NEW ORLEANS

la patria del jazz

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  1. gheagabry
     
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    Via laggiù a New Orleans
    Nella terra di scene sognanti
    C'è un giardino dell' Eden
    Tu sai cosa voglio dire.
    Louis Armstrong



    NEW ORLEANS




    "Laissez les bons temp rouler"

    Lasciatevi incantare dal fascino 'fatale' della città, il profumo di festa che riempie le strade del French Quarter e il suono della musica jazz vi culleranno dolcemente, facendovi innamorare della città sulle sponde del Mississipi.
    New Orleans è una città splendida e meriterebbe da sola un viaggio negli Stati Uniti. Famosa in tutto il mondo per il suo storico quartiere francese (French Quarter), per essere stata la culla del Jazz fin dai primi del '900, per la sua squisita cucina creola e per la frstornante festa del Mardi Gras.
    La città di New Orleans viene fondata dai francesi nel 1718 e da allora immigrati transalpini e canadesi iniziarono a popolarla, insieme anche a migliaia di schiavi africani. Nel 1803 l'intera Lousiana fu venduta agli Stati Uniti e ben presto gli angoamericani si mescolarono ai creoli francesi e agli Africani. Nacquero piantagioni basate sulla manodopera degli schiavi e con esse i sopprusi e le prime rivolte degli schiavi neri. Si arrivò alla guerra civile e ad uno scontro tra bianchi e neri che fiaccò l'economia della città per decenni.
    New Orleans, la città della musica, dei locali famosi, del jazz suonato per strada, del profondo Sud dell’America. Uno di quei luoghi che fanno parte dell’immaginario collettivo di molti di noi fin da quando sono piccoli, sebbene non vi siano mai stati di persona. New Orleans è una vibrazione, prima ancora che un insieme di case e palazzi e grattacieli, un lungo canto francese in terra americana con forti ispirazioni afro, a causa degli schiavi qui deportati dal Senegal, che tanto hanno influenzato l’anima di questa città. Ci troviamo nel Sud Est degli Stati Uniti d’America, vicini al delta del Mississippi che sfocia nell’Oceano Atlantico. Salita, purtroppo, agli onori delle cronache nere nel 2005 a causa delle devastazioni dell’uragano Katrina, è sempre stata tra le più gettonate mete turistiche del Paese, complice proprio quell’aura di mistero e di fascino inesauribile che da sempre l’avvolge.


    ...French Quarter....




    Ottanta isolati attorno a Jackson Square, il quartiere storico di New Orleans detto anche Vieuz Carrè (vecchio quadrato), con le sue strade perfettamente simmetriche tipiche dell'architettura coloniale francese e spagnola. Passeggiare per il quartiere è imperdibile, tra case con i balconi in ferro battuto, negozi dai colori vivaci, locali jazz e misteriosi negozi voodoo.
    I bar chiassosi e i fantastici ristoranti di cucina creola di Bourbon Street, i negozi di antiquariato ed i locali jazz di Royal Street, il French Market (vicino a Jackson Square) con la sua atmosfera colorita e gli innumerevoli negozi. Da non perdere la Preservation Hall, uno degli storici locali jazz di New Orleans ancora attivo 7 giorni su 7 e la St. Louis Cathedral di Jackson Square, la più vecchia cattedrale degli States.
    New Orleans è anche la città del Voodoo, qui infatti si trova anche il museo e il cimitero dove si trova la venerata tomba della regina del voodoo Marie Laveau, con la lapide coperta di X tracciate con il gesso.



