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Mauro Levrini, la musica da ballo: 'Faccio numeri da pop star, vi racconto come'
Mauro Levrini è un musicista, un cantante, uno che come genere musicale ha scelto quello della musica da balera, quello che
fa ballare giovani e anziani, coppie e singoli, nelle discoteche più famose d'Italia che una volta alla settimana (sempre lo stesso
giorno, per creare l'appuntamento fisso), aprono le loro piste al liscio, al valzer, alla mazurka e ai balli di gruppo.
Levrini fa questo mestiere da vent'anni e ormai è nel firmamento degli artisti punto di riferimento della scena musicale italiana
"da ballo", gente da duecentocianquata date all'anno, gente che va avanti e indietro per l'Italia in furgone, che monta e
smonta tutte le sere, perché se sei a Genova, il giorno dopo sei a Trieste, e così via. Da giovane ha militato in diverse
orchestre fino a capire che di esperienza ne aveva abbastanza per poter andare in giro da solo, per poter dare il suo nome ad
un progetto solista, che avrebbe continuato sì sulla scia della musica da ballo, ma che avrebbe proposto anche brani inediti: è
il 1987 e Levrini pubblica il suo primo disco "Alla nostra età" inserendo durante i suoi concerti i suoi brani originali insieme a quelli del repertorio tradizionale.
Rockol ha incontrato Levrini, una sera a cena, per sapere come se la passa chi fa musica da ballo in un momento di crisi
discografica come questo, per conoscere un mondo musicale di cui si parla poco, ma che in Italia sopravvive forse meglio di
altri: "Sicuramente da quando la discografia è in crisi qualcosa è cambiato", ha spiegato il musicista, "Diciamo che per quanto
riguarda il mio ambiente non c'è stato un vero e proprio ricambio generazionale, per cui ci si è un po' fermati. I locali non
sanno più come coinvolgere il pubblico, e noi, oltre alle persone che ci seguono con passione, riusciamo con meno facilità ad
arrivare ad orecchie nuove". "Vendere dischi per me non è mai stato un problema, faccio numeri da pop star, ma ai media
questo non importa, e forse, è anche meglio così. Siamo stati però un po' declassati come genere musicale dalla SIAE, ma è
anche vero che se fai un successo pop in un questo ambito, è un successo che porti avanti per tutta la vita, con vendite che fanno numeri".
Cosa spinge un artista come Levrini a continuare a fare date, riempire discoteche e locali e a realizzare album inediti, come
l'ultimo eponimo appena pubblicato? "MI sento una grande carica addosso per poter dare qualcosa e far conoscere la mia
musica. E' talmente forte questa cosa che sento che io ci voglio provare, a mio rischio e pericolo, vorrei far sentore a più gente
possibile le mie canzoni e sapere cosa ne pensa".
© Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l. (26 nov
Da più di 20 anni fa una media di 300 concerti l’anno, durata dei concerti: 3 ore almeno! E di repertorio inedito!
Nel 1988 ha pubblicato il suo primo album, da allora sono 14 per un totale di 500.000 album venduti!
Ogni anno al raduno del suo fan club si raccolgono almeno 500 persone da tutt’Italia!
Senza casa discografica, senza distribuzione, senza manager: un successo totalmente ‘faidate’, modesto e silenzioso!
Sconosciuto, sotterraneo, fenomeno popolarissimo nonostante la totale assenza dai media, un vero minatore al lavoro 7 giorni
su 7 in una delle poche miniere della musica italiana con vena ancora ricca e prolifica:
“
Se proprio dovessi darmi una definizione, direi che sono uno degli ultimi, se non l’ultimo, vero cantante di tradizione italiana.
Quella figura che una volta trovava la sua perfetta incarnazione in Massimo Ranieri o Claudio Villa e ora non esiste più. Faccio
canzoni pop, molto più pop di quello che ci si potrebbe aspettare nell’ambiente delle sale da ballo. Ma il mio repertorio
originale piace e dopo 20 anni posso dire che è stata una scelta giusta.”
Dunque Mauro è stato, e tuttora è, anche un innovatore nel mondo della musica ballabile, uno che ha scelto di sfidare le regole
non scritte della cover e ha ottenuto uno strabiliante, strano risultato, a metà strada tra il pop melodico da classifica e
l’anonimato popolarissimo della sala da ballo.
Anche perché Mauro non ama fossilizzarsi e ascolta tutta la musica che lo circonda: “Ascolto tantissima musica, senza confine
di generi. Poi so bene che il mio mestiere è duro e necessita di accorgimenti diversi dal pop tradizionale, ma cerco sempre di
mescolare le carte, di ottenere un risultato godibile, molto moderno e contemporaneo lasciando intatta la voglia di ballare e di
distrarsi che caratterizza il mio pubblico”
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