SQUALI, RAZZE E CHIMERE

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  1. gheagabry
     
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    ".... non so che cosa credere. Mi chiedo spesso che cosa sia mai il pensiero, che cosa sia la comprensione.
    Siamo sicuri di comprendere l'universo meglio degli animali?"

    J.M. Coetzee


    LO SQUALO



    Da decenni ormai lo squalo è diventato il mito delle acque, l’assassino per eccellenza, la macchina perfetta per uccidere, tutto questo grazie alla disinformazione propinataci dai film anni ’70.
    Questi squali così intelligenti da appostarsi per delle ore per farci la sorpresina, squali dotati di un’intelligenza propria dei premi nobel per la fisica....lo squalo non è niente di tutto ciò.
    Possiede un apparato cognitivo molto semplice basato sul “se scappi sei una preda, se mi insegui sei un predatore” tutto qui … certo alcuni squali sono leggermente più intelligenti di altri, ma la loro caccia si basa essenzialmente su questo concetto e sulle forme, i movimenti e l’olfatto, ovvero come tutti gli animali carnivori della terra.
    Fondamentalmente l’uomo non è un cibo gradito agli squali, troppe ossa e poco grasso, infatti in molti attacchi registrati la vittima si è salvata perché “sputata” dallo squalo.
    Certo, se uno squalo di 4 metri ti assaggia hai poco da raccontare, ma se cominciamo a pensare che non siamo la sua cena preferita magari riusciremo anche a comportarci in maniera corretta in sua presenza.
    Nel Mediterraneo sono presenti 45 specie di squali di cui 14 potenzialmente pericolose per l’uomo, ma nella pratica, solo il famoso Squalo Bianco è annoverato nella statistica per attacchi all’uomo.
    Anche per quanto riguarda questi attacchi si deve stare ben attenti. Nella realtà dei fatti questi attacchi per l’80% sono stati provocati dall’uomo e il restante per “sviste” da parte dello squalo.
    Purtroppo quando siamo distesi su una tavola da surf la nostra immagine vista dal suo punto di vista è molto somigliante ad una foca, preda di cui va ghiotto.
    Anche il pasturare una zona non aiuta, e ancor di più cercarne lo scontro sott’acqua con fucili, o nuotare con pesci sanguinanti legati alla cintola.
    Sono tutti comportamenti che sembrano accendere una vistosa scritta luccicante sul nostro corpo con su scritto ATTACCAMI!
    La specie più grande presente nel Mediterraneo è il Cethorinus Maximus, ovvero squalo elefante, che raggiunge i 9/10 metri di lunghezza. Si nutre esclusivamente di plancton. Sono 15 le specie “nostrane” che possono raggiungere i 3 metri di lunghezza.
    Gli squali sono pesci cartilaginei così come Razze, Torpedini e Chimere, i cosiddetti “Condritti” .... significa sostanzialmente che hanno uno scheletro di cartilagine, a differenza degli altri pesci che hanno uno scheletro osseo. Questo tipo di struttura li rende più idrodinamici e leggeri, non hanno bisogno di vescica natante e possono raggiungere grandi dimensioni senza l’utilizzo di polmoni come nei mammiferi. Negli squali infatti è possibile notare l’assenza degli opercoli, strutture ossee a difesa delle branchie, ma la presenza di spiracoli, ossia aperture che consentono allo squalo, la respirazione anche da fermo che però non è presente in tutte le specie. La bocca è quasi sempre ventrale e altra particolarità è la struttura della pelle. Tutti gli Elasmobranchi sono forniti di scaglie placoidi ovvero denticoli dermali (prendono il nome proprio dai denti), formati dallo stesso tessuto, ed aventi la stessa forma e come questi consistono di tre strati: uno strato esterno di smalto, uno di dentina ed una cavita' centrale di polpa. Queste scaglie nello squalo sono predisposte in forme regolari. La disposizione delle squame placoidi degli squali riduce l'attrito dell'acqua per consentire movimenti veloci mediante la canalizzazione del flusso sul corpo. Uno squalo puo' ferire la sua preda rompendone la pelle con le sue squame placoidi. Come i denti, la forma delle scaglie varia da specie a specie. Le pinne degli squali sono rigide, sostenute da proteine e barre cartilaginee, cambiano di specie in specie ma sono di base di 5 tipi. Un paio di pinne pettorali, adatte a mantenere la posizione durante il nuoto, un paio di pinne pelviche e una o due pinne dorsali di stabilizzazione. In alcune specie quest’ultime sono spinate. La pinna anale, lì dove presente, assume anch’essa un ruolo di stabilizzatrice. La pinna caudale, o coda varia da specie a specie ma con un denominatore comune, il lobo superiore è in genere più grande di quello inferiore. Nelle specie pelagiche sono quasi uguali, mentre si ingrandisce man mano che ci avviciniamo al fondo come habitat.
    Altra struttura particolare dello squalo è quella dei denti, disposti in file parallele con più file presenti dove solo la prima è attiva, mentre nelle file retrostanti i denti continuano a crescere per sostituire quelli persi o danneggiati della prima fila. Uno squalo nutrice, in periodo estivo quando il cibo è più presente, può cambiare la fila anteriore di denti anche 1 volta ogni 14 giorni, mentre in Inverno ogni due mesi.
    La forma dei denti dipende dal tipo di cibo di cui si nutrono.
    Lo squalo è anche fornito di narici, poste sotto il muso, ma non gli servono per respirare ma per fiutare le prede, l’olfatto è molto sviluppato in questi animali.




