Quando e' l'ora di fare la nanna....

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    Bimbi fate la nanna: aiuta a sviluppare le abilità cerebrali


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    Cari mamma e papà, stasera mettete a nanna il vostro pargolo senza indugio: il sonno notturno è fondamentale per lo sviluppo del suo cervello e in particolare ha un effetto benefico sulle funzioni esecutive, quali l’abilità di controllare gli impulsi, di ricordare le cose e di mostrare flessibilità mentale. Insomma stimola le capacità organizzative della mente di vostro figlio.

    Il fatto che il libro del pediatra spagnolo Eduard Estivill “Fate la nanna” sia un best seller internazionale fa capire quanto il problema del sonno dei bambini sia sentito dai genitori. In genere applicando il metodo suggerito dal libro molte mamme sono attanagliate dal senso di colpa e crollano a migliaia di fronte al pianto straziante del bebè che proprio non ne vuole sapere di imparare a dormire.

    Non so se il metodo sia consigliabile, se ne discute molto anche su internet, ma di sicuro sarebbe importante ottenere il risultato che Estivill promette: far dormire il bambino nelle ore notturne. I pisolini durante il giorno, infatti, non possono sostituire una buona notte di sonno. Secondo i risultati di uno studio longitudinale condotto da ricercatori dell’Università di Montreal e dell’Università del Minnesota, e appena pubblicato sulla rivista Child Development, nei bambini tra un anno e un anno e mezzo le ore di sonno accumulate durante la notte sono preziose e insostituibili per lo sviluppo di alcune facoltà cerebrali cruciali.







    Cosa leggere ai bambini prima della nanna?
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    Esistono libretti di plastica, detti “da bagnetto”, con brevissime frasi. Altri che sembrano cubi da costruzione, tanto le pagine sono spesse e indistruttibili. Altri “tattili”, con ciuffetti di peluche o applicazioni di morbida gomma e altri che suonano. Sono le letture per piccolissimi il primo, fondamentale approccio alla lettura, che non è mai troppo preso per proporre. Anche se il bambino ha solo 6 mesi infatti a questa età la lettura non ha la finalità di comprendere e riconoscere le singole lettere o le parole, quanto di cominciare a trarre un senso dalle immagini.
    Molto raccomandabili sono i libri con le filastrocche, che hanno due elementi importanti: la rima e il ritmo. Il bambino è affascinato dalle parole di una filastrocca, dall’accento che rimbalza sulle lettere finali della strofa e suggerisce il movimento. Spesso, le rime dicono di toccare parti del corpo, di sorridere o mimare: si stabilisce un contatto fisico tra adulto e bambino attraverso la voce e il tocco sul corpo.
    Queste rime-gioco sono anche le prime brevi storie che il bambino impara a memoria, in modo inconsapevole. La finalità e il piacere consistono non tanto nel ripetere ciò che gli è stato insegnato, bensì nella capacità di anticipare suoni e gesti. Questo sarà evidente dall’attenzione che il bambino pone e dai sorrisi che si stampano sul suo viso.
    I libri per bambini oltre a comunicare per immagini, comunicano attraverso il modificarsi della voce del lettore. La voce diviene strumento importante per far intuire e vivere ai piccoli ascoltatori, situazioni, paesaggi, personaggi che caratterizzano la storia. La voce proviene, oltre che da un luogo fisico, anche da un luogo psichico, dove è depositata la parte più autentica di noi che può mostrarsi attraverso variazioni di timbri, pause, toni alti o bassi.
    Anche se il bambino non capisce il significato delle parole, la lettura gli procura un intenso piacere, che deriva dalla percezione del ritmo della lingua e dall’effetto consolatorio della voce, che gli comunica in modo forte la presenza del genitore e gli conferma di essere amato. La voce del genitore è un elemento fondamentale del rapporto affettivo. Ascoltarla durante una lettura favorisce la condivisione di momenti intensi di emozioni e divertimento che saranno indimenticabili.
     
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    NINNA NANNA





    GIP GIP BEL CAVALLIN

    (si ripete all'infinito con il bimbo seduto sulle ginocchia)
    Gip gip bel cavallin
    gip gip signore
    quanto ci vuol per la città
    un paio d'ore.

    Gip gip bel cavallin
    gip gip signore
    quando a casa tornerem
    tra un paio d'ore.

    (ricevuta da Marinella)


    C'ERA UNA VOLTA UN RE

    (si ripete all'infinito)
    C'era una volta un re
    seduto sul sofà
    che disse alla sua serva:
    raccontami una storia;
    e la serva incominciò:
    "c'era una volta un re..........

    (ricevuta da Marinella)


    NINNA NANNA DEGLI ANIMALETTI
    RIT.
    Dorme ogni bimbo di questo mondo
    sogna di fare un bel girotondo
    insieme a tutti gli animaletti
    il più bel sogno farà.

    Adesso è tardi chiudono gli occhi
    marmotte e ghiri e orsacchiotti
    dorme il leprotto nella sua tana
    e il pesciolino nella fontana
    dorme tranquillo l’elefantino
    e la scimmiotta col suo piccino
    sogna una rana là nello stagno
    e dentro un buco riposa un ragno.

    RIT.

    Un asinello dentro la stalla
    Sogna di essere una farfalla
    E la gazzella dorme beata
    Sotto una stella si è addormentata.
    Dorme felice la formichina
    E lo scoiattolo con la mammina
    I coniglietti fanno la nanna
    Ormai nessuno li sveglierà.

    RIT.

    Dormono i grandi coi cuccioletti
    E le balene coi gamberetti
    Fanno la nanna pure gli struzzi
    E in fondo al mare tutti i merluzzi.
    La luna guarda le lumachine
    Tutte chiuse nella casina
    Sotto la pianta di una lattuga
    Dorme profondo la tartaruga.

    RIT.

    (ricevuta da Katia)


    DORMI MIA BELLA DORMI

    Dormi mia bella dormi,
    dormi e fai la nanna
    quando sarai tu mamma
    non dormirai così.
    Dormi mia bella dormi,
    dormi su quei cuscini
    quando avrai bambini
    non dormirai così.

