Francesco Totti

La classe non si discute

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    Francesco Totti

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    Nome Francesco Totti
    Nato il 28 settembre 1976
    Luogo Roma
    Altezza 180 cm
    Peso 80 kg
    Piede preferito destro
    Soprannome Pupone
    Biografia di Francesco Totti

    Giocatore di sicuro talento, considerato uno dei migliori giocatori italiani in attività, Totti ha finora giocato tutta la sua carriera nella Roma, della quale è anche capitano, ed è uno dei titolari della Nazionale. Creatore di gioco, spesso anche finalizzatore, può giocare in varie posizioni d'attacco, ma è nel ruolo di trequartista dietro le punte che la sua straordinaria tecnica si mette in mostra nel migliore dei modi, con passaggi perfetti per i suoi compagni o con tiri potenti e precisi, sia nel mezzo del gioco, sia su calci piazzati.

    Infanzia
    Totti è nato a Roma, nel quartiere Appio Latino, a 2 chilometri dal colosseo nei pressi di Porta Metronia, tanto da essere a lungo soprannominato "Il ragazzo di Porta Metronia". C'è chi ritiene però che la sua abitazione d'origine fosse più vicina a Porta Latina. Ha giocato a calcio per tutta la sua infanzia; dopo aver giocato nelle piccole squadre di quartiere e nelle giovanili della Lodigiani, Totti richiesto da Roma e Lazio sceglie la prima e approda nel 1989 a soli 13 anni sotto il ventre della lupa.

    Dal settore giovanile al tricolore con la sua Roma

    Dopo tre anni di settore giovanile alla Roma, il 28 marzo 1993, a soli 16 anni, Totti entra nel giro della prima squadra, poiché Vujadin Boskov lo fa esordire nella vittoria per 2-0 contro il Brescia. Nella stagione 1994/95 Francesco, nonostante la concorrenza di Balbo e Fonseca, colleziona 21 presenze con la maglia giallorossa segnando 4 reti. A partire dalla stagione seguente, diviene titolare inamovibile. Nel 1997 col nuovo allenatore Zeman, fa il salto di qualità. L'offensivo 4-3-3 del tecnico boemo, infatti, ne esalta le caratteristiche sia tecniche che fisiche, tanto che diventa il vero leader e uomo simbolo della squadra. Difatti, nel 1999, Aldair gli cede la fascia di capitano. Sempre nel 1999 la Roma ingaggia Capello come allenatore che ha grandi progetti per il futuro: costruire una squadra competitiva intorno appunto a Totti; quell'anno però la Roma arriva solo sesta, nonostante Totti sia nominato dall'Associazione Italiana Calciatori giocatore italiano dell'anno. Nella stagione seguente le ambizioni della Roma sono sempre maggiori, ma stavolta non vengono deluse: col fondamentale contributo di Francesco e dei nuovi ed importantissimi acquisti (in primis Batistuta, Samuel ed Emerson), il 17 giugno 2001 la squadra riesce a laurearsi campione d'Italia. Totti è di nuovo nominato giocatore italiano dell'anno ed è addirittura in lizza per il Pallone d'oro, vinto però quell'anno da Owen. Nella stagione 2003/04 Totti stabilisce il suo record personale di marcature mettendo a segno 20 gol, mentre nella stagione 2004/2005 raggiunge un record preziosissimo: 107 reti in giallorosso con le quali, superato Pruzzo, diviene il miglior marcatore della storia della Roma.

    Nella primavera del 2005 ha rinnovato il suo contratto con la Roma fino al 2010, legandosi così a vita alla sua squadra del cuore, e smorzando, una volta per sempre, le voci che auspicavano un suo trasferimento al Real Madrid.

    Il 19 febbraio 2006, al settimo minuto della partita Roma-Empoli, una brutta caduta causata dal terzo intervento da tergo dell'empolese Vanigli gli procura una frattura del perone con interessamenti ai legamenti della caviglia. Operato il giorno stesso, Totti dovrà star fuori dai campi di gioco per circa tre mesi, compromettendo così il finale della stagione giallorossa e mettendo a rischio la sua partecipazione al mondiale di Germania.

