MANOSCRITTI MISTERIOSI

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    Il manoscritto più misterioso del mondo

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    26 febbraio 2011
    Ancora senza una vera soluzione la storia del libro di Voynich. La storia comincia nel 1912, quando nel collegio dei Gesuiti di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, un mercante di libri di nome Wilfred Voynich, acquista qualche decina di volumi custoditi nella biblioteca e venduti perchè pare che i Gesuiti avessero bisogno di denaro.

    UN LIBRO MISTERIOSO – Fra i volumi, ve n’era uno, alto ventidue centimetri e largo sedici, di centodue fogli di pergamena di vitellino vergati con inchiostro di diversi colori. All’interno, decine di disegni che ritraggono piante, segni zodiacali, strani diagrammi, figure femminili, recipienti e ampolle. Il testo è costituito da circa 250.000 caratteri che formano 4.182 insiemi che sembrano parole; 1.284 di esse ricorrono più di una volta; 184 sono presenti più di quindici volte; 308 sono presenti almeno otto volte. Cosa c’è scritto in questo libro? Cosa rappresentano i disegni? Nessuno lo sa. All’interno Voynich rinviene una lettera datata ‘Praga, 19 agosto 1665′ e firmata da Johannes Marcus Marci, medico di Rodolfo II di Boemia, con la quale chiedeva al suo amico Athanasius Kircher di decifrare il libro. Marci scriveva inoltre che si trattava di un manoscritto medievale che aveva ereditato da un suo amico, che lo aveva a sua volta ricevuto da Rodolfo II.

    NESSUNA SOLUZIONE – Nel corso dei secoli in molti hanno provato a decifrarne il contenuto, senza risultato. I tentativi sono stati innumerevoli: il testo è stato confrontato con tutte le lingue e i dialetti conosciuti, alcuni hanno ipotizzato un idioma esoterico oppure pensato al collegamento con la simbologia alchemica, molto in voga nel Cinquecento, altri ad una lingua ormai perduta. Dilettanti e scienziati hanno provato con svariate tecniche, anche utilizzando calcolatori potenti e programmi pensati per studiare la superficie lunare; ogni tanto esce qualcuno che sostiene di averlo tradotto e interpretato. Ma non è così. La verità è che non abbiamo ancora la minima idea di cosa significhi tutto ciò che è contenuto nel libro, attualmente conservato presso l’Università di Yale, negli Stati Uniti.

    FORSE, UNA TRACCIA – Uno spiraglio di luce è apparso solo pochi giorni fa quando il professor Greg Hodgins che guida un gruppo di ricercatori dell’Univerità dell’Arizona, ha reso noto di essere riuscito a stabilire l’età esatta del manoscritto. Le ipotesi fino a questo momento più accreditate, facevano leva su indizi e caratteristiche intrinseche più o meno vaghe, come ad esempio i materiali, la consistenza dei fogli, oppure la somiglianza di alcuni elementi con altri. Ad esempio, sembrava abbastanza attendibile la teoria secondo cui un fiore raffigurato in uno dei disegni, fosse molto somigliante al fiore di una pianta presente in Europa, solo dopo la scoperta dell’America.

    MA NON TUTTO E’ CHIARO – Questo indizio faceva naturalmente supporre che la data di origine del documento fosse successiva al 1492. Complessivamente comunque, l’età del manoscritto si faceva risalire all’epoca in cui visse Rodolfo II di Boemia, nella seconda metà del Cinquecento. I ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno prelevato e studiato a lungo un piccolissimo lembo di pergamena; poi finalmente, mediante la tecnica del radiocarbonio 14, hanno stabilito che il manoscritto risale al periodo compreso tra il 1.404 e il 1.438, circa un secolo prima di quanto si pensasse. La storia però non si è conclusa e il manoscritto di Voynich, conosciuto anche come ‘il manoscritto più misterioso del mondo’, conserva ancora intatto il suo fascino.


    Edited by gheagabry1 - 22/1/2023, 14:33
     
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  2. gheagabry
     
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    IL NECRONOMICON, il libro dei morti

    necronomicon


    Sanaa, Yemen

    Abdul Alhazred viveva nell' VIII secolo dopo Cristo nel periodo dei Califfi Ommaiadi, a Damasco e si ritiene che sia l'autore del libro denominanto "Al Azif", dove "Azif" è il termine utilizzato dalla popolazione araba per indicare "gli ululati dei demoni", che in realtà sono i suoni notturni emessi da degli insetti.

    Abdul Alhazred, scrisse la sua opera a Damasco, dove morì nel 738 D.C. di una morte misteriosa con numerosi descrizioni, tra cui la sua distruzione avvenuta per mezzo di forze invisibili all'occhio umano davanti a numerosi testimoni.

    Il poeta Abdul Alhazred praticava una vita da pellegrino narrando storie incredibili, nel libro di trovavano formule e rituali di magia nera che non dovevano assolutamente essere letti ad alta voce, in quanto la loro lettura avrebbe portato a morte certa lo sventurato, narrava di avventure terribili e meravigliose avvenute durante i suoi pellegrinaggi in zone come la Babilonia o il deserto del sud dell'Arabia, conociuta come la dimora degli spiriti maligni, non era musulmano ed adorava delle divinità chiamate Yog e Cthulhu.