    "Questa volta Sting si sbaglia: non c´è la luna su Bourbon Street stanotte. Ma le "luci accecanti e la folla" certo che illuminano questo angolo d´America cantato da mille canzoni. Questa è la via della perdizione e della gioia: dei locali con le signorine in vetrina e delle vetrine con le signorine a caccia di bijoux. Questa è la via del peccato che taglia in due il vecchio French Quarter che da sempre divide New Orleans tra speranza e condanna. Di qua il Mississippi che ha fatto la fortuna e la disperazione della città meno americana d´America: il fiume dei battelli di Mark Twain e degli incubi senza argine. Di là Tremé e il suo cuore nero, in tutti i sensi, il quartiere che vanta la più antica concentrazione black del paese. A partire da quella Storyville che ospitava il primo saloon al mondo illuminato dalla luce elettrica - la Tom Anderson´s House of Diamonds - e che a cavallo del secolo scorso incarnò i sogni proibiti della nazione più puritana della terra." (Aquaro)





    Le piacciono i lunghi pomeriggi piovosi di New Orleans?
    Quando un'ora non è un'ora,
    ma un frammento di eternità caduto nelle nostre mani,
    e non si sa cosa farsene...
    - Blanche Dubois (Vivien Leigh) al venditore di giornali Chester Jones -
    -Un Tram Che Si Chiama Desiderio -




    ......il carnevale......


    Non sono i colori, le maschere, i carri allegorici, la musica e i festeggiamenti in strada di un Carnevale qualsiasi: a New Orleans il Mardi Gras mutuato dalle origini francesi è più che una ricorrenza. Non solo è l’appuntamento carnevalesco più importante del Nord America, ma è una tradizione talmente radicata nell’animo della popolazione locale, tanto da essere parte insopprimibile del Dna della città al pari del jazz, di cui è culla...Concepito come grande festa collettiva due secoli fa per dare il benvenuto al Gran Duca Alex Romanoff Alexandrovitch, il maxi evento per il martedì grasso comprensivo di balli e parate si è tramandato fino ad oggi con un crescendo di intensità che non ha mai conosciuto interruzioni, al pari di un altro evento cult come il Jazz & Heritage Festival. Nessuna sospensione per i due appuntamenti nemmeno dopo l’uragano Katrina che nel 2005 costrinse New Orleans in ginocchio. Una dimostrazione perfetta della tenacia della popolazione che si riflette anche nella filosofia di scanzonata spensieratezza che accompagna il Carnevale.





    I musicisti non vanno in pensione,
    si fermano quando non c'è più musica in loro.
    Louis Armstrong




    ......il jazz......


    Nell’ottocento New Orleans era una delle più interessanti città degli Stati Uniti.
    E’ nell’ambito dei locali notturni di STORYVILLE, il quartiere del divertimento, che il jazz si sviluppò tra rapine, disordini e una vita difficile per i suoi abitanti...La presenza di molti ex schiavi favorì l’incontro tra musicisti che si raggruppavano in quelle che erano definite BRASS BAND e suonavano in stile bandistico o ragtime. Le brass band suonavano nelle varie manifestazioni, come a carnevale e ai funerali. La cerimonia dei funerali era accompagnata anche da musiche dai ritmi ”festosi”.Le vicende della guerra e della musica sono spesso collegate.
    Gli ex schiavi dal 1865 utilizzarono le trombe, tromboni, le cornette e i basso- tuba.
    Si cominciano a formare le Brass Band...Gli assoli e la melodia nelle Brass Band erano eseguite dalla cornetta, dal clarinetto e dal trombone...La sezione ritmica era affidata al banjo e al contrabbasso che aveva sostituito il basso-tuba. Il pianoforte troverà il giusto inserimento nei locali notturni di storyville dando spazio al blues.
    La stragrande maggioranza dei componenti delle brass band suonavano ad orecchio ed era dato ampio spazio all’improvvisazione. I musicisti delle brass band non sapevano leggere la musica ma che erano in grado di improvvisare in modo estemporaneo creando in ogni istante frasi melodiche interessanti. Lo stesso brano, gli stessi esecutori ma la musica ad ogni esecuzione presentava delle differenze, delle novità, frutto appunto dell’improvvisazione.
    La massima diffusione della musica di New Orleans durò circa ventanni.
    La prima guerra mondiale sta per iniziare e le condizioni a New Orleans sono già radicalmente cambiate. La guerra influenza nuovamente la musica.
    Sappiamo che la marina americana nel 1917 fece chiudere per prudenza quasi tutti i locali notturni avendo ormeggiato nel porto diverse navi da guerra. La possibilità di vivere suonando si ridusse e solo pochi musicisti trovarono la possibilità di suonare nei battelli che percorrevano il missisipi. La maggioranza dei musicisti dovette emigrare.





