BIMINI ROAD

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  1. ZIALAILA
     
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    BIMINI ROAD



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    .....BIMINI è un frammento della perduta ATLANTIDE ?


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    nell'estate del 1968 durante un normale volo tra Miami e Nassau ,il capitano Robert Brush e il suo copilota Trigg Adams , si ritrovarono a nord di Andros l'isola piu' grande delle Bahamas .
    Quando avvistarono la piccola isoletta di Pine Cay i due notarono nelle acque sottostanti una struttura regolare ben definita , che identificarono come le fondamenta di un edificio la cui estremita' orientale era stata sezionata a circa un quarto della lunghezza da una parete interna . Il capitano Brush si rese conto di aver scoperto qualcosa di possibile rilevanza archeologica .
    Al ritorno a Miami Brush riferì della scoperta a due amici seguaci di Edgard Cayce .
    Si trattava di J.Manson Valentine e Dimitri Rebikoff che nell'agosto 1968 iniziarono le loro ricerche e studi . Stabilirono che la struttura sottomarina misurava circa 34 metri x 20 metri e che aveva un orientamento est-ovest : forse un tempio, che fu denominato "tempio di Atlantide".
    La pubblicita' che inevitabilmente circondò la scoperta indusse altri studiosi a iniziare ricerche di altri siti archeologici , in particolare nelle acque poco profonde intorno ad Andros.
    Ben presto vennero alla luce nuovi reperti : fu ancora Brush a scoprire una delle strutture piu' enigmatiche che si siano mai osservate nelle acque attorno a Andros.

    Si tratta di un allineamento di pietre rettangolari che formavano un percorso di oltre 100 metri, che divenne famoso come "Bimini road" o "Bimini wall", cioè strada o muro di Bimini , il tutto situato ad alcuni metri di profondità nelle acque caraibiche.
    Questa sensazionale scoperta ha determinato la riapertura di un nuovo dibattito sulla possibile esistenza di resti di una civiltà antidiluviana sommersa da una catastrofe migliaia di anni fa.

    In particolare il sito di Bimini è formato da un primo allineamento retto di pietre rettangolari lungo diverse centinaia di metri, a cui si affianca un secondo gruppo di pietre che curva ad angolo retto verso la costa. È poi presente una terza struttura più piccola di forma regolare ed infine una quarta struttura costituita da pietre rettangolari distanziate sistematicamente in linea retta per 2400 metri che taglia in diagonale l’antica linea costiera.
    Come può osservare anche un visitatore occasionale mentre fa snorkelling intorno all'isola, le pietre che compongono la "Bimini Road" non sono affatto della stessa roccia della spiaggia delle isole al largo della sponda occidentale. Al contrario, quelle pietre sono enormi e squadrate, talvolta montate insieme e collocate una sull'altra... e la "strada" termina in modo completamente innaturale a forma di J.

    Gli studiosi, a partire dallo stesso Valentine, hanno formulato diverse ipotesi su queste formazioni situate nell’oceano atlantico. Prima di tutto si è pensato ad una strada lastricata, che formava un percorso di una città antica, ma si è ipotizzato anche che possa trattarsi di una muraglia sommersa, oppure del basamento di un edificio od anche di un antico molo. Ciò che sorprende e che lascia spiazzati gli studiosi accademici è la regolarità di questi blocchi rettangolari che difficilmente possono trovarsi in natura nelle acque oceaniche per effetto dell’azione erosiva dell’acqua marina; tutto fa pensare alla mano dell’Uomo.
    È stato fatto notare che è anche molto insolito trovare in natura delle formazioni di blocchi di pietre che curvano ad angolo retto.


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    La sua localizzazione al largo delle coste caraibiche, in piene acque oceaniche può dar ragione al racconto di Platone sull’esistenza della civiltà perduta oltre le colonne d’Ercole, anche se non vi sono gli elementi per poter giudicare i dati forniti da Platone nel Timeo e Crizia.

    Secondo le "letture" di Cayce, le terre atlantidee subirono tre grandi periodi d'inondazione e non scomparvero del tutto in un unico cataclisma. La catastrofe naturale rappresentata da Platone descrive solo la distruzione finale di Atlantide.

    I ricercatori hanno infatti distinto tre episodi geologici decisivi nella storia di un'isola atlantica che comprendeva originariamente un'area emersa della dimensione della Spagna moderna. Il primo sisma ne affondò gran parte sotto il livello del mare, seguito diversi millenni più tardi da una rinnovata violenza geologica che affondò la restante terraferma, per salvare solo le cime delle montagne più alte.
    Questi picchi vulcanici divennero noti in epoca successiva come isole: le Canarie, le Azzorre, Madera e Atlas, in cui risorse la città di Atlantide. L'ultima distruzione ebbe luogo quando il Monte Atlas, dopo aver detonato con devastanti eruzioni, collassò su se stesso e precipitò in mare, evento collimante al 100% con le leggende Maya circa la loro origine e confermato dall'"istantanea" rinvenuta nel sito archeologico Maya di Cobà, nella penisola dello Yucatan, in cui si vede un maya dal naso forato mentre abbandona in barca un'isola sconvolta da terremoti (si vede che sta crollando una piramide) ed eruzioni vulcaniche.

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  2. tappi
     
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    grazie
     
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