    (ricevuta da Paola)


    CARO GESU' BAMBINO

    Caro Gesù Bambino,
    tu che sei tanto buono,
    fammi questo piacere,
    lascia una volta il cielo e vieni a giocar,
    a giocare con me.

    Lo sai che il babbo è povero
    ed io non ho giocattoli,
    sono un bambino buono,
    come pretendi tu.

    Lo sai però, se vieni,
    noi ci divertiremo,
    anche senza balocchi,
    caro bambin Gesù.

    (ricevuta da Nadia)


    NINNA NANNA NINNA'

    Ninna nanna ninnà
    mio bel bambino
    se dormi cucirò un camiciolino.
    Lo cucirò col fil celeste e rosa
    per regalarlo in dono alla tua sposa.

    (ricevuta da Maria Luisa)


    NINNA NANNA

    Dormi, dormi e fai la nanna,
    dormi bimbo della mamma,
    il tuo sonno sia sereno,
    dormi, dormi un sonno pieno
    di bellissime visioni:
    fate, angeli e canzoni;
    sogna poi luoghi incantati,
    gnomi e cavallini alati,
    maghi, principi e regine,
    tante musiche divine,
    ti risvegli dolcemente
    la tua mamma sorridente.

    (di Teresa)


    NINNA NANNA

    Ninna nanna ninna nanna
    dorme il bimbo della mamma,
    della mamma e della nonna
    del papà quando ritorna.

    (ricevuta da Giorgia)
     
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    Una ninna nanna è una poesiola o una cantilena che si può recitare oppure si può cantare secondo classiche, dolci melodie.
    La ninna nanna ha radici molto lontane (leggendo troverete spesso concetti legati alla civiltà contadina e alcune parole non più di uso comune) ed è nata dall'esigenza di fare addormentare i bambini. Essendo di origine popolare, della stessa ninna nanna esistono varianti legate alle diverse regioni in cui si sono diffuse.
    Dicendo o cantando una ninna nanna la mamma esprimeva concetti delicati per aiutare nel bambino un sonno sereno, manifestando così anche i suoi sentimenti di affetto e di amore per lui.
    In questa pagina trovate ninne nanne famose e altre forse meno conosciute; c'e' anche una poesia di Giovanni Pascoli.




    MI HA FATTO LA MIA MAMMA

    Persone male informate
    o più bugiarde del diavolo
    dicono che tu sei nato
    sotto una foglia di cavolo

    Altri maligni invece
    sostengono senza vergogna
    tu sei venuto al mondo
    a bordo di una cicogna

    Se mamma ti ha comperato
    come taluni pretendono
    dimmi dov'è il negozio
    dove i bambini si vendono

    Tali notizie sono prive di fondamento
    ti ha fatto la tua mamma
    e devi esser contento

    (ricevuta da Laura)


    NINNA NANNA

    Ninna nanna, ninna oh!
    Su piccino dormi un po'.
    Nella culla in cima ai rami
    Dormirai fino a domani.
    Un gran vento poi soffiò
    culla e bimbo giù buttò.
    Ninna nanna, ninna oh,
    Ma la mamma lo salvò.

    (torna alla pagina dei visitatori)


    LA CANZONE DELLA NINNA NANNA

    Ninna nanna, ninna nanna,
    ninna nanna, ninna o'.

    Ninna nanna, riso riso,
    come splende il tuo bel viso.
    Dormi, dormi bel bambino
    che il tuo angelo è vicino.
    L'angel tuo si chiama mamma
    che ti canta ninna nanna.

    Ninna nanna, ninna nanna,
    ninna nanna, ninna o'.

    Dormi, dormi. Vieni sonno.
    La tua culla è tutto il mondo.
    La tua culla è nel mio cuore,
    te la dò piena d'amore.
    Dormi e sogna il cielo e il mare,
    sogna me che sto a cantare.

    Ninna nanna, ninna nanna,
    ninna nanna, ninna o'.

    Sogna i prati, i fiori e il vento.
    Sogna te che sei contento.
    Sogna rondini a volare,
    tante stelle da guardare.
    Dormi, dormi amore mio.
    Se non dormi dormo io.

    Ninna nanna, nanna nanna,
    dormi amor della tua mamma.

    Dormi, dormi anima mia,
    il tuo sonno è per la via,
    con il mio vanno a braccetto,
    sono insieme da un bel pezzo.
    Dormi e sogna la tua mamma
    che ti canta ninna nanna.

    Dormi, dormi angelo mio
    che con te dormo già anch'io.

    Dormo e sogno la mia mamma
    che mi canta ninna nanna.
    Ninna ninna, nanna nanna,
    s'addormenta la tua mamma...
    ninna nannna, ...nanna ninna....
    nannna....ninna...ninna o'...

    (di Lido)


    NINNA NANNA

    Ninna nanna, ninna oh
    questa bimba a chi la do?
    La darò alla sua mamma
    che le canta "ninna nanna"
    La darò al suo papà
    che tanti baci le darà,
    la darò alla nonnina
    che le canta una canzoncina.
    Ninna nanna ninna oh,
    questa bimba a chi la do?

    (di Sabina)


    ULA ULA ULA

    Ula ula ula
    è sera e stanchi siam
    ula ula ula
    doman lieti sarem
    ula ula ula
    tra poco dormirem
    per tutta la notte noi ci riposerem
    ula ula ula
    il branco dorme già
    ula ula ula
    la giungla tacerà
    ula ula ula
    Gesù benedirà
    questa nostra tana e ci sorriderà

    (ricevuta da Cecilia)


    DORMI ALICE

    Dormi dolce Alice, dormi e sei felice,
    fai dei sogni belli pieni di castelli,
    di castelli in aria e Alice fa la nanna.

    Dormi Alice bella, vola su una stella
    su nel cielo blu, ma poi dopo torna giù,
    giù dalla tua mamma e Alice fa la nanna.
     
