bimbi ed animali..una lunga amicizia

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    BIMBI E CANI
    Perché “il migliore amico dell’uomo” sia tale, soprattutto quando in casa c’è un bambino, è necessario adottare delle regole di convivenza che permettano di vivere tutti insieme, serenamente, senza pericoli.
    Se noi uomini ci comportiamo in modo sbagliato possiamo innervosirli e renderli pericolosi. In particolare i bambini che con i loro movimenti veloci e imprevedibili sono più a rischio di morsicature, non tanto ad opera di un cane sconosciuto ma di quello di casa, che può sentirsi minacciato mentre mangia o riposa.
    Quasi tutti i cani, proprio come impostazione genetica dovuta al processo stesso di addomesticamento, sono docili e anche nei confronti dei bambini non mostrano nessun tipo di aggressività.
    Quando lo fanno, molto spesso, dipende da un errore di comunicazione all’interno della famiglia o dal fatto che si è scelto il cane sbagliato.

    Il rapporto tra bambini e animali, per quanto istintivo e innato, dev’essere perciò mediato. Se è ormai assodato che la convivenza tra bambini e animali apporta notevoli benefici allo sviluppo psicofisico dei piccoli che, rispetto ai loro coetanei, sono più propensi ad essere socievoli, sensibili, responsabili e più sicuri di sé, non sempre li si prepara ad accogliere un animale in casa.

    Gli adulti hanno il compito fondamentale di insegnare ai propri figli la sensibilità e le regole per trattare con gli animali nel modo più corretto e, nel caso in cui ci sia già un animale in casa quando arriva un bambino, di gettare tempestivamente le basi perché il cucciolo di uomo sia accolto non come un estraneo ma come un altro membro della famiglia da amare e proteggere.

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    gatti, bambini e…altri animali


    Sono abbastanza esperta di gatti: vivo con loro fin dalla nascita…e non è un mero modo di dire: ai miei tempi (ho cinquantacinque anni) si nasceva in casa e mi è stato detto che, due ore dopo la mia nascita, Joe, il vecchio gatto di casa dormiva già in fondo alla mia culla (ancora oggi le fusa del gatto mi rilassano), anche mio figlio, appena tornato dall’ospedale, ha trovato due gatte ed una cagnetta ad attenderlo, le due gatte si sono subito sistemate nella culla e la cagnolina sotto, pronte a coccolarlo ed a difenderlo contro tutto e contro tutti!


    Premetto anche che sono figlia di un farmacista e moglie di un medico, ma nessuno dei due ha mai pensato che fosse necessario blindarmi con uno scafandro durante la gravidanza, o mettere mio figlio sotto una campana di vetro!


    Molti, quando si preannuncia una gravidanza allontanano da casa gli animali. Tale precauzione, oltre che crudele, è anche inutile. Molti ginecologi spaventano le clienti con lo spauracchio della toxoplasmosi, però, tale malattia non si contrae specificamente dai gatti, infatti, la toxoplasmosi è causata dal Toxoplasma gondii, un microrganismo che può infettare mammiferi, uccelli, rettili e molluschi e che può trasmettersi da un animale all’altro attraverso l’alimentazione con carne infetta, inoltre, l’agente patogeno non si trova solo nella carne, ma anche nel terreno in cui abbia defecato un animale infetto (anche una lumaca, un uccello o una lucertola etc.). Poiché non si può vivere in un ambiente asettico, tanto vale vivere normalmente! Una cugina di mio marito, la quale teme gli animali, non ne ha mai posseduti e tanto meno toccati,ed inoltre vive in appartamento, ha ugualmente contratto la toxoplasmosi! Peraltro, chi ha sempre avuto animali o trafficato con le piante è assai probabile che abbia sviluppato i relativi anticorpi, infatti , solitamente tale malattia si contrae in forma lieve. È stato calcolato in vari studi, tra i quali uno pubblicato sul British Medical Journal, che ha coinvolto anche due centri italiani, a Napoli ed a Milano,) che, se si evita di mangiare carne cruda, semicruda e salumi durante la gravidanza, può essere evitato il 41% delle infezioni in gravidanza. Un’altra fonte di contaminazione (accertata recentemente anche da uno studio pubblicato sul British Medical Journal realizzato sulle donne europee) è la terra degli orti e dei giardini.. Ortaggi e frutta fresca devono essere lavati accuratamente sotto acqua corrente.
    Ovviamente, tali studiridimensionano il ruolo del gatto come portatore della malattia, in particolare se si tratta di un gatto domestico, alimentato con prodotti in scatola e la cui lettiera è cambiata tutti i giorni.