    In Nazionale

    Molto apprezzato sin da giovanissimo, Totti ha vestito la maglia delle varie nazionali giovanili. Con la nazionale Under 18, nel luglio 1995, conquistò il torneo continentale battendo in finale la Spagna. L'anno successivo nella finale del Campionato europeo Under 21, Totti aprì le marcature dell'1-1 contro la Spagna che poi fu battuta ai rigori.

    Nel 1998, nonostante un'ottima stagione che lo aveva consacrato come uno dei più promettenti calciatori italiani, l'allora Commissario tecnico della Nazionale Cesare Maldini decise di non includerlo nella selezione che disputò il Campionato mondiale in Francia.

    Ma il debutto nella nazionale maggiore era solo rinviato ed avvenne subito dopo il mondiale transalpino, il 10 ottobre in Italia - Svizzera 2-0, nelle qualificazioni europee. Segna il suo primo gol in azzurro il 26 aprile 2000 in Italia - Portogallo 2-0.

    Considerato tra i migliori giocatori italiani il romano prese parte al Campionato europeo del 2000 svoltosi in Olanda e Belgio. In quella competizione Totti giocò ottime gare segnando anche due goal contro la Romania e il Belgio, che lo fecero conoscere a livello internazionale. Nella semifinale giocata contro l'Olanda padrona di casa, Totti si rese protagonista di un episodio molto noto agli amanti del calcio: infatti la partita si concluse ai calci di rigore e quando fu il turno di Totti, il giocatore giunse sul pallone e, come aveva promesso a bassa voce ai suoi compagni di squadra, calciò la palla con tocco morbido da sotto e punì il portiere olandese con quello che sarebbe divenuto il famoso "cucchiaio" di Francesco Totti, il tutto sotto gli occhi increduli dei giocatori in campo. La Nazionale perse poi l'Europeo in finale, beffata dalla Francia ai tempi supplementari.

    Spesso in difficoltà sotto pressione, non riuscì invece a dare il meglio di sé nella Coppa del Mondo di Calcio del 2002, forse perché troppo responsabilizzato dalla stampa e da Giovanni Trapattoni, l'allenatore della Nazionale; questa grande attesa tolse a Totti la tranquillità, anche se fu tutta la squadra che non rese quanto le attese. L'Italia venne eliminata negli ottavi di finale dalla Corea del Sud in una partita arbitrata in modo scandaloso dal fischietto ecuadoregno Byron Moreno e in cui Totti venne espulso per simulazione.

    Ad EURO 2004, Totti ha giocato solo la prima partita contro la Danimarca. A causa dello sputo al giocatore danese Christian Poulsen) fu squalificato per due partite, il suo europeo finì presto, poichè l'Italia venne eliminata nel primo girone, anche in seguito al sospetto pareggio per 2-2 fra Danimarca-Svezia.

    La sua prima doppietta in azzurro l'ha realizzata il 13 ottobre 2004 in Italia-Bielorussia 4-3, valida per le qualificazioni mondiali.

    Mondiali 2006

    A Germania 2006 rientra dopo un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per ben tre mesi.
    Colleziona sette presenze, 3 assist e segna il gol decisivo su rigore ai danni dell' Australia (nell'unico match in cui non era partito titolare) all'ultimo minuto del secondo tempo regolamentare.
    Diventa quindi campione del mondo a seguito della finale disputata contro la Francia del 9 luglio 2006, svoltasi all'Olympiastadion di Berlino.
    Partita nella quale venne sostituito dal compagno di club Daniele De Rossi. Successivamente è stato inserito dalla Fifa nella rosa dei 23 giocatori migliori del torneo.

