i frutti piu' strani del mondo...(conosciamoli)

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    i frutti..strani..quelli che..non abbiamo mai assaggiato in vita nostra......


    Il kiwano (Cucmis metuliferus)

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    Il kiwano (Cucmis metuliferus) è una pianta originaria del sud Africa, ma viene coltivato anche in Nuova Zelanda, Francia e Italia. E' un melone, ha la polpa gialla con delle protuberanze e all'interno semi e gelatina di colore verde. Il suo sapore è agrodolce e aromatico, ricorda la banana e il limone insieme.



    Mano di Buddha

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    Il cedro Mano di Buddha è popolarissimo in Asia, la sua forma deriva da un'anomalia spesso presente nei cedri, cioè la precosissima partizione del frutto in spicchi che porta lo spicchio a svilupparsi come unità a sé stante. Il frutto è privo di polpa, per questo motivo viene utilizzata come pianta ornamentale.


    Durian
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    Il Durian fa parte della famiglia delle malvaceae, il nome deriva dal malese e significa "frutto spinoso". Ha la particolarità di avere un sapore dolcissimo, ma un odore sgradevole, per questo motivo nella sua terra d'origine viene amato e odiato.
    A causa dell'odore a Singapore c'è una legge che vieta di introdurlo nei mezzi pubblici.
    L'albero raggiunge i 25 metri e l'impollinazione viene effettuata dai pipistrelli.


    Monstera deliciosa

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    La pianta di Monstera deliciosa che noi tutti conosciamo viene chiamata in America "pianta del pane". Quella che si può mangiare è la pannocchietta ricoperta da squame esagonali, ma bisogna stare attenti a consumarla quando è matura altrimenti rilascia una sostanza molto irritante per la mucosa orale.


    Paw-paw
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    Il Paw-paw (Asimina trilobata) è un frutto originario del nord America. La polpa ha un sapore che è un misto fra banana, mango e ananas. Era il dessert preferito di George Washington.

    Pitaya (Hylocereus undatus)

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    La Pitaya (Hylocereus undatus), che viene chiamata in inglese Dragon fruit, come il fico d'india è una pianta succulenta della famiglia delle Cactaceae. La pitaya gialla è originaria della Colombia, la pitaya rossa è originaria del Vietnam.
    La polpa ha una consistenza morbida, dal gusto dolce e aromatico. Si mangia col cucchiaino o condita con zucchero e limone.
     
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    Il cayote
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    Il suo nome latino è cucurbita ficifolia per via delle foglie simili al fico, viene anche chiamata zucca del Siam perchè quando nell'800 il re del Siam regalò alcuni Yack allo zoo di Parigi,
     
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    Pitaya

    Una Pitaya (pronunciato / pɨtaɪ.ə / ) o pitahaya ( pronuncia inglese: / ˌ pɪtəhaɪ.ə / ) è il frutto di diversi cactus specie , cosa più importante del genere Hylocereus ( pitayas dolce ). Questi frutti sono comunemente noti come frutto del drago - . cf cinese huǒ lungo guǒ 火龙果/火龙果"frutto drago di fuoco" e lungo guǒ zhu "frutto perla del drago", o vietnamita Thanh lungo ( drago verde ). Altri nomi vernacolari sono fragola pera o nanettikafruit .






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    Walea e Siladen (Indonesia) / Strano-frutto


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    IL DURIAN

    E' ovale, della grandezza di un medio melone, con una scorza dura armata di robuste spine triangoari simili a denti carnasciali. Non ho mai visto l'albero da cui cresce, ma non è un albero alla cui ombra farei volentieri un pisolino.
    All'interno è diviso per la lunghezza in settori, che racchiudono masserelle di polpa bianchiccia o, negli esemplari più maturi, giallina, contenenti i semi. E' quella polpa la parte edule. Pare che ne esistano sottospecie dalla polpa rossa, ma non ne ho mai incontrate. E tipico dell'area malese-indonesiana o, più genericamente, indocinese.

    Ma non è nella forma o nelle arcigne spine la sua particolarità, bensì nel suo odore. Che mette da subito in difficoltà il mio assunto che tutta la frutta sia buona. Odora d'aglio, anzi, più precisamente del gas da cucina. A cui viene aggiunto deliberatamente un gas dall'odore simile a quello dell'aglio per evidenziare eventuali fughe. L'odore di un durian ben maturo si sente a decine di metri di distanza.