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    NANNA OH

    Nanna oh, nanna oh,
    il mio bambino a chi lo do:
    la darò al suo angiolino
    che lo tenga in sul mattino;
    lo darò alla befana
    che lo tenga una settimana.
    Nanna oh, nanna oh,
    il mio bambino a chi lo do:
    lo darò al suo cherubino
    che lo tenga a sè vicino;
    lo darò a Gesù e Maria
    fai la nanna e così sia.
    Nanna oh, nanna oh,
    nanna oh, nanna oh.


    IL GATTINO

    Il gattino accanto al fuoco
    si addormenta poco a poco;
    nella culla dirimpetto
    dorme placido un bimbetto.
    Fa la nonna un pisolino
    mentre veglia il nipotino:
    nel silenzio e all'ombra fide
    passa un angelo e sorride.


    NEVE (Orfano)

    Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
    Senti: una zana dondola pian piano,
    un bimbo piange, il piccol dito in bocca;
    canta una vecchia, il mento sulla mano.
    La vecchia canta: intorno al tuo lettino
    c'è rose e gigli, tutto un bel giardino.
    Nel bel giardino il bimbo s'addormenta.
    La neve fiocca lenta, lenta, lenta.

    (Giovanni Pascoli)


    FATE LA NANNA

    Fate la nanna coscine di pollo:
    la vostra mamma v'ha fatto il gonnello
    e ve l'ha fatto con lo smerlo in fondo;
    fate la nanna coscine di pollo.
    Ninna nanna, ninna nanna
    il bambino è della mamma,
    della mamma e di Gesù:
    il bambino non piange più.
    Fate la nanna e possiate dormire:
    il letto sia fatto di rose e di viole
    e la coperta di penne di pavone;
    fate la nanna begli occhi di sole.
    Ninna nanna, ninna nanna
    il bambino è della mamma,
    della mamma e di Gesù:
    il bambino non piange più.


    STELLA STELLINA

    Stella stellina
    la notte si avvicina
    la fiamma traballa
    la mucca è nella stalla
    la mucca e il vitello
    la pecora e l'agnello
    la chioccia ed il pulcino
    ognuno ha il suo bambino
    ognuno ha la sua mamma
    e tutti fan la nanna.

     
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    Fiabe per la nanna: “Il dono della fata della fonte

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    Un’altra fiaba per la buonanotte dei più piccoli! Questa probabilmente sarà una delle fiabe che piacciono alle bambine, perché i protagonisti sono due belle bambine ma diverse di carattere tra loro, una fata e un principe. La cui morale vuole insegnarci che è vero che essere ricchi economicamente può aiutare ma con la gentilezza e i buoni sentimenti si ottiene molto di più! Ora vi lascio alla lettura della fiaba “Il dono della fata della fonte” Ah dimenticavo! La favola è stata scritta un “po’ di tempo fa” da Charles Perrault
    C’era una volta, in un paese lontano, lontano, una vedova che aveva due figlie. La maggiore le assomigliava, sia per aspetto sia per carattere, tanto che la si poteva scambiare tranquillamente per la madre. Erano tutte e due così presuntuose e antipatiche che era impossibile vivere con loro. La minore, invece, era il ritratto del padre: dolce, onesta e bellissima. Poiché in genere si ama chi più ci assomiglia, la madre preferiva la figlia maggiore e faceva fatica a tollerare l’altra, perciò la faceva mangiare in cucina, da sola, e la obbligava a lavorare senza tregua. Inoltre, la poverina doveva andare due volte al giorno a prendere l’acqua molto lontano da casa, con una grande brocca.
    Un giorno, mentre era alla fontana, una povera donna le chiese di darle da bere. “Con piacere” rispose la giovinetta. Sciacquò la brocca, la riempì di acqua fresca e la sostenne lei stessa perché la donna potesse bere più facilmente.
    La donna, dopo aver bevuto, le disse: “Sei così bella, così buona e gentile che voglio farti un regalo”. In realtà, la donna era una fata che si era trasformata in una povera contadina per vedere fino a che punto arrivasse la bontà della fanciulla.
    “Il mio dono – continuò la fata – sarà che a ogni parola che dirai ti uscirà dalla bocca un fiore o una pietra preziosa”.
    Quando la fanciulla tornò a casa la madre la sgridò severamente perché si era trattenuta alla fontana. “Scusatemi tanto se ho fatto tardi” disse la poverina, e mentre diceva così le uscirono dalla bocca due rose, due perle e due grossi diamanti: “Che cosa vedo? – disse la madre stupefatta – Ti escono dalla bocca perle e diamanti. Come fai, figlia mia?”. Era la prima volta che la chiamava così!
    La ragazza, facendo cadere diamanti da tutte le parti, le raccontò ingenuamente tutto quello che era successo. “Bisogna assolutamente che ci mandi anche la mia adorata primogenita”. E così la fece chiamare. “Guarda un po’ cosa esce dalla bocca di tua sorella quando parla!” le disse. “Non ti piacerebbe se ti succedesse lo stesso? Devi solo andare alla fontana e, quando una povera donna ti chiederà dell’acqua, dovrai dargliene con garbo”.
    “Io andare alla fontana? Non ci penso nemmeno” rispose sgarbatamente la ragazza. “E invece voglio che tu ci vada immediatamente!” fu la risposta della madre.
    La figlia allora obbedì continuando a borbottare. Prese la più bella bottiglia d’argento che trovò in casa, e non appena arrivò alla fontana trovò una donna magnificamente vestita che le chiese da bere; era la stessa fata che era apparsa alla sorella, ma questa volta aveva gli abiti di una principessa per vedere fino a che punto arrivasse la cattiveria della ragazza. “Ti sembra che io sia venuta fino a qui per dare da bere a te? – disse con scortesia la ragazza – Se davvero hai sete, bevi a canna da questa bottiglia d’argento!”.
    “Non sei per niente gentile – rispose con calma la fata – Visto che sei così sgarbata, eccoti il mio dono: a ogni parola che dirai ti uscirà dalla bocca un serpente o un rospo”.
    Appena la madre la vide tornare le chiese: “E allora, figlia mia?”. “E allora niente, madre mia!” rispose brusca la giovane, sputando tre rospi e due vipere.
    “Cielo – gridò la madre – che cosa vedo? E’ tutta colpa di tua sorella. Gliela farò pagare!”. E così dicendo cercò di acchiapparla per dargliele di santa ragione.
    La poveretta fuggì e andò a rifugiarsi nella vicina foresta. Il figlio del re, tornando dalla caccia, la incontrò e vedendola così bella le domandò che cosa facesse lì tutta sola e perché piangesse. “Ahimè, mia madre mi ha cacciato di casa!”. Il figlio del re, vedendole uscire dalla bocca perle e diamanti, la pregò di spiegargliene la ragione e lei gli raccontò la sua avventura. Il principe si innamorò follemente della fanciulla e, considerando che quella capacità valesse molto di più di qualsiasi dote, la portò con sé a palazzo e la sposò.
    Quanto all’altra sorella, diventò talmente odiosa che la madre la caccio di casa.
     
