RE ARTU' e il suo leggendario mondo

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  1. gheagabry
     
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    MORGANA



    Il ciclo arturiano nasce nelle corti de Eleonora d’Aquitania, dove si celebravano i cavalieri e l’amor cortese.
    In questi poemi cavallereschi si attingeva molto alla mitologia celtica e alcune fate e dee vennero inserite nei racconti. Una di queste è la fata Morgana. È molto interessante vedere l’evoluzione di questa divinità che finisce per trasformarsi pian piano in una strega malefica, causa della morte del nobile Artù.

    Tutto ebbe inizio nell’isola di Avalon, immersa nelle acque di un lago sacro, ammantata di nebbie, “le porte fluttuanti”per accedere dal mondo terreno a quello magico. Al di là delle nebbie c’è un regno fantastico dominato da una fata, la fata del lago. Il suo nome è Viviana e grazie a lei verrà forgiata la famosa Excalibur, la spada della roccia che fará di Artù un sovrano. Tra Viviana e Artù si interpone , quasi come un medium tra un mondo e l’altro, mago Merlino. È lui che educa Artù, strappandolo dalle braccia della madre, lady Igraine, che lo concepì con Uther Pendragon, re di Britannia, grazie a un sortilegio di Merlino, il quale attribuì al re le sembianze di Gorlois di Cornovaglia, marito legittimo della dama. Una volta partorito dalla donna, il druido se lo portò via con sé per presentarlo al mondo più tardi, quando sarebbe arrivato il momento opportuno.
    Ma Igraine aveva già un’altra figlia: si chiamava Morgana.

    Questo personaggio mortale, seppure dotato di conoscenze magiche, è molto lontano dalla dea madre della mitologia. In effetti “Morgen” appare per la prima volta in Vita Merlini, di Gofferdo di Monmouyh, uno scrittore gallese del XII secolo. Il personaggio attinge da divinità celtiche come Morrighan, Macha e Modron. Il poeta reinterpretò tutte queste leggende nordiche in chiave cristiana trasformando i suoi protagonisti secondo l’ideale cavalleresco del tempo. Tuttavia, in quest’opera, la terza della sua trilogia dedicata a Merlino, Morgana è ancora una fata, una delle 9 divinità che regnano su Avalon. Piú tardi, come abbiamo visto, sará la sorellastra di Artú .
    Nell’opera di Chretien de Troyes, piú tardi Morgana viene descritta come una sorta di guaritrice, le sue conoscenze magiche vengono utilizzate a fin di bene, per curare cioè Merlino nell’isola sacra di Avalon. I successivi racconti che si incastrano gli uni negli altri, allungando ulteriormente la saga, la collocano giá in una dimensione di malvagità..
    È probabile che man mano che il personaggio si stacca dalla leggenda originale viene sempre piú assorbito nella cultura cristiana che, come si sa, le streghe le bruciava. Infatti Morgana viene spesso confusa con Viviana, la dama del lago, per il semplice fatto che si pone in conflitto con Merlino, o meglio perfidamente lo incastra seducendolo e ammaliandolo per carpigli tutti i suoi segreti. Il mago è innamoratissimo di questa fata e si lascia vincere da una passione che piú tardi lo rovinerà.
    Mentre Artú cresce e diventa re grazie al sostegno di Merlino, Morgana viene educata ad Avalon proprio dalla fata cattiva.



