8 Marzo festa della donna

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    8 marzo


    Giornata internazionale della donna


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    Storia

    Il «Woman's Day» negli Stati Uniti (1908-1909)
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    Clara Zetkin
    Nel VII Congresso della II Internazionale socialista, tenuto a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907, nel quale erano presenti 884 delegati di 25 nazioni - tra i quali i maggiori dirigenti socialisti del tempo, come i tedeschi Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, August Bebel, i russi Lenin e Martov, il francese Jean Jaurès - vennero discusse tesi sull’atteggiamento da tenere in caso di una guerra europea, sul colonianismo e anche sulla questione femminile e sulla rivendicazione del voto alla donne.
    Su quest'ultimo argomento il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne». Due giorni dopo, dal 26 al 27 agosto, fu tenuta una Conferenza internazionale delle donne socialiste, alla presenza di 58 delegate di 13 paesi, nella quale si decise la creazione di un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L’uguaglianza), divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste.
    Non tutti condivisero la decisione di escludere ogni alleanza con le «femministe borghesi»: negli Stati Uniti, la socialista Corinne Brown scrisse, nel febbraio del 1908 sulla rivista The Socialist Woman, che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione». Fu la stessa Corinne Brown a presiedere, il 3 maggio 1908, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, la conferenza tenuta ogni domenica dal Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna. Si discusse infatti dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso salario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne.
    Quell’iniziativa non ebbe un seguito immediato, ma alla fine dell'anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909.
    La Conferenza di Copenaghen (1910)

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    Aleksandra Kollontaj

    Il lunghissimo sciopero, che vide protagoniste più di 20.000 camiciaie newyorkesi, durato dal 22 novembre 1908 al 15 febbraio 1909, fu considerato, nel Woman's Day tenuto a New York il successivo 27 febbraio, come una manifestazione che univa le rivendicazioni sindacali a quelle politiche relative al riconoscimento del diritto di voto femminile. Le delegate socialiste americane, forti dell'ormai consolidata affermazione della manifestazione della giornata della donna, decisero pertanto di proporre alla seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, tenutasi nella Folkets Hus (Casa del popolo) di Copenaghen dal 26 al 27 agosto 1910 - due giorni prima dell'apertura dell'VIII Congresso dell'Internazionale socialista - di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
    Negli ordini del giorno dei lavori e nelle risoluzioni approvate in quella Conferenza non risulta che le 100 donne presenti in rappresentanza di 17 paesi abbiano istituito una giornata dedicata ai diritti delle donne: risulta però nel Die Gleichheit, redatto da Clara Zetkin, che una mozione per l'istituzione della Giornata internazionale della donna fosse «stata assunta come risoluzione».
    Mentre negli Stati Uniti continuò a tenersi l'ultima domenica di febbraio, in alcuni paesi europei - Germania, Austria, Svizzera e Danimarca - la giornata della donna si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste. Secondo la testimonianza di Aleksandra Kollontaj, quella data fu scelta perché, in Germania, «il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne». In Francia la manifestazione si tenne il 18 marzo 1911, data in cui cadeva il quarantennale della Comune di Parigi.
    Non fu però ripetuta tutti gli anni, né celebrata in tutti i paesi: in Russia si tenne per la prima volta a San Pietroburgo solo nel 1913, il 3 marzo, su iniziativa del Partito bolscevico, con una manifestazione nella Borsa Kalašaikovskij, e fu interrotta dalla polizia zarista che operò numerosi arresti. In Germania, dopo la celebrazione del 1911, fu ripetuta per la prima volta l'8 marzo 1914, giorno d'inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi il 9 marzo 1914.
    L'8 marzo 1917
    Le celebrazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917 - il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora in vigore in Russia - le donne della capitale guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta, incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della «Rivoluzione russa di febbraio». Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la «Giornata internazionale dell'operaia».
    In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d'Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.
    La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, le vicende della Seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.
    Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni '70 e gli '80 abbiano dimostrato l'erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.


    Compare la mimosa


    Manifestazione femminista
    Nel settembre del 1944 si costituì a Roma l’UDI, Unione Donne Italiane, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro e fu l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, le prime giornate della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all'ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un'idea di Teresa Noce [8], Rita Montagnana e di Teresa Mattei.[9]
    Negli anni Cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell'Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l’ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico».[10] Nel 1959 le parlamentari Pina Palumbo, Luisa Balboni e Giuliana Nenni presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.
    Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista.


