FOTOGRAFIA

..QUANDO DIVENTA ARTE

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  1. gheagabry
     
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    LA FOTOGRAFIA





    "Per riuscire a realizzare una buona fotografia, forse si può lavorare anche sei mesi, un anno, così come, forse, in un giorno se ne possono fare due molto buone. Quando scatti una foto ti vengono in aiuto tante cose: l'esperienza, la cultura, l'attenzione, l'amore, la passione, la pietà che si prova o l'innamoramento di cui si è già stati preda in quel momento per quella cosa che si sta fotografando. Poi segue un secondo momento, che è il momento della scelta, quando si decide di scegliere tra le varie foto già scattate in un'occasione o in un anno o in un giorno. Il fotografo ne sceglie una. Dice a sé stesso: "Questa è quella giusta. Mi rappresenta, e rappresenta quello che ho visto". Dopodiché quella foto può diventare qualcosa in grado di testimoniare, di documentare... ciò che sarà utile per raccontare un tempo quello che fu"

    Io adoro essere una fotografa, adoro i fotografi e adoro la fotografia. La parte più affascinante del mio lavoro è che riesco a prendermi il mondo ovunque io sia, me lo porto lì in quel pezzettino di frammento di pellicola, e lo porto con me, in quel fatto, quella storia, quella persona, quell'avvenimento. Faccio in modo che la vita di quell'immagine possa continuare, anche se essa fu immortalata dieci anni fa o un giorno fa. Io ho questo documento in mano. È una cosa esaltante, una cosa che mi rende ricca, che mi rende meno fragile, in rapporto al mio essere donna, al mio essere persona.

    Spesso si dice, per l'arte in generale, che se una bottiglia di latte entra dentro un museo diventa immediatamente un'opera d'arte. Perché, sapete, l'arte contemporanea fa uso di diversi mezzi per esprimersi e, sovente, non tutti si esprimono attraverso il pennello. Stiamo parlando di un contesto dove si mescolano molte cose. Quando diventa arte la fotografia ?

    vi sono al mondo dei fotografi dilettanti che scattano fotografie meravigliose. Io non so quando la fotografia diventa arte. Sicuramente dietro la propria attività deve esserci un pensiero. Una bella fotografia che racconta una "bella" cosa non è arte. Non è arte il bel bambino che ti guarda con occhi sognanti o la ragazza meravigliosa con i capelli al vento. Quella non è arte. Molto probabilmente l'arte deve possedere dietro di sé un pensiero, che non deve essere necessariamente politico, un pensiero che deve pur rappresentare un'idea legata al tempo in cui stiamo vivendo, il tempo dell'inquinamento, delle automobili, un tempo in cui ci sono i poveri, troppo poveri, e ci sono i ricchi, troppo ricchi. Avete capito? Una foto deve avere dietro a sé un pensiero, che può essere anche un pensiero effimero, ma deve pur sempre possederlo, per diventare arte. Lei potrebbe far diventare arte anche l'effimero, purché con queste fotografie riesca a dimostrare che era sua precisa intenzione raccontare l'effimero.


    Letizia Battaglia




    La vita scorre davanti a noi in un flusso ininterrotto. Fissarne un frammento in un'immagine ci dà la possibilità di fermare il tempo e osservare quello che è avvenuto in un certo qui ed ora. Scrive il celebre fotografo Henry Cartier Bresson: "Di tutti i mezzi di espressione la fotografia è il solo che fissa un istante decisivo. Per noi fotografi ciò che sparisce sparisce per sempre. Da ciò la nostra angoscia, ma anche l'essenziale originalità del nostro mestiere". Quando venne scoperta, la fotografia fu accusata da alcuni artisti di essere uno strumento di rappresentazione preciso, ma esteriore, uno specchio fedele ma meccanico della realtà. Ben presto si riconobbe che anche la fotografia, visione di un occhio tra mille occhi è interpretazione e quindi, come ogni forma di rappresentazione artistica, espressione. Il fotografo cioè trasfigura sempre ciò che vede, anche quando il suo intento è quello di renderne testimonianza. Nei réportage del secolo passato i più grandi fotografi sono stati quelli che hanno fissato in un gesto la realtà della guerra o hanno colto in uno sguardo la povertà o l'amore. Un volto fissato dall'obiettivo in un preciso momento esprime più del volto che percepiamo distrattamente mentre camminiamo. Solo quando la fotografia rende testimonianza attraverso l'espressione essa può diventare una forma d'arte. Ma in che modo la rappresentazione fotografica della realtà può conciliare bellezza e racconto, creazione e verità?