    Nel 950 "Al Azif" fu distribuito ed il titolo fu modificato con "Necronomicon" il cui significato si traduce in "il libro delle leggi che governano i morti."Un certo Olaus Wormius lo tardusse in inglese e si narra che fu arso vivo.

    L'opera in originaria lingua araba, fu tradotta in latino ed in greco.Tra il 1560 ed il 1570 la versione greca fu stampata in Italia.Una copia in latino è conservata presso il British Museum e un altra si trova nella Bibliothèque Nationale a Parigi, altre copie sono conservate in altri musei e presso privati, un altra copia dovrebbe essere conservata presso la biblioteca del Vaticano.



    Howard Phillips Lovercraft ed il NECRONOMICON.


    Il libro denominato Necronomicon in reatà non è mai stato scritto ma è citato tra i libri realmente realizzati, è quindi uno pseudolibro, un falso libro.

    Howard Phillips Lovercraft (nato 1890 a Providence nel Rhode Island, morto nel 1936 all'età di 46 anni ) ha creato il mito del Necronomic il cui titolo è Al Azif in lingua araba, inteso come libro di magia nera realizzato da Abdul Alhazred, uno stregone, in quanto il libro era un espediente letterario per dare maggiore enfasi alle sue opere fantastiche.

    Il libro divenne molto famoso al punto che Lovercraft dovette ammettere la sua insesistenza.Numerose persone credevano nell'esistenza del libro e vi sono persone che vi credono tutt'ora, taluni affermarono che lo stesso Lovercraft mentiva dichiarando l'inesistenza del Necronnomicon.

    Il primo riferimento al Necronomicon vi fu nel 1941 quando a New York, un antiquario, Philip Duchesne mise in vendita nel suo listino il libro a 900 dollari, con relativa descrizione.

    Un giornalista nel 1953 Arthur Scott, in un articolo sul mensile americano Sir!, affermava che il libro era composto da pagine formate da pelle umana sottratta a persone uccise con rituali di stregoneria.A partire dalle prime ipotetiche segnalazioni numerose persone cercarono di spacciare per il reale Necronomicon manoscritti ritrovati nelle zone arabe o libri antichi.

    Lovercraft scrisse una prefazione (riportata qui di seguito) del Necronomicon per degli amici intimi, senza intenti pubblicitari, ma per scopo personale, la quale fu resa ugualmente pubblica, una prefazione molto allettante per coloro che adoravano il Necronomicon definendolo" il più grande libro di magia nera mai esistito":


    Ascolta ciò che ti dice Abdul Alhazred:
    gli Antichi Dèi han posto i Maledetti
    in sonno. E chi manipola i sigilli
    e i dormienti ridesta, è maledetto anch'egli.
    E dico ancora: qui chiuse son le càbale
    in cui s'asconde il torbido potere
    d'infrangere i sigilli millenari
    che serrarono Cthulhu e la sua orda.
    Ho perso
    tutta la vita per delucidarle.

    La notte s'apre sull'orlo dell'abisso.
    Le porte dell'inferno sono chiuse:
    a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo
    si desterà qualcosa per risponderti.
    Questo regalo lascio all'umanità:
    ecco le chiavi.
    Cerca le serrature: sii soddisfatto.
    Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
    per primo io le ho trovate: e sono matto.

    Abdul Alhazre


    Le tavolette di Kutu

    Nel 1987 una spedizione del Centro Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia iniziò degli scavi presso Kut-al-Amara, nell'Iraq sud orientale e nel 1990 gli scavi in questa città, completamente distrutta, portarono alla luce un tempio perfettamente conservato di grande interesse archeologi co con al suo interno numerose tavolette di argilla con scritte in lingua sumera, furono denominate"Tavolette di Kutu".

    Le "Tavolette di Kutu" furono traotte dal professore Venustiano Carranza docente di paleografia semitica all'Università di Città del Messico e fu portata alla luce un'ipotesi, che collega i Miti di Chtulhu alla religione e mitologia sumero-babilonese. In queste tavolette vi è riferimento a delle divinità adorate con il nome di :Azatoth, Yogsothoth, Hastur, Nyarlathotep, Shub-Niggurath, i "Grandi antichi".

    Il contenuto delle tavolette si era diffuso ben prima dell'VIII secolo, in cui Lovercraft avrebbe datato il suo libro Necronomicon.Una coincidenza?

    CONCLUSIONI

    -Il Necronomicon esiste?E' un libro esoterico reale?O è stato creato dalla fervida immaginazione dello scrittore Howard Phillips Lovercraft ?
     