    Il femminismo



    La polizia carica un corteo femminista
    L'8 marzo 1972 la manifestazione della festa della donna si tenne a Roma in piazza Campo de' Fiori: vi partecipò anche l'attrice americana Jane Fonda, che pronunciò un breve discorso di adesione, mentre un folto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di manifestanti inalberavano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»: «Legalizzazione dell'aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione legalizzata», e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non fosse «lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l'intero processo della maternità». Quelle scritte sembrarono intollerabili, perché la polizia caricò, manganellò e disperse le manifestanti.
    Il 1975 fu designato come "Anno Internazionale delle Donne" dalle Nazioni Unite e l'8 marzo le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo proprio la giornata internazionale della donna, con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la necessità di una continua vigilanza per assicurare che la loro uguaglianza fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da quell'anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell'8 marzo la giornata dedicata alla donna.
    Due anni dopo, nel dicembre 1977, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione proclamando una «giornata delle Nazioni Unite per i diritti della donna e la pace internazionale» da osservare dagli stati membri in un qualsiasi giorno dell'anno, in accordo con le tradizioni storiche e nazionali di ogni stato. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese.
     
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    8 marzo, Napolitano: ''Le donne ridotte a oggetto dal consumismo''



    Roma - (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica celebrando al Quirinale la 'Giornata internazionale della donna': "Hanno il dovere di esigere rispetto e contrastare i luoghi comuni". E sottolinea: "Contribuiscano a un necessario rinnovamento morale". Poche le donne nelle istituzioni, Italia al 54° posto nel mondo. Le giovani sempre più penalizzate sul lavoro, Istat: è occupata una su 3. Da Anita a Beppa 'la cannoniera', è festa anche per le eroine del Risorgimento

    Roma, 8 mar. - (Adnkronos) - No a "un'immagine consumistica che riduce la donna da soggetto a oggetto". Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sottolinea l'esigenza di una inversione di rotta rispetto all'immagine femminile, celebrando al Quirinale la 'Giornata internazionale della donna', alla presenza fra gli altri dei ministri dell'Istruzione Mariastella Gelmini e delle Pari opportunita' Mara Carfagna.

    "Per raggiungere una parità sostanziale - avverte il capo dello Stato - è necessario incidere essenzialmente sulla cultura diffusa: sulla concezione del ruolo della donna, sugli squilibri persistenti e capillari nelle relazioni tra i generi, su un'immagine consumistica che riduce la donna da soggetto a oggetto propiziando comportamenti aggressivi che arrivano fino al delitto". Se "per favorire il cammino verso una parità sostanziale, molto devono fare la scuola e i mezzi di comunicazione attraverso i valori che trasmettono", Napolitano ricorda che "a tutte le donne, non solo a quante hanno particolari funzioni e visibilità, spetta nella quotidianità della loro vita il dovere di contrastare luoghi comuni e di esigere rispetto e considerazione", osservando anche che "i progressi femminili sono il risultato di azioni e partecipazioni collettive di tante donne: nei movimenti, nei partiti, nei sindacati".

    E' "necessaria" un'"opera di rinnovamento morale" e le donne "sono chiamate a dare un contributo fondamentale" in tale direzione, è l'esortazione del capo dello Stato. Ricordando che la ricorrenza coincide quest'anno con il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e sottolineando che "il Risorgimento non aveva come solo obiettivo l'unificazione nazionale ma si proponeva anche il rinnovamento istituzionale, civile e morale dell'Italia", il Napolitano sottolinea significativamente come il motto del ramo femminile dalla Carboneria fosse "Onore e virtù". E si dice "certo che anche le nuove italiane, le tante donne immigrate che sono già diventate o diventeranno nostre concittadine, le tante donne che lavorano con abnegazione e senso del decoro, faranno anche esse la loro parte", per raggiungere l'obiettivo di "lavorare insieme con successo per una Italia migliore, più ricca di futuro per le donne e per le giovani generazioni".





    senon2





    Anche Google festeggia le donne per l'8 marzo. Un anno di doodle

    Roma - (Adnkronos) - Dal gigante di Mountain View appuntamento al Millennium Bridge di Londra, al ponte di Brooklyn di New York, al Golden Gate di San Francisco, al ponte Grand Barriere che unisce Ruanda e Congo, in sostegno alla causa femminile

    Roma, 8 mar. - (Adnkronos) - Google fa gli auguri alle donne in occasione dell'8 marzo. E lo fa con un doodle dedicato non solo al gentil sesso ma anche a 'Un ponte per le donne', l'iniziativa promossa in occasione del centesimo anniversario della Giornata internazionale della donna.

