VIENNA e AUSTRIA

una finestra sulle capitali del mondo

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    Vienna

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    Vienna (Wien in tedesco, pronunciato [vi:n] e in dialetto bavarese anche [vɛan], Bécs in ungherese) è la capitale Federale e allo stesso tempo uno stato federato dell'Austria, completamente circondato dalla Bassa Austria.
    Vienna è sede di importanti organizzazioni internazionali tra le quali: OPEC, AIEA e ONU. Il centro storico della città è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
    Vienna è nota anche come la Città dei Musicisti per avere ospitato molti tra i maggiori musicisti dei secoli XVIII e XIX (Christoph Willibald Gluck, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Joseph Haydn, Antonio Salieri, Ludwig Van Beethoven, Franz Schubert, gli Strauss, Johannes Brahms, Franz Liszt, Arnold Schönberg e altri ancora).

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    È la capitale dell’Austria, solcata dal Danubio, è sede di organizzazioni internazionali come l’ONU, il centro della città è talmente pregno di storia ed arte da essere stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: è Vienna, chiamata anche “la città dei musicisti” per avere dato dimora e natali a personalità di spicco come Mozart, Gluck, Schubert, Brahms o Beethoven, le cui note riecheggiano immortali.

    Maratona di Vienna - 18 APRILE 2010
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    Le bellezze che si possono ammirare a Vienna sono davvero innumerevoli, chiamarle semplici attrazioni turistiche sarebbe sminuirne il valore, sono in realtà pezzi di storia e di arte che intrecciati insieme ci regalano questo patrimonio di inestimabile bellezza.
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    Cosa visitare a Vienna? Per prima cosa certamente l’Hofburg, che fu residenza invernale degli Asburgo e che dal punto di vista architettonico offre un ventaglio di stili che vanno dal liberty al gotico. Il complesso è davvero enorme e ospita al suo interno la Biblioteca Nazionale e il Tesoro Imperiale. Vi si possono trovare, tra le altre cose, anche il Museo di Sissi ed il Museo Etnografico. Le sale dell’Hofburg inoltre ospitano i concerti di musica classica del Wiener Hofburg Orchester (da maggio a dicembre) ed il programma è composto da valzer e operette di Strauss, Lehár e arie tratte dalle opere di Mozart.
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    Il Belvedere è invece una delle residenze più belle d’Europa, composto da Belvedere superiore e Belvedere Inferiore. I due palazzi ospitano la Galleria dell’arte austriaca, in cui si possono ammirare capolavori della levatura del celeberrimo Bacio di Klimt.

    Naturalmente non si può visitare Vienna senza fare tappa al Duomo di Santo Stefano, che ne è il suo simbolo e che è l’edificio gotico più rilevante dell’Austria intera.


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    Vienna, spesso descritta come la capitale culturale europea, è una metropoli con un fascino ed una atmosfera particolare. Essa è dotata di eccellenti infrastrutture, e dispone di tutte le caratteristiche che potreste desiderare per un corso di lingua.

    Informazioni generali: Vienna, capitale dell'Austria, 2 milioni di abitanti, è situata sulle rive del Danubio. L'afflusso dei visitatori di tutto il mondo ha fatto di Vienna la destinazione urbana turistica più popolare dell'Austria.

    Il clima austriaco è generalmente mite. Le temperature medie estive sono intorno ai 20°C e 30°C, mentre le temperature invernali sono intorno allo 0°.

    Vienna è una delle più sicure capitali del mondo. Un network di trasporti pubblici eccelenti dalla metropolitana, i tram e gli autobus che vi portano rapidamente alla vostra destinazione da mattina presto, fino a tarda notte. Puoi girare per quasi tutta la città tranquillamente anche la notte. Vienna è conosciuta per la qualità della vita, molto alta. Insieme a Zurigo, Vienna, è al primo posto in un sondaggio in tutto il mondo per la qualità della vita in 215 città (Mercer HR). Allo stesso tempo a Vienna il livello dei prezzi è medio.



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    Vienna - Città imperiale romantica: Vienna è una città da sogno per chiunque abbia una vena romentica o un interesse nella storia. Vagare per le strette stradine, i vicoli medievali o attraverso le piazze imperiali, ammirando il Palazzo Schönbrunn o il Palazzo Imperiale (Hofburg) sulle orme di Sissi e dell'imperatore Francesco Giuseppe, e stupirsi di fronte alla maestosa architettura lungo i viali. Fattoi ispirare da un'atmosfera ricca di storia, che vanta anche il confort e le infrastrutture di una città moderna!

    Vienna - città della cultura: Vienna dispone di un vivace e vasta gamma di attrazioni culturali. Sia teatro classico che sperimentale, film oppure festival di danza, opera o operetta, o eseibizioni oppure concerti, non importa quando arrivi e quanto tempo ti fermerai, sicuramente troverai qualcosa di eccitante per te da scoprire. Oppure se i vostri gusti culturali non sono poi tanto raffinati, potete fare visita ai famosi caffè viennesi oppure alle taverne tradizionali ("Heurige") e scoprire tutte le bontà culinarie. Buon appetito!

    Vienna - Città della musica: Vienna per secoli è stata sinonimo di musica, è stata la casa di Mozart, Beethoven, Schubert e Johann Strauss. Questo straordinario patrimonio musicale è stato preservato di diritto fino ai giorni nostri. La Wiener Philharmoniker è una delle orchestre migliori del mondo il coro dei ragazzi di Vienna riscuote un successo trionfale ovunque si esibisca, ed il conservatorio di Vienna ha prodotto innumerevoli vincitori di premi internazionali in tutte le discipline musicali. Eppure Vienna vanta una vivacescena per i giovani, se amate la musica, siate sicuri che trarrete profitto dallo stare a Vienna!!!

    Vienna - Città dell'arte: nel corso dei secoli Vienna ha sempre prodotto e alimentato artisti di fama mondiale. La passione per le collezioni e l'amore per l'arte dei monarchi ha fatto di Vienna una casa del tesoro per eccellenza. Il Museo di Belle Arti, per esempio, è uno dei musei più grandi ed illustri del mondo, che raccoglie inestimanbili opere d'arte. L'Arte ti accompagna in qualsiasi luogo a Vienna, anche alcune delle stazioni della metropolitana sono patrimonio nazionale ( relativamente alla loro eleganza, con lo stile ornamentale Jugendstil disegnato da Otto Wagner)! E Vienna è entusiasmante anche per quanto riguarda la letteratura. Dopo tutto, dove altro puoi trovare nel mondo una città con la sua "coffee house literature"?



    Una foto del periodo di Natale e Capodanno a Vienna
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  2. gheagabry
     
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    È la capitale dell’Austria, solcata dal Danubio, è sede di organizzazioni internazionali come l’ONU, il centro della città è talmente pregno di storia ed arte da essere stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: è Vienna, chiamata anche “la città dei musicisti” per avere dato dimora e natali a personalità di spicco come Mozart, Gluck, Schubert, Brahms o Beethoven, le cui note riecheggiano immortali.


    Le bellezze che si possono ammirare a Vienna sono davvero innumerevoli, chiamarle semplici attrazioni turistiche sarebbe sminuirne il valore, sono in realtà pezzi di storia e di arte che intrecciati insieme ci regalano questo patrimonio di inestimabile bellezza.

    Cosa visitare a Vienna? Per prima cosa certamente l’Hofburg, che fu residenza invernale degli Asburgo e che dal punto di vista architettonico offre un ventaglio di stili che vanno dal liberty al gotico. Il complesso è davvero enorme e ospita al suo interno la Biblioteca Nazionale e il Tesoro Imperiale. Vi si possono trovare, tra le altre cose, anche il Museo di Sissi ed il Museo Etnografico. Le sale dell’Hofburg inoltre ospitano i concerti di musica classica del Wiener Hofburg Orchester (da maggio a dicembre) ed il programma è composto da valzer e operette di Strauss, Lehár e arie tratte dalle opere di Mozart.

    Il Belvedere è invece una delle residenze più belle d’Europa, composto da Belvedere superiore e Belvedere Inferiore. I due palazzi ospitano la Galleria dell’arte austriaca, in cui si possono ammirare capolavori della levatura del celeberrimo Bacio di Klimt.

    Naturalmente non si può visitare Vienna senza fare tappa al Duomo di Santo Stefano, che ne è il suo simbolo e che è l’edificio gotico più rilevante dell’Austria intera.
     
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  3. gheagabry
     
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    Un fiume di ricordi che straripa. Un libro dal passato troppo denso di avvenimenti.
    Un quadro che trabocca dalla cornice e la spezza.
    (Margarita Wallmann)


    SALISBURGO



    Salisburgo, adagiata in modo scenografico sulle sponde del fiume Salzach, ai piedi del monte Untersberg, è considerata una delle città più belle d'Europa, tutelata dal 1997 come Patrimonio dell'Umanità Unesco. Una città il cui nome significa "borgo del sale" (per via delle lucrose miniere di salgemma che esistevano della zona), che da il nome all'omonima regione, con un'intensa tradizione culturale che risale a parecchio tempo addietro nel passato. Nel suo più famoso figlio, Wolfgang Amadeus Mozart, la tradizione musicale trova il suo culmine.
    Salisburgo è la piccola capitale della musica perché è la città dove nel 1756 nacque Mozart e perché il suo Festival è il più importante del mondo; ed è anche la capitale del rococò perché l'artificio, l'esagerazione, l'inganno tipici del barocco, sono svuotati dall'enfasi e trasformati in astrazioni, fantasie, civetterie che decorano i palazzi. Un articolo del 1925 riportava: "Ci sono città che per avere veduto nascere fra le loro mura uno di quegli uomini che l'umanità colloca nel suo Famedio son condannate per l'eternità a non essere più altro che la patria di quel grand'uomo." A Salisburgo questa tradizione musicale viene ancor oggi coltivata: da un lato presso l'Università Mozarteum, dall'altro nel Festival, conosciutissimo, che dal 1920 porta da queste parti ogni anno migliaia di appassionati di arte e di cultura provenienti da tutto il mondo. Il fondatore del Festival di Salisburgo, Max Reinhardt, che è stato il più grande regista teatrale del '900 a suo tempo diceva: "Tutta questa città è un palcoscenico."

