alle vongole, o delle più raffinate ostriche al limone?
    Malgrado ciò, in genere la conoscenza delle conchiglie rimane superficiale e generica, limitandosi solo a considerazioni di carattere estetico o alimentare.
    Comunemente si crede che le conchiglie siano «case» che animali acquatici (prevalentemente marini) o terrestri (le chiocciole) si portano dietro come roulottes in cui trovano rifugio e protezione. In realtà le conchiglie sono lo scheletro esterno di animali appartenenti al tipo (o phylum) dei Molluschi. Lo scheletro, come è noto, ha la funzione essenziale di sostenere le parti molli dell'organismo. La maggior parte degli animali che siamo abituati a vedere, e cioè i Vertebrati (uomo compreso), possiede uno scheletro che viene originato da tessuti interni all'organismo, e per questo motivo si chiama endoscheletro. I Molluschi, invece, come molti altri animali tra cui per esempio i Crostacei e gli Insetti, formano lo scheletro esternamente al proprio corpo, per mezzo di cellule cutanee. Tale scheletro è perciò chiamato esoscheletro.

    Nonostante le conchiglie abbiano le forme più svariate e le dimensioni più diverse, il processo attraverso il quale si formano è sostanzialmente identico. L'accrescimento della conchiglia differisce, oltre che nelle diverse specie, anche da individuo a individuo in quanto è influenzato da molti fattori, tra cui l'alimentazione, l'acidità e la temperatura dell'acqua ecc. Tale processo, pur identico in tutti i Molluschi, conduce pertanto a risultati così diversi che si stenterebbe a riconoscere un comune denominatore nella conchiglia di una ciprea e in quella di un murice.


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    Le conchiglie sono incrostate di sale
    e portano in grembo il suono del mare.
    Se lo portano addosso per non perderlo mai.
    E’ questo per me il sapore della nostalgia.
    (Alessia Auriemma)




    ....nella storia.....



    Per chi ama immergersi nei 7 mari del mondo potrà sicuramente confermare che ogni CONCHIGLIA vista viva nel suo ambiente naturale, in un particolare tipo di fondale, magari nascosta in un piccolo anfratto durante il giorno ed a zonzo sulla sabbia in cerca di cibo durante la notte, provoca sempre una grandissima emozione ed immensa gioia!
    Capolavori della natura di sorprendente bellezza, disegni raffinati dalle forme sinuose ed eleganti, gemme preziose dai meravigliosi e svariati colori, vere e proprie sculture con il pregio di rimanere inalterate per lunghissimo tempo: ecco cosa sono le CONCHIGLIE.
    Il termine conchiglia deriva dal greco Kogchylion e dal latino Conchilium e già nell’antichità aveva esattamente il significato attuale..
    Le conchiglie, fin dalla preistoria, venivano utilizzate dalle popolazioni, comprese quelle che vivevano lontano dal mare, per molteplici scopi come ad esempio per creare oggetti d'uso comune come pettini e scodelle, per abbellire vesti e copricapi, statue e maschere da guerra, per realizzare collane e monili usati soprattutto durante le cerimonie importanti.
    I nostri antenati dell’età della pietra hanno saputo ricavare dalle conchiglie ottime lame di zappa, raschiatoi, punte di freccia e coltelli; gli antichi polinesiani, durante le esplorazioni dell’Oceano pacifico, trasformarono la madreperla dell’ostrica in un vero e proprio amo da pesca e quindi in uno degli strumenti principali di sopravvivenza per intere popolazioni; i capi tribù malesi usavano appendersi al collo, come se fosse un brillante solitario, una splendida Cypraea aurantium, simbolo tradizionale di autorità; già nel Neolitico, la conchiglia del Tritone con la punta mozzata, veniva usata come strumento musicale, tradizione che proseguì fino all’antichità classica.
    Altri tipi di conchiglie invece hanno fatto davvero la Storia, come ad esempio i Mùrici, per l’esattezza il Murex trunculus ed il Murex brandaris, dai quali veniva estratta la celebre porpora, tintura indelebile molto pregiata, utilizzata dai Fenici per colorare prevalentemente stoffe di lino e lana, cuoio e pelli, vasellame ed affreschi. Il nome dei Fenici infatti deriva etimologicamente dal greco Phoinix, che significa proprio "Rosso" dal colore porpora che avevano scoperto ed imparato ad utilizzare.
    La Cypraea moneta e la Cypraea annulus, note come "cauri" sono state usate addirittura per centinaia di anni dapprima come baratto, poi come moneta vera e propria. Solo verso la fine dell’Ottocento le potenze coloniali hanno messo "fuori corso" le conchiglie usate come moneta, anche se ancora per tutto il Novecento hanno continuato ad essere ampiamente impiegate come spiccioli nei mercati dei villaggi.