    Altra leggenda da sfatare è che la presenza di uno o più animali sia rischiosa per il neonato: in realtà lo aiuta a sviluppare una notevole resistenza alle malattie.



    È anche una leggenda che i gatti tendano a soffocare i neonati : come dimostrazione accludo le foto di mio figlio di pochi giorni insieme alla micia Clementina, ed un poco più grande con Cleopatra e Clementina. Il gatto non soffoca i cuccioli e il neonato rientra nella categoria “cuccioli”. Quando il neonato entra in casa deve essere subito “presentato “ alla parte animale della famiglia: lo annuseranno e, rapidamente lo adotteranno. È,invece, sbagliato allontanarli e non permettere loro di fiutare il piccolo (l’elemento olfattivo è precipuo negli animali). Bisogna anche non suscitare gelosie, continuando a dedicare le solite attenzioni agli animali, anzi, intensificandole, mai emarginando l’animale e manifestandogli affetto soprattutto quando si accudisce il bambino (basta parlargli in tono affettuoso).

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    , che è ritratto a circa 3 anni con Vega e la lupa Napo, non solo non ha mai contratto le malattie infantili oppure,quando è stato contagiato, la malattia si è sempre presentata in forma leggerissima, tanto da non essere facilmente identificabile, pur essendo stato a contatto con gli amichetti che le avevano contratte, ma, ancora oggi che è adulto è estremamente raro che sia colpito anche un semplice raffreddore o da un’influenza! Nessuno in famiglia, inoltre, a mai contratto malattie della pelle o verminosi, anche se è capitato di avere in casa degli animali che, arrivati dalla strada, non erano certamente in condizioni perfette.


    La presenza di animali, inoltre educa i bambini alla gentilezza, infatti un bambino cresciuto a contatto con gli animali è istintivamente gentile e delicato, anche quando gioca con loro (sono i bambini che non hanno avuto mai animali quelli che li stringono troppo forte o li tormentano, anche se con buone intenzioni, perché li confondono con i peluches!) . Educare i bambini ad interagire con gli animali è anche una “misura di sicurezza”, infatti, se il bambino ha ben chiaro come comportarsi con un animale, conosciuto o sconosciuto, la possibilità di incidenti sarà limitatissima, nel presente e nel futuro. Bisogna insegnare subito che l’animale conosciuto va sempre trattato con dolcezza (è stupefacente la pazienza di un qualsiasi animale con un bambino in cui non avverte l’intenzione di “fare il dispetto”), ma che va lasciato in pace quando mangia, che non deve essere svegliato bruscamente e che, quando una femmina ha i cuccioli, prima di toccarli bisogna ottenere il suo permesso. L’altra cosa che il bambino deve imparare subito è che un animale sconosciuto si tocca solo dopo aver chiesto il permesso al proprietario,inoltre, deve anche, da subito, imparare ad offrire all’animale sconosciuto la mano da annusare, col palmo aperto e avvicinandola adagio e dal basso verso l’alto, in modo che il gesto non sia interpretato come una minaccia.


    Quando si legge di cani che aggrediscono un bambino o, comunque, una persona conosciuta, si può essere quasi certi che nel comportamento dell’aggedito è intervenuto un fattore che l’animale ha interpretato come aggressivo. Ovviamente questo discorso va riferito ad animali “normali”, ossia non addestrati all’aggressività indiscriminata (molto spesso l’aggressione avviene da parte di cani mal addestrati alla difesa o alla guardia e dei quali il proprietario non è in grado di valutare la potenziale aggressività),. Va ricordato che il cane, fa la guardia spontaneamente, ma la sua aggressività latente si scatena solo se incoraggiata dal proprietario o dall’addestratore.
     