    Simona Bonanno



    Possiamo parlare di fotografia d’arte come parliamo di pittura e di scultura. L’immagine fotografica è considerata da gran parte dei critici al pari delle discipline pittoriche. Negli ultimi anni le quotazioni dei maestri internazionali, come quelle degli artisti emergenti sono andate alle stelle. Il panorama si è allargato ed è stato rivoluzionato dall’avvento del digitale che ha moltiplicato in maniera esponenziale le possibilità di ogni artista.
    La prima mostra fotografica della storia si tenne a Parigi, dove Louis Hippolite Bayard espose 30 dagherrotipi riscuotendo parecchio successo.
    L’oggetto trova una sua dignità, specialmente quando si tratta di un’opera prodotta in tiratura limitata numerata, firmata e certificata. Le Polaroid sono molto ambite, perché garantiscono l’unicità del prodotto, mantenendo prezzi contenuti.
    Il vero collezionista dovrebbe verosimilmente affiancare alle tele degli artisti favoriti, anche stampe di autori più o meno famosi.
    Il costo dell’opera d’arte tiene anche in considerazione della tecnica di stampa: pari dignità viene data a una stampa su alluminio come ad una stampa ink-jet. In edicola si moltiplicano le riviste dedicate all’arte fotografica, e molte case editrici e produttori di macchine fotografiche organizzano: corsi, concorsi e mostre fotografiche. Sul web, sono ormai migliaia i fotografi che espongono le loro gallerie virtuali. L’autorevole rivista Arte ha dedicato un numero speciale (quello di agosto 2005) alla fotografia per celebrarne il secolo. Ne è uscito un ritratto molto promettente che apre buone prospettive per la dignità di questa forma d’arte che, in passato, difficilmente è stata considerata tale.
    Nel periodo compreso tra le due grandi guerre, grazie ai processi tecnici nel campo della fotografia, fu possibile scattare delle prime istantanee e realizzare i primi reportages: fotografi professionisti documentavano la realtà attraverso le immagini che venivano diffuse ai giornali. I fotografi di allora si possono quindi paragonare ai veristi, che narravano i fatti senza inserirvi impressioni personali.
    Parallelamente, soprattutto a partire dall'inizio degli anni settanta, alla comparsa delle prime carte politenate multigradazione e al contemporaneo abbandono di molte carte pregiate per stampa da parte dell’industria fotografica, alcuni fotografi hanno adottato le tecniche storiche già care ai pittorialisti per guadagnare quella libertà espressiva che era giudicata compromessa dal mercato.
    La fotografia d'arte vera e propria, viene chiamata anche fotografia di ricerca e ha inizio in Italia verso la fine degli anni 60'.Il punto di riferimento per i giovani fotografi artisti dell'epoca era la galleria il Diaframma di Milano (una delle più antiche gallerie fotografiche in Europa), che chiudera' nella meta' degli anni 90'. È in questo periodo che la ricerca fotografica in Italia raggiunge la sua massima espressione. Tra gli esponenti più autorevoli di questo genere fotografico vanno ricordati i fotografi: Franco Fontana, Augusto De Luca, Paolo Gioli, Mimmo Jodice.


    Simona Bonanno




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    Edited by gheagabry - 5/10/2011, 00:53
     
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  2. gheagabry
     
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    Simona Bonanno






    Simona Bonanno



    Edited by gheagabry - 5/10/2011, 00:55
     
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  3. ZIALAILA
     
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    " Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. E' un modo di vivere" (Henry Cartier-Bresson)



    Henri Cartier-Bresson è nato il 22 agosto 1908 a Chanteloup (Francia), a 30 chilometri ad est di Parigi, da una famiglia alto borghese.

    Nel 1931 inizia ad interessarsi di fotografia, compra una Leica e parte per un viaggio che lo porta nel sud della Francia, in Spagna, in Italia e in Messico.

    Un viaggio quello intrapreso da Bresson fra le immagini del mondo .....

    henri-cartier-bresson



    henricartierbresson_liverp_1



    henri-cartier-bresson..

     
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  4. ZIALAILA
     
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    Henri+Cartier-Bresson98




    Per me la fotografia consiste nel riconoscimento immediato, in una frazione di secondo, del significato di un evento e di una precisa organizzazione di forme che danno all'evento la sua migliore espressione.
    Henri Cartier Bresson

     
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  5. gheagabry
     
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    ll desiderio di scoprire,
    la voglia di emozionare,
    il gusto di catturare,
    tre concetti che riassumono
    l'arte della fotografia.

    (Helmut Newton)



    Una fotografia è un segreto
    che parla di un segreto.
    Più essa racconta,
    meno è possibile conoscere.

    (D.Arbus)




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  6. gheagabry
     
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    scatto di Doisneau



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    uno scatto di Willy Ronis



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  7. gheagabry
     
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    scatto di Rodney Smith



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  8. gheagabry
     
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    " Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realtà che fugge: in quell'istante, la cattura dell'immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale. Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore. Per me fotografare è un modo di capire che non differisce dalle altre forme di espressione visuale.
    È un grido, una liberazione. Non si tratta di affermare la propria originalità; è un modo di vivere".
    (Henri Cartier-Bresson)





    scatto di Bresson



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  9. gheagabry
     
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    scatto di Lewis W. Hine




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  10. gheagabry
     
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    Robert Piontek, fotografo tedesco che ha affinato questa tecnica della proiezione stereografica
    e usa foto panoramiche per creare dei piccolissimi pianeti.