    La manifestazione coinvolgerà decine di migliaia di persone che si incontreranno sui ponti di tutto il mondo, dal Millennium Bridge di Londra al ponte di Brooklyn di New York, dal Golden Gate di San Francisco al ponte Grand Barriere che unisce Ruanda e Congo, in sostegno alla causa femminile e per celebrare le conquiste delle donne.







    La Festa della Donna si festeggia anche in musica, ecco tutte le novità



    Roma, 7 mar. - (Adnkronos/Ign) - L'8 marzo, festa della Donna, si festeggia anche in musica. Tante le uscite discografiche che accompagnano la giornata internazionale dedicata alle donne. Una scelta o un omaggio non casuale per alcune artiste.

    Allora cominciamo proprio dalle donne. Arriva domani nei negozi di dischi ''Goodbye Lullaby'', il nuovo album della cantautrice canadese Avril Lavigne. Il cd contiene 14 brani ed è ricco di canzoni profonde e capaci di coinvolgere l'ascoltatore. Avril continua a condividere le sue esperienze personali attraverso i suoi testi e la sua musica e ''Goodbye Lullaby'', realizzato insieme ai suoi collaboratori di lunga data Evan Taubenfeld, Butch Walker, Deryck Whibley e all'autore e produttore Max Martin, ne rappresenta un'ulteriore evoluzione.

    Passando alle cantanti italiane, sarà la festa della Donna il giorno in cui debutta il primo album di Erica Mou. Nel disco (etichetta Sugar) 11 brani autobiografici scritti dalla giovane cantautrice di Bisceglie, classe 1990, che mettono in luce le sue grandi qualità compositive e vocali e una bonus track, 'Don't Stop', cover dello storico brano dei Fletwood Mac e colonna sonora del nuovo spot istituzionale Eni. Prodotto dall'islandese Valgeir Sigurosson, già collaboratore di Bjork, e arrangiato da MaJiKer, alias Matthew Ker, 'E'' racchiude la grande tradizione della canzone d'autore italiana contaminata da influenze folk-rock con una marcata apertura internazionale data proprio dall'intervento di Valgeir Sigurðsson e Mattew Ker.

    Esce anche il nuovo album di Loredana Errore. Si intitola 'L'Errore' il disco dell'ex talent di 'Amici' e contiene dieci brani, tutti firmati da Biagio Antonacci (due in tandem con Loredana al suo esordio come autrice) ideatore e curatore del progetto musicale. C'è anche 'Cattiva', la canzone in cui duetta con Loredana Bertè presentata in anteprima ad 'Amici' di Maria De Filippi. Poche parole sui brani perché come dice Loredana, "vanno ascoltate, non raccontate". Già in radio il primo singolo estratto, 'Il muro', che accoglie le più moderne sonorità mischiate ad atmosfere tipiche degli anni '80.

    Esce poi il nuovo attesissimo disco dei Subsonica 'Eden', il loro sesto lavoro in studio. L'album, pubblicato su etichetta Emi Music, è stato registrato nei nuovi studi della band a Torino - gli Andromeda Audio Studio -, mixato presso le Officine Meccaniche di Mauro Pagani e masterizzato agli Exchange Studios di Londra. Se l'eclissi era un precedente denso, cupo e monocromatico, con Eden i Subsonica realizzano un'opera di segno opposto: undici canzoni completamente differenti tra loro, sostenute da una maturità stilistica che pur orientandosi tra svariati riferimenti e suggestioni, non smarrisce l'inconfondibile matrice della band. Eden è un album vitale e colorato, che in una forma quasi 'concept', si presenta come un percorso di stati d'animo.

    Nei negozi l'8 marzo anche "Collapse into now" il nuovo album di inediti dei Rem che la stessa band non esista a definire "l'album più bello" che abbiano prodotto negli ultimi 20 anni". E' stato anticipato in radio dal singolo 'Uberlin'. "Collapse into now" è stato registrato a New Orleans, Nashville e Berlino nell'arco di 12 settimane. Si tratta di una raccolta di energici brani rock, di tranquilli momenti malinconici e di strimpellate mid-tempo che il bassista Mike Mills definisce "il nostro miglior album dai tempi di 'Out Of Time'".

