FRANK CAPRA

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    FRANK CAPRA

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    Frank Russell Capra, nato Francesco Rosario Capra (Bisacquino, 18 maggio 1897 – La Quinta, 3 settembre 1991), è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, di origine italiana.
    È stato uno dei registi più importanti dell'epoca d'oro di Hollywood, fra gli anni trenta e gli anni quaranta, autore di alcuni film memorabili, commedie e apologhi morali, caratterizzati da un ottimismo utopistico, consolatorio, ma non banale, capaci di divertire ed insieme commuovere il pubblico.
    Esempio perfetto del self made man, umile emigrante diventato celebrità internazionale, «un'ispirazione per chi crede nel Sogno americano» (John Ford),è stato il massimo cantore dell'american way of life, ma anche un vero e proprio "mythmaker", perché con il suo cinema non ha solo interpretato e rappresentato lo spirito dei tempi, ma ha anche contribuito in maniera determinante a produrre e plasmare una mitologia sociale, un immaginario collettivo popolare: in questo senso, l'artista del Novecento a lui più vicino è Walt Disney.
    Fra le sue inimitabili commedie, si ricordano in particolare l'"on the road" Accadde una notte (It Happened One Night) (1934), la "trilogia sociale" È arrivata la felicità (Mr. Deeds Goes to Town) (1936), Mr. Smith va a Washington (Mr. Smith Goes to Washington) (1939), Arriva John Doe (Meet John Doe) (1941) e la «favola natalizia per eccellenza» La vita è meravigliosa (It's a Wonderful Life) (1946).


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    biografia


    « Fra tanti film che ha fatto, la storia più bella è quella della sua vita. Piena di alti e di bassi, su e giù come le montagne russe. Una vita incredibile. Poteva succedere solo in America. »
    (James Stewart nel 1982, alla serata in onore di Frank Capra organizzata dall'American Film Institute)
    Emigra con la famiglia, a soli sei anni, dalla natia Sicilia a Los Angeles. Compie studi di ingegneria chimica al Throop Institute (futuro California Institute of Technology). L'incontro con il mondo del cinema è piuttosto fortuito. Nel 1922, a San Francisco, dopo aver compiuto limitate esperienze di aiuto-regia non accreditate, si propone come regista a Walter Montague, produttore dei Fireside Studios, e dirige il cortometraggio Fultah Fisher's Boarding House.
    1922-1926 L'apprendistato di un mestiere
    Negli anni successivi ricopre il ruolo di tuttofare del set ("jack-of-all-the-trades"), svolgendo gli incarichi più diversi (impiegato in un laboratorio di sviluppo e stampa, montatore, trovarobe), fino a diventare "gag writer" e sceneggiatore, per la serie comica Our Gang, prodotta da Hal Roach. Comincia la propria formazione come regista con Mack Sennett, alla Keystone, quindi lavora alla First National con il comico Harry Langdon, per il quale dirige La grande sparata, la sua prima regia di un lungometraggio, e Le sue ultime mutandine. Si tratta di un sodalizio professionale proficuo, ma di breve durata, a causa di divergenze artistiche e ambizioni personali: Capra vorrebbe che il personaggio interpretato da Langdon restasse, come in questi primi film, un eterno ragazzo (prototipo di quella che sarà poi la "maschera" ricorrente dei film maggiori del regista, il Mr. Deeds o Smith di turno), Langdon punta invece ad evolvere verso una comicità anarchica sul genere di W.C. Fields e, convinto di poter competere allo stesso livello dei già affermati Chaplin e Keaton, pensa di poter fare a meno di Capra e dirigersi da solo. In realtà, per lui l'apice della carriera è già stato raggiunto e lo attendono solo insuccessi e declino.