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    Il ciuccio


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    Il ciuccio è un amico inseparabile nei primi anni di vita dei nostri piccini… ecco alcuni consigli per aiutarli a separarsene

    Quando i nostri figli affrontano un passo importante verso la loro crescita, ci sentiamo molto orgogliosi, ma non manca nemmeno una punta di malinconia perché ci rendiamo conto che i nostri piccoli stanno crescendo! L’abbandono del ciuccio è una di queste fasi e in quanto tale richiede pazienza e attenzione da parte di noi genitori.

    Rispettiamo i tempi del bambino

    Bisogna valutare innanzitutto il legame psicologico che il bambino ha con il ciuccio. La suzione è un istinto che nasce già nella vita intrauterina e serve al neonato per nutrirsi. Il ciuccio, perciò, aiuta il bambino a tranquillizzarsi e ad affrontare le proprie paure poiché rievoca le stesse sensazioni piacevoli che si provano attaccati al seno della mamma. E’ una consolazione quando la mamma non c’è o quando il bambino deve affrontare momenti di sconforto o di fatica.
    Proprio per questi motivi, nostro figlio difficilmente sarà pronto a lasciare del tutto il ciuccio prima dei 2 anni. Più probabile ancora che il momento per dare l’addio definitivo non giunga prima dei 3-4 anni. Infatti, molti bambini abbandonano spontaneamente il ciuccio grazie al confronto con i compagni della scuola materna, in questa fase in cui si sentono già “grandi” e vogliono imitare il comportamento degli adulti.
    Comunque ogni bambino ha i suoi tempi e forzature o imposizioni servono a poco, o potrebbero essere persino controproducenti: se il piccolo non si sente ancora pronto, potrebbe reagire alle insistenze dei genitori affezionandosi ancora di più al ciuccio, oppure iniziando a succhiarsi il pollice come ripiego. Perciò facciamo un tentativo e se vediamo che il piccolo reagisce con eccessivo disagio, riproviamo più avanti.

    Consigli per l’abbandono del ciuccio

    L’abbandono del ciuccio deve essere affrontato gradualmente. Inizialmente, lasciamo che il bambino lo usi per dormire e nei momenti di particolare sconforto, come quando è ammalato o la mamma non può stare con lui. Può essere utile anche fare una specie di patto con il piccolo, offrendogli una ricompensa, magari in coccole, per ogni volta che riuscirà a fare a meno del ciuccio.
    Quando il ciuccio non viene utilizzato, concordate con il bambino un posto dove riporlo: una scatolina, un cassetto, vicino al peluche o alla bambola preferiti, ecc. Il piccolo si sentirà più tranquillo sapendo che il suo ciuccio è sempre vicino e a portata di mano. E’ importante, poi, complimentarsi con vostro figlio ogni volta che otterrà un successo: così si sentirà orgoglioso perché sta diventando grande.
    Ecco alcune “astuzie” per convincere vostro figlio ad abbandonare del tutto il ciuccio:

    1) Offrite al piccolo un bel regalo in cambio del suo ciuccio. Sarà lui a decidere se accettare lo scambio oppure no. Sarebbe meglio ancora se il regalo gli venisse offerto da qualcuno che non siano mamma e papà, così se il piccolo verrà a chiedervi il suo ciuccio, potrete dirgli che se l’è portato via la persona che gli ha fatto il regalo.

    2) Sostituite il ciuccio con tante coccole. Se ad esempio il piccolo fa fatica ad addormentarsi, carezzine e bacetti di mamma e papà saranno un ottimo sostituto del ciuccio.

    3) Dite a vostro figlio che lui ormai è grande e che il ciuccio serve a un bambino più piccolo (meglio se potete fare un esempio concreto, mostrandogli chi è il bambino più piccolo che dovrebbe ricevere il suo ciuccio).

    4) Al posto del ciuccio, offritegli la compagnia di un peluche, da stringere quando dorme o quando ne sente la necessità.

    5) Dite al bambino che il suo ciuccio piace molto a un topino che viene a fargli visita di notte e a poco a poco fate sparire il ciuccio.
     
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    Bimbi e nanna: la fiaba della buonanotte

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    Ciao mamme, uno dei momenti più importanti della giornata è quello dell’addormentamento. Sono molti, infatti, i bambini che fanno fatica a prendere sonno. Brutti sogni, paura del buio e di chiudere gli occhi, ansia da separazione: generalmente, i motivi alla base della difficoltà dei bambini a prendere sonno sono proprio questi.

    Per risolvere i problemi legati all’addormentamento ogni mamma ha la sua particolare strategia: c’è chi culla, chi canta ninne nanne o chi, esasperata dal pianto, cede e porta il bimbo nel lettone. La strategia giusta, ovviamente, non esiste: ogni bambino è diverso dall’altro e, per questo, le soluzioni alle difficoltà dell’addormentamento possono essere diverse.

    Uno dei metodi più antichi per favorire l’addormentamento è quello di raccontare fiabe per favorire la nanna del bimbo. La loro funzione, in questo caso, è duplice: non solo favoriscono il rilassamento e agevolano il momento della transizione tra veglia e sonno, ma favoriscono anche la crescita e il superamento delle paure infantili. Ogni fiaba, infatti, porta con se un importante insegnamento che, una volta assimilato, consente di affrontare la vita in modo corretto. Tutte le favole, ad esempio, hanno come personaggi principali un eroe e un malvagio, figure simboliche che rappresentano il bene e il male presenti sia nella vita di tutti i giorni, sia all’interno dell’animo umano. Spesso il malvagio prende le forme di un’innocua vecchina o di una strega molto potente che cerca in ogni modo di ostacolare l’eroe.

