MITOLOGIA MESOPOTANICA

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  1. gheagabry
     
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    «Se un uomo nel suo sogno vede il dio Enlil avrà lunga vecchiaia »
    (citato in Sap 1996 - libro dei Sogni assiro)

    ENLIL






    Enlil è il dio dell'atmosfera della mitologia mesopotamica, ed insieme agli dei An/Anum ed Enki/Ea costituisce una triade cosmica. Considerato fra le divinità creatici del cosmo, secondo alcune tradizioni è colui che custodisce le Tavolette dei Destini. Gli era sacro il numero 50.
    Enlil, in accadico Ellil, è figlio di An, ed è l'arcaico dio dell'aria (in sumerico lil). Una volta preso il posto di An alla guida degli Anunnaki, diventa signore di tutto l'universo. Sua sposa è Ninlil (o Mulliltu) e con lei genera numerose divinità.

    Un bel mito celebra la storia di Enlil e Ninlil. Enlil, accusato di empietà, è rinchiuso agli inferi. Ninlil allora lo segue sottoterra. Lì danno alla luce Sin (dio lunare), Nergal e Ninazu. Ninazu non è obbligato a restare ma grazie al suo sacrificio Sin abbandonare gli Inferi e levarsi nel cielo notturno.
    Sua è la tavoletta dei destini a cui non potevano sottrarsi ne uomini né dei. Egli è dio della tempesta e l'artefice del grande Diluvio che si abbatte sugli uomini (tav. XI). E' lui a porre il mostro Khubaba a guardia della foresta dei cedri.
    Era venerato nell'Ekur, santuario di Nippur (come ricordato nella tav. VI). Suo corrispettivo nell'alta Siria (Mari/Ebla) era Dagan il cui santuario era a Tuttul. Curiosamente l'impero fondato da Sargon, per non offendere nessuno, venne consacrato a entrambi: la Bassa Mesopotamia a Enlil, la regione di Mari ed Ebla a Dagan.
    Il suo centro di culto era considerato punto di unione tra il cielo e il mondo sotterraneo. Enlil è infatti signore della terra e simbolo del potere reale. Per questo il suo santuario era tenuto in grandissima considerazione sia presso i sumeri che presso gli accadi.


    La citta-sacra di Nippur, fondata prima del 4000 a.C., non ebbe mai reale peso politico-militare, ma fu importante centro religioso e sede di scuole scribali. Infatti gli scavi di Nippur hanno portato alla luce migliaia di documenti tra cui molte copie di testi letterari (p. 160 Pon 2000). Nippur vide crescere il proprio prestigio religioso e culturale costantemente fino al 1700 a.C., quando fu soppiantata in tale ruolo da Babilonia, città santuario di Marduk.
    Assistiamo quindi a un'evoluzione del sistema mitologico che non è più dominato da Enlil ma da Marduk . Nel nuovo sistema babilonese Enlil riceve un trattamento non certo di favore ed appare severo, a volte stolto.

    La severità di Enlil era proverbiale. Assistiamo ad esempi nella tav. XI, o nel poemetto sumerico Enkidu agli Inferi, quando nega qualsiasi aiuto al supplice Gilgamesh. Inoltre, se nelle versioni sumeriche del diluvio Enlil divideva con An la responsabilità del cataclisma, nell'Atramkhasis egli è il solo ad infliggere al genere umano il tormento delle piaghe e del Diluvio (p. XIV Bot 92).
    Enlil nell'Atramkhasis è incurante delle conseguenza dell'estinzione degli uomini, da cui alla fine dipendeva il sostentamento degli stessi dei. Alcune interpretazioni (p. XV Bot 92) vedono però nel "brusio" degli uomini - che tanto affligge Enlil - una metafora del'intrapendenza umana e del suo bisogno di indipendenza dal divino.

    Inevitabile che Enlil esca di scena nelle elaborazioni teologiche babilonesi che fanno di Babilonia la nuova città primordiale, sacra a Marduk. Marduk è proclamato figlio di Enki, l'ingegnere del mondo, e suo figlio Nabu eredita le prerogative culturali del nonno.
    Nell'epopea di Erra (VII secolo a.C.) Enlil fa una fugace apparizione come padre dello scalmanato portatore di flagelli e inondazioni (ma nemmeno Marduk riceve un bel trattamento, essendo l'epoca composta in un periodo di profonda crisi politica e incertezza religiosa).

    Tutti i miti di epoca pre-babilonese celebrano invece la gloria di Enlil. Già nell'epopea di Gilgamesh vediamo con quanta disinvoltura trasformi Utnapishtim e sua moglie in immortali. Analogamente si comporta nella versione sumerica del diluvio (mito di Ziusudra) destinando l'immortale Ziusudra a vivere nel reame di Dilmun. Egli è quindi creatore ma anche legislatore. Tutto l'universo (il ciclo delle stagioni, il moto degli astri, le regole di comportamente, ecc.) è regolato dalle sue leggi. In particolare egli è il signore della tavoletta dei destini con la quale decide la fortuna o la disgrazia di uomini e dei. Spesso affida questa tavoletta a celesti custodi (Enki, Anzu, Ninurta, ecc.) che inevitabilmente la smarriscono dando pretesto a nuove trame mitiche.
    (homolaicus.com)
     
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12 replies since 6/12/2010, 20:43   7537 views
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