    A volte intere città nascono dal sentimento. Il fondatore della Salisburgo barocca fu l'arcivescovo principe Wolf Dietrich von Ratenau, discendente in parte dalle famiglie Medici e Borromeo, che visse dal 1559 al 1617 e regnò dal 1587 al 1612, godendo di un potere di un vero sovrano, ma finendo i suoi giorni in prigionia. L'amante del vescovo, Salome Alt, dovette contribuire molto a determinare i suoi gusti, anche in senso architettonico, e quindi contribuì anche paradossalmente alla Salisburgo di Mozart, forse ispirandolo in modo notevole anche nell'espressione del suo genio. Certo questa donna ebbe influenza su quella che è la Salisburgo attuale, Patrimonio dell'Umanità, se è vero che fu sempre legato a lei, la fece ritrarre dai suoi artisti e insieme ebbero ben 16 figli. Per lei fece costruire sulla destra del fiume Salzach il Castello di Mirabell, con un giardino all'italiana, disegnato da Fischer von Erlach, maestro del barocco austriaco. L'amore che cambia i connotati del paesaggio.



    ...nella storia....


    La zona dove sorge Salisburgo fu abitata sin dal Neolitico, con piccoli insediamenti umani. Le origini della città attuale risalgono a comunità celtiche che intorno al 15 a.C. vennero riunite dai romani in un unico insediamento sotto il nome di Iuvavum. Vista l’importanza svolta nella provincia romana di Norico, il piccolo insediamento venne dichiarato municipio nel 45 d.C., ma alla fine dell’Impero esso venne abbandonato e lasciato in rovina. Nulla si seppe delle sorti di Iuvavum fino al V secolo d.C., periodo nel quale diverse testimonianze storiche documentano dell’esistenza di un Monastero entro i confini della sua area.
    Fu solo dalla fine IX secolo che troviamo le origini certe dell’attuale Salisburgo: è infatti grazie alle opere di urbanizzazione da parte di San Ruperto, il quale ricevette l’area in donazione dal Duca di Bavaria, che si diede inizio allo sviluppo demografico e sociale dell'antica Iuvavum.
    I secoli successivi furono segnati da grandi fermenti, soprattutto militari; nel 1077 venne infatti iniziata la costruzione della fortezza Festung Hohensalzburg, il bianco castello che oggi si erge sulla cima della collina di Salisburgo e che un tempo segnava il confine dell’antico insediamento urbano.
    Dopo circa un secolo, Salisburgo fu soggetta a diverse dispute amministrative e di potere, le quali videro in conflitto la sede vescovile e il potente imperatore Barbarossa e che, successivamente, portarono alla distruzione di parte della città.
    I secoli XVII e XVIII segnarono l’inizio dell’Età dell’Oro per la piccola Salisburgo: il principe Vescovo Wolf Dietrich von Raitenau, Markus Sittikus e Paris Lodron, usarono le loro ricchezze (ricavate dallo sviluppo commerciale dei giacimenti di sale) per trasformare Salisburgo in una delle città più importanti d'Europa. Vennero costruiti splendidi palazzi, imponenti chiese e giardini decorati secondo i canoni più eleganti del secolo.
    Agli inizi del XIX secolo, nel corso delle guerre napoleoniche, la diocesi vescovile perse i propri poteri secolari, così che Salisburgo divenne parte di diverse province per poi ritrovarsi infine sotto l’Impero Austriaco.




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  4. gheagabry
     
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    "Le vie di Vienna sono lastricate di Cultura, quelle delle altre città d'asfalto."
    (Karl Kraus)


    VIENNA




    Vienna è il glorioso lascito della dinastia degli Asburgo, che ha controllato l'Europa per oltre 600 anni.

    Nell'epoca di maggiore splendore, quando Francesco Giuseppe, "Cecco Beppe", nel suo tenace ed ostinato conservatorismo, godeva di una fama poco edificante di uomo totalmente privo di fantasia, la multietnica Vienna pullulava di artisti, scrittori, musicisti la cui opera complessiva formava un modello ed un riferimento per la cultura mondiale. L'aspetto monumentale della città cinta nel Ring era monolitico, compatto e tranquillo.

    Attorno al 1900 Vienna ospitava grandi nomi: Freud, Klimt, Egon Schiele, Adolf Loos, Ludwig Wittgenstein, Arnol Shömberg, Gustav Mahler, Oskar Kokoschka, Arthur Shnitzler e tanti altri. Era la grandezza prima del declino. La speranza prima di due guerre mondiali e del nazismo, l'illusione di trovare un senso all'insensatezza.
    Il declino fu un'agonia, nel raccontare la quale si impegnarono le migliori penne degli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, da Robert Musil a Joseph Roth, che popolavano i celebri Café come il Central, dove a un tavolino, ancora oggi, c'è sempre il poeta Peter Altenberg, trasformato in manichino col giornale aperto tra le mani, o dove Trotski un tempo prima della "Rivoluzione" giocava a carte. Tra i tanti, lui, che non aveva neanche una casa, era il cliente più assiduo per quanto non avesse in tasca uno scellino. E, simboleggiando a meraviglia lo spirito epocale, se qualcuno si preoccupava di offrirgli un lavoro rifiutava, dicendo che non poteva occuparsi di nient'altro che di portare a termine la propria vita. Montagne di pagine e di titoli su quest'epoca di deriva, dove si tentava di scorgere un senso che non c'era.
    (informagiovani-italia.com)

    Vienna è una di quelle città, che come tutti i monumenti universali sembra ormai eterna. Come tutte le cose eterne sembra quasi un pensiero d'amore. Si ha quasi l'impressione che quel misticismo progressista e conservatore al tempo stesso di cui è impregnata, abbia cercato, forse senza trovarla, una malinconica dignità per gli uomini, quasi come in un valzer.


    ...storia.....



    I primi insediamenti umani risalgono all’era paleolitica. Nell’800 a.C. qui si stabilirono i Celti ed in seguito divenne sede di una legione romana dell’imperatore Augusto che qui eresse un quadrilatero fortificato da mura che prese il nome di Vindobona che nel 300 d.C. contava già 20.000 abitanti. Successivamente fu distrutta dagli Unni e nell’VIII secolo fu inclusa nella marca orientale per volere di Carlo Magno.
    Dal 1278 la città di Vienna legò il suo destino alla Casa imperiale asburgica con la reggenza di Rodolfo I. Sotto gli Asburgo ebbe grande incremento culturale e economico e nel 1365 fu fondata l’Università.
    Si sviluppò come capitale imperiale e, dopo essersi liberata dall’assedio dei turchi nel 1683 grazie alla vittoria del principe Eugenio di Savoia, conobbe sotto l’impero di Maria Teresa (1740-1780) grande prestigio e sviluppo raggiungendo, con il censimento del 1754, i 175.000 abitanti, saliti a 250.000 all’inizio dell’Ottocento. Durante l’epoca napoleonica fu occupata, ma non perdette il suo prestigio di capitale imperiale nonostante la maggiore importanza acquisita da altre capitali quali Berlino, Praga e Budapest. A seguito dei moti rivoluzionati del 1848 riacquistò l’indipendenza e riprese il suo sviluppo con il giovane imperatore Francesco Giuseppe I che promosse un piano di ampliamento della città vecchia che con l’abbattimento dei vecchi bastioni e la realizzazione dei viali del Ring favorì la comunicazione con i quartieri periferici e l’abbellimento della città con nuovi palazzi.
    Alla vigilia della prima Guerra mondiale, Vienna raggiunse i 2 milioni di abitanti. Dopo il 1918 divenne la capitale, eccentrica e sproporzionata, dell’Austria, un piccolo stato che aveva poco a che spartire con la grandezza dell’impero austro-ungarico.
    Da allora ebbe inizio un calo demografico ed economico che si accentuò con la seconda Guerra mondiale. Nel 1938 fu annessa alla Germania di Hitler e nel ’45 fu occupata dall’Armata Rossa e per dieci anni subì l’occupazione quadripartita degli Alleati. Nel 1955 conquistò la sua libertà grazie al Trattato di Stato.

    Vienna in fin dei conti è sempre stata così, vecchia e nuova, capitale del mondo e provinciale. Giacomo Casanova, diceva un tempo, “Tutto a Vienna – scriveva dopo aver rischiato l'arresto per oltraggio al pudore – era bello; vi era molto denaro e molto lusso, ma v'erano grandi impacci per quanti erano devoti a Venere. Una legione di vili spie, decorate con il bel nome di commissari di castità, erano carnefici spietati di tutte le ragazze allegre”.



    ....la musica....



    In nessuna altra città al mondo sono vissuti così tanti compositori di fama internazionale come a Vienna. La musica avvolge questa città come una calda coperta, e offre opportunità uniche di capire la vita dei grandi maestri vedendo il luogo dove essi vissero e si ispirarono, contemplando gli oggetti della loro memoria.