    LA NANGKA, O JACK-FRUIT

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    La nangka è spesso definita come il frutto più grande del mondo, anche se sospetto che alcune varietà di cocomero ne eguaglino se non ne superino le dimensioni. E’ comunque un frutto assolutamente notevole. Di forma subsferica, generalmente un po’ irregolare, coperta da una sorta di squame o placchette, cresce attaccata al tronco del suo albero. Immagino che se crescesse dai rami li stroncherebbe inesorabilmente, dato che può pesare decine di chili.
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    Una volta spaccato il frutto mostra una polpa fibrosa non commestibile, sparsi in mezzo a questa polpa ci sono i frutti veri e propri, di color giallo o arancio, traslucidi e dalla consistenza della carne di calamaro cotta. Ciascuno contiene un seme.
    Il gusto non è eccezionale, il suo aroma non memorabile anche se, a suo modo, tipico e difficile da confondersi con altri, tuttavia è gustoso, dolce e rinfrescante insieme. E’ un frutto facile da mandar giù, meno facile è procurarselo.
    Il problema è che deve essere assolutamente maturo, altrimenti lo si ritrova pieno di un latice appiccicoso e tenace, in grado di sporcare in maniera quasi irreversibile qualunque cosa.
    Va detto che gli indonesiani lo mangiano, e quindi lo commerciano, anche acerbo, cotto a pezzetti nelle zuppe, fibre, latice e tutto. Così, quando lo comprammo al mercato, il tentativo di Bobo di farlo a pezzi a colpi di Katana si risolse in un ignobile ed appiccicoso pasticcio.
    Tuttavia, come per il durian, il primo impatto era stato assolutamente negativo. Non per un’intrinseca sua colpa, in quel caso. Ci venne offerto su di un taxi collettivo, a Makassar, credo. Lo trovai una schifezza talmente orrida da costringermi a sputarlo fuori dal finestrino. Come capii più avanti era stato fritto nell’olio di palma, forse con l’aggiunta di qualche spezia. Un trattamento che può rendere immangiabile qualsiasi sostanza alimentare.
    In seguito, quando ci fu offerto di nuovo, in circostanze in cui un rifiuto sarebbe apparso estremamente maleducato, ci fu un momento di panico. Ma, quella volta, era crudo e fresco e, finalmente, ne apprezzammo le qualità. Memorabile fu una nangka mangiata su di una canoa durante un viaggio notturno nelle acque a nord di Manado, rese incredibilmente fosforescenti dal plancton. Fu allora che imparammo a frugare fra le fibre, assolutamente asciutte, di un grosso frutto maturo, per estrarne i cuoricini di polpa dolce e gustosa.
    A Singapore scoprimmo che lo vendevano, già ripulito e disossato, infilato in spiedini di bambù. Ma mangiarlo in quel modo è troppo facile, e molto del gusto va perso.




    Acerola, o ciliegia delle Barbados

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    Si potrebbe definirla la versione tropicale della nostra ciliegia, anche se la vaga somiglianza si ferma all'aspetto esteriore. All'interno, la polpa dell'acerola è divisa in piccoli spicchi simili a quelli degli agrumi e, soprattutto, ha un sapore decisamente acidulo.

    I frutti dell'acerola derivano da una pianta che cresce spontanea in tutto il Centro America ed abbonda nelle Indie Occidentali, dove l'ho assaggiata. L'ho "incontrata" per la prima volta in fondo ad un bicchiere di rum, bevuto in un baretto in riva al mare a Bequia, deliziosa isoletta delle West Indies.

    Il contrasto tra il forte tasso alcoolico del rum e quello asprigno dell'acerola mi aveva in un primo momento conquistato. Così, quando un giorno mi sono imbattuta in un albero di questi frutti, mi ci sono fiondata sopra per fare una scorpacciata.... ma, dopo il primo assaggio, il sapore fortemente asprigno mi ha fatto subito cambiare idea. Ciò è dovuto al fatto che questi frutti sono un vero e proprio concentrato di vitamina C (almeno 30 volte superiore a quello delle nostre arance), che rende abbastanza arduo consumarli nature.



