RE ARTU' e il suo leggendario mondo

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  1. gheagabry
     
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    LADY di SHARLOTT


    Il poema The Lady of Shalott di Sir Alfred Tennyson, è una delle leggende piu affascinanti dell’intero Ciclo Arturiano. Esistono più versioni della leggenda della Dama di Shalott, a cui Tennyson e molti pittori dell’area preraffaelita si sono ispirati; la più conosciuta è forse quella ambientata alla corte di Re Artù nel 972 d.C. e precisamente nei dintorni di Camelot.
    Poco lontano dalla città fortificata, infatti, sorgeva la rocca di Shalott, posta su di un isolotto nel mezzo del fiume Avon che attraversa Camelot. Nella rocca di Shalott viveva una giovane maga, la Dama di Shalott, il cui nome, Elaine di Astolat, non era conosciuto da alcuno, e che si diceva essere bellissima. La Dama aveva passato i tutti i suoi 22 anni d’ età sempre rinchiusa nella torre più alta del castello, quella che guardava verso la ricca e festosa Camelot. Non era mai uscita e passava il suo tempo a tessere. Sua madre era morta poco dopo il parto e suo padre era stato ucciso in guerra. Era triste la Dama, molto triste. Su di lei gravava una pesante maledizione: il giorno in cui avrebbe osato guardare fuori dalla finestra in direzione di Camelot o uscire dalla Rocca sarebbe morta. Per questo la Dama passava il suo tempo nella sua stanza in cima alla torre a tessere una magica trama in cui erano intessute le vicende del mondo che lei osservava attraverso un specchio d’argento incantato che rifletteva le luci e le immagini di Camelot e dei campi di grano intorno a Shalott. Sua madre prima di morire aveva rivelato il suo nome ed il suo destino solamente alla fedele balia Isotta, credendo, cosi, di impedire alla maledizione di fare il suo corso. L’origine della maledizione che gravava sulla Lady di Shalott risaliva a 22 anni prima, quando Morgana, la sorella di Re Artù, al momento del concepimento incestuoso di suo figlio, Mordred, ebbe una visione: vide Lancillotto arrivare a Camelot e lo vide invaghirsi di Ginevra, moglie di re Artù. Poi, a distanza di un paio di anni Lancillotto avrebbe incontrato la Dama di Shalott, se ne sarebbe innamorato, l’avrebbe sposata e il matrimonio tra Ginevra e Artù sarebbe stato salvo. Questo per Morgana significava che lei non avrebbe mai potuto regnare su Camelot assieme al suo amato fratello Artù e suo figlio Mordred non sarebbe mai salito al trono. Di conseguenza si recò dalla madre della Dama di Shalott, ormai al suo nono mese di gravidanza , e le lanciò una terribile maledizione:
    "Tua figlia sia maledetta, Lady Maere, che ella non possa mai guardare il mondo dalla sua finestra e che non possa mai uscire dalla rocca o il prezzo sarà una morte atroce. Io Morgana Pendragon, figlia di Ygrajne, la maledico ora nel tuo grembo affinché la vita che porto nel mio, ne sia pegno.
    Nulla potrà spezzare questa maledizione e per il nome di tua figlia io ti proibisco di parlare con chiunque di quanto hai sentito oggi e gli dei mi siano testimoni." Lancillotto giunse alla corte di Artù quando il Re e Ginevra erano sposati da 5 anni. Egli divenne subito il campione di Ginevra e il migliore tra i cavalieri, trascorreva gran parte del tempo in giro per il regno e distante da Camelot a causa del suo amore segreto per la Regina. Però egli tornò a Camelot in un pomeriggio d’estate, cavalcando al passo per la prima volta davanti alla Rocca di Shalott. La sua immagine di cavaliere bellissimo e valente venne riflessa dallo specchio della Dama che se ne invaghì immediatamente e presa da un amore ardente decise di guardare fuori dalla finestra per osservare il suo amore con i suoi occhi. Nello stesso istante in cui La Dama guardò Lancillotto, anche egli la vide ed ella seppe che il cuore di Lancillotto sarebbe per sempre appartenuto a Ginevra e che il suo amore non aveva alcuna speranza. Proprio in quell’istante la maledizione si avverò, lo specchio si spaccò e cadde a terra e la Dama capì che la sua sorte era segnata. Immediatamente corse dalla balia, le rivelò di avere sfidato la maledizione per amore e, con il cuore spezzato, decise di fuggire per andare a morire il più lontano possibile dall’uomo che non avrebbe mai potuto essere suo. La sera stessa, di nascosto, la Dama fuggì dalla rocca e, su di una barca, scese lungo il fiume Avon scomparendo per sempre dalla vista di tutti. La salma di Elaine sul battello entra silenziosamente in Camelot e la sua barca-bara viaggia silenziosamente, forse "magicamente" lungo l’Avon, il fiume che percorre Camelot, sempre secondo Mallory.
    Fa pietà… tutti domandano chi fosse, e si capisce soltanto dal nome scritto sulla barca. Lancillotto stesso conclude che questa era veramente una dama bellissima.
    Per quanto riguarda l’ironia della sorte… dall’altra Elaine (che è Elayne La Blanke), Lancilotto ebbe il figlio "puro", Galahad (detto puro perché rimase celibe e vergine) che, secondo il racconto di Sir Thomas Mallory, era predestinato a trovare il Sacro Graal e salvare l’onore dei Cavalieri della Tavola Rotonda e portare onore e salute al suo amatissimo Re Artù.
    (blue.eternityblog.it)