    Il Mediterraneo contiene il famoso triangolo, sede della nursey degli squali bianchi, si trova nel Canale di Sicilia ed è il luogo dove si riproducono.
    Proprio nelle acque vicine a Malta fu pescato l’esemplare femmina più grande del mondo.
    Nonostante questo, l’incontro con uno squalo bianco è rarissimo, e anche a cercarlo hai pochissime probabilità di incontrarlo, questo perché è una specie molto schiva, così come un po’ tutte le specie di squalo, e anche per l’eliminazione sistematica di questo predatore che lo ha ormai portato sull’orlo dell’estinzione. A questo proposito vorrei citare la ricerca del dott. Ferretti, secondo la quale gli squali nel Mediterraneo stanno ormai scomparendo, alcuni hanno un deficit del 99,99%!!!





    E’ stato un tranquillo pescatore giapponese ad avvistare questa strana creatura in mare, apparsa all’improvviso davanti ai suoi occhi, ma dopo questo primo ragionevole stupore ha scoperto che il “mostro” era emerso dagli abissi per andare a morire proprio nei pressi delle coste nipponiche. l’aspetto dell’animale è dei più inquietanti: un’anguilla gigantesca con la testa da pescecane, l’occhio agguerrito, l’enorme bocca piena di denti affilati e sfrangiati come coralli molto taglienti.....si tratta di una rarissima specie chiamata “squalo arricciato”, una sorta di fossile vivente rimasto uguale dalla preistoria a oggi, con una lunghezza totale di 1,6 metri ed un peso di 7,5 chili.
    L’esistenza di questo raro esemplare risalirebbe addirittura a 80 milioni di anni fa ed il problema di questa specie, che vive solo a più di 600 metri di profondità è che, una volta giunti in superficie, hanno scarsissime possibilità di sopravvivere.



    Lo squalo è un animale molto antico: da 350 milioni di anni abita le acque del mare.
    Gli antichi non lo consideravano un animale feroce e pericoloso. Plutarco ne valorizzava le qualità: mite, amabile e protettivo, si pensava che padre e madre si alternassero nella cura parentale dei piccoli.
    Ma queste leggende non durarono a lungo e ben presto lo squalo è diventato, in ogni cultura, un mostro feroce che divora tutto. I Greci gli attribuivano uno stomaco grande come quello della balena e pensavano che potesse inghiottire un uomo intero. Una leggenda racconta che a Marsiglia fu scoperto, nelle sue viscere, un uomo senza testa ancora rivestito dell'armatura. Risale alla cronaca degli anni '50 la notizia di un marinaio tutto intero trovato nello stomaco di uno squalo.
    Ciò che sappiamo per certo è che lo squalo, con il suo armamentario naturale, è il divoratore per eccellenza.
    E' affascinante e pauroso al tempo stesso, cacciato e temuto in maniera anche incongrua, padrone incontrastato dei mari. Nel suo universo sottomarino (regno dell'inconscio), ha un solo nemico naturale, e in un'area ristretta: è la "sogliola di Mosè" del Mar Rosso. Lo uccide in due minuti paralizzandolo.
    L'unico vero predatore che può' dargli la caccia e ucciderlo è l'uomo che, da sempre, trasforma in divinità l'oggetto dei suoi terrori. L'uomo che non sa perché è battuto, arriva a deificare chi lo batte. Come in India sono divinità la tigre e il cobra, presso le popolazioni oceaniche lo è lo squalo.
    L'aspetto feroce dello squalo e il terrore ispirato dalle sue mascelle sono anche stati sfruttati a scopo bellico: come per le pitture sugli scudi o nelle maschere di certe culture, i piloti della seconda Guerra Mondiale dipingevano spesso mascelle dentate di squalo sul muso dei loro caccia.





    ....... mito e leggenda....