    Curiosità
    Totti è ambasciatore dell'UNICEF, ed ha permesso, a scopo benefico, la pubblicazione di due libri di barzellette su di sé. È stato nominato da Pelé tra i migliori calciatori in attività nel Marzo 2004.
    Il 19 giugno 2005 si è sposato con Ilary Blasi, dalla quale il 6 novembre 2005 ha avuto un figlio di nome Cristian. Il suo matrimonio è stato trasmesso in diretta televisiva da SKY TG24 e seguito da oltre 1.300.000 spettatori.

    Carriera

    2004/05 - A.S. Roma - 40 partite - 16 gol
    2003/04 - A.S. Roma - 31 partite - 20 gol
    2002/03 - A.S. Roma - 23 partite - 14 gol
    2001/02 - A.S. Roma - 24 partite - 8 gol
    2000/01 - A.S. Roma - 30 partite - 13 gol
    1999/00 - A.S. Roma - 27 partite - 7 gol
    1998/99 - A.S. Roma - 31 partite - 12 gol
    1997/98 - A.S. Roma - 30 partite - 13 gol
    1996/97 - A.S. Roma - 26 partite - 5 gol
    1995/96 - A.S. Roma - 28 partite - 2 gol
    1994/95 - A.S. Roma - 21 partite - 4 gol
    1993/94 - A.S. Roma - 8 partite
    1992/93 - A.S. Roma - 2 partite

    Palmares

    1 Campionato italiano (2000/2001)
    1 Supercoppa italiana (2001/2001)
    Campione del Mondo (2006)


     
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    FRANCESCO TOTTI CON IL FIGLIO CHRISTIAN


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    Un capitano nella storia


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    E meno male che Totti era un giocatore finito! Seconda doppietta consecutiva a distanza di sette giorni dopo quella al derby che aveva mortificato per l'ennesima volta la Lazio, obiettivo 200 gol in serie A superato di slancio alzando l'asticella fino a quota 201.


    Proprio a Firenze, in quell'Artemio Franchi nel quale finora non era mai riuscito a segnare con la maglia della «sua» Roma. Il capitano è tornato e lo ha fatto alla sua maniera dopo quel periodo buio coinciso con l'ultima era che ha legato la Roma a Ranieri. Con Montella ha ritrovato la sua posizione nel campo, le sue sicurezze e ovviamente il gol. Da quel 4 settembre del 1994 (primo gol in serie A contro il Foggia) di acqua sotto i ponti del Tevere ne è passata, ma lui non ha perso la spontaneità e quella voglia di essere romano che lo ha messo poi più volte sulla graticola con il resto del mondo. Espressione verace dell'essere romano, con tutti i pregi e i difetti che la definizione comporta, Totti si è voluto legare alla storia della sua città: della Roma. Non è un caso se è proprio lui, assieme a Del Piero, l'ultima bandiera di questo calcio sempre più internazionale e attento più al business che non al cuore. Peccato che la festa di ieri abbia coinciso solo con un pareggio a Firenze nonostante la sua doppietta. Ma l'euforia del capitano è contagiosa e a fine gara si è fatta festa lo stesso. «Fino ad un mese fa qualcuno mi dava per finito ma io sono sempre stato cosciente delle mie possibilità» ha detto a caldo il numero dieci giallorosso. «Sono contento per la seconda doppietta consecutiva - continua - ed anche perché a Firenze non avevo mai segnato. Aver superato i 200 gol in serie A conta tanto perché arricchisce una bellissima carriera che ho voluto fortemente legare ad un'unica maglia: sono orgoglioso d'aver fatto questa scelta di vita. Il mio obiettivo è raggiungere Roberto Baggio e continuando così ce la posso fare». Sulla partita pochi dubbi, una gara che probabilmente la Roma un mese fa avrebbe perso malamente e che invece adesso è riuscita almeno a tenere in piedi


    . «Una gara senza dubbio ostica. Nel primo tempo il vento fortissimo rendeva anche difficile giocare il pallone di precisione, la Fiorentina è passata due volte in vantaggio e credo sia stata significativa la nostra reazione. Dopo il secondo pareggio ci siamo sbloccati, poi nella ripresa abbiamo giocato meglio, con più qualità e convinzione». Tutto questo grazie anche al nuovo assetto tattico imposto da Montella che sembra comunque aver almeno imboccato la strada giusta. «Per un attaccante fare gol è fondamentale, giocando più vicino alla porta avversaria le occasioni aumentano è una posizione in cui mi trovo sicuramente a mio agio: sono nel cuore dell'azione». Ma il prossimo obiettivo, Baggio a parte, è la Juventus che dopo la sosta della nazionale arriverà all'Olimpico.