    "...mi sono ritrovato in viaggio sul Mississippi,
    diretto a Nuova Orleans
    e non c'è migliore compagna di viaggio di una musica..."



    Nel jazz gli spartiti sono messi in secondo piano (spesso sono solo una serie di accordi e melodie principali, o non esistono proprio) e quello che dà il senso ad una esecuzione è la sensibilità e creatività del musicista che improvvisa. Il solista suona su uno o più giri armonici del tema, creando variazioni e parafrasi del tema, usando le note delle scale musicali tonali e degli accordi. E' relativamente facile creare assolo con queste tecniche, ma è anche facile cadere nella ripetizione e nella monotonia. Solo grandi musicisti riescono a non annoiare gli ascoltatori seguendo questa linea di improvvisazione. Luis Armstrong, che si basava sulla modifica e le variazioni del tema principale, ne è un autorevole esempio.


    L'hanno chiamata l'età dell'ansia,
    ma forse sarebbe meglio definire la nostra epoca "secolo del blues",
    in onore del malinconico genere musicale nato intorno al 1900 nel delta del mississippi.
    Il blues è da sempre un modo di essere, prima ancora che un tipo di musica.
    Alan Lomax





    Sapete cosa vuol dire perdere New Orleans?
    Louis Armstrong



    ..........Katrina ............



    “Quello che è successo è una tragedia per l’intera nazione. Capisci? Non è una tragedia solo per noi, bianchi o neri che siamo, per noi di New Orleans. E’ una tragedia per tutta la gente di questo paese. Questo è il più grande paese del mondo, e se quello che ha fatto è il meglio che sa fare, è una vergogna per tutti noi. Ci dobbiamo vergognare di fronte al mondo.”
    Profondo agosto nel caldo di New Orleans.
    È la frase iniziale dell’intenso romanzo di Tom Piazza, La città che era. E, per una volta, il titolo italiano è di gran lunga più evocativo di quello originale, City of refuge.
    Perché dopo quel profondo agosto - dopo il 29 agosto 2005, per l’esattezza - New Orleans non sarebbe più stata la città che era, investita dalla furia dell’uragano Katrina, travolta dalle acque che ruppero gli argini dei canali, svuotata dei suoi abitanti.
    La mitica New Orleans, città della musica, della danza, dell’allegria, delle parate del Mardi Gras, della quasi ideale convivenza di bianchi e neri, era stata soffiata via o sommersa - per il mondo era come se fosse crollata la torre Eiffel.





    .....una canzone.....



    In piedi all'angolo della strada...Tra Toulouse e Dauphine...Aspettando Marie-Ondine
    Cercando di canticchiare una melodia...Sotto un raggio di luna della Louisiana
    Sul pianeta di New Orleans
    In un bar chiamano Saturno...E nei suoi occhi verdi
    E qualcosa che lei ha detto in un sogno Sotto il mio completo, ho la mia radice mojo
    Ed una statuina di porcellana di vero amore ...Per il pianeta di New Orleans
    New Orleans - L'altro pianeta...Con altre vite su di lui
    E ogni cosa che si agita nel mezzo...Se dovresti mai atterrarci sopra
    Faresti meglio a sapere cosa capita lassù....Il pianeta di New Orleans
    Ora sto cercando la mia strada...Attraverso la pioggia ed il vapore
    Guardo fisso avanti attraverso lo schermo ...E poi l'ho sentita dire qualcosa nella Limousine
    Qualcosa sul fatto di farsi un giro sul pianeta di New Orleans
    Se lei era un asso...Ed io fossi solo un jack...E le carte non fossero mai viste
    Saremmo potuti essere il re e la regina...Ma lei mi ha riportato nel suo cortile
    Dove il profumo di magnolia grida..Dietro i cancelli ed il granito
    Del pianeta di New Orleans
    Dire Straits