    Un bellissimo ritratto di Morgana viene fatto da Marion Zimmer Bradley, in Le Nebbie di Avalon.
    È l’opposto di Ginevra, la virtuosa e nobile mogle di Artú. Se ella è bionda , Morgana è bruna. Se la prima è schizzinosa, l’altra affonda le mani nel sangue. Se la regina cristiana riesce ad amare solo platonicamente Lancillotto, la fata finisce per concepire in un rito orgiastico, in cui ha un rapporto incestuoso col fratellastro Artú, una sorta di anticristo o antiartú , il figlio Mordred.
    È evidente che le scrittrice voglia distaccarsi dalla tradizione cavalleresca e ritornare in qualche modo alle origini, quando la magia non veniva perseguitata, quando soltanto le nebbie appunto separavano i due mondi. Il fatto è che il ciclo arturiano a un certo punto trasforma Morgana, in origine dea madre, in una strega cattiva. Attira con l’inganno a sé il fratellastro, prende addirittura le sembianze di Ginevra per poterlo sedurre, altrimenti il nobile sovrano non si sarebbe mai dato ad un rapporto prima di tutto adulterino, e anche “contro natura”. Infine genera il mostro, Mordered. Questo personaggio racchiude in se la frustrazione della madre rinnegata da Artú , in quanto simbolo del demonio, e quella del figlio illegittimo, anch’egli rinnegato dal padre. La sua cattiveria si scatena.
    Morgane e il figlio diventano gli implacabili nemici di re Artú e dei suoi cavalieri. La prima inventa diavolerie per mettere Lancillotto e Artú uno contro l’altro, insinuando, come le vecchie megere che mettono zizzania , la relazione tra il prode cavaliere e la bella regina. Il secondo che induce Ginevra all’adulterio seguendo i disegni della madre, finisce invece per battersi con Artú e ferirlo mortalmente. E mentre il sovrano viene seppellito ad Avalon, Mordered prende il suo posto, come un vero usurpatore.

    “Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina “dice Morgana nel romanzo della Zimmer Bradley “ora in verità, sono una maga e forse verrá un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute”.





    PARLA MORGANA:

    Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute. Ma credo che saranno i cristiani a narrare l’ultima storia. Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo. Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i suoi preti che negano il potere della Grande Dea, oppure la avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth ed affermano che era vergine. Ma che cosa può sapere una vergine delle sofferenze dell’umanità?
    E ora che il mondo è cambiato e Artù, mio fratello e amante, che fu re e che sarà re, giace morto (e la gente comune lo dice addormentato) nell’Isola Sacra di Avalon, la storia dev’essere narrata com’era prima che i preti del Cristo Bianco venissero a costellarla di santi e leggende.
    Il mondo è mutato. Un tempo un viaggiatore, se aveva la volontà e conosceva qualche segreto, poteva avventurarsi con la barca nel Mare dell’Estate e giungere non già a Glastonbury dei monaci, ma all’Isola Sacra di Avalon; allora le porte tra i mondi fluttuavano con la nebbia e si aprivano al volere del viaggiatore. Perché questo è il grande segreto, noto a tutti gli uomini colti del nostro tempo: con il nostro pensiero, noi creiamo giorno per giorno il mondo che ci circonda.
    Ora i preti, pensando che questo usurpi la potenza del loro Dio, hanno chiuso le porte (che non furono mai porte se non nelle menti degli uomini) e il percorso conduce soltanto alla loro Isola. Ed affermano che quel mondo, se esiste, è il dominio di Satana, la porta dell’Inferno.
    Io non so che cos’abbia creato il loro Dio. Nonostante ciò che è stato detto, non ho mai portato le nere vesti delle monache. Se alla corte di Artù, a Camelot, pensarono così quando arrivai, poiché portavo sempre le vesti scure della Gran Madre nella sua forma di maga, io non li disingannai. E verso la fine del regno di Artù sarebbe stato pericoloso farlo, e perciò chinai la testa all’opportunità come avrebbe fatto la mia maestra, Viviana, la Dama del Lago, un tempo la più grande amica di Artù, dopo di me, e poi sua nemica più accanita… ancora e sempre dopo di me. Ma la lotta ebbe termine; potei finalmente accogliere Artù morente, non quale mio nemico e nemico della mia Dea, ma soltanto come mio fratello e come persona in punto di morte bisognosa dell’aiuto della Madre.
    E così Artù giacque infine con la testa sulle mie ginocchia, vedendo in me soltanto la maga, la sacerdotessa, la Dama del Lago; e riposò sul seno della Gran Madre dalla quale nacque e alla quale doveva tornare come tutti gli uomini. E forse, mentre conducevo l’imbarcazione che lo portava via, questa volta non all’Isola dei Preti ma alla vera Isola Sacra nel mondo oscuro al di là del nostro, l’Isola di Avalon dove ormai potevano andare ben pochi oltre a me, si pentì dell’inimicizia che era sorta tra noi.

    ~• ”Le nebbie di Avalon” di Marion Zimmer Bradley •~



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