    Nei negozi di musica domani si trova anche il libro di Ivana Spagna, 'Quasi una confessione. Tutto quello che non ho mai detto'. Un'uscita decisa dalla stessa cantante: "E' una cosa che ho voluto io - spiega all'Adnkronos - perché considero la festa della donna una giornata importantissima".

    Edited by gheagabry - 7/3/2014, 20:47
     
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    INNO ALLA DONNA


    ...
    Stupenda
    immacolata fortuna

    per te tutte le creature del

    regno

    si sono aperte

    e tu sei diventata la regina

    delle nostre ombre

    per te gli uomini

    hanno preso

    innumerevoli voli

    creato l’alveare del

    pensiero

    per te donna è sorto

    il mormorio dell’acqua

    unica grazia

    e tremi per i tuoi

    incantesimi

    che sono nelle tue mani

    e tu hai un sogno

    per ogni estate

    un figlio per ogni pianto

    un sospetto d’amore

    per ogni capello

    ora sei donna tutto un

    perdono

    e così come vi abita

    il pensiero divino

    fiorirà in segreto

    attorniato

    dalla tua grazia.



    Alda Merini

     
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  6. ZIALAILA
     
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    AUGURI A TUTTE NOI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!




     
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  7. tomiva57
     
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    festa-della-donna-09_1



    Dedicato alle donne

    Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
    i capelli diventano bianchi,
    i giorni si trasformano in anni.
    Però ciò che è importante non cambia;
    la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
    Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno.
    Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
    Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione.
    Fino a quando sei viva, sentiti viva.
    Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo.
    Non vivere di foto ingiallite...
    insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
    Non lasciare che si arruginisca il ferro che c'è in te.
    Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
    Quando a causa degli anni
    non potrai correre, cammina veloce.
    Quando non potrai camminare veloce, cammina.
    Quando non potrai camminare, usa il bastone.
    Pero` non trattenerti mai!

    Madre Teresa di Calcutta

     
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  8. ZIALAILA
     
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    BUON 8 MARZO A TUTTE NOI !!!!!



    140080_cap-sur-le-mimosa




    Nelle donne ogni cosa è cuore, anche la testa
    Jean Paul Richter



    *********

     
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  9. gheagabry
     
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    AUGURI A TUTTE NOI!!!!!!




    Donna, tu sei quella che

    accarezzi un volto nel buio,

    una lacrima

    che scivola nel silenzio,

    un sorriso

    che illumina i colori dell’arcobaleno,

    che spiega il proprio dolore

    a mani giunte

    fotografando attimi

    di briciole ad uno Spirito di luce.

    Tu sei raggio di sole,

    sei un bacio di mamma,

    sei febbre e oblio,

    ebbrezza e scoglio,

    musica e schiava

    del passar degli anni

    di bellezza splendente.

    Non buttarti via,

    questo è il momento

    di prendersi cura

    di sé!

    - naida santacruz -

     
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    cartolina

     
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  11. arca1959
     
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    arancione

    Donna

    Donna, non sei soltanto l'opera di Dio,
    ma anche degli uomini, che sempre
    ti fanno bella con i loro cuori.
    I poetai ti tessono una rete
    con fili di dorate fantasie;
    i pittori danno alla tua forma
    sempre nuova immortalità.
    Il mare dona le sue perle,
    le miniere il loro oro,
    i giardini d'estate i loro fiori
    per adornarti, per coprirti,
    per renderti sempre più preziosa.
    Il desiderio del cuore degli uomini
    ha steso la sua gloria
    sulla tua giovinezza.
    Per metà sei donna,
    e per metà sei sogno.

    Rabindranath Tagore



    festa-delle-donne

     
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  12. arca1959
     
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    Mimose per la festa della donna: perché si regalano e come conservarle
    La mimosa non piace proprio a tutte le donne. Allora perché è stata scelta come simbolo della festa che le rappresenta? Ecco la storia e i consigli per farle durare qualche giorno in più.
    mimose-638x425



    Come mai la mimosa, timido e semplice fiore dai pallini gialli, è diventato simbolo della donna e della sua festa? In molti conoscono la triste storia che portò ad eleggere l’8 marzo come giorno dedicato alle donne, ma quasi nessuno sa perché, tra tutti i fiori, proprio la mimosa è stata scelta come regalo immancabile per la Festa della Donna. L’idea di associare alla Festa un fiore è una tradizione solo italiana, ed è nata nel 1946 grazie a Rita Montagna e Teresa Mattei, due delle più grandi attiviste dell’Unione Donne Italiane.

