BUDAPEST

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  1. gheagabry
     
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    Gli esseri umani lasciano il loro paese natale per mettersi alla prova in battaglie solitarie. Lasciano il loro paese natale... E poi, con il cuore coperto di ferite, tornano a casa per curarle, come bambini piccoli che tornano dalla madre. La mia città è colma di pace. La mia città è pervasa dal profumo dei fiori. La mia città è attraversata dalle feconde acque del Danubio... ed è percorsa dall'eco delle campane, carica di nostalgia.
    Orpheus



    La creatura prediletta del Danubio...



    BUDAPEST





    Una capitale orgogliosa e malinconica, imperiale e romantica. Una città elegante e affascinante, dove è bello vivere le emozioni del ricordo e le speranze del domani.
    E molto difficile scegliere quale dei nuomerosi appellativi che la città ha avuto nei secoli le si attagli meglio oggi: - perla del Danubio - regina dei ponti, - Parigi del est, -
    ma non è che abbia molto importanza visto che tutti hanno una propria immagine di questa città...
    suggestiva e romantica dove le epoche si avvicendano e si mescolano senza soluzione di continuità.
    Passato, presente e futuro qui si fondono: Buda, con i suoi monumenti, ci offre le vestiglia del passato oltre che la rigogliosa natura; Pest, invece rigurgita di vita tesa al futuro, di aspirazioni di lusso, di boutiques e locali le cui vetrine possono competere con quello di Parigi, di Roma, di Milano.
    Singolare la definizione di Budapest è troppo data da un politico:
    - Budapest è troppo capitalista per essere socialista e troppo socialista per essere capitalista. -
    E comunque vero ancora oggi quello che ha affermato Thomas Mann il quale, - negli anni trenta, ha visitato piu volta l'Ungheria, - considerava Budapest la capitale piu elegante d'Europa.

    Dall'unificazione di tre città: Buda, Obuda e Pest, nel 1873 nacque Budapest, una delle metropoli dell'Europa in pieno sviluppo...A ritmo inaudito si costruirono le stazioni ferroviarie, i lungofiumi, i teatri, le scuole, i quartieri residenziali, fu terminato il via Nèpkoztàrsasàg - uno dei viali piu belli d'Europa - e, sotto il piano stardale coperto di legno, correva la prima metropolitana del continente...
    Nei caffè, venuti su come i funghi, già lampada elettriche spandevano la luce, si diffondeva rapidamente il telefono e nel 1895 comparve il primo automobile. Per festeggiare il Millenario della conquista, la capitale fu arricchita di magnifici palazzi: Il Castello di Vajdahunyad, la Galleria d'Arte, il Museo d'Arte Applicata, si costruirono la Corte Suprema Reale e il ponte Francesco Giuseppe ..



    Dal cortile del Palazzo Reale un dolce pendio conduce nella piazza di Ss.Trinità. E' una singolarità di Buda il fatto che la città sia situata piu alto del palazzo ..la chiesa dell'Assunta o chiesa di Mattia ricostruita e completata seguendo la forma originaria dei dettami dello stile gotico, e che è ad un tempo santuario del culto cattolico e della storia ungherese....il suo nome popolare fu dato dal re Mattia che nel 1470 fece porre il suo stemma con il corvo sulla torre meridionale....gli avvenimenti più significativi sono avvenuti qui......... nella chiesa principale di Buda fu incoronato nel 1308 il re Carlo Roberto, i re incoronati a Szèkesfehèrvàr qui vennero presentati agli abitanti della capitale... sono sepolti sul catafalco i sovrani..... i re fecero voto e giuramenti fedeltà.... sono state celebrate le nozze reali...nel XV vi sono state benedette le bandiere degli eserciti
    entrati in guerra con i Turchi e vi sono stati esposti gli emblemi presi dal nemico.
    Gli affreschi e le vetrata dell'interno rappresentano un grandioso libro storico illustrato evocando gli eventi insigni della storia ungherese... è il centro della musica sacra ungherese, per la prima volta risuonarono nel 1867 la Messa d'incoronazione di Franz Liszt e nel 1936 il Te Deum di Budavàr di Zoltàn Kodàly.