    Negli appartamenti dedicati alla memoria di musicisti celebri nati e/o vissuti a Vienna, oggi gestiti come musei, si possono ammirare oltre ai mobili e agli oggetti di proprietà privata degli artisti, anche facsimili di partiture con autografo, dipinti e fotografie. Le opere più importanti possono essere apprezzate ancor di più ascoltando con un apposita cuffia delle incisioni molto antiche o eseguite da orchestre particolarmente famose.
    La casa in cui Wolfang Amadeus Mozart compose "Le nozze di Figaro" si trova in pieno centro storico, dietro il Duomo di Santo Stefano. Sono inoltre conservati ancora oggi molti oggetti in ricordo di Johann Strauss, il “re del valzer”, esposti nella casa dove il maestro scrisse il suo successo maggiore, il “Valzer al bel Danubio blu”.
    La casa dove Ludwig van Beethoven scrisse, fra le tante, anche la sua Quarta Sinfonia e il suo oltremodo commovente "Testamento di Heiligenstadt", testimonianza della disperazione causatagli dalla sordità. È conservato bene anche l’ultimo appartamento di Joseph Haydn. In esso il compositore scrisse i grandi oratori "La creazione" e "Le stagioni". Il museo odierno contiene anche una sala commemorativa per Johannes Brahms con relativi oggetti del maestro.
    Altrettanto invitante è la casa in cui nacque Franz Schubert, detto il "principe dei lieder". In questa graziosa casetta vissero a quel tempo 16 famiglie, ciascuna delle quali stava in un appartamento composto solo da camera e cucina.
    L’Arnold Schönberg Center, invece, non è soltanto un luogo commemorativo. Esso, infatti, oltre ad ospitare l’eredità dell’inventore della musica dodecafonica e fondatore della "Nuova Scuola Viennese", (manoscritti, quadri ad olio, disegni, diari e strumenti musicali), organizza anche mostre straordinarie ed è un dinamico centro di ricerca.
    (informagiovani)



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  5. tomiva57
     
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    Austria
    Bad Ischl



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    Bad Ischl è una cittadina ubicata nella zona centro-occidentale dell’Austria, nota anche in passato come residenza estiva della famiglia imperiale. Situata a soli 468 metri di altitudine, con i suoi 13.887 abitanti unisce tradizione nobile ad un gusto fresco per la vita. Posizionata tra le più alte vicine montagne, bagnata da un fiume e da laghi e vicino alle più note zone sciistiche, i turisti possono veramente scegliere cosa fare in una vasta gamma di opzioni: fare un viaggio con una funivia, visitare la Villa dell'Imperatore, la miniera di sale, l'Operetta Festival o il Salzkammergut Golf Club. Giocare a tennis, esplorare, escursioni attraverso piste ciclabili...

    Per 60 anni l’imperatore Francesco Giuseppe si servi della località nel suo soggiorno estivo, una tradizione amata da tutti i cittadini e i cui effetti sono visibili ancora oggi. Bad Ischl è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato.
    La località è anche luogo di cura tra i più noti della regione del Salzkammergut, rinomata per concerti e altri spettacoli musicali sofferti ai piedi della montagna Katrin.
    Quando l'uso del sale nel XIX secolo entrò in uso per scopi medici, Baf Ischl presto divenne un centro termale alla moda con ospiti illustri come il principe Klemens von Metternich e l'arciduca Francesco Carlo d'Austria. L'Hotel Post venne innaugurato nel 1828 e fu il primo in tutta la zona del Salzkammergut.



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    Tra le diverse attrazioni turistiche della città spicca la Villa Imperiale, data all’Imperatore Francesco Giuseppe e all’Imperatrice Elisabetta (nota Sissi) come regalo di nozze da parte dell’Imperatore Karl Franz. Il 19 agosto 1853 il fidanzamento tra i due giovani ebbe luogo presso la Seeauerhaus, Esplanade n. 10, che dal 1989 è diventato Museum der Stadt Bad Ischl. Franz Karl e sua moglie, Sophie von Bayern, erano venuti precedentemente a Bad Ischl per fare i bagni di acqua salata.

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    Nel parco della villa c’è il Marmorschlössl, una deliziosa casa costruita per Elisabetta in stile cottage inglese. Oggi la villa è utilizzata per eventi speciali.

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    Lo Schloss Wildenstein sorge su di uno sperone di roccia ripida e risale ai secoli XI-XII. Divenne una fortezza imperiale nel 1419. Il castello fu bruciato due volte, la prima volta nel 1593 e la seconda nel 1715, dopo di che fu abbandonato cadendo in rovina. Ci sono molte leggende associate alle rovine e la più nota è il collegamento fra Lauffen con un passaggio sotterraneo. Per i più sportivi, il castello è raggiungibile a piedi dal centro di Bad Ischl, attraverso una bella camminata.


    Il Museo di Anzenaumühle è un incantevole struttura che si basa sul tipico stile locale e offre al visitatore l’esperienza della vita rurale del passato. I primi riferimenti al sito risalgono all'anno 1325, ma probabilmente esisteva un centro del commercio molto prima. Il museo ospita numerose mostre relative alla vita locale e i visitatori possono assistere per esempio alla cottura tradizionale del pane o anche partecipare ad un pasto tradizionale.

    Il Museo di Haenel Pancera era precedentemente di proprietà dell’ingegnere Haenel e di sua moglie, Gabriele Pancera,. Nel corso della loro vita professionale la coppia, girando il mondo, acquisì un enorme numero di opere, in particolare dall’Asia, le quali sono ora in mostra. L'attrazione principale del museo, che contiene diverse opere d’arte provenienti da luoghi ed epoche differenti, è l’orientale Sala Moresca.
    Il Museo Franz Lehár è invece situato sulla riva destra del fiume Traun e fu la casa del compositore Franz Lehar dal 1910 alla sua morte nel 1948. Lehar vi compose alcune delle sue opere più famose, come le operette. Il compositore raccolse dipinti, mobili e altri manufatti, tutti oggi esposti nella casa-museo in una collezione d’arte unica.

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    Il Motor Museum espone la storia dei trasporti nel corso degli ultimi anni ottanta. La mostra comprende un’ampia selezione di veicoli civili, agricoli e militari, dalla bicicletta al velivolo, scooter, motocicli, autovetture, trattori, locomotive e aerei.

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    Prendetevi del tempo per scoprire i dintorni, come il lago di Wolfgangsee anche attraverso un giro in slitta trainata da cavalli. Sia in inverno che in estate lo scenario è affascinante: il lago offre attività invernali come la pesca su ghiaccio, pattinaggio su ghiaccio e curling alpino ed escursioni, con tanto di sosta per uno spuntino in uno dei numerosi rifugi. Gli sciatori potranno usufruire della vicina area sciistica di Katrinalm.



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    C'è anche la montagna Zwoelferhorn a St. Gilgen o la montagna Postalm nell'area di Strobl.


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    Il Danubio

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    La Kaiservilla di Bad Ischl


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    Bad Ischl è forse l'unico luogo “istituzionale” in cui Elisabetta si sia mai sentita veramente a suo agio. A parte il celebre soggiorno del 1853, che la vide prescelta del giovane imperatore Francesco Giuseppe, qui percorse la maggior parte del suoi soggiorni austriaci. La pace della Kaiservilla e del parco che la circonda furono per lei un rifugio anelato per le estati che era costretta a trascorrere in Austria.



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    La città termale di Bad Ischl, prediletta dagli Asburgo, era stata scelta dall'arciduchessa Sofia come luogo per le vacanza da trascorrere in famiglia fin dal 1827: si può dire che Francesco Giuseppe sia cresciuto cullato dalle placide atmosfere di questo tranquillo borgo nei pressi di Salisburgo. Non a caso i tre principi imperiali, Francesco Giuseppe, Massimiliano Ferdinando e Carlo Ludovico, vennero soprannominati i “Principi del Sale” proprio per le loro allegre vacanze spensierate passate in questi luoghi famosi per le acque salate. La preferenza accordata dalla famiglia imperiale trasformò ben presto la cittadina in un luogo di grande richiamo per tutta l'aristocrazia.

    Prima di far costruire la Kaiservilla, che Sofia regalerà alla giovane coppia di sposi nel 1854, proprio in occasione delle nozze, la famiglia imperiale alloggiava presso la grande casa del sindaco Seeauer, sulla Esplanade, che oggi è l'Hotel Austria. Elisabetta, con la sorella Elena e la madre Ludovica, presero invece alloggio presso l'Hotel Tallachini, oggi ribattezzato Hotel Elisabeth. Quando l'arciduchessa Sofia decise di regalare una residenza ai due giovani sposi proprio a Bad Ischl, la scelta cadde su Villa Eltz, un elegante ma non immenso edificio neoclassico che il proprietario affittava a personaggi illustri come il cancelliere Metternich.

    Acquistata nel settembre del 1853 per 31.440 gulden, già nel luglio dell'anno successivo Villa Eltz venne dichiarata ufficialmente “residenza imperiale estiva”. Non avendo gli spazi adeguati per ospitare l'intero staff imperiale, si procedette da subito ad avviare i lavori di ampliamento. Il corpo unico della villa venne completamente rimaneggiato e ad esso si aggiunsero due ali laterali terminanti in corti avanzamenti, così che vista dall'alto la nuova villa formasse una E in onore della nuova imperatrice Elisabetta. Per la nuova padrona di casa, amante delle atmosfere più ritirate, fu costruito nel parco anche un cottage in stile elisabettiano (Tudor). In cinque anni la villa assunse l'aspetto che ha ancora oggi.



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    La Kaiservilla, amatissima sia dall'imperatore che dall'imperatrice, mantenne sempre il carattere di residenza privata ospitando ospiti illustri ma sempre in forma privata. Quando le occasioni ufficiali lo richiedevano, gli ospiti importanti in visita di Stato venivano infatti alloggiati nei migliori alberghi della città ma mai in villa. Gli appartamenti dei sovrani sono infatti arredati in modo semplice, non sfarzoso, così come le altre sale. Ancora oggi nella Kaiservilla si può infatti respirare la tipica atmosfera di una casa dell'alta aristocrazia austriaca ma non certo quella più “polverosa” delle altre residenze reali.