    La scelta ricadde sul fiore giallo per un semplice motivo: la mimosa infatti fiorisce nei primi giorni di marzo, nei giorni imminenti all’8. Questo fiore inoltre ha un costo abbastanza basso ed è quindi accessibile a molti. Teresa e Rita, le donne che scelsero la mimosa come fiore ufficiale per la Festa della Donna, si distinsero notevolmente nella politica italiana del Dopoguerra. Teresa Mattei infatti fu segretaria del primo parlamento repubblicano, mentre Rita Montagna fu moglie di Palmiro Togliatti e fu tra i fondatori del Pci a Torino.

    Visto che bouquet di piccoli fiori gialli stanno per invadere le nostre case, è meglio conoscere qualche piccolo trucco per farle durare un po’ di più. Per prima cosa tagliate di mezzo centimetro la base del rametto e immergetele in un bagno rinfrescante: lasciatele per un paio d’ore in dell’acqua in cui avrete spremuto qualche goccia di limone. Dopo aver rinfrescato i fiori, riponeteli in una posizione soleggiata ma fate attenzione che le mimose siano sempre un po’ umide. Questo fiore infatti rilascia molta acqua, e per evitare che si secchino velocemente basta bagnarle costantemente con uno spruzzino.




    http://donna.fanpage.it
     
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    8 marzo, le donne che avremmo
    voluto essere .

    Angelina Jolie, «per quel marito che pende dalle sue labbra». Fabiola Gianotti, «che guida una squadra di migliaia di scienziati». Jetsun Pema, «per la sua leggerezza». Dee Caffari, «sola contro le onde». Poche altre. E voi? Se doveste rinascere, chi rinascereste?

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    Angelina Jolie
    Non è la mia attrice preferita. Non rappresenta nemmeno il mio ideale di bellezza, ma è una donna che ha successo nella vita e nel lavoro. Ha un marito (e che marito) che pende dalle sue labbra e che ha condiviso con lei il sogno di una grande famiglia. È stimata, esempio di eleganza. È diventata madre di una «squadra di calcio multietnica», ma solo dopo averne combinate di tutti i colori. Come se non bastasse, si è spesa in prima persona nelle aree più povere del mondo, diventando ambasciatrice dei diritti umani. (Michela Motta)

    1d76500a-b511-40bf-8e5e-cbb519539ab0.
    Rita Levi Montalcini
    Per la sua unicità e modernità. E perché è alle donne che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace. Una poetessa che faceva la scienziata. (Barbara Bartolini)

    1cd62cb5-c189-4062-9a6d-e4088d5324b2.
    Fabiola Gianotti
    Che ammirazione, per le donne di scienza e medicina. Immagino una vita di rigore e serietà, con uno scopo nobile. Al Premio Nonino mi è capitato di stringere la mano di Fabiola Gianotti, la fisica del Cern di Ginevra che ha guidato una squadra di migliaia di scienziati in uno degli esperimenti più complessi mai concepiti dalla mente umana: la scoperta del bosone di Higgs. Non so un tubo di fisica, ma ho pensato che donne così fanno onore alla specie cui indegnamente appartengo con le mie cavolate sulle celebrities. (Paola Jacobbi)

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    "Molly" Brown
    Nata in una famiglia normale, comincia a lavorare fin da ragazza e non smette nemmeno quando suo marito diventa ricco: cucina per i minatori, aiuta le donne a imparare a leggere, scrivere e far di conto, lotta per la fondazione di un tribunale per i minorenni. E tutto questo nell'America dei primi del '900! Nemmeno il Titanic riesce a farla affondare: penso a lei, all'"inaffondabile Molly" e a quante ce ne vorrebbero di donne così, a quante ce ne sono, magari non altrettanto celebri o celebrate, e a quanto mi piacerebbe avere la sua energia. (Alessandra Lucchini)

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    Audrey Hepburn
    Ha lasciato un segno nello stile. A distanza di decenni dalla sua scomparsa, continua a essere considerata un' icona di eleganza e raffinatezza senza eguali. E il fatto che non sia stata ancora "rimpiazzata", la dice lunga in un mondo come quello di oggi che sta annientando i codici reali di professionalità e bellezza. (Marta Caramelli)