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    Cuccioli e bambini:
    a 6 mesi parlano
    la stessa lingua

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    Neonati interpreti d`eccezione. Fin dai primi mesi di vita i bambini riescono a riconoscere e a interagire con ciò che gli sta intorno: un nuovo studio condotto dai ricercatori statunitensi della Brigham Young University di Prov pubblicato su Developmental Psychology ha infatti dimostrato che i neonati sono in grado di comprendere l`atteggiamento ostile o amichevole dei cani dai diversi modi di abbaiare, pur non essendo mai venuti a contatto con l`animale.
    L`esperimento consisteva nel sottoporre a neonati di sei mesi due immagini di uno stesso cane prima fotografato in atteggiamento aggressivo, poi in atteggiamento amichevole. Ai bimbi sono poi stati fatti ascoltare file audio con le registrazioni di diversi modi di abbaiare del cane per vedere che tipo di reazione potessero scatenare. Dalla ricerca è emerso che i bambini erano capaci di associare i suoni che percepivano all`atteggiamento ritratto nella foto: "Abbiamo scelto i cani perché sono creature estremamente comunicative sia nella postura che nel modo di abbaiare", spiega Ross Flom, uno degli autori della ricerca.
    La ricerca, spiegano gli autori, dimostra quanto sia rapido l`apprendimento nei bambini sin dai primissimi mesi di vita. Il risultato di questo studio va a completarne un altro, condotto dalla stessa università, che dimostrava la capacità dei bambini di rilevare cambiamenti d`umore nella musica di Beethoven: "L`emozione - continua Flom - è una delle prime cose che utilizzano i bambini per la loro integrazione sociale nel mondo".
     
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    Rapporto tra bambini e animali



    Il rapporto tra bambini e animali è uno dei legami più belli e dolci che si possono creare. La scelta dell'animale da prendere si deve basare sulle caratteristiche caratteriali del bambino.


    I bambini e gli animai rappresentano uno dei legami più belli e dolci da vedere, lo sanno bene quei genitori che hanno scelto di tenere un casa un cucciolo di gatto o cane, un piccolo criceto, piuttosto che un semplice ma simpatico pesciolino rosso.
    Sicuramente in base al carattere del bambino sarà bene scegliere l’animale, infatti, ogni cucciolo, ha le sue esigenze, il suo modo di vivere, le sue abitudini; alcuni animali sono particolarmente esigenti, altri hanno poche necessità, altri ancora hanno bisogno di un contatto fisico costante, altri invece possono stare bene anche solo con poche carezze.


    Allergie
    La prima cosa da dire è che spesso si sente parlare di allergie legate al pelo o alla forfora di alcuni animali, tra questi i più inquisiti sono i cani e i gatti, dei quali anche la saliva darebbe a quanto pare qualche problema. C’è però da aggiungere un’altra ipotesi, secondo la quale molti bimbi, che fin dalla nascita crescono con un animale domestico, non manifestano alcun tipo di problema allergico, quasi che a vivere o meglio convivere dalla più tenera età, annullerebbe il problema dalla fonte.

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    Proviamo a vedere i principali animali domestici e a definire le probabili coppie.

    Il cane: è l’ideale per il bambino che sprizza energia da tutti i pori, la quale va canalizzata e spesso magari un pochino contenuta. In questo caso portare a spasso l’amico a quattro zampe, lo impegnerà a prendersi cura di un essere sensibile, amico e sincero, al quale dovrà dedicare una parte delle sue attenzioni della sua energia.
    Il gatto: è un animale, in realtà, non così poco socievole come spesso è descritto, o meglio molto dipende dalla razza, forse quelle meno altezzose (come quella europea) e un pochino più sempliciotte, sono le migliori per i bambini, perché spesso dimostrano un affetto davvero da fare invidia a un cane! Ad esempio le mie gatte, sono come due ombre, e in special modo, una delle due fa letteralmente da baby sitter, stando in camera con i bambini osservandoli con interesse mentre giocano o disegnano, e quando guardiamo la tv, lei si mette sdraiata sul divano con noi! Assolutamente terapeutica, viste le fusa felici che fa!
    Il pesciolino rosso: è quello che rispetto ad altri animali, ha meno pretese, va bene per i bambini riflessivi, pacifici, che si dilungano nelle osservazioni naturalistiche, perfette in questo anche le tartarughine. Il bambino in questo caso dovrà essere responsabilizzato a dare da mangiare, pulire la vaschetta e magari a renderla più ospitale aggiungendo graziose piantine o sassolini colorati.
    Il coniglietto: è tra gli animali quello più romantico e delicato, attenzione, infatti, a non strapazzarlo troppo, non è giocherellone come un cane o un gattino! Va accarezzato con delicatezza, ideale per i bambini che devono imparare a dosare la propria energia, a rispettare gli esserini indifesi.