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    bellissima citta
     
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  3. tomiva57
     
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    grazie gabry


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  4. tomiva57
     
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    Andate a visitare questa magnifica città durante le celebrazioni del Mardi Gras, l'equivalente del nostro carnevale. Durante questo periodo i colori, gli odori, la musica e l'allegria di questa città sono al loro apice.

     
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  5. tomiva57
     
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    L'arca di Noah,uno dei più avanzati progetti al mondo di urbanistica ecosostenibile
    Scritto da Staff Videomisteri


    Un team di architetti e designer americani rivisita il concetto di Arca di Noè e progetta un’immensa città galleggiante, ecologica autosufficiente e dotata di ogni comfort, in grado di mettere in salvo fino a 40.000 persone in caso di uragani e altri cataclismi.

    Immaginate una gigantesca struttura galleggiante capace di ospitare al suo interno tutti gli abitanti di una cittadina come Lodi e così solida da resistere agli uragani più violenti: insomma, un’arca della salvezza. L’ha recentemente progettata E. Kevin Schopfer, un architetto americano che nel 2005 aveva assistito alle devastazioni inflitte dall’uragano Katrina alla città di New Orleans.

    L'arcologia della salvezza
    NOAH, acronimo di New Orleans Arcology Habitat ma anche traduzione anglosassone di "Noè", secondo i suoi ideatori più che un’arca è un’arcologia, neologismo composto dalle parole "architettura" ed "ecologia" coniato negli anni '60 dall'architetto italiano Paolo Soleri per descrivere un grande edificio capace di mantenere un'ecologia interna e una densità abitativa estremamente alta.
    E in effetti questa enorme costruzione alta 350 metri, larga 600 e con una superficie calpestabile di oltre 9 milioni di metri quadri può dare riparo, con tutti i comfort o quasi, a oltre 40.000 persone. 20.000 appartamenti, 3 alberghi, scuole, ospedali e l’immancabile e americanissimo casinò sono solo alcune delle strutture che trovano spazio al suo interno. (Clicca qui per vedere altre spettacolari immagini 3D di NOAH)
    Nell’idea di Schopfer e dei suoi colleghi NOAH dovrebbe essere costruita nei pressi di New Orleans, lungo le sponde del Mississipi, con l’obiettivo di offrire agli abitanti della città la sicurezza fisica e psicologica necessarie alla rinascita post catastrofe.

    Il triangolo... sì
    La struttura è costituita da tre torri che convergono alla sommità dando vita a un gigantesco tetraedro vuoto all’interno: la scelta di questa forma non è stata dettata solo da motivi di design ma da precise esigenze costruttive.
    Il triangolo è una delle forme più rigide utilizzabili nella progettazione mentre lo spazio aperto al centro consente a NOAH di resistere senza problemi a venti da oltre 200 km/h come quelli che nel 2005 hanno spazzato la città. Non solo: «l’utilizzo dell’acqua al posto delle fondazioni tradizionali mette al riparo NOAH e i suoi abitanti dal rischio di inondazioni e allagamenti» spiega Schopfer.
    Ma NOAH è anche uno dei più avanzati progetti al mondo di urbanistica ecosostenibile: l’energia necessaria al suo funzionamento è prodotta da turbine eoliche e idriche, mentre speciali depuratori si occupano del trattamento delle acque nere.
    Nel video qui sotto un suggestivo giro panoramico di NOAH.






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4 replies since 13/3/2011, 13:28   4576 views
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