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    Madame Blavastky
    Lei, una donna vissuta tanti anni fa, nei tempi delle scoperte dove si poteva solo viaggiare con tempi lunghi e assaporare meglio il concetto di scoprire il mondo, di studiarlo condividendolo con altri, di conoscenza e di confronti con mondi diversi insieme a persone con un sesto senso. Ma sono contenta di quello che sono in questo momento perché non sarei mai stata così capace di dire quello che io avrei voluto essere. (Laura Dominguez)

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    Aspasia di Mileto
    Avrei voluto essere lei, nata nel 500 a.C.. La donna di Pericle. Saggia e sensuale, che governò Atene dal letto e senza doversi nemmeno sposare. La più intelligente, influente e colta prostituta della Storia. (Laura Fiengo)

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    Jetsun Pema
    L’incontro con lei, la sorella del Dalai Lama, mi ha colpita tanto. Di lei ho amato il suo essere così elevata spiritualmente e allo stesso tempo allegra, leggera. Trasmette una intensa ricerca di senso con una incredibile joie de vivre e questo è l'ideale a cui io ogni giorno aspiro. (Cristina Manfredi)

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    Louise Brooks
    Bella, brava, moderna, sensuale. Tutti la volevano. Anche se a lei non è mai importato nulla. Ha lasciato all'apice della carriera nel 1938, e poi ha passato il resto della vita (che è stata lunga, fino al 1985) scrivendo, leggendo, dipingendo. Fregandosene, soprattutto. L'hanno definita la più grande attrice americana di sempre. Lei, civettuola, sosteneva invece di aver sbagliato in tutto: «Ortografia, aritmetica, scrittura, nuoto, tennis, golf, danza, canto, recitazione, come moglie, amante, puttana, amica, persino come cuoca». (Francesca Bussi)



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    Gisele Bündchen
    Avrei voluto essere lei, che ho incontrato un pomeriggio newyorchese per un'intervista e mi ha fatto innamorare all'istante. Perché è bellissima (il suo sedere era all'altezza spalle delle donne normali). Perché emana il calore umano tipico dei brasiliani. Perché una che a poco più di 30 anni è una top model, un'imprenditrice di successo, ha una famiglia e due figli, è un mito. Perché ha sempre l'aria rilassata. (Sara Faillaci)

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    Dee Caffari
    La skipper inglese che è stata prima donna ad aver circumnavigato il mondo contro i principali venti e le correnti. L'impresa del 2006 le è costata 178 giorni di navigazione no stop in solitaria. Avventura che prima di lei avevano portato a termine solo 6 uomini. Avrei voluto io essere a governare quella barca. Io a timonare attraverso tutti gli oceani del pianeta. Affrontando con coraggio tempeste, bonacce e mille altre avversità. Sì se avessi potuto avrei voluto essere lei. (Alessandra Donato)

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    Susan Sontag
    Per quello che aveva dentro, in quel suo 8 marzo 1960. Diario tenuto male. Scritto di un gran bene. «Attraverso la benzedrina, l'impatto sempre più penetrante di Irene, il Dr. Puroshottam [studioso indù] la settimana scorsa, le lezioni di oggi sull'etica di Spinoza, la lunga meditazione su Kant cominciata a ottobre, l'idea di ieri sulla differenza tra “la verità che” e “la verità su”. Non c'è stasi. Restare immobili è tradire la verità. La vita interiore si oscura, tremola e comincia a spegnersi, non appena si cerca di tenersi stretti a qualcosa». (Lavinia Farnese)

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    Janis Joplin
    Nessuno ha mai avuto più energia di lei e mai nessuno è riuscito come lei a toccare il cuore delle donne con la sua ricerca inesauribile d'amore. (Paola Manfredi)

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    Coco Chanel
    Povera di nascita, poverissima, si è imposta grazie al suo talento, a quell’estro che ha rivoluzionato i gusti e i costumi di un'epoca, sovvertendo le convenzioni sociali legate alla figura della donna. Ha amato, tanto, e vinto. Non ha avuto mai un marito, ma tanti mecenate per il suo lavoro, ai quali è riuscita, poi, a restituire quello che aveva ricevuto. È stata una donna indipendente, amata, e ha lasciato alla storia un suo contributo, se pur frivolo. (Ilaria Chiavacci)

    fonte:http://www.vanityfair.it

     
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