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    Perché è importante il rapporto con un animale?
    Prima di tutto si tratta sempre e comunque di un rapporto il cui beneficio è duplice, sia per il bambino, sia per l’animale, quindi valevole in modo positivo per entrambi.
    Qualsiasi animale, permette al bambino di manifestare i propri sentimenti, anche quelli più nascosti, inconsci, ed è per questo altamente terapeutico, non è un caso il continuo nascere di centri in cui si impiegano degli animali per aiutare i bambini, anche quelli con ritardi mentali di varia entità, ad esempio i bambini down. Perfetti i cavalli, che con la loro grande sensibilità entrano in sintonia con le persone con qualche difficoltà e sembrano cogliere al volo le loro reali necessità.
    Gli animali aiutano il bambino a dare amore ma anche a riceverne, ecco perché dicevo che è un rapporto basato sulla reciprocità, sull’uguaglianza.

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    Un consiglio
    Solo un piccolo consiglio, i bambini che crescono con un animale sviluppano una naturale fiducia negli animali, anche quelli selvatici o randagi, ecco che il ruolo dei genitori è quello di controllare situazione per situazione, onde evitare che si creino delle situazioni magari anche pericolose, insegnando loro che non tutti gli animali sono come quelli di casa, quelli estranei prima bisogna cercare di conoscerli bene e poi magari si possono accarezzare.
     
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    Animali e bambini: l'importanza di avere un amico a quattro zampe

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    Un rapporto benefico


    Per cani, gatti e c. ospitati nelle nostre case la definizione di animali d'affezione - comprendendo in questa categoria quelle specie dotate di una certa capacità di dare e ricevere affetto - è divenuta all'inizio del terzo millennio per certi versi un po' troppo stretta: meglio si addice quella di animali familiari, in considerazione del fatto che ormai essi sono a pieno diritto considerati parte del nucleo familiare e come tali membri della famiglia a tutti gli effetti.
    La convivenza domestica con gli animali e la relazione che ne deriva ha dunque permesso agli studiosi, nell'ultimo decennio, di approfondire le implicazioni del legame bambino/animale e di comprenderne fino in fondo la valenza positiva.
    Le ricerche intraprese da psicologi infantili ed etologi hanno messo in luce come dal rapporto con un animale familiare scaturisca una serie di benefici sia per i bambini con problemi di tipo fisico o psichico che per quelli assolutamente normali.

    Scuola di vita


    Uno degli aspetti più importanti del rapporto tra il bambino e l'animale familiare è la carica emotiva di cui il legame è intessuto: come emerso dalle indagini effettuate in tal senso, nel caso in cui l'animale venga allontanato dal piccolo tale fonte di supporti emozionali esita nella maggior parte dei casi in una più o meno accentuata sindrome da privazione.
    Cani, gatti e c. permettono al bambino di prendere coscienza sia della propria essenza di essere vivente che dei propri doveri e responsabilità di essere umano: necessitano, infatti, di essere alimentati, accuditi, puliti, controllati e tenuti costantemente in osservazione.
    È una vera e propria scuola di vita, in quanto il bambino si rende conto, giorno dopo giorno, che anche l'animale, al pari suo, mangia, beve, dorme, sporca, gioca, obbedisce e disobbedisce.
    La lezione, però, può andare anche oltre: cani, gatti e c., infatti, nascono, si ammalano e muoiono: in altre parole, vivono.
    L'emozionalità del rapporto
    I sentimenti provati dal bambino nei confronti dell'animale sono per lo più animati da diverse componenti emotive, tra le quali prevale il bisogno di sentirsi considerato e amato, contrapposto a quello di possedere e possedere il proprio amico, anche fisicamente: ne deriva un'interdipendenza che permette al cucciolo d'uomo di stabilizzare i propri stati d'animo e, alla fin fine, il proprio subconscio.
    Tale atteggiamento, però, può portare a degli eccessi, che si scontrano con la soglia di tolleranza dell'animale, con il risultato di insegnare al piccolo a misurare i propri comportamenti e - in ultima analisi - a rispettare l'animale.
    Ne deriva, tuttavia, un ulteriore apprendimento psicologico, poiché l'animale, pur se timoroso o al limite aggressivo,
    non interrompe il rapporto con il bambino, dimostrandogli invece di essere costantemente disponibile, con il risultato di rassicurarlo e di consolidare in tal modo il legame medesimo.

    a cura di Piero M. Bianchi
     
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    bambiniecani

    Molti genitori pensano che l’arrivo di un bambino non sia compatibile con la presenza del nostro amico peloso, da qui affiorano mille dubbi e paure : <<e se facesse del male al bambino? E se lo contagiasse? >>

    Mille pensieri frullano nella nostra testa, ma perché solo pensieri negativi?