    Il tracciato delle vie nel quartiere del Castello segue tutt'ora la pianta medievale. Su questo territorio si ergevano le case dei borghesi piu ricchi e dei signori. Osterie, botteghe ben avviate rendevano viva la città... un brulicchio della vita quotidiana, raccontano i testimoni del passato: gli ampi cortili e sotto i portoni le nicchie di sedile di origine medioevale.... elementi archittetonici molto caratteristici erano i ponticelli che collegavono le case all'altezza di un piano. Sotto terra esisteva un altra città: le cantine sotto le case utilizzate per raccogliere l'acqua, per mettervi il vino, oggi invece ospitano ristoranti, botteghe, eleganti ...Questo quartiere fa parte del patrimonio mondiale, protettto dall'UNESCO.





    Tra i bei monti
    Budapest Danubio blu
    Sogni di perla


    ..... l'acqua a Budapest ....



    Verso il 1500 un viaggiatore italiano, modenese,
    ebbe a scrivere che, da una sorgente di Buda, sgorgava vino invece di acqua ... !
    Affermazione generata, forse, dopo un'abbondante libagione. Non è certo men vero, però, che Budapest è la patria delle terme considerando che sono state registrate ben 130 sorgenti,
    le più importanti delle quali alimentano i famosi bagni della capitale.
    Nel Medio- Evo un po' dappertutto nel Paese, furono costruiti bagni e ospedali,
    in prossimità delle sorgenti termali.
    Uno dei più famosi fu costruito, nel XII secolo, ai piedi del Monte Gellèrt, nel territorio di Buda. Il luogo era stato scelto perchè nei dintorni viveva l'eremita Sant'Ivano, che la leggenda vuole facesse miracoli, probabilmente "aiutato" dalle proprietà terapeutiche delle acqua.


    ...... in cucina .....



    La cucina ungherese rispecchia in maniera decisiva l’intrecciarsi delle popolazioni che hanno abitato il paese. Le specialità gastronomiche tradizionali d‘haut cuisine furono rinvigorite in passato dai sapori decisi della cucina popolare.
    A questa miscela vincente si aggiunsero in seguito gli influssi internazionali.
    Ecco dunque in breve la “carta di identità” della cucina ungherese,
    caratterizzata dai sapori forti e allo stesso tempo raffinati.
    Il passato dell’arte culinaria ungherese è popolato di miti e leggende culinarie. Vale la pena di ricordare a tal proposito il creatore della famosa torta, József C. Dobos, dalla poliedrica personalità, pasticcere, cuoco, commerciante di derrate alimentari e scrittore specializzato. Preparò la famosa torta per l’Esposizione Nazionale del 1885 riscuotendo un successo internazionale. Altrettanto eclatante il caso di Emil Gerbeaud, d’origine ginevrina. Un vero artista dell’arte pasticcera. Progettò egli stesso le scatolette decorative speciali per i cioccolatini, inventò il boero ed i confetti al cioccolato.





    ..La prima volta che sono venuto a Budapest è stato a ballare.
    Sapevo che ero in qualche modo destinato a tornare.
    Questa volta, a scrivere.
    A vedere, guardare, ammirare ed essere sedotto dal fiume Danubio dal castello di Buda, e a scrivere...
    - dal web -



    ...mitologia magiara....



    Secondo gli antichi Ungari, il mondo è diviso in tre sfere: la prima è chiamata Mondo Superiore (Felső világ) ed ospita le divinità; il secondo è quello in cui vivono gli umani (Középső világ, Mondo di Mezzo) e l'ultimo è il Mondo Sotterraneo (Alsó világ). Nel centro del Mondo di Mezzo vi è un alto albero, chiamato Világfa ("Albero del Mondo") il cui fogliame è nel Mondo Superiore, mentre il Mondo di Mezzo è sul suo tronco e le radici corrispondono al Mondo Sotterraneo. In alcuni racconti l'albero produce anche frutti, ovvero mele d'oro....La religione ungherese antica era di tipo sciamanistico. Gli sciamani erano detti "táltosok". Si riteneva che la loro anima fosse in grado di viaggiare tra le tre sfere (révülés). I táltosok svolgevano anche la funzione di medici e, considerate le circostanze, la svolgevano con una certa efficacia. Erano selezionati dal fato: le lievi anomalie fisiche che mostravano alla nascita (denti già spuntati ecc.) erano ritenuti segni di appartenenza a un ordine divino...Il Turul è un uccello mitologico legato alle leggende sull'origine dei Magiari....secondo la mitologia ungherese, il Turul apparve in sogno ad Emese, la madre del principe Álmos e dopo averla fecondata, le annunciò che il figlio sarebbe stato il fondatore di una grande dinastia.