    L’eroe, spesso aiutato da amici fidati, è costretto quindi a lottare per i suoi ideali o per portare a termine la sua missione e alla fine sconfigge il malvagio e torna a casa vittorioso. Il primo importante insegnamento che si può comunicare ai bambini attraverso le fiabe, quindi, è la distinzione tra il bene e il male, aspetti indissolubili dell’esistenza umana, e l’importanza di lottare per tutto ciò in cui si crede.

    La fiaba, inoltre, arricchisce non solo chi la ascolta, ma anche chi la narra infondendo speranza e insegnando a vivere la vita con fiducia, nella convinzione che ogni tipo di difficoltà o problema che si incontra ha una soluzione: l’importante è lottare!
     
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    Ninna nanna mamma

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    Ninna nannna mamma
    vieni qui con me,
    nel tuo letto grande
    solo per un pò
    ninna nanna mamma
    io ti canterò
    e se ti addormenti
    ti addormenterò.


    RIT:
    NINNA NANNA MAMMA INSALATA NON CE N'E',
    7 LE SCODELLE SULLA TAVOLA DEL RE,
    NINNA NANNA MAMMA
    CE N'E' UNA ANCHE PER TE
    DENTRO COSA C'E' SOLO UN CHICCO DI CAFFE'.

    Dormono le case dorme la città,
    solo l'orologio suona e fa tic-tac,
    anche la formica si riposa ormai,
    ma tu sei la mamma e non dormi mai.


    RIT:
    NINNA NANNA MAMMA INSALATA NON CE N'E',
    7 LE SCODELLE SULLA TAVOLA DEL RE,
    NINNA NANNA MAMMA
    CE N'E' UNA ANCHE PER TE
    DENTRO COSA C'E' SOLO UN CHICCO DI CAFFE'.


    Quando sarò grande io ti comprerò
    tante cose belle come fai per me
    chiudi gli occhi e sogna quello che non hai,
    i tuoi sogni poi mi racconterai.


    RIT:
    NINNA NANNA MAMMA INSALATA NON CE N'E',
    7 LE SCODELLE SULLA TAVOLA DEL RE,
    NINNA NANNA MAMMA
    CE N'E' UNA ANCHE PER TE
    CI METTIAMO SU TUTTO QUELLO CHE VUOI TU,
    CI METTIAMO SU TUTTO QUELLO CHE VUOI TU.
     
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    Gli “oggetti rassicuranti” per la nanna dei bambini


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    ncoraggiare il bambino a sviluppare un attacamento a un oggetto speciale, ad esempio un orsacchiotto o una coperta è quello che viene chiamato “oggetto rassicurante” che aiuta il bambino ad addormentarsi e che non richieda la vostra presenza. L’oggetto, infatti, diventa un sostituto simbolico dei genitori e dà tranquillità al piccolo quando, la sera, è solo in camera sua. In più, il bambino apprezzerà il fatto che l’orsacchiotto dopo un po’ non si alza e se ne va via, come invece fa il genitore.
    Vi dà fastidio vedere vostro figlio che si trascina dietro una coperta lisa o un orsacchiotto spelacchiato? Lasciatelo fare! Alcuni genitori temono che il bisogno dell’orsacchiotto sia un indice di insicurezza, ma le ricerche mostrano che non è vero. In realtà, quando il bambino lotta per lasciare le vostre braccia protettive e calmare le proprie paure, affidarsi a un oggetto rassicurante è un modo “emotivamente maturo” per avvicinarsi all’indipendenza.
    Potete offrirgli molti tipi di oggetti rassicuranti, ma dovete lasciare che sia lui a scegliere il suo preferito. Vediamo insieme quali sono gli oggetti che potrebbero dare rassicurazione ai bambini.
    Ciuccio
    In molti bambini il bisogno di succhiare non viene completamente soddisfatto con l’allattamento: il succhiotto può fare al caso loro. Ma attenzione! Se si perde tra le coperte o cade per terra, il bambino può mettersi a strillare perché glielo riprendiate.
    Pollice
    Il vantaggio di succhiarsi il pollice è che il pollice non si rovina e non si perde. Lo svantaggio è che se il bambino non smette prima di iniziare la scuola, quest’abitudine può causargli grande imbarazzo e angoscia, oltre a qualche problema ortodontico.
    Coperta
    E’ un oggetto tranquillizzante molto diffuso e può essere bello o semplice come la copertina da neonato in cui avete avvolto il vostro bambino in ospedale. Al neonato può anche piacere il panno che vi siete messi sulla spalla per fargli fare il ruttino, se non è sporco, perché contiene il suo odore e il vostro. (Attenzione però, non date stoffe di pizzo ai bambini sotto i due anni: c’è rischio di soffocamento).
    Animale di stoffa
    Alcuni bambini amano il tradizionale orsacchiotto, altri preferiscono animali più originali. Accertatevi che tutti i bottoni siano ben cuciti e che non ci siano parti di piccole dimensioni, che potrebbero essere strappate o staccate.
    Rumori
    Un rumore sommesso e continuo, come il ronzio di un ventilatore per esempio, può fare da calmante. A certi bambini piace il rumore dell’aspirapolvere o quello dell’automobile; registrateli su una cassetta, in modo da non dover pulire i tappeti o andare a fare un giro in macchina tutte le volte che il piccolo deve fare la nanna.
    Movimenti ritmici
    Le ricerche mostrano che circa due terzi dei bambini di nove mesi mostrano regolarmente qualche movimento corporeo ritmico, oscillare con la testa, con il corpo, carezzarsi i capelli, battere la testa, mentre si addormentano o passano da una fase del sonno all’altra. La maggior parte di loro smette verso i quattro anni e di solito i genitori non hanno motivo di preoccuparsi, se non per quelli che battono la testa. E’ raro che si facciano male ma, se dovesse accadere, fategli indossare un cappellino imbottito e foderate il lettino con i cuscinetti paracolpi.
    E i vostri bambini quale oggetto hanno scelto per addormentarsi?
     