    Far crescere un bambino con un’animale domestico e farlo interagire con lui porta solo benefici nelle varie fasi di sviluppo del bambino.

    Sapete che gli animali d’affezione, e non solo, vengono coinvolti in una pratica terapeutica chiamata Pet Therapy? Serve per migliorare lo stato di salute di bambini e adulti con problemi psico –fisici.

    Certo bisogna insegnare a nostro figlio che l’animale non è un oggetto e che bisogna rispettarlo. Anche lui ama, soffre , si innervosisce, si incuriosisce e si dispera; insomma prova delle emozioni che vanno considerate.

    Per esempio se il cane sta mangiando non dobbiamo permettere al bambino di levargli la ciotola oppure se sta dormendo di tirargli la coda perché il cane potrebbe reagire. Per questo MAI lasciare nostro figlio(specialmente se molto piccolo) solo con il proprio animale domestico.

    gatto-e-bambino-300x194

    Perché pensare subito che la presenza del cane, del gatto o di qualunque animale domestico possa essere dannosa per la salute del nostro bambino?

    Se si rispettano delle elementari norme igieniche, se i nostri amici animali sono seguiti regolarmente dal veterinario e sottoposti alle normali profilassi vaccinali ed antiparassitarie, non sussistono pericoli.

    Se vostro figlio vi chiedesse con convinzione di prendere un cane, un gatto, una tartaruga o qualunque altro amico animale sappiate che, nonostante lui si dovrà impegnare a suo modo, sarete voi i veri responsabili della salute e della cura del cucciolo. E’ evidente che non si può pretendere che un bambino si faccia carico in tutto e per tutto del suo amico animale. Quindi pensateci bene, cercate di capire se è veramente voglia di vivere in compagnia di un animale o se è solo un capriccio, se così fosse meglio non prendere niente.

    Un’animale è un compagno di vita e non un giocattolo da buttare via.


     
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    caneebambino

    Primo amore? Un pets

    Quanti bambini sognano il gattino o il cagnolino? E quanti di questi riescono a realizzare il loro desiderio per poi ritrovarsi innamorati cotti del quadrupede, talmente cotti da ricordare oggi adulti quel primo incontro, il primo pets della nostra vita, tanto che alcuni psicologi ritengono quello il vero primo amore nella vita di un uomo.
    Il primo amore inoltre viene spesso seguito dal primo dolore, la scomparsa dell’animale di casa viene sempre vissuto come un dramma, ancora più grave dai bimbi, se ci pensate probabilmente ancora oggi vi vengono le lacrime agli occhi al solo ricordo. E ancora una volta l’importanza degli animali d’affezione nella vita degli esseri umani è confermata, non stupiamoci quindi se oggi molti psicologi si danno alla pet terapy, se molti anziani scelgono di vivere in compagnia di un cane o gatto. Ma se da un lato la loro importanza è stata ribadita in più occasioni dall’altro continuiamo con maltrattamenti ed abbandoni.
    Probabilmente gli animali d’affezione non avrebbero mai conosciuto abusi e maltrattamenti se non fossero entrati a contatto con l’uomo, famoso nella storia per la sua incapacità di rispettare l’altro, e la sua volontà di dominare, non bastano leggi a tutela nemmeno per proteggere i nostri bambini figuriamoci gli animali. Chi è il vero animale a questo punto?

     
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    amicizia sincera...
     