    Totti crede nella Champions, sa quanto sia importante per la Roma del presente e per quella del futuro. «Occorre preparare al meglio il prossimo incontro che ci vedrà affrontare la Juventus - spiega - perché la nostra prospettiva rimane quella di arrivare fra le prime quattro, nella zona Champions, e per riuscirci dovremo considerare decisive tutte le partite da qui fino alla fine del campionato». Il resto è retorica (e beneficenza: Totti ha regalato la maglia del 201esimo gol a Mutu che la donerà alla Fondazione Tommasino Bacciotti per la ricerca contro i tumori cerebrali infantili), arrivano i complimenti per l'ennesimo record da ovunque e tutti i suoi detrattori sembrano essere scomparsi all'improvviso. «Sul carro, dei vincitori chi vuole montare io lo porto - scherza il capitano -. Se è grande? Parecchio grande». Più o meno come l'affetto del popolo romanista che non a caso lo ha eletto a suo simbolo... intoccabile. Giusto così!
     
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    Ariel - Il cane-bagnino di Totti salva due persone

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    Ariel, il labrador di Francesco Totti, è ormai una veterana tra i cani-bagnino in forza alla Scuola Italiana Cani Salvataggio. Oggi ha messo a segno un doppio salvataggio in mare: a nord di Civitavecchia, insieme al suo conduttore e ad altre due unità cinofile, ha soccorso una bambina di 8 anni e un uomo di 64 che rischiavano di annegare. E con questa 'impresa', a sei anni, ha già salvato tre vite.

    Ariel, il labrador di Francesco Totti, è ormai una veterana tra i cani-bagnino in forza alla Scuola Italiana Cani Salvataggio. Oggi ha messo a segno un doppio salvataggio in mare: a nord di Civitavecchia, insieme al suo conduttore e ad altre due unità cinofile, ha soccorso una bambina di 8 anni e un uomo di 64 che rischiavano di annegare. E con questa 'impresa', a sei anni, ha già salvato tre vite. E' accaduto alle 12, nella zona di Sant'Agostino, dove a causa del forte vento la bambina si è ritrovata in difficoltà a trenta-quaranta metri dalla riva. Più distante ancora c'era l'uomo, L.M., di Terni. Le unità cinofile, ovvero cani e conduttori, hanno salvato in contemporanea tutti e due, riportandoli a riva. Ariel è uno dei due labrador (l'altro si chiama Flipper) regalati a Francesco Totti e Ilary Blasi dall'allora sponsor della Roma in occasione della nascita del loro primo figlio, Christian. Il capitano giallorosso decise di destinarli ad attività sociali e di farli diventare 'baywatch' a quattro zampe. Scelta premiata, visto che Ariel, già nel 2008, aveva salvato dall'annegamento una ragazza ad Ostia. Gli altri cani protagonisti del soccorso di oggi si chiamano Attila e Mia, anche loro labrador, tra le razze più portate per il soccorso in acqua. Con il doppio salvataggio odierno da inizio luglio sono 12 le vite umane soccorse dalle unità cinofile della Sics, un 'esercito' di 350 cani e conduttori, volontari, operativi sulle spiagge italiane. Nel Lazio la Sics (www.scuolacanisalvataggio.it) ha sei postazioni di sicurezza. Nella zona del soccorso di oggi le unità cinofile lavorano con il coordinamento della Capitaneria di Porto di Civitavecchia e in collaborazione con i bagnini della spiaggia.