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    ...miti e leggende...



    Nella preistoria, prima che nascessero forme codificate di religione, le conchiglie avevano grande importanza come amuleti, simboli propiziatori legati alla fecondità e alla vita. In questa simbologia che coinvolge l’acqua e la vita, complice il collegamento tra il ciclo riproduttivo di numerose specie di molluschi marini ed il plenilunio (a sua volta collegato alla data del parto), la conchiglia è vista in primo luogo come involucro protettivo dell’essere vivente e, nel Rinascimento, associata al concepimento per via dell’analogia conchiglia-perla.
    Uno dei valori simbolici più diffusi della conchiglia è proprio quello direttamente legato al sesso femminile, per la somiglianza ravvisata da molte popolazioni di tutto il mondo tra la base dentata della ciprea e i genitali femminili; esiste anche il collegamento al simbolismo pagano nel quale le cappesante sarebbero un frutto con presunti effetti afrodisiaci, credenza che favorì la nascita del mito di Afrodite.
    Per questa ragione, probabilmente, presso molte popolazioni native (anticamente anche dell’area mediterranea), le donne portavano ornamenti con cipree per scongiurare l’infertilità ed i futuri mariti offrivano doni (spesso con forme falliche) adorni di queste conchiglie come pegno nuziale.
    In molte statue antropomorfe, le cipree sono poste in corrispondenza degli organi genitali.
    In Africa, presso l’etnia dei Kuba (popolazioni che fino a metà del 1900 vivevano nelle foreste equatoriali dello Zaire), il sovrano, denominato nyim, “re dei Bushongo e dio della terra” che possedeva poteri eccezionali di carattere sacro che metteva al servizio della comunità, inviava in regalo oggetti adorni di cipree alle donne gravide.
    La Cypraea tigris, che in giapponese è detta Koiasu-gai, conchiglia del parto facile, la quale viene ancora tenuta in mano dalle partorienti nell’arcipelago delle Ryukyu, nell’estremo sud del Giappone.
    Per il suo colore e la sua lucentezza, dai cinesi ai giapponesi alle nostre latitudini è associata alla luna e all’elemento femminile. La sua sfericità e la sua lucentezza ne hanno fatto il simbolo della perfezione.
    In Cina e in India per la durezza e lucentezza era simbolo d’immortalità. In Persia, la perla intatta era immagine della vergine e simboleggiava anche la modellazione primordiale della materia attraverso lo spirito.
    Dai cinesi e greci, fino agli ebrei, nel nostro medioevo, si riteneva che le conchiglie fossero fecondate dal fulmine e che le perle avessero il fulmine dentro di sé. Presso altri popoli era il tuono a fecondare le conchiglie.
    Secondo la simbologia cattolica, citata da Giovanni Damasceno nel VII secolo d.C., “il fulmine divino è penetrato dentro la conchiglia più pura, Maria, e ne è nata una perla oltremodo preziosa, il Cristo”.
    L’associazione conchiglia-madre, perla-bambino è precedente e appartiene a tutte le culture.



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    .........simbologia............



    La conchiglia è un simbolo antichissimo, tra i primi utilizzati dall'essere umano per una lunga serie di motivi. Innanzitutto, tra gli alimenti base dei nostri progenitori c'erano i molluschi e le conchiglie erano una preda facile e nutriente. Per millenni gli Uomini hanno avuto nei molluschi una fonte primaria di vitamine e di proteine nobili, al punto che in taluni posti in cui si praticava la pesca ancestralmente vi è ancora l'abitudine di consumarli crudi direttamente sul mare. La conchiglia era il residuo del pranzo, un oggetto utile per mille scopi: se forato emetteva un suono come un flauto, si potevano realizzare nacchere e sonagli o a prescindere dall'aspetto musicale l'armonia dei guschi erano perfetti per fabbricare monili e collane. In particolare una specie di conchiglia, la Capasanta (nome volgare del mollusco bivalve della specie Pecten Maximus), per via della sua forma a ventaglio simile ai raggi del Sole, divenne un simbolo diffuso e amato.