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    1-martapiodd3ii5



    Bambini e cuccioli di cane: le 5 regole d'oro


    cani_e_bambini_al_gioco

    Bambini e cani, si sa, sono amici per la pelle (e per il pelo). Spesso, però, i bambini pensano che il cucciolo sia un giocattolo con il quale giocare a proprio piacimento. Se sapete che i vostri figli sono molto esuberanti, considerate di prendere loro un nuovo ed eccitante gioco lo stesso giorno in cui portate a casa il cagnolino: magari si dedicheranno più al gioco e daranno il tempo a Fido di ambientarsi e prendere familiarità con la nuova casa.
    In ogni caso ci sono 5 regole d’oro da mettere bene in chiaro fin da subito, regole che vanno rispettate senz’alcuna deroga (o, se preferite, senza se e senza ma):
    il cucciolo non deve essere preso in braccio;
    il cucciolo non deve essere disturbato mentre dorme;
    non si deve urlare o saltellare intorno al cucciolo;
    non dargli da mangiare;

    non strattonare, trascinare e spingere il cane.
    Un’annotazione rivolta soprattutto alle mamme che ci leggono: fate osservare queste regole anche ai papà! Si sa che spesso noi maschietti diventiamo più scemotti dei bambini quando c’è un cucciolo (di cane o di gatto) in giro e quando c’è da osservare delle regole…



    Bambini e animali, migliori amici per sempre


    01_Gatto_e_bambino_sulla_sedia

    Un’immagine vale più di mille parole: si potranno scrivere testi lunghissimi sul rapporto tra animali e bambini, ma basta vedere una di queste foto di bimbi e bimbe con cani, gatti e pure con un maialino domestico perché un “oooohhhhh” scappi a tutti e nessuno metta in dubbio l’amicizia tra i cuccioli dell’uomo e quelli dei pet.
    Alcune foto sono veramente tenere (quella in cui il bimbo dorme sul cane che, a sua volta, ha il ciuccio in bocca), altre un po’ mi fanno preoccupare (il bimbo che guarda il gatto e non si sa chi sia più stralunato). Quale è la foto che vi piace di più?

    02_Bimbo_stralunato_guarda_un_gatto_stralunato


    03_Il_riposo_di_un_bimbo_su_un_maialino

    04_Bimbo_dorme_su_un_cane_che_ha_il_ciuccetto

    06_Gatto_dorme_su_una_bambina


    07_Bimbo_dorme_su_un_carlino

    08_Cane_usa_un_bambino_come_cuscino

    09_Cane_lecca_un_bambino

    10_Bimbo_e_cane_nella_stessa_posa

    11_Bimba_sul_divano_con_due_cani_grossi

    14_Bimbo_legge_mentre_e_seduto_su_un_cane

    15_Bimba_sul_divano_con_un_bel_cagnone

     
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    I cani sono gli animali più empatici?

    bambina-che-abbraccia-un-cane

    I cani sono gli animali in assoluto più empatici? Pare proprio di si, e a stabilirlo è uno studio inglese sul rapporto cane-uomo pubblicato di recente sulla rivista Animal Cognition. Chi ha un amico a 4 zampe sa bene cosa è in grado di dare e forse non si meraviglia più di tanto.


    Secondo la ricerca, condotta dalla University of London Goldsmith College, fido è ipersensibile alle emozioni umane, ed è realmente capace di avvertire se il suo amico a 2 zampe è angosciato da qualcosa o è triste.

    Come ha spiegato Deborah Custance, una delle ricercatrici:

    Dai nostri test effettuati con esemplari di diverse razze ed età emerge che i cani hanno una marcata propensione a registrare la tristezza nei padroni e a offrire per istinto conforto e vicinanza. In pratica si preoccupano per le persone attraverso una corrispondenza empatica che gli permette di avvertire le sensazioni provate dal padrone e a reagire di conseguenza. I risultati dimostrano, inoltre, che i cani sono molto attenti a comprendere le emozioni dei padroni. Ad esempio, reagiscono subito quando avvertono il pianto e il dolore di una persona.

    I nostri amici a 4 zampe sono creature straordinarie e di certo non avevamo bisogno di una studio scientifico per saperlo, ma questo vale soprattutto per chi ha la fortuna di condividere la vita con un cane, mentre non è così ovvio e scontato per chi, per necessità o per volontà, non ha un cucciolone che gironzola per casa. Del resto, già un precedente studio, sempre pubblicato sulla rivista Animal Cognition, aveva dimostrato come il cane sia contagiato dallo sbadiglio del proprietario.

    Nei momenti belli o brutti, i nostri fedeli compagni a 4 zampe sono sempre pronti a condividere le emozioni che proviamo, e a non abbandonarci mai, anche nei momenti più estremi, come dimostrano le tante storie di coraggio e di eroismo che li vedono protagonisti, come il cane che ha salvato un intero condominio dall’incendio o i cani bagnino, solo per fare qualche esempio.

     
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