    3 maggio, Bistrita.
    Lasciata Monaco alle 20,35 del 1° maggio, giunto a Vienna il mattino dopo presto: saremmo dovuti arrivare alle 6,46, ma il treno aveva un'ora di ritardo. Stando al poco che ho potuto vederne dal treno e percorrendone brevemente le strade di Budapest mi sembra una bellissima città. Non ho osato allontanarmi troppo dalla stazione, poiché, giunti in ritardo, saremmo però ripartiti quanto più possibile in orario. Ne ho ricavato l'impressione che, abbandonato l'Occidente, stessimo entrando nell'Oriente, e infatti anche il più occidentale degli splendidi porti sul Danubio, che qui è maestosamente ampio e profondo, ci richiamava alle tradizioni della dominazione turca.
    - DIARIO DI JONATHAN HARKER tratto da "DRACULA di Bram Stoker



    .....una poesia .....



    Oggi ho guardato questa città, e non ti ho visto. In questa notte guardo la città, ma non ti vedo.
    La musica che sento adesso non mi sembra più la stessa. Il ricordo di te mi fa sanguinare.
    Quei pochi dolci baci mi davano vitalità, ma ora quel sogno è svanito.
    Volevo condividere con te il sole che c`è dentro il mio cuore,
    ma quando lo vedesti sorgere all`alba, tu dovesti andare.
    E adesso, lo stesso luogo dove ti conobbi quella sera speciale, non è più lo stesso.
    Non ho fatto nulla per perderti,
    ma forse sarà il mio destino che non vuole unirci come invece desidero adesso.
    E` un destino crudele, che va contro i miei sogni e le mie aspettative.
    Eppure, forse non sei molto lontana da me, non sò per quanto tempo ancora,
    ma questo momento e queste emozioni forti le sto vivendo nella tua città, Budapest
    - Anonimo -



    "Budapest ti riporta a un mondo di bellezza ormai perduta e tanto necessaria oggi ..."
    - Jeanette Patindol -





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    egerlegi12


    La fortezza di Eger



    A 130 chilometri da Budapest, in una valle dalla bellezza pittoresca, al punto d’incontro dei monti Bükk e Mátra, si estende la città di Eger, la cui fortezza, dalla forma pentagonale, costruita sulla collina dominante la città è un complesso architettonico di rilievo nazionale.


    egerdoboszobor
    La statua di Dobó e la fortezza di Eger

    Oggi, su quei luoghi, nel palazzo vescovile del XV secolo, ricco di dettagli medievali, trova collocazione il Museo della fortezza István Dobó e la pinacoteca, dove si possono ammirare capolavori dei maestri italiani, della pittura tedesca dei secoli XVI-XVIII, dei pittori ungheresi ed austriaci dei secoli XVIII-XIX. Si trovano inoltre i resti del vescovado di Eger in stile romanico e tardo gotico fondato dal re Stefano (975-1038). E’ anche possibile accedere in avventurosi percorsi sotterranei della fortezza risalenti all’epoca del castello, nelle casematte dove accanto agli strumenti di difesa troviamo anche sculture romaniche e gotiche in pietra. In un’esposizione separate vengono presentati gli antichi strumenti d’esecuzione, di tortura e di umiliazione utilizzati in Ungheria.

    Nella fortezza funziona una zecca, dove possiamo "fabbricare" con le nostre mani le monete. Nella cantina Ispotály, oltre alla degustazione dei famosi vini di Eger, possiamo imbottigliarci la "bevanda divina". Ogni anno, nell’ultimo fine settimana di luglio, vengono organizzati i "Giochi della fortezza", che durano da giovedì fino a domenica, con tornei cavallereschi, programmi musicali, balli, commedie, tiri con l’arco. Il tutto è reso più ricco dalle fiere dei mestieri tradizionali e del folclore.


    La costruzione della fortezza d'importanza strategica ebbe inizio dopo l'invasione dei tartari, intorno alla metà del ‘200. Le mura furono rinforzate da torri e bastioni e, sul lato nord-occidentale della fortezza, sullo scoglio più ripido della roccia, fu costruita la vecchia torre. Nonostante ciò gli abitanti di Eger furono trucidati. Per ripopolare la città, in cui risiedeva già il popolo magiaro, si favorì l’insediamento di coloni stranieri tra i quali italiani.