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  11. gheagabry
     
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    scatto di Edward Steichen



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  12. gheagabry
     
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    scatto della Wendra Fotografer Jurnalistik



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  13. gheagabry
     
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    scatto di Ansel Adams



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  14. gheagabry
     
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    “Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia,
    è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale.
    E' come se mi fossi dimenticato di svegliarmi”.





    scatto di Richard Avedon



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    "...dona voce a chi altrimenti voce non avrebbe "


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    scatto di James Nachtwey



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    ... NOTTI E IMMAGINI ...
    … Disteso sul letto, alto come quelli antichi, soffice con quel materasso vissuto negli anni che ogni volta che cambi posizione su di esso senti il fruscio, lo sfregare della lana che lo riempie. Lenzuola di cotone, spesso come quello che non si consuma mai; classicamente bianco, come il cuscino. Tutto sa di antico, di profumo di candido ricordo, di splendido passato. Nel buio che avvolge quel letto, occhi sbarrati cercano punti di riferimento e suoni concilanti che possano in qualche modo regalare tranquillità. La natura, solo essa, emette suoni docili e rassicuranti; solo essa è capace di muovere quel silenzio; come un sassolino che cade in uno stagno creando piccole onde che muovono la superfice dell’acqua, i suoni della natura accompagnando il lento trascorrere delle ore di quella notte di fine estate. La casa immersa nel verde della collina, interrompe con il suo colore l’alternarsi dei colori di quel rigoglioso paesaggio collinare. Occhi che cercano nel buio punti di riferimento intorno a quel letto; una percezione, come una carezza sembra sfiorarlo; da una parete di fronte, sembra scorgere uno sguardo, forse un volto … Con la mano tremante dalla paura, accende l’abatjour sul comodino vicino al letto. Un clic e … la fioca luce di quel lume rischiara oggetti e pareti intorno al letto. Appese al muro foto, antiche; volti rigorosamente in bianco e nero, messi in posa, innaturali per celebrare un atto inusuale, per quell’epoca, lo scatto di una foto. Era come un dipinto realizzato senza pennelli e tela, ma prodotto da uno strumento insolito e da una procedura sconosciuta. Un lampo e, click … il gioco è fatto. Dopo qualche giorno una cornice da appendere al muro per immortalare un attimo da lasciare ai posteri. Immagini che trasmettono solennità nel loro mostrarsi; anch’esse profumano di antico, di rispetto di solennità. Avi che sembrano guardare chi li guarda; trasmettono rispetto e autorevolezza; foto in bianco e nero, grandi, appese al muro di fronte al letto; profili racchiusi in una cornice circolare, quasi a voler, con quella forma, rappresentare la perfezione. Dal letto un sorriso, una emozione ricca di rispetto e di ammirazione rivolti a quelle foto. Il lume si spenge, ora il sonno può avvolgere ogni cosa; la notte si arricchisce di un nuovo racconto, di nuove vive emozioni, mentre la natura tutt’intorno accompagna con i suoi suoni ogni attimo di quella notte di fine estate … .
    (Claudio)



    ... Le fotografie che non hai scattato ...

    Mi capita spesso di passeggiare per le vie del centro, per i parchi, semplicemente per le strade.
    Sono di passaggio, magari pure di fretta. Eppure, d'improvviso, come folgorato,
    mi capita di sentire una specie di clic.
    Uno scatto della macchina fotografica. Intorno a me nessuno sta fotografando.
    Semplicemente cammino, e di fronte a me vedo per un attimo solo,
    come una scintilla di fuoco, una posa perfetta per una foto.
    Un palloncino che vola, un riflesso sull'acqua, una madre premurosa, una sagoma,
    un colore dell'alba inenarrabile. E allora mi fermo. Mi devo fermare.
    Perchè mi sembra di vivere in una foto, di saltare da uno scatto all'altro;
    e se non mi fermo potrei rovinare qualcosa, tutti questi soggetti potrebbero accorgersi
    che sono entrato nella foto, nella loro foto, e potrebbero non volermi con loro.
    Mi devo fermare per sorridere di fronte a tutto questo.
    Per godermi la meraviglia. E pazienza se questa volta non ho con me la macchina fotografica.
    Forse, se l'avessi avuta a tracolla, non avrei colto tutte queste meravigliose pose intorno a me.
    L'importante, mi dico sempre, è che questi scatti abbiano impressionato il mio cuore,
    piuttosto che la pellicola. Le fotografie più belle sono quelle che non hai scattato.
    Quelle che nessuno potrà mai scattare. Fotografie che sono, e devono restare,
    il segreto geloso del mondo. Il segreto della natura. Il tuo segreto.


    (Marco Ferraro)






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    Edited by gheagabry - 22/9/2011, 00:24
     
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  15. gheagabry
     
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    uno scatto di Seamus Murphy



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193 replies since 23/11/2010, 01:57   3997 views
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