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    Ninna nanna: perchè fa addormentare i bambini?


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    La musica ha la capacità di suscitare sensazioni e stati d’animo diversi in chi la ascolta a seconda del tipo di tonalità, melodia e ritmo che la caratterizzano. Tutte le mamme sanno che ci sono musiche allegre e movimentate che hanno un effetto eccitante sul bambino e gli fanno venire voglia di ballare e saltare e altre che al contrario inducono in lui un senso di rilassatezza e di calma.
    Tra queste ultime rientra sicuramente le cosiddette “ninne nanna”, canzoni contraddistinte da una melodia dolce ed equilibrata, da tonalità costanti e da un ritmo regolare, cui da sempre si ricorre per favorire l’arrivo del sonno nei bambini.
    Il piccolo, quando è nel pancione, è immerso in un vero e proprio “bagno di suoni” che comprende quelli prodotti da corpo della mamma e quelli provenienti dall’ambiente esterno. Tra essi il feto impara a distinguere soprattutto il battito cardiaco materno che costituisce una sorta di sottofondo al suo soggiorno intrauterino, oltre che naturalmente la voce della mamma contraddistinta soprattutto da frequenze acute come tutte le voci femminili.
    Dopo la nascita la ninna nanna permette al bambino di ricreare una condizione simile a quella vissuta nella vita prenatale, infatti, il suo ritmo calmo e ripetitivo si avvicina molto a quello del battito del cuore, mentre il movimento del cullare che di solito si accompagna al canto ricorda le sensazioni di oscillazione-dondolamento provate dal piccolo durante i nove mesi.
    Dunque la regolarità e la costanza del ritmo caratteristiche della ninna nanna, così come il movimento del cullare, infondono sicurezza nel bambino. Ma quando diventa più grandicello e alla percezione della musica si aggiunge la comprensione del testo, si delinea un’altra importante funzione della ninna nanna.
    Spesso le loro parole descrivono circostanze e personaggi spaventosi che incarnano le paure più classiche dei bambini, quali il lupo oppure l’uomo nero. La scelta di questi contenuti, caratteristica in particolare nelle ninne nanne di tradizione popolare e apparentemente in netto contrasto con l’obiettivo di tranquillizzare il piccolo per farlo addormentare, in realtà svolge la funzione di esorcizzare le paure stessa. Una sorta di gioco liberatorio che, dando corpo alle angosce più profonde del bambino, gli consente di esternarle e di sconfiggerle.
     
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    Il bambino e la stellina




    C’era una volta un piccolo bambino, che nelle notti d’estate in braccio alla sua mamma, col nasino all’insù, guardava il cielo e le stelle che brillavano. Ad un tratto ne vide due che cominciarono a rincorrersi, giocare nel cielo e poi sparire.
    Il bambino stupito e meravigliato sgranò gli occhioni ed esclamò: “ Mamma, ma anche le stelle giocano tra di loro?” E tutte le sere, quando scendeva la notte, non vedeva l’ora di andare a guardarle.
    Un giorno però disse: “ Mamma, ma perché si rincorrono nel cielo e non scendono a giocare con me? Come possiamo prenderne una?”
    E allungava la manina cercando di fermarle… ma loro birichine, quando stavano per essere prese, scappavano via.
    Una stellina, piccola, udì le sue parole e volle scendere a giocare con lui…Ma ahimè, il viaggio era lungo e quando arrivò ormai era giorno.
    “ Devo fare più in fretta” disse la stellina, “ altrimenti, quando arrivo non mi vede!”
    Ma prova e riprova arrivava troppo tardi La stellina si disperava, ormai lei voleva bene al bambino, voleva giocare con lui, … ma era piccola e non poteva correre di più.
    Un Angelo che passava di lì, la vide piangere e le disse: “ Aggrappati alle mie ali e io ti porterò”.
    Ma arrivati sulla terra la stellina si accorse che non riusciva più a correre e giocare.
    L‘Angelo allora prese dalle sue ali due piccole piume e le regalò alla stellina. “ Tieni, le disse, con queste potrai volare”.
    Così lei volò dal bambino e giocarono insieme.
    Allora, aiutate dagli Angeli, tante altre stelline vollero scendere sulla terra per far felici altri bambini, e nelle notti d’estate, quando si vedono tante piccole luci volare, accendersi e spegnersi nella notte sono le stelle che sono scese dal cielo per giocare.