    da......http://www.gazzettadelsud.it/
     
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    Francesco Totti come Nordhal: con 225 gol il Pupone è diventato leggenda
    Il capitano della As Roma è il secondo miglior marcatore della storia del calcio italiano dopo il mito Silvio Piola. Storia di un campione divenuto profeta in patria e eccezione di un sistema dove le bandiere non hanno più ragione di esistere
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    Solo osservando i due bambini che gli corrono incontro sul prato a fine partita, con la maglietta con scritto “sei forte papà”, e lui che si commuove, riuscendo per un attimo a zittire i sessantamila tifosi dello Stadio Olimpico che mai hanno smesso di intonare il suo nome, si può assaporare la grandezza di un giovane uomo che potrebbe avere la città ai suoi piedi, ma non chiede altro che abbracciare i propri figli. Troppo facile oggi celebrare il calciatore Francesco Totti, che con il rigore segnato a Frey raggiunge Nordhal con 225 gol al secondo posto della classifica marcatori di tutti i tempi in Serie A. Perché il capitano della Roma è stato più del miglior giocatore italiano dell’ultima generazione, è stato un’icona che ha attraversato vent’anni di calcio e di società italiana, vivendoli tutti in prima persona, incurante di essere dalla parte giusta o sbagliata della storia.

    Fosse andato al Real Madrid, per citare l’unica squadra che forse è stata a un passo dal convincerlo davvero ad abbandonare Roma, avrebbe potuto vincere molto di più. Fino alla magica annata dello scudetto, festeggiato da capitano giallorosso in una notte indimenticabile al Circo Massimo, mentre il Colosseo si specchiava negli occhi lucidi di oltre un milione di tifosi in delirio, anche chi prima di lui aveva vestito la maglia numero 10 della Roma, come Giannini, gli consigliava di andarsene. E diversi addetti ai lavori hanno fatto lo stesso fino a pochi anni fa, quando è diventato chiaro che per un romano nato a due passi dallo storico Campo Testaccio, quella notte, anche se unica e forse irripetibile, valeva più di qualsiasi Champions League sollevata altrove. E che per questo non poteva abbandonare la sua città.

    Una scelta di vita che non gli ha impedito di sollevare una Coppa del Mondo nella notte altrettanto magica – ma solo per chi è nato fuori dal grande raccordo anulare – di Berlino ai Mondiali del 2006. Giusto o sbagliato che sia, un romano e romanista non baratterebbe mai le due gioie, tenendosi stretta la prima. E infatti il rapporto di Totti con la nazionale non è mai stato lineare, nonostante un cucchiaio entrato nella storia. Prima schiacciato dalla staffetta Baggio-Del Piero e poi, all’apice della carriera, costretto lui stesso a una crudele staffetta con lo juventino: la cui grandezza era probabilmente un gradino inferiore, ma il cui fascino sprigionato dalla maglia bianconera era certamente superiore. Ma la scelta di Francesco era oramai fatta. E solo chi ieri allo stadio Olimpico ha sentito i brividi, quando al 16’ del primo tempo tutto lo stadio ha urlato per dieci volte il suo nome, può comprenderla. E forse condividerla.

    Controversa è stata anche l’immagine che alcuni presunti guru della comunicazione hanno voluto costruire attorno al calciatore, altrimenti piuttosto timido e restio alla luce dei riflettori. Se comparsate televisive e spot pubblicitari sono il prezzo – lautamente compensato – da pagare alla fama. Un libro di barzellette, non tutte divertenti, non ne ha certo aumentato la popolarità nell’urbe. Ne ha invece sigillato, al di fuori, lo stereotipo del romano caciarone e fannullone, per non dire un po’ arrogante, che gli è stato appiccicato addosso fin dall’inizio. Da quando il 28 marzo 1993 esordì agli ordini di Boskov nei minuti finali di un Brescia-Roma di fine campionato a soli 16 anni. Dal Pupone di ieri al Gladiatore di oggi, quando al bambino prodigio si è sovrapposta l’immagine del protagonista dell’omonimo film, il viaggio nella massima serie del campionato italiano di Totti è durato vent’anni esatti.