    927-1928 L'arrivo alla Columbia e i b-movies
    Dopo aver girato un ultimo film per la First National, For the Love of Mike, Capra approda alla Columbia ed è un incontro perfetto, destinato a lasciare il segno nella storia del cinema. Entrambe le parti ne ricavano la massima soddisfazione: la Columbia, in cerca di affermazione su un mercato dominato dalle "Big Five" (MGM, Warner Bros, Paramount, 20th Century Fox, RKO), concede a Capra, in cerca di una legittimazione professionale, un'autonomia impossibile da ottenere in una delle majors, e ne ottiene una serie di film che costano poco (con l'unica eccezione dell'esotico Orizzonte perduto, dal budget superiore ai 2 milioni di dollari) e rendono molto e sono fra i maggiori successi cinematografici degli anni trenta; Capra può raggiungere la piena maturità registica e poi conquistare la fama e la consacrazione definitiva, rappresentata dai tre Premi Oscar al miglior regista nel giro di cinque anni (1935, 1937, 1939).
    L'avvento del sonoro
    Il cantante di jazz, uscito nelle sale nell'ottobre del 1927, segna l'inizio di un passaggio epocale per il cinema. Una così radicale evoluzione di un mezzo espressivo dall'ancor breve storia, in casuale concomitanza con l'avvento della grande Crisi, fa molte vittime fra i protagonisti del cinema delle origini, travolti dall'inarrestabile progresso tecnologico, mentre per Frank Capra, all'epoca non ancora maturo né affermato, si rivela una grande occasione per dimostrare le proprie capacità registiche. Così scriverà poi nella sua autobiografia: «Il sonoro non mi spaventava, soprattutto perché, paradossalmente, quello che conosci bene non ti spaventa, ma non ti può spaventare neanche quello che non conosci per niente».

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    Prima di arrivare a quel punto, però, Capra percorre il suo cursus honorum hollywoodiano, una tappa alla volta. Dopo le comiche seriali, è la volta dei b-movie (in senso produttivo, non qualitativo). Fra il 1927 e il 1928 gira addirittura sette film (da That Certain Thing a The Power of the Press), a ritmo serratissimo (sei settimane per ogni film: due per scriverlo, due per girarlo e due per montarlo), acquisendo in questo modo l'abitudine all'assoluto rispetto dei tempi e budget a disposizione: «lavorare con poco, e il rapporto con la gente, mi hanno fatto crescere. Se hai tutto, è facile. Ma se hai poco, è una lezione di vita. Nessuno dei miei film ha superato il budget previsto. Perché ero abituato al poco».
    Gira una trilogia d'avventura incentrata sul progresso tecnologico, Femmine del mare (1928), Diavoli volanti (1929) e Dirigibile (1931), tre variazioni sullo stesso tema (un'amicizia maschile messa in crisi dall'elemento femminile, un evento catastrofico legato di volta in volta ad un mezzo della modernità), con la stessa coppia di personaggi e interpreti (il giovane Ralph Graves e il maturo Jack Holt).
    Il primo esperimento con il sonoro è l'ibrido La nuova generazione (1929), saga familiare ambientata nel Lower East Side di New York, con alcune parti mute, altre con sonoro in presa diretta o post-sonorizzate, mentre il primo film sonoro a tutti gli effetti è la modesta detective story L'affare Donovan (1929).

    [modifica] Gli anni trenta e la consacrazione

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    Accadde una notte, il film della consacrazione
    Dopo aver realizzato gli apprezzati La follia della metropoli (1932) e Signora per un giorno (1933), il secondo dei quali gli vale la prima nomination all'Oscar come migliore regista, il 1934 segna la svolta decisiva della sua carriera: Accadde una notte, uno dei prototipi della screwball comedy, si rivela uno straordinario, inaspettato successo, è il primo film a conquistare i cinque Oscar maggiori (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attore protagonista e miglior attrice protagonista) e lo trasforma in uno dei registi più importanti di Hollywood.
    È l'inizio di un periodo d'oro per Capra, che nei suoi film riesce a rappresentare come nessun altro quel complicato decennio caratterizzato dalla Grande Crisi, ma anche dal New Deal di Franklin D. Roosevelt, vissuto dalla gente con disperazione ma anche speranza, fra conflitti e solidarietà, e riesce a raggiungere il cuore del pubblico. I cinque film girati tra il 1936 e il 1941, da È arrivata la felicità a Arriva John Doe, ottengono complessivamente trentuno nomination e sei premi Oscar e sono regolarmente dei successi commerciali: Mr. Smith va a Washington (1939), per esempio, è il secondo incasso dell'anno negli Stati Uniti.
    La posizione di rilievo raggiunta nell'ambiente cinematografico americano è testimoniata anche dal riconoscimento ottenuto all'interno delle associazioni di categoria: ricopre la carica di presidente della Motion Picture Academy dal 1935 al 1939, mentre dal 1939 al 1941 quella della Screen Directors Guild. In questa seconda veste guida le rivendicazioni dei registi, per il riconoscimento del loro ruolo centrale nel processo produttivo. In una lettera aperta al New York Times, scrive che «il 90 per cento non ha voce in capitolo né sul soggetto, né sul montaggio» e che solo una mezza dozzina hanno una vera autonomia. La minaccia di sciopero da parte dei registi ottiene solo di sancire informalmente l'esistenza di un gruppo di "privilegiati" registi-produttori limitato ad una trentina di nomi illustri (DeMille, Lubitsch, Vidor, Ford, Hawks, Cukor, ecc.).
    All'inizio del nuovo decennio, la "piccola" Columbia appare ormai non più all'altezza delle ambizioni di Capra che, a partire da Arriva John Doe, sperimenta la produzione indipendente: insieme a Robert Riskin, suo sceneggiatore di fiducia, fonda la Frank Capra Productions e stringe un accordo per la distribuzione del film con la Warner Bros.