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    Come in tutte le sue residenze, anche nella Kaiservilla Elisabetta volle far installare una piccola palestra per i suoi esercizi fisici e una stalla in grado di ospitare gli amatissimi cavalli. La residenza le era particolarmente cara per l'atmosfera domestica dei suoi spazi e soprattutto per la vicinanza delle amate montagne che omaggiava con lunghe passeggiate. Qui Elisabetta volle che fossero sepolti i suoi amati cani. La villa fu tuttavia teatro di importanti avvenimenti: qui venne firmato l'atto di dichiarazione di guerra alla Serbia che diede il via alla Prima Guerra Mondiale. Alla morte dell'imperatore la Villa fu lasciata in eredità alla figlia minore Maria Valeria, che a sua volta la lasciò ai figli. Oggi appartiene all'Arciduca Markus Salvatore d'Asburgo Lorena.

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    La Kaiservilla è stata anche set di pellicole dedicate ai suoi augusti ospiti, non ultimo il film “La principessa Sissi” (1955) di Ernst Marischka con Romy Schneider protagonista e “Ludwig” (1973) di Luchino Visconti. A proposito di quest'ultima pellicola va ricordato che la troupe di Visconti si fermò a Ischl per settimane intere in attesa della nevicata che doveva fare da romantico sfondo alle riprese! In realtà l'incontro che Visconti ambientò a Bad Ischl si tenne a Bad Kissingen.

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    La Kaiservilla di Bad Ischl è aperta al pubblico



    www.kaiservilla.at
     
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  6. gheagabry
     
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    Il castello di Schönbrunn



    Dimenticate le basiliche romaniche. Tralasciate il Rinascimento. Quando la neve ha la fortuna di posarsi sull’arte en plen air, si può solo chiedere che tutto resti così immutato. Spazi immensi, amalgamati da un soffice strato,quasi più invitante di uno dei loro dolci tipici, la sacher. Questa è l’Austria. Questa è Vienna. Appena dietro le Alpi c’è una piccola (per estensione) nazione che ha dato i natali e l’ispirazione a numerosi geni del pentagramma: Mozart, Brahms, Beethoven, Liszt, Schönberg, Salieri. Un viaggio verso la capitale austriaca, e sai già dove puoi arrivare. Laggiù. Periferia ovest della città. A Hietzing. Li c’è il Castello Schönbrunn, costruito sul modello della reggia di Versailles.
    Schönbrunn, l’antica dimora imperiale d’Asburgo (utilizzata dal 1730 alla fine del primo conflitto mondiale), dove l’acerrimo nemico Napoleone Bonaparte vi dimorò per quattro lunghi anni tra il 1805 e il 1809. Ed è sempre in questo storico edificio che Carlo I firmò la propria abdicazione ponendo così fine alla secolare Monarchia Austriaca. Per chi avesse poca dimestichezza con la lingua tedesca, è bene ricordare che il nome di questo edificio, uno degli indiscussi simboli viennesi, sembri provenire da un aneddoto riguardante la vita dell’Imperatore Mattia d’Asburgo (1557-1619). In occasione di una battuta di caccia in questa zona (all’epoca di campagna, e non inglobata nella città), il monarca vi scoprì una fonte d’acqua limpidissima, da cui il nome di schön brunn (bella fonte).
    Il parco (stile barocco) fu progettato da Jean-Nicolas Jadot e Adrian von Steckhoven sotto la direzione della stessa imperatrice Maria Teresa d’Austria (1711-1780). Sarà sempre lei a commissionare la loggia della Gloriette, realizzata in cima alla collina, e il Neptunbrunnen , la Fontana di Nettuno. Storia, certo. Architettura, ovviamente. Fauna, senza dubbio: sempre qui si trova uno degli zoo più antichi del mondo. Ma c’è anche un aspetto più delicato. Sopra il manto bianco si nasconde il verde di una delicata vegetazione, oltre alla rinomata Serra delle Palme. E’ proprio qui che nel 2010 è stato esposto per alcune settimane il leggendario mirto di Maria Teresa, gioiello vegetale e regalo di nozze che il sultano osmanico fece all’imperatrice nel 1736. La pianta, alta due metri e cinquanta, viene esposta solo raramente al pubblico vista la sua secolare età (300 anni).
    (Luca Ferrari, ilreporter)

    ....la storia....


    La storia di Schönbrunn e degli edifici che lo precedettero risale al Medioevo. L'intera tenuta veniva definita "Katterburg" sin dagli inizi del Trecento, ed apparteneva ai domini feudali dell’abbazia di Klosterneuburg. Nel corso dei secoli si trova menzione di vari affittuari, alcuni dei quali prestigiosi come il borgomastro di Vienna Hermann Bayer nel 1548, che commissionò lavori di ampliamento della fabbrica, trasformandola in una dimora signorile. Nel 1569 la tenuta e la residenza divennero di proprietà degli Asburgo grazie a Massimiliano II, con un contratto di vendita che comprendeva un edificio, un mulino, una stalla, un parco e un frutteto. Massimiliano era interessato in primo luogo allo sviluppo del giardino zoologico, dove si allevavano soprattutto la selvaggina autoctona e il patrimonio avicolo locale. Nella fagianaia "Fasangarten" c’era però anche un allevamento di gallinacei esotici, fra cui pavoni e tacchini.
    Alla morte improvvisa di Massimiliano II nel 1576, la Katterburg passò a Rodolfo II, che stanziò esclusivamente i fondi necessari alla manutenzione. L'imperatore Mattia sfruttò poi la tenuta come riserva di caccia. Anche il suo successore Ferdinando II e sua moglie Eleonora di Gonzaga, entrambi appassionati cacciatori, soggiornavano a Schönbrunn durante le battute di caccia. Alla morte di Ferdinando nel 1637, la tenuta divenne la residenza vedovile di Eleonora, la quale, amante dell'arte, vi condusse un'animata vita di società che esigeva una degna cornice architettonica di rappresentanza. Eleonora fece quindi costruire intorno al 1642 un castelletto, mentre l’intera tenuta assumeva il nome di Schönbrunn, che troviamo per la prima volta menzionato nei documenti ufficiali proprio in quel medesimo anno.
    Nel 1683 le devastazioni per il secondo assedio dei Turchi a Vienna non risparmiarono neanche il castello e il giardino zoologico di Schönbrunn. L'imperatore Leopoldo I, che ne entrò in possesso nel 1686, prese la decisione di affidare Schönbrunn all'erede al trono Giuseppe, e di costruire per questi un edificio di rappresentanza. Ben presto, grazie alla mediazione degli ambienti aristocratici, giunse alla corte imperiale l'architetto Johann Bernhard Fischer von Erlach, che si era formato a Roma. Nel 1688 egli presentò all’imperatore il cosiddetto "progetto Schönbrunn I" per dar prova del proprio talento architettonico e risvegliare l'interesse del sovrano. Nel 1689 Fischer fu quindi nominato precettore d’architettura dell'erede al trono, e si affermò ben presto come il più richiesto architetto della corte e della nobiltà.
    Nel 1693 Leopoldo I lo incaricò di eseguire i progetti concreti per la costruzione di un castello di caccia, eretto nel 1696, in parte ancora sulle fondamenta del castelletto distrutto dai Turchi. Nella primavera del 1700 era terminata la costruzione del tratto centrale del castello, ormai abitabile. Il progetto d’ampliamento con l'edificazione delle ali laterali si arenò nel 1701 in seguito alle difficoltà finanziarie causate dalla Guerra di successione spagnola, e i lavori ancora necessari si bloccarono definitivamente alla morte improvvisa di Giuseppe. Fischer von Erlach era responsabile non soltanto della progettazione del castello, ma presiedeva anche i lavori sorvegliandoli di persona. Fra l’altro proprio a questo grande incarico eminentemente rappresentativo si deve probabilmente il conferimento del predicato nobiliare "von Erlach", concessogli dall'imperatore Leopoldo. Il castello di caccia ai piedi della collina non fu edificato in base al primo progetto, di gran lunga più utopico, che prevedeva rampe d’accesso aggettanti, colonnati e giochi d’acqua che si estendevano dal fiume Wien sino al castello, sull’altura di Schönbrunn. L’intero complesso si sviluppa a partire dall’asse centrale, secondo l‘impianto tradizionale dei castelli barocchi. Le sale di rappresentanza del castello di caccia davano sul lato del cortile d’onore, mentre le stanze private di Giuseppe I nell’ala di ponente del castello affacciavano sul parco, e l’ala di levante era invece destinata ad accogliere gli ospiti. Una scala detta “dell’imperatrice”, progettata probabilmente in un secondo momento, doveva consentire l’accesso alle camere della sovrana.
    Il castello incompiuto servì in seguito come residenza vedovile di Guglielmina Amalia. Nel 1728 l'imperatore Carlo VI entrò in possesso di Schönbrunn, dov'egli tuttavia era solito recarsi soltanto per le battute di caccia al fagiano. Infine egli donò il complesso alla figlia Maria Teresa, che nutriva già da sempre una predilezione per il castello e i giardini che lo circondavano. Il regno di Maria Teresa coincise con un'epoca di grande sfarzo per Schönbrunn, quando il castello divenne il centro della vita politica e di corte. Sotto la sua influenza personale e sotto la direzione dell'architetto Nikolaus Pacassi, l'ex castello di caccia di Giuseppe I fu trasformato ed ampliato sino a divenire una residenza.

    ...il parco...