    Monferrina
     
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    La piccola lumachina



    C’era una volta una ragazza di circa 12 anni di nome Dany che amava molto disegnare. In qualsiasi posto si trovasse, osservava sempre ciò che la circondava e se aveva un foglio ed una matita, riportava su di esso fedelmente ciò che vedeva. Disegnare la faceva sentire realizzata e serena.
    Era una calda giornata d’estate e camminando su una strada fatta di grosse pietre, vide, in una delle fessure, una piccola lumachina che strisciava lasciando una piccola strada fatta dal suo liquido schiumoso. Era così graziosa, color bianco con strisce marroni e nere, che Dany decise di fermarsi a disegnarla. Iniziò subito tracciando le linee del guscio e della testolina con le piccole antenne per poi passare alla coda ed alla scia lasciata sulle pietre. Mentre stava lì attenta ad osservare ogni particolare, le parve che la lumachina girasse le antenne e la guardasse. Pensò che la fantasia le stesse giocando dei brutti scherzi e continuò, ma dopo poco di nuovo le antenne si girarono verso di lei e la guardarono fisso negli occhi.
    Dany fermò la matita e disse: ”Cosa c’è lumachina mia, vuoi dirmi qualcosa? Sembra tu voglia parlarmi!”.
    La lumaca allora si mise a parlare, lasciando Dany meravigliata ma non eccessivamente, perché chi disegna con amore, impara a riconoscere l’anima degli oggetti e ancor di più degli animali.
    Disse: “Sì hai ragione volevo parlarti. Ho bisogno di aiuto ed anche se a noi animali è vietato parlare con voi uomini, so che tu sei diversa, perchè la tua sensibilità ti rende una persona speciale”.
    Dany rispose: “Ebbene dimmi lumachina in cosa posso aiutarti?”.
    E la lumachina: “La mia famiglia è in pericolo, alcune persone hanno acceso un fuoco per bruciare tutte le erbacce che ci sono vicino la mia casa. Io sono stata appena avvisata da un bruco mio amico di andare ad aiutarla, ma con la mia lentezza non arriverò mai in tempo! Ti prego potresti condurmi lì?”.
    Dany non se lo fece ripetere due volte, si infilò foglio e matita in tasca, prese la lumachina nella sua mano e sotto la guida della stessa corse al luogo dove l’incendio stava per distruggere tutto ciò che di più importante esisteva al mondo per la sua nuova amica.
    Mentre correva sentiva sempre più vicino l’odore del fuoco che saliva al cielo. Arrivò in una radura dove tre ragazzi appiccavano piccoli focolai per bruciare le erbacce cresciute con le piogge e che il caldo avrebbe reso pericolose per le case vicine, essendo quello un piccolo borghetto di periferia.
    La lumachina indicò un punto vicino ad un vecchio tronco posto alla destra del focolaio, non ancora incendiato, ma che entro pochi minuti sarebbe stato distrutto dalle fiamme.
    Dany si fece coraggio e si avvicinò ai giovani che potevano avere dai 13 ai 17 anni. La ragazza iniziò a parlare con risolutezza anche se dentro di sé sentiva il cuore battere a mille: “Sono la figlia del Conte che possiede queste terre, mio padre mi ha mandato a dirvi di spegnere immediatamente questo fuoco, altrimenti si vedrà costretto a venire di persona”.
    I tre ragazzi rimasero un attimo sbigottiti e si guardarono tra di loro. Erano stati chiamati dal Conte quella mattina per sbrigare questo lavoro e li avrebbe pagati a lavoro finito con € 10,00 ciascuno.
    Se avessero interrotto il lavoro, probabilmente non sarebbero stati saldati ma se avessero continuato, senza ascoltare quella che a loro avviso poteva anche essere la figlia del Conte, questi non li avrebbe più ingaggiati per altri lavori.
    Allora il più grande disse agli altri due: “Presto prendete i secchi d’acqua e buttateli sul focolaio!”.
    La lumachina tirò un sospiro di sollievo ed anche la ragazza che ringraziò i tre e promise di ricompensarli lei stessa con ciò che avrebbero dovuto guadagnare per quel lavoro il giorno successivo.
    Quindi portò la lumachina nel vecchio tronco, la quale la ringraziò dicendo: “Sei stata molto buona. Che il Signore ti ricompensi per tutto ciò che hai fatto per me e per la mia famiglia. Ma dimmi come farai adesso a spiegare al Conte che sei stata tu ad interrompere il lavoro da lui richiesto?”.
    E la ragazza rispose, non ti preoccupare la tua amicizia vale molto di più di un rimprovero preso da mio padre! Tornerò a trovarti presto”. E così dicendo si allontanò sorridendo e salutando la lumachina che da allora diventò per lei una grande amica, consigliandola nel bisogno con la sua saggezza.

    Fabiola Pietropaolo
     
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    Il Principe senza Fiaba



    C' era una volta un principe senza fiaba, che vagava disperato nel paese delle fiabe, alla ricerca di una storia dove poter fare la sua comparsa anche lui. Non era facile, però : la Bella Addormentata aveva già il suo principe, e così Biancaneve, Cenerentola, Pelle d' Asino, la Sirenetta ... c' erano fin troppi principi nel paese delle fiabe. Allora tentò il tutto per tutto : salì sul suo cavallo magico, e volò fino sulla terra, per ascoltare le fiabe che le mamme narravano ai loro bambini, sperando di trovarne una adatta per lui. Tutto inutile : non solo erano sempre le stesse fiabe, ma erano sempre più piene di principi e re, e magari si trattava di principi coraggiosissimi, capaci di combattere draghi spaventosi e tutto il resto ! Sconsolato, una sera si fermò vicino ad una stanzetta con la luce fioca, dove una mamma e il suo bambino stavano soli in silenzio. La mamma veramente non era proprio in silenzio : piangeva piano, e ogni tanto provava a dire qualche parola, ma non le riusciva di raccontare nessuna fiaba, perchè il bambino era tanto malato, e la mamma, sempre più triste, non poteva ricordare più nulla. " Quanto sono stupido, a preoccuparmi tanto per una fiaba ! " pensò il principe. " Questa mamma ha motivi di tristezza assai più seri dei miei ; ma , se posso, proverò ad aiutarla. " Per tranquillizzarla un pò, prese un pizzico di polverina del sonno, e gliela passò sugli occhi : e non appena la mamma li ebbe chiusi, si avvicinò alla culla e prese in braccio il bimbo. - Vuoi venire con me, e volare con il mio cavallo magico ? - chiese gentilmente. - Ehh, Guh !! - rispose il bimbo contento, e partirono insieme. Volarono su, fin nel cielo più alto, fino dalle stelle ; e tutte le stelline che incontravano li salutavano allegre. - Che bel bambino ! - dicevano le stelle. - E' il bambino più bello che abbiamo mai visto !! Posso prenderlo in braccio ? - Il principe rise, e lasciò che la stellina più giovane prendesse in braccio il bimbo ; e subito tutte le altre furono lì attorno a ridere e a scherzare, perchè le stelle sono sempre molto allegre, e trovavano il principe molto carino e simpatico, e il suo cavallo doveva essere certo il più veloce del cielo. - Cos' è tutto questo chiasso ? - esclamò d' improvviso la Luna, illuminanando la notte con il suo faccione tondo, e vide il bimbo che giocava in mezzo alle stelline, ridendo come loro. - Via tutte, sciocchine ! - s' arrabbiò la Luna - I bambini così piccoli a quest' ora devono dormire : ci penserò io. - E tutto d' un tratto, da quella grassona che era, si fece bellissima e sottile come una modella, e con la forma giusta per prendere in braccio il bimbo e cullarlo dolcemente, mentre le stelline in coro intonavano la ninna nanna. Era un coro così dolce che il bambino s' addormentò subito, e s' addormentarono anche il principe ed il suo cavallo magico ; dormivano così profondamente che si accorsero appena del rumore che fece il sole, sbadigliando per alzarsi : se ne accorsero invece le stelline, che subito presero a strillare : - Il sole, il sole ! Scappiamo via , abbiamo fatto tardi ! - - Sempre così, queste monelle ! - brontolò la Luna. - Cantano e ballano, e non pensano mai a niente. Per fortuna ci sono qua io : presto, bel principe, il piccino deve tornare a casa prima che la mamma si svegli. - - Si, signora Luna. - rispose il principe, con un inchino, perchè, essendo un principe, era molto educato. Riprese il bimbo, e, veloce più del vento, lo riportò sulla terra, dove lo mise nella culla un istante prima che la mamma aprisse gli occhi. - Ehe ! Ahh, Ohh !!! - disse il bimbo, per raccontare alla mamma dov' era stata quella notte, ma la mamma non l' ascoltò neppure. - Piccolo mio, stai bene ! - gridò tutta contenta. - Sei guarito, finalmente !!! - Lo prese in braccio, lo riempì di baci, e cominciò a cantare. Il principe strizzò l' occhio al suo cavallo. - Qualche bacetto spetterebbe anche a noi. Questa mamma è proprio carina - - Andiamo a riposare ! - lo sgridò il cavallo magico. - Ci siamo stancati anche troppo. - - Va bene, va bene. - acconsentì il principe. - ma questa sera torniamo, per aiutare un' altra mamma con un bambino malato : c' è più soddisfazione che a cercare una fiaba vuota. - Il cavallo magico nitrì energicamente, per far capire che era d' accordo ; e quella sera trovarono un bambino ancora più malato, e lo portarono sul fondo del mare, dove i cavallucci marini si misero in cerchio a fare la giostra solo per lui, mentre le ostriche e i granchi suonavano la musica con i loro gusci. Da quella volta, il principe senza fiaba continua a tornare sulla terra, per portare i bimbi malati nei posti più belli del mondo delle fiabe ; ed i bambini sono così contenti che quando tornano sono guariti, e non si ammalano più. Ma quando verrà per te, bambino mia, chiedigli di portare con voi anche la zia : è un pò distratta e pasticciona, ma sa scrivere le fiabe, e ne ha trovata una anche per lui.

