8 DICEMBRE...L'IMMACOLATA CONCEZIONE

feste..tradizioni e ricorrenze...

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  1. Lussy60
     
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    8 DICEMBRE FESTIVITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

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    E’ Maria Santissima, concepita senza peccato originale, e perciò stesso “immacolata”, senza alcuna macchia spirituale, a tenere uniti i credenti, con le Sue apparizioni. Senza la Madonna, saremmo orfani dell’Amore tangibile di Dio, ci sentiremmo tutti più soli, senza un riferimento. Se, ad immagine di Dio, che ci ha messo in Terra con una famiglia, non si capirebbe altrimenti, perchè anche nel progetto divino non debba corrispondere ad un Eterno Padre, una Madre, che altro non è se non la Sapienza di Dio. Presente fin dalla Creazione al passaggio dal caos al cosmo. L’8 dicembre del 1854 il Papa Pio 9°, con la Bolla “Ineffabilis Deus” stabilisce il più caro dei dogmi ai fedeli mariani: il dogma dell’Immacolata Concezione, ovvero Maria preservata dal peccato fin dall’istante del concepimento. Ella ha riscattato il genere femminile dalla disubbidienza di Eva. Mentre Eva accusava Adamo, Maria è nostra Avvocata presso Dio, Eva peccò di orgoglio, Maria si sottomette a Dio, teme ma si fida, non conosce uomo, ma Dio e ciò basta per sentirsi “ancella” di Lui. Eva, s’impegna a non mangiare del frutto proibito, ma mente, Maria non aveva promesso di soffrire per Dio, ma sa che amare è anche soffrire, beve spiritualmente il calice amaro insieme a Cristo, sul Golgota. Da Eva, nasce il Bene (Abele) ed il (Male) Caino, da Maria, il Sommo Bene, Cristo. Ciascuna donna, nell’inconscio come nella consapevolezza, sceglie, nella lotta di fede, che si consuma nell’intimo di ognuna, se essere Eva o Maria. Eva si scoprì nuda nel peccato, Maria ci dona Gesù per rivestirci di speranza. Eva fu scacciata dall’Eden, Maria ci dà Cristo per ritornarci, Eva consiglia in superbia Adamo, Maria è comprensione e misericordia per le nostre umane debolezze.

    Il falò dell'otto dicembre

    Gli ultimi festeggiamenti popolari erano dedicati alla Vergine Immacolata, l'8 dicembre, con grandi falò lungo le strade, rito che in altri centri a noi vicini (Serracapriola, Carpino, Monte Santangelo) si svolge tuttora in occasione festività di San Giuseppe. Il procedimento per la preparazione e la organiz-zazione dei falò è quasi identico in tutti i paesi in cui questi riti sono praticati, in Puglia come in Calabria, in Molise come in Abruzzo o in Toscana.

    Di solito erano i giovani e i ragazzi che si interessavano di raccogliere rami e sterpi, paglia e fascine o legna da ardere, chiedendone di casa in casa o trasportand-one personalmente dalle campagne vicine. Al calar del sole si dava fuoco alla catasta e tutti si divertivano cantando e ballando intorno alle fiamme, tra le quali arditi erano soliti saltare tra le manifestazioni di giubilo collettivo. Con pale e rastrelli, infine, donne e uomini non mancavano di raccogliere la brace ardente, per riempire i luccicanti bracieri in rame o in ottone che un tempo costituivano, insieme al camino, l'unica fonte di riscaldamento per le abitazioni. Alla funzione purificatrice del fuoco, ricollegabile alle antiche feste pagane che si svolgevano in coincidenza di determinati lavori agricoli stagionali, finalizzate alla purificazione ed alla eliminazione del male, si univa quindi quella utilitaristica, nel senso che per una sera si usufruiva del fuoco della comunità. Ai falò si accompagnavano gli scoppi dei petardi e delle così dette “pisciavunnelle” tipici botti sibilanti ed abbastanza pericolosi sia per i passanti che per i lanciatori.
     
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