    Due anni dopo l’esordio, il 4 settembre 1994 il primo gol in Serie A, realizzato agli ordini di Mazzone contro il Foggia, il primo dei 225 che lo hanno portato ieri a eguagliare Nordhal. Se è vero che lo svedese giocava in un calcio dal calendario meno intasato, e i suoi gol sono stati segnati in 291 partite contro le 525 giocate dal giallorosso, è anche vero che proprio i ritmi insostenibili del calcio moderno, oltre al fatto che l’italiano abbia giocato buona parte della sua carriera non da centravanti, rendono l’impresa di Totti ancor più eccezionale. Nessuno ha segnato come lui negli ultimi 40 anni. Ora il mirino è puntato su Silvio Piola, in testa con 274 gol segnati tra Pro Vercelli, Lazio, Torino, Juventus e Novara. Ieri Totti, tra il serio e il faceto, ha annunciato: “Ora raggiungo Piola e poi smetto”. Perché a fare due calcoli, a Totti basterebbero poco più di 100 partite, quindi altri 4 anni a questi livelli – sempre con la Roma – per arrivarci. La sfida è lanciata.


    www.ilfattoquotidiano.it


    Totti-Roma: un amore infinito
    Francesco Totti taglia lo storico traguardo di 225 gol in Serie A grazie al sigillo rifilato al Genoa. Agganciato il mito Nordahl.

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    Una storia infinita quella tra Francesco Totti e la Roma, immortalata da molte immagini che resteranno per sempre nella memoria dei tifosi giallorossi

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    “Era in principio Francesco Totti”. Sono 300 in carriera, e non mancano le lacrime
    Quando le lacrime sciolgono il Campione e la Storia si traduce in realtà. 300 gol in carriera, Totti vola, e con lui anche la sua Roma

    In principio era Francesco Totti. Ripercorrere di volta in volta carriera, reti, colpi, meriti e magie di un uomo divenuto sinonimo di Roma e della Roma è ormai, per noi giornalisti, quasi una noia, una consuetudine. Eppure ieri, sotto le note di Grazie Roma, il talento di Porta Metronia ha sorpreso ancora. O meglio, Cristian e Chanel han sorpreso lui, pronto a viversi sì la sua festa – l’ennesima -, ma colto
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    nell’intimo dall’abbraccio dei suoi figli, in campo, ancora una volta, per rendergli omaggio come qualsiasi tifoso avrebbe voluto e vorrebbe fare da tempo.

    Per il Capitano della Roma – come è ormai noto – quello al Genoa è il 225esimo gol in Serie A, il suo 280esimo con la maglia della Roma e il suo 300esimo da professionista, se si voglion prendere in considerazione le reti con la Nazionale. I numeri e i gol rappresentano, per Totti, i suoi migliori amici. Perché con il gol il colpo di fulmine c’è stato subito: sin da quel sinistro al Foggia di Zeman, nel settembre del ’94, che sancì la sua prima, importante consacrazione. Al di la dei numeri – troppi dovremmo ancora elencarne – ieri, della leggenda, si è riscoperto il volto umano. Di occasioni per commuoversi, Francesco, ne ha avute molte, lo Scudetto e il Mondiale in primis. Eppure ieri, a 36 anni, il Campione torna bambino, sfogando la sua felicità, la sua commozione e il suo entusiasmo per un record che nel calcio di oggi scioglie il cuore, se battuto dall’ultima delle bandiere, dall’ultimo dei baluardi di un calcio che sta per estinguersi o che forse già si è spento. Lo sport, spesso, è emozione. Specie nel calcio, dove l’adrenalina, l’euforia e l’entusiasmo sono, con i giocatori, i principali protagonisti in campo. Ieri, Francesco, si è perso nell’incredulità della consapevolezza. La consapevolezza di essersi fatto bandiera di un calcio pulito, di classe, di fantasia. Di un calcio che vorremmo non finisse mai. Per ora, a non finir mai, è lui, l’ultimo dei numeri dieci. Un classe ’76 che ancora corre, scalcia e si fa leader con sacrificio e genialità per i colori che tifava da ragazzino. In principio era ed è Francesco Totti: campione, bandiera, uomo.