    LA CHEESEAPPLE E LA WOODAPPLE

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    E' difficile trovarne notizie in rete e così non ho a disposizione alcuna immagine. Personalmente ho avuto una sola esperienza con la cheeseapple, da me ribattezzata ciseppola. Stavo visitando, con una coppia d'amici, il mercato di Kandi, quando fummo agganciati da un simpatico commerciante. Costui era mussulmano e ci teneva molto a rimarcare il superiore senso di ospitalità tipico dell'Islam. COsì ci invitò a sedere, ci offrì del the e altre cosettine tra cui delle fette di cheeseapple.
    Come ho detto si tratta di una varietà di avocado ma, a differenza del comune avocado, è dolce. Molto dolce. Mangiarne la polpa è un po' come mangiare burro impastato con zucchero. Buono, certamente, ma alla lunga fin troppo saziante. E l'ospitalità mussulmana imponeva al nostro amico di offrircene ancora ed ancora.
    Inch'Alla, la seduta finì. Comprammo qualcosa, tra cui alcune cheeseapple. Dai semi di una di queste spuntò un albero che però produsse solo avocadi normali e rischiò di demolire la casa di mia madre, ma questa è un'altra storia.










    Carambola o Star fruit

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    Il perché di questo appellativo di "stella" è persino scontato: tagliandolo in sezioni trasversali, si ottiene una stella a cinque punte... verde da acerba, gialla o tendente all'arancio quando il frutto è completamente maturo.

    La carambola è comune in tutte le zone tropicali e subtropicali: dall'India allo Sri Lanka, dal Brasile alla Guyana, dalla Polinesia alle Filippine, fino ad alcune zone del West Africa. La cosa curiosa è che ha una buccia lucidissima, liscia, che al tatto sembra quasi coperta di cera!

    La carambola si trova ormai anche da noi (ho letto che sono riusciti a produrla persino in alcune zone particolarmente calde della Sicilia, purché ben riparate) e non è raro adocchiarla sugli scaffali del supermercato - specialmente nel periodo natalizio - dove spicca per il suo colore brillante.

    Io l'ho assaggiata ai Tropici, dove viene consumata sia verde (quando non è completamente matura) spremuta su pietanze e insalate in alternativa al limone, sia per guarnire gelati e dessert, quando è completamente matura e quindi più dolce. Ha una consistenza croccante e una polpa incredibilmente succosa, specialmente nei luoghi d'origine, dalla quale si ricava anche un succo molto dissetante. Il sapore della carambola, comunque, rimane tendenzialmente acidulo anche anche quando è completamente matura; al palato, richiama un mix di sapori di altri frutti: il limone, l'ananas, la prugna, il melone... un gusto "interessante", oserei dire.


    Il Mangostano e il rambutano

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    Ovverosia il mangosteen e il rambutan. Sono due frutti, entrambi originali dell’area indonesiana/malese. Due frutti “minori", diciamo, anche se il mangostano viene spesso commercializzato anche in Italia, sotto natale.



    Ha, come si vede, un aspetto che ricorda notevolmente una piccola melanzana rotonda. La buccia è molto spessa, ma non rigida. All’interno vi sono un certo numero di spicchi di materia bianca e tenera, la parte edule, che dovrebbero contenere semi ma a volte non ne ha, se il fiore non è stato fecondato.
    Il gusto è aromatico, molto piacevole. L’unico difetto è che ogni frutto contiene assai poco da mangiare. Sembra abbia notevoli proprietà medicamentose e, in Italia, se ne trova in commercio almeno un succo, venduto come medicina alternativa. Non l’ho mai assaggiato e non saprei quindi dire se sia buono.

    Il rambutan invece è un frutto più o meno sferico, talvolta ovoidale. La buccia, di un bel rosso chiaro vivace, e coperta da una sorta di barba dello stesso colore.







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    E un frutto facile da mangiare: lo si incide leggermente con un unghia e lo si apre a metà, come se fosse un guscio d’uovo. L’interno è bianco, talvolta con qualche superficiale macchia più scura, succoso e rinfrescante e contenente un singolo seme. Ricorda molto il lichee, altro frutto molto frequente nel periodo natalizio.
    E’ ricco di vitamina C e, nei luoghi d’origine, viene venduto ad un prezzo molto basso, data l’enorme produttività della pianta. Se ne possono quindi, a volte, comprare interi rami carichi di frutti e, con calma e metodo, divorarne grandissime quantità.



    Banane rosse
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    [IMG]banana ornamentale musa paradisiaca[/IMG]
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    15 SEMI JACKFRUIT FRUTTO + GRANDE DEL MONDO! 80 KG ABAY


    Jackfruit - Il frutto più grande del mondo
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    Non lo mangio spesso, anche se mi piace moltissimo, perché non mi va di comprarlo a pezzi come lo vendono al mercato e quindi lo compro intero e poi ne mangio troppo, un pezzo tira l'altro con quel dolce caramelloso e profumato inebriante. Però mica lo mangerei tutti i giorni, una volta all'anno mi basta, questo per dire che pur essendo buonissimo ha un profumo/sapore troppo particolare, alla fine diventa stucchevole.

