MITOLOGIA MESOPOTANICA

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  1. gheagabry1
     
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    SIDURI

    Medichesse-la-vocazione-femminile-per-la-cura



    Il suo nome significa "giovane donna". E' una dea che compare nell'Epopea di Gilgamesh. E' associata alla fermentazione ed alla birra in particolare. Cerca di dissuadere Gilgamesh dalla sua ricerca dell'immortalità invitandolo a godere dei piaceri della vita.

    Siduri: i timori di una dea (1-29)

    Siduri, la taverniera che vive sulla riva del mare,
    colei che vive [ ]
    basamenti per le brocche sono fatti per lei,
    brocche d'oro sono fatte per lei,
    essa è rivestita di abiti e [ ] 1
    Gilgamesh errava attorno e [ ]
    era rivestito soltanto di una pelle... [ ]
    egli aveva sì carne degli dei nel corpo,
    ma angoscia albergava nel suo cuore.
    La sua faccia era come quella di uno che ha viaggiato
    per lunghe distanze. 5
    La taverniera lo vede da lontano,
    si consulta nel suo cuore e pronuncia le parole,
    con se stessa essa si consulta:
    "Forse quest'uomo è un assassino,
    egli sta andando in qualche posto per uccidere".

    10
    La taverniera lo osservò e sbarrò la porta.
    Tirò il chiavistello e vi appose il catenaccio.
    Ma egli, Gilgamesh, si accorse di ciò,
    sollevò il suo mento e si diresse verso la porta.
    Gilgamesh a lei parlò, così disse alla taverniera:

    15
    "Taverniera, perché dopo avermi guardato, hai sbarrato la tua porta?
    Hai tirato il chiavistello e apposto il catenaccio?
    (Se volessi) potrei abbattere la porta, far saltare il chiavistello,
    [ ]
    [ ] nella steppa"

    da l'Epopea di Gilgamesh, tavola X


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    SIDURI: LA FANCIULLA CHE FA IL VINO

    “Ivi era il giardino degli dei; tutt’intorno a lui stavano cespugli carichi di gemme. C’erano frutti di corniola da cui pendevano i rampicanti, belli a vedersi, e foglie di lapislazzuli ne pendevano, frammiste ai frutti, dolci alla vista; invece di rovi e cardi vi erano ematiti e pietre rare, agata e perle del mare”. Lo stupore di Gilgamesh non ebbe più limiti quando si accorse che nel giardino abitava una donna, una donna diversa dalle altre donne mortali. “Vive presso il mare la donna della vigna, colei che fa il vino; Siduri siede nel giardino sulla riva del mare con la coppa d’oro e i tini d’oro che le diedero gli dei”. La donna quando lo vide inizialmente tentò di sfuggirgli. “Perché vieni qui”, gli domandò, “vagando per i pascoli alla ricerca del vento?”. Gilgamesh le raccontò brevemente la sua storia, concludendo: “Ma ora, fanciulla che fai il vino, ora che ho visto il tuo volto fa che io non veda il volto della morte da me tanto temuta!”. Tuttavia lei gli rispose: “Gilgamesh, dove ti affretti? Non troverai mai la vita che cerchi. Quando gli dei crearono l’uomo, gli diedero in fato la morte, ma tennero la vita per sé. Quanto a te, Gilgamesh, riempi il tuo ventre di cose buone; giorno e notte, notte e giorno danza e sii lieto, banchetta e rallegrati. Siano linde le tue vesti, nell’acqua lavati, abbi caro il fanciullino che ti tiene per mano e nel tuo amplesso rendi felice tua moglie: poiché anche questo è il fato dell’uomo”.

    Epopea di Gilgamesh

     
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