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    Francesco Totti, vent'anni in giallorosso



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    http://roma.corriere.it



    Serie A - Totti: "Scudetto o Mondiale a fine carriera? Entrambi!"
    Il Pupone si racconta a 360° nel giorno del suo 20° "compleanno" come calciatore, da quando esordì in Serie A grazie a Boskov. Prima di ritirarsi gli piacerebbe poter vincere ancora due prestigiosi titoli, ma in questa lunga intervista si parla anche di molto altro, come argomenti delicati tra cui i gay nel calcio e la riapertura delle case chiuse
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    Venti anni di calcio, anzi di grande calcio. Ce li ha regalati Francesco Totti e la festa non è ancora finita. Tutto iniziò il 28 marzo del 1993 a Brescia, quando Boskov fece esordire quel ragazzino di 16 anni che prometteva bene e che è entrato nella storia del pallone. In un'intervista alla Gazzetta dello Sport il capitano della Roma si racconta e ripercorre le tappe di questi primi 20 anni di carriera che, assicura "sono volati, perché ho fatto tutto con passione". È il secondo cannoniere di sempre in Serie A con 226 gol, ma se avesse giocato sempre da centravanti ne avrebbe fatti "almeno trecento: avrei già superato Piola. Adesso spero solo di non avere problemi fisici e continuare così. Senza considerare che fra un anno mi scade il contratto. La prossima settimana arriverà a Roma il presidente Pallotta e ne parleremo direttamente. Comunque mi fa piacere che la società mi stia mostrando fiducia". Rivera, Maldini, Riva, Mazzola, Antognoni, del Piero, spesso a fine carriera le bandiere vengono messe da parte. "Rimangono solo le aste...Scherzi a parte, non è giusto che gente che ha dato tanto venga accantonata. Spero di essere l'eccezione alla regola. Il calciatore italiano più forte di me? Nessuno, perché i numeri parlano chiaro", mentre il giocatore che considera superiore è "solo uno: Messi. Il più forte avversario dico Ronaldo. Come compagni scelgo Batistuta e, come feeling in campo, Cassano". Per Buffon Conte è il miglior allenatore che ha avuto. "Per me Lippi. Il carisma che trasmetteva lui nessuno lo aveva. Anche Capello però è stato un grande, così come Spalletti. Ancora ci sentiamo. Peccato che ancora mi dica che sono stato io a mandarlo via dalla Roma, invece era lui che voleva lo Zenit". Detto che gli piacerebbe lavorare con "Mourinho", Totti parla di Andreazzoli partendo dall'obiettivo Champions: "non dipende da noi, bisogna essere realisti: il traguardo è l'Europa League. Con Andreazzoli le cose stanno andando bene. Lui è uno che conosce Trigoria dalla A alla Z. E se arrivano vittorie su vittorie, ha ragione su tutti i fronti. Il prossimo anno, però, dobbiamo lottare per i primi due-tre posti".