    Questo che si vede nella mia cucina è abbastanza piccolo, infatti può raggiungere i 40 chili di peso, mezzo metro di diametro e 91 cm di lunghezza.
    Il Jackfruit è originario del sud dell'India e non solo è mangiato come frutta quando maturo, ma anche acerbo viene cucinato come se fosse una verdura, cioè tanto per cambiare ci fanno il curry. In fondo in India la stessa cosa si fa con la papaya, il mango, le banane e altra frutta che non so.
    I bellissimi filamenti, che sembrano fatti di lattice, e che si trovano tra i baccelli, sono insapori (li ho provati) ma edibili e possono essere cotti insieme ad altre verdure o in piatti di carne brasata.

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    La prima volta che l'ho aperto, nel cercare di prendere la parte edibile mi sono ritrovata col coltello appiccicaticcio per via del lattice che sembra sia dappertutto, in realtà se si guarda bene non lo è, e non funzionava più. Poi ci ho provato con le mani e le mie dita son diventate collose e filanti, terribile, ma il profumo era così invitante . . . insomma questo succede quando non si sa con chi si ha a che fare.
    Poi finalmente la grande rivelazione: ungere la mani con olio di cocco e tutto diventa semplicissimo anche se laborioso.


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    La parte edibile è questa sulla mia mano, una polpa gialla ma anche arancione con una consistenza molto particolare tutta da masticare, e il seme che assomiglia alla castagna ma con un'aggiunta di profumo esotico che ovviamente per me stona (perchè penso alle castagne vere).
    Qualche volta i semi li ho fatti bolliti e poi arrostiti sperando di ottenere delle simil-caldarroste, ahimè invano, non che fossero male ma col sapore esotico. E quando mi cucinava la Liz me li sono ritrovati in un piatto di curry, ma da allora niente più.
    Avevo fatto le foto del curry ma ogni tanto faccio un repulisti e devo averle eliminate.

    L'anno scorso invece di aprirlo subito, pulirlo e conservarlo in un box ermetico in frigo [l'odore è fortissimo] come faccio di solito, l'ho lasciato sul tavolo della cucina per l'indomani. Non avrei mai immaginato che la mattina dopo già mentre scendevo le scale prima di entrare in cucina avrei sentito questo odore terribile di scarpe da tennis mai lavate per anni, scarpe che in casa mia nemmeno esistono. Quindi sappiatevi regolare, tenetelo fuori in terrazza se non lo aprite subito. Ma a chi lo sto dicendo?


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    Albero di jackfruit nel giardino dei miei vicini

    Edit del 27 maggio 2010:
    Le foto sopra sono di qualche anno fa ma questa qui sopra dell'albero e quella sotto dove si vedono solo i baccelli edibili molto più arancioni di quelli sopra [forse perché questo frutto era molto più maturo], sono di oggi 27 may 2010.
    I frutti crescono direttamente dal tronco! Ovviamente in caso contrario spezzerebbero i rami con il loro peso.
    Il jackfruit che ho comprato oggi era molto più grande, lungo almeno 60 cm o più, ne ho dovuto comprare solo metà, "solo" si fa per dire, infatti ci ho messo quasi un'ora a pulirlo!
    I baccelli puliti e pronti da mangiare, che anzi sto piluccando proprio adesso, che si vedono qui sotto sono più di due chili, e lo scarto sembra molto più del doppio. Non so il peso originale, non me l'ha venduto a peso. E dove lo pesava? Era un carrettino davvero piccolo e il tipo vendeva solo due jackfruit, senza bilancia ovviamente.


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  7. Roberto11
     
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    I mangostani hanno un sapore eccezionale!! Io li mangio in Indonesia, dove abito. [email protected]

    IN INDONESIA MANGIO TUTTI I GIORNI FRUTTI STRANI, BUONISSIMI! ANCHE LE SEMPLICI BANANE, MATURATE SULLA PIANTA, SONO DOLCISSIME, IN ITALIA LE MANGIAMO INSAPORI.....ROBERTO. [email protected] BENITE A TROVARMI A BALI GENTE, VI PORTO IN GIRO IO!
     
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6 replies since 6/12/2010, 18:04   28881 views
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