    Intorno al 1779 il parco del castello fu aperto al pubblico, e da allora è un luogo di ricreazione molto amato dai viennesi e dal pubblico internazionale. Il parco del castello, che si estende da est ad ovest per 1,2 km, e da nord a sud per circa 1 km, è stato dichiarato nel 1996 insieme al castello di Schönbrunn patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO. In base alla concezione della reggia barocca, secondo cui la natura e l’architettura dovevano compenetrarsi a vicenda, anche a Schönbrunn il palazzo e il parco creano un’unità, in continuo riferimento e rimando reciproco La concezione barocca del parco è rimasta praticamente immutata, con gli ampliamenti che risalgono all’ultimo decennio di vita di Maria Teresa, e determina l’aspetto del parco di Schönbrunn così come ci appare oggi.
    (schoenbrunn.at)
     
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  7. tomiva57
     
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    luogo bellissimo!!!....quante bellezze abbiamo ..e molti non le conoscono.
     
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  8. gheagabry
     
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    Melange, Buchtel e letteratura

    di Gabriela Hamböck



    Per chi visita Vienna è un’attrazione, per i vicini un salotto di riserva, per gli artisti e letterati un istituzione: il caffè viennese.

    "Pronunciandola con l’accento sulla prima sillaba, la parola “Kaffee” denota a Vienna e in Austria una bevanda. Pronunciandole con l’accento sulla seconda sillaba, le parole “Café” e “Kaffeehaus” significano tutto uno stile di vita“, scrisse Hans Weigel nel 1978. Questa frase è sicuramente valida ancora oggi: a Vienna ci sono circa 650 caffè, senza contare i numerosi caffè-bar, caffè-ristorante e caffè-pizzeria. Fra questi, 100 circa sono caffè classici dove s’incontrano ancora i camerieri vestiti in bianco e nero e dove l’arredamento è rimasto semplice come „ai bei vecchi tempi“: pavimento in legno, tavolini in marmo, sedie semplici e divani in felpa.

    Ogni gruppo della metropoli danubiana ha il suo caffè preferito: gli statali che lavorano nei vari ministeri, ad esempio, hanno il Café Ministerium nella Georg-Coch-Platz, gli studenti d’arte vanno al Prückel, vicino allo Stubenring, i politici vanno al Landtmann lungo il Dr.-Karl-Lueger-Ring. Al caffè si va per filosofeggiare, meditare, oziare, leggere il giornale, chiacchierare, sbaciucchiarsi, giocare a biliardo o a scacchi, discutere con estranei sugli argomenti più strampalati e via dicendo. Ah, e naturalmente anche per bere il caffè e mangiare un dolce.

    Vienna, per l’appunto, è „un’antica città romana volta verso il Mediterraneo“, affermò nel 1960 il grande romanziere Heimito von Doderer. Per questo nei caffè viennesi si trova anche „quel silenzio meditativo e quel modo di far passare il tempo senza uno scopo ben preciso che chiunque sia entrato in un caffè orientale o turco avrà senz’altro notato“.


    Tradizione e baraonda

    Nei caffè più frequentati della città, tuttavia, questo aspetto non si nota molto. Per esempio al Café Central nella Herrengasse o al Griensteidl, nella Michaelerplatz. Il Griensteidl, un tempo punto d’incontro di letterati e riaperto dal 1990 in un nuovo edificio, sempre nella stessa piazza, si trova esattamente in mezzo ad un itinerario molto frequentato dai turisti: Hofburg-Kohlmarkt-Graben-Stefansplatz. Per chi visita Vienna è il luogo più adatto per far riposare un po’ i piedi stanchi e ritemprarsi con del buon caffè caldo.



    A circa 100 metri, andando verso l’università e la Votivkirche, si trova il Café Central, il cui porticato è stato restaurato in grande stile nel 1986. Entrambi sono locali di lunga tradizione. Il „vecchio“ Griensteidl, in particolare, è noto per la sua atmosfera leggendaria: per sette intensi anni, dal 1890 al 1897, il caffè all’interno dell’ex palazzo Dietrichstein fu l'„istituzione“ culturale più importante di tutta Vienna. Non ci fu scrittore, attore, critico, architetto o musicista degno di questo nome che non passò di qui nel periodo a cavallo dei due secoli. Quasi tutti i maggiori pensatori del modernismo viennese erano soliti ritrovarsi qui, intorno a questi tavolini di marmo: Hermann Bahr, Arthur Schnitzler, Hugo von Hofmannsthal, Karl Kraus, Hugo Wolf, Fritz Kreisler, Arnold Schönberg e molti altri. Un „sistema concentrato di circuiti energetici“, scrisse Edward Timms, dai quali scaturiva „una straordinaria energia creativa“.

    Nel 1897 il Griensteidl, come le bastie e numerosi altri edifici del Graben e del Neuer Markt, cadde sotto i colpi di piccone. Karl Kraus se ne lamentò con un tono fra il nostalgico e l’ironico ne „La letteratura demolita“: „La nostra letteratura va incontro ad un periodo senza tetto, il filo conduttore della produzione poetica viene crudelmente tagliato.“ Per fortuna gli altri caffè continuarono ad esistere. Gli ospiti fissi del Griensteidl si trasferirono infatti nel Café Central.



    Buone maniere al tavolo degli ospiti fissi

    Ancora oggi al Café Central, nella Herrengasse, c’è una figura di cartapesta che rappresenta il poeta Peter Altenberg. Per tutta la durata dei primi trent’anni del Novecento lo stravagante maestro del savoir vivre si fece recapitare la posta in questo caffè. Attorno al tavolo a lui riservato si riunivano personaggi come il famoso architetto del periodo moderno Adolf Loos, sua moglie Lina, l’attore e saggista Egon Friedell e lo scrittore Alfred Polgar.

    Altenberg, i cui brevi testi di prosa e schizzi furono definiti una volta da Egon Friedell „magazzini con migliaia di ripiani e scomparti pieni di piccole e piccolissime osservazioni“, fissò, tanto per scherzare, delle regole di comportamento per chi si sedeva al suo tavolo, ad esempio questa: „Al tavolo è proibito tagliarsi le unghie, anche se si usano le forbicine portate da casa come quelle basate sul vecchio sistema; in particolare, però, è proibita la nuova macchinetta, perché c’è il rischio che le unghie tagliate con un colpo netto saltino nei bicchieri di birra e recuperarle è alquanto problematico“.

    Fu proprio a questo tavolo che la ventenne Caroline Obertimpfler (nome d’arte: Lina Loos), come vuole la leggenda, accettò spontaneamente di sposare Adolf Loos, che aveva 12 anni più di lei. Lina stessa, nei divertenti feuilletons, schizzi e ricordi del suo famoso „Libro senza titolo“, tracciò un ritratto spietato della generazione a cavallo dei due secoli.



    Oggi l’atmosfera del Café Central è diventata un’atmosfera d’affari e da persone perbene e curate. Durante la settimana si vedono soprattutto gli impiegati delle banche della zona. Al fine settimana prevalgono i turisti, magari qualche vedova di un cosiddetto “Hofrat”, titolo austriaco che indica un “consigliere di corte”, e i “consiglieri di commercio” in pensione che circondano il poeta di cartapesta e ascoltano meditabondi la musica del pianoforte.


    Un nudo e ovvie illusioni

    Sempre nel primo distretto si trova anche il Café Hawelka. La notorietà e la fama del locale di essere un “caffè di artisti“ risalgono al dopoguerra: a quel tempo Hans Weigel, egli stesso scrittore, talent scout e istituzione culturale, elesse il piccolo caffè di Leopold e Josefine Hawelka al rango di suo secondo salotto, e questo per un motivo abbastanza semplice: rimaneva aperto anche dopo la mezzanotte.

    Ben presto l’esempio di Weigel fu seguito anche da altri scrittori, artisti e intellettuali, „secondo la legge naturale della palla di neve o della valanga“ (Weigel). Il caffè Hawelka avanzò negli anni Cinquanta e Sessanta al rango di comune dell’opposizione artistica antiborghese e diventò una sorta di salotto pubblico per individualisti, una borsa di idee e un’isola di tutto ciò che era anticonvenzionale. Non sorprende, quindi, che Georg Danzer nella sua canzone, „Jö, schau“ scrive di una persona nuda che entra nell’Hawelka ma di cui nessuno sembra veramente curarsi.



    Numerosi letterati avevano qui un tavolo a loro riservato. A passare più di una notte nel locale fu soprattutto il Gruppo di Vienna di H.C. Artmann, Konrad Bayer, Gerhard Rühm e Oswald Wiener. Il piccolo locale della Dorotheergasse sempre pieno di fumo in cui veniva volentieri anche il grande romanziere Heimito von Doderer, fu definito da Artmann un luogo senza il quale „molte cose non sarebbero state fatte, né dette, né pensate“.

    André Heller capitò qui per la prima volta all’età di 14 anni. Adattatosi all’atmosfera senza difficoltà, come scrisse nel 1982, raccontava fandonie a più non posso e fantasticava sull’arte dello scrivere oppure raccontava grandi viaggi. Alcuni gli credettero.

    „In seguito ho avuto spesso la sensazione“, così Heller, „che questi primi minuti in cui feci conoscenza con l’olimpo delle Buchtel contenessero già tutti gli ingredienti essenziali delle future notti hawelkane: il mettersi a raccontare, l’illudersi, la brama dei ricordi, il criticare, lo stilizzare. Al piano terra della Dorotheergasse 6 si trovano soprattutto quelli che non hanno mantenuto ciò che hanno promesso a sé stessi. Per il cameriere però, che è un bonaccione, ognuno è quello che sarebbe potuto diventare. Per lui l’essere e l’apparenza sono la stessa cosa e i suoi ospiti non riesce ad immaginarseli come abitanti del mondo reale, quello non offuscato dal fumo, così come gli ospiti non riescono ad immaginarsi il cameriere senza smoking e senza farfalla bisunta al collo“.



