SQUALI, RAZZE E CHIMERE

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  1. gheagabry
     
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    Lo SQUALO DELLA GROENLANDIA



    Lo squalo della Groenlandia (Somniosus microcephalus; Eqalussuaq, come lo chiamano gli Inuit) è un grosso squalo originario delle acque prospicienti le coste della Groenlandia e dell'Islanda, nel Nordatlantico. Si spinge più a nord di qualsiasi altra specie di squalo. È imparentato molto da vicino con il lemargo del Pacifico. È una delle più grandi specie di squalo e le sue dimensioni sono paragonabili solamente a quelle dello squalo bianco: gli esemplari più grandi misurano 6,4 metri di lunghezza e pesano 1000 kg ed alcuni di essi possono raggiungere anche i 7,3 metri.

    “Sonnolento con la testa piccola”.. è questo il significato del nome scientifico Somniosus microcephalus, ma in realtà lo squalo della Groenlandia si rivela tutt’altro che una pigra e lenta creatura abissale. Anche per questo animale infatti, sono possibili, a dispetto del suo nome, potenti e veloci scatti per catturare le prede e resistenza e tenacia nella caccia.

    Il muso dello squalo di Groenlandia è corto e arrotondato e gli occhi sono piccoli. Le due pinne dorsali sono arretrate e senza spine, la pinna anale è assente. Anche le pinne pettorali e ventrali sono di piccole dimensioni mentre la pinna caudale è abbastanza sviluppata, sia il lobo superiore che quello inferiore.
    Le fessure branchiali sono decisamente piccole e questa caratteristica suggerisce che lo squalo di Groenlandia, pur dotato di potenza e possibilità di brevi scatti veloci per cacciare, per la maggior parte del tempo nuoti in maniera lenta e costante, con un minimo consumo energetico.



    I denti sono diversi nelle due arcate, in quella superiore sono sottili e appuntiti, mentre in quella inferiore più larghi, resistenti, con la cuspide (punta) spostata verso l’esterno.
    La vista non sembra essere molto sviluppata, gli occhi infatti sono piccoli e nelle profondità medie in cui questo squalo nuota la luminosità è quasi assente..
    Oltre a questi elementi, in una grande percentuale di squali di Groenlandia, uno dei due occhi viene attaccato da un parassita specifico, il copepode Ommatokoita elongata. La femmina adulta di questo parassita, lunga circa 5 cm, si ancora nella cornea dell’occhio dello squalo, portando ad una quasi totale cecità per quel campo visivo. Sono rari gli esemplari di squalo di Groenlandia in cui tutti e due gli occhi sono parassitari da Ommatokoita elongata.
    Nonostante questo importante disturbo alla vista l’animale non sembra risentirne, affidandosi per la predazione ad altri efficientissimi sensi (olfatto, elettrorecezione). Risulterebbe addirittura che il parassita Ommatokoita elongata sia in gradi di emettere una bioluminescenza che potrebbe attirare le prede proprio nella bocca dello squalo di Groenlandia, prede attirate da una piccola luminescenza nelle buie e gelide profondità dell’artico.
    Lo squalo di Groenlandia non è considerato pericoloso per l’uomo, soprattutto perché sarebbe davvero raro un incontro con questa creatura abissale nelle acque artiche, ma le sue grandi dimensioni spingerebbero comunque ad estrema cautela in un eventuale contatto diretto..


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    Lo squalo della Groenlandia si nutre soprattutto di pesci, ma negli stomaci di alcuni esemplari dell’estremo Nord sono stati trovati anche resti di foche. Yuuki Watanabe, autore dello studio e biologo marino presso il National Institute of Polar Research di Tokio, ha spiegato che i resti ritrovati negli squali sono “spesso freschi e privi dei tipici invertebrati ‘spazzini’, il che ci ha fatto pensare che gli squali mangino le loro prede ancora vive”.
    I ricercatori, guidati da Watanabe, hanno seguito gli squali nei loro movimenti intorno alle isole Svalbard, scoprendo che la velocità massima degli squali è appena la metà di quella della maggior parte dei mammiferi marini. "Anche se questa specie viene spesso descritta come pigra e lenta, è stata comunque una vera sorpresa scoprire che uno squalo di tre metri nuota alla stessa velocità di un bambino", ha detto Watanabe.
    E visto il ritmo letargico degli squali, Watanabe ha ipotizzato che le foche vengano catturate proprio mentre dormono. I ricercatori sostengono infatti che le foche riposino in acqua e non sul ghiaccio, per evitare di essere catturate dagli orsi polari.
    Come ha potuto osservare Watanabe durante le sue ricerche, le foche dormono sonni così profondi che potrebbero benissimo venire colte di sorpresa dagli squali. Racconta infatti il biologo giapponese che un giorno lui e i colleghi videro una foca galleggiare nelle acque artiche, e pensando fosse morta si avvicinarono, “ma non appena l’abbiamo toccata si è mossa e si è tuffata verso il basso”.
    La caccia dello squalo lento rimane un mistero..Gregory Skomal, un biologo marino del Dipartimento della pesca marittima del Massachusetts, ha già monitorato gli squali della Groenlandia utilizzando dei rilevatori acustici. In uno studio precedente, Skomal ha ipotizzato che gli squali della Groenlandia rallentino la loro velocità appositamente per tendere delle imboscate alle foche. “In questo nuovo studio, sono state avanzate delle ipotesi serie ma penso che il mistero resti ancora irrisolto”, ha commentato Skomal. “Nessuno per ora è stato ancora in grado di dimostrare come questi animali catturino le foche”.
    In ogni caso la mancanza di invertebrati sui resti di foca ritrovati negli stomaci degli squali, non esclude, secondo Watanabe, l’attività degli animali ‘spazzini’. "Immagino che questi piccoli invertebrati sarebbero in grado di abbandonare la foca morta molto velocemente, se un enorme squalo si avvicinasse loro con le fauci spalancate”, ha detto Watanabe.
    (national geographic)



    Le carne dello squalo della Groenlandia è velenosa, a causa della presenza in essa di una tossina, l'ossido di trimetilammina, che, se digerita, si scinde in trimetilammina, una sostanza che provoca effetti pari a quelli di una grandissima sbronza. A causa di questa neurotossina, i cani da slitta che si sono nutriti della carne di questo squalo non riescono più a stare in piedi. Tuttavia, se essa viene bollita cambiando spesso l'acqua o se viene seccata e messa a fermentare per alcuni mesi per produrre il cosiddetto Kæstur Hákarl, detto anche semplicemente Hákarl, può essere consumata. Tradizionalmente la preparazione di quest'ultimo viene effettuata seppellendo lo squalo in terreni boreali e lasciandolo esposto a vari cicli di congelamento e scongelamento. Ciò che ne viene fuori è considerato una prelibatezza in Islanda e Groenlandia.

     
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18 replies since 12/2/2011, 00:59   12373 views
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