    Poetica

    Ad una prima lettura, i film di Capra sono apologhi ottimisti, che trovano la loro massima espressione in La vita è meravigliosa, ma non si può ridurre il loro senso alla retorica "populista" della commedia a rigoroso lieto fine. Se si va oltre una visione ovvia, superficiale, traspare un mondo più conflittuale, meno rassicurante. Sono messi in scena drammi individuali, familiari e sociali, che non possono essere cancellati dal sorriso o dalla lacrima finali.
    Lo schema narrativo tipico di questi film prevede un andamento ascendente, poi a tre quarti circa della durata un picco drammatico negativo, necessario per potere avere infine il ribaltamento che porti ad una conclusione positiva. Il dramma è completamente funzionale alla risoluzione finale, ma non ne viene comunque cancellato: malgrado gli happy endings, richiesti più dalle citate convenzioni narrative che dal censorio codice Hays, traspare spesso quindi un pessimismo di fondo.
    Pur realizzando delle fiabe moderne, anche con elementi fantastici, Capra è mosso costantemente dall'intento di riprodurre la realtà contemporanea, non di crearne una fantastica, per permettere al pubblico di identificarsi nei personaggi e nelle storie.
    « La gente che va al cinema non si siede davanti a uno schermo, ma davanti a situazioni e a gente reale. »
    Si tratta di un realismo spontaneo, non intellettuale, che fa critica sociale, ma in modo del tutto generico e superficiale, denunciando corruzione e malvagità di singoli individui, ma senza approfondirne davvero le cause.
    Per arrivare al pubblico, la via migliore è quella della commedia, perché «quando la gente si diverte, è più disponibile, crede in te. Non puoi ridere con qualcuno che non ti piace. E quando ridono, cadono le difese, e allora cominciano ad essere interessati a quello che hai da dire, al "messaggio".» Capra comunque rifugge le ideologie, il suo messaggio è semplice, essenziale:
    « Credo che sia questo: tutti, uomini e donne, devono essere liberi. E uguali e importanti in quello che sanno e possono fare.»
    « sono per la libertà della mente. Niente re né milionari, ma io, te, gli altri. »
    "American Way of Life"
    Difficile poter dire se nasca prima l'immaginario collettivo popolare o i film "populisti" di Capra: il regista si limita a riprodurre e mostrare su grande schermo le immagini e i miti della quotidiana vita piccolo-borghese americana, o dà concretezza ai desideri e alle aspirazioni dell'uomo comune, registra e rappresenta o anticipa e produce la realtà?
    Esemplare in questo senso la leggenda urbana riguardo al crollo delle vendite di biancheria intima maschile in seguito alla scena di Accadde una notte in cui Clark Gable si spoglia rivelando di non indossare la canottiera (rappresentando probabilmente una realtà di fatto, non causandola).
    In ogni caso, quel che è certo è che il cinema di Capra appartiene al patrimonio condiviso della cultura statunitense ed occidentale. Nel suo Romantic Comedy in Hollywood. From Lubitsch to Sturges, James Harvey scrive che Capra, «in molti modi profondi, è nel passato di ciascuno di noi».
    Principali collaboratori