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    Il Fantasma Rosa

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    In un grande, vecchio Castello diroccato abitavano dei terribili fantasmi, che facevano molta paura : tutti, ma non il piccolo Fantasma Rosa.
    Gli altri Fantasmi lo prendevano in giro :
    - Non riuscirai mai a far paura a nessuno, non sei un vero Fantasma ! –
    Il piccolino si disperava, piangeva, e restava sempre tutto solo. Una notte, stanco di essere preso in giro, scappò via nel bosco, e, tutto triste, si distese in terra e si addormentò.
    Quando spuntò il sole, una fatina passò a svegliare i fiori appena nati, e vide un bel lenzuolo rosa disteso sul prato.
    - Che, bello questo lenzuolino, rosa come il cielo all’ Alba ! Come mi piacerebbe che potesse muoversi ! –
    Il Fantasmino si mosse un po’, e la fatina batté le mani, tutta contenta.
    - E’ il colore più bello del mondo. Oh, se solo potesse parlare ! –
    - Uhhhhh !!!!!! –
    Disse il fantasma, e la fata volò più vicino.
    - Che suono stupendo fa il vento, passando attraverso il lenzuolo. Come vorrei che fosse un fantasma vero ! –
    - Uhhhhh !!!!!! –
    Disse il Fantasmino rosa, e la fata si nascose dietro una foglia.
    - Che emozione, un fantasma, un fantasma vero ! – esclamò felice. – Oh, signor fantasma, non verresti a prendere il tè a casa mia ? Ti farò conoscere la mia mamma, e tutte le mie 150 sorelle. –
    - No, grazie ! – rispose il Fantasmino, sospirando, e facendosi un po’ rosso. – Io non sono un fantasma vero : non faccio paura a nessuno, e tutti gli altri mi prendono in giro. –
    - Vieni con me. – lo invitò ancora la fatina. – So io cosa fare ! –
    Il Fantasma andò a prendere il tè, coi biscottini, poi le fatine lo riaccompagnarono a casa : ed ognuna di loro prese una goccia di rugiada, ed insieme erano 150 gocce di rugiada, ed un raggio di sole, ed insieme erano 150 raggi di sole.
    Al vecchio Castello diroccato, il Fantasma Rosa bussò.
    - Uhhhhh, sono un grande fantasma ! –
    Disse forte, e gli altri risero. Ma le fatine agitarono le loro gocce di rugiada, ed erano 150 gocce che cadevano da tutte le parti.
    - Piove, piove ! – gridarono i fantasmi. – Ci bagneremo tutti ! -
    - Uhhhhh. –
    Disse ancora il Fantasmino rosa, e le fatine presero i raggi di sole.
    - Che meraviglia, possiamo asciugarci ! –
    Dissero tutti gli altri fantasmi.
    - Uhhhhh. –
    Ripeté ancora il Fantasmino rosa, e subito le fatine infilarono il raggio di sole dentro la gocciolina di rugiada, e fecero un piccolo arcobaleno, ed insieme erano 150 arcobaleni che correvano, e saltavano ; si riunirono per fare un grandissimo arcobaleno, e poi si divisero di nuovo portando arcobaleni dappertutto.
    - Bravo, bravo, che meraviglia ! – dissero i grandi fantasmi, ammirati. – Non sai fare paura, Fantasmino rosa, ma sai fare delle bellissime magie. D’ ora in avanti non ti prenderemo mai più in giro. –
    E fu così. Il Fantasmino rosa da quel giorno visse contento nel grande castello, giocando con gli altri fantasmi, e con le sue amiche fatine ; felice, anche se non sapeva fare paura.

     
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