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    Totti è sempre stato molto legato a Zeman, ma forse quest'anno il boemo non si è fatto capire dal resto della squadra. "Pregi e difetti ce l'hanno tutti, e alla fine quando le cose non vanno, si sa che paga l'allenatore. Ma se ognuno di noi avesse dato il 100% le cose sarebbero andate diversamente. Carlos Bianchi? Non sopportava i romani, nelle partitelle faceva le squadre romani contro non romani. Andando alla Samp (come voleva l'argentino, ndr) non sarei più tornato e adesso sarei lontano. Anche anni dopo, prima del penultimo rinnovo, avevo deciso di andare al Real. Poi il contratto che mi propose Sensi e questioni di vita privata mi hanno spinto a restare qui. E non mi sono mai pentito". Quando avrebbe meritato il Pallone d'Oro? "Nel 2000: se avessimo vinto l'Europeo avrei dovuto ottenerlo, anche perché avevo iniziato l'ottima stagione dello scudetto". Prima di chiudere la carriera un altro scudetto o un altro Mondiale? "Tutti e due no? Intanto dico lo scudetto, poi ho un mese prima del Mondiale e così ci posso pensare". Intanto si è tornato a parlare con insistenza di un suo ritorno in azzurro, ma teme che se le cose andassero male, diventerebbe il capro espiatorio. "So che un Mondiale è il massimo, soprattutto in Brasile dove il calcio è tutto. Ma se le cose invece andassero male, saprebbero con chi prendersela. Direbbero: 'Hanno portato un vecchio, uno che ha rovinato il gruppo’. Vorrei sentire tutte queste persone che sono salite sul carro quando sbaglierò qualche partita il prossimo anno, ricominceranno a dire: 'Basta, non si sopporta più'. Ora sono tutti bravi a parlare. Che farà l'Italia al Mondiale senza di me? Quello che ha fatto all'Europeo. Anzi, speriamo che vinca. Con me invece perde...Meglio, sarebbe un punto interrogativo. Ma il gruppo è valido e Prandelli è bravissimo, li mette bene in campo".

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    Il fenomeno di questa Nazionale è Balotelli. "Diciamo che può diventare un fenomeno, ma dipende dalla testa che avrà, dai comportamenti. Ciò che fai esternamente lo trasmetti in campo". Certi accanimenti dei media sul milanista ricordano quelli su Totti quando era giovane. "A me dicevano che ero romano, coatto, che non avevo voglia di allenarmi, ma lui se le cerca, io no. Sono stato sempre un tipo tranquillo". Nel 2001 vinse lo scudetto, poi basta, nessun altro tricolore. "Avevamo uno squadrone, un bel gruppo e un grande allenatore. Ne avremmo potuti vincere almeno 2-3. Assomigliavamo all'Inter che ne ha vinti 4 di fila. Un paio li abbiamo buttati, ma penso che anche Calciopoli abbia avuto il suo peso. Questa Roma? Se i risultati non sono arrivati non dipende dalla società, ma dai giocatori. Loro hanno fatto una grande squadra". Poi una battuta su Baldini "è pigro" e il capitolo De Rossi, ultimamente criticato dai tifosi. "È successo anche a me. I tifosi dai romani pretendono sempre di più rispetto agli altri. Spero che resti, però nel calcio tutto può succedere". Alla Roma vorrebbe "Xavi", il laziale che più ha patito e più goduto a battere è stato "Nesta, era forte ed era un amico. Noi romani il derby lo viviamo diversamente, lo sentiamo di più rispetto agli altri". Totti spiega che l'emozione del primo gol è stata più forte di quella del primo bacio, rivela che a 12 anni "ho fatto l'amore per la prima volta. A Tropea, con una ragazza romana che aveva 17 anni" e poi commenta l'invito di Prandelli che dice che i calciatori sono pronti all'outing dei giocatori gay: "Io gay qui non ne ho mai conosciuti, ma credo che non sia pronto né il calcio e neppure l'Italia in generale. È triste forse, ma è così". Rimanendo in tema sessuale, si riparla ancora di quando lui confessò di aver frequentato delle prostitute e dei rischi che si corrono con comportamenti poco accorti e sicuri. "Rischi se ne corrono sempre - spiega - Se fosse per me, riaprirei anche le case chiuse, almeno ci sarebbe la certezza dell'igiene".

    Del presidente del Coni, Giovanni Malagò dice: "è nuovo, è bravo, farà benissimo". Capitolo scommesse e la differenza con le partite di fine stagione che si concludono con risultati dati per scontati: "un conto è vendere le partite, un'altra è darsi una mano. Sono cose che non devono succedere, occorre cambiare, ma in Italia non è facile".


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  15. arca1959
     
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    Francesco Totti a lezione di inglese
    Il capitano giallorosso si presta per una scherzosa lezione di inglese dimostrando ancora una volta tutta la sua ironia


     
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22 replies since 8/11/2010, 19:56   3445 views
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