    I migliori risultati della carriera di Capra sono frutto del lavoro coordinato di un gruppo ben assortito di professionisti ai vertici dei rispettivi settori di competenza: lo sceneggiatore Robert Riskin, il direttore della fotografia Joseph Walker, gli attori Barbara Stanwyck, Gary Cooper, James Stewart, Jean Arthur.
    Sceneggiatura
    « io dovevo vedere il film, non importa chi lo avesse scritto. Ho avuto molti sceneggiatori oltre a Riskin, ma i film sono uguali. La sceneggiatura doveva passare da me, dentro di me. E poi, ci può essere un solo capitano in una nave… »
    Se Jo Swerling è lo sceneggiatore di fiducia di Capra nei suoi primi anni alla Columbia, da Femmine di lusso a Proibito, a firmare i film migliori e più celebri di Capra, quelli del "periodo d'oro" degli anni trenta, è Robert Riskin. Si tratta di un sodalizio professionale fortunatissimo, che ha inizio con La donna del miracolo, adattamento di un testo teatrale di Riskin, e prosegue per il resto della loro carriera, fino alla morte dello sceneggiatore nel 1955. È una collaborazione di così assoluta sintonia intellettuale che è impossibile capire in che misura l'uno abbia influenzato l'altro e viceversa. I detrattori di Capra hanno voluto sottolineare l'importanza di Riskin, in particolare il critico Joseph McBride, in un'impietosa biografia pubblicata solo dopo la morte del regista, ha sostenuto che lo sceneggiatore vada considerato il vero autore del cinema di Capra, il quale invece non ne avrebbe adeguatamente riconosciuto e anzi sminuito l'importanza, nella propria autobiografia.
    [modifica] Direttore della fotografia
    « Non ci potrebbe essere film senza direttore della fotografia. Il direttore della fotografia è un vero artista, cui si dovrebbe dare più importanza che in passato. È colui che si sforza costantemente di sviluppare un più efficiente apparato tecnico, è una splendida appendice del regista. »
    Se Robert Riskin è il "secondo cervello" di Capra, Joseph Walker è l'"occhio", lo sguardo sul mondo attraverso l'obiettivo della macchina da presa. È una collaborazione che dura due decenni e venti film, da That Certain Thing fino a La vita è meravigliosa, con un'interruzione a fine anni trenta causata dalla rottura di Capra con la Columbia. A partire dagli anni cinquanta Walker si dedicherà con successo alla televisione, diventando uno dei migliori tecnici in circolazione (e inventando, fra l'altro, le prime lenti zoom).
    Al suo fedele collaboratore, a cui è accomunato dalla formazione tecnica, Capra non chiede effetti artistici e tocchi d'autore, ma una fotografia discreta, capace di annullarsi, come la regia, a favore della narrazione: «La fotografia più bella è quella che non richiama l'attenzione su se stessa. Una platea non dovrebbe mai accorgersi che un film è stato diretto da un regista e che è stato fotografato da un direttore della fotografia». Lo stile deve quindi sacrificarsi alla funzionalità del plot.
    Interpreti
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    « gli attori sono abituati a imparare a memoria Subito si creano un personaggio, se lo ritagliano addosso e diventa difficile cambiare quel modello. È meglio non avere nessun copione, e non dire niente fino al giorno delle riprese. Solo allora gli attori leggono le battute, insieme ad alta voce, si discute alla fine diventano persone vere, non attori. Ogni tanto gli attori si ribellavano. Avevano paura di me, ma alla fine, visti i risultati, si rilassavano. Erano diventati persone, non personaggi.»

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    L'ottimismo di Capra: considerazioni critiche

    Frank Capra, malgrado il successo popolare dei suoi film (o proprio a causa di questo), ha sempre avuto una buona schiera di detrattori, che ne hanno criticato il populismo, lo stucchevole ottimismo, la demagogia paternalistica, il democraticismo superficiale tendente ad un atteggiamento reazionario e hanno coniato per il suo cinema il termine "capracorn", in senso dispregiativo. È stato a lungo snobbato dai teorici dell'"autorialità" ed escluso dal novero dei grandi.
    Non ha aiutato il fatto che lo stesso Capra accreditasse una lettura conservatrice del suo cinema e della sua vita, recitando un ruolo volutamente naif e legittimando una visione qualunquista dei suoi film, basati sui buoni sentimenti e sulla semplicità. E non è un caso che il presidente repubblicano Ronald Reagan citasse il discorso di È arrivata la felicità per spiegare alla gente il suo programma economico.
    Secondo altri critici l'ottimismo di Capra, a una lettura più profonda, ha invece risvolti più disincantati e amari. A ben guardare i suoi happy-ending hanno sempre una facilità troppo ovvia, quasi banale tanto da sembrare ambigui e posticci, come se fosse una scusa per coprire una realtà ben più amara. Le sue storie sono infatti pessimiste fino all'ultima sequenza, quando improvvisamente e senza una logica apparente le cose si capovolgono, in maniera poco verosimile e quasi miracolosa. In Mr Smith va a Washington ad esempio una banda di politici corrotti, contro la quale ha lottato per tutto il film il protagonista, sembra avera la meglio finché sul finale il capo dei truffatori non decide di confessare spontaneamente le sue colpe. Lo spettatore può scegliere: credere al finale e continuare a sognare, oppure ripensare a come le cose vanno realmente nella realtà, pur con la speranza però che la realtà possa cambiare.
    La considerazione critica dell'opera di Capra quindi è cambiata a cominciare dai primi anni ottanta, con una serie di studi che ne hanno recuperato e riletto l'opera e soprattutto con il premio speciale alla carriera dell'American Film Institute.
    ] Influenze sul cinema successivo