    L’Hawelka è offuscato dal fumo ancora oggi, ma il pubblico è cambiato: ai tavolini ci sono ora scolari, studenti e turisti. L’atmosfera fra gli spessi strati di manifesti incollati l’uno sull’altro alle pareti, la cabina telefonica e i divani di felpa logora, però, è rimasta unica. E le Buchtel calde, che vengono fatte alle 22.00, sono così buone che sarebbe un peccato non assaggiarle.




    Fuori e a casa allo stesso tempo

    Dopo la grande ecatombe dei caffè negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, negli anni Ottanta e Novanta sono stati restaurati numerosi caffè che rievocano l’antico stile, fra cui caffè rinomati come lo Schwarzenberg al Kärntner Ring o il Landtmann. Altri vecchi caffè viennesi, invece, assunsero improvvisamente l’immagine del bar espresso cool e postmoderno, con soddisfazione dei giovani e della cosiddetta “Szene”, i gruppetti più aggiornati su ciò che è in voga a Vienna.

    I caffè, forse, sono cambiati, ma i motivi per visitarli sono rimasti gli stessi. Il caffè, come scrisse Stefan Zweig in „Il mondo di ieri“, è ancora „una specie di club democratico a cui chiunque può accedere, pagando il costo di una semplice tazzina di caffè, in cui ciascun ospite in cambio di questo piccolo obolo può rimaner seduto per ore ed ore discutendo, scrivendo, giocando a carte, ricevendo la sua posta e, soprattutto, leggendo un numero illimitato di giornali e di riviste“. Un posto, dunque, dove si sta fuori e a casa allo stesso tempo. Detto in altre parole: dove si può stare soli e in compagnia allo stesso tempo. In „Il nipote di Wittgenstein“ Thomas Bernhard descrisse nel suo modo tipico e inimitabile il suo amore per il caffè: „Ho sempre odiato il tipico caffè viennese famoso in tutto il mondo, perché tutto quanto c’è in esso è contro di me. D’altra parte proprio al Bräunerhof, che è stato sempre assolutamente contro di me (come l’Hawelka), mi sono sentito per decenni come se fossi a casa mia, come al Café Museum, come in altri caffè di Vienna.“




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  9. tomiva57
     
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    Lago di Costanza



    Il Lago di Costanza, o lago Bodanico, (in tedesco Bodensee, conosciuto anche come Schwäbisches Meer, Lacus Venetus per i Romani) è un lago sul fiume Reno, posto al confine tra Germania, Svizzera e Austria.

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    Il lago è posto a un'altitudine di 395 m sul livello del mare. La maggiore profondità è di 252 m, nel mezzo della parte orientale (Obersee). Il suo volume è approssimativamente di 55 km³. Il lago è diviso in quattro parti Obersee, Überlinger See, Zeller See e Untersee. Il Reno scorre attraverso l'Obersee, la città di Costanza e l' Untersee. Il fiume esce dal lago vicino a Stein am Rhein. Il lago di Costanza si trova in austria

    bodensee

    Origine

    Il Lago di Costanza è stato formato dal Ghiacciaio del Reno durante le glaciazioni. Il Reno, il Bregenzer Ache e il Dornbirner Ache, trasportano grosse quantità di sedimenti dalle Alpi al lago, riducendone le dimensioni a partire da sud-est.

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    Il Lago di Costanza venne menzionato per la prima volta dal geografo ispanico Pomponio Mela, attorno al 43 a.C. Egli notò che il Reno scorreva attraverso due laghi, Lacus Venetus (l'odierno Obersee) e Lacus Acronius (l'odierno Untersee). Plinio il Vecchio usò il nome di Lacus Brigantinus preso dalla città romana di Brigantium, l'odierna Bregenz


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    Bregenz è una bella cittadina austriaca in cui tra luglio e agosto si tiene ogni anno un famoso festival su un palcoscenico sull’acqua: vediamo l’allestimento di l’ “Andrea Chenier”.

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    Isole del lago


    Isola di Mainau


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    L'isola di Mainau è un'isola lacustre che si trova nel lago di Costanza, Germania e più precisamente nella parte nord-occidentale chiamata lago di Überlingen (Überlinger See). L'isola è collegata alla sponda meridionale del lago tramite un ponte.
    Mainau è compresa nel territorio comunale della città di Costanza e appartiene ad una fondazione che fa capo alla famiglia Bernadotte.
    L'isola è una nota meta turistica, grazie al clima mite del lago sull'isola si trova una vegetazione molto ricca, oltre ai giardini, particolarmente curati, vi si trova una serra tropicale con moltissime specie di farfalle.

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    Isola di Reichenau

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    L'isola di Reichenau si trova nel lago di Costanza e fa parte del territorio del comune di Reichenau, nel circondario di Costanza (Baden-Württemberg). L'isola è collegata alla terraferma per mezzo di un ponte-diga.
    Il nome alemanno dell'isola di Richenau era Sindleozesauua, ma essa era conosciuta semplicemente come isola Ow o isola Auua, nome che venne latinizzato in Augia per poi diventare Augia felix, o Augia Ricca, da cui Richenow o Richenau.
    Nel 2001 l'isola è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO grazie all'abbazia omonima che vi sorge, alla cattedrale (dedicata alla Vergine Maria e a San Marco) e alle due chiese di San Giorgio e dei Santi Pietro e Paolo. Fra le opere d'arte contenute negli edifici dell'isola va sicuramente ricordato l'affresco rappresentante i miracoli di Cristo, nella chiesa di San Giorgio, risalente al X secolo.
    Oggi l'isola è famosa anche per le fattorie di ortaggi e per i vigneti. Nei pressi dell'isola si trova la Wollmatinger Ried, una riserva naturale composta da una zona umida in cui sostano numerose specie di uccelli durante le loro migrazioni annuali.

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    La storia dell'isola è strettamente legata alle vicende dell'abbazia benedettina di Richenau, fondata nel 724 del vescovo itinerante san Pirmino. La leggenda dice che egli lasciò la Spagna durante l'invasione dei Mori e venne qui con l'aiuto, fra gli altri, di Carlo Martello e di alcuni signori locali, il conte Bertoldo e il duca Santfrid I. Entrato in conflitto con questi ultimi, Pirmino lasciò Richenau nel 727 e sotto il suo successore, Hatto (appartenente alla stirpe degli Hohenzollern), il monastero iniziò a fiorire. Divenne importante durante il regno dei Carolingi, come centro in cui venivano educati monaci che avrebbero poi fatto parte delle cancellerie imperiali e ducali.
    L'abbazia sorgeva lungo una delle vie principali che dalla Germania portavano in Italia, in un punto in cui il passaggio del lago facilitava il cammino. Nell'abbazia si trovavano una scuola, una biblioteca ed uno scriptorium che raggiunsero una notevolissima fama nel corso del X e XI secolo come uno dei principali centri di produzione di manoscritti alluminati d'Europa, quando questa regione apparteneva al Sacro Romano Impero.
    L'apice dell'abbazia venne raggiunto durante il periodo di Berno di Reichenau (1008 - 1048), durante il quale qui vivevano importanti allievi. Nella seconda metà dell'XI secolo l'importanza dell'abbazia iniziò a declinare anche a causa delle riforme restrittive di papa Gregorio VII e della rivalità con la vicina abbazia di San Gallo. Nel 1540 il vescovo di Costanza, un antico rivale degli abati di Reichenau, divenne il signore della regione, e sotto il controllo dei vescovi successivi l'importanza dell'abbazia divenne sempre minore.
    Durante l'era napoleonica l'abbazia venne abbandonata, ma la sua importantissima biblioteca non venne dispersa: venne invece spostata in parte a Karlsruhe e in parte a Monaco di Baviera.


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    L'isola si trova nella parte occidentale del lago di Costanza, fra Costanza e Radolfzell. Essa è collegata alla terraferma fin dal 1838 con un ponte-diga. Il punto più alto dell'isola si trova a 438,7 m s.l.m. e si eleva a circa 43 m sullo specchio d'acqua del lago.
    Essa è lunga 4,5 km e larga 1,5 per una superficie di circa 4,3 Km2: è la più grossa delle isole del lago ed è circa sei volte maggiore della seconda per dimensioni, l'isola di Lindau. Negli anni ottanta ha superato quest'ultima anche in numero di abitanti.
    Degli antichi villaggi sono rimasti ufficialmente tre agglomerati: Oberzell, Mittelzell e Niederzell. L'entità della popolazione dell'isola è stimata fra i 3.200 ed i 3.300 abitanti. L'ultima rilevazione statistica ufficiale risale al censimento del 1961. Località da sudest a nordovest:

    L'isola è composta da residui morenici e ghiaie, che sono state depositate alla fine dell'ultima era glaciale (Glaciazione Würm). Essa è parte di una morena, che si estende dalla diga innalzata ad est fino alla penisola di Mettnau presso Radolfzell ad ovest.


    Da visitare


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    Chiesa abbaziale dei Santi Maria e Marco, dell'abbazia di Reichenau

    Niederzell

    Basilica dei Santi Pietro e Paolo a Niederzell


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    Chiesa di San Giorgio a Oberzell


    Rovine dell'antico villaggio di Schopflen ad Oberzell


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    Orto botanico




    Isola di Lindau


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    L'Isola di Lindau si trova nella zona orientale del lago di Costanza (Bodensee in tedesco) e fa parte del territorio della città tedesca di Lindau, capoluogo dell'omonimo circondario. Sull'isola si trova la parte vecchia della città. Essa costituisce una delle dieci frazioni nelle quali è articolata la città.