    Il senso della capasanta è quello affermato dal nome stesso: come un'aureola distingue la persona in armonia con l'Universo, ha un connotato di protezione della vita (anche dopo la morte) e quindi un forte legame con il Femminino. In tempi antichi era associata alla Dea Venere, che si diceva fosse nata da una conchiglia fecondata dalla spuma del mare al largo di Cipro, e Botticelli nel Rinascimento dipinse una versione di questo mito in un capolavoro assoluto. La Venere di Botticelli è infatti forse il più bell'esempio di quest'armonia, perché il quadro tiene conto del Numero Aureo e della Sequenza di Fibonacci che si rinviene spesso negli strati di accrescimento dei gusci delle conchiglie. Ma in assoluto il posto più legato al significato mistico della conchiglia è Santiago di Compostela: questo luogo in cui si ritiene sepolto il corpo decapitato di San Giacomo (secondo molti esoteristi fratello di Gesù ed egli stesso vero Messia esseno) è posto ai margini estremi del continente europeo, in una Spagna galiziana che è bagnata dall'Oceano Atlantico oltre il quale, a cinquemila km di distanza, sorgono le coste dell'America del Nord. Un luogo in cui il Sole muore, un tramonto assoluto che assume una valenza di morte e di resurrezione. La conchiglia infatti preannuncia la sua rinascita nei pellegrini che compiono il lungo e difficile pellegrinaggio a piedi, in una terra antichissima e ricca di suggestioni. Arrivare al "Campo della Stella" (questo è il nome originale del luogo in cui sorge il santuario di Santiago) significa riscoprire in sé il "sole interiore", la luce del bene a cui dobbiamo sempre tendere: una purificazione attraverso il sacrificio del cammino a piedi e il premio finale delle coste oceaniche. Anticamente i pellegrini andavano sulla spiaggia e raccoglievano una capasanta per poi portarla a casa in ricordo dell'impresa: un simbolo dell'armonia raggiunta, della perfezione a cui possiamo ambire.


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    Io sono come le conchiglie.
    Non parlo, ma tu devi tendere l'orecchio.
    Allora sentirai qualcosa.
    - Marco Innocenti -


    .....una leggenda....



    I popoli delle isole raccontano che Tangaroa dal volto tatuato fu il primo di tutti gli antenati.
    Per molto tempo Tangaroa visse dentro la sua conchiglia che girava da sola nel buio dello spazio infinito.
    Allora infatti non c’era il sole, non c’era la luna, e non c’erano né la terra né le montagne.
    Non esisteva ancora l’uomo, né gli uccelli, né i pesci, né i cani, e nessun altro essere vivente.
    E non c’era ancora l’acqua, né salata né dolce.
    Alla fine di un lungo tempo Tangaroa diede un colpo lieve alla sua conchiglia, che si aprì.
    Tangaroa allora si alzò in piedi sulla conchiglia e cominciò a gridare nello spazio infinito: “Chi c’è sopra? Chi c’è sotto?” ma non ebbe alcuna risposta. Si sentiva solo la sua voce, perché non ce n’era nessun’altra. “Sabbia, vieni da me!” comandò.
    Ma la sabbia non c’era ancora.
    “Nessuno mi obbedisce? – disse Tangaroa – Allora farò io!”.
    Così Tangaroa sollevò in alto la cupola della sua conchiglia fino a formare la volta del cielo. E poiché all’interno della sua conchiglia aveva molte altre conchiglie, ne prese una seconda, la sgretolò in minuscoli pezzettini, e creò la sabbia.
    Tangaroa cominciò in questo modo a creare ogni cosa che esiste.
    E poiché Tangaroa aveva conchiglie, ecco che ogni cosa creata ha una sua conchiglia.
    Il cielo è una conchiglia per il sole, la terra e le stelle, poiché li contiene.
    La terra è una conchiglia per le pietre e l’acqua, e per le piante che vi crescono.
    La conchiglia di un uomo è una donna, perché è da lei che nasce.
    È così che, nell’universo, ogni cosa che esiste ha una sua conchiglia.
    Luigi Dal Cin



    M'hanno portato una conchiglia...
    Dentro le canta un mare di mappa.
    Il cuore mi si riempie d'acqua con pesciolini d'ombra e d'argento.
    M'hanno portato una conchiglia.
    (Federico Garcia Lorca)



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    Edited by gheagabry1 - 4/9/2021, 14:27
     
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