    Nel corso dei secoli successivi, la protezione della fortezza fu incrementata soltanto mediante piccole variazioni apportate. Nel XV secolo, a causa delle campagne militari degli ussiti cechi, la fortezza fu ulteriormente rinforzata. I lavori di maggior entità a livello di trasformazioni furono apportati da Tamás Varkocs, che fu capitano della fortezza dal 1542 al 1549. A lui appartiene l'opera di suddivisione della fortezza in castello esterno ed interno. Varkocs fece costruire la porta Setét comunicante e collegante le due parti, mentre le mura furono ulteriormente rinforzate da argini.

    castello_eger

    La fortezza, nel 1552, fu abilmente difesa da un manipolo di eroi (composto da uomini e donne) che sotto la guida del leggendario capitano lstván Dobó resistette all'attacco dell'esercito turco di Ali pascià, venti volte più numeroso. L'eroica resistenza, ancor oggi segno del patriottismo nazionale, fermò per alcuni decenni l’espansione dell’Impero Ottomano. All’avvenimento, lo scrittore Géza Gárdonyi dedicò il bellissimo romanzo "Le stelle di Eger" tradotto in diverse lingue. (La tomba dello scrittore, all'interno della fortezza, è un vero e proprio luogo di culto.)

    Durante il successivo assedio del 1596, anche Eger cadde in mano turca fino alla liberazione del 1687.



    Parco Nazionale Aggtelek


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    foto;libertadviajera.com

    Superficie: 19.762 ettari

    Orario di apertura: la Grotta Baradla 16 aprile–15 ottobre ore 8.00-18.00, 16 ottobre–15 aprile ore 8.00-16.00. Tassa d'ingresso.
    Visita: liberamente visitabile il sentiero d'istruzione, lungo 7,5 chilometri, dall'entrata della grotta di Jósvafõ a quella di Aggtelek, la segnalazione: ginepro verde su fondo bianco.


    Il sentiero d'istruzione Tohonya-Kuriszlán è lungo 9 chilometri con 26 punti di sosta. La Grotta Baradla è visitabile nell'orario sopraindicato con guida, le gite lunghe e quelle delle altre 19 grotte esclusivamente previa prenotazione, con guida specialista e con attrezzature da speleologi.


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    A partire dal 1995 il Parco Nazionale di Aggtelek fa parte del Patrimonio Mondiale. Il 90% delle persone ne conoscono soltanto la grotta maggiore anche se possiede tre notevoli unità di superficie, di cui le due minori sono il carsico di Szalonna ed il Monte Esztramos, la terza inizia nei pressi di Szuhafõ e proseguendo la frontiera, finisce al ruscello di Bódva. La Grotta Baradla, la più grande spelonca di stalattiti e stalagmiti d’Europa. Secondo l’opinione degli scienziati è una delle più magnifiche formazioni geologiche della Terra. Il tratto d’Ungheria, lungo 17 km, è un mondo incantato, fatto di enormi stalattiti e stalagmiti ed esaltato da un ruscello sotterraneo. All’interno lo spettacolo è unico, soprattutto per gli effetti luce che si creano nella grotta del lago, percorribile anche in barca, col riflettersi delle stalattiti illuminate nelle acque. Vi si trovano poi una serie di "sale" dai nomi davvero fantasiosi "l’antro dei Giganti", la "sala dei concerti", dove si tengono concerti e rappresentazioni d’opere liriche, la "grotta dei fantasmi", "la torre pendente di Pisa", ecc. Vi si trova inoltre una delle più grandi stalagmiti del mondo, dalla dimensione di 25 metri d’altezza e 8 metri di diametro alla base.


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    La Grotta Baradla, conosciuta dai tempi remoti, è la più frequentata e la più bella per le sue stalattiti e stalagmiti. Accanto ad una delle sue cinque entrate si trova il Vörös-tó (Lago Rosso), assomiglia a un occhio, con le rocce Medve (Orso) formate dall'erosione. Sopra l'entrata della Grotta di Aggtelek si eleva il dirupo Baradla, alto 50 metri, ed a poca distanza è esteso, ai piedi di un prato carsico, il Lago di Aggtelek, aumentato da due sorgenti. Nel complesso di spelonche vivono 450 specie di animali, ed è ricca anche la fauna della superficie esterna. La bonasia e la cicogna nera sono due specie protette dell'avifauna locale.


    voros-to-baradla
    foto:tripadvisor.it


    fonte/foto:.guideviaggi.net/
     
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