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    Il faro

    L'isola di Lindau conta oggi circa tremila abitanti, residenti su una superficie di 0,68 km². Essa è la seconda isola del Lago di Costanza, sia per superficie che per popolazione, dopo l'isola di Reichenau. Per molti secoli fu la prima per popolazione e dovette cedere il posto a quella di Reichenau causa la perdita di abitanti della città vecchia nella prima parte degli anni 1980. Negli anni 1970 gli abitanti dell'isola erano 4.413 e nel 1925 perfino 5.968.
    L'isola ora non è più sede dell'amministrazione comunale di Lindau, che si trova nella frazione di Reutin, ma ospita ancora la sede amministrativa del circondario omonimo.


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    La città vecchia è separata dal quartiere di Aeschach, sulla terraferma, dal cosiddetto Kleinen See (Piccolo lago). Questo è attraversato da un ponte stradale lungo 150 m ad est e da un ponte-diga ferroviario lungo 410 m.
    La città vecchia di Lindau occupa gran parte dell'isola ad est. La piccola parte occidentale della città, ad ovest delle storiche mura e dell'ex fossato (e quindi una volta un'isola separata) e oggi ad ovest della ferrovia, si chiama Hintere Insel (Isola posteriore). Questa parte posteriore venne ampliata di circa 4 ettari a spese del lago ed oggi occupa circa un sesto della superficie dell'isola ed è dominata da una clinica otorinolaringoiatria e da una di chirurgia estetica. Nel punto più occidentale dell'Isola posteriore (e anche dell'intera isola) venne eretta nel 1508 la Pulverturm, torre facente parte, insieme alle mura, dell'apparato di difesa passiva dell'isola.


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    Il porto


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    Il vecchio municipio



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    Chiesa di san Pietro e Schrannenplatz





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    La città vecchia ripresa da Pfänder

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    Città vecchia con la Cattedrale e la chiesa di Santo Stefano



    da: Wikipedia
    foto wikipedia e web
     
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    Anreise
    foto:eisenstadt-tourismus.at


    Eisenstadt



    Eisenstadt, il nome della città, vuol dire città di ferro e deriva dalla credenza, radicatasi nel medioevo, che le sue mura inespugnabili fossero costruite di ferro.

    Il piccolo capoluogo di Eisenstadt è strettamente legato alla famiglia di principi ungheresi Esterházy e al famoso compositore Josef Haydn. Gli Esterházy sono una delle più antiche famiglie nobiliari dell'Ungheria ed erano, a partire dal 1600, tra le famiglie più ricche dell'Europa centrale. Per due generazioni il viceré dell'Ungheria proveniva da uno dei rami della famiglia Esterházy che aveva anche un seggio fisso nel Reichstag (il parlamento dell'impero). Nel 1648 ricevettero dall'imperatore del Sacro Romano Impero la regione intorno a Eisenstadt come feudo e sebbene possedessero numerosi castelli scelsero Eisenstadt come residenza principale. Gli Esterházy ebbero anche l'intelligenza di insediare a Eisenstadt e nei dintorni numerose famiglie ebraiche cacciate via da Vienna che contribuirono non poco allo sviluppo economico e culturale della zona. Il magnifico castello barocco (che ricevette la forma odierna tra il 1663 e il 1672) è testimonianza della ricchezza di questi principi ungheresi.

    La sala principale del castello è la Haydnsaal, splendidamente decorata con degli affreschi e con un'acustica eccezionale. Franz Josef Haydn arrivò a Eisenstadt nel 1761, quando ebbe l'incarico di vicemaestro di cappella alla corte del principe Esterházy che era anche intenditore e appassionato di musica. Dopo la promozione a maestro nel 1766 Haydn rimase al servizio della famiglia Esterházy per quasi 30 anni e in questo periodo la città visse la sua fioritura culturale. Oggi, molte attrazioni turistiche di Eisenstadt sono legate a questo celebre compositore austriaco.



    schloss-esterhazy-eisenstadt--schloss%20esterhazy.jpg.3065330
    foto:austria.info

    Il castello barocco Esterházy con un bel parco all'inglese dove si trova anche il grazioso tempietto "Leopoldinentempel"


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    foto:alamy.com

    La casa dove abitò Josef Haydn per 12 anni, oggi un museo dedicato a lui

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    foto:viaggio-in-austria.it

    La Haydnstraße con le sue belle case storiche (vedi la foto sopra)


    Landesmuseum
    foto:pannonien.tv

    Il museo ebraico ("Österreichisches Jüdisches Museum"), con accanto i due cimiteri ebraici


    Bergkirche
    foto:eisenstadt-tourismus.at

    La Bergkirche chiamata anche Haydnkirche (chiesa di Haydn)

    DSC00318+C
    foto:iviaggidiraffaella.blogspot.com

    Il duomo San Martino

    eisenstadt37-burgenland
    foto:tiscover.com

    La barocca Leinnerhaus, che ospita oggi una galleria d'arte, un caffè e un centro culturale.


    fonte:viaggio-in-austria.it
     
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    Rust-Burgenland-Austria.-Autore-Jacquesverlaeken.-Licensed-under-the-Creative-Commons-Attribution-Share-Alike-600x330
    foto:natale-mercatini.it


    Rust



    Rust è un paese singolare: è piccolo e ha appena 1.900 abitanti, ma vanta una storia di cui può essere fiero ed è ricco di attrazioni che anche delle città più grandi non possono offrire. La ricchezza della città è nata con la viticoltura che i romani hanno portato in questa zona. Il paese, fondato da pescatori e agiati agricoltori, già nel 15° secolo esportava il suo vino fino alla corte dello Zar in Russia. Nel 1524 ottenne dalla regina d'Ungheria il diritto di imprimere una "R" incoronata sulle sue botti di vino, una sigla che si vede ancora oggi su tappi ed etichette.

    Nel 1649 gli abitanti di Rust si liberarono dalla sudditanza nei confronti degli Asburgo, pagando per questo privilegio 60.000 fiorini d'oro e quasi 30.000 litri del loro miglior vino. Nel 1681, la città che aveva dimostrato di sapersi difendere contro i Turchi, ricevette il titolo Città libera reale dall'imperatore Leopoldo I, e come città libera senza obblighi di contribuzione appartenne al regno dell'Ungheria fino al 1921, quando passò all'Austria.


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    foto:viaggio-in-austria.it
    municipio

    Passeggiando attraverso le stradine di Rust ci si accorge dell'importanza che la cittadina ebbe in passato come centro vinicolo: il centro storico conserva molte belle case rinascimentali e barocche accuratamente conservate e restaurate del '600 e del '700, tipicamente ungheresi con portoni ad arco dove passavano i carri con l'uva e con le botte, con cortili porticati e soffitti a volta.

    Tra le testimonianze del passato spicca la Fischerkirche (Chiesa dei pescatori) di stile gotico che risale al 1200, l'aspetto odierno è del '500. È decorata da affreschi esterni e interni del 1526.



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    foto:alamy.com

    Anche oggi il vino caratterizza questa pittoresca cittadina. Basta considerare il gran numero di enoteche, che qui si chiamano Buschenschank, dove si possono gustare gli ottimi bianchi e rossi prodotti dai vigneti del posto. L'amante del vino non dovrebbe mancare di assaggiare la cosiddetta Trilogia di Rust: Bianco, Rosso, Dolce, il più pregiato tra di loro è il Ruster Ausbruch, un vino dolce da dessert. Non è un caso che l'Accademia enologica dell'Austria ha la sede proprio qui a Rust, nel complesso barocco Seehof.

    Ogni anno in aprile si celebra qui una grande festa del vino, le Ruster Weinschätze (Tesori del vino di Rust). Tra fine luglio e inizio agosto sulla piazza davanti al municipio c'è invece la Goldene Weinwoche (Settimana d'oro del vino) - una settimana di vino, ottimo cibo, balli, canti e allegria.


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    foto:easyviaggio.com

    Il Neusiedler See - un paradiso naturalistico

    Rust si trova sul Lago Neusiedl, il più grande lago dell'Austria e il secondo in Europa, sul confine tra Austria e Ungheria. È l'unico lago di steppa dell'Europa centrale, ha acque basse (profondità massima: 1,8 m) ed è circondato da immensi canneti. Per chi ama una vacanza di svago Rust offre un centro balneare con piscina sul lago, un porticciolo per barche a vela e pedalò.


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    foto:aemmeviaggi.it

    E poi c'è il Nordic Walking Panorama Park, costituita da una rete di 15 sentieri dotati di segnaletica, della lunghezza di complessivamente 50 km, attraverso i vigneti che circondano il paese, sempre con vista sul Lago Neusiedl.



    posizione geografica: a 30 km dal confine con l'Ungheria, sulla riva occidentale del Lago Neusiedl
    regione: Burgenland
    altitudine: 123 m s.l.m.
    abitanti: 1.900
    storia: fino al 1921 apparteneva all'Ungheria
    economia: viticoltura, turismo, commercio



    stork
    foto:austria-trips.com



    Le cicogne di Rust

    Ogni anno, tra marzo e aprile, gli abitanti di Rust aspettano degli ospiti un po' particolari: le cicogne che arrivano dal loro quartiere invernale in Africa per passare qui i mesi estivi, fino alla fine di agosto. Le cicogne sono degli animali fedeli: sono fedeli al loro partner e anche al loro nido, perché arrivano sempre le stesse coppie che atterrano nello stesso identico nido dell'anno precedente per covare, nutrire ed educare i loro piccoli.