    I polinesiani hanno dunque un grosso bagaglio di leggende e tradizioni che spesso di fondono con la religiosità : la gran parte di queste leggende narrano di dei e della creazione del mondo .
    L'antica religione polinesiana, fortenente legata agli elementi naturali, parlava di una creazione del mondo ad opera di un soffio di vita da parte degli dei che infusero il loro spirito all'universo e alle creature.
    Queste creature divine erano immaginate vivere all'interno dei crateri dei vulcani , nelle acque, sulle cime della montagne.
    Ricchi di immaginazione, gli abitanti delle isole, di fronte agli inspiegabili fenomeni della natura, hanno inventato favole e leggende atte a spiegare questi fatti misteriosi.
    Charles Haskins Townsend, funzionario presso l’Acquario di New York all’inizio di questo secolo, aveva notato che i polinesiani nutrono per lo squalo lo stesso sentimento che provano alcune tribù africane per il leone. Le leggende polinesiane descrivono spesso le azioni di divinità-squalo, e si racconta che gli antichi hawaiiani inscenavano combattimenti fra uomini e squali in recinti di acqua poco profonda. Gli hawaiiani facevano anche un uso pratico dello squalo: le donne indossavano una sorta di guanti costellati di denti di squalo affilati come rasoi per scoraggiare eventuali corteggiatori troppo aggressivi.
    Tra le leggende sugli squali dei Mari del Sud vi sono quelle connesse con la credenza, ampiamente diffusa, che alcune persone, dopo la morte, vengono reincarnate come squali. Un racconto narra di un isolano che fu attaccato da uno squalo mentre era per mare con la sua canoa. Lo squalo balzò dentro la canoa, e l’uomo afferrò una scure per uccidere il pesce. Però prima di colpirlo, l’uomo notò che lo squalo lo guardava con uno sguardo assolutamente umano. Temendo di essere sul punto di colpire qualcuno che poteva aver conosciuto, l’uomo della canoa abbandonò l’imbarcazione e andò a nuoto verso la riva, mentre lo squalo si mosse in un’altra direzione.







    ...una favola....



    C'era una volta, tanto tanto tempo fa in un mare lontano, un piccolo pesciolino, molto piccolo e molto colorato. Vagava per i sette mari alla ricerca di tranquillità, dato che tutti i pesci più grossi di lui volevano mangiarselo. Un giorno incontrò un grande squalo, forse il più grande di tutti i sette mari, si avvicinò a lui e con un filo di voce gli chiese se poteva difenderlo dagli altri pesci più grandi di lui. Lo squalo si girò per vedere chi era che parlava, quando scorse un piccolissimo pesciolino, si mise a ridere e gli chiese: "perché non posso mangiarti io?". Il pesciolino rispose: "non riusciresti neanche a sentire il mio gusto, invece io posso accompagnarti per i sette mari alla ricerca di cibo". "Va bene" esclamò lo squalo. Girovagando per i sette mari un bel giorno arrivarono vicino a una profondissima fossa di cui non si riusciva neanche a vederne il fondo. Mentre i due amici scrutavano la fossa all'improvviso uscì una gigantesca balena che alla vista dei due pesci aprì la bocca e li mangiò in un boccone. Il pesciolino piccolo molto spaventato chiedeva allo squalo "ma dove stiamo andando?". "Guarda che neanche io so dove finiremo" esclamò lo squalo. All'improvviso in lontananza videro una lucina e, avvicinandosi, notarono le figure di due persone. Ad un tratto il pesciolino riconobbe una sagoma famigliare a molti bambini: era Pinocchio. Il piccolo pesciolino chiese a Pinocchio come mai era nella pancia della balena. Pinocchio rispose che per salvare il suo babbo finirono tutte e due nella pancia della balena, però oramai non avevano più legna per scaldarsi tranne che due enormi tronchi che erano gli alberi della nave dove erano imbarcati. Il pesciolino si girò verso lo squalo e disse "rompili tu con i tuoi denti che, se riusciamo a fare un grande falò, forse riusciamo ad uscire tutti dalla pancia della balena, però tu devi promettere che non cercherai di mangiarti i nostri nuovi amici". Lo squalo diede il suo assenso e cominciò a rompere i tronchi. Geppetto diede fuoco a tutti i pezzettini di legno e un grande fuoco si sviluppò nella pancia della balena, la quale cominciò a tossire e sputare fuori tutto quel fuoco che aveva nella pancia. Uscirono anche i nostri amici. A quel punto i quattro abitanti della balena furono in mare aperto. La balena fuggi via, ma lo squalo cominciò ad avere fame e rivolgendosi verso Pinocchio e Geppetto disse ora ho fame e penso che vi mangerò. Allora il pesciolino si mise davanti allo squalo e disse "dovrai passare su di me per mangiare i miei amici". Lo squalo si mise a ridere e aprì la bocca in modo spaventoso, ma a quel punto arrivò la fata dei sette mari e guardando il piccolo pesciolino gli si rivolse con dolci parole "caro piccolo pesciolino il tuo coraggio verrà premiato anche per tutto l'amore che risiede dentro di te". Con un colpo di bacchetta magica trasformò il piccolo pesciolino nella più grande balena bianca di tutti i tempi, la quale mise in fuga lo squalo, e salvò i due suoi nuovi amici portandoli a riva. Pinocchio e la balena bianca si ritrovavano tutti gli anni nelle stessa spiaggia, e Pinocchio chiedeva alla sua amica nuovi racconti marini sulla caccia delle balene, ma questa è un'altra favola.

    Giancarlo Gatti.



     
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18 replies since 12/2/2011, 00:59   12373 views
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