    Lungo entrambe le rive del fiume si stendono vasti campi di orzo e segale
    che rivestono la brughiera fino a incontrare il cielo;
    e attraverso i campi corre la strada verso la turrita Camelot;
    E la gente va e viene, guardando dove i gigli sbocciano
    attorni all'isola, li sotto, l'Isola di Shalott.
    Salici impalliditi, pioppi tremuli, lievi brezze si oscurano e fremono
    Nella corrente che scorre perpetua intorno all'isola nel fiume,
    fluendo verso Camelot.
    Quattro mura grigie, quattro torri grige
    Sovrastano un prato di fiori, e l'isola silenziosa dimora de La Signora di Shalott.
    Solo i mietitori, falciando mattinieri, nell'orzo barbuto
    odono una canzone che echeggia lietamente
    dal fiume che limpido si snoda, verso la turrita Camelot.
    E sotto la luna lo stanco mietitore, ammucchiando covoni sull'arioso altipiano,
    ascoltando sussurra "E' la maga" ..La signora di Shalott.
    Lì intesse giorno e notte una magica tela dai colori vivaci.
    Ed aveva sentito una voce secondo cui una maledizione l'avrebbe colpita
    se avesse guardato verso Camelot. Non sapeva quale fosse la maledizione.
    E così tesseva assiduamente, ed altre preoccupazioni non aveva,
    la Signora di Shalott.
    E muovendosi attraverso uno specchio limpido
    appeso di fronte a lei tutto l'anno, ombre del mondo appaiono.
    Lì vede la vicina strada maestra snodarsi verso Camelot;
    Ed a volte attraverso lo specchio azzurro i Cavalieri giungono cavalcando a due a due
    Lei non ha alcun Cavaliere leale e fedele, la Signora di Shalott.
    Ma con la tela ancor si diletta ad intessere le magiche immagini dello specchio,
    perchè spesso attraverso le notti silenti
    un funerale con pennacchi e luci e musica andava a Camelot;
    O quando la luna era alta, venivano due innamorati sposati di recente.
    "Mi sto stancando delle ombre" disse la Signora di Shalott.
    A un tiro d'arco dal cornicione della sua dimora,
    Lui cavalcò fra tra i mannelli d'orzo. Il sole giunse abbagliante fra le foglie,
    e splendente sui gambali di ottone del coraggioso Sir Lancelot.
    Un cavaliere con la croce rossa perpetuamente inginocchiato
    ad una dama nel suo scudo, che scintillò sul campo giallo, presso la remota Shalott.
    La sua fronte ampia e chiara scintillò al sole; con zoccoli bruniti il suo cavallo passava;
    da sotto il suo elmo fluirono, mentre cavalcava, i suoi riccioli neri come il carbone,
    Mentre cavalcava verso Camelot.
    Dalla riva e dal fiume egli brillò nello specchio di cristallo,
    "Tirra lirra" presso il fiume cantò Sir Lancelot.
    Lasciò la tela, lasciò il telaio, Fece tre passi nella stanza,
    Vide le ninfee in fiore, Vide l'elmo ed il pennacchio, e guardò verso Camelot.
    La tela volò via fluttuando spiegata; lo specchio si spezzò da cima a fondo
    "la maledizione mi ha colta" urlò la Signora di Shalott.
    Nel tempestoso vento dell'est che sferzava,
    I boschi giallo pallido si indebolivano L'ampio fiume nei suoi argini si lamentava.
    dal cielo basso la pioggia scrosciava sopra la turrita Camelot;
    Lei discese e trovò una barca galleggiante presso un salice,
    E intorno alla prua scrisse la Signora di Shalott.
    Ed oltre la pallida estensione del fiume come un audace veggente in estasi,
    che contempli tutta la propria mala sorte - con una espressione vitrea
    Guardò verso Camelot.
    E sul finir del giorno Mollò gli ormeggi, e si distese:
    l'ampio fiume la portò assai lontano, la Signora di Shalott.
    Si udì un inno triste, sacro. Cantato forte, cantato sommessamente
    Finchè il suo sangue si freddò, lentamente ed i suoi occhi furono oscurati completamente,
    volti alla turrita Camelot.
    Prima che, portata dalla la corrente, raggiungesse la prima casa lungo l'argine
    Canticchiando il proprio canto morì la Signora di Shalott.
    Sotto la torre ed il balcone vicino il muro del giardino e la loggia lei galleggiò, figura splendente
    Di un pallor mortale, tra le case alte silente dentro Camelot.
    Vennero sulla banchina il cavaliere, il cittadino, il Signore e la Dama
    E intorno alla prua lessero il suo nome La Signora di Shalott.
    Chi è? Che c'è qui?
    Nel vicino palazzo illuminato si spensero i regali applausi
    e, per la paura, si segnarono tutti i cavalieri di Camelot.
    Ma Lancillotto riflettè per un po' E disse "ha un bel viso;
    Dio nella sua misericordia le conceda la pace ..La Signora di Shalott".
    (ilboschetto.altervista)
     
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22 replies since 23/1/2011, 15:16   12638 views
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