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    La stella di Frank Capra sulla Hollywood Walk of Fame
    Il cinema di Capra ha inciso così profondamente nell'immaginario collettivo, non solo americano, che di fatto è patrimonio condiviso di qualsiasi cineasta. Qui ci limitiamo a citare quei film che ne richiamano esplicitamente temi e forme.
    La commedia fantastica degli anni ottanta mostra echi del cinema di Capra, è il caso di Gremlins (1984) di Joe Dante o Ritorno al futuro (1985) di Robert Zemeckis, ma anche di quelle commedie che mettono in scena il mondo della finanza, Una poltrona per due (1983) di John Landis o I soldi degli altri (1991) di Norman Jewison. Un'altra opera di quegli anni «alla quale non è estranea la lezione di Frank Capra» è Tucker, un uomo e il suo sogno di Francis Ford Coppola, il quale aveva offerto invano proprio a Capra di ricoprire il ruolo di produttore esecutivo.
    C'è stato poi un curioso revival a metà degli anni novanta: Eroe per caso (1992) di Stephen Frears, Dave - Presidente per un giorno (1993) di Ivan Reitman, Mister Hula Hoop (1994) di Joel Coen, Forrest Gump (1994) di Robert Zemeckis, Può succedere anche a te (1994) di Andrew Bergman.
    Negli anni duemila è stato realizzato un esplicito remake di È arrivata la felicità, Mr. Deeds (2002).


    filmografia



    La grande sparata (The Strong Man) (1926)
    Le sue ultime mutandine (Long Pants) (1927)
    For the Love of Mike (1927)
    That Certain Thing (1928)
    So This Is Love? (1928)
    Il teatro di Minnie (The Matinée Idol) (1928)
    The Way of the Strong (1928)
    Say It with Sables (1928)
    Femmine del mare (Submarine) (1928)
    The Power of the Press (1928)
    La nuova generazione (The Younger Generation) (1929)
    L'affare Donovan (The Donovan Affair) (1929)
    Diavoli volanti (Flight) (1929)
    Femmine di lusso (Ladies of Leisure) (1930)
    Luci del circo (Rain or Shine) (1930)
    Dirigibile (Dirigible) (1931)
    La donna del miracolo (The Miracle Woman) (1931)
    La donna di platino (Platinum Blonde) (1931)
    Proibito (Forbidden) (1932)
    La follia della metropoli (American Madness) (1932)
    L'amaro tè del generale Yen (The Bitter Tea of General Yen) (1933)
    Signora per un giorno (Lady for a Day) (1933)
    Accadde una notte (It Happened One Night) (1934)
    Strettamente confidenziale (Broadway Bill) (1934)
    È arrivata la felicità (Mr. Deeds Goes to Town) (1936)
    Orizzonte perduto (Lost Horizon) (1937)
    L'eterna illusione (You Can't Take It with You) (1938)
    Mr. Smith va a Washington (Mr. Smith Goes to Washington) (1939)
    Arriva John Doe (Meet John Doe) (1941)
    Why We Fight (1942-1945)
    Arsenico e vecchi merletti (Arsenic and Old Lace) (1944)
    La vita è meravigliosa (It's a Wonderful Life) (1946)
    Lo stato dell'Unione (State of the Union) (1948)
    La gioia della vita (Riding High) (1950)
    È arrivato lo sposo (Here Comes the Groom) (1951)
    Un uomo da vendere (A Hole in the Head) (1959)
    Angeli con la pistola (Pocketful of Miracles) (1961)
     
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  2. Silvia Ozenda
     
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    Bellissimo articolo molto interessante, di recente per l'università sto scrivendo una tesina per un esame di storia del cinema posso chiederti dove hai trovato questo materiale e le fonti che hai utilizzato per scriverlo? mi sarebbe di grande aiuto grazie mille :)
     
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  3. gheagabry
     
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    CITAZIONE (Silvia Ozenda @ 6/8/2015, 15:14) 
    Bellissimo articolo molto interessante, di recente per l'università sto scrivendo una tesina per un esame di storia del cinema posso chiederti dove hai trovato questo materiale e le fonti che hai utilizzato per scriverlo? mi sarebbe di grande aiuto grazie mille :)

    questo è indirizzo https://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Capra ma ti consiglierei una ricerca nel web si trovano molte cose interessanti
     
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2 replies since 13/3/2011, 21:32   421 views
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