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  3. gheagabry
     
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    Il "legno parlante" dell'Isola di Pasqua



    Rapa Nui, isola di 162.5 chilometri quadrati del Pacifico meridionale, scoperta nel giorno di Pasqua del 1722 dall´ammiraglio olandese Roggeveen. Il nome, come vediamo, non deriva dunque dalle molte sorprese archeologiche che abbiamo trovato all´interno del suo “uovo”, ossia del suo territorio. Con circa 2000 abitanti e 163 chilometri quadrati l´isola di Pasqua, appartenente ufficialmente al Cile dal 1888 seppur lontanissima dalle coste sudamericane, é definita perfino nel XXI secolo come uno dei maggiori misteri archeologici che l´uomo abbia affrontato.
    Oltre alle celeberrime statue, esistono testimonianze scritte costituite da tavolette di caratteri “bustrofedici”(non ha, cioè, una direzione fissa – come noi che scriviamo da sinistra a destra – ma procede in un senso fino al margine e poi prosegue nel senso opposto, senza andare a capo); come é capitato molto comunemente altrove, anche qui la maggior parte delle tavolette in legno é andata distrutta per ordine dei missionari, ed oggigiorno ne esistono ventuno, conservate a Bruxelles, al British Museum, a Berlino, a Vienna, a San Pietroburgo ed a Santiago.
    Le “kohaurongorongo”, o “legno parlante”, sono indecifrate. Le prime tavolette furono recuperate nel 1866 quando la civiltà “tradizionale” era già stata pressoché cancellata. Nel 1914 l´ultimo abitante dell´ isola iniziato all´arte di questa scrittura scomparve, e con lui l´ultima possibilità di tentare la decifrazione della misteriosa scrittura, che si aggiunse alla lunga lista di enigmi. L´inglese Vere Barclay ed il francese Lemosof vedevano una somiglianza con i geroglifici maya, mentre Wilhelm von Hevesy ipotizzò una somiglianza con la scrittura, anch ´essa indecifrata, della civiltà della valle dell´ Indo, anche se lo scarto di tempo fra la civiltà harappiana di Mohenjo-daro e quella di Rapa Nui é di alcuni millenni. Il viennese Robert von Heine-Geldern dichiarò somiglianze con la scrittura cinese antica, mentre l´argentino Imbelloni paragonò la scrittura con caratteri indiani del sistema Brahmi. Il tedesco Barthel affermó che la scrittura non riproduceva la frase parlata, ma bensì si trattava di testi stenografici.
    (meretricedibabilonia.blogspot)


    Edited by gheagabry1 - 22/1/2023, 14:36
     
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  4. gheagabry
     
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    DALL' ANTICHITA'....STRANI LIBRI


    Le cronache storiche raccontano di un’Iliade e di un’Odissea scritte in lettere d’oro sopra una pelle di serpente lunga cento piedi. Questa rarità pare appartenesse alla biblioteca dell’imperatore Costantino.
    Particolarissimo era anche il libro contenente la “relazione” della città di Albany (stato di New York) spedita al Senato di Washington nel 1890. Era contenuta in un volume di seimila pagine, formato grande aquila: oltre al testo conteneva quarantacinquemila firme (tutte quelle degli abitanti di Albany), aveva uno spessore di m. 1,20, rilegatura compresa, e pesava 490 chilogrammi.

    Un libro decisamente “ricco” fu quello donato nel 1907 a Pio X dalla Repubblica brasiliana, come ringraziamento per aver innalzato alla porpora un prelato di quel paese. I fogli del libro erano d’oro, incrostati di pietre preziose; sulla copertina c’era un monogramma del papa formato di brillanti e smeraldi e sulla prima pagina brillava il ritratto del pontefice, in finissima miniatura, contornato da 90 diamanti uno dei quali, gradissimo, posto in alto formava un sole i cui raggi erano disegnati da file di brillantini. Non solo, ma quel libro conteneva pure una carta del Brasile disegnata con un mosaico di pietre preziose. Chissà ora dove si trova.
    Fino al 1885 Albert Rochas pubblicava a Blois un’opera in ottavo, intitolata Le livre de demain, un vero e proprio “libro del colore“, seguace di quel “teatro del colore” proclamato da Sem Benelli e Marinetti. Nel libro del Rochas le scene d’amore erano stampate in caratteri rossi su carta rosa; quelle relative alla guerra in caratteri neri su carta sanguigna; le pastorali tutte in verde tenero e le pagine religiose in violetto.
    Un libro a prova di fuoco fu invece quello del Bruckmann, medico tedesco del XVIII secolo: si trattava di una dissertazione sull’amianto, stampata su carta di amianto; invece un libro povero fu un’edizione spagnola del Don Chisciotte stampata, sempre nel XVIII secolo, su sottilissimi fogli di sughero.
    Ma vi fu anche un libro macabro…
    Dovete sapere che il celebre astronomo Camillo Flammarion ebbe in lascito testamentario dalla contessa di Saint-Auge, celebre spiritista sua amica, “la pelle delle sue spalle per rilegare la prima opera ch’egli avesse pubblicata dopo la morte di lei“. Così, in questo repellente modo fu appunto rilegata la prima copia de Le terre del cielo di Flammarion, e la cosa viene riferita anche dalla Chronique médicale del primo marzo 1898: in alto, sulla copertina, era scritto “Ricordo di una morta“, e i tagli erano rosso sangue decorati con stelle d’oro.
    E questo spero proprio di non trovarmelo mai tra le mani.
    (©Mitì Vigliero)
     
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