    Nel 2013 si contavano 15 coppie di cicogne (altre coppie si annidano sui tetti di alcuni paesi vicini) e visto che una volta erano molto di più a Rust hanno fondato un'associazione, che conta 400 iscritti su 1.900 abitanti del paese, che si occupa del benessere delle cicogne, dalla cura dei nidi e dagli spazi sufficienti e indisturbati perché possano trovare cibo fino alla cura medica delle cicogne ferite o malate. Il viaggio dall'Africa fino a Rust è lungo e faticoso e non tutte le cicogne ce la fanno ad arrivare alla loro meta, ma covano solo in Europa e per questo tornano sempre. Se una famiglia di Rust vuole un nido sul tetto della propria casa può comprarne uno da questa associazione che ha anche un sito (www.storchenverein.at) con una webcam che monitora i tetti di Rust. Se visitate Rust in estate conviene salire sul campanile della chiesa cattolica del paese, da lì si ha una bella vista panoramica sui nidi. Portatevi un binocolo!




    fonte:viaggio-in-austria.it




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    foto:iviaggidiraffaella.blogspot.it

    Fischerkirche la "chiesa dei Pescatori"

    Il suo nome datogli nel XX secolo, deriva dalla leggenda secondo la quale la regina Maria d'Ungheria, moglie del re Bela IV, fosse stata soccorsa dai pescatori di Rust mentre fuggiva dai Mongoli.
    Per questo si costruì una cappella dedicata al culto di S.Maria.
    E' costituita dall'unione di una chiesa romanica del XI secolo e da una cappella, che si sono fuse con un transetto nel XVI secolo.
    La cappella romanica fu ingrandita nel XIV e XV secolo con un'abside gotica voltata, e fortificata da una cinta muraria.

    Una torre barocca aggiunta nel 1719 collassò nel 1879.
    All'interno oltre alle pitture parietali, si può ammirare un altare della Trinità, un altare dell'Annunciazione barocco, un organo del 1705, il più antico del Burgenland, e nella cappella una Pietà in pietra e una rappresentazione della Madonna.


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    foto:iviaggidiraffaella.blogspot.it

    La chiesa parrocchiale Stadtpfarrkirche di origine romanica è stata ricostruita in stile gotico ed ha un interno del '600.



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    foto:iviaggidiraffaella.blogspot.it

    In una casa appartenuta a R.Kremayr, che la donò alla città nel 1986, dalla pittoresca corte, è allestito un museo dove si possono ammirare mobili austriaci, oggetti d'arte, antichità e documenti degli archivi.
    Belle anche le cantine voltate.




    fonte:iviaggidiraffaella.blogspot.it
     
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    Hintergrundfoto4
    foto:die-st-margarethener.at


    Sankt Margarethen im Burgenland


    Sankt Margarethen im Burgenland è un comune austriaco di 2 660 abitanti nel distretto di Eisenstadt-Umgebung, in Burgenland; ha lo status di comune mercato (Marktgemeinde).


    Nei presse della località si trova Römersteinbruch, è una cava di pietre sfruttata dai romani per costruire le chiese e i palazzi a Vienna.


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    foto:cusoon.at

    Ogni anno vi si tiene un simposio di scultori provenienti da tutto il mondo le cui opere rimangono come museo in ricordo dell'incontro.




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    foto:passio.at


    A partire dal 1926 ogni 5 anni si tiene nella cava la Passionsspiele, rappresentazione della Passione di Cristo, che coinvolge tutti gli abitanti del paese.

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    foto:tiscover.com


    Nella cava di pietra di epoca romana di St. Margarethen, si tiene un festival operistico unico e affascinante, con un palcoscenico all'aperto dei più belli d'Europa. Il festival presenta nei mesi estivi la messa in scena di sontuose opere, lasciandosi incantare dal paesaggio.


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    foto:tiscover.com




    Nelle vicinanze si trova il Märchenpark Neusiedlersee, è un parco divertimenti per bambini con piscine, scivoli, giostre, zoo con animali in libertà, scene ricostruite di celebri favole tedesche.

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    foto:herold.at

    Familypark-in-St.-Margarethen-im-Burgenland
    foto:sunny.at

     
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    leuchtturm-am-neusiedlersee-kurz-vor-sonnenuntergang-oesterreich
    foto:cqmsjt.com


    Il Lago Neusiedl (Neusiedler See)


    nome tedesco: Neusiedler See
    regione: Burgenland
    posizione geografica: nella pianura pannonica, sul confine con l'Ungheria
    altezza: 115 m s.l.m.
    superficie: 380 km2 (di cui 180 km2 di canneti) - al confronto il Lago di Garda: 370 km2
    lunghezza: 36 km
    larghezza: 14 km
    profondità massima: 1,8 m
    profondità media: 1,0 m

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    foto:das-schmidt.at

    Il Lago Neusiedl (Neusiedler See) è l'unico lago di steppa dell'Europa Centrale: i fondali argillosi rendono l'acqua opaca e salina, ma in realtà è purissima. Secondo i geologi il lago Neusiedel è un residuo di un mare antico, il mare di Pannonia. È molto basso (profondità massima 1,8 m) e in estate accoglie molti turisti che possono praticare ciclismo (intorno al lago e nella grande pianura pannonica ci sono piste ciclabili per 2.500 km), vela, windsurf, kite, escursionismo o golf.

    Il parco nazionale del lago Neusiedl, di 300 km2, per tre quarti austriaco e per un quarto ungherese, fu fondato nel 1993 ed è diventato patrimonio dell'Unesco nel 2001. Offre una protezione adeguata e habitat naturali per 300 specie di uccelli, ma anche per i rari asini bianchi, i bovini delle savane e i maiali di Mangalizza. Trecento giorni di sole l'anno garantiscono un clima mite e ospitale.
    Per sapere di più su questo parco naturale vedi: www.nationalpark-neusiedlersee-seewinkel.at

    Intorno al lago il paesaggio è piatto, selvaggio, spesso paludoso; spostandosi un po' nell'entroterra si trovano invece campi coltivati a cereali, girasoli e viti. Il paese, infatti, è anche rinomato per i gustosi vini.


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    foto:viaggio-in-austria.it


    Le località più importanti intorno al lago


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    foto:eisenstadt-tourismus.at

    Eisenstadt
    - il capoluogo del Burgenland, a 15 km dal lago. La città ospitava i principi Esterházy, il cui castello domina la città. Oltre al castello ci sono molti altri palazzi barocchi, tra cui la casa-museo di Haydn. Nella piazza principale si tiene un coloratissimo mercato contadino.



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    foto:tripadvisor.com

    Neusiedl - il paese che ha dato il nome al lago, ospita il museo pannonico delle tradizioni locali, in cui si trovano migliaia di oggetti legati alla tradizione del luogo, dagli attrezzi contadini ai libri, alle foto, agli abiti, ai giocattoli.

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    foto:seehotelrust.at

    Rust - ricca di palazzetti antichi, sede della Weinakademie, l'accademia del vino, e della Vinothek, grande enoteca in cui si possono assaggiare i migliori vini della zona. Vale la pena visitare i piccoli borghi vicino a Rust, con case bianche e porte colorate, allegri contrasti arricchiti da fiori e pannocchie di granoturco messe ad essiccare sotto i tetti.



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    foto:purbach.at


    Purbach - entrando nel borgo si fa un tuffo nel passato: sembra di tornare indietro nel tempo, alcune abitazioni conservano ancora il tetto di paglia e un ex convento del cinquecento ospita un ristorante storico, il Nikolauszeche.

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    foto:bergnews.com

    Mörbisch - qui si svolgono ogni anno i Seefestspiele, un importante festival dell'operetta.



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    foto:euroburo-steiermark.com

    Podersdorf - una località di villeggiatura con un'ampia offerta di possibilità di sport e di relax, da 15 anni si tiene qui il Windsurf-Worldcup.


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    foto:tourismus-pamhagen.at

    Apetlon e Pamhagen - due paesi vicini al confine ungherese, qui l'atmosfera è ormai magiara e quasi non sembra di essere in Austria.

    burgenland-neusiedler-see-apetlon-typical-wine-cellars-g8nmm6
    foto:alamy.com



    fonte:viaggio-in-austria.it
     
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    foto:Weinhaus OTS


    Purbach am Neusiedler See



    Purbach am Neusiedler See, antico borgo che conserva parti delle fortificazioni erette contro le invasione turche.


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    foto:ÖEAW

    Sui bastioni settentrionali si trova il monumento "Purbacher TÜrke", simbolo del paese che raffigura un turco con turbante e barba risalente al 1532.



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    foto:Stadt Gemeinde - Partnerstädte - Purbach am Neusiedlersee



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    foto:.ipa-bgld.at



    Türkentor, porta difensiva risalente al 600, la si passa camminando lungo la via principale.

     
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    foto:Tripmondo


    Mörbisch am Neusiedler See


    Mörbisch am See è un comune austriaco di 2 272 abitanti nel distretto di Eisenstadt-Umgebung, in Burgenland.



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    foto:Panoramio


    Mörbisch am See è un villaggio prevalentemente agricolo, al confine con l'Ungheria, caratteristico per le sue case imbiancate a calce e decorate con festoni di pannocchie di granoturco sotto i portici e lungo i vicoli.


    Durante l'estate il paese si anima per il festival dell'operetta "Seefestspiele" , che si tiene all'aperto a ridosso del lago, vengono eseguiti i capolavori dei grandi maestri quali Johann Strauss, Franz Lehàr, Emmerich Kàlman. La fine della manifestazione si conclude con fuochi artificiali che attirano molto pubblico.



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    foto:Willkommen-Oesterreich.at


    Il museo Heimathaus, patrimonio mondiale dell'Unesco, è un museo di storia locale, sito in una casa locale di cui si visitano anche le cantine.

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    foto:Neusiedler See

     
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15 replies since 31/12/2010, 14:39   4034 views
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